I lavoratori che lottano e resistono
Mantiene un livello alto di mobilitazione e di partecipazione la lotta nei magazzini della logistica kamila/italtrans.
I lavoratori stanno lottando per il ritiro dei licenziamenti politici, e la fine dei trasferimenti,
una vera e propria deportazione da un magazzino all'altro per 40 lavoratori colpevoli di
essersi iscritti allo slai cobas sc.
Stanno lottando per avere una giornata di otto ore e turni regolari per tutti in tutti i magazzini. E per porre fine alle ruberie in busta paga.
40 lavoratori, nuovi tesserati, spostati due giorni dopo l'iscrizione dal magazzino dove stavano lavorando da anni, sostituiti da nuovi reclutati appositamente dalle cooperative, e confinati in un altro magazzino, lontano, per punizione.
Un sistema feudale quello delle cooperative, che viola costantemente i più elementari diritti umani. I lavoratori non hanno più vita. La loro giornata, è segnata da un sms delle cooperative che modifica un turno, un orario di lavoro, la sede di lavoro, che può arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un metodo di gestione per il massimo profitto sulla pelle e la vita dei lavoratori. Per un lavoro che è gestito con il cottimo del numero dei colli da movimentare (altissimo) controllato elettronicamente, in una giornata di lavoro che 'normalmente' ha un orario di inizio ma non quello della fine, e che spesso supera le otto ore. O si riduce a 2,3,4, o addirittura a intere giornate senza lavoro, come forma di punizione.
È un sistema, questo, nelle mani degli aguzzini delle coop, coercitivo e repressivo verso ogni forma di dissenso o di disobbedienza, legalizzato, praticamente, dagli articoli del contratto nazionale, firmato da Cgil Cisl Uil, che da mano libera alle coop nella gestione degli orari, dei trasferimenti e mobilità interna tra le varie sedi degli appalti. E con l'art 42bis, permette i licenziamenti collettivi, con il cambio appalto.
Per questo, tra i vari obiettivi delle mobilitazioni, anche venerdì 29 luglio, il corteo dei lavoratori ha protestato alla sede della Cgil di Bergamo (anche per cisl e uil) perché per vincere contro i padroni, i lavoratori hanno bisogno di lottare contro questi ex sindacati corrotti e venduti e i loro accordi bidone.
Una lotta quotidiana, generosa e solidale, organizzata nel sindacato, contro mille soprusi, ritmi di lavoro bestiali, che spaccano la schiena e le braccia, per i diritti, il lavoro, il salario, la dignità.
Ma non possiamo tacere sul gruppetto di lavoratori, che nel magazzino di Brignano si sono uniti attorno ad un nostro ex delegato espulso dall'assemblea per i suoi comportamenti con la coop, finito nel Sicobas, che fanno i collaborazionisti e i crumiri a favore delle coop. Solo un esempio, che su questo abbiamo già scritto molto. Mentre i lavoratori stanno scioperando per il reintegro di 4 licenziati politici, questi 'iscritti al Sicobas' lavorano, tanto, durante gli scioperi e aiutano le coop a finire le consegne, portando, per rafforzare le fila dei crumiri, amici e parenti.
Una vergogna, che crediamo nulla abbia a che fare con le lotte che il Sicobas porta avanti in tanti magazzini, che abbiamo denunciato più volte, ma che deve finire una volta per tutte.
Stanno lottando per avere una giornata di otto ore e turni regolari per tutti in tutti i magazzini. E per porre fine alle ruberie in busta paga.
40 lavoratori, nuovi tesserati, spostati due giorni dopo l'iscrizione dal magazzino dove stavano lavorando da anni, sostituiti da nuovi reclutati appositamente dalle cooperative, e confinati in un altro magazzino, lontano, per punizione.
Un sistema feudale quello delle cooperative, che viola costantemente i più elementari diritti umani. I lavoratori non hanno più vita. La loro giornata, è segnata da un sms delle cooperative che modifica un turno, un orario di lavoro, la sede di lavoro, che può arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un metodo di gestione per il massimo profitto sulla pelle e la vita dei lavoratori. Per un lavoro che è gestito con il cottimo del numero dei colli da movimentare (altissimo) controllato elettronicamente, in una giornata di lavoro che 'normalmente' ha un orario di inizio ma non quello della fine, e che spesso supera le otto ore. O si riduce a 2,3,4, o addirittura a intere giornate senza lavoro, come forma di punizione.
È un sistema, questo, nelle mani degli aguzzini delle coop, coercitivo e repressivo verso ogni forma di dissenso o di disobbedienza, legalizzato, praticamente, dagli articoli del contratto nazionale, firmato da Cgil Cisl Uil, che da mano libera alle coop nella gestione degli orari, dei trasferimenti e mobilità interna tra le varie sedi degli appalti. E con l'art 42bis, permette i licenziamenti collettivi, con il cambio appalto.
Per questo, tra i vari obiettivi delle mobilitazioni, anche venerdì 29 luglio, il corteo dei lavoratori ha protestato alla sede della Cgil di Bergamo (anche per cisl e uil) perché per vincere contro i padroni, i lavoratori hanno bisogno di lottare contro questi ex sindacati corrotti e venduti e i loro accordi bidone.
Una lotta quotidiana, generosa e solidale, organizzata nel sindacato, contro mille soprusi, ritmi di lavoro bestiali, che spaccano la schiena e le braccia, per i diritti, il lavoro, il salario, la dignità.
Ma non possiamo tacere sul gruppetto di lavoratori, che nel magazzino di Brignano si sono uniti attorno ad un nostro ex delegato espulso dall'assemblea per i suoi comportamenti con la coop, finito nel Sicobas, che fanno i collaborazionisti e i crumiri a favore delle coop. Solo un esempio, che su questo abbiamo già scritto molto. Mentre i lavoratori stanno scioperando per il reintegro di 4 licenziati politici, questi 'iscritti al Sicobas' lavorano, tanto, durante gli scioperi e aiutano le coop a finire le consegne, portando, per rafforzare le fila dei crumiri, amici e parenti.
Una vergogna, che crediamo nulla abbia a che fare con le lotte che il Sicobas porta avanti in tanti magazzini, che abbiamo denunciato più volte, ma che deve finire una volta per tutte.
SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
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