domenica 25 giugno 2017

pc 25 giugno - Brasile: il presidente Temer con il 7% del “gradimento” - nessuno mai era sceso così in basso... e nessuno era mai stato così corrotto - si prepara a varare la legge sul lavoro (Jobs act alla brasiliana) e altre riforme antipopolari nel bel mezzo di continue rivolte delle masse nelle città e nelle campagne

Riproduciamo l'editoriale del giornale rivoluzionario A Nova Democracia

Un sistema in rovina irreversibile
19 giugno
AND n.190
Di fronte alla messa in scena deplorevole al processo della coppia Dilma-Temer per il TSE (Tribunale Superiore Elettorale), potremmo dire: siamo brasiliani: niente di tutto ciò che è abominevole, esecrabile, odioso, spregevole, vile e sordido nella politica ufficiale del paese, ci è più estraneo. E men che meno ci è estraneo il fatto che il giorno prima, nella stessa capitale federale, le manifestazioni popolari violente hanno fatto comprendere chiaramente il limite della pazienza del popolo.

La lotta, ogni giorno più feroce, tra i vari gruppi di potere che mantengono un posto nei corpi in decomposizione del vecchio Stato è la prova che le classi sfruttatrici non riescono più a tenere in piedi il sistema politico corrotto. Allo stesso modo lo dimostra la protesta popolare sempre più
massiccia e violenta perché le masse lavoratrici della città e della campagna non sono più disposte ad essere sfruttate in modo passivo. Quelli che governano non possono continuare a governare come prima e quelli che stanno sotto non accettano di vivere come prima.

Lo spettacolo deprimente messo in scena al TSE, che è paragonabile solo alla commedia dell’impeachment di Dilma, è un altro passo verso il distacco completo tra lo stato e la nazione, con la sua degenerata gestione ostinata a conquistare il coro del popolo con le "riforme" che, senza vergogna, giura la canaglia, salverà l'economia, mettendo fine alla disoccupazione e altre meraviglie simili. Dicendo di voler affrontare di petto la crisi, con artifici giuridici e mosse politiche, al livello del basso clero, rinviano soltanto alla politica ciò che già è evidente per l'economia: l'agonia del capitalismo burocratico nel paese. Questo svuotamento ha raggiunto un livello tale di esorbitante sfruttamento che ogni ulteriore progressione comporterebbe l'abbassamento della condizione semicoloniale a semplice colonia.
Temer e la sua banda in cerca di salvezza adotta pratiche da regime militare, utilizzando i servizi segreti dell’ABIN per controllare il ministro del Tribunale Federale, che, secondo Veja, sarebbe un membro della vasta rete di commensali di Joesley Batista e del suo accogliente jet. Batista ora, in una testimonianza alla polizia, accusa il presidente di essere il capo della "più grande e la più pericolosa organizzazione criminale nel paese."

L’apparizione patetica del Ministro della Difesa, che come un ventriloquo del generale dell’Ufficio della Sicurezza Istituzionale, ha annunciato l'occupazione delle strade della capitale da parte delle forze armate, con il pretesto di difendere il Congresso dalla minaccia di manifestazioni di massa, era semplicemente una pantomima ridicola per intimidire la protesta popolare, da un lato, e, dall'altro, voleva dare il messaggio che, o il Partito Unico trova un accordo per porre fine alle lotte (espresse principalmente nella pastura che coinvolge i "poteri" legislativo e giudiziario) dando soluzione alla crisi che sfocia nel malgoverno, o interverranno per garantire il vecchio ordine minacciato.

Il "mercato", per usare l'eufemismo dell'oligarchia finanziaria internazionale, si è vestito di pazienza e chiede ai suoi accoliti della banda di Temer e del PSDB leggi che assolvano le loro buffonate, trasformando in legge i suoi privilegi.

A sua volta, l'ambasciata degli Stati Uniti, che maneggia dietro l'operazione "autolavaggio", nel tentativo di lavare la facciata delle istituzioni del vecchio Stato, come se stesse facendo le grandi pulizie, per ripristinare in minima parte la sua credibilità, moralità e legittimità, per salvarle dal completo collasso cui sono arrivate di fronte a tutta la popolazione, sempre più incredula e arrabbiata, punta a sbarazzarsi ad ogni costo del vecchiume già bruciato della politica ufficiale, e sostituirlo con un rinnovamento alle prossime elezioni. Tutto questo per salvare l'"ordine democratico" istituito dall'impero come il migliore dei mondi possibili. In realtà vuole rinnovare la sua democrazia fallita con la quale crede di poter scongiurare il pericolo della rivoluzione attraverso il prolungamento dell’inganno delle masse con un nuovo ulteriore cretinismo parlamentare e la risibile frase che dice che il voto è l'arma del popolo.
Cioè, salvare la situazione prima che la crisi avanzi mettendo in scacco lo stesso sistema di sfruttamento e lo Stato che lo sostiene, minacciando pericolosamente gli interessi dell'imperialismo, soprattutto Yankee, e le sue multinazionali succhiasangue della nazione e del popolo. Questo piano di salvataggio scommette sul balletto dei Pubblici Ministeri, guardiani della morale e del buon costume e ancor più, pensando di potere salvare le istituzioni "sacre" dello "stato democratico di diritto" con la "punizione esemplare" dei singoli individui, che negli ultimi quindici anni hanno rappresentato e sono stati catturati in flagranza di reato. Ma, nel modo in cui gli Yankees maneggiano l’Operazione "autolavaggio" con accordi di clemenza basati sulla “legislazione premiale” e condanne con multe in contanti e gli arresti domiciliari, nel miglior stile Yankee della punizione di chi "possiede" il denaro; in questo non c'è nulla di esemplare. Ma il fuoco dell'operazione che voleva essere un intervento chirurgico per bruciare i partiti corrotti, a cominciare dal PT, si è sparso per tutto il vecchio e marcio edificio burocratico.
Parlando del fuoco, in un paese il cui sistema di sfruttamento e di oppressione ha portato alla diffusa situazione di violenza attraverso l'azione di uno stato genocida che nel trattare con le persone conosce solo negligenza, abusi, infinite ingiustizie, brutalità, repressione e sterminio; in un paese in cui le autorità che dovrebbero far rispettare le leggi, alla luce del giorno violano le proprie leggi quando fa comodo per i loro interessi mostruosi, assaltano, senza troppe cerimonie le casse pubbliche, mentre il popolo soffre di ogni male; vedere soldati che trattano la giusta rabbia popolare con lo stesso sbraitare i vecchi epiteti di "teppismo", "infiltrati", ecc., è un'ulteriore prova che la natura reazionaria borghese-latifondista pro-imperialista delle forze armate non è mai cambiata. No, signori, fate attenzione, non potrete salvare questo marciume per sempre! Credeteci, la storia si ripete solo come farsa! Il popolo non si farà intimidire e non si farà ingannare per sempre.
Le masse popolari non assisteranno passivamente a questo affondamento, sono esse che soffrono maggiormente per questi vostri orrori. Esse solo sono le vere vittime di questo sistema anacronistico di sfruttamento e di oppressione, sono per questo motivo i suoi becchini. E in una situazione rivoluzionaria come quella che si sviluppa nel paese, in un mondo pieno di grandi sconvolgimenti creati dalla crisi generale dell’imperialismo, potete rendervene conto anche solo per un momento e in parte. Il 30 è alle porte [*] ed è probabile che, se l’accozzaglia delle centrali sindacali non va al sabotaggio, per il terrore della reazione e degli opportunisti che cercano di cavalcare il malcontento popolare, le masse lasceranno ancora più chiaro il segno dei limiti della propria pazienza.

* Il 30 giugno le centrali sindacali si riuniscono per decidere lo sciopero generale contro le riforme del lavoro, della previdenza e contro le privatizzazioni.

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