venerdì 17 gennaio 2025

pc 17 gennaio-Il governo Meloni/Crosetto prepara l'undicesimo pacchetto di aiuti e la partecipazione italiana alla missione internazionale in Ucraina

Economia di guerra che peggiora sempre più la condizione dei lavoratori e delle masse mentre i padroni delle armi continuano ad ingrassarsi con profitti vertiginosi: il governo Meloni questo vuole e questo sta facendo da quando è al governo, con dentro il massimo rappresentante del complesso militare-industriale italiano, Crosetto, già sul libro paga della Leonardo.

Su questo terreno, quello dell'invio di armi e partecipazione italiana su tutti i teatri di guerra, non assistiamo alle balle della capa del governo che parla di risultati storici mai ottenuti su occupazione, su finanziamenti a Sanità, Scuola e Trasporti, sul taglio di tasse e altre bufale riportate dalla propaganda, no, sulla guerra il governo , attraverso il ministro Crosetto, ce lo dice chiaro e lo dice anche a Zelensky: "Sono venuto per parlare dell’undicesimo pacchetto, il decimo è stato già fatto", "questo è il momento per aumentare gli aiuti, il momento più importante degli ultimi tre anni".

In piena sintonia con quanto ha affermato il segretario generale della Nato: “Tagliare pensioni e sanità per produrre più armi”.

Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha affermato che si tratta di "armi moderne che aiuteranno i nostri soldati a sferrare colpi potenti al nemico", senza però fornire dettagli e poi ci sono le dichiarazione di Zelensky che ammette: “l’Ucraina non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea controllati dai russi. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”.

E questa dichiarazione è alla base della seconda fase della guerra che gli imperialisti, dal Regno Unito, dalla Francia, all'Italia all'UE, già cominciano a prefigurare: stanno già pensando alla ricostruzione post-guerra e alla presenza di un contingente militare multinazionale in Ucraina. Di questo ha parlato anche il primo ministro inglese, Starmer, in visita lo stesso giorno in Ucraina.

Crosetto su questo ha detto: “Sia il presidente del Consiglio sia il ministro degli Esteri sia io abbiamo detto che ovunque scoppi la pace e serva un contingente italiano, il contingente ci sarà" e ha espresso "la speranza di parlare di pace e di peacekeeping il prima possibile in Ucraina" rimarcando a nome della borghesia imperialista italiana, dei padroni delle armi e del capitale finanziario, la "disponibilità a svolgere questo ruolo, nel quale ci siamo sempre distinti come nazione".

Parlano di "pace" ma intensificano la loro guerra imperialista sulla pelle dei popoli. L'unica via d'uscita per i proletari e le masse è rovesciare i rispettivi governi, in Italia significa preparare le forze per cacciare il governo fascio-imperialista, antioperaio e anti popolare di Meloni/Crosetto!

Vogliamo lavoro e non guerra, vogliamo un governo in mano agli operai, ai lavoratori, un vero governo antimperialista!





pc 17 gennaio - Ancora un colpo alla propaganda del governo Meloni: secondo il Fondo Monetario Internazionale non c’è crescita economica in Italia

 

Ancora una batosta per il governo moderno fascista Meloni che arriva direttamente dal Fondo Monetario Internazionale, di cui l’imperialismo italiano fa parte.

Nel suo aggiornamento al 'World Economic Outlook' diffuso oggi, come riporta la Reuters, Il Fondo monetario internazionale ha limato le sue stime per la crescita italiana nel 2024 e 2025 rispetto allo scorso ottobre.

Nonostante uno dei fini statutari del Fondo sia quello di “dare fiducia agli stati membri”, per il 2024 il Fondo ipotizza un Pil che scende da +0,7% a 0,6%, mentre per l'anno in corso la previsione passa a +0,7% da +0,8%.

La Meloni prima, durante e dopo la stesura della legge di bilancio si è vantata costantemente della buona salute dell’economia italiana tanto da prevedere una crescita per l’anno in corso dell’1,2%, ma le proiezioni del FMI “sono più o meno in linea con quelle di Istat - +0,5% nel 2024 e +0,8% nel 2025 - e di altri previsori” e quindi nettamente più basse rispetto a quelle del governo.

E nemmeno per il 2026 si arriva all’1% del governo! la cosiddetta crescita, secondo la stima del Fmi è +0,9%.!

Come si vede la costante campagna pubblicitaria della Meloni a colpi di statistiche fasulle, viene smentita dai fatti reali.

Questa mancata crescita, però, non è senza conseguenze per la classe operaia, perché significa chiusura di molte fabbriche, cassa integrazione e licenziamenti.

Non solo, quindi, è necessario smentire costantemente le chiacchiere della Meloni e di tutto il suo governo, ma organizzarsi e lottare per non subire passivamente ancora una volta la “crisi”.

pc 17 gennaio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Sulla tregua tra nazisionisti e resistenza palestinese

 

pc 17 gennaio - Migranti: il sistema dei Centri di permanenza per il rimpatrio a processo a Potenza

 Questi centri infernali per i migranti sono disumani e illegali e vanno chiusi immediatamente! 

Dei migranti nel settore maschile di un Cpr – Ansa

Si è svolta presso il Tribunale di Potenza l’udienza preliminare del processo penale sul “sistema” del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Palazzo San Gervasio che vede sul banco degli imputati avvocati, medici, agenti di polizia dell’ufficio immigrazione della questura di Potenza nonché il direttore del centro e la società che lo gestiva su appalto della prefettura.

I reati contestati dalla procura riguardano tutte le figure professionali chiamate a intervenire per la gestione e il funzionamento del centro di detenzione. L’indagine farebbe emergere un sistema criminale che aveva lo scopo di massimizzare i profitti dalla filiera delle deportazioni.

Gli stranieri detenuti, grazie alla compiacenza degli agenti di polizia e degli operatori del centro, venivano costretti a nominare avvocati “amici” che si preoccupavano di restituire il favore con denaro o altri doni. La detenzione avveniva in assenza dei servizi minimi che avrebbero dovuto essere garantiti dall’ente gestore come previsto dal contratto di appalto del valore di centinaia di migliaia di euro. Meno servizi si offrono, minore è la spesa per la gestione, maggiore è il margine di guadagno per il privato.

Tutto questo sarebbe accaduto in una struttura che molti descrivono simile a «un pollaio» o a «un canile» composto da un ampio cortile sterrato dove si affacciano le gabbie in cui sono ristrette le persone in attesa del rimpatrio. Come unica forma di comunicazione i detenuti hanno quella di gridare le proprie esigenze e sperare che l’operatore di passaggio nel cortile capisca la loro lingua e raccolga la richiesta.

L’assenza di servizi, gli abusi, il cibo scadente, a Palazzo San Gervasio come negli altri Cpr d’Italia, hanno provocato e provocano rivolte e proteste represse con interventi della polizia in tenuta anti sommossa, fiumi di psicofarmaci e sedativi prescritti dai medici del centro e somministrati anche con la forza. Proprio per un tale episodio alcuni agenti di polizia in servizio nel Cpr sarebbero indagati per maltrattamenti e tortura. Un quadro raccapricciante ai danni di persone in condizione di vulnerabilità, prive di permesso di soggiorno, recluse in un paese straniero.

Situazione denunciata da anni da associazioni e movimenti e che sarebbe comune a tutti i centri di detenzione, da Gradisca di Isonzo a Caltanissetta.

Al di là delle gravi responsabilità penali che dovranno essere accertate dai Tribunali in lunghi e complessi processi, quello che emerge è che il Cpr sono non-luoghi criminogeni e patogeni per chiunque li attraversi.

Lo scopo dei centri di permanenza per il rimpatrio è quello di detenere le persone in attesa di un probabile rimpatrio verso il paese di origine, nessuno sa quando e se avverrà il rimpatrio.

Questa condizione di per sé è disumana. È una pena detentiva senza delitto e senza processo.

All’udienza di ieri celebratasi a Potenza il giudice dell’udienza preliminare ha ammesso le associazioni Asgi, Le Carbet, Spazi circolari e Cild che hanno chiesto di costituirsi parti civili in quanto enti esponenziali dei diritti dei migranti. Il procedimento, che vede 27 imputati per 27 capi d’imputazione, è solo all’inizio e continuerà ancora a lungo.

È evidente però che ad essere sotto accusa, non solo a Potenza ma in tutti Italia, è il «sistema Cpr» che disumanizza non solo le persone detenute ma chiunque vi entri in contatto, avvocati, agenti di polizia, sanitari e mediatori compresi. È ormai accertato che i centri per il rimpatrio, introdotti nell’ordinamento italiano nel 1998, producono violenza, reati, traumi e patologie.

I procedimenti penali sui Cpr che si stanno celebrando a Potenza, Milano e Torino suggeriscono che l’Italia e l’Europa si trovano ad un bivio importante: decidere di adattare gli ordinamenti giudiziari per «legalizzare» la disumanità dei Cpr o accettare che la libertà di movimento è un diritto fondamentale che non può e non deve essere limitato e quindi che i centri di detenzione per le persone prive di permesso di soggiorno non hanno senso di esistere.

(notizia e denuncia tratta dal manifesto di oggi17/1/25)

pc 17 gennaio - Taranto Palestina/Guerra/NO stato di polizia

 

ora più che mai con la palestina - in piazza sabato ore 18 piazza immacolata!

 

giovedì 16 gennaio 2025

pc 16 gennaio - Meloni, la servetta in servizio permanente effettivo dei peggiori mostri dell'odierno imperialismo

Il governo italiano assicura l’impunità a Netanyahu

Per sapere alcune notizie sull’Italia occorre scoprirle sulla stampa israeliana. Apprendiamo infatti dal Times of Israel che il governo italiano ha rassicurato i funzionari israeliani che il primo ministro Benjamin Netanyahu non sarebbe stato arrestato in base a un mandato della Corte Penale Internazionale se avesse visitato il nostro paese.

Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha sollevato la questione durante i suoi recenti incontri a Roma con il ministro degli Esteri e il ministro della Giustizia italiani. Solo nel pomeriggio di mercoledi ne hanno riferito le agenzie. Nessun accenno alla questione è stato fatto nell’intervista rilasciata dal ministro israeliano al Corriere della Sera nè nelle interviste-tappetino rilasciate a Rai News e Bruno Vespa su Rai 1.

A Sa’ar è stato assicurato dai ministri che il governo italiano ha ricevuto un parere legale secondo cui i capi di Stato, incluso Netanyahu, hanno l’immunità durante le visite in Italia, sulla base della

pc 16 gennaio - La Milano di Ramy e quella delle zone rosse. Un contributo


Il Ministro dell’Interno Piantedosi ha inviato una direttiva ai prefetti di diverse grandi città italiane per invitarli a individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti considerabili pericolosi o con precedenti penali. I controlli e i fermi sono a discrezione della pattuglia di turno, con un potenziamento degli strumenti per disporre l’allontanamento dalla città di soggetti privi di residenza. A Milano le zone rosse sono distribuite in tutta la città a macchia d’olio, e non includono solo zone centrali ma anche quartieri popolari come via Gola o Corvetto.

Istituite a Bologna, a Firenze, il 30 dicembre nel milanese, il 31 a Napoli, l’8 gennaio a Roma, queste aree off limits per alcune persone, saranno in vigore fino al 31 marzo; dalla loro istituzione a oggi, sono state controllate quasi 25 mila persone ed emessi quasi trecento provvedimenti di allontanamento (daspo urbani) a persone che non possedevano la residenza. In realtà, era già da diverso tempo che una particolare fascia di popolazione di Milano subiva questo tipo di controlli e allontanamenti dal territorio cittadino; si tratta per lo più di maschi, giovani e/o originari di altri paesi. Per un controllo dei documenti, un cittadino straniero (con permesso di soggiorno) rischia la deportazione dentro un Cpr, l’espulsione dalla città e anche dal territorio italiano. Ramy Elgaml è figlio di Corvetto, di questa Milano cupa, di un Egitto lontano. L’uscita del lungo video che mostra i suoi ultimi istanti di vita, mentre si trovava su una moto insieme all’amico

pc 16 gennaio - Lo stato sionista genocida di Israele non rispetta nessuna tregua ma continua a massacrare il popolo palestinese con l'appoggio USABiden/Trump

La prima presa di posizione di Proletari Comunisti è stata espressa in un WatsApp questa mattina.

Noi pensiamo che sia presto per festeggiare, noi pensiamo che vada ribadito ora più che mai che la lotta è di lunga durata e che bisogna costruire la guerra di popolo. 

Serve la solidarietà e l’azione internazionale e internazionalista più che mai contro il regime genocida e guerrafondaio israeliano e le mani libere con sostegno militare dell’imperialismo Usa targato Trump al cui carro si legano i governi imperialisti europei i regimi arabi reazionari, i collaborazionisti dell’Anp.

Venerdi a ORE 12 per Controinformazione Rossoperaia su questo blog un'analisi, un giudizio, una indicazione.

 Raid su Gaza dopo la tregua, 73 morti

da Repubblica

"...Il governo ha rinviato la riunione per discutere la tregua. Cinquanta morti stamattina nella Striscia: Israele ha colpito Gaza con raid intensi prima dell’alba, poche ore dopo l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza..."                       


pc 16 gennaio - Aumenti delle bollette per luce e gas fino a 350 euro per le famiglie… contro le balle spaziali della Meloni

 A fronte delle balle spaziali che la Meloni diffonde in giro per il mondo sui “risultati eccezionali” del suo governo che non si vedevano addirittura dalla “spedizione dei mille”, in tema di politica per le famiglie, i dati reali, tra agenzie indipendenti e anche statali come l’Istat, dicono esattamente il contrario. Per esempio, per quanto riguarda l’energia, le bollette di luce e gas aumenteranno: “Circa 350 euro in più sulle bollette di energia elettrica e gas: è questo l'aumento che una famiglia tipo, con contratto di fornitura a prezzo indicizzato nel mercato libero, dovrà affrontare nel corso del 2025 … La stima arriva da Facile.it che - analizzando le previsioni sull'andamento del prezzo delle materie prime - ha calcolato come la bolletta 2025 potrebbe arrivare a superare i 2.930 euro, vale a dire quasi il 14% in più (13,6%) rispetto a quella, già salata, del 2024 (2.583 euro)”

Mentre la Cgia di Mestre dice che l’aumento in bolletta toccherà anche le imprese per circa 13,7 miliardi rispetto al 2024, e siccome le imprese private scaricano i costi dell’acquisto delle materie prime sui prezzi, toccherà di nuovo alle famiglie caricarsi questi altri rincari, per cui le bollette saranno ancora

pc 16 gennaio - Nessun scudo per gli sbirri massacratori e assassini - Lo stato di polizia deve essere fermato - il governo Meloni va rovesciato! - Massimo sostegno alle voci contro

Scudo per gli agenti, il governo va avanti: archiviazione lampo in sette giorni

Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante la manifestazione per Ramy Elgaml, nel quartiere di San Lorenzo, Roma, 11 gennaio 2025. ANSA/ANGELO CARCONI
L’ultima bozza che piace a Palazzo Chigi. Ma Nordio: “Deve valere per tutti
 
DDL SICUREZZA: NO ALLO SCUDO PENALE E ALL’IMMUNITÀ PER GLI AGENTI. L’INTERVISTA ALL’AVVOCATO FABIO ANSELMO

Aumentano le critiche alla proposta di “scudo penale” per i poliziotti che sarebbe allo studio del governo Meloni nell’ambito del cosiddetto ddl sicurezza. Il pretesto utilizzato dall’esecutivo sono le proteste avvenute nel corso delle mobilitazioni del fine settimana per chiedere giustizia per la morte di Ramy, 19enne del Corvetto di Milano. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi parla dell’esigenza di “importanti tutele aggiuntive a quello che è il lavoro complicato delle forze dell’ordine”.

Dentro la maggioranza ci sono però delle increspature: la Lega pressa perchè il ddl sia approvato così com’è, mentre Forza Italia pure Fratelli d’Italia non paiono avere troppo entusiasmo di fronte al provvedimento sbandierato da Salvini, su spinta anche del Quirinale che preme perchè ci siano

pc 16 gennaio - I passi da fare - Dal dibattito con lavoratrici e lavoratori nel circolo di Palermo - 2° parte

Proletari comunisti nazionale - Il passo in avanti che si deve fare ora è in termini prioritariamente di organizzazione politica dei proletari.

E’ inutile che ci raccontiamo che va male e non è bene che ci facciamo riempire la testa dai social, dalla televisione, ecc. Lo vediamo che le cose vanno male - però fino a un certo punto. Noi non sappiamo dalla televisione cosa succede realmente, la realtà vera.
Noi dobbiamo andare più a fondo nella realtà, perché non è vero che i proletari sanno scorrendo le notizie nello smart. Questo togliamocelo dalla testa.

Qual'è la realtà.
Prima di tutto, questo sistema capitalista non è a tempo indeterminato, è a “contratto a tempo determinato”, cioè non continuerà ad esistere per sempre.
Questo sistema mette in mostra sempre più ferocia, barbarie, orrore, ma è come una bestia ferita, che quando è morente diventa più aggressiva. Quindi sembra più forte, ma non lo è veramente. Il problema

pc 16 gennaio - Opuscolo sulla Formazione operaia su "Stato e rivoluzione" di Lenin - richiederlo a WA 3519575628

Da questo giovedì, e per gli altri giovedì, i testi di questa FO escono su Podcast-spotify 

https://open.spotify.com/episode/2HwPRjCni4n3lG388DVfEi

 

pc 15 Gennaio - SUL CESSATE IL FUOCO A GAZA E LA NATURA IMPERIALISTA DELL' AGGRESSIONE SIONISTA

Comunicato Unione Democratica Arabo-Palestinese

RAGGIUNTO ACCORDO DI CESSATE IL FUOCO A GAZA: UNA VITTORIA PER LA RESISTENZA!

La determinazione del popolo e della resistenza palestinese costringe l'occupazione israeliana ad accettare le proprie condizioni: cessate il fuoco, scambio di prigionieri, ritiro delle forze israeliane e ritorno dei profughi nel nord di Gaza.

Dopo oltre 15 mesi di genocidio in Palestina, si è giunti a un accordo per il cessate il fuoco.

Questo accordo è il frutto della determinazione e della resistenza del popolo palestinese, non una concessione, ma una dimostrazione del fallimento dei piani israeliani di fronte alla risolutezza della resistenza.

LE CONDIZIONI DELL'ACCORDO

- SCAMBIO DI PRIGIONIERI: I prigionieri israeliani nelle mani della resistenza palestinese verranno scambiati con prigionieri politici palestinesi, tra cui centinaia condannati a lunghe pene. Finora, il governo Netanyahu aveva rifiutato categoricamente lo scambio di prigionieri, puntando a riprendere i prigionieri israeliani a Gaza con la forza o in cambio di un cessate il fuoco senza garanzie.

- RITIRO DELLE FORZE ISRAELIANE: L'esercito israeliano si ritirerà, nel corso delle fasi del cessate il fuoco, dalla Striscia di Gaza. Il ritiro comprenderà anche l'Asse Netzarim, che divide in due la Striscia, e l'Asse Filadelfia, che separa Gaza dall'Egitto.

- RITORNO DEI PROFUGHI AL NORD: Il piano di pulizia etnica per svuotare il nord di Gaza è stato respinto. Secondo l'accordo, gli sfollati del nord di Gaza, che sono stati spinti verso il sud, potranno fare ritorno senza limitazioni.

- INGRESSO DEGLI AIUTI UMANITARI: Finora, gli aiuti umanitari sono stati utilizzati come strumento di pressione contro i palestinesi, specialmente quelli del nord. L'ingresso degli aiuti riprenderà a ritmi concordati, e arriveranno anche al nord di Gaza.

Questo accordo ha sancito la sconfitta degli obiettivi dichiarati dell'occupazione, ossia: lo sradicamento delle forze di resistenza, l'occupazione militare della Striscia e la consegna incondizionata dei prigionieri israeliani nelle mani della resistenza.

Questa vittoria non può comunque oscurare l'immensa tragedia umana consumatasi a Gaza, con decine di migliaia di palestinesi uccisi, centinaia di migliaia di feriti, infrastrutture devastate, un sistema sanitario al collasso e condizioni di estrema precarietà per oltre due milioni di palestinesi.

Occorre ricordare che, nonostante il cessate il fuoco, l'occupazione della Palestina, che perdura da oltre 76 anni, continua. È quindi necessario restare vigili di fronte al rischio di violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele, continuare a mobilitarsi in appoggio alla resistenza in Palestina e a sostenere concretamente il popolo palestinese, in particolare a Gaza, contribuendo alla resilienza e alla resistenza del popolo palestinese tramite le campagne per la riqualificazione delle infrastrutture e del sistema sanitario.

IL FRONTE DELLA CISGIORDANIA

In Cisgiordania, l'occupazione israeliana continua a espandere le proprie colonie attraverso piani di insediamento illegali, con il pieno appoggio dell’amministrazione USA entrante, e procede con le sue campagne volte a spezzare la resistenza.

Mentre continuano attacchi, uccisioni, demolizioni e arresti per mano dell’esercito israeliano, la cosiddetta “Autorità Nazionale Palestinese” continua, tramite la “collaborazione di sicurezza” con l’occupante, a svolgere il suo ruolo funzionale e per il quale è stata concepita: garantire la sicurezza di Israele, uccidendo e arrestando i resistenti palestinesi – emblematico è l’assedio imposto al campo profughi di Jenin da inizio dicembre 2023.

IL RUOLO DELLA SOLIDARIETÀ

Negli ultimi 15 mesi, la solidarietà con il popolo palestinese è stata fondamentale nel denunciare le atrocità commesse da Israele e smascherare i governi complici che lo sostengono. Tuttavia, è necessario trasformare la solidarietà umana in un impegno politico che metta in luce la natura imperialista dell’aggressione sionista e il reale ruolo dell’Italia.

Quest’ultima, infatti, insieme agli altri Paesi NATO e alleati di Israele, continua a fornire sostegno a Israele, aumentando le proprie spese militari e riducendo al contempo la spesa sociale, con tagli ai fondi per sanità e istruzione. È essenziale continuare a impegnarsi nel far comprendere alle masse italiane che anche loro, attraverso il carovita e i tagli, stanno pagando il costo dell’aggressione imperialista contro il popolo palestinese.

Con la resistenza del popolo palestinese

Fino alla vittoria!

pc 16 gennaio - ALLE RADICI DEL DDL 1660 E L'IMPUNITÀ PER GLI SBIRRI ASSASSINI: IL CASO ROVIGO

 

mercoledì 15 gennaio 2025

pc 15 gennaio - Un saluto rivoluzionario a Franco Piperno

 Un commento del Manifesto su cui ritornare

Franco Piperno, la rivoluzione alla luce del sole

Franco Piperno
Franco Piperno, scomparso il 13 gennaio a 83 anni nella Calabria in cui era nato, non si è portato nella tomba alcun segreto, come qualche incosciente ha pure scritto. La sua idea di rivoluzione non aveva nulla di misterioso, segreto, cospiratorio. Era esplicita, ostentata, gridata alla luce del sole come quando, in tempi nei quali i rapporti di forza rendevano normale dire quel che oggi nessuno oserebbe sussurrare, parlò apertamente di insurrezione necessaria e imminente.

Non in un convegno carbonaro ma nel congresso dell’organizzazione di cui era fondatore e principale dirigente, Potere operaio.

NEGLI ANNI  tra il 1968 e il 1973, la fase più vicina a una rivoluzione che ci mai stata in questo Paese, Piperno è stato un dirigente politico tanto lucido quanto visionario, capace dunque di

pc 15 gennaio - Il movimento antifascista/antinazista in Germania ha assediato il congresso dei neonazisti di Afd sostenuti da Musk

L’11 gennaio gli antifascisti tedeschi hanno dato una risposta di massa e militante in molte città ma soprattutto a Riesa, in Sassonia che è lo Stato federale più a destra di tutta la Germania, con tanti giovani e lavoratori, collettivi e sindacati, scesi in piazza contro il partito nazista di Afd (Alternative fuer Deutschland ) che nella cittadina tedesca aveva organizzato il suo congresso e nominato Alice Weidel che, da portavoce del partito Alternativa per la Germania, è stata candidata a cancelliere alle elezioni anticipate del prossimo febbraio in Germania con un consenso unanime del suo partito, unendo attorno a sé tutte le diverse componenti su un programma apertamente populista e nazista per proporsi alla borghesia imperialista tedesca e farla uscire dalla crisi economica e rilanciarla come potenza mondiale (per una Germania “forte, ricca e sicura”).

Manifestazioni in tutta la Germania con 250 mila persone che hanno partecipato complessivamente.

A Riesa, sede del congresso di Afd, più di 10 mila antifascisti hanno bloccato tutte le vie che portavano al congresso dei neonazisti che proprio per questo il suo inizio è stato ritardato di qualche ora e i manifestanti hanno fronteggiato la polizia in tenuta antisommossa schierata per permettere la partecipazione dei delegati al congresso nazi. Ai 200 bus da tutta la Germania è stato impedito di fatto ad avvicinarsi con molti posti di blocco per i controlli, così i treni sono stati fermati. La polizia ha usato persino cavalli e cani contro i manifestanti che sono stati caricati con la violenza dei manganelli. Un deputato della sinistra Linke è stato picchiato duramente nonostante si fosse identificato ed è stato lasciato a terra privo di sensi.

Come spesso accade nei paesi imperialisti, alla repressione di Stato contro il movimento antifascista hanno partecipato attivamente gli attivisti nazisti di Afd.





Quello che comunque vogliamo mettere in risalto è la partecipazione di massa di questo movimento antifascista che non si è fatto intimidire, che ha resistito all’azione repressiva dello Stato e dei nazisti e che indica non solo alla Germania ma a tutto il mondo imperialista che la strada della Resistenza al fascismo, al nazismo è sempre più necessaria anche se non sufficiente perché fascismo e nazismo sono l’espressione politica all’interno dello Stato, sono l’opzione politica di settori borghesi dominanti e che pertanto è necessario il

pc 15 gennaio - Riapre il sito del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India!

Open the new site of ICSPWI http://icspwindia.site/ ! maximum support! towards a new large international campaign !

public adress csgindia@gmail.com

ICSPWI

International Committee to Support the People's War in India

pc 15 gennaio - Un dibattito tra proletari comunisti e lavoratrici/lavoratori sul che fare e la costruzione del partito - nel circolo di Palermo - 1° parte

Lavoratrice - Ci sono le grandi potenze che stanno dominando; è la guerra tra pochi potenti del mondo. Noi non abbiamo la forza per poter sconfiggere questa situazione, siamo spettatori impotenti. Come si deve fare per far finire questa storia? Il Papa non è sentito, le grandi forse di sinistra, se c'è ne sono, non vengono calcolate. Vanno avanti soltanto i potenti, chi ha business, chi ha forza. Da dove si deve cominciare? Da noi, da questa goccia? 
Ognuno si alza la mattina, se c'è da andare a lavorare va... Chi sta dietro le quinte muove i fili. Sembra che vivano in un'altra dimensione, che sono salvaguardati da tutto.

Io non sono positiva, nel senso che non so se si può cambiare ora questo stato di cose. Viviamo di precariato, non ci possiamo curare, abbiamo malattie, ecc. ecc.; “piove sempre sul bagnato”. E’ come se viviamo in due mondi totalmente diversi, cioè loro sono una classe a sé che hanno, al di là dei privilegi economici, il potere e tanto altro. Ma nessuno di loro muore?...

Siamo arrivati a toccare veramente il fondo, perché mentre negli anni passati riuscivamo a vedere una grinta in più, perché il nemico che avevamo di fronte aveva i piedi di argilla. Ma sembra che in questo momento la gente sia blindata.
In questa fase, c’è la necessità di costruire passo dopo passo un percorso che possa portare a un cambiamento.

Lavoratrice – Questo “passo dopo passo” sta a noi. A chi ha la capacità, la forza, la determinazione, ma perché ha coscienza Noi con le tante lotte la coscienza l'abbiamo sviluppata in tutti questi anni.

All'inizio siamo arrivati qui sprovvisti di quello che realmente era il mondo che ci circondava, anche il mondo politico. Adesso un minimo di coscienza c’è l'abbiamo tutti, abbiamo cosa dire, sappiamo che c'è la necessità di costruire qualcosa che possa sconfiggere questo nemico.

Certo, ci si demoralizza, è una cosa naturale, siamo esseri umani. Ma forse oggi come oggi una delle cose che dovremmo fare e dire è: sì, è vero, siamo in una fase critica, in una fase difficilissima rispetto agli anni passati, ma non possiamo mollare, anche se a fatica, “a calci e morsi”. Perché se ci demoralizziamo del tutto, molliamo.

Questi potenti devono tener conto degli uomini, dei popoli della terra, perché sconfiggendo, ammazzando, così come stanno facendo a Gaza, prima o poi però avranno bisogno di noi, perché i padroni succhiano il loro profitto dal lavoro degli operai. E infatti la borghesia non distrugge totalmente. Il problema è che non dobbiamo mai dimenticarci che ci sono le classi quando diciamo “potenti”.

Proletari comunisti di Palermo - A volte i lavoratori, le lavoratrici vedono ciò che accade come cose insormontabili, per cui non è possibile fare niente. Però, innanzitutto, quando noi facciamo anche una

pc 15 gennaio - Lo Stato della santa inquisizione e della rappresaglia contro Askatasuna - massima solidarietà

Lo Stato chiede 6 milioni 800 mila euro di danni agli esponenti dell’Askatasuna

Il processo che si terrà al Tribunale di Torino ha visto la Procura domandare nel complesso ai 28 imputati pene per 88 anni di carcere

TORINO – La Presidenza del Consiglio e il Ministero degli Interni e della Difesa, che si sono costituiti parte civile al maxi processo contro 28 esponenti del centro sociale Askatasuna, hanno quantificato i danni subiti e le spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni e da polizia e carabinieri in occasione delle manifestazioni contro i cantieri del Tav in Valsusa.

Sono 6 milioni e 800 mila euro di danni che chiedono agli anarchici, imputati tra l’altro di associazione a delinquere. Il processo che si terrà al Tribunale di Torino ha visto la Procura domandare nel complesso ai 28 imputati pene per 88 anni di carcere.

pc 15 gennaio - Inferno Tesla... Un contributo

da 'la bottega del Barbieri

Inchiesta shock sugli impatti ambientali della produzione di auto elettriche che, in Texas ma non solo, sarebbe legata a gravi impatti ambientali e condizioni di lavoro durissime.

di Rita Cantalino (*)

Foto: Gigafactory Berlin-Brandenburg Tesla ©Victor Golmer/iStockPhoto – ripresa da https://valori.it/impatti-ambientali-tesla-auto-elettriche/

Un’inchiesta del Wall Street Journal sugli stabilimenti Tesla ha svelato gravi impatti ambientali e condizioni di lavoro infernali. Secondo le rivelazioni di ex dipendenti, nel 2022 lo stabilimento di Austin in Texas avrebbe rilasciato nell’aria sostanze nocive a causa di un guasto non riparato. Le acque reflue di produzione, inoltre, sarebbero state sversate nelle fognature della città.

L’inchiesta del Wall Street Journal sullo stabilimento di Tesla a Austin, in Texas

Il nuovo SUV Model Y era la grande promessa di Elon Musk agli investitori, utile a ripulire la macchia