I familiari, per tre anni, hanno chiesto un incontro al precedente capo
dello Stato, Napolitano, che si è sempre rifiutato; hanno chiesto un
incontro al nuovo capo dello Stato, Mattarella, che ha risposto di non
poterli incontrare perché c’è un processo in corso. Lo stesso Mattarella
che in questi mesi ha incontrato più volte il cav. Moretti, principale
imputato nel processo, si rifiuta di guardare negli occhi i familiari
delle 32 Vittime.
Coerenti, Napolitano e Mattarella, con il fatto che lo Stato non si è costituito parte civile nel processo, che i governi Berlusconi e Letta hanno rinnovato la nomina a Moretti di Ad delle
ferrovie e che il governo Renzi lo ha addirittura promosso Ad in Finmeccanica con una retribuzione milionaria (si parla di euro, naturalmente).
Giovedì 17 settembre a Montecitorio, e dopo di fronte al Quirinale per (tentare di) essere ricevuti da Mattarella.
La strage ferroviaria, ovviamente, riguarda la mancanza di sicurezza o, meglio, una politica di abbandono sulla sicurezza. Il cav. Moretti ha sempre dichiarato che non vi è un problema sicurezza e che “Viareggio” è stato uno “spiacevolissimo episodio”. Neppure il coraggio di definirlo incidente. Invece, proprio sulla sicurezza, accadono incidenti gravi e gravissimi.
Il 20 luglio di quest’anno, una porta di salita del treno regionale 3171 (Jazz) Firenze-Arezzo si è staccata ed è volata via mentre percorreva la galleria S. Donato sulla “direttissima”. Un incidente potenzialmente gravissimo.
La notte del 4 agosto, a La Spezia, nello scalo ferroviario portuale, durante le manovre di un convoglio merci, Antonio Brino, 28 anni, dipendente della società SerFer, è rimasto schiacciato tra il convoglio e i respingenti del binario. Soccorso e sottoposto a delicati interventi chirurgici, il suo fisico ha resistito alcuni giorni, ma la mattina del 18 agosto si è arreso. Dal 2006, sui binari delle ferrovie hanno perso la vita 56 lavoratori! Una statistica drammatica ed impressionante.
Il 25 agosto, a Napoli, un treno di pendolari e viaggiatori va in fiamme. La prontezza del personale evita il peggio.
Il 29 agosto, l’ultimo vagone di un treno con 150 passeggeri è uscito dai binari alla stazione di Piombino Marittima (Li). Grazie alla bassa velocità il convoglio non si è ribaltato. Il macchinista lo ha fermato a pochi metri dall’ingresso nella stazione.
Solo per citare gli ultimi fatti di cui siamo a conoscenza. Su altri, che avvengono sicuramente, riescono ancora a nasconderli. Ma già questi fatti mostrano quanto sia un optional la sicurezza in ferrovia, e che competitività, mercato e profitti non possono e non debbono essere subordinati alla sicurezza, alla salute e ad un servizio proprio al servizio dell’intera collettività.
Coerenti, Napolitano e Mattarella, con il fatto che lo Stato non si è costituito parte civile nel processo, che i governi Berlusconi e Letta hanno rinnovato la nomina a Moretti di Ad delle
ferrovie e che il governo Renzi lo ha addirittura promosso Ad in Finmeccanica con una retribuzione milionaria (si parla di euro, naturalmente).
Giovedì 17 settembre a Montecitorio, e dopo di fronte al Quirinale per (tentare di) essere ricevuti da Mattarella.
La strage ferroviaria, ovviamente, riguarda la mancanza di sicurezza o, meglio, una politica di abbandono sulla sicurezza. Il cav. Moretti ha sempre dichiarato che non vi è un problema sicurezza e che “Viareggio” è stato uno “spiacevolissimo episodio”. Neppure il coraggio di definirlo incidente. Invece, proprio sulla sicurezza, accadono incidenti gravi e gravissimi.
Il 20 luglio di quest’anno, una porta di salita del treno regionale 3171 (Jazz) Firenze-Arezzo si è staccata ed è volata via mentre percorreva la galleria S. Donato sulla “direttissima”. Un incidente potenzialmente gravissimo.
La notte del 4 agosto, a La Spezia, nello scalo ferroviario portuale, durante le manovre di un convoglio merci, Antonio Brino, 28 anni, dipendente della società SerFer, è rimasto schiacciato tra il convoglio e i respingenti del binario. Soccorso e sottoposto a delicati interventi chirurgici, il suo fisico ha resistito alcuni giorni, ma la mattina del 18 agosto si è arreso. Dal 2006, sui binari delle ferrovie hanno perso la vita 56 lavoratori! Una statistica drammatica ed impressionante.
Il 25 agosto, a Napoli, un treno di pendolari e viaggiatori va in fiamme. La prontezza del personale evita il peggio.
Il 29 agosto, l’ultimo vagone di un treno con 150 passeggeri è uscito dai binari alla stazione di Piombino Marittima (Li). Grazie alla bassa velocità il convoglio non si è ribaltato. Il macchinista lo ha fermato a pochi metri dall’ingresso nella stazione.
Solo per citare gli ultimi fatti di cui siamo a conoscenza. Su altri, che avvengono sicuramente, riescono ancora a nasconderli. Ma già questi fatti mostrano quanto sia un optional la sicurezza in ferrovia, e che competitività, mercato e profitti non possono e non debbono essere subordinati alla sicurezza, alla salute e ad un servizio proprio al servizio dell’intera collettività.
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