lunedì 23 dicembre 2024

proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio


proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio - In questo periodo naturalmente pubblicheremo comunque post informativi, di denuncia e di mobilitazione se necessari ai proletari e masse popolari.

la redazione

domenica 22 dicembre 2024

pc 22 dicembre - Report dall'assemblea “𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚: 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞” tenutasi a Palermo

 Abbiamo partecipato all’assemblea pubblica organizzata dai rappresentanti delle comunità palestinesi nei giorni scorsi, un’assemblea che è stata divisa in due parti 

Questo l’invito: “𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚: 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞”
La comunità palestinese di Palermo, "Voci nel Silenzio", anche a seguito di un’ampia discussione all'interno del “Coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese”, invita tutta la cittadinanza solidale con la causa palestinese ad un dibattito aperto a tutte le realtà, enti e singole persone per analizzare storie, fatti e processi dell’attuale lotta per la liberazione della Palestina. L'obiettivo è tentare di tracciare una sintesi condivisa fra tutti/e. E anche quella di dare voce alla comunità palestinese sul genocidio in corso e sulle azioni da porre in essere per contrastarlo.
L'obiettivo è tentare di tracciare una sintesi condivisa fra tutti/e. E anche quella di dare voce alla comunità palestinese sul genocidio in corso e sulle azioni da porre in essere per contrastarlo.
L’assemblea si è aperta con un forte saluto solidale a Luigi Spera, presente, dopo la scarcerazione dal carcere di Alessandria, ieri 20 dicembre è iniziato a Palermo il processo. 

La prima parte dell’assemblea ha visto in particolare gli interventi dei rappresentanti palestinesi, partendo da un excursus storico fino ad oggi della questione Palestina ed entrando poi nel merito di oggi e su cosa è necessario e urgente fare. 

Uno degli interventi del rappresentante palestinese di “Voci nel Silenzio”

In questa parte dell’assemblea poi è stata data possibilità ai presenti di intervenire
L’intervento del compagno di proletari comunisti


E’ stato diffuso ai rappresentati della comunità palestinese e ai presenti il comunicato/valutazione di pc sulla grande manifestazione di Roma del 30 novembre.

L’assemblea si è conclusa con la volontà di continuare un percorso di azione e lotta condiviso a sostegno del popolo palestinese, per tutti i popoli oppressi e contro il governo Meloni.

pc 22 dicembre - Leonardo factotum della difesa europea, parla Cingolani - una sorta di promemoria per la lotta del nuovo anno

 Il 15 dicembre Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha rilasciato a La Repubblica un’intervista che mette in fila tutti i tavoli su cui Leonardo sta lavorando. In epoca di guerra, più o meno dichiarata, è necessario dare parola ai produttori di armi, affinché legittimino il loro operato nell’opinione pubblica.

Il quadro delineato da Cingolani è quello che vede Leonardo assumere sempre più la funzione di pilastro del riarmo europeo, nell’orizzonte di un ruolo maggiormente attivo di Bruxelles nella competizione globale, e della sua proiezione negli scenari di tensione in tutto il mondo. Il ruolo, insomma, che vuole assumere una compiuta potenza imperialista.

Il conflitto in Ucraina ha segnato una svolta in questa direzione, perché ha rotto lo stallo, pur sempre dinamico e non privo di conflitti, che aveva segnato le relazioni tra le grandi potenze fino a pochi anni fa. “Multidominio interoperabile” è la definizione che il dirigente d’azienda ha dato all’approccio di sicurezza globale onnicomprensivo che il colosso italiano vuole seguire.

Significa fare la propria parte in un modello integrato, sempre più declinato sulle esigenze di guerra, in cui vanno di pari passo sviluppi bellici, cybersicurezza, autonomia energetica e alimentare.

Su quest’ultima la UE, che non possiede grandi risorse, sta lavorando tra accordi con paesi africani e il Mediterraneo allargato, dal Sahel al Golfo Persico.

Sui primi punti, invece, Leonardo vuole essere la punta di diamante di una comunità europea che, per Cingolani, deve comunque fare i conti al più presto con i soliti problemi di frammentazione delle politiche e delle filiere.

Anche per questo il colosso di piazza Monte Grappa vuole diventare “un’azienda sempre più internazionale e interconnessa che come prodotto centrale avrà la sicurezza globale“.

L’ex ministro italiano ha fatto degli esempi, che rendono tutto più chiaro: se “l’esigenza attuale è garantire che tutte le piattaforme dialoghino“, allora accanto ad aerei ed elicotteri ci sono i servizi spaziali e satellitari che garantiscono le comunicazioni, le strumentazioni elettroniche e i supercomputer per lo sviluppo digitale e la cybersicurezza.

Ma la protezione dei dati informatici vale anche in periodo di pace, i satelliti permettono importanti salti di qualità anche in usi civili, come nell’agricoltura di precisione e nella climatologia. “Abbiamo messo in piedi una tecnologia che opera su tutti i domini, ossia in terra, in cielo e spazio, nel mare e nel digital continuum“, ha detto Cingolani.

Se volessimo dirlo in altri termini, meno spendibili forse per i media mainstream, Leonardo ha messo in piedi una serie di divisioni di lavoro che toccano in maniera diffusa ognuno dei settori fondamentali della vita civile e militare della UE, mettendoli in sinergia per rispondere alle mire strategiche di Bruxelles.

Quella che è apparsa su La Repubblica è la rappresentazione plastica migliore di cosa implica il dual use che abbiamo avuto negli ultimi mesi. Con in più l’esplicitazione dell’elemento politico-strategico, che non è compreso nel semplice riconoscimento della possibilità di utilizzo sia per fini civili sia per fini militari di alcune tecnologie e strumentazioni.

Perché dire che questa intersezione tra vari settori e ambiti può essere riassunta in “sicurezza globale“, e farlo dire al vertice di un’impresa bellica significa, da una parte, che l’intero modello sociale e produttivo verrà ripensare intorno al complesso militare-industriale; dall’altra, che dunque le priorità politiche saranno decise in base alla politica estera.

Ripensare l’economia continentale secondo una prospettiva di guerra e spingere sul keynesismo anche per dare legittimità all’avventurismo bellico contro coloro che sono identificati come nemici. E dunque tutte quelle realtà che, in forme varie, vogliono perseguire relazioni e percorsi di sviluppo differenti da quelli imposti dall’imperialismo euroatlantico.

Ad ogni modo, Leonardo si occupa innanzitutto di armi e armamenti, e dunque Cingolani elenca i progetti che rappresenteranno la spina dorsale dell’attività dell’azienda per i prossimi anni, e che avranno un ruolo fondamentale anche nel disegnare la fisionomia della difesa europea, dalla terra allo spazio. Una breve disamina può essere utile per non perdersi le prossime notizie in merito.

L’accordo con Rheinmetall per un nuovo carro armato, secondo Cingolani, “è la prima chiara dimostrazione che si può creare uno spazio europeo della difesa a livello industriale“.

Il Panther tedesco e il digitale italiano verranno uniti per creare un mezzo nuovo e capace di competere sui campi di battaglia del futuro, almeno per come sono immaginati dopo l’esperienza ucraina.

C’è poi una frase che, di nuovo, parla di come lo sviluppo tecnologico sia tutt’altro che neutrale. Per quanto riguarda la mancanza di competenze necessarie, Cingolani afferma: “quando mi occupavo di scienza prendevo ricercatori dalla Cina o dall’Iran: sulla tecnologia di Leonardo non lo puoi fare per questioni di sicurezza“, perché serve a muovere guerra proprio a quei paesi.

Ora, che prima non ci fossero preoccupazioni rispetto alla condivisione di informazioni e studi con i paesi citati non è vero, ci sono sempre state. Semmai è interessante che vengano citati proprio quei due paesi, Iran e Cina, a ribadire che la fase è cambiata e i legami con essi vanno considerati, appunto, una questione di sicurezza nazionale e che la scienza non è un terreno dove la politica non ha casa.

Per quanto riguarda i cieli, Cingolani ammette che sui droni sono rimasti indietro, anche se stanno mettendo a disposizioni le capacità digitali di Leonardo in programmi di collaborazione con altri produttori. C’è poi il convertiplano AW 609 (un ibrido tra un aereo e un elicottero).

Oggi solo la statunitense Bell e l’azienda di piazza Monte Grappa possiedono questo tipo di tecnologia, e il prototipo italiano dovrebbe ottenere presto la certificazione come mezzo civile. “Poi valuteremo le applicazioni militari“, aggiunge ovviamente Cingolani, perché ormai non c’è conquista che non debba essere messa a disposizione di una politica di potenza.

Ma il vero fiore all’occhiello, nel dominio dell’aria, sarà il Global Combat Air Programme (GCAP). Si tratta di un caccia stealth di sesta generazione, che sarà invisibile ai radar e attraverso il quale si potrà controllare in remoto una flotta di droni senza pilota: una “portaerei che sta in cielo“, ha detto Cingolani.

Una settimana fa è stata firmata la joint venture tra l’italiana Leonardo, la britannica BAE Systems e la nipponica Mitsubishi, mostrando la volontà di assecondare un assetto euroatlantico (allargato al Giappone) per l’aereo che dovrebbe sostituire il parco dei mezzi dei paesi coinvolti, a partire dal 2035.

I costi previsti per lo sviluppo dei droni e del software che dovrà gestire lo sciame di dispositivi si aggirano sui 100 miliardi di euro, per questo per Cingolani i sauditi sarebbero i benvenuti nel progetto: “hanno voglia di creare un’industria aeronautica, che può legarsi al programma GCAP e metterli al centro del grande mercato mediorientale“, e hanno molti soldi da spendere.

C’è anche la concorrenza del FCAS, un consorzio tra Francia, Germania e Spagna per creare un caccia dalle caratteristiche simili al GCAP. Ma per l’amministratore delegato italiano gli altri alleati europei sono in ritardo rispetto alla nuova joint venture che coinvolge Leonardo, e inoltre, come detto già tempo fa, in realtà i due programmi non sono necessariamente in contraddizione tra di loro.

Infine, la space economy, in particolare i servizi satellitari con usi “che vanno dalla difesa alla geologia, all’agricoltura alla geolocalizzazione“. Per questo settore, Cingolani auspica una maggiore apertura al privato e più ampie e forti alleanze europee, facendo a meno di particolarismi nazionali.

Il messaggio di fondo è ancora quello: serve creare un complesso militare-industriale europeo, che non sia poi solamente militare ma metta in collegamento tutti i settori principali e maturi del ciclo capitalistico così come funziona oggi. Non c’è nessuna divisione tra civile e militare, tutto serve unicamente a vincere lo scontro della competizione globale.


pc 22 dicembre - Intervista a Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia

pc 22 dicembre - Dal corteo per la Palestina di sabato a Milano



Sabato 21 dicembre il corteo è stato più partecipato e tutti gli interventi 
si sono concentrati sulla necessità dell'unità delle forze palestinesi 
sulla Resistenza e contro ANP, ma anche sulla necessità dell'unità in Italia 
contro il governo Meloni complice del genocidio.

sabato 21 dicembre 2024

pc 21 dicembre - Raccolta delle trasmissioni di ORE 12 Controinformazione rossoperaia - In uscita il 5° fascicolo da luglio a dicembre 2024

Per richiedere i precedenti fascicoli: pcro.red@gmail.com  



pc 21 dicembre - Un po' tardiva ma la risposta è arrivata Brescia Antifascista!

Venerdì 20 dicembre a Brescia imponente  risposta antifascista al corteo fascista e xenofobo di venerdì 13 dicembre – con 300 fascisti locali (e di Verona, Bergamo, Cremona e Mantova) in zona Stazione – e alle svastiche vergate su muri e monumenti del centro storico, un paio di giorni fa. Una svastica è comparsa anche sul basamento della statua della “Bella Italia”, a pochi passi dalla stele dei Caduti di piazza della Loggia che ricorda la strage fascista, di Stato e della Nato del 28 maggio 1974, con 8 morti e 102 feriti durante una manifestazione antifascista.

L’appuntamento antirazzista e solidale era per le 17.30 in piazza Rovetta, lanciato da Anpi e Cgil e a cui hanno aderito decine e decine di organizzazioni differenti, comprese le realtà antagoniste, seppur con proprie parole d’ordine. Le migliaia e migliaia di persone arrivate sono ben presto esondate in piazza Loggia. Da lì lo spezzone antagonista – Magazzino 47, Diritti per tutti e Collettivo Onda studentesca – è partito in corteo, con diverse migliaia di persone, arrivato nelle stesse strade percorse dai fascisti la scorsa settimana.


Il riassunto della mobilitazione antifascista di Brescia nel servizio del Giornale Radio con Marco, inviato della Redazione di Radio Onda d’Urto.

 

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(nel video, dell’Anpi Scuola Brescia, il corteo di movimento partito da piazza Loggia)

LE CORRISPONDENZE.

Ore 19 – Il corteo di movimento, molto compatto, è arrivato in via Corsica, quella immortalata nel video – ripreso da media locali e nazionali – del corteo di 300 fascisti del 13 dicembre, per mostrare visivamente “di chi è Brescia, città antifascista. Siamo dieci volte loro”, è stato scandito dall’impianto di amplificazione del corteo di Magazzino 47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca. Marco, della Redazione, in diretta.

Ore 18.30 – Il corteo di movimento, ingrossato con migliaia di persone, marcia verso le zone (stazione Fs e via Corsica) percorse dal corteo di 300 fascisti venerdì scorso. In testa il grande striscione “La vera sicurezza è questa qua: fuori i fascisti dalle città. Casa, diritti, dignità”.

Ore 18.15 – Molte migliaia di persone – 10 mila secondo le prime stime –  riempiono tutta piazza Loggia. Lo spezzone antagonista si muove in corteo spontaneo verso via X Giornate e il centrale corso Zanardelli.

Ore 18 – Si svuota piazza Rovetta, la folla – cresciuta ancora nei numeri, con diverse migliaia di presenti in continua crescita – tracima in piazza Loggia, dove si trova la stele dei Caduti della Strage fascista, di Stato e della Nato del 28 Maggio 1974. In testa lo spezzone di csa Magazzino 47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca (

Ore 17.45 – In piazza anche esponenti dell’Amministrazione comunale e i consiglieri di maggioranza (di centrosinistra), mentre quelli di destra hanno votato contro alla richiesta (comunque approvata) di sospendere per un’ora il Consiglio comunale in corso a palazzo Loggia.

ORE 17.30 – In piazza, prima del via ufficiale della mobilitazione, ci sono già abbondantemente oltre un migliaio di persone.

ORE 17 – Militanti antifasciste e transfemministe hanno realizzato un flash mob sulla statua della Bella Italia, punto di riferimento per decine di iniziative organizzate negli ultimi anni da Non Una Di Meno. 



pc 21 dicembre - AMAZON è SCIOPERO!

Autisti e magazzinieri di Amazon negli USA sono in sciopero. É il più esteso sciopero nella storia dell’azienda negli Stati Uniti.

L’interruzione del lavoro è causata dalla non volontà di Amazon di riconoscere il sindacato dei teamsters, accettando di conseguenza di contrattare con la Union  migliori condizioni retributive e di sicurezza.

Amazon è la seconda azienda nella lista di Fortune 500 ed è una delle multinazionali che ha investito di più nelle strategie anti-sindacali a livello mondiale, mentre i teamsters sono una delle realtà sindacali

pc 21 dicembre - Gli operai lottano... ogni tanto vincono... Gli operai di Forlì

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

da Radio Blackout

La vertenza che vede protagonisti gli operai pakistani reclutati a Prato da una ditta, la Sofalegname, che produce mobili imbottiti a Forlì è stata seguita dal sindacato sociale Sudd Cobas, di seguito un commento del compagno che abbiamo intervistato:

“Questi lavoratori già li conoscevamo in parte. Sono condizioni simili a quelle che troviamo spesso nel

pc 21 dicembre - Le comunità palestinesi - Lettera aperta ad Abu Mazen e alla leadership dell’Autorità Palestinese a Ramallah

Ciò che sta accadendo oggi nella nostra amata Palestina in termini di crimini, guerre di genocidio e pulizia etnica per mano dell’esercito occupante sionista e di branchi di coloni, con la partecipazione dell’alleanza imperialista e dei suoi seguaci e strumenti nella regione, richiede tutti ad avere una rilettura radicale, sia nelle performance politiche e militari che nelle traversie del movimento di massa e nella lotta dei popoli solidali con noi.

Ciò richiede che le persone leali in patria e nella diaspora prendano l’iniziativa per riunirsi, formulare le linee generali per l’imminente confronto con l’occupante e formulare politiche che consentano al nostro popolo e ai suoi amici di impegnarsi dietro le fila della resistenza all’occupazione. proteggere la patria e innalzare lo spirito combattivo ovunque, sia con il sostegno diretto che indiretto.

Ciò che accade oggi in Cisgiordania è esattamente il contrario, dove tutto ciò che è utile e resistente,

pc 21 dicembre - Le ferrovie in mano a Salvini e ai suoi manager un pericolo costante per i ferrovieri - Un nuovo incidente e una denuncia

Reggio Emilia. Tre operai feriti in incidente ferroviario

Il 18 dicembre 2024 c’è stato un ennesimo incidente su un cantiere nella DOIT di Bologna (per DOIT si intende il perimetro territoriale attribuito, per gestione e responsabilità, alla città di riferimento. Di solito coincide con la regione, ma in alcuni casi i confini possono essere anche più ampi). Capiremo di preciso cosa è accaduto, ma è evidente che la responsabilità di quanto è successo è da ricercarsi nelle condizioni in cui i lavoratori, siano essi dipendenti di ditte appaltatrici o ferrovieri, sono costretti ad operare.

Ormai da quando è partito il processo riorganizzativo ogni limite è stato superato; l’impunità garantita ad RFI sta producendo quello che da un anno denunciamo e ci chiediamo come mai sia così difficile,

venerdì 20 dicembre 2024

pc 20 dicembre - A Gaza è genocidio. Due rapporti inchiodano Israele e i suoi complici

In un rapporto di 179 pagine, Human Right Watch afferma di avere scoperto che le autorità israeliane hanno intenzionalmente privato i palestinesi di Gaza dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici necessari per la sopravvivenza umana di base.

«Le autorità e le forze israeliane hanno interrotto e in seguito limitato l’acqua corrente a Gaza; hanno reso inutile la maggior parte delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza tagliando l’elettricità e limitando il carburante; hanno deliberatamente distrutto e danneggiato le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e i materiali per la riparazione dell’acqua; e hanno bloccato l’ingresso di forniture idriche essenziali». E poi ancora: «L’acqua è essenziale per la vita umana, eppure per oltre un anno il governo israeliano ha deliberatamente negato ai palestinesi di Gaza il minimo indispensabile di

pc 20 dicembre - Salvini assolto a Palermo sul sequestro dei migranti della Open Arms - la campagna inaudita del governo e la sguaiata campagna di Salvini e dei suoi alleati nazionali e internazionali ha piegato i magistrati

 Il governo fascio/razzista Meloni-Salvini puo continuare nella sua azione antimmigrati e antiONG 
 
una corrisponza da Palermo questa mattina

Stamattina siamo stati davanti ad una delle entrate del carcere Pagliarelli di Palermo dove c’era un affollamento di televisioni, radio, giornalisti italiani e stranieri in attesa dell’arrivo del razzista Salvini per il processo il cui inizio era fissato per le 9,30.

Sono stati fatti entrare prima i rappresentanti delle parti civili (delle diverse Ong presenti: Open Arms, Mediterranea…, ma anche tante associazioni) e poi il pubblico a cui è vietato usare il telefonino. I rappresentanti delle ong non hanno voluto rilasciare interviste.

Mentre la polizia riprendeva tutti quelli che entravano nel piazzale, intorno alle 9,30 è arrivato pure Salvini, superblindato e accompagnato da alcuni dei suoi compari leghisti, come il fascistone Valditara.

Dentro l’aula bunker del carcere, alle 11,30 i giudici hanno deciso di ritirarsi in camera di consiglio per deliberare.

Dopo le 9,30, infatti, è iniziata l’udienza, l’ultima, alla fine della quale sarà emesso il verdetto, che vede imputato Matteo Salvini, nel 2019 ministro degli interni, per il sequestro di 147 migranti tra adulti e ragazzi che erano sulla nave della ong Open Arms il 19 agosto, e alla quale era stato impedito lo sbarco dei migranti.

Dopo l’apertura dell’udienza, alla presenza delle parti civili e dei loro avvocati (alcuni dei quali

pc 20 dicembre - Pulizia etnica, sete e «kill zone». Così funziona il genocidio di Gaza

I soldati israeliani la chiamano «kill zone» o «line of the dead bodies» e si estende fin dove l’occhio del cecchino può arrivare. Non ha confini precisi, la zona dei corpi morti ha frontiere immaginarie. Si trova all’altezza del corridoio Netzarim, una fascia di sette chilometri con cui Israele – da ben prima del 7 ottobre 2023 – spacca Gaza in due parti.

E’ qui, in questo spazio dove non vige alcuna legge né politica né morale, che le unità dell’esercito israeliano giocano il loro tetro torneo della morte: vince chi ammazza più palestinesi possibile. La storia la racconta Haaretz, il quotidiano israeliano da poco sanzionato dal suo stesso governo, dopo aver raccolto le voci di soldati, riservisti e ufficiali di ritorno da Gaza: in quella kill zone sono autorizzati a sparare a chiunque, senza ulteriori via libera.

Così sono stati uccisi centinaia di palestinesi, compresi bambini, e i loro corpi abbandonati. «Dopo gli spari, i cadaveri non vengono recuperati e attirano branchi di cani che vengono a mangiarli. A Gaza la

pc 20 dicembre - FRANCIA: Georges Abdallah: Manifestazione nazionale a Parigi il 21 dicembre

 info adesione Soccorso Rosso Proletario

FRANCIA: Georges Abdallah : Manif nationale, Paris, le 21 décembre

Appel du parquet… et après ?

Tous unis à Paris pour une nouvelle manifestation nationale !
Georges Abdallah doit être libre, maintenant ou maintenant !

« Par décision en date du jour, le tribunal d’application des peines a admis Georges Ibrahim Abdallah au bénéfice de la libération conditionnelle à compter du 6 décembre prochain, subordonnée à la condition de quitter le territoire national et de ne plus y paraître. » (Décision du tribunal d’application des peines, le 15 novembre)

Le 15 novembre dernier, le verdict de la Cour d’Application des peines de Paris est tombé, en réponse à la onzième demande de libération conditionnelle déposée par Georges Abdallah en juin 2023 : Georges Abdallah doit être libre ! Cette décision de justice – qui conforte les deux

pc 20 dicembre - Sul piano Stellantis - dalle "promesse" di governo e padrone alla realtà

 (Dal responsabile Slai cobas sc per il gruppo Stellantis)

Sul piano Stellantis che il Ceo JP Imparato, responsabile europeo del gruppo ha presentato al Mimit, il tavolo ministeriale, davanti ai ministri Urso Giorgetti Calderone e ai sindacati, il quotidiano ‘Il Messaggero’ scrive significativamente:

Il governo e Stellantis depongono le armi. Il primo intervento di Jean Philippe Imparato al Ministero delle Imprese è stato soddisfacente ed a chiudere il tavolo sulla multinazionale transatlantica è stato lo stesso padrone di casa, il ministro Adolfo Urso che ha seguito la vicenda dichiarando che non avrebbe fatto sconti. Il rappresentate dell’esecutivo voleva un nuovo piano ed impegni precisi e il manager di origini italiane è riuscito a centrare l’obiettivo. «Questa è una giornata importante, così è stata definita da tutti gli attori - ha spiegato Urso - Importante per l’auto italiana, per l’industria e per i lavoratori. Avevamo chiesto a Stellantis di confrontarsi su un piano industriale assertivo con investimenti, ricerca e sviluppo, modelli e piattaforme per i siti italiani e garanzia dei livelli occupazionale. E responsabilità nel governare la transizione del comparto auto italiano, indotto e filiera».

Due miliardi di investimenti più sei miliardi di acquisti dai diversi fornitori, per incrementare la produzione Stellantis negli stabilimenti italiani di city car e modelli ibridi collocati in tutte le fabbriche del gruppo, con la messa in opera delle piattaforme STLA modulari che sulle catene di montaggio permettono di gestire la produzione di più modelli, con la piattaforma large, a Cassino, la medium a Melfi e, annunciata a sorpresa, la piattaforma small a Pomigliano per le vetture piccole a produzione di massa, il polo del lusso concentrato a Modena.

Questa l’esposizione di JP Imparato per Stellantis al tavolo ministeriale. Ma appunto questa è la versione padronale che i problemi non li chiude ma li apre.

Il governo parla della fine di un conflitto. Non può che riferirsi alla recente e a suo modo inevitabile fase polemica, persino per il governo, dei "lasciamo fare ai padroni che producono", sollevata verso

giovedì 19 dicembre 2024

pc 19 dicembre - Formazione operaia - Dall'importante esperienza del proletariato nella Comune di Parigi, la critica alle concezioni dell'anarchismo e dell'opportunismo sullo Stato -- da Stato e rivoluzione di Lenin

Riprendiamo dal Cap. IV di Stato e rivoluzione, in cui Lenin riporta le "spiegazioni complementari di Engels", le parti che riteniamo più essenziali per lo scopo di questa Formazione: la comprensione di cosa è lo Stato borghese e cosa fa lo Stato nelle mani del proletariato, della maggioranza della popolazione, uno "stato non stato", che abolendo le classi estingue sè stesso, la sua necessità. 

Tanto c'è in questo capitolo, che chiaramente va letto tutto, ma ora è necessario concentrare l'attenzione. 

Questo capitolo è importante, e sempre molto attuale, per la critica che Lenin, riprendendo Marx e soprattutto passi di scritti di Engels, sviluppa verso le concezioni degli anarchici sullo Stato e verso l'opportunismo, che non solo porta una idea falsata dello Stato e non ha imparato niente dalla grande, sia pur troppo breve, esperienza della Comune di Parigi, ma come opportunisti/riformisti sono responsabili con le loro posizioni di lasciar loro campo aperto alle posizioni anarchiche.
Cosa esattamente uguale oggi. 

 

Lenin scrive: "...Il marxismo ha sempre insegnato che con l'abolizione delle classi si compie anche l'abolizione dello Stato. Il passo a tutti noto dell'Antidühring sull'"estinzione dello Stato" rimprovera gli anarchici non tanto di essere per l'abolizione dello Stato, quanto di pretendere che sia possibile abolire lo Stato "dall'oggi al domani".

"...Se la lotta politica della classe operaia - scriveva Marx deridendo gli anarchici e la loro negazione della politica - assume forme violente, se gli operai sostituiscono la loro dittatura rivoluzionaria alla dittatura della classe borghese, essi commettono il terribile delitto di leso-principio, perché per

pc 19 dicembre - Milano per la Palestina 21 dicembre

SABATO 21 DICEMBRE A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE

ore 14,00 - presidio di boicottaggio
al Carrefour via Farini a 50 metri da P.zza Maciachini con volantini e speakeraggio con BDS Milano e dintorni in occasione della giornata nazionale di boicottaggio, per poi spostarci insieme
ore 15,00 - 63° CORTEO A MILANO 
organizzato da tutte le Associazioni palestinesi
partenza da Piazza Maciachini M3
con termine al Cimitero Monumentale M5 

PER FERMARE IL GENOCIDIO
PER UN CESSATE IL FUOCO INCONDIZIONATO, IMMEDIATO E DURATURO. 
PER L'ACCESSO SENZA CONDIZIONI DEGLI AIUTI UMANITARI INTERNAZIONALI.
PER IL DIRITTO ALL'ESISTENZA ALLA RESISTENZA 
AL RITORNO DEI PROFUGHI 
PER IL DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE

pc 19 dicembre - Arresti in Grecia di compagni turchi lettori di Partizan - massima informazione e solidarietà - Soccorso Rosso Proletario

Intorno alle 12 dell’11 dicembre, la polizia greca ha fatto irruzione in un esercizio pubblico di Atene dove lavoravano dei lettori di Partizan.

Su questo attacco, il KKE (m-l) e Partizan hanno diffuso un comunicato dal titolo : “Continuiamo a far paura alle classi reazionarie”. Sull’irruzione, che la polizia greca ha sminuito affermando: “nessun arresto”, sono state diffuse le seguenti informazioni.

Durante l’irruzione, avvenuta senza un mandato ufficiale, senza giustificazione e senza l’autorizzazione di un pubblico ministero, la polizia ha effettuato una perquisizione domiciliare non autorizzata. Nel corso di questa perquisizione, un collaboratore di Partizan è stato oggetto di aggressione verbale e fisica. Allo stesso tempo, la polizia ha visitato altre attività commerciali nel quartiere, qualificandosi come un'unità "antiterrorismo", senza però fornire alcuna ragione per le perquisizioni e irruzioni. Durante la perquisizione, la polizia ha fermato, insieme al collaboratore di Partizan, due clienti, un greco e un turco, e un altro immigrato turco uscito dal ristorante che stava osservando la scena. A tutti è stato impedito di telefonare o contattare un avvocato. Durante la perquisizione sono state distrutte e sequestrate due telecamere appartenenti al ristorante.

Durante tutta l’operazione, la polizia non ha dato nessuna risposta alle richieste di informazioni degli avvocati. Nonostante le ripetute perquisizioni, la polizia ha addirittura negato che fossero avvenuti

pc 19 dicembre - Solidarietà in Grecia con i 62 attivisti detenuti in Grecia - info KKE(ml)

 

¡Solidaridad con los 62 activistas detenidos en Grecia!

Hoy 18 de diciembre se lleva a cabo el juicio contra 62 activistas que, como informa Antigeitonies, se atrevieron defender el derecho de manifestación ante las prohibiciones reaccionarias que impuso el gobierno con el pretexto de evitar la propagación del COVID. Los activistas llevan desde el 6 de diciembre de 2020, durante la manifestación por el asesinato de Alexandros Grigoropoulos, peleando jurídicamente por su inocencia.

Antigeitonies también denuncia que, como se ha demostrado ahora, cuatro años después de la pandemia, “está claro que el gobierno utilizó la protección de la salud como pretexto para prohibir y reprimir cualquier intento de movilización popular. Las reuniones en toda Grecia (Atenas, Salónica, Ioánina, Heraklion, etc.) en aquella época eran golpeadas por la policía y se producían detenciones,

pc 19 dicembre - Il processo "Ambiente svenduto" resta a Potenza - Ma, per favore, non si dica che non è un processo politico a favore del sistema dei padroni!

Purtroppo noi non ce ne meravigliamo - Il Codacons ha voluto fare un ricorso inutile, avventurista e demagogico.

Ma non si dica che valgono di più dei cavilli giuridici della giustizia per migliaia di operai e cittadini dei quartieri inquinati. 

Nel libro che abbiamo preparato sulle principali udienze del processo di 1° grado si dimostra ampiamente, anche dalle stesse dichiarazioni degli avvocati dei Riva e complici, che questo processo era ed è politico, che la sentenza di annullamento di 7 anni di processo rimane un grande favore a Riva e complici e un ulteriore schiaffo agli operai e popolazione. 

Ma, come abbiamo detto dal primo momento, nessuno si illuda, non finisce qui... 

Riportiamo dalla presentazione del Libro: "Un lungo processo raccontato attraverso 7 anni di udienze dal 2014 al 2021", una parte che tratta dei precedenti tentativi fatti in questi 7 anni dagli avvocati di padron Riva per spostare il processo da Taranto a Potenza  

*****

"Il processo Ilva è una sorta di sintesi di quello che il capitalismo. Marx se fosse vissuto ora sarebbe stato ultra interessato ad un processo come questo.

Il capitalismo a Taranto è come se avesse sintetizzato gli aspetti più esemplari in negativo di quello che il capitalismo che unisce agli effetti sempre più criminali di iper sfruttamento e quelli assassini di morte per il profitto. Oggi poi è come una bestia feroce, che ormai sta per cadere ma purtroppo non cade da sola, che diventa ancora più aggressiva.

Noi in questo stesso periodo abbiamo iniziato una Formazione marxista proprio sul Capitale, rivolta agli operai, ai giovani soprattutto che vogliano effettivamente capire, avere gli strumenti di analisi.

Ecco è come se stiamo dicendo le stesse cose, stiamo parlando del processo Ilva, stiamo parlando della Formazione sul Capitale di Marx che ci spiega a più di 150 anni di distanza il processo di produzione capitalista; ma che ci spiega nello stesso tempo che questo processo di produzione non è immortale. Però perché effettivamente muoia e si passi a un altro modo di produzione, che chiaramente non può essere questo presente solo “migliorato”, occorre che i “becchini” del capitale – come diceva Marx - gli operai, si organizzino e lottino per rovesciare questo sistema.

Tutto questo c’è nella vicenda Ilva.

In Ilva, dopo padron Riva che sembrava il massimo criminale, è venuto Mittall, che sul mettere

pc 19 dicembre - Altri 7,5 miliardi per le armi: il governo approva l’acquisto di 24 caccia Eurofighter con la Leonardo sempre in prima fila

 

Mentre il governo, con alla guida la fascista Meloni, continua a sbraitare che non ci sono soldi, anche in questi giorni in Parlamento dove va avanti la ridicola farsa dell’approvazione della finanziaria, dall’altro lato approva in tutta tranquillità l’acquisto di 24 Eurofighter ad alta tecnologia, che si aggiungo ai 90 già all’opera, per migliorare le prestazioni dell’imperialismo italiano nella guerra elettronica negli scenari di guerra che si allargano giorno dopo giorno.

Nuovi Eurofighter per l’Aeronautica, arriva il via libera dal Parlamento

Le commissioni di Camera e Senato hanno approvato l’acquisto di ulteriori ventiquattro caccia F2000 per l’Aeronautica militare. I nuovi velivoli andranno a sostituire i mezzi prossimi al pensionamento e potrebbero essere dotati delle ultime migliorie nell’ambito della guerra elettronica

17/12/2024

Proseguono gli sforzi dell’Italia per mantenere aggiornate le proprie capacità aeree. La commissione Difesa della Camera e la Commissione Affari esteri del Senato hanno dato parere favorevole al decreto ministeriale per l’acquisto di ventiquattro Eurofighter Typhoon, che andranno a sostituire i ventisei in dismissione a partire dal 2028. Attualmente, il caccia multiruolo di quarta generazione rappresenta il pilastro portante della flotta aerea italiana, la quale conta oltre novanta F2000.

I nuovi velivoli dovranno anche coprire i compiti attualmente svolti dai Tornado, in via di

mercoledì 18 dicembre 2024

pc 18 dicembre - Ancora una morte operaia a Genova - "basta morti sul lavoro! ci siamo rotti il ca..o” - Operai protestano per davvero

"Parliamo di sicurezza solo quando ci sono i morti", in strada la protesta dei lavoratori portuali.

"Siamo a parlare di sicurezza quando per l'ennesima volta un lavoratore ha perso la vita e non tornerà a casa". Esplode la protesta dei lavoratori a Genova dopo l'infortunio mortale al terminal di Pra'. Parlano di "situazione inaccettabile" e di allarmi inascoltati, bloccato il traffico davanti a uno dei varchi di accesso al porto.

Operaio morto al porto di Genova, la rabbia dei lavoratori: “Ci siamo rotti, non puoi uscire di casa e non tornare più dalla famiglia”

Striscioni e blocchi sul lungomare, monta la protesta di sindacati e operai: «Manca la prevenzione, troppi morti»

Operaio morto al porto di Genova, la rabbia dei lavoratori: “Ci siamo rotti, non puoi uscire di casa e non tornare più dalla famiglia”

Uno striscione bianco con scritto "basta morti sul lavoro! ci siamo rotti il ca..o” e i new jersey di un vicino cantiere a bloccare lungomare Canepa a Genova. È questa la protesta dei lavoratori portuali che dopo l'incidente mortale della scorsa notte al porto hanno deciso di scioperare per 24 ore e si sono radunati davanti al varco Etiopia del porto di Genova. La rabbia dei lavoratori è alta: «Non puoi uscire di casa e non tornare più dalla tua famiglia, è inaccettabile», dicono i colleghi della vittima. Il

pc 18 dicembre - Meloni racconta balle, vende fumo e mostra la sua natura - Editoriale


La Meloni alla sua festa di Atreju si è esercitata nel mestiere che le riesce meglio: raccontare balle, vendere fumo e mostrare la sua vera natura, che in questo caso coincide con la natura effettiva di FdI e con la visione ideologica e politica del suo programma e del ruolo del suo governo nella trasformazione reazionaria dello Stato, delle Istituzioni, degli strumenti di consenso, egemonia di massa, volti ad costruire un regime moderno fascista.

I toni sono stati da campagna elettorale permanente, di attacchi volgari e sguaiati a forze dell’opposizione, a personaggi di essa, per dipingersi come novità, salvatrice della patria, della nazione, con toni a metà tra demagogia spicciola e ruffianismo verso i poteri cosiddetti “forti” nazionali, europei e mondiali.

Le balle sono chiaramente quelle sui temi di politica economica e sono quelle di sempre di tutti i reazionari della sua parte in peggio: dal milione di posti di lavoro di Berlusconi (da creare) a 1 milione di posti di lavoro creati, ecc. Si possono usare i dati come si vogliono, ma questa cosa non sta né in cielo né in terra; la disoccupazione di massa, la disoccupazione giovanile e femminile, le regioni disastrate del sud per la mancanza di lavoro, non sono state intaccati neanche di una virgola da questo governo, come tutti possono verificare, non solo nelle loro città, nei loro quartieri popolari, nelle loro famiglie. E i giochetti sui contratti - determinati, indeterminati – sono appunto giochetti, il posto di lavoro di tutti o è precario, o è a rischio o non c’è. E che si discuta tanto su come regolarizzare raider, ecc. è solo lo specchio della montagna di lavoratori, soprattutto giovani, che fanno lavori di merda, per salari di merda e condizioni di merda. Su questo, questo governo non fa certo meglio dei governi precedenti ma sicuramente si predispone sempre di più per fare peggio.

L’altra balla è la questione dei ricchi e dei poveri, dei salari e dei redditi. All’ombra di questo governo

pc 18 gennaio - Palestina/Siria - Una valutazione e un lavoro in corso e da fare - Editoriale

In Palestina avanza dietro la “foglia di fico” del cessate il fuoco e dello scambio degli ostaggi con prigionieri palestinesi il piano genocida dello stato sionista israeliano, appoggiato dall’imperialismo Usa, pronto a passare, nel cambio presidenziale da Biden a Trump, ad uno stadio di piena realizzazione ed a scrivere l’ennesima pagina nera del sistema capitalista/imperialista nella storia dei crimini dell’umanità e dei genocidi.

Su questo non c’è altra soluzione che il sostegno alla resistenza palestinese, la sua unità e alla guerra ad Israele da parte di tutto il mondo arabo entro cui si sviluppi il movimento di resistenza anti imperialista di tutte le masse arabe, volto a rovesciare e a prendere il posto dei regimi arabi complici o inconseguenti.

Bisogna avere fiducia nelle masse, sostenere la resistenza fino alla vittoria dal fiume al mare per la liberazione della Palestina.

Lo stato di Israele, appoggiato dall’imperialismo, tutto, e non contrastato dalle cosiddette “potenze alternative” all’imperialismo Usa, Russia e Cina, ha occupato una parte del Libano e “domato” la lotta degli Hezbollah. Naturalmente tutto questo è sempre di natura temporanea nell’incendio del Medio Oriente.

A questo si è aggiunta la crisi siriana, su cui è assolutamente da fare una distinzione. Da un lato è del tutto evidente che lo stato sionista di Israele, approfittando della “pace” temporanea in Libano ha concentrato la sua azione militare in Siria, occupando le alture del Golan e ulteriori territori, con lo scopo anche qui di restarci per sempre e ha colpito pesantemente le strutture militari siriane per evitare che esse possano svolgere funzione anti Israele. E quindi, è senz’altro giusto che la crisi siriana abbia

pc 18 gennaio - La lotta contro il Ddl 1660 dopo la grande manifestazione di Roma - editoriale

La manifestazione di Roma del 14 dicembre contro il Ddl sicurezza, con una partecipazione di oltre 50mila persone, ha dimostrato che l’area dell’opposizione a questo Ddl è cresciuta, è venuta allo scoperto e abbraccia un vasto arco di forze, il massimo possibile finora.

La natura liberticida e di repressione sistemica, la edificazione, tappa dopo tappa, di uno ‘Stato di polizia’ verso ogni movimento di lotta, la restrizione di tutte le libertà democratiche e il diffuso clima di criminalizzazione anche del dissenso, mostrano nel loro insieme il carattere di avanzamento del regime di moderno fascismo per il quale questo governo lavora, sostenuto apertamente da un’ala della borghesia con un’altra ala che sta a vedere se la cosa funziona in termini di pace sociale, stabilità governativa, sostenuta dal consenso forzoso di settori della popolazione.

E’ chiaro che su questo terreno noi siamo per l’ampliamento dell’opposizione che oltre a fare il pieno della sinistra proletaria e rivoluzionaria, dei movimenti di lotta, riesca a spostare non solo le forze

pc 18 dicembre - Per Vittorio Granillo - Saluto dello Slai cobas per il sindacato di classe


Gli operai, tutte le lavoratrici e i lavoratori dello Slai cobas per il sindacato di classe sono molto addolorati per la morte di Vittorio Granillo, dirigente operaio dello Slai cobas di Pomigliano/Napoli, e mandano un saluto solidale a tutti gli operai, le operaie, i compagni di Pomigliano per la loro grave perdita, dopo quella recente di Mara Malavenda, anch'essa lavoratrice dirigente del sindacato, con cui Vittorio ha sempre lottato.

Si tratta di una perdita di un compagno con cui siamo stati legati dal 1992, dalla nascita, per la prima volta, e rimasta unica, dei cobas nelle grandi fabbriche; abbiamo fatto un percorso di anni insieme, e anche quando abbiamo autonomamente costruito lo Slai cobas per il sindacato di classe, il legame di lotta di classe, l'affetto, la simpatia scherzosa, anche nei momenti di polemica sono stati sempre presenti.

Non si tratta solo della perdita di un compagno, operaio comunista, ma della perdita di un pezzo di storia del movimento operaio, non solo di Pomigliano, un pezzo di storia della difficile strada per ricostruire il sindacalismo di classe, a partire dalle fabbriche, che veda protagonisti gli operai e operaie, centrali nella battaglia per porre fine al sistema economico, politico del capitale, per diventare i "becchini" di questo sistema di sfruttamento e di oppressione.

Vittorio in questa battaglia è stato un esempio di coerenza e di radicale opposizione di ogni compromesso, anche quando insieme a Mara hanno fatto l'esperienza della lotta parlamentare.

Noi vogliamo ricordare Vittorio soprattutto nelle sue battaglie dentro l'Alfa, poi Fiat di Pomigliano degli "anni buoni" in cui la sua lotta coerente, di scontro aperto verso tutti i responsabili dell'attacco verso gli operai, la sua forza, determinazione, riconosciuta e seguita da tantissimi operai e operaie aveva permesso di conquistare dei risultati in fabbrica. Anche quando lo Slai cobas nazionale ha cambiato il suo Dna di sindacato di classe e di base con al centro le fabbriche e nelle mani degli operai, Vittorio ha mantenuto coerentemente la natura operaia dello Slai cobas di Pomigliano.

Poi vi è stato la situazione e il clima difficile nelle fabbriche che tuttora permane; in questi anni abbiamo anche polemizzato con Vittorio per una sua certa illusione giudiziaria. Ma anche in questo periodo non è mai venuto meno il rispetto reciproco e il riconoscimento, sia pur con differenti posizioni,  della sincerità con cui Vittorio, e Mara, facevano anche questa battaglia, pensando solo e soltanto agli operai e operaie.

Vittorio, come Mara, ci mancherà molto, anche la sua ironia e ottimismo, ma rimarrà sempre con noi.

Slai cobas per il sindacato di classe

coordinamento nazionale

pc 18 dicembre - Processo Askatasuna: 88 anni richiesti perché lottare é reato

 

Secondo il ragionamento che sottende la ricostruzione dell’accusa, espressa oggi attraverso la requisitoria della pm Manuela Pedrotta, la lotta sociale della città e della Valle sarebbe riconducibile a una totale strumentalizzazione da parte di un gruppo di persone che utilizzano i contesti sociali per i propri obiettivi criminali.

Basterebbe quindi secondo la pm riportare stralci di intercettazioni – completamente decontestualizzate – durate dalla fine del 2019 all’inizio del 2021 per ricostruire la storia di un pezzo di movimento di questo paese. Il tono denigratorio e dispregiativo é il filo conduttore delle numerose ore di requisitoria: come poter dare credibilità a un tale livello di becero disprezzo é la domanda che corre tra i visi dei presenti in aula. Oggi sono tante le persone che sono venute per dare sostegno agli imputati, in tutto 28 di cui 16 con l’accusa di associazione a delinquere.

Ciò che conta è che se questo processo si concluderà con una legittimazione di tale disegno potremo

pc 18 dicembre - Processo Askatasuna/No Tav - la Santa Inquisizione mentre processa, criminalizza pubblico e avvocati - massima denuncia e solidarietà

 info da stampa borghese

Processo Askatasuna, la requisitoria del pm: «Quei militanti sono professionisti della violenza». Chieste 26 condanne con pene da 1 a 7 anni

L'accusa è di associazione a delinquere per 20 esponenti del centro sociale. I difensori contro una telecamera in Aula: «Riprende gli attivisti tra il pubblico, non può». Quattro persone del pubblico allontanate per «dileggio del pm»

Dentro al centro sociale Askatasuna c’è «un’associazione per delinquere, che ha la finalità di commettere reati con l’uso della violenza, per contrastare i portatori di ideologie diverse o quelli che il sodalizio ritiene essere avversari», dice subito il pubblico ministero Manuela Pedrotta, in una requisitoria di oltre sette ore, alla fine della quale chiederà la condanna dei 26 imputati, per un totale di circa 88 anni di reclusione. Dai sette per Giorgio Rossetto, considerato il leader, a un anno, la pena più bassa. 

Le accuse vanno dall’associazione per delinquere appunto — a 16 persone — alla violenza aggravata a

pc 18 dicembre - Vittorio è vivo e lotta insieme a noi!

Lo Slai cobas, insieme ai suoi militanti,
annuncia una camera ardente per salutare Vittorio,
giovedì 19 dicembre dalle ore 9 : 00 alle 17 : 00
in via Nuova del Campo civico 51 (Doganella) Napoli


Comunicato stampa Pomigliano 17 dicembre 2024
Lutto nel sindacalismo di base e di classe, morto a Napoli Vittorio Granillo, cofondatore dello Slai Cobas insieme a Mara Malavenda e Antonio Tammaro.
Lutto nel sindacalismo di base e di classe per la morte del cofondatore dello Slai Cobas, il compagno Vittorio Granillo. Lo storico dirigente sindacale nei primi anni '90 aveva dato vita allo Slai Cobas insieme a Mara Malavenda, anche lei recentemente scomparsa, e Antonio Tammaro.
Lo Slai cobas con a capo Vittorio Granillo, all’epoca operaio dell’Alfa sud, fu tra i primi promotori di molteplici lotte operaie nello stabilimento automobilistico: parità di genere, lotta alla flessibilità ed a tutte le forme di precarietà, lotta alla privatizzazione della previdenza e della sanità pubblica.
A causa di quelle lotte fu più volte licenziato, per poi essere reintegrato a seguito delle lotte solidali dei compagni di lavoro.
Grazie a quelle lotte lo Slai cobas è riuscito a conquistare nelle aule giudiziarie, confermando in innumerevoli sentenze di Cassazione la nazionalità dell’azione sindacale (art. 28), senza dover sottostare agli effetti del famigerato accordo del 14 gennaio 2014.
I compagni Granillo e Malavenda, guidando i Cobas per l'autorganizzazione, si cimentarono pure sul terreno politico, affermando le ragioni del conflitto sociale anche nelle sedi istituzionali, con la significativa esperienza parlamentare di netta opposizione alle prime leggi di deregolamentazione del lavoro, a partire dal nefando pacchetto Treu.

pc 18 dicembre - Il governo colpisce le Ong e nasconde i naufraghi - un contributo

Verso i porti di sbarco vessatori, su rotte disumane, il governo colpisce le ONG e nasconde i naufraghi

di Fulvio Vassallo Paleologo da Adif

1. La chiusura della kermesse di Atreju è stata caratterizzata da un ulteriore violento attacco di Giorgia Meloni ai soccorsi umanitari, con un ministro dell’interno che è arrivato a sostenere che persino la missione Mare Nostrum della Marina militare, dopo le stragi di Lampedusa, ed a sud di Malta, del 3 e dell’11 ottobre 2013, avrebbe alimentato l’immigrazione irregolare. Questo attacco si è pure tradotto nelle norme dell’ultimo Decreto legge 145/2024, convertiro nella legge 187/2024, che tende a penalizzare ulteriormente i soccorsi umanitari, estendendo agli aerei del soccorso civile regole inapplicabili dall’ENAC, per limitarne il raggio di azione, e accelerando le procedure che possono portare alla confisca delle navi e degli aereomobili delle odiate ONG. Perchè di vero e proprio odio si deve parlare se si ascoltano le parole usate contro i soccorsi civili dalla maggioranza di governo e dai suoi esponenti di spicco, davanti al fallimento del modello Albania. Senza neppure un cenno alle vittime, se non per attaccare ancora le ONG, ritenute responsabili persino dei naufragi. Finora, nel 2024, risultano accertati oltre 1600 tra morti e dispersi. Negli ultimi giorni, sulla base delle segnalazioni di Alarme Phone, sembra che almeno 150/160 persone siano scomparse nelle acque internazionali del Mediterraneo centrale. Alla fine di agosto 2024 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo ha raggiunto le 1.342 unità, di cui 1.053 nel Mediterraneo centrale. Oggi il rischio di perdere la vita sulla rotta è pari a 1 caso ogni 40 arrivi (era stato di 1 ogni 63 nel 2023). Dunque non è del tutto vero che le misure adottate dal governo abbiano ridotto le vittime delle traversate, pure nel quadro generale di complessivo calo degli arrivi.

2. Quasi tutti i mezzi di informazione italiani hanno ignorato la più recente sequenza di naufragi e di soccorsi in extremis nel Mediterraneo centrale. Mentre i mezzi più piccoli del soccorso civile hanno potuto sbarcare i naufraghi a Lampedusa, anche se già si sta tentando di colpirli assegnando il porto di sbarco più lontano di Porto Empedocle, si è completata la strategia innescata dal Decreto legge Piantedosi del 2 gennaio 2023 (legge 15/2023) per fare fuori le navi umanitarie più grandi, costrette a raggiungere porti vessatori, perchè sempre più lontani, con a bordo qualche decina di persone, pur avendo la possibilità di soccorrerne centinaia. In queste condizioni, dopo una serie di fermi amministrativi e di porti vessatori, MSF ha anunciato il ritiro della Geo Barents dal Mediterraneo centrale, una “resa al governo Meloni”, per i giornali di destra. Mentre la Ocean Viking di SOS Mediterraneè che nello Ionio meridionale aveva effettuato un secondo soccorso assai complesso, in concorso e sotto coordinamento con la Guardia costiera italiana, riceveva l’indicazione di raggiungere il porto di sbarco di Ravenna. Una scelta della destinazione che, considerate le condizioni dei naufraghi e la durata del tragitto, ha deliberatamente esposto persone già duramente provate, ad un vero e proprio trattamento disumano, con particolare riguardo ai più vulnerabili, ai feriti ed ai minori.

Le circostanze dei soccorsi, prima a sud di Lampedusa, poi il secondo, nello Ionio meridionale, e le condizioni dei naufraghi, tra cui donne e bambini ancora a bordo di Ocean Viking, in giorni ormai invernali, caratterizzati da temperature rigide e mare agitato, fanno dunque definire non solo la destinazione assegnata di Ravenna come un porto “vessatorio”, ma la stessa rotta che la nave dovrà percorrere in almeno tre giorni di navigazione, come una “rotta disumana”, per le sofferenze alle quali andranno incontro i naufraghi. Che non hanno certo intrapreso la traversata per la presenza, ormai sporadica, di qualche nave delle ONG in acque internazionali a sud di Lampedusa, peraltro distante dalla rotta “turca”, ma che era una scelta obbligata al limite, ed oltre, della disperazione, a causa delle condizioni di crescente violenza e di abusi sistematici alle quali sono esposte tutte le persone migranti in transito non solo in Libia e in Tunisia, ma anche in altri paesi definiti come “sicuri”.

3. Adesso sembra che riprendano ad arrivare anche pescherecci partiti dalla Turchia, una rotta di fuga che impone lunghi gioni di navigazione che nei mesi invernali possono risultare letali per il rischio di ipotermia. Evidentemente gli eventi che si stanno verificando nel vicino oriente ed il ruolo che la Turchia sta giocando in Siria e in Libia, con movimenti forzati di migliaia di profughi, hanno riaperto una rotta che si riteneva chiusa. Mentre si segnalano partenze anche su un’altra rotta che si riteneva chiusa, quella dalla Cirenaica del generale Haftar, sempre più sotto l’influenza russa, dopo il rovesciamento di Assad in Siria. Ma di tutto questo in Italia non si deve parlare e tutto l’orrore dei naufragi, vere e proprie sparizioni forzate, viene coperto dalla propaganda contro i trafficanti. Che poi fanno fortuna proprio sul probizionismo delle migrazioni e sulla mancanza di canali legali di ingresso per i potenziali richiedenti asilo, costretti a pagare i trafficanti e sempre più esposti al rischio della vita.

Secondo quanto pubblicato da Sergio Scandura, corrispondente per il Mediterraneo di Radio Radicale, nella giornata di sabato 14 dicembre, 129 Naufraghi: di cui 43 le donne, una incinta, 43 i bambini, incluso un bimbo di mese, a bordo di un piccolo peschereccio di acciaio lungo circa 15 metri, partito dalla Turchia,venivano salvate a 76 miglia nautiche dalle coste calabresi. in condizioni di mare avverso, con una operazione di soccorso congiunta della ONG Ocean Viking e della Guardia Costiera italiana.