In
una intervista a la Repubblica di ieri Crosetto dice a che punto è il cosiddetto
“Piano per la sicurezza nazionale” e cioè il piano dell’imperialismo italiano per
la guerra.
“Il
piano è pronto” risponde Crosetto “ci abbiamo lavorato e ragionato a lungo.” E dopo
tutto questo “lavoro” hanno trovato i soldi e parlato delle “criticità” visti i
“tanti pericoli che abbiamo di fronte.”
“Dobbiamo prevedere anche gli scenari peggiori” dice infatti, “davanti a diversi tipi di minaccia, anche cyber.” Questo piano “chiaramente richiederà 8-10 anni per sviluppare una capacità difensiva
adatta ai tempi.” Adatta ai tempi e per ogni tipo di minaccia! E cioè soprattutto nucleare.Per
l’attuale ministro fascista Crosetto ciò “vuol dire: infrastrutture,
addestramento, aumento del numero delle forze armate, integrazioni di
vario tipo”.
A
proposito di integrazioni il giornalista chiede “Ad esempio? “Ad esempio”
risponde: “per i carabinieri: in caso di guerra, una parte di loro
potrebbe attivarsi come forza aggiuntiva alle forze armate. Con questa
strategia, nel suo complesso, andremo incontro alle richieste della Nato.”
E
a proposito di Nato, il giornalista (che non si scompone affatto, né si
scandalizza, davanti all’affermazione “in caso di guerra”!) chiede serafico: “Quando
porteremo le spese militari al 2% del Pil?”
La
risposta è diretta, decisa ed epocale: “Al prossimo vertice Nato di
giugno, decisivo ed epocale, probabilmente chiederanno di portare
l’asticella al 3,5%, come dice Rutte. Trump, invece, ci chiederà il 5%,
dicendoci: siccome siete rimasti indietro, dovete recuperare. Anche perché, in
ambito Nato, è prevedibile una sostanziale riduzione della presenza militare
americana in Europa.”
Altro
che 2%! Già siamo o al 3,5% o al 5% come chiede Trump. Calcolo più o calcolo meno siamo
nell’ordine dei 100 miliardi all’anno.
Il
piano, dice Crosetto, “in realtà era già stato previsto da Biden” ma ora (e qui
ripunta la Cina) “si ripropone con Trump, molto concentrato sul quadrante
Est-asiatico. Perciò deve aumentare il contributo delle nazioni europee. Stiamo
lavorando su questo tema, non è facile, ma a giugno avremo fatto passi avanti”.
Da notare la parola “contributo”.
E
visto che l’ossessione della borghesia imperialista, in questo momento, è la
cosiddetta Europa, il giornalista dice: “Parliamo di difesa comune. Se cambiassero
i trattati Ue, si potrebbe arrivare a un esercito comune europeo?”
E
qui il guerrafondaio al servizio, comunque, delle multinazionali delle armi Crosetto,
ha la soluzione pronta, superando i mille discorsi di questi giorni, dicendo
che non c’è bisogno di difesa comune perché, secondo lui, basta lo schema
della Nato che ritiene “efficientissimo. Se fotocopiamo quel
modello, già domani avremmo la difesa europea. L’ho detto anche a Parigi:
creiamo intanto un centro di comando e controllo unico, sovrapposto a quello
Nato”.
Con
o senza “difesa unica” come si vede l’imperialismo italiano contribuisce ad
alimentare ancor più la guerra; ha già trovato soldi, vuole superare gli
ostacoli creando infrastrutture e ristrutturando l’apparato militare, praticamente
con una “economia di guerra” di diversi anni!
Lottare
contro questo “piano” di guerra già “pronto” dell’imperialismo italiano è
sempre più urgente e necessario.
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