I Paesi
europei si stanno riarmando passando dal “New Green Deal” al “New War Deal”, cioè
dalla politica ambientale a quella della guerra e “Le cifre sono impressionanti”
secondo un articolo di MilanoFinanza del 20 giugno, che prende i dati da un “rapporto
di Ubs (European Economic Perspectives Europe: Defence spending - key issues),
che riepiloga anche l’entità dei futuri aumenti del budget militare decisi dai
singoli governi.”
“L'Unione
Europea – scrive il quotidiano finanziario - ha fornito all'Ucraina 132
miliardi (70 miliardi di aiuti finanziari e umanitari, 62 miliardi di aiuti
militari) da quando è scoppiata la guerra, mentre ammontano a 315
miliardi di euro le spese per la difesa dei Paesi membri. E a questi si
dovrebbero aggiungere gli 800 miliardi del ReArm deciso dalla Commissione,
ribattezzato ipocritamente Readiness 2030, come se cambiasse qualcosa parlare
di prontezza invece che di armi.”
E parlando di
ristrutturazione delle fabbriche in Europa, scrive: “Si fanno i soldi con i
carri armati, non più con le automobili, tanto che il governo francese
proprio a Renault ha chiesto di costruire droni da mandare in Ucraina”.
Per quanto riguarda le spese dei vari paesi: “Si va dagli oltre 90 miliardi di euro della Germania ai circa 550 milioni di Cipro. E tra i primi 10 c’è anche l’Italia, con 32 miliardi di euro, pari all’1,5%
del pil ma con una traiettoria verso il 3%.”Secondo MF “Al
primo posto svetta appunto Berlino, con una proiezione a 400 miliardi nei
prossimi 10 anni, che varrebbero oltre il 9% del pil.” Ma in una dichiarazione
il capo de governo Merz ha detto che si può arrivare a 1000 miliardi.
“Secondo i
dati aggiornati del documento … nel 2024 l’Europa ha destinato in media l’1,9% del
pil al budget per la difesa. Ma se si escludono i Paesi Ue non membri
dell’Alleanza Atlantica (Austria, Cipro, Irlanda e Malta), la media sale al
2,2%, sopra la soglia raccomandata dalla Nato.
Se la Germani
è la prima della lista “per volume di spesa … a guidare la classifica della
percentuale di pil destinata alla difesa è invece la Polonia, con ben il
4,2%, seguita da Estonia, Lituania, Lettonia e Grecia, tutti sopra il 3%.”
“Germania e
Francia sono già poco oltre il 2%, mentre Italia e Spagna restano al di
sotto” secondo questi dati, ma la tendenza come scrive la stessa MF è
destinata a salire mentre Tajani si dice d’accordo con il 5% imposto da Rutte,
cioè da Trump, anche se "con più tempo e flessibilità"!
“L'inutile
vertice Nato del 24-25 giugno – conclude MF - spazzato via dalla fredda
attualità degli attacchi israeliani al regime iraniano di Khamenei doveva
alzare l’asticella dell’obiettivo di spesa per la difesa addirittura al 5%. Non
è avvenuto, anche perché ci stanno pensando i Paesi in autonomia, a cominciare
dalla Germania. Non si capisce come questa cosa non faccia venire i brividi a
chi si ricorda di come iniziò la Seconda guerra mondiale.”
Alla borghesia
imperialista disposta a tutto non vengono affatto i brividi, anzi, la tendenza
è quella di procedere senza sosta verso l’abisso di una terza guerra mondiale.

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