sabato 9 marzo 2013

pc 9 marzo - processo ai Notav .. Stato e polizia vogliono vendetta

Udienza No Tav, chiesta esclusione parti civili


aulaSi è svolta questa mattina presso l'aula bunker del carcere della Vallette a Torino l'ennesima udienza del processo che vede imputati più di 50 attivisti del movimento No Tav per le giornate di lotta del 27 giugno e del 3 luglio.
Gli avvocati della difesa hanno preso parola per più di 5 ore, motivando la richiesta di esclusione di molte delle parti civili che si sono costituite nelle precedenti udienze, tra cui la presidenza del consiglio dei ministri e diversi ministeri. L'attenzione degli avvocati si è anche incentrata sulla costituzione dei sindacati di polizia e diversi organi intermedi di rapppresentanza delle forze dell'ordine.
Diverse le motivazioni tecniche portate in aula, ma soprattutto la volontà di sottolineare il significato politico di tale discesa in campo da parete del governo: fare pressione sui giudici e intimidire il movimento No Tav.
Da sottolineare l'intervento dell'avvocato Novaro rispetto la presidenza del consiglio dei ministri: "Qui si sta discutendo di due episodi specifici che hanno riguardato la contrapposizione tra alcuni attivisti e le forze dell'ordine, non della resistenza popolare di decine di migliaia di persone che fanno parte di un movimento, che da 10 anni sta lottando per difendere il suo territorio", ha detto l'avvocato, che ha aggiunto: "Non si comprende quindi come il governo, che ha chiesto di costituirsi qui ma non al processo 'Minotauro' contro la 'ndrangheta, possa lamentare un danno di immagine. In passato la presidenza si è costituita solo per reati contro lo Stato o per stragi che hanno turbato la collettività, come quella di Sant'Anna di Stazzema. Non c'è paragone con quegli episodi"
Nella prossima udienza del 14 marzo l'accusa si riserverà il diritto di replicare.

pc 9 marzo - verso l'iniziativa nazionale all'Ilva di taranto - importante assemblea all'università di napoli

ILVA: lavoro o salute? Noi non vogliamo scegliere!

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Da molti mesi le vicende legate all’acciaieria di Taranto riempiono le prime pagine dei giornali: Martedì 12 marzo ci incontriamo a Napoli per parlarne assieme ai diretti interessati, a coloro i quali lottano da sempre contro il “mostro Ilva” e il suo padrone Riva e per lanciare assieme la manifestazione nazionale a Taranto del 22 marzo per la difesa del lavoro e della salute in fabbrica e sul territorio.
Perché manifestare e perché proprio a Taranto? Perché l'ILVA è la fabbrica con più morti sul lavoro d'Italia, perché è la città simbolo con più infortuni, malattie professionali tumori, inquinamento e devastazione ambientale.

Perché parlare di ILVA significa parlare anche di noi, dei nostri territori saccheggiati e distrutti, dei ricatti a quali siamo quotidianamente sottoposti, di un mercato del lavoro sempre più selvaggio, della nostra salute messa continuamente a rischio. Perché, oggi più che mai, è necessario sottolineare come ambiente e lavoro, salute e dignità non possono e non devono essere messi in contrapposizione – né quando si parla di omicidi sul lavoro, né quando si parla di morti causate dall’inquinamento – e pretendere che chi ha sfruttato e ucciso debba pagare, prima di tutto facendosi carico dei processi di bonifica.

Basta morti sul lavoro e da lavoro, da inquinamento, per i profitti dei padroni!

Assemblea pubblica/dibattito
MARTEDI 12 MARZO - ORE 17:30
Palazzo Giusso - aula Matteo Ripa

UNIVERSITA' ORIENTALE - LARGO SANGIOVANNI MAGG. PIGNATELLI

interviene:
Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro – Taranto


promuovono:
Laboratorio Politico Iskra; Collettivo Autorganizzato Universitario; Coordinamento II Policlinico; Collettivo SUN Napoli; Clash City Workers

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pc 9 marzo - iniziativa mfpr all'università di Palermo e alla Sapienza a Roma



pc 9 marzo -per 8 marzo: striscione all'ambasciata indiana a Roma e al consolato indiano a Milano


pc 9 marzo - lotta e scontri con la polizia alla Goodyear in francia - corrispondenza dai maoisti francesi


Voir les photos et vidéos sur :

 testo in francese in via di traduzione
Comme l’autre fois, le siège de Goodyear était quadrillé par les CRS et les gardes mobiles, bras armés du Capital que les chiens de garde « socialistes » défendent becs et ongles.

Quand les Goodyear sont arrivés, le dispositif policier s’est resserré. Les Goodyear, qui s’étaient fait copieusement arrosés de gaz lacrymogènes particulièrement nocifs, étaient bien décidés à ne pas se laisser intimider par la horde surarmée. Ils avaient apporté quelques pneus qu’ils ont enflammés pour enfumer la horde. Le dispositif s’est immédiatement durci : boucliers, matraques, gaz lacrymogènes, auxquels les travailleurs courageux se sont opposés à mains nues, avec leurs poings, quelques œufs et petites bouteilles vides.

La volonté de lutte était là, et prouve bien qu’à la force, on ne peut qu’opposer la force. Celle du pouvoir repose sur une force de loin, moins nombreuse que celle de la classe ouvrière et des travailleurs. Avec une direction politique conséquente, la classe ouvrière balaierait sans coup férir la force de l’Etat capitaliste qui est peut être bien équipée mais moins nombreuse et sans cause juste à défendre. La bourgeoisie ne peut avoir la détermination des travailleurs. Eux défendent la justice sociale, c'est-à-dire une cause juste, alors que les classes dirigeantes ne sont que des chiens de garde d’un ordre antisocial, injuste. C’est pourquoi, même surarmés, ils ont peur derrière leurs armures, lorsque les travailleurs à mains nues osent les combattre.

Il s’agit aujourd’hui d’unir les travailleurs déterminés, syndicalistes ou non-syndiqués. Pour cela il est nécessaire d’écarter les conciliateurs à tous les niveaux.
 
Nous devons reconstruire brique par brique l’unité politique révolutionnaire et structurer le mouvement de résistance et de lutte. Cela signifie dans un premier temps reconstruire l’unité syndicale de la classe ouvrière autour d’un Front Ouvrier Révolutionnaire, puis, dans un deuxième temps, rassembler un Front Populaire le plus large possible.

Notre stratégie de lutte est :
 
  • Dans une première phase d’élargir et d’amplifier sur tout le territoire la défense de nos droits légitimes.
  • Dans une seconde phase à l’établissement d’un rapport de force qui fasse reculer l’Etat capitaliste et son appareil répressif.
  • Puis passer à l’offensive pour en finir avec ce système et enlever l’appareil de production à la bourgeoisie capitaliste, pour que la casse ouvrière prenne en main la direction de l’économie et  que ce soit ceux qui produisent qui se partagent les fruits du travail commun.
PC maoïste de France
7 mars 2013
 
Quelques photos et vidéos
 
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venerdì 8 marzo 2013

pc 8 marzo - manifesto-web dei maoisti italiani


pc 8 marzo - APPELLO INTERNAZIONALE PER L'8 MARZO: “UN PONTE CON LE DONNE IN INDIA”


Alle donne comuniste, alle organizzazzioni delle donne comuniste
A tutte le forze del Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India
Ai tutti i partiti e le organizzazioni marxiste-leniniste-maoiste e a tutte le forze antimperialiste
A tutte le forze internazionaliste

Il Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India, nella riunione fatta dopo la grande Conferenza di Amburgo, nella programmazione della nuova campagna di sostegno alla guerra popolare in India, ha deciso una iniziativa a livello internazionale per l'8 marzo.

Questa decisione è frutto da un lato della proposta portata nella Conferenza di Amburgo dalle compagne del Pcm Italia, del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, di costruire “un ponte” a livello internazionale tra le lotte delle donne, guardando all'espressione in questa fase più avanzata e ricca, quella delle donne combattenti del PCIm nella guerra popolare; dall'altro della grande attenzione in tutto il mondo che c'è stata per gli stupri e le conseguenti imponenti manifestazioni in India delle donne - che il regime indiano ha denunciato come organizzate dai maoisti, affermando così esso stesso la forza della guerra popolare.
Quel "ponte", la denuncia della guerra di bassa intensità contro le donne, in Italia come in India e in tutto il mondo, fatta di violenze sessuali e uccisioni, di cui le compagne del Mfpr avevano parlato nell'intervento ad Amburgo, è sembrato pochi giorni dopo la Conferenza quasi una premonizione.

L'8 marzo, pertanto, quest'anno vi saranno sicuramente iniziative dall'Italia al Brasile, alla Francia, ecc. Facciamo appello a tutte le compagne e le realtà comuniste, rivoluzionarie del Comitato internazionale a realizzare in ogni paese mobilitazioni in questa giornata - con presidi alle ambasciate, consolati indiani, ed altro.
Più si realizzeranno iniziative in questo giorno, più arriverà forte l'eco in tanti altri paesi della battaglia per scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione contro questo sistema sociale capitalista, che fa dell'oppressione della donna uno dei suoi puntelli/base, per affermare nel movimento comunista internazionale la centralità a livello strategico, ideologico, politico per la rivoluzione della questione e ruolo delle donne.
E il "ponte" non sarà solo virtuale ma comincerà ad essere reale!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
organismo generato del Pcm Italia



Call for the International Women’s Day: “A bridge to women in India”
To the communist women To all women's organisations
Toall forces of the International Committee to Support the People’s War in India
To all parties and organisations mlm and antimperialist forces
The International Committee to support people's war in India, in the meeting following the successful International Conference in Hamburg, made the decision to organize an initiative at the international level for the International Women's day, the next 8th of march, as part of a new campaign to support the People's War in India.
This decision is the result, on the one hand, of the proposal put forward in the Hamburg Conference by the women comrades of the PCm Italy, the Revolutionary Proletarian Feminist Movement, to build a "bridge" to the world of women's struggles, looking at the currently most advanced and richest experiences, those of the women fighters of the CPI(M) in the People's War, and, secondly, it responds to the great attention that there has been all over the world on the rapes and the following huge demonstrations of women in India - that the Indian regime claimed have been organized by Maoists, thus confirming itself the strength of the people's war.
That "bridge", the exposure of the low-intensity war against women, in Italy as in India and around the world, made of rapes and murders, of which the comrades of RPFM had spoken in Hamburg, few days after the Conference appeared almost a premonition.
Therefore, the next 8th of March, surely initiatives will take place in Italy, Brazil, France, etc.. We call all the communist and revolutionary women and forces of the International Committee to realize actions in all countries in that day - with women demonstrations in front of Indian Embassies, Consulates, and more.
The larger will be the number of initiatives realized in that day, the stronger will be the echo in many other countries of the battle to unleash the fury of women as a powerful force for the revolution against the capitalist social system, of which the oppression of women is one of the basic pillar, in order to assert in the international communist movement the centrality at the strategic, ideological and political levels for making revolution of the issues and role of women.
Then the “bridge” will not be only virtual but will begin to become real!
Revolutionary Proletarian Feminist Movement
Generated organization of the PCm Italy
mfpr.naz@gmail.com


Un Puente a las mujeres en la India

 Llamamiento para el Día Internacional de la Mujer Trabajadora del Movimiento Feminista Proletario Revolucionario (MFPR) Italia
 
A las mujeres comunistas, a todas las organizaciones de mujeres.
A todas las fuerzas del Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India
A todos los partidos y organizaciones marxistas-leninistas-maoístas y fuerzas antiimperialistas
El Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India, en la reunión celebrada tras la exitosa Conferencia Internacional en Hamburgo, tomó la decisión de organizar una iniciativa a nivel internacional para el próximo 8 de Marzo, Día Internacional de la Mujer Trabajadora, como parte de una nueva campaña para apoyar la Guerra Popular en la India.
Esta decisión es el resultado, de una parte, de la propuesta presentada en la Conferencia de Hamburgo por las camaradas mujeres del Partido Comunista maoísta de Italia, el Movimiento Feminista Proletario Revolucionario, para construir un “puente” al mundo de las luchas de las mujeres, examinando las experiencias actuales más avanzadas y ricas, aquellas de las mujeres combatientes del Partido Comunista de la India (Maoísta) en la Guerra Popular, y en segundo lugar, responde a la gran atención que ha existido en todo el mundo sobre las violaciones y las subsiguientes grandes manifestaciones de las mujeres en la India –que el régimen indio manifestó habían sido organizadas por los maoístas, confirmando así la fortaleza de la guerra popular.
Ese “puente”, la denuncia de la guerra de baja intensidad contra las mujeres, en Italia al igual que en la India y alrededor del mundo, a través de violaciones y asesinatos, de los cuales las camaradas del MFPR habían hablado en Hamburgo, se convirtieron prácticamente en una premonición pocos días de la Conferencia.
Por tanto, el próximo 8 de Marzo, sin duda alguna, tendrán lugar iniciativas en Italia, Brasil, Francia, etc. Llamamos a todas las mujeres y fuerzas comunistas y revolucionarias del Comité Internacional a realizar acciones en todos los países ese día –con manifestaciones de mujeres frente a las embajadas y consulados de la India, y más.
Cuanto mayores sean el número de iniciativas realizadas en ese día, más fuerte será el eco en muchos otros países de la batalla por desatar la furia de las mujeres como una poderosa fuerza para la revolución contra el sistema social capitalista, del que la opresión de las mujeres es uno de sus pilares básicos, a fin de afianzar en el movimiento comunista internacional el papel central de los asuntos y el papel de la mujer en los niveles estratégicos, ideológicos y políticos para hacer la revolución. Entonces, el “puente” no será virtual ¡sino que comenzará a convertirse en real!
Movimiento Feminista Proletario Revolucionario (MFPR), organización generada del Partido Comunista maoísta de Italia

pc 8 marzo - il manifesto internazionale del Movimento femminista proletario rivoluzionario


pc 8 marzo - Taranto lavoratrici in lotta e in 'ponte con l'india' per la giornata internazionale delle donne

8 MARZO A TARANTO
AL MATTINO sit-in itinerante di lavoratrici, disoccupate, con manifesti,striscioni, volantino, megafono!

Dai TAMBURI - dove le donne sono in prima fila nella lotta control'inquinamento Ilva, per la salute loro e dei loro figli e familiari. Ma vogliamo anche condizioni di vita dignitose.
Al TRIBUNALE/ cso Italia - dove consegneremo una denuncia delle lavoratrici precarie, delle pulizie per la violazione dell'art. 36 della Costituzione contro padroni e Comune che negano un lavoro e salario dignitosi.
ALLA SERA dalle ore 18 via Rintone, 22 c/o Slai cobas: Contro la violenza sessuale/uccisioni delle donne: un ponte dall'Italia all'India - Video edocumenti donne india

presentazione opuscolo su donne lavoro-non lavoro "S/catenate" - cena
sociale.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - taranto
 mfpr.naz@gmail.com
3475301704

pc 8 marzo - Milano mfpr all'università

MARZO 2013
DALL'INDIA ALL' ITALIA...AL MONDO INTERO
CONTRO STUPRI, FEMMINICIDI, OPPRESSIONE
SCATENIAMO LA RIBELLIONE DELLE DONNE PER LA RIVOLUZIONE!

Grandiose manifestazioni si sono svolte in India dopo la morte, seguita a una violenza brutale, uno stupro di gruppo che l'aveva ridotta in fin di vita, di una giovane studentessa a New Delhi, contro gli stupri nei mesi scorsi. Tantissime donne, giovani. A testimoniare l'insopportabilità della condizione delle donne indiane che subiscono doppia, tripla oppressione: di genere, di casta, feudale

cosa indossava, come era vestita” queste parole sono risuonate in India, ma sono le stesse che in ogni paese risuonano sui giornali, nei processi per stupro, intendendo che, comunque, è colpa delle donne “se la sono cercata” “l'ha voluto lei”. Le abbiamo sentite a L'Aquila, dopo lo stupro di “Rosa”, abbandonata insaguinata e seminuda sulla neve fino a rischiare la morte.

Non è un caso che, quest'anno, a ridosso dell' 8 marzo, il tema delle violenze , gli stupri, le uccisioni delle donne, in continuo aumento e sempre più efferate, ha richiamato l'attenzione della stampa, ha portato a diverse mobilitazioni, sempre più chiaro appare come è strettamente legato agli attacchi alle condizioni generali di vita e di lavoro delle donne, all'humus maschilista, fascista profuso a piene mani dal potere borghese, per riportare le donne a un moderno medioevo, con licenziamenti, tagli ai servizi, che, per le donne, significa più fatica, più dipendenza, più oppressione all'interno della famiglia.

COSTRUIAMO UN PONTE

Per questo vogliamo creare “un ponte” di solidarietà e lotta delle donne per l'8 marzo, con iniziative che si svolgeranno in diversi Paesi, contro gli stupri in India e al fianco delle compagne indiane che sono in prima fila nella rivoluzione contro il regime indiano e l'imperialismo, contro la violenza, stupri, uccisioni, oppressione.
Per mandare un messaggio forte a tutte le donne: questo sistema sociale capitalistico non può essere migliorato, ma deve essere rovesciato! abbiamo visto bene come ogni conquista, ogni diritto, rapidamente viene cancellato
movimento femminista proletario rivoluzionario
per contatti: mfpr.mi1@gmail.com

pc 8 marzo - importante opuscolo del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario


pc 8 marzo - a palermo donne in lotta e un 'ponte con l'India' con il movimento femminista proletario rivoluzionario

Un'intensa giornata l' 8 marzo a Palermo

Nella mattinata intorno alle ore 10,00 ci sarà un intervento all'Università  agli studi
di Palermo con volantinaggio, attacchinaggio e affissione striscione,  in  particolare si diffonderà il foglio e la locandina speciale India relativo alla  lotta che migliaia di compagne e donne In India  stanno
facendo,  all'interno della grande guerra di popolo contro lo Stato Indiano,  contro la violenza,  stupri,  uccisioni, oppressione... creeremo  così insieme  ad altre compagne e donne in lotta presenti in altre città non solo nel nostro paese ma anche a livello internazionale  un ponte virtuale con la parola
d'ordine " "8 marzo – Dall’India all’Italia... al mondo intero contro stupri  sfruttamento oppressione scateniamo la ribellione delle donne per la  rivoluzione"
Alle ore 11,30 ci sposteremo a Piazza Indipendenza dove si svolgerà una protesta e "assedio" al palazzo della Regione Siciliana delle lavoratrici, precarie, disoccupate dello Slai Cobas per il s.c. contro tutti gli attacchi che padroni, governo, stato ci scagliano contro non solo come lavoratrici con sempre più precarietà e rischi di perdita del lavoro ma anche come donne (vedi il pesante taglio ai servizi sociali, sanitari, scuole... con la trasformazione della maggioranza delle donne in sempre più ammortizzatori sociali viventi,
vedi le politiche governative sempre più volte alla conciliazione lavoro/famiglia solo a danno
delle donne che si vogliono sempre più ricacciare a casa... tutto ciò contribuisce a diffondere quotidianamente un humus reazionario e maschilista che in molteplici casi si trasforma in maggiore oppressione  fino alla conseguenza più tragica, quella della violenza all'interno della famiglia).
Alle lavoratrici, precarie ecc sarà distribuito il nuovo opuscolo del Mfpr "S/catenate... donne - lavoro - non lavoro, una lotta di classe e di genere"
Alle 20,00 presso la sede Slai sita  in Via G. del Duca, 4 serata collettiva  aperitivo e  video-proiezione  del film "Sotto accusa"  sul tema della violenza contro le donne e, ricollegandoci all'iniziativa mattutina su India, della necessità della lotta rivoluzionaria delle donne contro questa società vera
causa di stupri, femminicidi, doppi oppressione.

saluti di lotta

le compagne del Mfpr di Palermo
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pc 8 marzo - fallisce il tentativo della Fim bergamo di criminalizzare lo slai cobas per il sindacato di classe alla dalmine

QUERELA FIM CISL VA IN FUMO....assolto perchè il reato di diffamazione non sussiste, e quindi rientra nella libertà di critica...
Il pm aveva chiesto condanna a 2500 e avvocato cisl condanna + spese parte civile e legali

Attendiamo 15 giorni deposito delle motivazioni per un comunicato più articolato che riepiloghi la vicenda sindacale e legale

giovedì 7 marzo 2013

pc 7 marzo - sostegno agli operai della bridgestone di Bari a fronte dell'annuncio di chiusura

Bridgestone, rabbia e lacrime  al vertice in Confindustria   La rabbia degli operai scoppia sotto alla sede di Confindustria Bari dove è stato organizzato l'incontro tra i sindacati e i vertici dell'azienda, dopo l'annuncio della chiusura e del licenziamento di 950 persone. Un centinaio di lavoratori si sono dati appuntamento in via Amendola dove hanno atteso l'arrivo dell'amministrazione delegato del Gruppo, Roberto Mauro. La situazione è sembrata degenerare all'arrivo del dirigente, perché l'incontro era stato organizzato al primo piano dello stabile in una stanza a vetrate contro cui spingeva la rabbia dei dipendenti -

pc 7 marzo - si rivaluta il fascismo di ieri per sviluppare il moderno fascismo oggi.. dopo Berlusconi e la capogruppo di Grillo. ora il viceministro 'tecnico Polillo


Parlando del più e del meno durante una trasmissione a Radio 2 l’esponente del governo Monti, Gianfranco Polillo, rivaluta il fascismo "almeno fino al 1935". E se non avesse perso la guerra…


In un suo intervento sul quotidiano la stampa, tempo fa Massimo Gramellini gli affibbiò l’appellativo di ‘sottosegretario alle chiacchiere’.
Ma questa volta quelle di Gianfranco Polillo, sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono ben più di innocenti chiacchiere. Perché quello che dovrebbe essere un ‘repubblicano’ ha speso inequivocabili parole di elogio nei confronti del fascismo e di Mussolini. Utilizzando i più banali e triti luoghi comuni sul regime di solito appannaggio del discorso revisionista berlusconiano. I fascisti delle varie correnti hanno di che fregarsi le mani, visto che il forse inatteso intervento di Polillo è arrivato a pochi giorni di distanza da un simile sdoganamento da parte della neocapogruppo dei 5 Stelle alla Camera. A dimostrare che in Italia la classe politica ha un problema con la storia, e con la memoria, ben oltre la cosiddetta ‘destra’. Polillo non è un politico qualunque: laureato in Economia, con una tesi di laurea discussa con il prof. Federico Caffè, prima di diventare sottosegretario aveva già ricoperto altri incarichi istituzionali, tra cui quello di Capo del Dipartimento per gli Affari Economici, quello di segretario di diverse commissioni parlamentari, di consigliere economico per il gruppo parlamentare del Popolo della Libertà alla Camera dei Deputati, di funzionario della Camera. È attualmente presidente di Enel Stoccaggi e membro del Consiglio di Amministrazione della SVIMEZ e collabora con Il Sole 24 Ore e altri quotidiani. Se un siffatto personaggio decide di sdoganare “i lati positivi” del fascismo, conscio degli strali e delle polemiche che avrebbe suscitato, non lo fa certo per sbadataggine o superficialità.

Per lanciare il suo messaggio - "come tutti i governi il fascismo ha fatto alcune cose bene e alcune cose male" - Polillo ha scelto una tribuna inusuale, quella della trasmissione di Radio 2 ‘Un giorno da pecora’. Cosa ha detto l’esponente del Partito Repubblicano?

Che il fascismo ha creato le basi del welfare. Che ha fatto delle cose positive e che gli si debbano riconoscere anche meriti, almeno fino al 1935. Assai più in là di quanto aveva osato spingersi la deputata grillina Lombardi. Sdoganando ben 15 anni di pestaggi, omicidi, chiusure col fuoco di sedi politiche e sociali, assalti ai giornali e alle camere del lavoro, guerre coloniali con conseguenti eccidi di popoli africani, incarcerazione e confino per i dissidenti, divieto e scioglimento di tutti i partiti e i sindacati, censura sulla stampa e così via. Se non fosse che l’antisemitismo in questo paese è ancora un tabù e che le relazioni con Israele non sono un elemento da bypassare con non-chalance, c’è da giurare che lo sdoganamento del regime dell’allegro sottosegretario avrebbe tranquillamente potuto comprendere anche l’infamia delle leggi razziali, per Polillo ‘conseguenza dell’alleanza con la Germania’. E magari a quel punto l’unico elemento a discapito di Mussolini sarebbe l’aver perso la guerra e di non essersi fatto, ad esempio, i fatti suoi come fece il lungimirante Francisco Franco. “Le cose disastrose sono state l’entrata in guerra con la Germania, la sottovalutazione e il non aver capito quella che era la forza dell’America” chiarisce.

Il viceministro ha parole di apprezzamento soprattutto per lo sviluppo dell’economia, delle arti e della scienza durante la dittatura. “Per esempio lui – il Duce - si è inserito in tutta quella che è stata l’elaborazione politica degli anni Trenta: Roosvelt, il keynesismo. E ha creato le basi del welfare in Italia, questa è stata una cosa estremamente positiva – ha dichiarato a Radio2 – Ha favorito il processo di conversione industriale, ha avuto una grande attenzione a quelli che erano gli aspetti del futurismo, che non era solo arte, ma anche scienza”.

 di luca fiore -. contropiano”.

pc 7 marzo - "Parlamento popolare" a Mahalla al Kubra - Egitto ?

I gruppi di opposizione hanno annunciato che formeranno un «Parlamento popolare» nella città industriale simbolo delle lotte del lavoro

di Giuseppe Acconcia* (*Questo articolo e' stato pubblicato il 6 marzo 2013 dal quotidiano Il Manifesto)

Il Cairo, 6 marzo 2013, Nena News - Nella terra degli operai nasce il Parlamento del popolo egiziano. I gruppi di opposizione, dopo aver deciso di boicottare il voto ed aver rifiutato l'incontro con il segretario di Stato John Kerry hanno annunciato infatti che formeranno un «Parlamento popolare» nella città industriale e operaia di Mahalla al-Kubra. «L'Assemblea allargherà gli obiettivi dell'impegno del popolo in politica», ha assicurato Shady el-Rakhawy, un esponente del partito el-Dostour, guidato dal liberale Mohammed el-Baradei. Per essere membri di questo Parlamento alternativo basterà essere cittadini egiziani, mentre le attività dell'Assemblea saranno in parallelo con l'istituzione cairota.

Già nel 2010, le forze di opposizione avevano stabilito un Parlamento alternativo per protestare contro le ultime elezioni parlamentari dell'era Mubarak. Anche in occasione del recente referendum costituzionale nella piazza principale della città si era tenuta una consultazione popolare fittizia. In quel caso, chi ha partecipato al voto, ha rifiutato a larghissima maggioranza la Costituzione voluta dagli islamisti. Sul tema della democraticità del nuovo Egitto è intervenuto il politico liberale Ezzedine Choukri. «La democrazia è il governo della maggioranza - ha detto al manifesto - ma in assenza di regole stabili diventa la dittatura della maggioranza, per questo la rivoluzione egiziana non è finita. I due terzi degli egiziani hanno meno di 50 anni, ma sono esclusi da un sistema monopolizzato da chi ha più di 64 anni», ha aggiunto il politico.

Ma nel Paese, la tensione è ancora alle stelle nella città portuaria di Port Said, dove la sentenza di sabato sulla strage degli ultras sembra ancora lontana. Sono proseguiti per il terzo giorno consecutivo duri scontri tra polizia e monifestanti. In tutto è di sei morti e oltre 500 feriti il bilancio di questi giorni di guerrilla urbana, innescati dal trasferimento dal carcere della città di 39 imputati in attesa di sentenza. Intorno alla sede delle sicurezza di Stati, si sono protratti i lanci di bottiglie molotov e gas lacrimogeni tra agenti in assetto antisommossa e attivisti. Un uomo è rimasto ferito alla testa da un colpo d'arma da fuoco e versa in gravi condizioni. Slogan contro la polizia sono stati scanditi per le vie della città mentre scritte contro i poliziotti sono apparse sulle mura del centro. Alcuni veicoli blindati sono stati dispiegati in punti strategici, nei pressi degli edifici pubblici e delle sedi di alcune aziende.

Anche al Cairo, gli scontri sono ripresi nei pressi di piazza Tahrir tra polizia e manifestanti, mentre si tenevano i funerali di un attivista ucciso durante le manifestazioni dello scorso gennaio. Durante la manifestazione è arrivata la notizia della condanna a tre anni di carcere da parte del Tribunale del Cairo per l'agente Mahmoud el-Shinnawy. Si tratta di uno dei cecchini che dai tetti dei palazzi di piazza Tahrir nelle proteste del novembre 2011 colpiva i manifestanti agli occhi. Il «cacciatore di occhi» aveva tra gli altri colpito ben due volte il giovane Ahmed Harara, lasciandolo completamente cieco. Le accuse contro di lui sono state testimoniate da un video nel quale si vede el-Shinnawy che punta direttamente agli occhi dei manifestanti.

Infine, il ministro dell'Economia Sayed Hegazy ha assicurato che l'approvazione del prestito pari a 3,8 miliardi di euro da parte del Fondo monetario internazionale (Fmi) è ormai vicino, ma ha chiarito che l'Fmi vuole che si attuino riforme imponenti, anche il taglio dei sussidi. Le autorità egiziane stanno spingendo per l'aumento dei prezzi della benzina e l'azzeramento delle agevolazioni per l'acquisto di carburante. Nena News

pc 7 marzo - in morte di Chavez - imperialismo yankee giù le mani dall'america latina

Chavez è un combattente contro l'imperialismo americano, a difesa dell'indipendenza nazionale del Venezuela in un contesto di lotta in tutta l'america latina.
Merita rispetto e onore per questo ed è giusto che ampie masse povere in Venezuela, in America Latina e in altre parti del mondo lo salutino. 

E' importante ora denunciare e combattere il ruolo dell'imperialismo americano - forse nella sua stessa morte - che cerca di rimettere le mani sul Venezuela.

Detto questo
Chavez non rappresenta nè i  proletari, nè i comunisti, nè gli antimperialisti autentici, nè in Venezuela, nè nel mondo e quindi sono del tutto fuori luogo in questa occasione le posizioni di inneggiamento e apologia che diffondono gruppi troskisti e falso comunisti - in Italia anche il degenerato gruppo neorevisionista ed elettoralista carc-nPCI.


Proletari comunisti - PCm Italia
7 marzo 2013

mercoledì 6 marzo 2013

pc 7 marzo - Operai e lotta di classe in Egitto

Nella regione del Delta del Nilo le proteste hanno accompagnato la vita dei lavoratori da molto prima che si iniziasse a parlare di Primavera Araba
di Francesca La Bella

Roma, 6 marzo 2013, Nena News - Due anni di "Primavera Araba" hanno dimostrato che le rivolte non sono tutte uguali. Le rivendicazioni scelte, le modalità messe in atto e il contesto in cui si inseriscono ne modificano lo sviluppo a tal punto che, anche in uno stesso Paese, le conseguenze delle mobilitazioni possono prendere forme assai diverse. In tal senso ci sono ribellioni che nascono e finiscono in una stagione mentre altre rimangono latenti per anni per poi riacquistare vigore in particolari contesti, dimostrando una continuità ed un radicamento difficilmente rintracciabili in altre esperienze. 

Esemplificative in questo senso sono le lotte degli operai egiziani.

La regione che si estende dal Delta del Nilo al Canale di Suez è un'area ad altissima concentrazione industriale. In questi territori, le proteste hanno accompagnato la vita dei lavoratori da molto prima che si iniziasse a parlare di Primavera Araba tanto che le manifestazioni contro le politiche economiche governative e le politiche industriali locali del 2006 e del 2008 in città come Mahalla al Kubra sono state, a posteriori, considerate come prodromi della più ampia lotta iniziata nel 2011. Se durante il Governo Mubarak gli operai protestavano per la mancanza di leggi sulla sicurezza sul posto di lavoro e per maggiori diritti in campo lavorativo, la salita al potere dei Fratelli Musulmani non ha significato un miglioramento delle loro condizioni e scioperi ed occupazioni di fabbriche sono ricominciati.

Alessandria, Tanta, Mansura, Mahalla, Port Said, cuore pulsante dell'economia industriale egiziana, sono, ad oggi, centri nevralgici di una lotta che, bloccando produzione e porti, rischia di mettere a dura prova il sistema economico del Paese, già indebolito dalle conseguenze della Primavera. Se nel caso di Port Said la scintilla che ha rianimato la protesta è stata la condanna a morte di 21 persone per la strage avvenuta allo stadio l'anno passato, nelle altre città appare centrale il ruolo della componente operaia. Un conflitto tra il Capitale, incarnato dal Partito Libertà e Giustizia e dalle sue politiche neo-liberiste, e il Lavoro. Le cronache ci parlano, infatti, di un'eterogenea opposizione al Governo che, unendo le rivendicazioni di soggetti con esperienze molto diverse, ha identificato alcune parole d'ordine comuni dalle quali partire: pane, libertà e giustizia sociale. Le rivendicazioni concrete e contingenti si sono, così, legate ad aspirazioni di più ampio respiro.

Le richieste non sono, però, state ascoltate e la risposta repressiva è stata violenta. Se alla Portland-Titan Cement Company di Alessandria i manifestanti in occupazione sono stati attaccati dai cani poliziotto, fuori dalle fabbriche decine di sindacalisti sono stati minacciati ed aggrediti e le notizie di morti e feriti durante le manifestazioni fanno ormai parte della quotidianità. In questo contesto, nonostante le contrapposizioni religiose e politiche abbiano a lungo fomentato divisioni e rivalità, la percezione della volontà di prevaricazione da parte delle Stato e degli industriali locali che, con la scusa delle politiche governative, hanno inaugurato una stagione di tagli e licenziamenti, ha indotto una coesione delle diverse componenti sociali in un'ottica di classe. 

La transizione non è, però, né semplice né immediata. Se, da un lato, bisogna ricordare che la dura risposta del Governo, fatta di aggressioni, rapimenti e torture, rischia di restringere le file della protesta, è altrettanto necessario evidenziare che queste proteste, sostenute e organizzate anche grazie all'apporto dei sindacati indipendenti, mancano ancora di una prospettiva di lungo periodo. L'avversione ad un nuovo Governo che avrebbe dovuto, nelle speranze di molti, rendere reali e concrete le promesse della Rivoluzione non può, infatti, essere sufficiente a modificare radicalmente il sistema politico e sociale del Paese. La strada è ancora lunga e solo l'interazione tra le diverse anime della protesta potrà determinare un futuro che, al momento, non è scritto. Nena News

pc 6 marzo - i grillini ..la nuova faccia della nuova destra - il caso di Genova ..crumiri targati 5 stelle in azione

GRILLINI CRUMIRI A GENOVA
Eccoci a raccontare un'altra porcata operata dai grillini; questa volta i protagonisti non sono gli onorevoli, bensì un gruppo di sedici autisti dell'Azienda Mobilità e Trasporti genovese, che vanno definiti con il loro nome: crumiri.
La suddetta società di trasporto pubblico locale è da tempo in crisi profonda, ed i responsabili (come sempre) scaricano i costi della necessaria ristrutturazione sui lavoratori e sugli utenti: taglio delle linee, limitazione della percorrenza delle stesse, riduzione della frequenza di passaggio delle macchine, aumento dell'orario di lavoro degli autisti, spezzettamento dello stesso in più segmenti giornalieri (in pratica si è a disposizione per sedici ore, se non di più), riduzione dei tempi di sosta ai capolinea; insomma, un attacco - in piena regola, e su tutti i fronti - ai diritti dei lavoratori e dei cittadini.
I dipendenti hanno da tempo calendarizzato una serie di iniziative di lotta, tra cui spiccano diverse giornate di sciopero, come quella che ha luogo martedì cinque marzo.
Il blocco della circolazione delle vetture ha un'ottima riuscita: ad esempio, dalla rimessa delle Gavette - in val Bisagno - non esce alcun mezzo per tutta la durata dell'astensione dal lavoro.
Non solo, ma al termine dell'agitazione, nel medesimo deposito, i lavoratori decidono di attuare una forma di protesta ulteriore: escono in servizio soltanto le macchine perfettamente a norma; sembra inutile - viste le conseguenze, disastrose per la manutenzione, dei tagli draconiani effettuati al personale non viaggiante - sottolineare come quelle idonee siano un'infima minoranza.
In questo panorama di riuscita agitazione sindacale, si deve purtroppo registrare la presenza di sedici crumiri targati Movimento Cinque Stelle: costoro - con il pretesto di non voler lasciare la gente a piedi - non partecipano alla giornata di lotta, in ossequio alle parole dell'Insetto Pagliaccio contro il sindacato che andrebbe abolito perché inutile; solo che, in questo modo, l'unico a beneficiare del loro comportamento è soltanto il padrone, non certo i lavoratori, e men che meno i cittadini.
Genova, 06 marzo 2013

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova

pc 6 marzo - 8 MARZO GERMANIA, DAL COMITATO ROSSO DELLE DONNE AMBURGO

VERSO L'8 MARZO! Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Sempre l'oppressione ha causato resistenza, le donne e le persone oppresse hanno resistito fin dalla nascita della loro oppressione. Nel 1910 le partecipanti alla 2a Conferenza internazionale della donna a Copenaghen su iniziativa di Clara Zetkin, hanno deciso l'attuazione annuale della giornata internazionale della donna per lottare contro il doppio sfruttamento. Da allora, l'8 Marzo viene celebrato in tutto il mondo dalle donne oppresse, dalle comuniste e rivoluzionarie. Questo fa di esso uno dei giorni di lotta più importanti a livello internazionale del movimento femminista e della classe operaia.

La situazione attuale della donna in Germania
Anche se qui nella RFT c'è una uguaglianza formale sociale e politica per le donne, non si può negare l'oppressione esistente delle donne. Le donne sono doppiamente oppresse e sfruttate: dall'imperialismo e dal patriarcato. In Germania, le donne guadagnano in caso di rapporti di lavoro regolamentati in media il 23% in meno dei loro colleghi uomini e occupano posti di lavoro sproporzionatamente precari o in settori con bassi salari, o vengono impiegate in professioni di cura e sociali. Queste passano soprattutto attraverso condizioni di lavoro cattive e bassi salari. La responsabilità personale, la pressione morale e disposizioni alla correttezza mettono i lavoratori in questo settore particolarmente sotto pressione, ciò che caratterizza le loro lotte per il salario e il lavoro.
Ma oggi come ieri sono sempre le donne che – apparentemente liberamente - che prendono la decisione di dedicare una parte consistente della loro vita alla famiglia e all'educazione dei figli, e quindi a fare il lavoro non retribuito riproduttivo. L'imperialismo non può esistere senza il doppio sfruttamento e l'oppressione delle donne, perché altrimenti dovrebbe pagare qualcuno per questi lavori di riproduzione. Oltre ai lavori domestici e all'allevamento dei figli non pagati la donna crea nuove forze di lavoro, che possono essere poi sfruttate e oppresse dall'imperialismo.
La radice dell'oppressione delle donne è la proprietà privata dei mezzi di produzione, così come la nascita delle classi. Finché ci sarà la proprietà privata dei mezzi di produzione, ci sarà l'oppressione delle donne. Così, la liberazione effettiva delle donne è possibile solo attraverso l'eliminazione della proprietà privata dei mezzi di produzione. Questi fatti e la doppia oppressione e sfruttamento della donna proletaria, le danno un ruolo particolare nella lotta di classe.

Nessuna liberazione sotto l'imperialismo!
L'esperienza delle lotte delle donne a livello mondiale fino ad ora ha dimostrano che i progressi più significativi sono stati fatti nel processo di costruzione del socialismo. Questi progressi sono stati visti come esempi per le donne che combattono nel mondo. Progressi enormi sia dal punto di vista economico che sociale sono stati fatti in Unione Sovietica e in Cina durante le prime fasi di sviluppo del socialismo nel giro di pochi anni. Ad esempio, il problema del lavoro riproduttivo è stato risolto collettivamente. Pertanto, l'Unione Sovietica è stato il primo paese che ha stabilito negli anni '20 gli asili. Anche in Cina dal 1949, in particolare durante la Rivoluzione Culturale Proletaria (1966 - 1976) è stato dato molto valore alla socializzazione del lavoro domestico e di cura dei figli come un passo verso la liberazione delle donne. Nacquero, tra l'altro Centri di cura per bambini e ristoranti nelle fabbriche e nei quartieri, che potevano essere utilizzate da tutti tutto il giorno. Così alle donne non solo veniva data la possibilità di partecipare alla produzione comunitaria, ma avevano anche il tempo di formarsi politicamente e nella vita pubblica e culturale. Le donne hanno preso il loro destino nelle proprie mani e hanno conquistato questi diritti conquistati da sé.
Questi risultati sono sotto l'imperialismo inconcepibili. Perché in un sistema basato sulla proprietà, non ci possono essere risultati, come la conquista degli asili nido, tutti i giorni e che stanno aperti più di 10 ore. Non sono indirizzati nemmeno alle esigenze delle madri e dei bambini, come tutto in questo sistema, perché l'unico scopo è quello di massimizzare i profitti, mentre danni alle donne la "libertà" per poter vendere la loro forza-lavoro come lavoratrici salariate.
Poiché il fondamento della liberazione della donna è la rivoluzione proletaria, l'avanguardia delle donne di oggi, sono in prima linea, per esempio nella guerra popolare in Perù, India o nelle Filippine. Sono i nostri esempi, perché sono attive nella lotta per la liberazione dell'umanità.

Solo il comunismo ci renderà liberi!
Perché anche noi possiamo prendere parte attiva in questa lotta, abbiamo bisogno di un partito comunista, che mira a lottare per la rivoluzione socialista come via verso il comunismo. Questo partito può essere formato solo sulla base dell'ideologia del proletariato.
Considerare il ruolo speciale delle donne nella lotta di classe, ci renderà chiara la necessità cosciente di scatenare la loro forza. A causa della loro doppia oppressione doppia esse hanno doppie ragioni per la resistenza.
La liberazione delle donne deve essere prodotto delle donne stesse, ma questa lotta non può essere fatta in modo isolato. La doppia oppressione delle donne nell'imperialismo è necessaria per poter mantenere la proprietà dei mezzi di produzione. Questa è anche la base per l'oppressione della classe operaia. La liberazione delle donne e di tutta l'umanità, ci sarà solo sotto la guida dell'ideologia del proletariato e del suo partito, perché solo nel comunismo la proprietà dei mezzi di produzione sarà distrutta.

Femminismo proletario per il comunismo!
Scateniamo la forza delle donne come una forza potente per la rivoluzione!
Per un movimento delle donne con una posizione cosciente di classe, nel comunismo realizziamo la nostra emancipazione!

Comitato Rosso delle Donne Amburgo
Febbraio 2013

http://vnd-peru.blogspot.it/

pc 6 marzo - giornata nazionale di lotta a Taranto il 22 marzo


pc 6 marzo - 8 marzo delle donne proletarie


pc 6 marzo - Ilva ..la Cina è vicina !

novi ligure
05.03.2013 -

Manager cinesi in visita alla stabilimento dell'Ilva

Anche la bandiera della Cina fuori dallo stabilimento novese dell'Ilva

Ricevuti dai maggiori dirigenti del Gruppo, guidati da Angelo Riva, nipote di Emilio, il patron.

g. fo. 
Diciannove dirigenti della Baum steel, una multinazionale siderurgica cinese, hanno fatto visita ieri allo stabilimento Ilva di Novi. 
I manager sono stati ricevuti da alcuni tra i maggiori dirigenti del Gruppo Ilva guidati da Angelo Riva, nipote del patron Emilio. La presenza dei manager con gli occhi a mandorla, sottolineata dalla bandiera nazionale cinese all’ingresso dello stabilimento novese (come sempre avviene con gli ospiti di riguardo), ha però messo in apprensione i dipendenti.

pc 6 marzo - IL MOVIMENTO CINQUE STELLE HA, COME CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI.. una fascista !

 Chi, a torto o a ragione, si definisce "di sinistra" ed ha votato per il Movimento Cinque Stelle, è servito; nel primo atto della legislatura, l'Insetto Pagliaccio ne ha già combinata una delle sue: è stata eletta capogruppo alla Camera dei Deputati l'onorevole - sia inteso nel senso più dispregiativo possibile - Roberta Lombardi.
Codesta novella politicante è una persona, se così si può definire, orgogliosamente nazionalsocialista; per chi non avesse la sfortuna di conoscere il suo pensiero, ecco cosa ha dichiarato in merito al contesto storico nel quale si è sviluppato il fascismo: "l'ideologia del fascismo, prima che degenerasse (?!?), aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo: un altissimo senso dello stato, e la tutela della famiglia".
 Non è accettabile che un'onorevole, che come tale ha giurato sulla Costituzione nata dalla Guerra di liberazione dal fascismo italiano e quello tedesco, si possa esprimere in questa maniera, confondendo volutamente il socialismo con il peggior nazionalismo; se i grillini non vogliono essere a ragione tacciati di essere seguaci dell'ideologia fascista, ne devono pretendere le immediate dimissioni: naturalmente anche dal suo scranno parlamentare.
 Genova, 05 marzo 2013
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova

pc 4-5 marzo - Da Napoli solidarietà ai compagni condannati per le rivolte di Manduria


 Da Napoli solidarietà ai compagni condannati per le rivolte di Manduria!


Care compagne e cari compagni,
abbiamo scritto questo breve comunicato di solidarietà che stiamo
diffondendo tramite i nostri canali e che, ovviamente, giriamo anche a voi
esprimendovi ancora la nostra massima solidarietà e complicità.
Teneteci aggiornati!
Un abbraccio.

Saluti comunisti,

le compagne e i compagni del CAU

Napoli solidarietà ai compagni condannati per le rivolte di Manduria!

E-mail Stampa PDF
Esprimiamo massima solidarietà a Margherita ed Ernesto, coordinatori dello SLAI  COBAS per il sindacato di classe e dirigenti di Proletari Comunisti.
I compagni “colpevoli” di aver manifestato il proprio dissenso  contro il C. A. I. (Centro di Accoglienza ed Identificazione ) di Manduria, in provincia di  Taranto, sono stati condannati a 15 giorni di carcere perchè ritenuti responsabili della grande rivolta dei tunisini nel campo di nel 2 aprile 2011.Il C.A.I. è una struttura non prevista dall’ordinamento giuridico italiano, quindi temporanea, creata ad hoc per la presunta emergenza immigrazione e che, teoricamente, non prevede la detenzione. In realtà questi centri  prendono le forme di veri e propri campi di concentramento.
solidarietà ManduriaIn questi Lager vengono consumate delle violenze inaudite sulla spalle di chi ha sostenuto un viaggio estenuante alla ricerca di una speranza, alla ricerca di un futuro.
Persone che finché sono rimaste nel proprio Paese e si sono rivoltate contro i sanguinari dittatori (Gheddafi, Mubarak, Ben Alì..) vengono etichettate come degli eroi da sostenere o civili da difendere.
Ma quando ,sfiancati dalla guerra e dalla repressione decidono di attraversare il Mediterraneo  alla volta delle coste europee, da “civili da proteggere” si tramutano in “una’orda barbarica di clandestini” che ha invaso il “nostro territorio”.
Dimenticando che per qualsiasi ragione essi fuggano, le persone del nord-africa scappano da condizioni di vita e di lavoro disumane, delle quali il nostro governo e tutti i governi occidentali sono pienamente responsabili e colpevoli: dalle aggressioni imperialiste mascherate da interventi umanitari, allo stato di iper-sfruttamento imposto dalle imprese europee che in quei paesi delocalizzano la produzione di beni e servizi, al sostegno dei regimi di Ben Alì, Mubarack o Gheddafi, all’appoggio dato alla repressione dei movimenti popolari in Bahrain o nello Yemen.
Ed è per questo che diamo tutto il nostro sostegno a chi in quei giorni a Manduria ha lottato al fianco dei “dannati della terra”, solidarietà Manduriaper la chiusura dei C.A.I., per la tutela dei rifugiati , e che ha gridato a gran voce NO al razzismo istituzionale, alle politiche di esclusione, allo sfruttamento del lavoro, alle violazioni dei diritti, ad un sistema sociale ed economico che opprime e ci sfrutta.

Siamo TUTTI dannati della terra!
Solidarietà ai compagni Margherita ed Ernesto!



“Crescete come buoni  rivoluzionari .Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario”.
Che Guevara.
>>Qui il comunicato dei due compagni
Ultimo aggiornamento ( Martedì 05 Marzo 2013 21:35 )  







*“Crescete come buoni  rivoluzionari .Studiate molto per poter dominare la
tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l'importante è
la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi
ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la
qualità più bella di un rivoluzionario”.* Che Guevara.


<http://proletaricomunisti.blogspot.it/2013/02/pc-27-febbraio-manduria-2011-liberare.html?m=1>il
comunicato dei due compagni*

*CAU* // collettivo autorganizzato universitario - Napoli
sito web: *caunapoli.org*
facebook: *Giulia
Valle*<http://www.facebook.com/profile.php?id=100000516007110>
twitter:*@*
<http://goog_1244107620>*cau_napoli*>

lunedì 4 marzo 2013

pc 4-5 marzo - Stalin 60° anniversario della morte - 5 marzo 1953-5 marzo 2013 - Noi difendiamo Stalin, perchè siamo comunisti marxisti-leninisti-maoisti non 'stalinisti'

Il movimento comunista internazionale ha già fatto un bilancio di Stalin, bisogna andare avanti e non indietro.

Per questo non partecipiamo a agiografie e celebrazioni che non siano improntate al marxismo-leninismo-maoismo

Ripubblichiamo tra oggi e domani due testi del Partito Comunista Cinese, diretto da Mao Tse Tung che costituiscono la pietra miliare del Movimento comunista internazionale sulla questione di Stalin per riprendere in termini seri proletari e comunisti la questione.

SULLA QUESTIONE DI STALIN

Commento alla Lettera Aperta del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica
Redazioni del "Quotidiano del Popolo" e di "Bandiera Rossa" - 13 settembre 1963
Casa Editrice in Lingue Estere - Pechino

La questione di Stalin è una questione di importanza mondiale che ha avuto ripercussioni tra tutte le classi in ogni paese e che oggi è ancora oggetto di molte discussioni, in cui differenti classi ed i loro partiti e gruppi politici assumono differenti punti di vista. E' probabile che non si possa giungere ad alcun verdetto finale su questa questione, in questo secolo. Ma esiste virtuale accordo tra la maggioranza della classe operaia internazionale e del popolo rivoluzionario, che disapprova la completa negazione di Stalin e sempre più ne cura il ricordo. Ciò vale anche per l'Unione Sovietica. La nostra controversia con i dirigenti del PCUS è una controversia con un gruppo di persone. Noi speriamo di persuaderli, per fare avanzare la causa rivoluzionaria. A questo scopo scriviamo il
presente articolo.
Il Partito comunista cinese ha sempre sostenuto che quando il compagno Krushciov negò completamente Stalin col pretesto di "combattere il culto della personalità", sbagliava in pieno e aveva secondi fini.
Il Comitato centrale del Partito comunista cinese ha posto in rilievo nella sua lettera del 14 giugno che "combattere contro il culto della personalità" viola gli integrali insegnamenti di Lenin sulle
relazioni tra dirigenti, partito, classe e masse e mina il principio comunista del centralismo democratico.
La Lettera aperta del Comitato centrale del PCUS evita di dare alcuna replica ai nostri argomenti di principio, e si limita a definire i comunisti cinesi "difensori del culto della personalità e rivenduglioli delle idee erronee di Stalin". Quando stava combattendo i menscevichi, Lenin disse: "Non replicare agli argomenti di principio dell'avversario ed attribuirgli solo 'eccitazione' non significa discutere ma insultare." L'atteggiamento mostrato dal Comitato centrale del PCUS nella sua Lettera aperta è esattamente come quello dei menscevichi.
Sebbene la Lettera aperta ricorra all'insulto in luogo della discussione, noi, dal nostro canto,
preferiamo replicare con argomenti di principio ed un gran numero di fatti.
La grande Unione Sovietica fu il primo Stato della dittatura del proletariato. All'inizio, il principale dirigente del partito e del governo in questo Stato fu Lenin. Dopo la morte di Lenin, fu Stalin.
Dopo la morte di Lenin, Stalin diventò non solo il dirigente del partito e del governo dell'Unione Sovietica ma anche il dirigente riconosciuto del movimento comunista internazionale.
Sono solo 46 anni che il primo Stato socialista fu inaugurato dalla Rivoluzione d'ottobre. Per circa trenta di questi anni Stalin fu il principale dirigente di questo Stato. Le attività di Stalin
occupano un posto estremamente importante sia nella storia della dittatura del proletariato che in quella del movimento comunista internazionale.
Il Partito comunista cinese ha consistentemente sostenuto che la questione di come valutare Stalin e quale atteggiamento assumere nei suoi confronti non è solo una questione di valutare Stalin personalmente; è, quel ch'è più importante, una questione di come fare il bilancio dell'esperienza storica della dittatura del proletariato e del movimento comunista internazionale dopo la morte di Lenin.
Il compagno Krushciov negò completamente Stalin al 20° Congresso del PCUS. Egli omise di consultare prima i partiti fratelli su questa questione di principio che coinvolge l'intero movimento comunista internazionale e cercò dopo d'imporre loro il "fatto compiuto". C
chiunque dia una valutazione di Stalin differente da quella della direzione del PCUS è accusato di "difesa del culto della personalità" e "interferenza" negli affari interni del PCUS. Ma nessuno può negare il significato internazionale dell'esperienza storica del primo Stato della dittatura del
proletariato, o il fatto storico che Stalin era il dirigente del movimento comunista internazionale; di conseguenza, nessuno può negare che la valutazione di Stalin è una questione importante di principio che riguarda l'intero movimento comunista internazionale. Che ragione hanno, dunque, i dirigenti del PCUS di proibire ad altri partiti fratelli di fare una realistica analisi e valutazione di Stalin?
Il Partito comunista cinese ha invariabilmente insistito su una analisi completa, oggettiva e scientifica dei meriti e demeriti di Stalin con il metodo del materialismo storico e con la presentazione della storia come essa realmente si svolse, e si è opposto alla soggettiva, cruda e completa negazione di Stalin con il metodo dell'idealismo storico e con la distorsione e l'alterazione intenzionale della storia.
Il Partito comunista cinese ha costantemente sostenuto che Stalin ha commesso errori, che hanno avuto le loro radici ideologiche nonché sociali e storiche. È necessario criticare gli errori che Stalin
effettivamente commise, non quelli che gli vengono infondatamente attribuiti, e da una corretta posizione e con metodi corretti. Ma noi ci siamo costantemente opposti all'impropria critica di Stalin, fatta da una errata posizione e con metodi errati.
Quando era vivo Lenin, Stalin combattè contro lo zarismo e propagò il marxismo; dopo essere diventato membro del Comitato centrale del Partito bolscevico guidato da Lenin prese parte alla lotta per preparare la via alla Rivoluzione del 1917; dopo la Rivoluzione d'ottobre lottò per
difendere i frutti della rivoluzione proletaria. Stalin guidò il PCUS ed il popolo sovietico, dopo la morte di Lenin, a lottare risolutamente contro i nemici sia interni che esterni, ed a salvaguardare e consolidare il primo Stato socialista del mondo. Stalin guidò il PCUS ed il popolo sovietico a difendere la linea dell'industralizzazione socialista e della collettivizzazione agricola e ad ottenere grandi successi nella trasformazione socialista e nella costruzione socialista.
Stalin guidò il PCUS, il popolo sovietico e l'esercito sovietico per un'ardua ed aspra lotta alla grande vittoria della guerra antifascista. Stalin difese e sviluppò il marxismo-leninismo nella lotta contro varie specie di opportunismo, contro i nemici del leninismo, i trotskisti, gli zinovievisti, i bukharinisti ed altri agenti borghesi.
Stalin dette un indelebile contributo al movimento comunista internazionale in una serie di scritti teorici che sono immortali opere marxiste-leniniste.
Stalin guidò il partito ed il governo sovietici a seguire una politica estera che nel suo complesso era in conformità con l'internazionalismo proletario ed a dare grande assistenza alle lotte rivoluzionarie di tutti i popoli, incluso il popolo cinese. Stalin fu in prima fila nella corrente della storia a guidar
e la lotta, e fu un nemico irreconciliabile degli imperialisti e di tutti i reazionari.
Le attività di Stalin sono intimamente legate con le lotte del grande PCUS e del grande popolo sovietico e sono inseparabili dalle lotte rivoluzionarie del popolo di tutto il mondo.
La vita di Stalin è stata la vita di un grande marxista-leninista, di un grande rivoluzionario proletario.
È vero che mentre compì gesta meritorie per il popolo sovietico e per il movimento comunista internazionale, Stalin, grande marxista-leninista e rivoluzionario proletario, commise anche certi errori. Alcuni furono errori di principio ed altri furono errori commessi nel corso del lavoro
pratico; alcuni avrebbero potuto essere evitati ed altri erano difficilmente evitabili nel momento in cui la dittatura del proletariato non aveva precedenti da seguire.
Nel suo modo di pensare, Stalin s'allontanò dal materialismo dialettico e cadde nella metafisica e nel soggettivismo su certe questioni, e di conseguenza fu a volte separato dalla realtà e dalle masse.
Nelle lotte all'interno ed all'esterno del partito, in certe occasioni e su certe questioni egli confuse due tipi di contraddizioni che sono di natura differente, le contraddizioni tra noi stessi e il nemico e le contraddizioni tra il popolo, e confuse anche i differenti metodi necessari per trattarle. Nel lavoro
guidato da Stalin di reprimere la controrivoluzione, molti controrivoluzionari che meritavano la punizione furono giustamente puniti, ma allo stesso tempo ci furono innocenti che furono ingiustamente condannati; e nel 1937 e 1938 fu commesso l'errore di allargare la portata della repressione dei controrivoluzionari. In fatto di organizzazione del partito e del governo, egli non applicò pienamente il centralismo democratico proletario e, fino ad un certo punto, lo violò. Trattando le relazioni con partiti e paesi fratelli, egli commise alcuni errori. Egli diede anche alcuni cattivi consigli nel movimento comunista internazionale.
Questi errori causarono certe perdite all'Unione Sovietica ed al movimento comunista internazionale.
I meriti e gli errori di Stalin sono questioni di realtà storica, oggettiva.
Un confronto dimostra che i suoi meriti sono maggiori delle sue colpe. Egli era primariamente nel giusto, e le sue colpe furono secondarie. Nel fare il bilancio del pensiero di Stalin e del suo lavoro nel complesso, ogni onesto comunista che rispetta la storia, prima di tutto sicuramente osserverà ciò che era primario in Stalin. Pertanto, quando gli errori di Stalin vengono correttamente valutati, criticati e superati,è necessario salvaguardare ciò che era primario nella vita di Stalin, salvaguardare il marxismo-leninismo che egli difese e sviluppò.
Sarà utile se gli errori di Stalin, che furono soltanto secondari, saranno presi come lezioni storiche in modo che i comunisti dell'Unione Sovietica e di altri paesi possano stare in guardia ed evitare di ripetere quegli errori o possano commettere meno errori. Le lezioni storiche sia positive che
negative sono utili per tutti i comunisti, a condizione che siano tratte in modo corretto e in conformità con i fatti storici e non distorcendoli.
Lenin sottolineò più di una volta che i marxisti erano totalmente diversi dai revisionisti della Seconda internazionale, nel loro atteggiamento verso persone quali Bebel e Rosa Luxemburg, che erano grandi rivoluzionari proletari malgrado tutti i loro errori. I marxisti non nascondevano gli errori di tali persone, ma attraverso tali esempi impararono "come evitarli e vivere secondo le più rigorose esigenze del marxismo rivoluzionario." Per contrasto, i revisionisti "esultavano" e
"schiamazzavano" per gli errori di Bebel e Rosa Luxemburg.
Ridicolizzando i revisionisti, Lenin citò a questo proposito una favola russa: "Talvolta le aquile possono volare più in basso delle galline, ma le galline non possono mai levarsi all'altezza delle aquile." Bebele Rosa Luxemburg furono "grandi comunisti" e nonostante i loro errori, restarono "aquile" mentre i revisionisti erano un branco di galline "nel cortile del movimento della classe operaia, tra i mucchi di letame".