Tout le monde déteste la police
Riportiamo sotto un commento di chi c’era
e sta dalla parte giusta della storia: la “nota di Antonio Mazzeo per fare
chiarezza in merito agli scontri avvenuti a Messina nel corso dell’ultima
manifestazione contro il ponte sullo stretto, a seguito anche dell’articolo di
Repubblica apparso ieri, intitolato «Messina, scontri e
manganellate al corteo “No ponte”: un agente ferito. Solidarietà di Salvini»
(da Pressenza)
*****
...Ho visto un’interminabile serie di provocazioni da parte degli agenti di Polizia, supportati da Carabinieri e Guardia di Finanza. Il lancio di due mini-petardi contro le autoblindo schierate a “difesa” della “Zona Rossa” (all’incrocio tra viale Boccetta e Via Concezione) è stato sufficiente per scatenare manganellate a destra e manca, soprattutto da parte di un paio di esagitati e “inselvaggiti” agenti di PS. E poi corse e inseguimenti al nulla, schieramenti bellici e antisommossa a presidio di palazzi, banche e vetrine che nessun@, dico nessun@ ha mai tentato di avvicinare.
Ciò che più mi ha amaramente colpito è stata però la cinica strategia di rappresentare in maniera teatrale
– più per intimidire i passanti e i residenti che i manifestanti – azioni repressive e di “controllo della folla” mutuate dalle pluridecennali pratiche delle forze armate italiane e NATO in Kosovo, Libano, Iraq, Afghanistan. Urban Warfare viene definita nei manuali di guerra. E Messina, ieri, ne è stata teatro per la prima volta.Si è trattato cioè della
“necessaria” sperimentazione dei processi di militarizzazione e repressione di
ogni forma di dissenso che saranno implementati con l’inizio dei cantieri del
Ponte sullo Stretto di Messina.
Farebbero bene a capirlo tutti
gli abitanti dello Stretto e quei presunti “No Ponte” che ieri hanno
volutamente disertato l’evento per poi delegittimarlo e criminalizzare i
partecipanti, sposando la falsa e ignobile versione della Questura.
La bellissima foto di apertura di
questa nota[ndr] dell’amico giornalista Enrico
Di Giacomo immortala il primo intervento, del tutto gratuito e
violento, delle forze dell’ordine contro i manifestanti del Carnevale No Ponte,
ieri pomeriggio a Messina.
Un attacco brutale a cui sono
seguiti per ore fronteggiamenti, spintonamenti, inseguimenti, caccia all’uomo
in un clima di crescente militarizzazione di ogni spazio fisico della città
fino all’ignobile attacco di stanotte in galleria Vittorio Emanuele – tra pub e
paninerie – contro alcuni dei manifestanti, di fronte a centinaia di minorenni
atterriti.
Giustificare la repressione come
risposta all’imbrattamento di muri e monumenti – pratica che non appartiene
alla cultura di chi scrive e di tanti che hanno partecipato ieri al corteo – è
ignobile. Ancora più grave che l’accusa di “violenti” e “vandali” venga da
persone che in questi anni hanno sostenuto tutti i progetti di devastazione dei
territori (penso al TAV in Val Susa o al MUOS a Niscemi) è davvero
inaccettabile.
Forze politiche e sindacati “No Ponte” farebbero bene a chiedere le dimissioni del Questore e di chi (?) ha gestito ieri il disordine pubblico.
Nessun commento:
Posta un commento