giovedì 26 giugno 2025

pc 26 giugno - Libertà per gli immigrati rinchiusi nel Cpr in Albania

da il_robespierre
La situazione che emerge dal CPR di Gjader in Albania è inquietante e al limite della disumanità. Il centro, costruito con ingenti fondi pubblici italiani, sembra più un luogo di annichilimento che una struttura per il rimpatrio dei migranti. Invece di rispondere alla promessa di una “giustizia amministrativa”, il CPR diventa uno strumento di coercizione e reclusione, privo di trasparenza e in totale opacità.

La perdita della cognizione del tempo, l’isolamento forzato, la somministrazione indiscriminata di psicofarmaci, e i continui trasferimenti senza spiegazioni non fanno altro che aumentare il disagio psichico di chi vi è detenuto. Le testimonianze raccolte parlano di persone che vivono in una distopia, un luogo dove il tempo si dilata e la speranza sbiadisce ogni giorno di più.

La domanda che sorge spontanea è: qual è il reale scopo di questo centro? Se il rimpatrio è impossibile per la maggior parte dei detenuti, perché continuare a mantenere questa struttura che sembra più una prigione che un centro di transito? E ancora, quale tipo di sistema giuridico giustifica un trattamento che sfiora la tortura psicologica, come quello che emerge da queste storie?

È il fallimento di un sistema che non riconosce la dignità dei migranti come esseri umani, ma li riduce a numeri in un gioco di propaganda politica. Il CPR di Gjader, con la sua opacità e la gestione autoritaria, sembra un passo ulteriore verso una criminalizzazione dell’immigrazione che non ha nulla a che vedere con la giustizia sociale.

Quale futuro vogliamo costruire per chi è costretto a fuggire dalle proprie terre? Non possiamo lasciare che il diritto alla dignità venga messo in discussione per motivi politici o ideologici. È tempo di chiedere conto a chi decide in nome della “sicurezza” a discapito dei diritti fondamentali.

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