giovedì 21 febbraio 2019

pc 21 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA - proseguono i gruppi di studio su 'le lotte di classe in Francia - mentre a marzo riprende la formazione operaia on/line del giovedì

da Ravenna 
Riflessioni sul III ° Capitolo de "Le lotte di classe in Francia" di Marx
Il periodo storico è quello dove si formano governi reazionari in Europa, il partito dell'ordine borghese (industriali e banchieri) come reazione all'insurrezione proletaria e popolare, regimi che mettono fine alla repubblica "democratica" borghese, aboliscono la libertà di stampa, la libertà di associazione, governano con lo stato d'emergenza, con lo stato di polizia, riempiono le carceri con i rappresentanti dell'opposizione, dura repressione.
Marx riporta sempre la situazione economica specifica di ogni singolo Stato alla base dei contrasti politici di classe e dimostra che le rivoluzioni sono le locomotive della storia, un'analisi dell'economia che spiega anche i contrasti interborghesi (perchè in Inghilterra gli industriali attaccano Borsa e aristocrazia finanziaria mentre in Francia questo non avviene? nella prima domina l'industria, nella seconda l'agricoltura e "in un paese come la Francia, dove l'entità della produzione nazionale è enormemente inferiore all'entità del debito nazionale, dove la rendita dello Stato costituisce l'oggetto più ragguardevole della speculazione e la Borsa il mercato principale per l'impiego del capitale che voglia essere utilizzato in modo improduttivo, in un paese siffatto una massa innumerevole di gente di tutte le classi borghesi o semiborghesi deve essere interessata al debito dello Stato, al gioco di Borsa, alla finanza. Tutti questi partecipanti subalterni non trovano essi i loro naturali appoggi e i loro capi nella frazione che difende questi interessi nella misura più colossale, nella loro totalità?” )
La borghesia vuole farla finita con la piccola borghesia democratica dopo che si è servita di questa scatenandola l'anno prima contro la classe operaia. Lo spettro del comunismo l'aveva fortemente spaventata. La borghesia teme più di tutti la resa dei conti con il proletariato, che preferisce il terrore nero piuttosto che quello rosso. "L'industria francese non domina la produzione francese; perciò gli industriali francesi non dominano la borghesia francese. Per far trionfare i loro interessi contro le altre frazioni della borghesia, essi non possono, come gli inglesi, mettersi alla testa del movimento e in pari tempo spingere all'estremo i loro interessi di classe; devono mettersi alla coda della rivoluzione e servire gli interessi che sono in contrasto con gli interessi complessivi della loro classe. In febbraio non avevano compreso la loro posizione; febbraio li rese accorti. E chi è più direttamente minacciato dagli operai che il datore di lavoro, il capitalista industriale? Così accadde necessariamente che l'industriale divenisse in Francia un membro dei più fanatici del partito dell'ordine. La riduzione del suo profitto per opera della finanza, che cosa è mai in confronto con l'abolizione del profitto per opera del proletariato? "
Due insurrezioni, quindi, e ciascuna fu "l'espressione classicamente pura della classe che l'aveva fatta."
Il proletariato non aveva ancora la sua direzione autentica, non si era ancora formato il suo partito, indipendente, comunista, ma era ancora prigioniero dell'illusione che i suoi problemi potessero essere risolti all'interno della società borghese e non si era ancora liberato dei suoi capi piccolo-borghesi tra le sue fila, in un momento in cui la borghesia aveva messo sia piccola borghesia che contadini contro di esso. La sua insurrezione in armi con cui si era sollevato è stata repressa nel sangue. Ma è proprio questa sconfitta che lo spinge a trovare la propria direzione rivoluzionaria autentica.
Al centro di questa fase storica la bancarotta della piccola borghesia, la stessa che si poneva tra gli operai e la rivoluzione, gli ingannapopolo di sempre e come sempre esitante e mai decisa ad andare fino in fondo nella rivoluzione. Non vede altro che la via parlamentare come terreno di scontro politico, la pervicacia del cretinismo parlamentare, senza alcun legame organizzativo con le masse e, soprattutto -e questo dimostra che fa la differenza se la classe operaia partecipa o meno alle battaglie politiche- l'abbandono della classe operaia. Ma non comprende neppure la natura di classe dello Stato, del parlamento, dei pubblici poteri costituzionali. Marx riporta la requisitoria di Ledru-Rollin contro i ministri, la sua denuncia della violazione della Costituzione, la sua difesa "colla forza delle armi!": solo parole d'ordini d'avanguardia senza però far corrispondere la pratica militante, armare gli operai, organizzare il combattimento di strada. Erano proclami insurrezionali, da scatenamento di una guerra civile, mentre in realtà volevano solo una "democrazia pacifica", conciliante con gli interessi della borghesia. Manifestazioni pacifiche calate dal parlamento nelle strade dal "proclama al popolo" represse nel sangue, dal "modo assolutamente antiparlamentare dai dragoni e dai cacciatori di Changarnier (generale monarchico comandante della guardia nazionale, addestrata per la repressione delle rivolte di piazza, ndr)".
Si arriverà all'insurrezione parlamentare " Se alla Montagna fosse riuscita una insurrezione parlamentare, il timone dello Stato le sarebbe senz'altro toccato. Dal canto suo la piccola borghesia democratica, come sempre, nulla desiderava più ardentemente che di vedere combattuta la lotta al di sopra delle sue teste, nelle nubi, fra i lontani spiriti del parlamento Infine tanto la piccola borghesia democratica quanto la Montagna, sua rappresentante, avrebbero con un'insurrezione parlamentare raggiunto il loro grande scopo di spezzare la potenza della borghesia senza scatenare il proletariato o senza lasciarlo apparire altrimenti che nello sfondo; il proletariato sarebbe stato utilizzato senza che diventasse pericoloso. "
"Non aveva ancora compreso la Montagna, a dispetto di tutte le esperienze nell'Assemblea costituente, che la interpretazione della Costituzione non spettava a coloro che l'avevano fatta, ma ormai solamente a coloro che l'avevano accettata? Che la sua lettera doveva essere interpretata secondo il suo spirito vitale e che lo spirito borghese era il suo unico spirito vitale?”
Con questa sconfitta, la piccola borghesia viene spogliata dalla forza parlamentare e da quella armata, e lascia sul campo sempre più la necessità della formazione del partito comunista del proletariato, distinto da tutti gli altri partiti espressioni delle diverse classi.
Perchè, e la storia lo dimostra, solo la classe operaia porta la rivoluzione fino in fondo, sostiene il movimento reale progressivo e lo spinge sempre più avanti.



Nessun commento:

Posta un commento