sabato 29 marzo 2025

pc 29 marzo - No other land: uno sguardo negli occhi della brutalità israeliana

Realizzato da quattro giovani attivisti palestinesi e israeliani, Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, No Other Landdocumentario premiato con l’Oscar della categoria agli ultimi Academy Awards e proiettato l’altra sera a Napoli negli spazi del Civico7 Liberato in collaborazione con i giovani studenti di Chiamata alle Arti dell’Accademia di Belle Arti- racconta, giorno dopo giorno e violenza dopo violenza, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano.

Non è solo un documentario dunque. Ma un vero e proprio urlo di dolore che attraversa le pieghe della storia e della geopolitica contemporanea.

Un film che, lontano dalle narrazioni edulcorate e ufficiali imbastite quotidianamente dai media occidentali e dalla propaganda euroatlantica, ci restituisce l’immagine di una Palestina in cui la lotta per la terra, per la propria identità e per la propria dignità resta imprescindibilmente il nucleo di un “conflitto” e di una feroce occupazione che non sembra mai cessare.

No Other Land mette in evidenza il dramma universale di un popolo che lotta contro

l’annientamento del suo spazio vitale, contro il furto sistematico delle risorse da parte di Israele e delle altre potenze dell’Occidente globale che non riconoscono alcun valore se non quello del mercato e del profitto. Da realizzare anche e soprattutto attraverso una criminale logica di rapina.

Girato in condizioni di pericolo durante un’ invasione militare israeliana, il racconto precipita serrato, nervoso, angosciante in una dimensione concentrazionaria che non concede pause né spazio a lunghe riflessioni.

Protagonista è la straordinaria figura di Basel, che corre e filma ansimando, schivando pallottole e nascondendosi tra le pietre in attesa che il nemico si dilegui.

Intorno a lui, le iconiche figure del giornalista israeliano Yuval e la sua dignità brutalmente calpestata; le donne che si disperano e i bambini che tremano mentre le ruspe demoliscono la loro scuola

Una realtà crudele e durissima registrata costantemente con camcorder VHS e con cellulari che diventano armi di resistenza.

Un filo rosso che ci porta in uno dei luoghi più marginalizzati e devastati del pianeta, raccontando storie di lotta che, come detto, non trovano posto nei media mainstream.

La regia non si limita a documentare ma porta alla luce le contraddizioni di un imperialismo che non lascia spazio alla vita umana se non come strumento di sfruttamento o di annientamento neo colonialista.

Ogni fotogramma è carico di una tensione palpabile, quella di chi è costretto a vivere in un presente che sembra ripetersi come una condanna.

Ciò che colpisce di No Other Land è la capacità di raccontare la storia di chi non ha voce con un linguaggio visivo potente e coinvolgente, che non fa concessioni alla spettacolarizzazione.

I protagonisti del film sono esseri umani, non simboli, e il loro dolore non viene mai trasformato in mero spettacolo ad uso e consumo della visione cinematografica.

La realtà della lotta palestinese per la terra, per la sovranità e per l’autodeterminazione emerge dunque in tutta la sua crudezza, senza filtri.

In termini di contenuto politico, il documentario non lascia spazio a interpretazioni ambigue. Denuncia senza compromessi il neoimperialismo israeliano, il suo razzismo strutturale e l’indifferenza delle potenze occidentali di fronte al destino del popolo palestinese.

No Other Land non è però solo denuncia. È anche testimonianza di una resistenza umana che, a prescindere da organizzazioni come Hamas o il Fplp, pur di fronte alla brutalità di un oppressore che divora vite, tempo e spazio (agghiaccianti le scene in cui i soldati dell’Idf e un colono sparano per uccidere persone che si opponevano semplicemente e disarmati allo sgombero e alla distruzione della propria casa) una resistenza dicevamo, che trova modi di esprimersi, di combattere e di riappropriarsi della propria esistenza.

Ed a tal proposito è da rilevare con forza come nel documentario non vi sia traccia di guerriglieri di Hamas, a riprova che la violenza genocidaria di Israele non ha origine dal raid messo a segno dai combattenti di Al-Aqsa il 7 ottobre 2023, ma risiede nella volontà di annientamento razzista e imperialista propria dell’ideologia sionista.

Un’ideologia sorretta e finanziata strumentalmente dalle potenze occidentali e in primo luogo dagli Stati Uniti.

No Other Land è un documentario per chi ha il coraggio di guardare negli occhi la brutalità di un mondo che continua a girare intorno a disuguaglianze e sfruttamento.

Un’opera essenziale per comprendere come la lotta per la terra, l’autodeterminazione e la giustizia sociale condotta dal popolo palestinese sia un monito e un simbolo per chiunque combatta contro la deriva neoimperialistica dell’Occidente globale.

E per la liberazione da un sistema capitalistico oggi più che mai violento, predatorio, inumano.

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