sabato 21 giugno 2025

pc 21 giugno - L'imperialismo italiano verso i 100 miliardi l'anno di spese per la guerra che sono in forte aumento in tutta Europa

 

I Paesi europei si stanno riarmando passando dal “New Green Deal” al “New War Deal”, cioè dalla politica ambientale a quella della guerra e “Le cifre sono impressionanti” secondo un articolo di MilanoFinanza del 20 giugno, che prende i dati da un “rapporto di Ubs (European Economic Perspectives Europe: Defence spending - key issues), che riepiloga anche l’entità dei futuri aumenti del budget militare decisi dai singoli governi.”

“L'Unione Europea – scrive il quotidiano finanziario - ha fornito all'Ucraina 132 miliardi (70 miliardi di aiuti finanziari e umanitari, 62 miliardi di aiuti militari) da quando è scoppiata la guerra, mentre ammontano a 315 miliardi di euro le spese per la difesa dei Paesi membri. E a questi si dovrebbero aggiungere gli 800 miliardi del ReArm deciso dalla Commissione, ribattezzato ipocritamente Readiness 2030, come se cambiasse qualcosa parlare di prontezza invece che di armi.”

E parlando di ristrutturazione delle fabbriche in Europa, scrive: “Si fanno i soldi con i carri armati, non più con le automobili, tanto che il governo francese proprio a Renault ha chiesto di costruire droni da mandare in Ucraina”.

Per quanto riguarda le spese dei vari paesi: “Si va dagli oltre 90 miliardi di euro della Germania ai circa 550 milioni di Cipro. E tra i primi 10 c’è anche l’Italia, con 32 miliardi di euro, pari all’1,5%

del pil ma con una traiettoria verso il 3%.”

Secondo MF “Al primo posto svetta appunto Berlino, con una proiezione a 400 miliardi nei prossimi 10 anni, che varrebbero oltre il 9% del pil.” Ma in una dichiarazione il capo de governo Merz ha detto che si può arrivare a 1000 miliardi.

“Secondo i dati aggiornati del documento … nel 2024 l’Europa ha destinato in media l’1,9% del pil al budget per la difesa. Ma se si escludono i Paesi Ue non membri dell’Alleanza Atlantica (Austria, Cipro, Irlanda e Malta), la media sale al 2,2%, sopra la soglia raccomandata dalla Nato.

Se la Germani è la prima della lista “per volume di spesa … a guidare la classifica della percentuale di pil destinata alla difesa è invece la Polonia, con ben il 4,2%, seguita da Estonia, Lituania, Lettonia e Grecia, tutti sopra il 3%.”

Germania e Francia sono già poco oltre il 2%, mentre Italia e Spagna restano al di sotto” secondo questi dati, ma la tendenza come scrive la stessa MF è destinata a salire mentre Tajani si dice d’accordo con il 5% imposto da Rutte, cioè da Trump, anche se "con più tempo e flessibilità"!

“L'inutile vertice Nato del 24-25 giugno – conclude MF - spazzato via dalla fredda attualità degli attacchi israeliani al regime iraniano di Khamenei doveva alzare l’asticella dell’obiettivo di spesa per la difesa addirittura al 5%. Non è avvenuto, anche perché ci stanno pensando i Paesi in autonomia, a cominciare dalla Germania. Non si capisce come questa cosa non faccia venire i brividi a chi si ricorda di come iniziò la Seconda guerra mondiale.”

Alla borghesia imperialista disposta a tutto non vengono affatto i brividi, anzi, la tendenza è quella di procedere senza sosta verso l’abisso di una terza guerra mondiale.

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