Fisco:
Assolombarda, abolire Imu su imbullonati
(Sole24ore)"Il problema dell'Imu sui macchinari va risolto
subito, con un intervento strutturale che ponga fine a uno degli
aspetti piu' evidenti della schizofrenia fiscale di questi anni".
Lo afferma Carlo Bonomi, vicepresidente di Assolombarda, in
un'intervista al Sole 24 Ore, riferendosi alla tassazione sui
macchinari imbullonati. "Prospettare un intervento"
all'interno del piano taglia-tasse annunciato da Renzi "non
basta perche' sposta tutto al 2016 mentre questa tassazione
paradossale, che colpisce in modo piu' o meno casuale le imprese a
seconda del comportamento delle direzioni provinciali delle Entrate,
va cancellata subito", osserva. "C'erano emendamenti
bipartisan, presentati nel corso dei lavori parlamentari sulla
conversione del decreto enti locali, che andavano benissimo perche'
spiegavano che macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti
funzionali al processo produttivo non concorrono alla determinazione
della rendita catastale. Si riprenda questa misura e la si approvi
nel primo provvedimento utile, senza aspettare la manovra dell'anno
prossimo", conclude Bonomi.
Dalla Formazione operaia on-line 4 giugno 2015
“... la parte del capitale che si converte in mezzi di produzione, cioè in materia prima, materiali ausiliari e mezzi di lavoro, non cambia la propria grandezza di valore nel processo di produzione. Quindi la chiamo parte costante del capitale, o, in breve, capitale costante.”
“Invece la parte del capitale convertita in forza-lavoro cambia il proprio valore nel processo di produzione. Riproduce il proprio equivalente e inoltre produce un’eccedenza, il plusvalore, che a sua volta può variare, può essere più grande o più piccolo. Questa parte del capitale si trasforma continuamente da grandezza costante in grandezza variabile. Quindi la chiamo parte variabile del capitale, o in breve: capitale variabile.”
…………..Ma come trasferisce per esempio una macchina
il proprio valore di 1000 sterline al prodotto? “Sia
una macchina per esempio del valore di 1000
sterline, e si logori in mille giorni. In questo caso
un millesimo del valore della macchina passa
giornalmente da questa al suo prodotto
giornaliero. Contemporaneamente la macchina
opera nel suo insieme, sia pure con vitalità
decrescente, nel processo lavorativo. Si vede
dunque che un fattore del processo
lavorativo, un mezzo di produzione, entra
completamente nel processo lavorativo, ma
solo parzialmente nel processo di
valorizzazione.”
Dunque, conservare valore aggiungendo
valore è una dote di natura della forza-
lavoro in atto, del lavoro vivente; dote di
natura che non costa niente all’operaio ma
frutta molto al capitalista: gli frutta la
conservazione del valore capitale
esistente. Finché gli affari vanno bene, il capitalista è troppo sprofondato nel far
plusvalore per vedere questo dono gratuito del
lavoro. Ma le interruzioni violente del processo
lavorativo, le crisi, glielo fanno notare in maniera
tangibile.” E infatti, in questi casi, il capitalista si
lamenta perché deve pagare; senza gli operai
che lo tengono vivo, anche il capitale nella forma
dei mezzi di produzione si perde.
E proprio in queste occasioni risalta ancora di
più il fatto che la forza lavoro crea valore
perché come è stato detto “Mentre il lavoro,
mediante la sua forma idonea al fine,
trasferisce e conserva nel prodotto il valore
dei mezzi di produzione, ogni momento del
moto del lavoro crea valore aggiuntivo,
neovalore.
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