I 21 punti posti dalla
Internazionale Comunista su cui nasce il Partito Comunista d'Italia
- il 21 gennaio del 1921
1. Tutta
l'attività di propaganda e di agitazione deve essere di natura
autenticamente comunista e conforme al programma e alle decisioni
dell'Internazionale Comunista. Tutta quanta la stampa di partito
deve essere sotto la direzione di comunisti fidati che abbiano dato
prova di devozione alla causa del proletariato. La dittatura del
proletariato non dev'essere considerata semplicemente come formula
d'uso corrente meccanicamente appresa; bisogna propugnarla in modo
da renderne comprensibile la necessità a qualsiasi comune operaio
od operaia, ad ogni soldato e contadino, partendo dai fatti della
loro vita di tutti i giorni, che bisogna riferire e utilizzare
quotidianamente nella nostra stampa. I periodici e le altre
pubblicazioni, e tutte le case editrici del partito, devono essere
completamente subordinate al praesidium del partito,
indipendentemente dal fatto che in quel dato momento il partito sia
legale o clandestino. Non bisogna permettere che le case editrici
abusino della propria indipendenza e portino avanti una linea
politica che non sia in assoluta armonia con la linea politica del
partito. Negli articoli del giornale, nelle assemblee popolari, nei
sindacati e nelle cooperative, ovunque gli aderenti
all'Internazionale Comunista siano presenti, è necessario
denunziare, sistematicamente ed implacabilmente, non soltanto la
borghesia, ma anche i suoi servi, i riformisti di ogni sfumatura.
2. Qualsiasi
organizzazione che voglia aderire all'Internazionale Comunista deve
rimuovere, sistematicamente, i riformisti e i centristi da tutti gli
incarichi di responsabilità all'interno del movimento operaio
(organizzazioni di partito, comitati di redazione, sindacati, gruppi
parlamentari, cooperative, organi di governo locali) e sostituirli
con comunisti collaudati, anche se, soprattutto all'inizio, sarà
necessario sostituire degli opportunisti "esperti" con dei
semplici lavoratori di base.
3. Praticamente
in tutti i paesi d'Europa e d'America la lotta di classe sta
entrando nella fase della guerra civile. In questa situazione i
comunisti non possono assolutamente contare sulla legalità
borghese. Essi sono costretti a creare ovunque un'organizzazione
clandestina parallela che nel momento decisivo aiuterà il partito a
fare il suo dovere per la rivoluzione. In tutti i paesi in cui i
comunisti non sono in grado di operare legalmente, a causa dello
stato d'assedio o di leggi d'emergenza, è assolutamente
indispensabile affiancare al lavoro legale quello clandestino.
4. Il dovere di
divulgare le idee comuniste include il preciso dovere di portare
avanti un'attività di propaganda sistematica ed energica
nell'esercito. Laddove tale opera di agitazione sia impedita dalle
leggi d'emergenza, bisogna portarla avanti clandestinamente. Il
rifiuto d'assumersi un compito di questo genere equivarrebbe al
ripudio del dovere rivoluzionario ed è incompatibile con
l'appartenenza all'Internazionale Comunista.
5. Bisogna fare
opera d'agitazione sistematica e programmata nelle campagne. La
classe operaia non può consolidare la propria vittoria se con la
propria linea politica non si è assicurato l'appoggio di almeno
parte del proletariato rurale e dei contadini più poveri, e la
neutralità di parte della popolazione rurale rimanente. Attualmente
l'attività comunista nelle zone rurali va acquistando un'importanza
di primo piano. Bisogna portarla avanti soprattutto valendosi
dell'aiuto dei lavoratori comunisti urbani e rurali che hanno
stretti rapporti con le campagne. Il trascurare questo lavoro o
l'abbandonarlo nelle mani malfide dei semiriformisti equivale alla
rinuncia alla rivoluzione proletaria.
6. Ogni partito
che voglia aderire all'Internazionale Comunista è tenuto a
smascherare non soltanto il socialpatriottismo dichiarato, ma anche
la falsità e l'ipocrisia del socialpacifismo; a rammentare
sistematicamente ai lavoratori che senza l'abbattimento
rivoluzionario del capitalismo nessuna corte internazionale
d'arbitrato, nessun accordo par la limitazione degli armamenti,
nessuna riorganizzazione "democratica" della Società
delle Nazioni, potrà impedire delle nuove guerre imperialistiche.
7. I partiti che
vogliono aderire all'Internazionale Comunista sono tenuti a
riconoscere la necessità di una frattura completa ed assoluta con
il riformismo e con la linea politica del "centro", e a
propugnare il più diffusamente possibile questa frattura tra i
propri membri. Senza di ciò non è possibile nessuna linea politica
coerentemente comunista. L'Internazionale Comunista esige
assolutamente e categoricamente che si operi tale frattura il più
presto possibile. L'Internazionale Comunista non può accettare che
dei noti opportunisti, come Turati, Modigliani, Kautsky, Hilferding,
Hilquit, Longuet, MacDonald, ecc. abbiano il diritto di apparire
quali membri dell'Internazionale Comunista. Ciò non potrebbe non
portare l'Internazionale Comunista ad assomigliare per molti aspetti
alla Seconda Internazionale, che è andata in pezzi.
8. Per i partiti
dei paesi la cui borghesia possiede delle colonie ed opprime altre
nazioni è necessario tenere un atteggiamento particolarmente
esplicito e chiaro sulla questione delle colonie e dei popoli
oppressi. Ogni partito che voglia aderire all'Internazionale
Comunista è tenuto a smascherare i trucchi e gli inganni dei
"propri" imperialisti nelle colonie, ad appoggiare non
solo a parole ma con i fatti ogni movimento di liberazione nelle
colonie, ad esigere che i propri imperialisti vengano espulsi da
tali colonie, ad instillare nei lavoratori del proprio paese un
atteggiamento di autentica fratellanza nei confronti dei lavoratori
delle colonie e dei popoli oppressi, e a fare sistematicamente opera
d'agitazione tra le truppe del proprio paese perché non collaborino
all'oppressione dei popoli coloniali.
9. Ogni partito
che voglia aderire all'Internazionale Comunista deve dare attività
sistematica e durevole nei sindacati, nei consigli operai e nei
comitati di fabbrica, nelle cooperative e nelle altre organizzazioni
di massa dei lavoratori. Bisogna costituire all'interno di tali
organizzazioni delle cellule comuniste che attraverso un'opera
costante ed indefessa conquistino alla causa del comunismo i
sindacati, ecc. Nel corso del proprio lavoro quotidiano le cellule
debbono smascherare ovunque il tradimento dei socialpatrioti e
l'instabilità del "centro". Le cellule comuniste debbono
essere completamente subordinate al partito nel suo complesso.
10. Ogni partito
appartenente all'Internazionale Comunista è tenuto ad ingaggiare
una lotta inesorabile contro l'"Internazionale" di
Amsterdam dei sindacati gialli. Deve propagandare con il massimo
vigore tra i sindacalisti la necessità di una rottura con
l'Internazionale gialla di Amsterdam. Deve fare tutto il possibile
per appoggiare l'Associazione internazionale dei sindacati rossi,
aderente alla Internazionale Comunista, in via di formazione.
11. I partiti che
vogliono aderire all'Internazionale Comunista sono tenuti a
sottoporre a revisione i componenti dei propri gruppi parlamentari e
a destituire tutti gli elementi infidi, a far sì che tali gruppi
siano subordinati al praesidium del partito non soltanto a parole ma
nei fatti, esigendo che ogni singolo parlamentare comunista
subordini tutta la sua attività agli interessi di una propaganda e
di un'agitazione autenticamente rivoluzionarie.
12. I partiti
appartenenti all'Internazionale Comunista debbono basarsi sul
principio del centralismo democratico. Nell'attuale momento di aspra
guerra civile, il Partito comunista potrà assolvere al proprio
compito soltanto se la sua organizzazione sarà il più possibile
centralizzata, se si imporrà una disciplina ferrea, e se la
centrale del partito, sorretta dalla fiducia degli iscritti, avrà
forza ed autorità e sarà dotata dei più vasti poteri.
13. I partiti
comunisti dei paesi in cui i comunisti operano nella legalità ogni
tanto debbono intraprendere un'opera di epurazione (reiscrizione)
tra i membri del partito per sbarazzarsi di tutti gli elementi
piccolo borghesi che vi siano infiltrati.
14. Ogni partito
che voglia aderire all'Internazionale Comunista è tenuto ad
appoggiare incondizionatamente tutte le repubbliche sovietiche nella
lotta contro le forze controrivoluzionarie. I partiti comunisti
debbono portare avanti una propaganda esplicita per impedire l'invio
di munizioni ai nemici delle repubbliche sovietiche; debbono anche
fare opera di propaganda, con tutti i mezzi, sia legali sia
illegali, tra le truppe inviate a soffocare le repubbliche operaie.
16. Tutti i
deliberati dei congressi dell'Internazionale Comunista, così come i
deliberati del suo Comitato Esecutivo, sono vincolanti per tutti i
partiti appartenenti all'Internazionale Comunista. L'Internazionale
Comunista, che opera in una situazione di aspra guerra civile, deve
avere una struttura assai più centralizzata di quella della Seconda
Internazionale. Naturalmente l'Internazionale Comunista e il suo
Comitato Esecutivo debbono tener conto in tutte le proprie attività
della diversità di situazioni in cui si trovano a lottare ed
operare i singoli partiti, e debbono prendere delle decisioni
vincolanti per tutti unicamente quando tali decisioni siano
possibili.
17. A questo
proposito, tutti i partiti che vogliono aderire all'Internazionale
Comunista debbono cambiare nome. Ogni partito che voglia aderire
all'Internazionale Comunista deve chiamarsi: Partito Comunista del
tale paese (sezione dell'Internazionale Comunista). Il fatto del
nome non è soltanto una questione formale, ma una questione
squisitamente politica e di grande importanza. L'Internazionale
Comunista ha dichiarato guerra a tutto il mondo borghese e a tutti i
partiti della socialdemocrazia gialla. La differenza tra i partiti
comunisti e i vecchi partiti "socialdemocratici" o
"socialisti" ufficiali, che hanno tradito la bandiera
della classe operaia, dev'essere resa comprensibile ad ogni semplice
lavoratore.
18. Tutti i
principali organi di stampa di partito di tutti i paesi sono tenuti
a pubblicare tutti i documenti ufficiali importanti del Comitato
Esecutivo dell'Internazionale Comunista.
19. Tutti i
partiti appartenenti all'Internazionale Comunista e quelli che hanno
fatto domanda d'ammissione sono tenuti a convocare al più presto, e
in ogni caso entro quattro mesi dal secondo congresso
dell'Internazionale Comunista, un congresso straordinario per
esaminare tutte queste condizioni d'ammissione. A questo proposito
tutte le centrali di partito devono provvedere a che i deliberati
del secondo congresso dell'Internazionale Comunista siano rese note
a tutte le organizzazioni locali.
20. I partiti che
ora vogliono aderire all'Internazionale Comunista, ma che non hanno
ancora cambiato radicalmente la loro vecchia strategia, prima di
entrare nell'Internazionale Comunista debbono provvedere a che il
loro comitato centrale e tutti gli organismi dirigenti centrali
siano composti per non meno dei due terzi da compagni che già prima
del secondo congresso propugnassero pubblicamente e
inequivocabilmente l'entrata del proprio partito nell'Internazionale
Comunista. Si possono fare delle eccezioni con il consenso del
Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista. Il CEIC ha anche
il diritto di fare delle eccezioni nel caso dei rappresentanti del
centro menzionati nel paragrafo 7.
21. I membri del
partito che rifiutino in via di principio le condizioni e le tesi
elaborate dall'Internazionale Comunista debbono essere espulsi dal
partito. Lo stesso vale specialmente per i delegati ai congressi
straordinari.
I
DIECI PUNTI approvati al CONGRESSO DI LIVORNO
1.
Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre
crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di
produzione, dando origine all'antitesi di interessi ed alla lotta di
classe tra il proletariato e la borghesia dominante.
2.
Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello
Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della
democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della
classe capitalistica.
Il
partito comunista che è necessario costruire deve essere
2.
basato sulla strategia della guerra popolare sfociante
nell’insurrezione adatta alle condizioni specifiche del nostro
paese oggi;
3.
fondato sulla centralità operaia e che sia reparto d’avanguardia
organizzato della classe operaia;
4.
costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le
masse;
5.
un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo
dell’ideologia, della teoria, della organizzazione, della pratica
con il revisionismo vecchio e nuovo;
6.
saldamente interno al movimento comunista internazionale e in
particolare a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con
un forte legame con i partiti comunisti impegnati nelle guerre
popolari;
7.
che combatta attivamente l’economicismo e l’eclettismo
teorico-politico nel movimento comunista italiano;
8.
alternativo alle due varianti, basate sull’elettoralismo e il
militarismo, presenti nel nostro campo;
9.
che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la
lotta tra le due linee e attuare il centralismo democratico, alla
luce delle esperienze negative che nel nostro campo ci sono state
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