La Lega se la prende con i «prof attivisti»: segnala una docente «vicina ai centri sociali» e propone un test psico-attitudinale

A Treviso, Gaia Righetto, supplente in una scuola media di Tarzo e membro del centro sociale Django. Ha una lunga storia di attivismo, dalle manifestazioni per i diritti civili e il cambiamento climatico alla solidarietà con il popolo palestinese. Rossano Sasso, che da mesi porta avanti una battaglia nel mondo dell’istruzione, ha segnalato la docente all’ufficio scolastico regionale del Veneto chiedendo di intervenire. «È un caso unico, secondo solo a quello di Salis in quanto a docenti fanatici e ideologizzati», scrive il deputato sui suoi social, sollevando poi interrogativi sul passato giudiziario di Righetto tra presunte denunce per occupazioni abusive e scontri con le forze dell’ordine.
Lega e FdI contro la docente: «Non può insegnare»
Secondo Sasso, docenti con un passato simile non dovrebbero stare in classe: «Chi è condannato, anche
se solo in primo grado, e senza interdizione dai pubblici uffici, può continuare a insegnare a dei bambini?». Poi, lancia una proposta: sottoporre i docenti a una «valutazione psico-attitudinale» prima di accedere all’insegnamento. E conclude: «Non sono casi isolati, abbiamo troppi docenti fanatici e ideologizzati nelle nostre scuole e anche quelli violenti (nei fatti o a parole) iniziano a essere numerosi. Cassaro, Salis, Raimo, Righetto solo per citarne i più celebri. Fuori dalla scuola i cattivi e le cattive maestre». Fratelli d’Italia, attraverso le parole della coordinatrice cittadina Marina Bonotto, prende le parti di Sasso: «Come può ricoprire un ruolo pubblico di educazione chi ha fatto dell’ostilità verso l’autorità una bandiera?
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