sabato 22 giugno 2024

pc 22 giugno - Premierato/Autonomia differenziata - le riforme fascioleghiste del governo Meloni - (da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 21/06)

 

La legge sull'autonomia differenziata nella stampa borghese viene trattata con diversi articoli. La legge è stata approvata, come si sa, due giorni fa. I leghisti durante la discussione hanno fatto gli squadristi, hanno assaltato chi in Parlamento sventolava la bandiera dell'Italia per richiamarsi all'unità nazionale, poi hanno festeggiato sbandierando i gonfaloni dei vari comuni, per loro è un grande risultato. Il Presidente del Veneto Zaia - e non "governatore" come dicono i giornali che dal punto di vista linguistico anticipano invece l'avanzare verso il moderno fascismo in tutte le forme. “Governatore” non esiste in Italia, così come non esiste “premier”, esiste il presidente della Regione ed esiste il Presidente del Consiglio dei ministri. Ma su questo ci torneremo - Zaia parla quindi con l'enfasi dell'alba di un giorno storico, mentre Fontana, altro leghista, dice che adesso la Lombardia potrà correre. E perfino quel fascista e razzista, denunciato diverse volte, autore della legge definita legge elettorale "Porcellum", ha detto che gli tremano le gambe per le emozioni. Noi naturalmente auspichiamo sempre che le gambe a questo signore possano “tremare” per ben altro.

Ma andiamo alla sostanza. Questa legge è stata uno scambio tra la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia della fascista Meloni.

Alla Lega di Salvini serve tutt'ora per attutire il colpo che ha subito alle europee, che addirittura è sceso

al secondo posto dietro Forza Italia. E tutti danno la Lega oramai per definitivamente in rotta di collisione con i suoi stessi elettori. E quindi ha la speranza di recuperare qualche consenso anche in vista del ballottaggio che ci sarà a fine settimana in alcune province.

Lo scambio è stato con la fascista Meloni. Meloni ha voluto una garanzia per le continuazioni del governo - poteva essere messo in dubbio - ed avere i voti sufficienti per far passare la legge del cosiddetto premierato che tanto sta a cuore ai fascisti, alla Meloni e ai Fratelli d'Italia.

Ma subito agli occhi di tutti questa autonomia differenziata è sembrata una disgrazia perché aumenta le differenze tra le varie regioni, questo è sicuro, tra quelle del nord che sono capitalisticamente più sviluppate, definite “più ricche”, e quelle più povere, cioè quelle del Sud.

L'elenco delle materie che le regioni adesso con questa legge possono chiedere che siano trasferite, complessivamente sono 23, 14 sono quelle che però aspettano che siano definiti i livelli essenziali di assistenza, cioè l'istruzione, la tutela dell'ambiente, la sicurezza del lavoro, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l'alimentazione, l'ordinamento sportivo, il governo del territorio, porti, aeroporti civili, grandi reti di trasporto e navigazione, ordinamento della comunicazione, produzione, trasporti e distribuzione dell'energia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

Come si vede c'è quasi tutto, il governo si è tenuto però la materia naturalmente che gli interessa per eccellenza, cioè la materia della guerra, quella della possibilità di dichiarare guerra, una guerra dentro la quale siamo già pienamente, come diciamo oramai da tempo e che il governo guerrafondaio sta gestendo in maniera aperta.

Per queste materie il governo si è preso due anni di tempo, mentre le altre 9 possono anche essere richieste subito dalle regioni e sono quelle che gestiscono la giustizia di pace con il cosiddetto giudice di pace, il commercio estero, la professione, la protezione civile, la previdenza complementare integrativa, il coordinamento della finanza pubblica, del sistema tributario, le casse di risparmio, le casse rurali e le aziende di credito a carattere regionale, gli enti di credito fondiario agrario a carattere regionale, i rapporti interni della regione con l'Unione europea.

Da queste 9 in particolare si può capire come si si possano considerare quelle che sono moltiplicatori di Enti e poltrone, sicuramente la possibilità di mettere le mani sui soldi e farsi tanta clientela con lo sviluppo sicuro di un'infinita corruzione e di favoritismi.

Bisogna dire che su questa legge non è che siano stati tutti d'accordo per un motivo ben preciso, i voti in Parlamento sono stati 172, 99 i contrari e 1 astenuto, quindi la maggioranza assoluta dei 200 deputati non c'è stata, ma ci sono quelli che si sono opposti anche esplicitamente, e non perché hanno a cuore il benessere delle persone, delle popolazioni, ma perché inciderà sicuramente - secondo loro - sui voti in futuro, sono quelle del Sud in particolare, addirittura dentro Forza Italia e lo ha detto esplicitamente il presidente della Regione della Calabria, Occhiuto, che parla di perdita di voti e di consenso. E sicuramente anche perché arriveranno meno soldi, come è stato già più o meno preventivato, per cui ci saranno meno possibilità di comprare altri voti, quindi altre poltrone e con questo allargare la propria sfera di clientelismo.

Questa legge dando ad ogni regione la possibilità di gestirsi effettivamente, stravolge anche la forma dello Stato prevista dalla Costituzione. E che sia anticostituzionale lo stanno dicendo veramente in tanti. C'è addirittura una raccolta di firme di 200 costituzionalisti che ne stanno parlando e stanno denunciando il salto di qualità. Qualcuno dice che avremo uno Stato Arlecchino.

Ma quello che bisogna mettere in luce è che inciderà immediatamente sulla vita del proletariato, delle popolazioni in generale e al sud in particolare. Ma diciamo in generale, perché quello che non viene fuori quando si parla di regioni ricche/regioni povere, è che dentro le cosiddette regioni ricche, secondo le statistiche, ci sono molti poveri e non potrebbe essere altrimenti perché il proletariato, le masse popolari povere in tutto il paese sono distribuite nelle varie regioni, e per esempio  in alcune regioni del Nord ci sono più del 40% di persone che non potranno usufruire, che avranno una caduta nel loro ulteriore tenore di vita e delle prestazioni solo sanitarie.

E infatti la Sanità è uno dei problemi principali segnalato da tutti, perché con questa legge la Sanità che sarà “devoluta”, come si dice in senso burocratico, alle regioni che lo chiederanno, vedrà una perdita ulteriore non solo di finanziamento ma anche di qualità nella già povera assistenza. In Sicilia, in particolare, lo Svimez ha fatto un calcolo non solo che si fermerà la “crescita” cosiddetta, perché si fermeranno gli investimenti nazionali, quelli ci sono stati fino adesso e le opere pubbliche, anche grazie a quella parte del PNRR che sono costretti ad applicare, ma anche la perdita complessiva di 1,3 miliardi.

Naturalmente qui non prendono in considerazione assolutamente né già la povertà esistente e i servizi inesistenti, ma anche i problemi grossi come la siccità, le condizioni del territorio, ecc. Poi c'è un'ulteriore passaggio che aggraverà ancora di più, se possibile (qua con l'aggravamento non si finisce mai), che è quello che l'Unione europea ha aperto un'altra procedura di deficit eccessivo per l'Italia, per cui prevede un rientro da questo deficit che costerà almeno 10/12 miliardi l'anno per 7 anni e che il governo non avendo già soldi - e lo dice già adesso - dovrà provvedere con tagli ai servizi o altre tasse visto che non si potranno più chiedere soldi per aumentare il deficit.

Ma non solo: altre inchieste rivelano che la povertà è in aumento assoluto, siamo oltre 6 milioni, che l'inflazione in questi solo 2 anni ha ulteriormente tagliato i salari.

Naturalmente questa legge spingerà verso una privatizzazione che è già accelerata proprio nella Sanità e la gestione locale non farà altro che permettere a chi ha già le mani negli “scandali” dell’intreccio tra politica e mafia, alla mafia di prosperare ancora di più con appalti mirati, subappalti, ecc.

Questo è solo in parte lo stato delle cose al primo acchito rispetto alla legge sull'autonomia differenziata. Insieme a questa c'è quella in discussione del Premeriato, che è quella che dicevamo che sta molto a cuore a questo governo che nel suo cuore ha il fascismo, il neofascismo. In questo senso dicevamo che i costituzionalisti parlano di un vero e proprio “salto di regime” perché con il cosiddetto Premiarato, cioè con l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, si nega non solo la Costituzione, ma si accentreranno i poteri e quindi non ci saranno quelle che borghesi chiamano le “garanzie dei controlli e dei bilanciamenti” perché una volta eletto quello che viene definito “premier” si porterà dietro anche la maggioranza parlamentare, secondo come è stata organizzata la legge, e il Parlamento finirà completamente nelle mani del governo, con tutto ciò che ne consegue e quindi la nomina per esempio dei giudici della Consulta, del Consiglio Superiore della della Magistratura ma anche della Presidenza della Repubblica, con il venir meno assoluto dei poteri attuali del Presidente della Repubblica.

Quindi a grandi passi governo Meloni avanza verso il moderno fascismo e se ne frega assolutamente dei vari scandali che la borghesia denuncia, che sono scandali tra virgolette veri, come gli attacchi squadristi, la violenza messa in campo sia dai giovani nazisti sia da quella messa in campo dal governo attuale.

...l'obiettivo vero è quello che questo governo vuole smantellare la Costituzione, come si vede, legge dopo legge, soprattutto per ciò che riguarda i diritti acquisiti conquistati con la lotta dal proletariato e dalle masse operaie in questi anni, negli anni 70 in particolare, e dalle masse popolari.

Il potere lo vogliono concentrato nelle proprie mani per poter essere fino in fondo al servizio dei padroni. Nel campo dell'economia, per esempio, avere mano libera nelle privatizzazioni, nei sostegni economici senza ritegno ai padroni affinché affrontino nella maniera più consona – per loro - la concorrenza mondiale, che è uno dei motivi per cui si fanno le guerre, compresa la guerra in corso.

Questa è la funzione della borghesia che diventa sempre più fascista nei paesi capitalisti/imperialisti. E la cosiddetta divisione dei poteri in questo senso diventa un ostacolo.

Il proletariato e le masse popolari non hanno assolutamente niente da guadagnare da queste riforme

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