Lettera di Tsipras alla Ue: "accettiamo, ma con emendamenti". No tedesco
Nella tarda mattinata,di ieri il Financial Times
ha reso nota nella sua versione online una lettera che Alexis Tsipras
ha inviato nella notte ai "creditori"; sostanzialmente per accettare
molte delle condizioni poste dalla Troika, ma con diverse richieste di
modifica. «La Repubblica ellenica è pronta ad accettare questo accordo
tecnico con i seguenti emendamenti, addizioni e chiarimenti, nell'ambito di un'estensione del programma Efsf e del nuovo prestito Esm per il quale è stata avanzata richiesta oggi, 30 giugno».
Ai profani questa era sembrata una resa quasi incondizionata ai diktat della Troika (la lettera era tra l'alro indirizzata proprio a Draghi (Bce), Juncker (Commissione europea) e Lagarde (Fmi). Ma la frase che abbiamo evidenziato condizionava questa "accettazione" pressoché integrale al prolungamento del programma di aiuti scaduto ieri e soprattutto al piano di salvataggio a carico del fondo Esm (chimato per l'appunto "salvastati") che era stato chiesto ieri con un'altra lettera del governo greco e che la Troika non aveva neanche voluto prendere in considerazione.
Atene dichiarava di essere pronta ad accettare l'intero impianto di riforma dell'Iva, meno uno sconto del 30% per le isole greche. Idem per la riforma delle pensioni, secondo le modalità richieste dai creditori, ma facendo slittare a ottobre la data di partenza dell'innalzamento progressivo dell'età pensionabile (67 anni entro il 2022).
Robusta anche la riduzione delle spese militari (200 milioni nel 2016, il doppio l'anno successivo), proprio come preteso dalla Troika (la Grecia è membro Nato, quindi quella quota - quantitativamente risibile - può agevolmente essere ripianata dagli alleati).
Ma Wolfgang Schaeuble, ministro dell'economia tedesco, che evidentemente è più attento ai dettagli di quanto non possano esserlo i giornalisti, aveva immediatamente riscontrato l'assenza di vere novità nella nuova proposta ellenica. La lettera di tsipras, a suo dire, «non contribuisce a fare più chiarezza», quindi Atene «deve dire che cosa vuole». Insomma, “non è una base per parlare di misure serie”.
I "mercati" prendevano per buona la resa di Atene, facendo correre le borse e planare gli spread sui titoli di stato dell'eurozona.
Il leader di Syriza appariva sulla rete pubblica Ert .. nel suo discorso ha confermato il referendum per domenica, invitando a votarea favore del "no" (oxi): «Il no è un passo decisivo per un accordo migliore al quale miriamo da lunedì, dopo il referendum». «Questa situazione non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi. Da parte nostra noi cercheremo di rifiutare ciò che il memorandum ci chiede, cercheremo di fare il possibile, per avere condizioni migliori, più positive».
Per rassicurare quindi gli incerti, o anche una parte dei propensi a votare "sì", ha assicurato che il suo gverno «resta al tavolo delle trattative» e «risponderà immediatamente all'Eurogruppo se ci sarà un risultato positivo».
Peccato solo che quel tavolo, da ieri, non c'è più. L'Eurogruppo - il vertice dei ministri finanziari - riunito per la settima volta in dieci giorni, ha infatti deciso di rinviare ogni discussione di merito a lunedì prossimo, dopo che saranno resi noti i risultati del referendum. La paola definitiva veniva messa prima da Angela Merkel, poi anche da Juncker.
Di fatto, l'Unione Europea cerca voti greci con le minacce, Tsipras e Syriza cone una "disponibilità fortemente condizionata"
La posizione di proletari comunisti - PCm Italia
Proletari comunisti è solidale con proletari e masse greche che lottano contro i diktat delle istituzioni dei paesi imperialisti europei.
A questo attacco bisogna rispondere con la lotta generale e la rivolta generale, resistendo costi quel che costi a ogni accordo del governo Syriza con la 'trojka' che produca un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse greche.
La decisione di Syriza di andare a referendum è una manovra tattica di corto respiro e senza prospettiva.
Se prevarrà il NO, come evidentemente ci auguriamo, la situazione non cambierà in nulla, dato che il ricatto trojka non potrà che continuare e intensificarsi.
Se questo ricatto sostenuto da tutti i governi imperialisti europei - Renzi in prima fila - passasse e il SI vincesse, sarebbe un suicidio in diretta del governo e darebbe mano libera alla sua caduta e a un governo nelle mani della trojka e della borghesia greca... ma ancor più permetterebbe a syriza di scaricare sulle masse le responsabilità del suo fallimento.
Proletari comunisti - PCm Italia di conseguenza, mentre partecipa a tutte le iniziative di solidarietà, non aderisce alla campagna per il NO e sostiene le forze comuniste e rivoluzionarie greche che non appoggiano l'azione elettorale, parlamentare e governativa di SYRIZA
proletari comunisti -PCm Italia
30 giugno 2015
Ai profani questa era sembrata una resa quasi incondizionata ai diktat della Troika (la lettera era tra l'alro indirizzata proprio a Draghi (Bce), Juncker (Commissione europea) e Lagarde (Fmi). Ma la frase che abbiamo evidenziato condizionava questa "accettazione" pressoché integrale al prolungamento del programma di aiuti scaduto ieri e soprattutto al piano di salvataggio a carico del fondo Esm (chimato per l'appunto "salvastati") che era stato chiesto ieri con un'altra lettera del governo greco e che la Troika non aveva neanche voluto prendere in considerazione.
Atene dichiarava di essere pronta ad accettare l'intero impianto di riforma dell'Iva, meno uno sconto del 30% per le isole greche. Idem per la riforma delle pensioni, secondo le modalità richieste dai creditori, ma facendo slittare a ottobre la data di partenza dell'innalzamento progressivo dell'età pensionabile (67 anni entro il 2022).
Robusta anche la riduzione delle spese militari (200 milioni nel 2016, il doppio l'anno successivo), proprio come preteso dalla Troika (la Grecia è membro Nato, quindi quella quota - quantitativamente risibile - può agevolmente essere ripianata dagli alleati).
Ma Wolfgang Schaeuble, ministro dell'economia tedesco, che evidentemente è più attento ai dettagli di quanto non possano esserlo i giornalisti, aveva immediatamente riscontrato l'assenza di vere novità nella nuova proposta ellenica. La lettera di tsipras, a suo dire, «non contribuisce a fare più chiarezza», quindi Atene «deve dire che cosa vuole». Insomma, “non è una base per parlare di misure serie”.
I "mercati" prendevano per buona la resa di Atene, facendo correre le borse e planare gli spread sui titoli di stato dell'eurozona.
Il leader di Syriza appariva sulla rete pubblica Ert .. nel suo discorso ha confermato il referendum per domenica, invitando a votarea favore del "no" (oxi): «Il no è un passo decisivo per un accordo migliore al quale miriamo da lunedì, dopo il referendum». «Questa situazione non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi. Da parte nostra noi cercheremo di rifiutare ciò che il memorandum ci chiede, cercheremo di fare il possibile, per avere condizioni migliori, più positive».
Per rassicurare quindi gli incerti, o anche una parte dei propensi a votare "sì", ha assicurato che il suo gverno «resta al tavolo delle trattative» e «risponderà immediatamente all'Eurogruppo se ci sarà un risultato positivo».
Peccato solo che quel tavolo, da ieri, non c'è più. L'Eurogruppo - il vertice dei ministri finanziari - riunito per la settima volta in dieci giorni, ha infatti deciso di rinviare ogni discussione di merito a lunedì prossimo, dopo che saranno resi noti i risultati del referendum. La paola definitiva veniva messa prima da Angela Merkel, poi anche da Juncker.
Di fatto, l'Unione Europea cerca voti greci con le minacce, Tsipras e Syriza cone una "disponibilità fortemente condizionata"
La posizione di proletari comunisti - PCm Italia
Proletari comunisti è solidale con proletari e masse greche che lottano contro i diktat delle istituzioni dei paesi imperialisti europei.
A questo attacco bisogna rispondere con la lotta generale e la rivolta generale, resistendo costi quel che costi a ogni accordo del governo Syriza con la 'trojka' che produca un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse greche.
La decisione di Syriza di andare a referendum è una manovra tattica di corto respiro e senza prospettiva.
Se prevarrà il NO, come evidentemente ci auguriamo, la situazione non cambierà in nulla, dato che il ricatto trojka non potrà che continuare e intensificarsi.
Se questo ricatto sostenuto da tutti i governi imperialisti europei - Renzi in prima fila - passasse e il SI vincesse, sarebbe un suicidio in diretta del governo e darebbe mano libera alla sua caduta e a un governo nelle mani della trojka e della borghesia greca... ma ancor più permetterebbe a syriza di scaricare sulle masse le responsabilità del suo fallimento.
Proletari comunisti - PCm Italia di conseguenza, mentre partecipa a tutte le iniziative di solidarietà, non aderisce alla campagna per il NO e sostiene le forze comuniste e rivoluzionarie greche che non appoggiano l'azione elettorale, parlamentare e governativa di SYRIZA
proletari comunisti -PCm Italia
30 giugno 2015
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