giovedì 7 ottobre 2010

pc quotidiano 7 ottobre - La Sicilia come laboratorio politico? Il quarto governo Lombardo e la guerra tra bande borghesi

"Siamo al centro di un fuoco incrociato": usa parole forti Lombardo, il presidente della Regione Sicilia che martedì scorso ha presentato il suo quarto governo (quattro governi in soli due anni alla faccia della stabilità) e il relativo programma.
È nato tra pesanti insulti e accuse di ribaltonismo da parte dei suoi ex amici di governo. E gli uni hanno rinfacciato agli altri di non essere coerenti.
Questi “balletti” da pupi siciliani che fanno sempre molto rumore sulla stampa e creano confusione, sono il famoso “laboratorio politico”?
Proviamo a ricapitolare l’essenziale di questa “guerra tra bande” della borghesia siciliana.

L’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, è costretto a dimettersi, nel gennaio 2008, perché accusato e condannato per associazione mafiosa. Raffaele Lombardo (Movimento per l’Autonomia) diventa il candidato di tutto il centrodestra alle elezioni regionali del 2008, che vince nello scontro con la rappresentante del Partito democratico, Anna Finocchiaro; Lombardo forma un governo composto da membri del suo partito l’Mpa, dal partito di Berlusconi, il Pdl, e dal Partito di Cuffaro, l’Udc (Unione di centro); dal 2008, però il Presidente della Regione Lombardo ha modificato per ben 4 volte alleanze.

1°- Aprile 2008-maggio 2009: Mpa, Pdl, Udc
2°- Maggio 2009-dicembre 2009: Mpa, Pdl
3°- Dicembre 2009-settembre 2010 Mpa, Pdl Sicilia, Pd appoggio esterno
4°- Settembre 2010 – ? Mpa, Pd, Api, Fli, Udc Casini

Dopo il primo anno Cuffaro litiga con Lombardo perché quest’ultimo con la “riforma” della sanità cerca di togliergli il regno del potere e della migliore clientela/mafiosa portatrice di voti; e Lombardo è un esperto costruttore di clientele.
L’uscita dell’Udc e di una parte del Pdl dal governo (anche questi insoddisfatti della piega che prende Lombardo che vuole come assessori due ex magistrati) costringe Miccichè a fare una scelta: Miccichè decide di continuare ad appoggiare il governo (cioè a continuare ad occupare poltrone) “sopportando” l’appoggio esterno del Pd (Partito democratico) che in teoria dovrebbe stare all’opposizione, ma che si fa “convincere” da Lombardo sia perché ha allontanato Cuffaro che per la “rivoluzione” in corso in Sicilia con la riforma della sanità e quella sui rifiuti.
A questo punto una parte del Pdl rompe con Miccichè che intraprende con Lombardo la strada della creazione del “Partito del sud” nella comune convinzione che è necessario chiedere più soldi al governo centrale; ma pretende coerenza sul vecchio programma (le riforme!) e rimane perché vuole evitare di essere accusato di ribaltonismo, tenendo quindi formalmente fuori il Pd che sostiene il governo.
Lombardo, per tenere in vita il governo (e vuole occupare tutti i posti di potere utili allo sviluppo della propria clientela) propone la formazione di un “governo tecnico” così che i partiti formalmente sono tutti fuori “e si fa solo il bene della Sicilia” portando avanti le famose riforme.
A questa proposta aderiscono il Pd, la nuova formazione di Rutelli, l’Api (Alleanza per l’Italia), la nuova formazione di Fini, Fli (Futuro e libertà per l’Italia) e l’Udc di Casini (Cuffaro e Mannino escono dal partito e ne formano un altro!).

Miccichè a questo punto decide di non aderire perché effettivamente si tratta di ribaltone, come lo chiamano i borghesi, e cioè quelli che avevano vinto le elezioni sono fuori e quelli che le avevano perse sono dentro con i loro assessori di riferimento, e questa non sarebbe coerenza.

E infatti tutta questa “coerenza” viene messa alla prova durante il voto di fiducia al governo Berlusconi del 29 settembre scorso: mentre in Sicilia quindi l’MPA estromette dal governo il Pdl, a livello nazionale vota a favore del governo Berlusconi. E usa parole grosse e appassionate come si addice a chi sta per intraprendere una strada difficile, parla di una autonomia mai veramente realizzata (come certi parlamentari parlano spesso di una costituzione mai veramente realizzata…!); nel nome degli interessi dei siciliani, perché vuole rappresentare le istanze territoriali, ecc. ecc.

In tutta questa faccenda si può parlare di “coerenza” solo nel senso che tutti cercano disperatamente di restare coerentemente attaccati alla poltrona, sede “naturale” di potere.

E il programma?

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