sabato 3 settembre 2011

pc 4 settembre - Cile, carabinieri torturatori



La violenza dello Stato è la risposta al poderoso movimento studentesco cileno, in prima fila nella lotta contro l'oppressione sociale delle vecchie classi, la scuola per i figli dei ricchi, lo sfruttamento, l'attacco ai salari, la repressione poliziesca. Il fascismo continua anche senza Pinochet, l'opposizione parlamentare, l'opportunismo del partito comunista revisionista e i sindacati collaborazionisti fanno il loro sporco lavoro di conciliatori degli interessi degli studenti, dei lavoratori e delle masse popolari con Stato e governo.
Anche qui, come a Londra, "ora ribellione, domani organizzata, proletaria, la rivoluzione!"



Cile, bufera sui carabineros: "Torturano gli studenti"
La denuncia dell'Istituto dei diritti umani, dopo l'omicidio del manifestante 14enne durante lo sciopero generale: "Vengono picchiati nei furgoni, bisogna cambiare la formazione delle forze dell'ordine". Confermate accuse contro il sottufficiale rimosso

di rassegna.it


I "carabineros" torturano gli attivisti del movimento studentesco cileno, mentre il governo Piñera effettua una "criminalizzazione verbale" della mobilitazione che investe il Cile da tre mesi. E' questa la denuncia che arriva oggi (1 settembre) dall'Istituto nazionale dei diritti umani. Dopo l'uccisione di un ragazzo di 14 anni in una manifestazione, con la rimozione di un carabiniere ritenuto responsabile, è intervenuta la direttire dell'Istituto, Lorena Fries.
La repressione maggiore si concentra all'interno dei furgoni della polizia, ha spiegato Fries, dove a suo giudizio vengono torturati i manifestanti fermati durante i cortei. Altrettanto grave è la criminalizzazione delle manifestazioni da parte dell'esecutivo cileno: "Per indicare i manifestanti, si parla di violenti e estremisti", ha detto la direttrice.
Secondo l'Istituto, è necessario intervenire sul curriculum di formazione dei 'carabineros', istituzione al centro delle polemiche dopo la morte dello studente Manuel Gutierrez, al termine dello sciopero generale di 48 ore convocato dalla Centrale unitaria dei lavoratori. "Spero che dopo la morte di Gutierrez si inizi ad incorporare la materia dei diritti umani nella formazione della polizia", ha suggerito l'Istituto.
Nel frattempo, si rafforza l'ipotesi del coinvolgimento dei "carabineros" nel decesso del manifestante colpito al petto da un proiettile. Secondo la testimonianza del sottufficiale, questo avrebbe "sparato due colpi in aria" per respingere un attacco, da parte di un gruppo di studenti. Il militare ha assicurato di non aver sparato ad altezza uomo, ma di aver esploso i colpi in aria, come forma di avvertimento.
Nelle ultime ore, però, gli inquirenti hanno confermato che a provocare la morte di Gutierrez è stato un proiettile sparato dalla mitraglietta Uzi 9 proprio del sottufficiale Miguel Millacura, da ieri agli arresti cautelari. Non basta per l'opposizione e il movimento studentesco, che continuano a chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno, Rodrigo Hinzpeter. In generale, dopo gli scontri di questi giorni la popolarità del governo Pinera risulta essere ai minimi storici.

MONDO
Cile, la piazza contro il Governo

Non basta all'opinione pubblica cilena il "risarcimento" offerto dal governo di Sebastián Piñera per l'omicidio di Manuel Gutierrez. Non basta cioé il sacrificio di un generale pronto a essere dimesso per non aver accertato prontamente e chiarito la dinamica dell'omicidio del sedicenne a cui i carabineros cileni hanno sparato al petto mentre si trovava in piazza. La società civile, studenti e lavoratori, chiede le dimissioni del ministro dell'Interno cileno Rodrigo Hinzpeter. Gli inquirenti hanno infatti confermato che a provocare la morte del giovane è stato un proiettile sparato dalla mitraglietta Uzi 9 del sottufficiale dei carabineros Miguel Millacura, da ieri agli arresti cautelari. Intanto il governo ha annunciato l'allontanamento di altri quattro membri della polizia militare ed ha chiesto le dimissioni di uno dei vertici dei «carabineros» della Zona Metropolitana, Sergio Gajardo, che subito dopo la morte del ragazzo aveva escluso in modo assoluto il coinvolgimento del corpo nella vicenda e l'apertura di un'indagine interna. La presidentessa della Confederazione degli studenti, Camila Vallejo ha però affermato che non è «sufficiente» allontanare i poliziotti, sottolineando che «ci deve essere un'assunzione di responsabilità politica». «Hinzpeter - ha detto Vallejo - deve fare un passo indietro anche per la repressione, per alcuni casi di tortura e di abusi» commessi dalla polizia dall'inizio della mobilitazione degli studenti.

liberazione in data:31/08/2011

Nessun commento:

Posta un commento