domenica 13 ottobre 2024

pc 13 ottobre - MANUALE DI FORMAZIONE DI GIORNALISTI AL TEMPO DEL GOVERNO FASCISTA MELONI, una denuncia: Parleranno di un errore di stampa?

Nel solco di occupazione di tutti gli ambiti, politici-giuridici-culturali-informativi, ecc. oggi trattiamo della informazione a partire dalla traduzione del termine "stampa embedded" ovvero incorporata o meglio dire asservita e irregimentata e diffusora di fake news e revisionismo storico

Osservatorio democratico sulle nuove destre Italia

Da "Repubblica Bologna" del 11 ottobre 2024

La strage di Bologna diventa un attentato delle Brigate Rosse nel manuale per diventare giornalisti

Il riferimento al 2 agosto 1980 inserito fra il caso Aldo Moro, l’attentato a Vittorio Bachelet e il rapimento del giudice Giovanni D’Urso. Nessun accenno alla matrice neofascista

BOLOGNA – In un volume destinato agli aspiranti giornalisti che stanno preparando l’esame per diventare professionisti la strage alla stazione di Bologna viene inserita, en passant, in un paragrafo dedicato agli Anni di Piombo, nell’elenco degli attentati delle Br, tra Tobagi e il giudice D’Urso. E ci si dimentica pure di citare la matrice neofascista del 2 Agosto. Succede nel libro “Giornalista italiano. L’esame da professionista in più di 1000 domande e risposte”, edito da Agenmedia e firmato da Carlo Gugliemo Izzo, Adriano Izzo e Francesca Pantanella, nel capitolo 21 (“Elementi di storia e tecniche del giornalismo”), al paragrafo 65 che si occupa di “Cosa accadde nel mondo dell’informazione durante gli anni di piombo”.

Ecco il passaggio che riguarda la strage del 2 Agosto, a pagina 263: "A Milano, il 28 maggio 1980, Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera venne ucciso dai killer della Brigata XXVIII Marzo. Sempre nell'80, pochi mesi prima, il 12 febbraio all'Università di Roma ammazzarono il vicepresidente

del Csm, Vittorio Bachelet e il 2 agosto esplose un ordigno nella stazione ferroviaria di Bologna causando 85 morti e oltre duecento feriti". Subito di seguito, si torna a parlare di Brigate rosse: "Nello stesso anno, la sfida finale: le Brigate rosse chiesero la pubblicazione di proclami scritti da alcuni esponenti in carcere; in cambio, avrebbero rilasciato il giudice Giovanni D'Urso, rapito il 12 dicembre".

Il paragrafo si apre con un riferimento all’eversione di destra e di sinistra. Ma del terrorismo nero si perde presto traccia, anche quando vengono ricordate le stragi del 1980. Si parte dalla bomba di piazza Fontana, poi si citano i primi volantini delle Br comparsi a Milano nella primavera del 1970, sino al rapimento a opera delle Br del giudice Mario Sossi nel 1974 e ancora un lungo elenco di omicidi di giudici ed esponenti delle forze dell'ordine; e infine gli attentati ai giornalisti Emilio Rossi e Carlo Casalegno. Fino al rapimento di Aldo Moro e l’omicidio di Walter Tobagi.

Nel testo non solo non compare alcun riferimento alla matrice neofascista della strage, come accertato dai processi sulla bomba alla stazione centrale di Bologna; ma la sua citazione, per inciso, all’interno di un paragrafo in cui si elencano i fatti di sangue e di terrore targati Br. Se l’intento degli autori, poi, fosse stato quello di indicare tutte le stragi che hanno colpito l’Italia in quegli anni, e in particolare nel 1980, allora mancherebbe quella di Ustica del 27 giugno 1980 e le 81 vittime a bordo del Cd9 Itavia Bologna-Palermo.

Per il presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage, Paolo Bolognesi, il passaggio sul 2 agosto 1980 è“un colpo di disinformazione messo per tutti coloro che dovranno fare informazione”.

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