giovedì 20 marzo 2025

pc 20 marzo-Strage dei braccianti in Sicilia - Basta morti sul lavoro! Padroni e governo assassini!

 



Questa settimana si è aperta ancora una volta per la classe operaia, purtroppo, con una strage di lavoratori, in questo caso di lavoratori agricoli, braccianti, che si alzano dal mattino presto, alle 04:30 per andare a lavorare nei campi a un centinaio di chilometri di distanza da Adrano, in provincia di Catania a Carlentini, in provincia di Siracusa, 100 km all'andata, 100 km al ritorno. Questa volta non sono tornati a casa tre lavoratori, poi ci sono altri 7 feriti, quattro dei quali gravissimi, ancora in ospedale. I tre morti sono Salvatore Lanza, di sessant'anni, Salvatore Pellegriti di 61 anni, tutti e due sposati con figli, e Rosario Lucchese di 18 anni, un giovane alla sua prima settimana di lavoro, con una moglie incinta che lo aspettava ma che non l'ha visto tornare.

E ci sono tante famiglie che non vedono tornare i propri cari. Si sa quando si va al lavoro, non si sa se si torna a casa, visto che oltre 1000 ogni anno muoiono sui posti di lavoro o “in itinere”, come si dice in senso burocratico per quanto riguarda questi lavoratori.

Erano lavoratori braccianti, considerati ottimi lavoratori dal sindaco intervistato da un giornale, erano molto conosciuti, andavano a lavorare sia in Sicilia, addirittura andavano in Calabria perché bravi. In questo caso erano nelle campagne di Carlantini ad accogliere le arance, quelle stesse arance che poi ci ritroviamo sulle nostre tavole, così come tanti altri prodotti agricoli che i braccianti raccolgono e poi permettono a tutti quanti di avere a disposizione.

Erano 9 in questo furgone che li trasportava andata e ritorno, un furgone considerato molto malandato, tant'è che una delle ruote scoppiata dovrebbe essere la causa principale dell'incidente che ha causato lo schianto contro un camion che veniva in direzione opposta.

9 lavoratori che si alzano al mattino, vanno nelle campagne, sfruttati al massimo, con uno stress allucinante per le lunghissime ore di lavoro in condizioni precarie, per una fatica estrema.

pc 20 marzo – Pronti alla guerra nel 2030 è questo il piano del “Libro bianco” presentato dalla von der Leyen... è questo il piano firmato dalla Meloni

 

È questo l’obiettivo esplicito della Von der Leyen che ha presentato il Libro bianco sulla “difesa”, come riporta il manifesto di oggi. In inglese si chiama «Readiness 2030» ed è collegato al piano «ReArm Europe» … LA SCADENZA DEL 2030 è entrata nella bozza delle conclusioni del Consiglio Europeo in circolazione ieri sera.”

La guerrafondaia von der Leyen non perde occasione per ribadire la voglia di guerra: se “L’obiettivo di un «Unione europea della difesa» è «a lungo termine».” Allor “bisognerà essere «pronti» alla «deterrenza», concetto che allude alle bombe nucleari.” E ancora: «L’epoca dei dividendi della pace è finita – ha detto, citando un recente articolo del Financial Times – Dobbiamo rafforzare le nostre capacità e creare un vero mercato europeo per gli armamenti. Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra».

Le gambe” per portare avanti questo piano “sono due” e riguardano nella sostanza il modo in cui si reperiranno i fondi per la guerra: “La prima è il piano chiamato con l’acronimo «Safe» (Security Action for Europe).” e riguarda i “prestiti agli Stati (150 miliardi) che investiranno con il vincolo di «Comprare europeo» al 65%.” per fare concorrenza agli americani che attualmente sono il principale fornitore soprattutto di missili patriot.

 I prestiti dovranno essere “a lunga scadenza (fino a 45 anni) garantiti dal bilancio europeo. Dovranno essere rimborsati dagli Stati membri beneficiari.” Praticamente altro debito che sarà pagato dalle masse popolari.

Poi c’è “La seconda gamba del riarmo, quella più importante … lo scorporo della spesa militare dal calcolo del deficit e del debito dal piano di stabilità fino a 650 miliardi di euro. La «flessibilità» riguarderà le spese correnti e le spese di investimento a beneficio di militari e industrie di cannoni fino a un massimo dell’1,5% del prodotto interno lordo (Pil) per i prossimi quattro anni.”

Economia di guerra e… guerra. Aumento degli interessi sul debito, altri debiti e conseguenti tagli di tutti i servizi per le masse, è questo che ha firmato il governo della fascista Meloni.

Perfino la banca d’affari americana Goldman Sachs ha confermato ieri in un report di “panorama più difficile per le prospettive del debito italiano.”

Questo è il quadro attuale dei paesi imperialisti europei, tra cui l’imperialismo italiano con a capo la fascista Meloni.

Opporsi a questi piani di riarmo con le conseguenze che vengono già delineate è urgente e necessario!

pc 20 marzo - presidio di emergenza a L'Aquila al fianco della Palestina e la resistenza palestinese


 STOP al genocidio in Palestina, STOP all’occupazione e alla pulizia etnica!

No all’imperialismo e alla collaborazione italiana con Israele!

La Resistenza non si arresta e non si processa!


Nella notte di martedì 18 marzo l'entità sionista, in accordo con gli USA e con la complicità europea, ha ripreso la sua guerra di sterminio a Gaza, uccidendo 970 persone in 48 ore, in gran parte bambini e donne, e portando il numero totale dei decessi accertati dal 7 ottobre 2023, a 49.547 (dati del Ministero della Salute di Gaza di mercoledì 19 pomeriggio).

USA e Israele hanno continuato a colpire non solo la Palestina, ma anche Libano, Siria e Yemen.

Contestualmente la Cisgiordania è messa brutalmente a ferro e fuoco in una delle operazioni militari più violente dalla Seconda Intifada, che si sta concentrando nei campi profughi a nord della Cisgiordania, specie a Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas. I palestinesi stanno resistendo contro questa escalation volta all’annientamento, alla deportazione e all’annessione di altri territori.

Anche durante la tregua a Gaza, USA e Israele hanno bloccato l’ingresso di qualsiasi aiuto umanitario e interrotto l’elettricità.

E ora le forze di occupazione israeliane hanno lanciato un’operazione di terra, tagliando in 2 la striscia per meglio controllare il territorio.

Dall’ultimo rapporto di una commissione indipendente ONU emerge con chiarezza in cosa si traduce questo controllo: non solo uccisioni ma anche torture sessualizzate e stupri, usati come strategia genocidiaria nei confronti di donne e uomini palestinesi.

Il governo italiano persevera con la propria complicità nell’oppressione del popolo palestinese e nella repressione della sua resistenza, continuando a fornire appoggio politico, militare, economico e ideologico al terrorismo organizzato israeliano, incarcerando un partigiano palestinese e processandolo con altri 2 cittadini palestinesi.

Sabato 22 Marzo dalle h 17,30 Presidio in P.zza Regina Margherita

Contro il genocidio in Palestina

Contro l’occupazione e la pulizia etnica dello stato sionista

Contro l’imperialismo e la complicità del governo italiano con Israele

Per la libertà della Palestina e di tutti i prigionieri palestinesi


Comitato Palestina L’Aquila

19/03/2025

mercoledì 19 marzo 2025

pc 19 marzo - Sit-in di emergenza In giro nei quartieri a Palermo per la Palestina

 





pc 19 marzo - Processo Ilva - venerdì 21 ricomincia a Potenza - Impediamo che si cancelli la memoria di tutto quanto è successo nella fabbrica di Taranto e in città - Un commento del Pres. di PeaceLink

Dal "Quotidiano":
Abbiamo detto subito che la decisione della Corte d'Appello di annullare il processo di 1° grado “Ambiente svenduto”, conclusosi con pesanti e giuste condanne contro padron Riva, capi, individuati come gli autori materiali e contro i complici istituzionali e politici del disastro ambientale, delle morti sul lavoro nella nostra città, è stata molto grave. Questo processo aveva visto una forte spinta verso le condanne, e aveva anche portato ulteriormente alla luce la gravità della questione Ilva 
in generale e della questione rapporto salute e lavoro in particolare.

La grave decisione di spostare il processo a Potenza ha già portando a far uscire dal nuovo processo, che inizierà con l’udienza preliminare il 21 marzo, ben 24 imputati per “prescrizione”.

In questa occasione andremo a Potenza, per depositare le nostre parti civili e per conosce direttamente i magistrati, e per capire come intenderanno procedere non solo nei tempi, ma nei modi.

Useremo il tempo che ci separa da questo per sviluppare una campagna nazionale nelle città che sono interessate ai grandi processi di inquinamento, Torino, Milano, Palermo, ecc. In vista di un convegno nazionale che cercheremo di fare quando inizierà il processo.

Questo processo è stato importante per la città, per il paese, per i lavoratori come per i cittadini e quindi in nessuna maniera possiamo accettare di cancellarlo.

La prima cancellazione sarebbe quella di cancellarne gli atti, la memoria e così via.

Per questo abbiamo preparato un libro dossier “Un lungo processo raccontato attraverso 7 anni di udienze dal 2014 al 2021” che costituisce un rapporto fra il processo che si è fatto e il processo che si farà, e il libro fa da memoria e da canale di comunicazione in questa direzione.


ALESSANDRO MARESCOTTI Presidente di PeaceLink

Questo libro: “Processo Ambiente svenduto - Un lungo processo raccontato attraverso 7 anni di udienze dal 2014 al 2021” è l'occasione per riflettere da una parte sulla nostra lotta, sul futuro di questo processo, ma è anche l'occasione per trasformare questo lungo periodo di iniziative in memoria storica.

E’ importante il libro, proprio perché è il primo probabilmente tentativo di risistemazione di una enorme quantità di documentazione prodotta proprio dal processo.

Sono stati scritti tanti libri, ma un libro che nascesse dagli atti del processo mancava; ed è questa la

pc 19 marzo - PPS: 26 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane

da infopal

Le forze di occupazione israeliane continuano ad aumentare i loro attacchi alle donne palestinesi attraverso arresti sistematici, portando il numero totale di detenute nelle carceri israeliane a 26.

La Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha riferito lunedì che il numero di prigioniere nelle carceri israeliane è salito a 26, in seguito alla detenzione di 14 donne solo a marzo. Tra le arrestate ci sono tre sorelle di Hebron.

La maggior parte è rinchiusa nella prigione israeliana di Damon, con resoconti che rivelano che tra loro ci sono una donna incinta di tre mesi, una bambina, diverse detenute amministrative e due giornaliste. Inoltre, una delle prigioniere è di Gaza e un’altra sta lottando contro il cancro.

Secondo la PPS, la maggior parte delle detenute deve affrontare accuse di “incitamento” – un’accusa

pc 19 marzo - Operaio muore dopo sei giorni di agonia in una fabbrica di appalto dell'acciaieria di Terni


Operaio muore dopo sei giorni di agonia: Terni si ferma, i sindacati alzano la voce

Un dramma annunciato che si è consumato nel silenzio assordante di un sistema che si ostina a voltarsi dall’altra parte. Sanderson Mendoza, per gli amici Sandro, ha smesso di lottare dopo sei giorni di agonia, portandosi via i suoi 26 anni e lasciando dietro di sé il rumore sordo dell’indignazione.

Il suo nome si aggiunge alla lunga lista di chi esce di casa per guadagnarsi da vivere e non torna più. Lavorava per la Tapojärvi, la ditta che gestisce le scorie dell’acciaieria, un ingranaggio di un meccanismo che, ancora una volta, si è rivelato letale. A Terni il lutto si mescola alla rabbia: un'altra vita sacrificata sull’altare della produzione.

La dinamica dell’incidente

L'incidente si è verificato il 10 marzo all’interno del polo siderurgico, in un contesto dove la produzione non si ferma mai e il ritmo del lavoro impone margini di rischio troppo spesso ignorati. Sanderson Mendoza era al volante di un Klingher, un veicolo impiegato per movimentare le siviere, contenitori in cui si raccolgono scorie d’acciaio fuso a temperature estreme. Qualcosa è andato storto: il mezzo è stato investito dalle fiamme, probabilmente a causa di una fuoriuscita di metallo incandescente

pc 19 marzo - La resistenza palestinese fa appello alla Rivolta Globale contro il rinnovato Genocidio a Gaza

 da maoistroad - in via di traduzione

Palestinian Resistance Calls for Global Uprising against Israel’s Renewed Genocide on Gaza

Hundreds of Palestinians were killed in Gaza as Israel resumed its genocidal war. (Photo: via social media, QNN)

Hamas condemns Israel’s resumption of its deadly aggression on Gaza, calling it a war of extermination and demanding global accountability.

The Palestinian Resistance Movement Hamas has called upon the people of Arab and Islamic nations, as well as all free people worldwide, to take to the streets in opposition to the resumption of Israel’s war of extermination against the Palestinian people in the Gaza Strip.

This came in a statement issued by the movement early Tuesday morning after Israel resumed its large-scale aggression on the Gaza Strip with a series of airstrikes that killed more than 900 people, the majority of whom were women and children. -now 970 with 174 children

In its statement, Hamas declared that Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu and his government

pc 19 marzo - L'AZIONE GENOCIDA DI ISRAELE SI ACCANISCE CONTRO DONNE E BAMBINI PALESTINESI

 

Hamas: “A Gaza 970 morti negli ultimi due giorni di attacchi israeliani”

Sono 970 le vittime delle ultime 48 ore di attacchi israeliani a Gaza. Lo rende noto il ministero della Sanità dell'enclave gestito da Hamas, secondo cui, il bilancio totale della guerra nella Striscia di Gaza, che si rifà ai dati di ieri, è pari a 48.577 persone uccise.

dal blog https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/
Di fronte a questa ferocia di Israele, dei suoi coloni, bestie assettate di sangue e di stupri, che violentando nei modi più orrendi le donne vogliono anche cercare di cancellare le generazioni future, la vasta mobilitazione delle donne che vi è stata l'8 marzo non può fermarsi!
Lottiamo per le nostre sorelle palestinesi! 
Lottiamo contro l'imperialismo italiano, il governo Meloni complici di questo genocidio.
Scendiamo in piazza, assediamo ambasciata, consolati di Israele, la stampa servile, portiamo questa denuncia e la necessità di una solidarietà concreta, attiva nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole, e dovunque sono le donne.
Il 29 e 30 marzo - giorno della terra - facciamo grandi manifestazioni.  

MFPR

pc 19 marzo - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Sulla strage dei braccianti di Adrano - Basta morti sul lavoro!

pc 19 marzo - Lampedusa - strage senza fine dei migranti nel Mediterraneo

Naufragio al largo di Lampedusa, sei morti e 40 dispersi. “Caduti in acqua per il mare agitato”

Naufragio al largo di Lampedusa, sei morti e 40 dispersi. “Caduti in acqua per il mare agitato”

Erano su un gommone partito domenica da Sfax, in Tunisia. su Repubblica Il racconto dei dieci superstiti salvati nelle acque antistanti Lampione


 

Migranti, naufragio nel Canale di Sicilia: in corso ricerche di 40 dispersi. Sei i corpi recuperati

 Strage di migranti nel Canale di Sicilia, al largo delle coste della Tunisia. Sono riprese stamane le ricerche di una quarantina di dispersi dell'ultimo naufragio: ieri pomeriggio le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza avevano sbarcato a Lampedusa 10 superstiti e sei cadaveri recuperati al largo dell'isolotto di Lampione. I naufraghi erano su un gommone semi affondato. I sopravvissuti hanno riferito d'essere partiti domenica notte in 56 da Sfax, in Tunisia, con un gommone. Dopo meno di 24 ore, mentre erano in acque internazionali, molti migranti sarebbero caduti in acqua durante la traversata forse a causa del mare agitato.

Il naufragio sul gommone

Il gommone ha proseguito la sua navigazione e ieri pomeriggio, ormai semi affondato, è stato intercettato nelle acque antistanti l'isolotto di Lampione. Oggi i 10 naufraghi - sei uomini e quattro

pc 19 marzo - Roma per la Palestina

pc 19 marzo - Emergenza Gaza, fermiamo Israele. Ieri manifestazioni in molte città

Ieri in molte città italiane si è scesi in piazza contro l’ennesimo massacro perpetrato da Israele contro i palestinesi a Gaza.

Presìdi e sit-in di emergenza sono stati convocati immediatamente a Milano, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Pisa, Modena, Padova, Bergamo. A Roma si scenderà piazza giovedì al Pantheon. Altre iniziative sono in via di definizione.

La decisione israeliana di riprendere la guerra di sterminio contro donne e bambini palestinesi a Gaza, è stata coordinata tra la il governo dell’entità sionista israeliana e l’amministrazione Trump. L’obiettivo è

pc 19 marzo - Mobilitazione urgente e d'emergenza - MFPR: costruire iniziative da subito - mobilitazione nazionale il 29/30 marzo in tutte le forme possibile

 

pc 19 marzo - Perchè la nuova campagna internazionalista a sostegno della Guerra Popolare in India 7-12 aprile - allegato l'appello

 

India first

Nello sgretolarsi delle relazioni diplomatiche costruite nel Novecento e in sintonia con il mood trumpista, l’India acquisisce peso nelle relazioni internazionali. Il paese governato da Modi ambisce a diventare la terza economia mondiale

L’intensa attività del primo ministro Narendra Modi e S Jaishankar, ministro degli Esteri, è aumentata nell’ultimo periodo con i nuovi dazi economici e le rimodulazioni delle relazioni internazionali dell’amministrazione Trump, portando un nuovo protagonismo del governo indiano. A sorreggere questa proiezione di super-potenza è la privilegiata posizione geo-strategica nell’area indo-pacifica e l’emergere dell’India a quinta economia mondiale, elementi che sostanziano la necessarietà dell’avvicinamento all’occidente in chiave anticinese. Con il Novecento alle spalle e l’eredità terzo-mondista di Nehru svanita agli albori degli anni Novanta, la nuova guida politica indiana a trazione Bharatiya Janata Party proietta una nuova idea dell’India dentro e fuori i suoi confini.

Nelle dichiarazioni rilasciate da Jaishankar a Londra la scorsa settimana, durante l’incontro con il primo ministro inglese Starmer, traspare un’affinità politica tra l’America first e la volontà dell’India di diventare superpotenza, denotata dal reciproco interesse a guardare innanzitutto ai rispettivi affari interni e poi al resto del mondo. Parole che fanno eco alle dichiarazioni di Modi in occasione della visita a Washington avvenuta a fine febbraio: «Un’India sviluppata significa Make India Great Again, o ‘Miga’. Quando gli Stati uniti e l’India lavorano insieme – Maga più Miga – si crea una partnership ‘Mega’ per la prosperità». 

Nello sgretolarsi delle relazioni diplomatiche costruite nel Novecento, l’India acquisisce peso nelle relazioni internazionali. Forte di una costante crescita economica del Pil superiore al 5%, il paese è passato in meno di dieci anni a essere la quinta economia mondiale, e ambisce a diventarne la terza approfittando delle scarse performance economiche di Giappone e Germania. Alla crescita si accompagna il protagonismo nel nuovo assetto multipolare, dai contorni autoritari, rinforzato dalla necessità di stringersi attorno all’India da parte dei leader dell’Occidente in chiave anti-cinese, e dalla possibilità di collocare investimenti esteri nel subcontinente. La strategia si consolida nell’intensa attività diplomatica sulle partnership economiche, governance delle migrazioni e accordi militari.

La serie di incontri diplomatici di Modi e Jaishankar dell’ultimo mese è stata volta a ridiscutere gli accordi bilaterali di libero scambio, al fine di implementare le partnership economiche con Usa, Unione europea e Regno unito. Centro delle discussioni è la rimodulazione delle tariffe protezionistiche indiane, giudicate come troppo alte dai corrispettivi d’oltreoceano e lesive del libero scambio tra i paesi. Nonostante le liberalizzazioni del 1991 che hanno permesso alle aziende straniere l’entrata nel mercato indiano, resta forte l’impianto protezionistico nei settori della manifattura, agricoltura e tessile. Tema ripreso da Trump durante il suo incontro con Modi, a cui è stato rimproverato un trattamento diseguale derivato dall’avanzo positivo della bilancia commerciale tra i due Stati favorevole all’India per un ammontare di 50 miliardi di dollari. 

Le interlocuzioni con l’Unione europea hanno invece segnato uno scarto rispetto alle precedenti dichiarazioni d’intenti conclusesi in un nulla di fatto nel 2022. Il risultato è frutto dell’attenzione rivolta dalla commissione europea, volata a Delhi con una delegazione di 22 commissari guidata da Ursula Von Der Leyen. Cuore degli accordi è la collaborazione in settori strategici come commercio, tecnologia, sicurezza e difesa, che segna una tabella di marcia che si vuole concludere in autunno con la stipula di un accordo di libero scambio.

A facilitare le relazioni è la crescita economica dell’India, promossa dal governo Modi con i piani Make in India e Viksit Bharat 2047 – sviluppo per l’India entro il 2047 –, e sostenuta dai settori farmaceutico, servizi, infrastrutture e difesa. Restano indietro industria e agricoltura, settore che contribuisce al 17.7% del Pil e impiega circa metà della forza-lavoro. Le produzioni ad alta intensità di capitale sono il fulcro dell’economia. La crescita è sostenuta da ingenti finanziamenti statali, progetti di ammodernamento infrastrutturale ed energetico: le accelerazioni nei due settori sono necessarie per garantire basi per massicci investimenti industriali.

Diplomazia energetica

Il settore energetico è cruciale per l’India: la cronica carenza infrastrutturale, instabilità delle forniture e

pc 19 marzo - Per la strage dei braccianti di Adrano - Slai cobas per il sindacato di classe Palermo

 

Basta morti sul lavoro e per il lavoro

Palermo, 18 marzo 2025

I tre morti e i sette feriti gravi di ieri di Adrano coinvolti in un incidente mentre tornavano la sera dal

lavoro nei campi, sono la dimostrazione che le stragi sul lavoro e per il lavoro in questo paese sono

diventate una cosa normale, ma che normale non può essere!

Il più giovane dei tre lavoratori agricoli, di 18 anni, si chiamava Rosario Lucchese e lo aspettava la

moglie incinta, gli altri due morti subito sono due cinquantenni, Salvatore Lanza di 54 anni e Salvatore

Pellegriti, di 56 anni, anche loro sposati e con figli. Degli altri sette, quattro sono in gravi condizioni,

tutti usciti al mattino per andare a lavorare nei campi, a raccogliere arance, a un centinaio di chilometri,

martedì 18 marzo 2025

pc 18 marzo - Milano: video e immagini dal presidio d'emergenza per Gaza di nuovo sotto attacco










pc 18 marzo - Riarmo e industria dell’auto, organizzare la risposta operaia - Editoriale

 

L'industria dell'auto va riconvertita in funzione della guerra e viceversa. Negli scorsi giorni, un'ipotesi che nell'ambito della borghesia, dei padroni, delle Istituzioni europee era già abbastanza avanzata, è diventata pubblica.

Partiamo da dove questa cosa fa più effetto, la Germania.

La capitalizzazione di mercato del produttore di armi Rheinmetall ha superato quello del colosso automobilistico Volkswagen. Un segno del passaggio economico della Germania dalle auto alla Difesa. Alla chiusura di ieri alla borsa di Francoforte, Rheinmetall si è attestata su 57,24 miliardi di euro rispetto ai 54,81 miliardi di euro della Volkswagen. Il valore della Rheinmetall è più che triplicato da quando Donald Trump è diventato Presidente degli Stati Uniti.

Assieme a altre aziende europee della difesa, la Volkswagen e Rheinmetall operavano con tendenze diverse e invece ora diventano una sola cosa. Il produttore di armi sta beneficiando dell'impennata della spesa europea per il riarmo mentre la Volkswagen attraversa quella che è la crisi dell'auto.

In questa congiuntura la scelta quindi – se di scelta si può parlare - è di convertire in sostanza buona parte dell'industria dell'auto in eccedenza in industria bellica e permettere alle grandi multinazionali belliche di fondersi con l'industria dell'auto. Questo aiuto ha avuto un effetto immediato anche in Italia

pc 18 marzo - “Solo l’Occidente conosce la Storia” - le nuove indicazioni 2025 targate Meloni/Valditara, aberrazioni reazionarie che vanno contestate con un movimento reale

.... Aberrazioni di cui innanzitutto andrebbe ricordato il più noto dei responsabili. È Ernesto Galli della Loggia il coordinatore del gruppo che si è dedicato a delineare questi primi materiali di dibattito su cosa dovrebbe essere l’insegnamento della Storia a ragazze e ragazzi, fino ai 14 anni.

Galli della Loggia è quello che a ottobre scrisse, in difesa del genocidio perpetrato da Israele sui palestinesi, che la democrazia si deve assumere la responsabilità dei più efferati crimini per affermare i suoi principi. Tra i casi da lui ricordati ve ne sono due della Seconda guerra mondiale, cioè il bombardamento di Dresda e l’uso delle atomiche: non a caso, due crimini di guerra.

Ma, appunto, per Galli della Loggia va bene tutto, finché serve ad affermare la ‘democrazia’, fatta piattamente coincidere con il dominio occidentale sul resto del mondo. Non lo ha nemmeno nascosto quando, a dicembre, ha fatto una disamina proprio di questi

pc 18 marzo - MILANO: GAZA SOTTO ATTACCO PRESIDIO IN EMERGENZA h 20