Le costanti menzogne del governo della fascista Meloni sparse a piene da tutti i suoi ministri in tutti gli ambiti, vengono smentite quotidianamente, in questo caso si tratta dello spionaggio messo in atto, con la tecnologia dei naziosionisti, contro le Ong che salvano vite umane.
Il vecchio fascista Mantovano, autorità delegata di governo
nientemeno che per la sicurezza della Repubblica “avrebbe ammesso al Copasir
che Mediterranea e i suoi attivisti sono stati spiati dai servizi segreti con
il software militare Paragon Graphite perché considerati un «pericolo per la
sicurezza nazionale»”, è questa la dichiarazione di Mediterranea Saving Humans
sullo spionaggio da parte del governo che riportiamo sotto, pubblicata oggi da il
manifesto
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La Libia è il buco nero della politica italiana
Spiati Il
segreto è miseramente crollato. Siamo stati spiati perché denunciamo la
complicità dello Stato con le bande criminali nella tratta degli esseri umani
Beppe Caccia*
C’è un filo nero che lega i clamorosi casi che nel volgere
di un mese hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica le scelte del
governo e l’utilizzo degli apparati di Stato. Prima con il rilascio del
criminale ricercato dalla Corte penale internazionale Elmasri.
Poi con l’indisturbata visita a Roma dell’altrettanto
criminale Gheniwa, e nel mezzo con la vicenda dello spionaggio informatico con
il potente spyware di Paragon. Questo filo si chiama Libia.
Ieri abbiamo appreso da fonti giornalistiche che, dopo quasi due mesi di pressione pubblica e
giudiziaria, il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata di governo, avrebbe ammesso al Copasir che Mediterranea e i suoi attivisti sono stati spiati dai servizi segreti con il software militare Paragon Graphite perché considerati un «pericolo per la sicurezza nazionale».Sono stati presi con le mani nella marmellata. È tutto da
provare se tale attività sia stata svolta con tutti i crismi della «legalità».
Ma di sicuro sarà difficile per il governo accamparne la legittimità. Il fatto
che ordini di spiare attivisti per i diritti umani, oppositori politici e
giornalisti, non doveva, nei loro piani, venire alla luce. E invece è stata
scoperta e denunciata, a livello globale, un’operazione segreta, degna di un
regime.
Non solo. Un paradosso clamoroso è ora sotto gli occhi di
tutti: per questo governo un criminale del calibro di Elmasri, fatto fuggire
dall’arresto e riportato a casa, a Tripoli, in quell’aeroporto di Mitiga dove
gestisce un campo di concentramento, addirittura accompagnato con un volo di
Stato, è una «risorsa fondamentale per l’interesse nazionale». Un criminale del
genere, che ha ucciso, stuprato, torturato persone innocenti, e che può
continuare ad arricchirsi con i suoi traffici (persone migranti, droga,
petrolio, armi) grazie all’impunità di cui gode, è sotto protezione.
Mentre chi si adopera per salvare vite, per aiutare donne, uomini e bambini prigionieri nei campi o abbandonati in mezzo al mare, per questo governo è un «pericolo per la sicurezza nazionale». Il Re è nudo.
Un’ulteriore considerazione: siamo convinti che non ci fosse
alcun bisogno di usare questo software militare per spiarci. Da quando
esistiamo siamo sottoposti a ogni genere di controllo. Tutto questo è parte
delle inchieste giudiziarie condotte in questi anni nei nostri confronti, e che
sempre hanno dimostrato l’assoluta estraneità al reato che ci viene
ossessivamente contestato: il famigerato «favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina». Che cosa cercavano dunque i servizi segreti, attraverso questo
sofisticato spionaggio, degno di Matrix, nei nostri telefoni? Per questo siamo
preoccupati per la sorte di tante persone ancora trattenute in Libia e con cui
siamo in contatto. Persone che ogni giorno rischiano la vita testimoniando
contro le violenze e gli abusi commessi da quelle milizie, con cui il governo
italiano collabora.
Dopo quasi due mesi dunque, il «segreto di Stato» è
miseramente crollato. Ed è abbastanza chiaro che la Libia è il buco nero degli
ultimi dieci anni della politica italiana, con il suo groviglio di interessi
che intrecciano questioni geopolitiche ed energetiche, e la brutale gestione
delle frontiere esterne dell’Unione europea. In nome della ragion di Stato,
ogni mezzo viene utilizzato per difendere questi interessi. Ma questa ragion di
Stato comprende la complicità con milizie e bande criminali, affari sporchi,
violenza feroce contro persone innocenti e indifese, azioni illegittime e
incostituzionali. Chi denuncia e si oppone attivamente diventa un bersaglio.
Per la prima volta in dieci anni tutto questo è stato
smascherato e può diventare un argomento centrale di riflessione per l’opinione
pubblica e nelle sedi istituzionali. Il tema della violenza esercitata contro
le persone migranti è finalmente diventata una questione di democrazia, per
tutti. Sono coinvolti molti livelli, ma abbiamo la straordinaria opportunità
non solo di denunciare i giochi sporchi di chi sta al potere, ma anche di
cercare di cambiare davvero le cose. Oggi più che mai, la solidarietà e la
fratellanza sono le nostre armi più potenti.
*Mediterranea Saving Humans
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