mercoledì 20 novembre 2024

pc 20 novembre - NEL CARCERE DI TRAPANI DECINE DI ARRESTI E PERQUISIZIONI DI BASTARDI POLIZIOTTI PER TORTURE E VIOLENZE CONTRO DETENUTI, IN PARTICOLARE IN STATO DI SEMI INFERMITA' MENTALE


MALTRATTAMENTI E VIOLENZE NEL CARCERE DI TRAPANI, ARRESTATI 11 AGENTI PENITENZIARI, QUARANTASEI GLI INDAGATI 


                    

Venticinque poliziotti penitenziari, accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità contro detenuti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, e falso ideologico, sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive: 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio.

Emessi decreti di perquisizioni, per un totale di 46 indagati. Le indagini sono partite nel 2021. L’ordinanza del Gip di Trapani, su richiesta della Procura, è stata eseguita dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con l’ausilio di alcuni reparti territoriali coordinati dal nucleo investigativo centrale.

Le indagini

L’indagine condotta dal nucleo investigativo regionale di Palermo, coordinato dal nucleo investigativo centrale, sono scattate dopo alcune denunce effettuate dai detenuti del penitenziario trapanese che avrebbero subito maltrattamenti in luoghi privi di telecamere, che una volta installate avrebbero registrato violenze reiterate da parte di agenti nei confronti di detenuti.

Secondo le indagini, nel carcere Pietro Cerulli Trapani non venivano perpetrate solo violenze fisiche ma risulterebbero anche false relazioni di servizio, artatamente utilizzate per calunniare i detenuti e coprire gli abusi.

I detenuti ritenuti “problematici” venivano portati nella palazzina blu in isolamento dove, per regolamento, non potevano esserci le telecamere. Qui sarebbero avvenute le percosse e le aggressioni che i pm di contestano a decine di agenti penitenziari di Trapani indagati. I carcerati venivano derisi, insultati e picchiati. Per lo più si trattava di carcerati con la semi infermità mentale. Sono state ricostruite 14 aggressioni ma secondo l’accusa gli episodi sarebbero di più. Il “sistema” di punizioni è torture si è interrotto perché nel 2023 la palazzina è stata dichiarata fatiscente e chiusa.

L’hanno portato nell’ufficio dell’isolamento e davanti ad una decina di agenti penitenziari, l’hanno prima denudato e poi schernito per le dimensioni dei genitali. Poi gli hanno fatto percorrere il corridoio della sezione completamente nudo. E’ una delle accuse che la Procura di Trapani fa a un gruppo di agenti penitenziari del carcere cittadino a cui viene contestato il reato di tortura. La vittima in questo caso era un detenuto marocchino a cui- si legge nel decreto di perquisizione che parla di trattamento inumano e degradante- “è stato causato un verificabile trauma psichico”.

pc 20 novembre - dalla Polonia al sud Corea- Francia e Gran Bretagna - la spirale della guerra imperialista inghiotte progressivamente tutti - commenti

 La Polonia schiera carrarmati sudcoreani al confine con Kaliningrad 

Per la prima volta cinque paesi europei hanno deciso di avviare i bond per finanziare le spese militari. E’ accaduto ieri a Varsavia durante la riunione del cosiddetto “formato Weimar” e vi hanno partecipato Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Ue.

L’esercito polacco ha intanto fatto sapere di aver schierato i carri armati da combattimento sudcoreani K2 Black Panther a Braniewo, a pochi chilometri dal confine con l’enclave russa della regione di Kaliningrad. 

L’affermazione è stata rilasciata venerdì scorso dalla portavoce della 16ª divisione meccanizzata della Pomerania, maggiore Magdalena Koszczynska, alla Polska Agencja Prasowa, l’agenzia polacca di riferimento. 

La militarizzazione del fronte orientale 

Nell’agosto del 2022, pochi mesi dopo l’inizio delle operazioni russe in Ucraina, il ministero della Difesa polacco aveva aver stanziato 3,4 miliardi di dollari per l’acquisto di 180 carrarmati dalla Corea del Sud. Tale dispiegamento avviene dunque a seguito delle prime consegne da parte di Seul. 

Secondo fonti del ministero, Varsavia in realtà avrebbe pianificato l’acquisto di circa 1000 esemplari, facendo affidamento su consegne “rapide” vitali, secondo l’amministrazione, a causa della dismissione su larga scala dei vecchi carrarmati tedeschi Leopard 2 e dei sovietici T-72 nel paese, inviati in Ucraina. 

Il dispiegamento dei tank segue la triplicazione delle forze di terra sul confine bielorusso avvenuta ad agosto. La militarizzazione dei confini si innesta in un contesto di crescenti tensioni con Mosca, contro cui Varsavia mira a divenire il “baluardo yankee” sul fronte orientale.  

La partnership militare con la Corea del Sud 

Da un punto di vista militare, secondo gli esperti il K2 è per molti aspetti il​​ carrarmato più performante schierato da qualsiasi stato membro della Nato oggi. 

Il veicolo utilizza un caricatore automatico che riduce i carichi per l’equipaggio del 25%, vanta una frequenza di fuoco maggiore, consuma meno carburante, è attestato di minori necessità manutentive rispetto alla media e maggiore capacità di funzionare come un sistema di artiglieria con una modalità di fuoco indiretta. 

Inoltre, il K2 Black Panther integra sia un sistema radar a banda millimetrica che può fungere da sistema di avviso di avvicinamento missilistico, sia una telecamera termografica che consente di tracciare bersagli specifici a distanze prossime ai 10 km. 

Ma oltre ai carrarmati, la Polonia è attestata di ordini molto consistenti per obici e artiglieria missilistica sudcoreana, così come per i carrarmati statunitensi M1A1 e M1A2 Abrams e i sistemi di artiglieria missilistica Himars. 

Le mire della Polonia 

Queste acquisizioni alimentano le proiezioni che vedono in Varsavia l’imminente seconda forza di terra più potente nella Nato dopo gli Stati Uniti. 

Non è certo una novità che la Polonia, assieme al resto dei paesi baltici, soffia sul vento della “guerra all’orso russo” per spostare l’asse politico europeo più a oriente, approfittando delle difficoltà politiche della Francia ed economiche della Germania, l’asse su cui si è basata l’Unione Europea nei suoi 30 anni di vita. 

Le mire sulle regioni occidentali dell’Ucraina sono il prezzo che la Polonia ha chiesto per farsi portavoce degli interessi dell’imperialismo statunitense nel continente. 


Francia e Gran Bretagna si aggregano all’escalation missilistica contro la Russia

pc 20 novembre - Gaza “Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”:

Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

Territorio Palestinese – L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato decine di uccisioni deliberate e nuove esecuzioni sommarie effettuate dalle Forze di Occupazione Israeliane contro numerosi civili nel Nord di Gaza.

Queste azioni fanno parte della recrudescenza in corso e del quadro più ampio del Genocidio perpetrato contro i palestinesi per oltre 13 mesi.

Negli ultimi 43 giorni, l’esercito israeliano ha condotto la sua terza incursione e offensiva militare contro il Nord di Gaza e i suoi residenti, commettendo orribili atrocità. Tra queste, l’uccidere e il terrorizzare i civili obbligandoli a lasciare le loro case con la forza e sfollandoli al di fuori della provincia settentrionale di Gaza. Ciò costituisce uno dei più grandi casi di sfollamento forzato nella storia moderna.

Tra le numerose atrocità commesse dalle forze israeliane, che vanno dal bombardamento di case con residenti all’interno, alle Uccisioni di Massa di civili sfollati nei rifugi e al bombardamento di raduni e veicoli, la squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione.

È stata documentata l’uccisione di Khaled Mustafa Ismail Al-Shafai, 58 anni, e del suo figlio maggiore Ibrahim, di 21, da parte delle forze israeliane. Sono stati assassinati all’interno della loro casa a Beit Lahia di fronte alla loro famiglia mercoledì 13 novembre 2024.

pc 20 novembre - manifestazione a roma - siamo per un'unica manifestazione nazionale - non condividiamo questo appello

 Abbiamo appoggiato sin dall'inizio l'appello per il 29-30 di UDAP/GPI per la loro partecipazione allo sciopero generale del 29 e di appello alla manifestazione del 30  -  abbiamo appoggiato la lettera di udap/GPI per una manifestazione unitaria pur schierandoci comunque in caso di divisione per la partecipazione alla manifestazione indetta da udap/gpi perchè in continuità con il 5 ottobre

questo appello invece cambia le cose 

lo sciopero generale è patrimonio dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che lo indicono ed evidente che la solidarietà alla palestina, la lotta al decreto sicurezza, la lotta contro la guerra ne devono far parte - ma chiaramente si tratta di uno sciopero generale con tutte le rivendicazioni generali dei lavoratori in questa fase contro tutti gli attacchi di padroni e governo ai lavoratori e le masse popolari 

cambiare le carte in tavola su questo trasformarlo in uno sciopero della rete non corrisponde nè agli interessi dei lavoratori e delle masse popolari - nè dell'estensione della solidarietà alla palestina e alla lotta contro i decreti e del governo - ma diventa una operazione gruppettara travestita di stampo volgarmente egemonista - 

per cui sul 29 resta importante la massima partecipazione allo sciopero generale e alle manifestazioni possibili che vi potranno essere nelle varie città

circa la manifestazione del 30 occorre continuare a far di tutto per una unica manifestazione nazionale


29 – 30 novembre: due grandi giornate di lotta contro guerre e genocidio, DDL-1660, governo Meloni


Un'ondata reazionaria e razzista sta attraversando tutto l'occidente. L'elezione di Trump alla Casa Bianca rafforza i venti di guerra, in particolare in Medio Oriente, con il sostegno totale al genocidio dei palestinesi a Gaza e all’illimitato espansionismo dello stato sionista.

L’Unione europea di von der Leyen non è da meno, scatenata nella corsa agli armamenti e la decisione di prolungare lo scontro armato con la Russia a tempo indeterminato.


A fare le spese di questo “nuovo corso” degli imperialismi occidentali, in evidente perdita di egemonia, continueranno ad essere – oggi come ieri – il proletariato e le masse oppresse di tutto il mondo: con il sangue delle migliaia di vittime delle loro bombe o, in occidente, con uno sfruttamento intensificato, l’impoverimento e la repressione imposti dall'economia di guerra.


Il governo Meloni è, sotto ogni aspetto, l’espressione in Italia di questa tendenza generale: con la sua politica economica tutta a favore dei padroni grandi e piccoli; con il suo piano di deportazione degli immigrati; con il suo tentativo di instaurare uno stato di polizia attraverso un DDL Sicurezza che criminalizza ogni forma di lotta e di dissenso sociale, ecologico, sindacale e politico. È quella che noi chiamiamo la guerra interna, l’altra faccia della guerra esterna, contro chiunque non abbassa la testa davanti ai loro piani di miseria, sfruttamento e morte.


Questo brutale attacco sta cominciando a ricevere la risposta di lotta che merita.


In questi mesi le piazze di tutto il mondo si sono riempite di milioni lavoratori/lavoratrici, studenti/esse e attivisti/e in risposta all'infame carneficina condotta dal sionismo nella striscia di Gaza, alla complicità dell'intero occidente con il regime coloniale e suprematista di Israele guidato da Netanyahu e a sostegno dell'eroica resistenza del popolo palestinese.


In Italia, grazie soprattutto alle realtà della sinistra palestinese e agli/alle internazionalisti/e, questa mobilitazione si è allargata alla denuncia generale della guerra e dell'economia di guerra. Si è scaldata incontrandosi con le lotte dei lavoratori, in primis quelli della logistica, contro i salari da fame e le politiche di supersfruttamento portate avanti dai padroni e dal governo. Ne sono prova: gli scioperi e le manifestazioni di novembre 2023 e di inizio 2024, con il grande corteo di Milano del 24 febbraio; le tante iniziative contro i traffici di armi e la Leonardo; il blocco dei porti di Genova e Salerno; le proteste nelle università contro gli accordi tra Italia e Israele; infine, la due giorni di scioperi e cortei del 18-19 ottobre e lo sciopero degli studenti del 15 novembre.


Il prossimo 29 novembre gran parte del sindacalismo di base ha indetto una nuova giornata di sciopero generale nazionale, che coinciderà con uno sciopero indetto da CGIL e UIL contro le misure economiche del governo. Il fatto che due delle tre principali organizzazioni sindacali chiamino alla mobilitazione, dopo essere state per più di un anno a guardare, è la riprova che le condizioni di vita della massa dei lavoratori sono sempre più insostenibili – anche per il ruolo nefasto svolto in questi anni dalle burocrazie confederali.


Per questo pensiamo che lo sciopero del 29 e il corteo del 30 novembre a Roma, lanciato dalle realtà palestinesi a sostegno della resistenza, contro la guerra e contro il DDL Sicurezza, siano due momenti inscindibili di un'unica lotta. Solo rafforzando l'opposizione di classe al governo sarà possibile potenziare la mobilitazione a sostegno delle masse oppresse palestinesi; solo assumendo la lotta alla guerra, all'economia di guerra, al colonialismo e alla pulizia etnica in corso in Palestina, sarà possibile andare alla radice delle cause dei salari da fame, dei morti sul lavoro, dei rinnovi contrattuali-bidone, delle leggi liberticide e repressive contro chi lotta.


Come Rete Libere/i di Lottare, GPI e UDAP, facciamo appello a tutte le forze che in questi mesi sono state in piazza, mosse da una genuina avversione ai piani di barbarie del capitalismo, perché queste due giornate vedano il rilancio di una mobilitazione unitaria e realmente di massa contro il governo della guerra e del DDL-1660, per porre fine al genocidio in Palestina e mettere in discussione dalle fondamenta questo sistema che si nutre della distruzione, dello sfruttamento e dell'oppressione dell'uomo sull'uomo.


Lavoriamo affinché lo sciopero del 29 novembre abbia la massima forza, estensione ed efficacia.

Sabato 30 novembre tutte/i a Roma, parco Schuster, ore 14, per fermare le guerre imperialiste, il genocidio, il DDL-1660, contro il governo Meloni, per l'unificazione delle resistenze di classe e anticoloniali nel mondo.


Rete Libere/i di lottare contro il DDL 1660 – GPI – UDAP



pc 20 novembre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Il governo Meloni perde colpi, avanti per una vera opposizione sociale e politica!

 

pc 29 novembre - Forti manifestazioni a Rio in occasione del G20 antimperialiste e pro/Palestina

 dal blog maoistroad

Against G20 in Brazil - antimperialist and pro/palestine demostrations




pc 20 novembre - Video della celebrazione del 20° anniversario della Fondazione del Partito Comunista dell'India (Maoista) e Messaggio dall'India /prima parte

Realizzato da Yeni demokracy Gazete - compagni turchi

Cominciamo la pubblicazione del messaggio del PCI(Maoista) per il 20° anniversario - tradotto in italiano dal Comitato di Sostegno alla Guerra Popolare in India - nodo Italia - info csgpindia@gmail.com

prima parte

Questo è il momento del 20° Anniversario della Fondazione del nostro Partito. In questa entusiastica occasione, il Comitato Centrale del PCI (Maoista) trasmette un Messaggio

Celebrare il 20° Anniversario della Fondazione del PCI (Maoista) dal 21 settembre al 20 ottobre 2024 in tutto il paese con entusiasmo combattivo e spirito rivoluzionario!

Raccogliamo le sfide che affronta il Movimento rivoluzionario!

Sviluppiamo il Partito, l'EGPL e il Fronte Unito come tre armi magiche!

Respingiamo l'"Operazione Kagaar" in corso scatenata con l'obiettivo di eliminare il Partito!

Sviluppiamo la base di massa e le forze soggettive,

proteggiamo il Partito, il movimento rivoluzionario,

combattiamo con determinazione contro il nemico

e avanziamo verso la via del successo!

Porgiamo il sauto di tutto cuore a tutti i ranghi del Partito, ai Comandanti e combattenti dell'Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione (EGPL), ai Comitati Rivoluzionari del Popolo (RPC), alle organizzazioni di massa, alle migliaia di compagni che fanno sventolare la Bandiera rossa nelle carceri e ai milioni di rivoluzionari nelle aree del movimento e in tutto il paese, per aver ottenuto grandi successi per il partito e la rivoluzione attraverso un tremendo duro lavoro in mezzo a innumerevoli difficoltà, miseria e perdite negli ultimi due decenni. Il nostro CC invia saluti rivoluzionari dal profondo del cuore ai partiti marxisti-leninisti-maoisti, ai democratici, singoli individui di mentalità progressista e personalità di spicco beneauguranti di vari ambiti per essersi fatti avanti a sostegno e solidarietà alla Rivoluzione Indiana con una coraggiosa presa di posizione contro l'Operazione Green Hunt", "SAMADHAN", "piano Surajkund" e, attualmente, l'inumana, crudele, guerra genocida di eliminazione fascista e omicida che va sotto il nome di "Operazione Kagaar" scatenata dallo stato controrivoluzionario indiano.

In questo contesto il nostro CC chiama i ranghi del partito, le forze dell'EGPL, gli organi rivoluzionari del popolo e il popolo a intraprendere una campagna di un mese in occasione del 20° Anniversario del Partito, con l’obiettivo di far avanzare il movimento rivoluzionario sulla via del grande successo, raccogliendo le sfide del movimento rivoluzionario; consolidando le tre armi magiche: il Partito, l'EGPL e il Fronte Unito; l'"Operazione Kagaar" scatenata dal governo fascista brahmanico Hindutva delle classi dominanti, che prosegue con l'obiettivo di eliminare il Partito e il movimento rivoluzionario deve essere contrastata con la lotta di classe e la guerra di guerriglia con l'obiettivo di sviluppare la base di massa e le forze soggettive proteggendo il Partito e il movimento rivoluzionario. Esso fa appello ai ranghi del Partito, dell'EGPL, delle organizzazioni rivoluzionarie di massa e dei comitati popolari affinché facciano un successo delle celebrazioni dell'anniversario in questo mese e, se non è possibile in questo periodo, in qualsiasi momento dell'anno.

Negli ultimi 20 anni della formazione del nostro Partito unito il 21 settembre 2004, 5.249 compagni hanno sacrificato le loro preziose vite, di cui 22 amati membri del CC (di cui 8 sono membri dell’Ufficio Politico) nel processo per il raggiungimento dell'obiettivo della rivoluzione. Mille di loro sono donne. 48 dei martiri sono membri del SAC/SZC/SC, 14 dell’RCM, 167 ZC/DvC/DC, 26 membri del Comitato Sub-Zonale, 505 membri AC/PPC, 871 membri del Partito-EGPL, 3.596 attivisti degli organi popolari e rivoluzionari. 218 compagni del Partito, dell'EGPL e del Fronte Unito e rivoluzionari sono diventati martiri solo nell'ultimo anno. Sin dalla grande lotta rivoluzionaria dei contadini di Naxalbari migliaia di compagni conosciuti e non conosciuti sono stati martirizzati in questo movimento rivoluzionario. Ciascuna di queste perdite e in particolare la perdita dei nostri principali dirigenti è un duro colpo per il Partito. Il percorso della rivoluzione indiana è arrossato dal sangue versato dai martiri. Il sentiero della guerra popolare di lunga durata in India è ulteriormente arricchito. Gli ideali dei martiri, i loro sogni comunisti ci hanno temperato in modo tale da servire ulteriormente il popolo e adempiere ai compiti immediati, principali e centrali, e altri importanti compiti del partito. Il CC rende umile omaggio a questi grandi martiri che con il loro martirio hanno illuminato il Partito, l'EGPL e il Fronte Unito e il percorso della Rivoluzione di Nuova Democrazia. Essi si uniscono ai ranghi dei numerosi martiri insieme ai fondatori della rivoluzione indiana, leader fondatori e maestri del nostro partito, il compagno Charu Mazumdar e Compagno Kanhai Chatterjee. Il nostro Comitato Centrale e tutto il partito prendono entusiasmo dai loro sacrifici e dal loro ruolo creativo nella costruzione di un nuovo potere e una nuova società. Il nostro CC rende un umile omaggio rivoluzionario a tutti i leader e membri di vari paesi in tutto il mondo che hanno dato la vita sulla via della rivoluzione socialista mondiale. Il nostro CC si impegna a mettere in atto le loro aspirazioni rivoluzionarie con grande determinazione.

Cari compagni e popolo!

Due decenni fa, quando due principali correnti della rivoluzione del nostro paese si fusero e fu fondato il PCI (Maoista), il Partito dichiarò i suoi obiettivi e compiti al popolo dell'India –

"Il nuovo Partito Comunista dell'India (Maoista) continuerà ad agire come un’avanguardia politica consolidata del proletariato indiano. Il marxismo-leninismo-maoismo sarà la base ideologica che guiderà il suo pensiero in tutti i campi della sua attività. Esso continuerà la sua lotta contro le deviazioni di destra e di sinistra, in particolare contro il revisionismo, considerandolo il pericolo principale per il movimento comunista nel suo insieme. Continuerà a cercare di unire tutti i veri gruppi maoisti che rimangono al di fuori di questo Partito unificato. L'obiettivo immediato e il programma del partito maoista è quello di continuare e completare la Rivoluzione di Nuova Democrazia che è già in corso in India e avanza come parte della rivoluzione proletaria mondiale, rovesciando il sistema semicoloniale e semifeudale sotto la forma neocoloniale imperialista del dominio, dello sfruttamento e controllo indiretto. Questa rivoluzione rimarrà diretta contro l'imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo burocratico compradore. Questa rivoluzione sarà condotta e portata a termine attraverso la guerra rivoluzionaria agraria armata, cioè guerra popolare di lunga durata per la presa armata del potere come compito principale, circondando le città dalla campagna e quindi infine catturandole. Da qui la campagna così come la GPP (Guerra popolare di lunga durata) rimarrà il "centro di gravità" del lavoro

pc 20 novembre - 25 novembre: alle lavoratrici, alle studentesse

 


Quest'anno l'aspetto principale è la mobilitazione nella giornata del 25 novembre.

Cadendo in un giorno feriale dà la possibilità di fare nelle varie realtà iniziative verso, con le operaie, lavoratrici, e anche verso le studentesse.

La realtà di oppressione delle donne, di ideologia fascista di "Dio, Patria, Famiglia" sta andando pericolosamente avanti.

I femminicidi stanno diventando la “normale” reazione degli uomini che odiano le donne, con la aperta complicità del clima fascista, sessista sviluppato dal governo Meloni, dai suoi squallidi ministri; con la complicità dello Stato che “archivia” le denunce delle donne, di alcuni Tribunali che fanno oscene sentenze a favore degli uomini assassini, giustificando le loro motivazioni. I femminicidi sono l'espressione più tremenda di di quello che è tutta la condizione delle donne, la non indipendenza a livello di lavoro, di salario che va sempre più indietro e che a volte costringe a non rompere legami, la questione del ruolo nella famiglia delle donne, chiamate a fare figli - italiani - per il capitale e la patria, mentre va avanti sempre più minaccioso l’attacco al diritto d’aborto, che significa diritto di scelta delle donne, il ritorno ad un “moderno medioevo”, ecc.

Il fascismo che sta andando avanti utilizza e produce una versione moderna di “patriarcalismo”, che invece viene negato da questo governo, dai suoi squallidi ministri, come l'ultima uscita di Valditara "il patriarcato è finito nel 1975, oggi nelle famiglie c'è uguaglianza" (?!), avallata dalla Meloni.

Noi dobbiamo porre in maniera chiara la necessità della rivoluzione, e quindi che cosa significa oggi in termini di organizzazione, di lotta.

pc 20 novembre - Valditara ministro fascio-patriarcale per piegare la scuola ai bisogni del Capitale. Cacciamo lui e tutta la fogna che è al governo!

da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 19/11

Ma è mai possibile che ministro dell'Istruzione debba essere Valditara che porta avanti discorsi stupidi, da ignorante come minimo, e da fascista, da reazionario nella sostanza?

Non ne perde una Valditara. In questi giorni sta facendo delle dichiarazioni che qualsiasi ragazzo, qualsiasi uomo non li farebbe neanche in un bar. E questo invece è un ministro che detta i principi, le regole di insegnamento nelle scuole.

L'ultima uscita è stata a pochi giorni dal 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in cui Valditara, in occasione della celebrazione della Fondazione intestata a Giulia Cecchettin che il padre di Giulia ha voluto costruire, strumentalizzando in maniera veramente vergognosa il femminicidio di Giulia di un anno fa ha fatto dichiarazioni oscene che hanno teso a sminuire, nascondere le violenze sessuali fatte dagli uomini italiani e bianchi e la realtà di oppressione, di morte che è la famiglia.

Ha detto che in realtà "le violenze sono legate a forme di marginalità e di devianza discendenti dall'immigrazione illegale". Quindi ha usato Giulia, che è stata uccisa da un ragazzo italianissimo,- l'ha gridato anche in questa occasione la sorella - considerato “bravo ragazzo”, per attaccare in maniera razzista, stupida i migranti; calpestando così il ricordo di Giulia che invece deve essere sempre presente, perché tante donne, ragazze - almeno 100 finora quest'anno - continuano ad essere uccise, e

pc 20 novembre - Il capitalista-imperialista Elon Musk comincia ad incassare il sostegno dato a Trump: i profitti della Tesla aumentano

 
“Trump vuole semplificare regole per auto a guida autonoma”, secondo un articolo di Investing.com del 18 novembre, tanto che le azioni “di Tesla (NASDAQ:TSLA) sono in netto rialzo nelle contrattazioni pre-market di oggi a Wall Street. Alle 12.30 italiane il titolo dell’azienda di Elon Musk guadagna circa l’8% rispetto ai 320,72 dollari per azione della chiusura di venerdì”.

Ma già all’indomani i profitti erano saliti di 13 miliardi di dollari. E questo è “ovviamente legato all’elezione di Trump”, che non si è ancora insediato ma i cui annunci fanno già effetto sui profitti del suo “vice” che ha sborsato ufficialmente 119 milioni di dollari per la sua campagna elettorale.

Ma che cosa si appresta a fare Trump per ricambiare ancora l’aiuto di Musk?In base alle ultime indiscrezioni rilanciate da Bloomberg, la prossima amministrazione repubblicana intende rendere

martedì 19 novembre 2024

pc 19 novembre - OGNI AZIONE DEL GOVERNO E' UNA SPINTA IN PIU' ALLO SCIOPERO DEL 29 NOVEMBRE DELLA RIVOLTA SOCIALE

In questi giorni il leghista Giorgetti, viscido ministro dell’economia e delle finanze, ci stà mettendo del suo per sostenere gli attacchi del governo fascista allo sciopero del 29 gennaio, quelli che puntano a criminalizzare il diritto di sciopero, la lotta, il sindacato che la promuove e la organizza, in risposta alle parole di Landini che ha parlato dello sciopero come una rivolta sociale, necessaria che deve vivere concretamente nelle piazze operaie e non restare sterile dichairazione tv da sindacalista. Lo fa sul suo terreno, e cerca di svuotare le piazze dichiarando alla stampa ‘non capisco le ragioni dello sciopero, il governo si sta impegnando per i salari medio bassi’.

Ma l’impegno governativo nella realtà è una condanna per un paese che viene trascinato nel conflitto globale ogni giorno che passa, è una condanna alla miseria per i proletari che di questa miseria finiscono per morirci, a 18 e 26 anni, come Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu, anche accettando un lavoro improbabile come confezionare in nero botti, per 30 euro al giorno, in un appartamento/fabbrica abusivo, pieno di esplosivo senza alcun tipo di prevenzione e formazione.

Perché la quotidiana guerra dei padroni contro i lavoratori, conseguenza delle condizioni di lavoro nel sistema di sfruttamento capitalistico, aumenta i suoi effetti mortali con il peggiorare dei rapporti di forza per i lavoratori nei confronti dei padroni. Da una parte la debolezza degli operai e delle loro organizzazioni dall’altra l’azione e l’influenza dei governi, oggi del governo moderno fascista Meloni, oltre i governi precedenti, in tutto e per tutto dalla parte dei padroni.

E con questo è bene ricordare il famigerato discorso delle Meloni ai padroni, programma ampiamente annunciato e applicato passo dopo passo, dal governo nel suoi insieme, e del carattre della nostra mobilitazione, che deve avere al centro il suo rovesciamento.

Giorgetti parla di misure per rilanciare la crescita e i consumi, chiaramente la platea dei commercianti è un settore di interesse elettorale, fa continui riferimenti ai miliardi del PNRR

pc 19 novembre - Gli operai di Belgravia in sciopero fanno irruzione in un supermercato - forte denuncia del governo, del genocidio in Palestina...



pc 19 novembre - Dagli operai di Belgravia un esempio della lotta contro i padroni, ma anche contro i crumiri - Ora nello sciopero generale del 29 perchè si cominci una vera "rivolta sociale"

Dal resoconto dello sciopero e delle iniziative del 18 novembre

Sciopero allo stabilimento Belgravia, dove gli operai in lotta si stanno scontrando con la repressione, sottile oppressiva, diretta in sintonia con l’azione del governo. E' uno scontro a tutto campo, i padroni hanno sempre provato a contrastare il diritto di sciopero, ma oggi sono rafforzati e aumenta il loro senso di impunità, per il carattere moderno fascista del governo Meloni.

In fabbrica le paghe sono differenziate e basse di partenza per il Ccnl agricolo, che impone un regime di fabbrica dove la produzione industriale è gestita arbitrariamente come produzione agricola... Una imposizione basata sulla complicità di Cgil Cisl Uil...

Nello sciopero i lavoratori si stanno schierando. Da una parte chi fa il crumiro, chi si illude così di avere qualche riconoscimento speciale dall’azienda tradendo la lotta dei compagni in sciopero (la cronaca e la storia delle lotte su questo dicono che le promesse dei padroni durano molto poco). Per intanto i padroni si vantano di aver ordinato pizza per tutti, straordinariamente fatta arrivare in fabbrica per sfamare gli operai che hanno fatto la doppia giornata in sostituzione degli operai in sciopero, richiamati anche da casa.

Dall’altra chi rompe con la rassegnazione e prende coraggio e nella lotta diventa più precisa anche la denuncia della vita e della

pc 19 novembre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Valditara, un ministro fascio-patriarcale insopportabile! - Taranto: proletaria antimilitarista contesta la parata guerrafondaia

 

pc 19 novembre - Esiste continuità tra i governi precedenti e il Governo Meloni? Si... è una continuità fascio/razzista/imperialista oggi incarnata dal Governo Meloni

 Una eloquente intervista al Giornale di quella figura che incarna questa continuità

"A rischio la democrazia. E la Meloni va protetta"

L'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti: "Mai sottovalutare le minacce, molte forze vogliono creare instabilità"

"A rischio la democrazia. E la Meloni va protetta"

Marco Minniti, ex ragazzo di Berlinguer, ha una lunghissima carriera politica. È stato ministro dell'Interno e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in vari governi di centrosinistra. È stato autorità delegata ai servizi segreti. Oggi dirige il centro studi di politica internazionale di Leonardo.

Onorevole Minniti, sembra che ci siano vere e proprie minacce di morte contro Giorgia Meloni. Vanno prese sul serio?

«Assolutamente sì. Mai sottovalutare queste minacce. Specialmente in questo momento di crisi internazionale e mentre ci sono forze ingenti che operano per creare instabilità».

Ma i nostri servizi segreti sono efficienti?

«Sì, lo sono. Tecnologicamente non siamo proprio in primissima fila. Lo siamo, invece, per le capacità humint: le relazioni e le conoscenze sul campo. Vede, Israele è stata colpita a sorpresa, il 7 Ottobre del '23, perché aveva dei servizi potentissimi tecnologicamente ma che avevano perso la passione per le capacità humint. Noi invece siamo l'unico paese occidentale mai colpito dal terrorismo internazionale. Non si tratta del tipo stellone italiano ma di una straordinaria collaborazione tra servizi segreti, forze di polizia, magistratura. Tutto ciò fa dell'Italia un modello».

Dossier, intercettazioni abusive, spionaggio. L'Italia è nelle mani di alcuni gruppi di spioni?

«Ci sono molte indagini in corso. Coordinate dalla Procura nazionale. Il quadro è allarmante. È in corso

pc 19 novembre - Verso la manifestazione nazionale del 30 a Roma per la Palestina - siamo per una unica manifestazione sulla linea del 5 ottobre - proletari comunisti




Qui di seguito il comunicato finale dell’assemblea

Israele è un pericolo per il mondo! Stop genocidio! Fermiamo il sionismo con la resistenza!

Israele ha calato la maschera: dopo aver demolito ogni edificio, spezzato decine di migliaia di vite, e a loro dire eliminato ogni leader della Resistenza sia in Palestina che in Libano, non arresta la sua azione distruttiva, ma anzi la intensifica provocando una escalation senza limiti in tutto il medio oriente e rischiando di coinvolgerci direttamente nel conflitto.

Le recenti elezioni negli USA con la vittoria di Trump rappresentano un ulteriore elemento di instabilità per l’area. Il neopresidente statunitense non ha mai fatto mistero delle sue politiche e intenzioni aggressive verso l’Iran e tutti gli stati e le organizzazioni non allineate dell’area, con il rischio concreto di un allargamento esponenziale del conflitto anche tenendo conto della presenza di basi russe nell’area.

Il governo italiano e tutta l’Unione Europea, seguendo i dictat di Washington, non solo sono complici del genocidio ma anche dell’escalation in corso e corresponsabili nell’esporre anche i popoli europei al rischio di guerra. Dal Governo italiano e da tutti i governi della UE si ripete costantemente il ritornello del diritto di Israele di difendersi, ma questa non è difesa perché non c’è offesa ma solo occupazione. E contro un’occupazione tutte le modalità di resistenza sono legittime. Riaffermiamo con forza infatti il diritto alla resistenza dei popoli e in particolar modo a quelli esposti al colonialismo israeliano e sionista.


Non scorgendo all’orizzonte alcuna reale ed efficace risposta politica e opposizione allo scenario di guerra che si sta aggravando nel panorama internazionale, è fondamentale mobilitarsi e allearsi per un fronte ampio contro la guerra, il genocidio e le politiche bellicistiche.

L’Assemblea, aperta a tutte le realtà palestinesi libanesi e dei solidali con la Palestina e con i popoli del medioriente e contro le guerre intende rilanciare la mobilitazione contro Israele, il genocidio, le guerre, per l’autodeterminazione dei popoli mediorientali e per la liberazione di tutta la Palestina da Israele e dal sionismo.

Per questo indiciamo una manifestazione nazionale unitaria il 30 Novembre a Roma che rilanci queste parole d’ordine:

– Stop al genocidio e ai crimini di guerra e contro l’umanità
- affermare il pericolo che ora Israele rappresenta per tutto il mondo
- ⁠stop ai bombardamenti in Libano e all’escalation in Medio Oriente
– ⁠riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi
– Incriminazione per i principali responsabili del massacro e sostegno alla mozione proposta dal Sud Africa alla corte internazionale di giustizia
– Fine dell’occupazione, colonialismo d’insediamento, pulizia etnica e crollo dello stato d’Apartheid
– ⁠diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi
– ⁠libertà per tutt* i prigionieri palestinesi anche su suolo Italiano
– ⁠sanzioni totali al settore militare israeliano, con deciso embargo sulle armi
– ⁠interruzioni dei rapporti accademici, economici, militari, diplomatici e politici con Israele
– Sostegno alla Resistenza Palestinese, che prosegue da oltre 76 anni.
- stop invio di armi da parte di tutti i governi occidentali in tutti gli scenari di guerra
- Immediata dissoluzione della Nato e di tutte le strutture militari e oppressive che l’imperialismo ha costruito negli anni.
- dimissione del governo italiano responsabile di sostenere il genocidio e lo stato terrorista di Israele.
– ⁠intersezionalità delle lotte, affianco a tutti i popoli in rivolta

Seguendo queste parole d’ordine, costruiremo un futuro alternativo. Proponiamo inoltre una riunione per Domenica 1 Dicembre di bilancio della manifestazione e per creare una rete antisionista e contro le guerre che coordini le future iniziative e mobilitazioni a livello nazionale.
Palestina Libera! Intifada fino alla Vittoria!

ASSEMBLEA del 9 Novembre

pc 19 novembre - Il Ponte sullo Stretto… cade in testa al fascioleghista Salvini

 Alla Lega di Salvini non ne va bene una in questi ultimi tempi (e quindi al governo di cui fa parte in quanto a propaganda), dalla bocciatura della legge sull’autonomia differenziata di Calderoli, l’autore del famigerato Porcellum), alla commissione di Valutazione per l’impatto ambientale che di fatto rinvia, e di tanto, l’approvazione definitiva del progetto per il Ponte di Messina.

Certo la bocciatura della legge sull’autonomia è veramente un duro colpo, ma anche quella del Ponte non scherza, perché manda a gambe all’aria la propaganda fatta in pompa magna e a piene mani dell’attuale ministro delle infrastrutture il giorno dell’“approvazione” del progetto da parte del Ministero.

È notizia riportata oggi dal quotidiano la Repubblica, infatti, che se è vero che il ministero dell’Ambiente del suo collega Pichetto Fratin (ma ricordiamo che anche la commissione è composta tra gli altri da dirigenti di FdI e Lega!) ha dato parere favorevole al progetto “definitivo” è

pc 19 novembre - La manovra del governo sui migranti “sarà un disastro” dicono i giudici delle Corti di appello

La questione della immigrazione “illegale”, come la chiamano tutti gli esponenti del governo moderno fascista viene usata come arma di distrazione di massa dai problemi che attanagliano lavoratori e masse popolari, dalle condizioni di lavoro alla disoccupazione, dalla sanità alla guerra…

Come cani arrabbiati, soprattutto Salvini, ne fanno una propaganda martellante e continua che serve a tenere buoni gli elettori della Lega e di Fratelli d’Italia e che prova a colpire tutti quelli che diventano ostacoli per i piani del governo, si va dalle Ong, ai militanti solidali, e ultimamente ha colpito i magistrati che hanno bocciato l’“operazione Albania”, questo tentativo di deportare all’estero e

pc 19 novembre - G20: incontro Meloni-Modi, l'unità fascio-imperialista

Con Modi, che è stato il primo a salutare la vittoria di Trump negli USA, al G20, Meloni ha avuto un nuovo incontro che fa seguito a quello avvenuto al G7 di Borgo Egnazia quando entrambi erano impegnati a sottoscrivere il “piano di lavoro condiviso quinquennale”, fino al 2029. Tra i temi previsti dall’intesa ci sono la cooperazione economica, la collaborazione scientifica, nel settore dello spazio, nell’Intelligenza artificiale, ma anche consultazioni politiche e cooperazione culturale.

Quindi niente di nuovo rispetto al precedente G7 in Puglia, solo la sua immagine da dare in pasto alla stampa e tante chiacchiere a vuoto che fanno il paio con le dichiarazione del fascista hindutva, affamatore e massacratore del suo popolo, sull’uscita – grazie a lui – di “250 milioni di persone dalla povertà nell’ultimo decennio”! 

Sul piano poi dei diritti umani poi, senza vergogna, Meloni ha affermato che i due fascisti a capo dei rispettivi governi sono uniti “nel sostegno ai valori condivisi di democrazia, Stato di diritto e sviluppo sostenibile”!

Da formiche: New Delhi trova nell’Italia un’ottima sponda per le attività e gli interessi che coltiva nell’area europea. Per l’Italia, quella indiana diventa la via verso l’Indo-Pacifico, ossia il quadrante iper-strategico in cui anche Roma intende proiettarsi.

pc 19 novembre - Padroni e governo assassini: ieri 4 morti sul lavoro, a Torino un operaio schiacciato da una gru e strage di ragazzi a Ercolano al loro primo giorno di lavoro

Nel primo pomeriggio di ieri a Ercolano, provincia di Napoli, una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio è esplosa e nell’accaduto sono morti un ragazzo di 18 anni albanese, padre di una bambina di 4 mesi, aveva lasciato il precedente lavoro perché non lo pagavano da tre mesi e 2 gemelle di  26 anni di Marigliano al loro primo giorno di lavoro 

Un operaio di 51 anni, Fatmir Isufi, operaio di origini albanesi, è morto a Torino ieri sera, 18 novembre, intorno alle 20:30, travolto e  schiacciato da un braccio di una gru mentre stava eseguendo dei lavori. Il decesso, a quanto si apprende, è avvenuto in Corso Unità d’Italia, all'interno del centro di ricerche della Società Metropolitana Acque Torino, alle porte del capoluogo piemontese.