Questa settimana si è aperta ancora una volta per la classe
operaia, purtroppo, con una strage di lavoratori, in questo caso di lavoratori
agricoli, braccianti, che si alzano dal mattino presto, alle 04:30 per andare a
lavorare nei campi a un centinaio di chilometri di distanza da Adrano, in provincia
di Catania a Carlentini, in provincia di Siracusa, 100 km all'andata, 100 km al
ritorno. Questa volta non sono tornati a casa tre lavoratori, poi ci sono altri 7
feriti, quattro dei quali gravissimi, ancora in ospedale. I tre morti sono
Salvatore Lanza, di sessant'anni, Salvatore Pellegriti di 61 anni, tutti e due
sposati con figli, e Rosario Lucchese di 18 anni, un giovane alla sua prima
settimana di lavoro, con una moglie incinta che lo aspettava ma che non l'ha
visto tornare.
E ci sono tante famiglie che non vedono tornare i propri
cari. Si sa quando si va al lavoro, non si sa se si torna a casa, visto che
oltre 1000 ogni anno muoiono sui posti di lavoro o “in itinere”, come si dice
in senso burocratico per quanto riguarda questi lavoratori.
Erano lavoratori braccianti, considerati ottimi lavoratori
dal sindaco intervistato da un giornale, erano molto conosciuti, andavano a lavorare sia in Sicilia, addirittura andavano in Calabria perché
bravi. In questo caso erano nelle campagne di Carlantini ad accogliere le
arance, quelle stesse arance che poi ci ritroviamo sulle nostre tavole, così come
tanti altri prodotti agricoli che i braccianti raccolgono e poi permettono a
tutti quanti di avere a disposizione.
Erano 9 in questo furgone che li trasportava andata e
ritorno, un furgone considerato molto malandato, tant'è che una delle ruote
scoppiata dovrebbe essere la causa principale dell'incidente che ha causato lo
schianto contro un camion che veniva in direzione opposta.
9 lavoratori che si alzano al mattino, vanno nelle campagne,
sfruttati al massimo, con uno stress allucinante per le lunghissime ore di lavoro
in condizioni precarie, per una fatica estrema.