mercoledì 17 ottobre 2018

pc 17 ottobre - Per Margherita - la canzone del nemico di classe - Brecht

Solidarietà e stima per la carissima Margherita, comunista - Giuseppe Antonio Di Marco.

La canzone del nemico di classe
Bertold Brecht (1933)

Quando ero piccolo andavo a scuola
e imparai il mio ed il tuo
ma quando ebbi imparato tutto su questo,
mi sembrò che non fosse proprio tutto,
E io non avevo niente per colazione
ma altri invece avevano qualcosa:
e così dunque ho imparato tutto
sull’essenza del nemico di classe.
E ho imparato come e perché

un solco corre nel mondo
Ed esso rimane fra noi, perché la pioggia
cade dall’alto in basso.
E mi dissero: se tu sei bravo
diventerai come noi
Ma pensai: se sono la loro pecora
non sarò mai un macellaio.
E alcuni di noi li vidi
mettersi sul marciapiede per loro.
E gli successe quel che successe a me e a te,
alloro si stupirono.
Io però, io non mi meravigliai
io li ho capiti presto:
è in basso che cade la pioggia
non va mica in alto.
Nel 14 sentì suonare i tamburi,
e tutti parlavano di questo:
adesso dobbiamo fare la guerra
per un posticino al sole.
E voci contente ci promisero
l’azzurro del cielo giù verso di noi.
E bonzi ingrassati
gridarono: non mollate adesso!
E noi pensavamo: adesso si tratta solo di ore
poi avremo questo e quello.
Ma la pioggia cadde ancora verso il basso
e noi mangiammo erba per quattro anni
E una volta, ad un tratto si disse:
Adesso facciamo la repubblica!
E lì ogni uomo è uguale all’altro
che sia magro o che sia grasso.
E quelli che erano pallidi per la fame
non furono mai cosi pieni di speranza.
E anche quelli che avevano mangiato a sazietà,
erano pieni di speranza come loro.
E io dissi: c’è qualcosa che non torna
ed ero pieno di dubbi cupi:
c’è qualcosa che non torna se la pioggia
deve andare in alto.
Ci dettero dei biglietti per votare
noi cedemmo le armi.
Ci dettero una promessa,
e noi demmo le nostre armi.
E udimmo: quelli che sanno come fare,
quelli adesso ci avrebbero aiutato.
Noi dovevamo andare al lavoro,
loro avrebbero fatto il resto.
Allora mi lasciai convincere ancora
e stetti zitto come si voleva
e pensai: è bello da parte della pioggia
voler andare in alto.
E poco dopo udì dire
che adesso era tutto a posto.
Se sopportiamo il male minore
il più grande ci verrà risparmiato.
E ingoiammo il prete Brüning,
perche non venisse Papen.
E ingoiammo lo junker Papen,
altrimenti sarebbe venuto il Sornione.
E il prete passò il testimone allo junker,
e lo junker lo passo al Generale.
E la pioggia cadde in basso,
e cadde in modo veramente colossale.
Mentre consegnavamo le schede elettorali,
chiusero le fabbriche.
Mentre dormivamo nella fila per il pane,
gli davamo tregua.
Udimmo frasi come queste:
State calmi! Abbiate pazienza!
Dopo una crisi più grande
c’è una ripresa più grande!
E io dissi ai miei colleghi:
Così parla il nemico di classe!
Quando parla di tempi buoni,
sono i suoi tempi che intende.
La pioggia non può andare in alto,
perché d’un tratto è ben disposta verso di noi.
Ciò che può, è questo: smettere,
e precisamente quando splende il sole.
Un giorno li vidi marciare
dietro a nuove bandiere.
E molti dei nostri dicevano:
Non c’è più il nemico di classe.
Allora vidi alla loro testa
delle bocche, le conoscevo già,
e udì voci ruggire
nel vecchio tono da sergente.
E silenziosa sulle bandiere e sulle celebrazioni
la pioggia cadde giorno e notte
E chiunque la poteva sentire
di quelli che giacevano sulla strada
Si esercitavano diligentemente a sparare
e parlavano forte del nemico
e indicavano selvaggiamente oltre il confine.
E noi avevano in mente.
Perché noi e loro, noi siamo nemici
in una guerra che vincerà solo uno.
Perché loro vivono di noi e crepano
se noi non facciamo più i coolies.
E proprio questo è il motivo
per cui non potete meravigliarvi
se si buttano su di noi come la pioggia
si butta sul terreno.
E chi di noi è morto di fame,
è caduto in una battaglia.
E chi di noi è morto,
è stato ucciso.
Loro hanno preso con i loro soldati quello
che non ha tollerato di fare la fame.
Hanno spaccato la mascella a quello
che ha chiesto il pane.
A quello a cui hanno promesso il pane
adesso danno la caccia.
E portano nella bara di zinco
quello che ha detto la verità.
E chi ha creduto
che loro fossero amici,
quello si aspettava proprio
che la pioggia scorra verso l’alto.
Perché noi siamo nemici di classe,
qualsiasi cosa ci venga detto:
Chi di noi non ha osato combattere,
ha osato morire di fame.
Siamo nemici di classe, tamburino!
Questo il tuo tambureggiare non lo nasconde!
Fabbricante, generale e junker
il nostro nemico, quello sei tu!
Di questo niente si modifica,
questo non si mette a posto!
La pioggia non scorre in alto,
e questo non lo si pretenda!
Che imbianchi pure il tuo imbianchino,
il solco non ce lo chiude con la vernice!
Uno rimane e uno deve cedere il passo,
o io o tu.
E qualunque cosa io possa ancora imparare,
questo resta la tabellina dell’uno:
Non avrò mai niente in comune
con gli affari del nemico di classe.
Non si troverà mai la parola
che potrà unirci!
La pioggia cade dall’alto in basso
e il nemico di classe resta il nemico di classe.

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