mercoledì 20 giugno 2012

pc 20 Giugno - NEPAL: SIAMO PRONTI PER PRENDERE LA TESTA DELLA RIVOLTA


LIBERA TRADUZIONE DA UN INTERVISTA DEL COMPAGNO BIPLAB DEL NEONATO PARTITO COMUNISTA DEL NEPAL, MAOISTA ALLA STAMPA BORGHESE NEPALESE ONLINE EKANTIPUR. SEGUIRANNO ALTRE INTERVISTE E DOCUMENTI UFFICIALI DEL NUOVO PARTITO IN VIA DI TRADUZIONE.


Scissione o unione è stata la domanda per il partito maoista per molto tempo dopo l’elezione dell’Assemblea Costituente. Questa domanda sta per avere una risposta, tre settimane dopo la scadenza dell’Assemblea Costituente, la fazione “dura” ha dato il via ad un incontro nazionale di attivisti a Kathmandu sabato (scorso n.d.r.), un passo che molti vedono come un preparativo per formare un partito separato (scissione ufficializzata martedi scorso n.d.r.). Uno degli attori chiave nella fazione, Netra Bikram Chand “Biplab”ha parlato al Bidushi Dhungel e a Gyanu Adhikari circa l’imminente scissione nel partito e  la via da seguire per i “duri”. Estratti:
Quando hanno iniziato a differire le linee politiche tra i “duri” e la fazione “ufficiale”?
Inizialmente, dopo il meeting di Kharipati nel 2008 quando il presidente Prachanda scelse la linea della repubblica democratica invece di andare verso una repubblica popolare (janabadi). Ciò non può essere la linea di fondo per un partito comunista. Può esserlo per il partito del Congresso o altri, ma per un partito comunista dovrebbe essere la janabadi.
Avevate queste differenze quando avete deciso di collaborare con i partiti parlamentari e firmare l’accordo in 12 punti nel 2005?
Eravamo nella stessa barca. Con il governo diretto del re, concludemmo che sarebbe stato meglio andare verso un sistema politico dove i rappresentanti del popolo fossero gli attori principali. Essi stessi conclusero che un sistema che includesse i maoisti sarebbe stato meglio del governo diretto del re.
Oggi, sembra che le differenze siano insanabili. La tua fazione ha delle proposte per mantenervi uniti?
Abbiamo sollevato due cose in particolare: programma politico e struttura della leadership. Oltre a queste vi sono anche questioni economiche, ma queste sono secondarie (la fazione dei “duri” ha accusato i principali leader come Prachanda e Battarhai di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici e del partito n.d.r.).
Esattamente dove differite con la fazione “ufficiale”?
Non importa su cosa, dobbiamo ristrutturare lo stato, e il processo dovrebbe includere i maoisti. Non intendo poche persone nel partito maoista. Il processo dovrebbe includere i rappresentanti del popolo. Pensavamo che l’Assemblea Costituente fosse una buona strada e abbiamo lavorato senza sosta per quattro anni. Ma l’Assemblea Costituente è stata sciolta. Ciò prova che trasformare lo stato non è facile.
Siete nella fase di formare un partito separato. Quale dovrebbe essere la politica di lavoro di questo partito?

Possiamo parlare di questo solo dopo aver formato un nuovo partito (si schiarisce la gola e ridacchia). In questo incontro stiamo discutendo circa la linea politica e la leadership dell’attuale partito.

Quindi c’è una possibilità che le due fazioni stiano insieme?

Finchè non facciano una seria autovalutazione, non è possibile.

Il vostro presidente ha detto che ha la volontà di dimettersi per evitare che il partito si scinda.

Adesso dovrebbe farlo. Non importa fare dichiarazioni su questo. Quando negli incontri a porte chiuse, egli considera ciò impossibile, ma a Khula Manch dichiara che lo farà oggi.

Se non siete contenti di lui, perché non convincete gli attivisti del partito e sostituite il vostro presidente in un’assemblea generale invece di scindervi?

Non vogliono iniziare questo percorso. Volevamo avere un’ assemblea generale prima che l’Esercito popolare di Liberazione fosse  ceduto. Da un lato ci dicevano di si, dall’altra hanno firmato accordi che non erano stati approvati dal partito.

Andare verso una rivolta è un’opzione che tenete in considerazione?

Bene, non dovremo pensare alle rivolte come terribili incidenti. Non sono improvvise, e solitamente avvengono a causa delle politiche di stato. Sono nate dalla partecipazione dirette del popolo e dalla necessità per il cambiamento. Non sono né impossibili, né sono fatte facilmente.

Adottare o no la politica della rivolta è il pomo della discordia tra la fazione dei “duri” e quella “ufficiale”?

Non è così. La cosa principale è che vogliamo trasformare lo stato. Specificatamente, vogliamo un cambiamento nelle leggi. Dovremmo avere leggi basate sulle aspirazioni dei cittadini di oggi. Ci sono alcune leggi attuali che furono create durante il regime Rana (dinastia che regnava in senso assoluto il paese dal 1846 al 1951 n.d.r.) e nei primi anni del Panchayat (sistema di governo locale e nazionale instaurato dopo il periodo Rana rappresentante le classi dominanti in particolare i capi villaggio feudali nelle zone rurali n.d.r.). la seconda cosa è l’amministrazione che è conservatrice e vecchia. La terza è l’economia, che ha bisogno di essere ristrutturata per beneficiare tutto il popolo. Quarto è andare da una visione unitaria a una federale. Insieme a questo, il sistema di sicurezza dovrebbe anche essere nuovo.

Pensi che la fazione “ufficiale” ha abbandonato questa agenda?

Ci rende tristi a volte. Fino a qualche tempo fa, ci stavano dipingendo come contrari a volere la pace e la costituzione. Dicevano anche che vogliamo tornare alla guerra di guerriglia.

È falso?

Bene, le loro dichiarazioni provano automaticamente che non sono pronti ad assumersi i rischi per adempiere l’agenda del popolo. Questo risponde alla tua domanda precedente, conferma che hanno abbandonato l’agenda del popolo.

Questa assunzione di rischio include una politica di lavoro per una rivolta?

Bene, abbiamo sempre detto che se lo stato nepalese rimane lo stesso, se continua su questa strada,  il popolo sceglierà il confronto. C’è una reale possibilità di consolidare tale rivolta. Se questo accade, siamo pronti a prenderne la guida. Non c’è necessità per noi di mentire su questo.

Dici che la rivolta dipende dalla scelta del popolo, ma chi supporterà questa rivolta nella vostra visione?

Includerà tutta la gente senza diritti da ogni dove, lavoratori, agricoltori, donne, Dalit, Janajati e nazionalisti che hanno a cuore la nostra indipendenza. Una rivolta è possibile solo dopo che tutte queste forze sono unite.

Un sacco di persone sono ansiose di sapere se entrerete in clandestinità una volta che il partito si scinderà.

Non abbiamo il desiderio di andare in clandestinità (ride). Staremo alla luce del sole e convinceremo il popolo.

Parliamo dei vicini del Nepal. Ci sono differenze nel modo in cui le due fazioni del partito maoista vedono Cina e India?

C’è una differenza. La nostra prospettiva è che entrambi sono nostri vicini ma uno è come un padrone (malik) e un altro è come un testimone. Questo non può essere. Uno è come un testimone che guarda dai margini, il comportamento dell’altro è prepotente. Vogliamo che entrambi siano come amici in un viaggio.

Questo è un discorso teorico. In pratica, che cambio nelle relazioni volete?

Guarda,  ci dovrebbe essere permesso di  attuare le politiche di questo paese. Ci dovrebbe essere permesso di fare le nostre proprie politiche. Ci dovrebbe essere permesso di risolvere le nostre questioni.

Recentemente sei tornato dalla Cina. Cosa è successo a Pechino?

Ho parlato di queste cose.  Non credo che sia un grande trattativa.  La buona volontà dei nostri amici verso di noi è molto positiva. Hanno detto che in Nepal c’è povertà e non c’è stabilità. Risolvete questi problemi, vi aiuteremo, hanno detto.

Cosa ha detto Pechino circa la scissione del partito maoista?

Hanno detto che non dovremmo scinderci  e mantenere il partito intatto fino a quando è possibile.

Circa Nuova Delhi. Cosa hanno detto circa la scissione nel vostro partito?

Non sono andato a Delhi per sentire il loro punto di vista. È intorno a noi, ovunque. Durante le discussioni, non ho trovato Delhi negativa.

Delhi come Pechino, vogliono vedere il partito maoista unito?

Si, si.  Ancora nessuno dei nostri amici ha suggerito di dividerci (ride).

Ritornando alle fazioni,  eravate soliti dire che il processo di pace e la scrittura della costituzione dovrebbero camminare insieme. Invece l’integrazione dell’Esercito Popolare di Liberazione è proceduta ma la scrittura della costituzione ha avuto un arresto. Cosa è successo?

Prova che abbiamo ragione. I nostri amici nel Congresso Nepalese e nell’ Unione Marxista-Leninista e Prachanda e Baburam erano soliti dire che la costituzione sarebbe stata scritta non appena la questione dell’Esercito Popolare di Liberazione sarebbe stata risolta. L’Esercito Popolare di Liberazione ha dato speranza a un sacco di persone che il cambiamento stava arrivando. Guarda cosa abbiamo ottenuto. Nessuna costituzione e nessuna ristrutturazione dello stato. Il popolo è depresso.

La tua fazione come pensa che il processo politico andrà avanti adesso con tutte queste ambiguità costituzionali?

Abbiamo fatto la nostra proposta. Dobbiamo avere una tavola rotonda con un governo ad interim di tutti i partiti. Qualcuno ha parlato di elezioni e di resuscitare il parlamento. Entrambe sono medicine scadute.

Anche l’Assemblea Costituente non potrebbe funzionare in maniera inclusiva. Come possiamo credere che una tavola rotonda sarà inclusiva?

Se facciamo un lavoro corretto, questo può essere il nuovo corso. Possiamo avere una nuova costituzione per mezzo di un nuovo corso.

È la tavola rotonda scriverà la nuova costituzione?

Si. La tavola rotonda può funzionare anche come una Camera dei Deputati.

Infine, come la pensi circa la leadership della fazione “ufficiale”? pensi che abbiano tradito?

Circa Prachanda e i suoi amici? Si. Non è solo tradimento, è un maha-tradimento (rafforzativo nel linguaggio nepalese n.d.r.)

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