lunedì 3 marzo 2025

pc 3 marzo - Dagli Stati Uniti alla Cina i segnali della crisi mondiale

Della crisi mondiale in corso, economica e politica, arrivano conferme continue, e vanno dall’imperialismo americano al socialimperialismo cinese. È necessario prenderne atto per evitare ogni illusione su possibili cambiamenti che allentino le tensioni sullo scenario di ogni singolo paese e a livello internazionale e soprattutto sulla tendenza alla guerra mondiale.

Le stesse importanti esplicite dichiarazioni di Trump fatte nello studio ovale mentre trattava Zelensky come l’ultimo dei suoi servi, sia sulla possibilità di una “terza guerra mondiale” che sulla necessità di accaparrarsi con un “accordo” le terre rare dell’Ucraina, necessarie per ogni tipo di produzione ad altissima tecnologia, ne sono un esempio.

Ma anche le due notizie che riportiamo sotto, una del Sole24Ore del 25 febbraio, e l’altra di MilanoFinanza del 28 febbraio, sono importanti fatti che dimostrano, tra i tanti altri dati, il livello della crisi, da un lato, e come in questa crisi, dall’altro, i padroni, soprattutto della finanza, si accaparrano di fatto di miliardi di dollari continuando ad arricchirsi.

La banca americana Jp Morgan, una delle più grandi al mondo con un patrimonio di 4000 miliardi, secondo l’articolo che riportiamo, ha deciso di mettere a disposizione 50 miliardi per il credito privato. Quindi banche private e fondi di investimento si trovano a sostituire i finanziamenti pubblici sempre più difficile da impiegare, tra l’altro per il debito pubblico alle stelle, alle aziende private con il “private credit” che è “credito erogato alle imprese da fondi d’investimento specializzati: dato che si

tratta di un settore molto in crescita, negli ultimi anni anche molte banche tradizionali si sono lanciate nel private credit.” E su questo “nuovo” affare si buttano anche altre banche private: “Gruppi come JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo stanno investendo cifre sempre maggiori in questo mercato” perché “Moody’s stima che il mercato del private credit possa raggiungere i 3mila miliardi di dollari nel 2028”.

Questo “credito privato” va naturalmente ripagato con gli interessi, e vista la crisi in corso, tante aziende non riusciranno a pagare andando incontro a possibile fallimento con le ricadute su occupazione ecc.

L’altra notizia riguarda decisione del governo cinese di “iniettare almeno 400 miliardi di yuan (52,6 miliardi di euro) nelle maggiori banche del Paese nei prossimi mesi, parte di un pacchetto di stimolo più ampio mirato a rilanciare un’economia interna a crescita rallentata a causa di consumi meno brillanti del previsto e di una crisi immobiliare ancora in atto.” I consumi “meno brillanti” sono indicativi della povertà crescente in Cina, nonostante i 500 milioni di “classe media”.

Già venti anni fa il governo con i suoi interventi aveva fatto “raddoppiare il capitale delle quattro maggiori banche statali … Questo nuovo round di finanziamenti, che potrebbe arrivare a 1 trilione di yuan, dovrebbe aiutare i gruppi finanziari, esposti al settore immobiliare in crisi, a gestire meglio i rischi.”

Qui è il governo socialimperialista che ha in mano le leve dell’economia che deve correre in aiuto alle banche che poi a loro volta devono fare i prestiti alle aziende!

Questo gioco al rilancio per tenere in vita il sistema capitalista-imperialista non fa che mettere pezze a ciò che è irrimediabilmente lacerato…

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Finanziamenti alternativi

JP Morgan, 50 miliardi per il private credit

Con le banche sempre più vincolate dalle normative, nonostante la deregulation promessa da Trump, il credito arriverà sempre più da oggetti non bancari. O da fondi di emanazione bancaria ma non soggetti alle stesse regole. La pensa così JPMorgan Chase, che ieri ha annunciato di mettere da parte ulteriori 50 miliardi di dollari per dare una spinta al settore del private credit. Il private credit è credito erogato alle imprese da fondi d’investimento specializzati: dato che si tratta di un settore molto in crescita, negli ultimi anni anche molte banche tradizionali si sono lanciate nel private credit. Gruppi come JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo stanno investendo cifre sempre maggiori in questo mercato. E i 50 miliardi ulteriori messi in campo ieri da JP Morgan sono solo l’ultima conferma. Moody’s stima che il mercato del private credit possa raggiungere i 3mila miliardi di dollari nel 2028. JP Morgan dal 2021 ha già messo sul piatto 10 miliardi di dollari in questo mercato, per oltre 100 operazioni di finanziamento alternativo a favore delle imprese. E lavorando con vari partner co-finanziatori, alla fine ha mobilitato in totale 25 miliardi (10 suoi e 15 dei partner). Ora mette sul tavolo 50 miliardi.

il sole24ore 25 febbraio ’25

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La Cina inietta 52 miliardi € nelle banche

La Cina ha in programma di iniettare almeno 400 miliardi di yuan (52,6 miliardi di euro) nelle maggiori banche del Paese nei prossimi mesi, parte di un pacchetto di stimolo più ampio mirato a rilanciare un’economia interna a crescita rallentata a causa di consumi meno brillanti del previsto e di una crisi immobiliare ancora in atto.

Il primo gruppo di istituti che saranno ricapitalizzati sono Agricultural Bank of China, Bank of Communications e Postal Savings Bank, secondo quanto riporta Bloomberg dall’Asia. Il progetto dovrebbe giungere a termine entro giugno. Per ora le allocazioni per ciascuna banca restano in fase di definizione. Un'iniziativa simile si è verificata l'ultima volta vent’anni fa quando il Ministero delle Finanze ha emesso obbligazioni governative speciali, utilizzando i proventi per raddoppiare il capitale delle quattro maggiori banche statali cinesi. Questo nuovo round di finanziamenti, che potrebbe arrivare a 1 trilione di yuan, dovrebbe aiutare i gruppi finanziari, esposti al settore immobiliare in crisi, a gestire meglio i rischi.

MF 28 feb

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