Lo trovate alla manifestazione di sabato |
In generale le obiezioni che vengono fatte sul diritto d'aborto e la libertà di scelta della donna di portare avanti o meno una gravidanza, sono sostanzialmente due:
Una
che dice che l'aborto uccide un essere umano, una persona, che non ha
possibilità di decidere; l'altra, non certo separata dalla prima ma
che parte dalla concezione religiosa, dice che è contro l'aborto
perchè “sono cattolica”.
Entrambe
queste obiezioni sono ascientifiche.
Sulla
prima. Il feto è una potenzialità di vita di una persona, ma non è
ancora persona. L'essere umano ancora non c'è. Quindi, non è vero
che l'aborto uccide una persona, dato che essa ancora non è tale.
Pensiamo anche al parto. Il parto è un momento di rottura da una
situazione esistente a una nuova, diversa qualitativamente; prima c'è
un embrione, un feto, solo con la nascita c'è una persona. La futura
persona matura nella fase precedente ma ad un certo punto si produce
un salto; se non c'è quella rottura, salto, non c'è la persona, la
potenzialità non diventa realtà.
I
processi che si sviluppano nei nove mesi di gravidanza sono processi
propri del corpo della donna. L'ovulo, l'embrione, il feto sono
costituiti da cellule vive, ma non hanno la possibilità di
un'esistenza
indipendente, una vita separata dalla vita della donna.
L'embrione non è in grado di alimentarsi, né eliminare le sue
scorie, né tantomeno di respirare. E la sua crescita e sviluppo è
inseparabile dalle altre cellule che costituiscono l'utero della
donna, il suo sistema ormonale, quello dell'alimentazione, delle
respirazione, ecc. E', quindi, una parte del corpo della donna per
tutta la durata della gravidanza.
Ma
la vera questione è cosa si intende per “persona”, per “essere
umano”. Una persona per essere definita tale, è capace di vivere
autonomamente, di nutrirsi. Vi sono miriadi forme di vita. Cosa rende
differente la vita umana? La capacità di essere autonoma, di
pensare, di trasformare la realtà.
Quando
si dice che con l'aborto si uccide un bambino che non ha la
possibilità di decidere, si conferma, senza volerlo, il contrario di
quello che si vuole affermare: se non può decidere è perchè non è
già un bambino; è come dire che una parte del corpo della donna può
decidere indipendentemente, come se fosse separato dall'essere umano
donna.
La
questione dell'aborto, quindi, ha a che fare con una lotta anche nel
campo delle concezioni filosofiche, su cosa e come si deve intendere
l'essere umano. Su questo ci viene in aiuto la concezione
materialistico dialettica del rapporto tra uomo e natura. Secondo
questa concezione, l'uomo diventa uomo, dando così inizio al suo
continuo processo storico di ominazione, quando con il lavoro si
sgancia dall'immediato rapporto con la natura. Prima dell'avvio di
tale dinamica, la relazione tra uomo e natura, non essendo mediata da
nulla, a rigor di termine non può essere considerata nemmeno una
relazione. Non c'è relazione tra due cose completamente assorbite
l'una nell'altra e pienamente identificabili.
Se al posto della “natura” mettiamo la donna e al posto
dell'”uomo” mettiamo l'embrione, allora possiamo dire:
Embrione/potenzialità di essere umano e donna sono anch'essi
completamente assorbiti l'uno nell'altra e pienamente identificabili.
Non sono due soggetti distinti; l'embrione è assorbito nel corpo
della donna e pienamente identificabile con esso nei 9 mesi; mangia,
respira essendo parte del corpo della donna; finchè l'embrione non
si stacca dal corpo della donna non si può quindi considerarlo
bambino.
Con
la nascita, l'uomo (l'embrione) inizia con il suo separarsi e
distinguersi dalla natura (dalla donna). Ancora, per farci aiutare
sempre dal paragone: rapporto uomo-natura. Il rapporto tra l'uomo è
la natura risulta non un rapporto meramente naturale ma storico e
sociale dal momento stesso in cui l'uomo è uomo e quindi non più, o
almeno non solo, natura.
Sulla
seconda obiezione, la concezione cattolica.
Qui
non è in discussione (o, per dirla chiara, non è trattabile ora e
soltanto rispetto all'aborto, anche se in un certo senso la posizione
sull'aborto in termini ideologici è un summa esemplare della
concezione cattolica) la fede religiosa, né il rispetto verso coloro
che dicono “io sono cattolica”, ma il fatto che occorre
riconoscere, e lo dovrebbe fare anche chi lo afferma, che far
discendere il No all'aborto dal fatto di essere cattolica, è
un'argomentazione che non
ha nulla di scientifico,
ma è appunto solo ideologica. E' come dire: io sono cattolica e
quindi penso che il mondo è stato creato da Dio. Il problema è che
questa concezione, che non ha nulla di scientifico, ha delle
conseguenze sociali, politiche molto concrete. Di fatto si opera un
rovesciamento delle questioni. Mentre all'embrione viene conferito il
titolo di persona e dunque anche tutto il diritto a non essere
abortito; alla donna, negandole ogni possibilità decisionale, si
nega il diritto di persona che può decidere!
Vale
a dire, si cancella l'idea stessa che le donne possano essere un
soggetto autonomo, che possano scegliere e decidere della loro vita.
L'embrione
diventa persona e la donna diventa embrione.
E' lo Stato che si arroga il diritto di decidere e legiferare. Le
donne sono considerate “contenitori biologici” di embrioni che
assumono più dignità delle stesse madri. Questo non solo è
antiscientifico, è inumano! Altra conseguenza è la
colpevolizzazione delle donne di operare contro i valori fondamentali
della vita. E su questo si torna sempre al cuore della concezione
cattolica: la donna è “Eva”; quella che si ribella, che in nome
della “conoscenza” viola le leggi e fa sgretolare “il paradiso
terrestre” e il potere dell'uomo. La donna che mette in
discussione la concezione cristiana di “tutela della vita umana”,
che invece di procreare abortisce, che non si mette al servizio della
“sacra famiglia”, sta di fatto minando alla radice una parte
importante dei “valori” su cui poggia la società borghese. Ma,
c'è da dire che questo da un pesante attacco diventa di fatto un
riconoscimento della donna come portatrice di una concezione e
possibile prassi sociale di trasformazione radicale e complessiva di
questo “mondo”. E non è poco...
Nessun commento:
Posta un commento