sabato 11 maggio 2024

pc 11 maggio - Sulla giusta e necessaria contestazione alla ministra Roccella (da Controinformazione rossoperaia del 10/05)

Siamo decisamente dalla parte delle ragazze, studentesse, studenti, femministe che hanno contestato ieri la ministra Roccella negli Stati generali della natalità.

Hanno fatto bene!

Siamo solidali con la manifestazione anche di oggi a Roma contro gli Stati generali della natalità in cui ancora una volta, come sta avvenendo sempre con le manifestazioni degli studenti per la Palestina, la polizia ha risposto con manganelli. Piena solidarietà alle ragazze ferite.

Contro la giusta contestazione della Roccella su TV stampa si è alzata una vasta canea da varie parti, in primis gli esponenti del governo, ma non solo, anche nell'area della cosiddetta “opposizione”.

Questi si stanno riempiendo la bocca - e i giornali al loro servizio - di valori, di democrazia, di civiltà, di libertà. Tra i primi, oltre alla Meloni e La Russa, è stato Mattarella che ha scomodato anche i valori della Costituzione. Ma, di grazia, quale articolo della Costituzione si sarebbe violato? Mentre nello stesso tempo Mattarella non si ricorda dei valori della Costituzione quando è il governo che mette a tacere chi la pensa diversamente. Mattarella ha parlato appunto di civiltà. Ma quale civiltà è quella che vuole imporre un moderno Medioevo alle donne perché il loro ruolo centrale sia in famiglia a fare figli? Che vuole togliere il diritto d'aborto e vuole in modo osceno, ricattare moralmente e praticamente le donne facendo entrare esponenti antiabortisti, pro-vita nei consultori? Quale civiltà è quella che ci fa tornare ai tempi di Mussolini con i premi alla maternità e in cui le donne devono essere pesate e avere qualche elemosina di lavoro, di bonus in base al numero dei figli? Se ne hai 2, meglio 3, hai più possibilità di essere assunta perché ai padroni danno incentivi, altrimenti ne hai molto meno. Quale civiltà è un governo, uno Stato che in Italia chiede più figli e in Palestina è complice del massacro di decine di migliaia di bambini, così come è responsabile della morte in mare di centinaia di bambini immigrati?

Giustamente le ragazze, le femministe, gli studenti hanno gridato: “sul mio corpo decido io, fuori i pro-vita dei consultori!", "No Dio, patria, famiglia”. E noi diciamo con loro: “non siamo macchine per la riproduzione di braccia, corpi per il capitale e per la vostra guerra”.

Oggi va in scena da un lato la repressione, dall'altra la canea di partiti politici, giornalisti asserviti. Tentano di fare un capovolgimento della realtà, un vero e proprio rovesciamento. Per cui chi si vede negata quotidianamente la libertà, la libertà di scelta, chi viene oppressa, discriminata, repressa appena dissente e rivendica il diritto di parlare, di manifestare, questa viene fatta passare per colei che opprime, che nega la libertà, mentre chi ha il potere e lo vuole tenere ben stretto e lo impone con la parola ma soprattutto con i manganelli alla maggioranza dei giovani, degli studenti, viene presentato come "vittima". Si è gridato alla censura, dimenticandosi anche da ignoranti che, come dice anche Cecilia Strada "la censura è quando chi ha il potere toglie la parola a chi ne ha molto meno, non è una semplice contestazione non violenta".

La democrazia borghese che nasconde la vera natura dittatoriale di questo Stato, via via oggi col

pc 11 maggio - Fermiamo il massacro di Israele a Rafah! (da Controinformazione rossoperaia del 9/05)


Fermiamo i crimini di Israele contro il popolo palestinese!

Fermiamo l'aggressione e i bombardamenti a Rafah!

Israele ha attaccato Rafah, il valico con l’Egitto che è l’unico passaggio per i palestinesi sfollati dalla guerra di Israele contro Gaza, dopo che Hamas ha fatto un annuncio affermando di aver accettato un accordo di cessate il fuoco proposto dal Qatar e dall'Egitto.

Il bombardamento e l’invasione di terra a Rafah è la risposta dei sionisti israeliani alla trattativa in corso per il cessate il fuoco tra Hamas e il governo di tipo nazista israeliano, è l’impunità di cui si fa forte Israele per continuare ad uccidere la popolazione palestinese che si è rifugiata a Rafah, e si tratta di più di un milione di civili.

Non è certo un caso che il Direttore della Cia, Burns, in questi giorni sia arrivato in Israele e sta incontrando tutti i vertici politici del governo Netanyahu-Gallant-Gantz, i vertici militari e dei servizi segreti israeliani. Un altro esempio che dimostra che la macchina della morte israeliana può agire solo col sostegno dell’imperialismo USA.

Dopo aver portato morte e distruzione a Gaza, dopo aver ucciso 35mila palestinesi di cui molti bambini, dopo avere trasformato gli ospedali in fosse comuni dove seppellire i corpi dei palestinesi uccisi fin dentro le strutture sanitarie, fin dentro le culle e i letti di ospedali, dopo avere distrutto infrastrutture e università, dopo avere massacrato anche coloro che erano in fila per gli aiuti umanitari, dopo avere ucciso medici, infermieri, giornalisti, funzionari ONU, ora Rafah è l’altra tappa di questa pulizia etnica nazisionista, antipalestinese, di questo genocidio da parte dello Stato nazisionista israeliano che è sotto agli occhi del mondo e continua, ogni giorno questa bestia rabbiosa sostenuta e armata dai paesi imperialisti USA/UE/Italia si macchia di crimini atroci contro il popolo palestinese.

Le immagini che arrivano sono veramente strazianti, ancora una volta civili, ancora i bambini, ancora neonati, uccisi e sepolti sotto le macerie delle case a Rafah. L’occupazione militare israeliana impedisce anche l’invio degli aiuti umanitari ad una popolazione ridotta alla fame.

L'operazione militare è stata effettuata nel quadro del "piano di sterminio e sfollamento" portato avanti da Israele.

"Non esiste un posto sicuro" "Ci stanno mandando in una zona distrutta" "Sto andando verso l'ignoto" "La morte è più dignitosa di così" ...I palestinesi così descrivono l'"evacuazione" di Rafah (che è un eufemismo, meglio dire deportazione forzata), più di un milione di persone intrappolati in una trappola per topi, fuggono senza meta mentre vengono attaccati!!

Ma la resistenza non è stata piegata.

Hamas ha reso noto che i suoi combattenti stanno combattendo contro le truppe israeliane a est di

pc 11 maggio - Alla Statale si occupa!

pc 11 maggio - Milano per la Palestina - Davanti al genocidio non si tace! Con il popolo palestinese e la sua Resistenza!

 

Concentramento ore 15 in viale Padova alla rotonda incrocio tra via Giacosa e via Predabissi, corteo con termine in Piazza Leonardo da Vinci.

La violenza colonialista e genocida sionista israeliana ancora non si ferma.

Mentre la Resistenza Palestinese  mostra la propria disponibilità al confronto per arrivare ad una soluzione concordata per un cessate il fuoco permanente, la violenza sionista procede all’ “evacuazione forzata” di Rafah e immediatamente dopo procede ai bombardamenti. 

La bandiera israeliana piantata con arroganza martedi 7 maggio  al valico di Rafah è una fotografia della strategia sionista

In questo disumano salto nel buio della storia dell’umanità, determinato dal Genocidio del popolo Palestinese, anche le parole hanno cambiato il loro significato: massacro e genocidio sono diventate “diritto alla difesa”, le fosse comuni e i terreni pieni di ossa spaccate e centinaia di corpi scomposti dalle ruspe oggi vogliono dire “tombe provvisorie”, le stragi di massa di donne e bambini e

pc 11 maggio - Due denunce contro il governo italiano per complicità con il genocidio dei palestinesi - info


Sulle accuse di complicità con il genocidio dei palestinesi messo in opera da Israele, il governo italiano dovrà fare i conti con due denunce – una penale, l’altra civile.

La conferenza in cui sono state illustrate le cause legali è stata promossa stamani da Amnesty international e ospitata presso la sede romana della Federazione nazionale della Stampa italiana.

La prima denuncia è un esposto presentato alla Procura di Roma da una rete di giuristi sostenuti dal Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (Cred). 

Una azione che, spiega il giurista del Cred Fabio Marcelli all’agenzia Dire , cerca di costringere Israele – e a seguire, Paesi come l’Italia – a dare esecuzione alle misure cautelari emanate dalla Corte internazionale di giustizia (Icj), che ha ritenuto “plausibile il carattere genocidario delle azioni dell’esercito e ordinato a Tel Aviv di porvi fine con ogni mezzo. Il crimine di genocidio però non riguarda solo uccisioni commesse con mezzi militari, ma anche “azioni che mettono alla fame la

venerdì 10 maggio 2024

pc 10 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - La giusta contestazione alla Roccella - Ungheria: la mobilitazione popolare contro il fascista Orban

Per impegni politici dei compagni redattori, eccezionalmente oggi ORE 12 Controinformazione Rossoperaia viene pubblicato ora

pc 10 maggio - In memoria di Peppino Impastato, ieri alla manifestazione a Terrasini/Cinisi

Manifestazione a Terrasini/Cinisi in memoria di Peppino Impastato

Buona diffusione del giornale Controinformazione Rossoperaia soprattutto tra i giovani studenti, presenti con diverse, ma non numerose, rappresentanze di scuole rispetto agli anni precedenti.

Apprezzati e fotografati i cartelli contro la guerra imperialista e contro il governo Meloni complice del genocidio del popolo palestinese.

Durante il corteo fino alla casa di Peppino dietro lo striscione tenuto dai compagni di Peppino, uno spezzone di compagni e compagne (sindacati base e realtà politiche e sociali di movimento) con un bandierone della Palestina hanno intonato slogan contro la guerra, Israele assassino stop genocidio, contro le fabbriche di morte come la Leonardo, per la libertà di Luigi, di Ilaria e di tutti i compagni e compagne che lottano e per questo sono repressi.

Dietro lo spezzone più numeroso della Cgil e dietro presenze di partiti (Avs, Santoro, RC...)

Di mattina era stato presente il padre di Ilaria Salis

Uno striscione di giornalisti in difesa della libertà di stampa....

Peppino è stato ucciso dalla mafia uno dei bracci armati dello Stato borghese

Dire come è stato detto da alcuni nello spezzone di movimento durante il corteo " fuori la mafia dallo

pc 10 maggio - Sgombero a Roma - se ne parla a livello internazionale

 Italie: La police évacue le grand squat Torre Maura

Le centre social Torre Maura, squat anarchiste occupé depuis 32 ans dans la Via delle Averle, a été évacué par la police aux premières lueurs de l’aube. Le bâtiment, propriété de la municipalité de Rome, avait été occupé par des anarchistes en 1992. L’expulsion a été décidée en préfecture par le comité provincial pour l’ordre et la sécurité publics. L’opération policière a été commentée par le président de la VIe municipalité de Torre : « Cela faisait 32 ans que des anarchistes insurrectionnels occupaient illégalement ces locaux, les utilisant même comme base d’opérations pour leurs activités criminelles, comme l’ont démontré les nombreuses enquêtes menées par les enquêteurs dans le passé. »  Deux personnes seront poursuivies pour occupation et branchement illégaux.

Dossier(s): Italie Tags: ,

pc 10 maggio - Continua in Germania la caccia agli antifascisti di Budapest

Allemagne: Encore une arrestation dans l’affaire des antifas de Budapest

Le lundi 6 mai, à partir de 8 heures, dans le quartier de Gostenhof, à Nuremberg, il y a eu une perquisition domiciliaire, dirigée par la LKA (la police judiciaire) du Land de Saxe, avec le soutien de la police anti-émeute bavaroise. La raison est que le Parquet fédéral accuse l’antifasciste Hanna de participation à une association de malfaiteurs, qui aurait mené des attaques contre des néonazis à Budapest. En plus de cette participation, elle est accusée d’avoir pris partie à deux des attaques de Budapest. Peu de temps après le début de la perquisition, des camarades et des voisin.es se sont rassemblé.es pour manifester leur solidarité avec l’antifasciste concernée. La perquisition a duré en tout plus de sept heure. La police a bloqué plusieurs rues et ne laissait plus passer les passant.es et les

pc 10 maggio - Il Governo Meloni vende fumo 'il bonus 100 euro' - un contributo

Il Governo Meloni alla fiera del nulla

Coniare rivolta | coniarerivolta.org

04/05/2024

Il Consiglio dei Ministri del 30 aprile passerà alla storia come tentativo del Governo Meloni di vendere fumo. Il Governo ha infatti annunciato ben due misure (il "bonus 100 euro" e il Decreto coesione) che a suo dire servirebbero a rilanciare l'economia, mentre rappresentano semplicemente due scatole vuote.

Analizziamole entrambe, cominciando dal "bonus 100 euro", e ricordando anzitutto la sua genesi.

Il Governo verso metà aprile annuncia che è imminente una misura, che esso stesso definisce "bonus tredicesime", e che doveva inizialmente consistere in un contributo di circa 80 euro (annui) ai titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore a 15.000 euro l'anno. La misura doveva essere approvata nel Consiglio dei Ministri del 23 aprile, ma con l'avvicinarsi della scadenza se ne parla sempre meno: per "approfondimenti contabili", dice il Governo. Passa qualche giorno, e la misura diventa il "bonus 100 euro" che viene effettivamente approvato nel Consiglio dei Ministri del 30 aprile. Sembrerebbe che l'importo, benché sempre misero, sia aumentato, ma ci son un sacco di fregature.

Prima di tutto, cambiano le condizioni di accesso: la soglia di reddito sale a 28.000 euro (e questo apparentemente è un bene) ma è l'unica nota positiva: per accedere al reddito occorre avere coniuge e almeno 1 figlio a carico (o solo 1 figlio in caso di famiglie monogenitoriali): questo vuol dire che se prima una famiglia in cui i due genitori guadagnavano meno di 15.000 euro aveva diritto entrambi a 80 euro, ora la stessa famiglia non ha diritto a nulla! L'unico modo per rientrare nella categoria dei beneficiari è che uno dei due sia disoccupato. E non sia mai il figlio fa qualche lavoretto: basta che abbia guadagnato in tutto l'anno più di 2.840 euro (la somma oltre la quale non si risulta fiscalmente a

pc 10 maggio - Al vertice G7 sull'(in)giustizia la polizia manganella

 G7 Giustizia a Venezia, scontri polizia-centri sociali

Tensioni al corteo. Al vertice tra i temi il narcotraffico e l'Ucraina

VENEZIA, 10 maggio 2024, 11:12

dall'Ansa

 Bandiere della Palestina e scontri con la polizia a un paio di calli dal G7 della Giustizia a Venezia, ribattezzato "dell'ingiustizia" dai manifestanti dei centri sociali del Nord est.

I disordini si sono verificati negli stessi minuti in cui il gruppo di guardasigilli dei sette Paesi ha suggellato un'alleanza contro trafficanti di essere umani, le mafie, la diffusione delle nuove droghe e i rischi derivati dagli utilizzi criminali dell'intelligenza artificiale. Le tensioni sono cominciate quando nel pomeriggio i manifestanti, circa 250, avevano cercato di avvicinarsi alla sede dell'incontro: qui ci sono state alcune cariche di alleggerimento delle forze dell'ordine, per impedire lo sfondamento del cordone degli agenti in assetto antisommossa. Gli esponenti dei centri sociali, che hanno intonato slogan pro Gaza, è stata una protesta contro l'attuale situazione in Palestina: "Quei ministri blindati in un palazzo non sanno leggere la realtà del mondo, il primo atto di giustizia dovrebbe essere schierarsi contro questa guerra - hanno urlato ai megafoni i manifestanti - . La nostra è una giustizia dal basso, che difende le realtà territoriali". 

Al summit nella città lagunare sotto la presidenza italiana i titolari della Giustizia di Giappone, Usa,

pc 10 maggio - Natalità, agli Stati generali la polizia manganella

Scontri tra polizia e manifestanti che volevano raggiungere gli Stati generali della natalità: una ragazza ferita alla testa

da Repubblica

I poliziotti manganellano gli studenti. Durante il corteo è stato bruciato il programma "educare alle relazioni" del ministro Valditara

10 MAGGIO 2024

Cariche e lancio di oggetti al corteo degli studenti di questa mattina per protestare contro gli Stati generali della natalità. I manifestanti hanno cercato di raggiungere via della Conciliazione, dove si trova l’Auditorium, ma sono stati fermati dai poliziotti in tenuta antisommossa, che hanno impedito al corteo di raggiungere la zona dove si trova anche Papa Francesco. Durante i disordini ci sono stati lanci di fioriere e scooter gettati in terra.

Gli studenti del collettivo Osa denunciano manganellate da parte degli agenti. Una

pc 10 maggio - Venite a contestare il G7 dei padroni del mondo in Puglia (dalla Controinformazione rossoperaia del 8/05)

 

Compagne e compagne, lavoratori,

in Puglia si prepara il G7. E' stato annunciato per metà giugno, dal 13 al 15, in cui verranno in questa terra i cosiddetti “grandi della terra”, vale a dire i capi di Stato e di governo che rappresentano gli interessi dell'imperialismo dei padroni del mondo, delle multinazionali, della grande finanza, dei signori del petrolio, dei signori della guerra. Per decidere "ciò che gli si confà", per cercare tra di loro accordi che gli possano permettere di andare avanti nel piano di scaricamento della crisi mondiale sui proletari e le masse popolari, sul piano innanzitutto dei preparativi di guerra, accelerati da tutte le potenze imperialiste. In tutti i paesi aumentano le spese militari, aumentano le missioni militari, le manovre di addestramento, siamo passati da una fase in cui ci si armava a una fase in cui si pensa effettivamente di andare verso la guerra. 

Siamo già in guerra, siamo in guerra in Ucraina, dove sempre di più le potenze imperialiste partecipano direttamente e da Macron a Cameron annunciano che sono pronti a mandare i soldati e già dicono che le loro armi serviranno per attaccare il territorio russo.

All'innesco rappresentato dall'invasione imperialista dell'Ucraina si aggiunge l'aperta volontà delle potenze imperialiste occidentali e dei loro alleati di attaccare la Russia, di farne il banco di prova del conflitto mondiale, il cui obiettivo è ancora la contesa interimperialista e la ripartizione dei mercati, con il nuovo grande interlocutore che è la Cina imperialista, una volta socialista e oggi social-imperialista.

In questo contesto il G 7 rappresenta una tappa importante, non è né la prima né l'ultima, vertici se ne fanno ormai giornalmente sui diversi temi, ma certo che il vertice del G 7 “ha il suo fascino”, cioè di

pc 10 maggio - Roma corteo sabato per la Palestina - info

pc 10 maggio - SABATO 11 MAGGIO 30° CORTEO per la Palestina a Milano

SABATO 11 MAGGIO 30° CORTEO a Milano concentramento ore 15 in viale Padova alla rotonda incrocio tra via Giacosa e via Predabissi con termine in Piazza Leonardo da Vinci.

La violenza colonialista e genocida sionista israeliana ancora non si ferma.
Mentre la Resistenza Palestinese  mostra la propria disponibilità al confronto per arrivare ad una soluzione concordata per un cessate il fuoco permanente, la violenza sionista procede all' "evacuazione forzata" di Rafah e immediatamente dopo procede ai bombardamenti
La bandiera israeliana piantata con arroganza martedi 7 maggio  al valico di Rafah è una fotografia della strategia sionista

In questo disumano salto nel buio della storia dell'umanità, determinato dal Genocidio del popolo Palestinese, anche le parole hanno cambiato il loro significato: massacro e genocidio sono diventate

pc 10 maggio - Sull'ultima visita della Meloni in Tunisia - dal blog Tunisie/Resistant - ponte internazionalista tra Italia e Tunisia

 Meloni and government delegation visits Tunisia

Italian prime minister Meloni with a ministerial delegation composed by the minister of home affairs Piantedosi, the minister of University and Scientific Research Bernini, and by the vice Minister of Foreign Affairs Cirielli (supported by the ex Italian Ambassador in Tunisia and now prime minister advisor for foreign affair) met Tunisian president Saied and their counterpart ministers.

Three agreements were finally signed:

– Italy will support Tunisian State budget (no further details now)

– Italian investment for small and medium Tunisian enterprises through the Tunisian Central Bank (no further details now)

– Implementing of more University exchanges.

While the meeting were going on in the presidential palace, a protest sit-in organized by FTDES

giovedì 9 maggio 2024

pc 9 maggio - Formazione operaia - La centralità del lavoro nazionale - Lenin "Che fare?"


La lotta all'economismo per la costruzione dell'organizzazione dei rivoluzionari è anche lotta per la centralizzazione e il lavoro nazionale.

Lenin sostiene: "Il nostro movimento soffre proprio del fatto che i dirigenti locali sono troppo assorbiti dal lavoro locale e che quindi è assolutamente necessario spostare il centro di gravità verso il lavoro nazionale...".

La cosa si riflette pienamente sulla questione della stampa nazionale e stampa locale. La bilancia pende nettamente verso la stampa nazionale e soprattutto nella fase iniziale del lavoro per l'organizzazione nazionale dei rivoluzionari, in cui il lavoro verso le fabbriche e parzialmente sul territorio, nel quadro dell'andare verso le altre classi sociali, ha assoluto bisogno di essere un lavoro sulle grandi questioni nazionali che si riflettono nelle fabbriche e che riguardano in generale le masse proletarie e le altre classi sul territorio

Lenin non sottovaluta affatto l'importanza dei giornali locali, ma sottolinea: "I giornali locali per lo più sono instabili dal punto di vista dei principi, privi di importanza dal punto di vista politico, eccessivamente cari per il dispendio delle forze rivoluzionarie e spesso del tutto insoddisfacenti per l'aspetto tecnico". Essi sono un'espressione della frammentazione e non di una lotta contro di essa, e anche della concezione frammentata della lotta politica rivoluzionaria, dell'organizzazione dei rivoluzionari. Riflesso, a loro volta, del primato dato dai militanti alla lotta economica e a quella

pc 9 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Fermiamo il piano genocida! Con la Palestina fino in fondo! - La guerra dei governi imperialisti contro i migranti

 

pc 9 maggio - Contestata la Min. Roccella - Ben fatto!

Dal blog femminismorivoluzionario

Non siamo macchine per la riproduzione di braccia, corpi per il capitale e per la vostra guerra!

Mattarella si riempie la bocca di "civiltà"... Ma quale "civiltà" è quella che vuole imporre un "moderno medioevo" alle donne perchè il loro ruolo centrale sia in famiglia a fare figli; quale "civiltà" è quella che ci fa tornare ai tempi di Mussolini con i premi alla maternità e le donne pesate in base al numero dei figli; quale "civiltà" è un governo, uno Stato che in Italia chiede più figli e in Palestina è complice del massacro di decine di migliaia di bambini, come è responsabile della morte in mare di centinaia di bambini immigrati?


Dalla stampa
Roccella contestata da studenti rinuncia a parlare: “È censura, altro che fascismo”. Mattarella: far tacere non è civile. E Meloni invoca condanna da tutti
Agli stati generali della natalità appena Roccella è salita sul palco, un gruppo di studenti e studentesse si sono alzati in piedi con una serie di cartelli a comporre la scritta: "Sul mio corpo decido io". "Fuori i pro vita dai consultori" 

"Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro", ha commentato la premier Giorgia Meloni
Anche Ignazio La Russa ha espresso vicinanza: “Il diritto di esprimere la propria

pc 9 maggio - La ministra Eugenia Roccella contestata agli Stati Generali della Natalità

Roccella contestata agli Stati Generali della Natalità, fischi e cori "Vergogna" 

pc 9 maggio - Dal Cara di Borgo Mezzanone Foggia: NIENTE ACQUA? NIENTE LAVORO! APRITE I RUBINETTI! - info solidale dal blog Tarantocontro

 da Comitato Lavoratori delle Campagne


Gli abitanti del ghetto di #borgomezzanone sono questa mattina 7 maggio davanti ai cancelli del CARA per chiedere ancora una volta che torni l' #acqua nel #ghetto
Dall'estate scorsa, la più grande baraccopoli d'Italia è senz'acqua. Oggi come già nel passato mese di dicembre, gli abitanti pretendono il ripristino dell'impianto che fino ad agosto serviva l'approvvigionamento idrico.
Sulla ormai celebre pista adiacente il Centro d'Accoglienza per Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone (FG) risiedono centinaia di persone, che diventano migliaia nei picchi stagionali delle raccolte agricole. I rubinetti sono a secco da mesi a causa di un guasto, e la distribuzione di acqua da parte di @acquedottopugliese (AqP) nelle poche taniche installate allo scopo è saltuaria e insufficiente al fabbisogno.
Dopo la scorsa mobilitazione si era fatta più frequente, con passaggi giornalieri, salvo poi tornare a 2-3 distribuzioni settimanali. Evidentemente agli amministratori di vario ordine e grado - a cominciare dalla #Prefettura, che è la prima responsabile - va ricordato che non solo chi vive sulla pista è un essere umano e come tutti gli esseri umani ha bisogno di acqua per vivere.
Ma che non si può pretendere di avere lavoratori a basso costo e disponibili nei momenti di picco (come

pc 9 maggio - L'Unità: "Tunisia: ondata di arresti di attivisti" - Una notizia da approfondire

pc 9 maggio - Da Casteldaccia/Palermo ad ogni luogo di lavoro: fermiamo le stragi di operai e lavoratori per il profitto

A Casteldaccia in provincia di Palermo sono morti lunedì 5 operai mentre lavoravano alla riparazione di un guasto di acque reflue in un tombino. I primi sono morti immediatamente appena sono scesi nel vano a causa dell’idrogeno solforato che saturava il locale.
5 operai morti più 1 operaio ricoverato in gravi condizioni e 3 salvati miracolosamente perché rimasti fuori. Mandati a morire! perché non si può parlare di un “caso”, di una “disgrazia”, ma si deve parlare chiaramente di un’altra strage operai annunciata connessa strettamente ad un deliberato sistema capitalista-imperialista che produce morti su morti sul lavoro e da lavoro: erano senza l’attrezzatura adeguata per fare questo tipo di lavoro: “Se ci fossero state le protezioni” – dice uno dei vigili del fuoco quando siamo andati con forte rabbia e dolore sul luogo della strage – “questa tragedia non sarebbe successa”… e tante altre tragedie, come tutti sappiamo, non sarebbero successe se solo si utilizzassero gli strumenti di protezione… che non riescono, però, a “proteggere” dalle condizioni generali in cui i lavoratori sono costretti a lavorare, dalla precarietà diffusa (tra i lavoratori uno era interinale), dal sistema bastardo degli appalti e dei subappalti, questi operai, infatti, erano impiegati in una ditta che a sua volta aveva ricevuto l’incarico da un’altra ditta di appalto… 
Quindi l’ennesima strage voluta da chi dà lavori in appalto, in questo caso la municipalizzata di Palermo Amap, e questo è un sistema di lavoro che produce più morti in assoluto: appalti, subappalti al massimo ribasso!
E chiunque abbia dato quest'appalto è responsabile di queste morti, chiunque dei padroni della ditta abbia evitato di fare alcun tipo di controllo su questo lavoro è responsabile di queste morti operaie. 
È responsabile chiunque ne parla adesso con parole forti che sono le stesse da Mattarella alla fascista Meloni che è al governo, che dà sempre più mano libera a padroni e a padroncini, ai sindacati confederali che ancora una volta piangono lacrime di coccodrillo, limitandosi a proclamare come a Palermo uno sciopero di 4 ore, ben poca cosa! senza fare nulla di serio poi ogni giorno contro padroni e governo, accompagnando di fatto in maniera più o meno organica lo smantellamento e svuotamento dei diritti dei lavoratori . Tutta ipocrisia che ha attraversato tutte le stragi di quest'anno che stanno diventando di una frequenza assoluta. 
Una guerra contro i lavoratori, gli operai! Guerra non dichiarata ma condotta e che produce morti come in guerra. Una guerra basata sul profitto e lo sfruttamento di questo sistema capitalistico fino ad uccidere gli operai, a spezzare vite, una guerra che al contrario di ciò che dicono le statistiche ufficiali, dall’inizio dell’anno ha fatto già quasi 400 morti sul lavoro e quasi 200 in itinere (Osservatorio di Carlo Soricelli di Bologna)!
Cifre che si affrontano con la stessa ipocrisia di chi parla di nuove leggi ma poi non vi è nessun serio intervento partendo dagli interventi più semplici e immediatamente fattibili, come la postazione fissa ispettiva all’interno delle grandi fabbriche, la corsia preferenziale nei processi per infortuni e morti sul lavoro, un potere reale dei rappresentanti della sicurezza, limite di 25 anni di lavoro, per esempio, per gli operai della siderurgia (acciaierie-fonderie…)…
Proposte portate avanti da anni da chi vuole costruire una Rete nazionale per la salute e sicurezza nei posti di lavoro e nel territorio, ma proposte così “semplici” che la borghesia al potere non vuole naturalmente sentire! 
Le cose possono iniziare a cambiare solo se gli operai, i lavoratori, le lavoratrici danno vita ad una lotta presa nelle loro mani riorganizzandosi, dalle necessità più immediate e urgenti ad una visione più ampia che deve necessariamente mettere in campo la lotta più generale contro il governo dei padroni, oggi rappresentato dalla ala più reazionaria della borghesia, contro sistema sociale capitalistico di sfruttamento della maggioranza degli operai fino ad ucciderli per la sete insaziabile di profitto dei padroni che non può essere migliorato ma spazzato via. 
Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo.

pc 9 maggio - La polizia odia i/le giovani - da infoaut

La vita dei/delle giovani nel nostro paese è particolarmente complicata. Si misurano con la mancanza di prospettive, condizioni sociali, di studio e lavorative spesso in peggioramento ed una crescente stigmatizzazione. Oltre a tutto ciò negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un inasprimento della violenza poliziesca e delle intimidazioni nei loro confronti.

Se già l’atteggiamento dei precedenti governi nei confronti delle mobilitazioni giovanili era stato particolarmente aspro (si veda il ciclo di lotte contro l’alternanza scuola-lavoro) con il governo Meloni abbiamo assistito ad un chiaro salto di qualità, in particolare da quando la solidarietà con il popolo palestinese sotto assedio a Gaza ha riempito le piazze di giovanissimi e giovanissime che hanno preso coscienza di quanto sta succedendo ed hanno deciso di prendere parola. In questo paese ogni due per tre si parla dell’abulia e del disimpegno dei/delle più giovani, ma quando finalmente iniziano ad esprimersi ecco che esperti, giornalisti e politici danno vita al solito carosello di stigmatizzazioni. Non solo, negli ultimi tempi sempre più spesso assistiamo ad una violenza poliziesca senza controllo, ad arresti arbitrari, a volte con accuse ridicole, a intimidazioni e tentativi di criminalizzazione sempre più evidenti.

Ricapitoliamo alcuni fatti salienti degli ultimi mesi:

Il 23 febbraio a Pisa era in corso una manifestazione studentesca per il Cessate il Fuoco a Gaza. Sono

pc 9 maggio - PRESIDIO PER LA LIBERAZIONE DI MAYSOON MAJIDI DAVANTI al TRIBUNALE di CROTONE 10 MAGGIO ORE 9.00 - infosolidale

Il 10 maggio, alle 9.00, saremo al tribunale di Crotone, dove si terrà la seconda udienza del processo che vede imputata Maysoon Majidi.

Già il 26 marzo scorso c’era stata un’iniziativa di protesta al carcere di Castrovillari, sostenuta da persone indignate per la surreale reclusione subita dalla regista e attivista curdo-iraniana, in cella dal 31 dicembre del 2023, con l’accusa di essere una scafista.

Il caso di Maysoon non è l’unico. In Calabria c’è un’altra donna, Marjan Jamali, reclusa dal 27 ottobre 2023 in un altro carcere, quello di Reggio, con la stessa accusa e ci sono anche due minorenni, ‘scafisti’, nel carcere minorile di Catanzaro, il kazako Mukamadi Mukammad e l’egiziano Hamdi Ebebawi.

È noto che chi intasca i soldi, decine di migliaia di euro per questi viaggi, non parte, non corre il rischio di morire in mare, resta in Libia, o da qualche altra parte, ad organizzare comodamente i suoi traffici; mentre è chi si trova a corto di soldi che, pur di intraprendere quel viaggio per approdare ad una vita migliore, potrebbe accettare di mettersi al timone.

Non si tratta di spietati traghettatori che lucrano sulla pelle di persone in fuga, al contrario di vittime di

pc 9 maggio - OMAGGIO A GIOVANNA MARINI: CANTORA DELL'ALTRA ITALIA, QUELLA POPOLARE - CONTRO LA GUERRA "IMPERIALISTA" - ANTIFASCISTA E OPERAIA - DELLA LOTTA DELLE DONNE. CIAO GIOVANNA

      




mercoledì 8 maggio 2024

pc 8 maggio - Report/info "a braccio" dell'assemblea di Palermo del 3 maggio - con alcune considerazioni aggiuntive - da ORE 12 Controinformazione Rossoperaia

A Palermo nella giornata di venerdì scorso abbiamo tenuto un'Assemblea di lavoratori, di precari, di organizzazioni sociali e politiche di Palermo, già in lotta e già impegnate. Un'assemblea in cui il messaggio forte è stato: non abbiamo nessun partito che ci rappresenti, e quindi serve il partito dei lavoratori. Non abbiamo nessuna organizzazione che ci rappresenti, e quindi serve il sindacato di classe. Abbiamo detto: mettiamo il punto, intraprendiamo un'altra strada

Contro la guerra intesa come la guerra vera che si sta combattendo in Ucraina, la guerra che sta combattendo lo Stato sionista israeliano fino al genocidio nei confronti del popolo palestinese e che si apprestano a combattere anche in altri scenari del mondo di fronte all'intenzione dei governi di tutti i paesi imperialisti di marciare, tamburo battente, verso una guerra mondiale. Ma chiaramente la guerra, come all'esterno, si conduce all'interno. Una guerra interna volta a cancellare il dissenso, le manifestazioni con le volgari cariche, ad esempio, nei confronti delle lotte degli studenti che stanno rialzando la testa, prendendo la questione delle questioni che attraversa il mondo, il genocidio palestinese per risvegliare se stessi e una nuova generazione. La guerra interna, però, è quotidiana. 

E’ la guerra di quel lavoratore di Palermo che, intervenendo, ha detto: “non ho i soldi per mangiare perché ci avete tolto anche il reddito di cittadinanza”. E' la guerra della catena di stragi sul lavoro, ecc.

Alla guerra si risponde con la guerra, non ci sono altre soluzioni, non è un problema di essere estremisti. È un problema che quando le cose arrivano al punto in cui il lavoratore va a lavorare e non sa se tornerà a casa - e questo non è un fatto solo di una situazione, è una situazione che si vive su tutti i posti di lavoro, dalle grandi fabbriche come l'Ilva, la Stellantis di Melfi, ai cantieri, alle cisterne assassine, ovunque si lavora c'è il rischio della vita, per la morte sul lavoro ma anche per le malattie professionali, per l'inquinamento, da sfruttamento, da stress -; quando è in discussione la vita dei lavoratori e di conseguenza delle loro famiglie e delle intere masse popolari, la vita si deve difende nei confronti dei "procacciatori di morte". Il sistema della morte, che non è fatto di cattivi, è fatto di un modo di produzione capitalista/imperialista fondato sullo sfruttamento e sul profitto. Più tu lavori e meno ti pago, più tu lavori in condizioni che non mi costi niente, neanche i costi della sicurezza, più io faccio profitti: questa è la legge-base del sistema capitalista. E quindi non ci dite che ci vogliono altre leggi. Non ci dite che bastino scioperi veri rispetto alla farsa degli scioperi confederali su questo tema. Non ce lo dite più e non ci auto inganniamo dicendolo, ma riprendiamo il messaggio detto nell'assemblea di Palermo. Un'assemblea tenuta, per puro caso, proprio quando e dove è avvenuta la strage... 

In questa Assemblea il ragionamento è partito proprio da questo, che bisogna mettere un punto, fare un salto di qualità noi per primi. Non accontentiamoci della nostra tenace lotta sindacale, economica, non accontentiamoci delle nostre manifestazioni contro la guerra, contro la repressione. A Palermo c'è

8 maggio - La strage di Palermo - da ORE 12 Controinformazione Rossoperaia del 7 maggio

Una tragedia annunciata, visto che i lavoratori erano senza maschera per di più affidati a una ditta di incerta fortuna, la ditta Quadrifoglio Group che aveva vinto l'appalto. Sarebbe interessante sapere che appalto hanno vinto, ancora una volta massimo ribasso? E come l'hanno vinto?

Padroni assassini! Comune assassino!

Chiunque abbia dato quest'appalto è responsabile di queste morti, chiunque abbia evitato di fare alcun tipo di controllo su questo lavoro è responsabile di queste morti. E' responsabile chiunque ne parla adesso con parole forti che sono le stesse da Mattarella all'ignobile fascistella che è al governo, ai sindacati confederali. La solita ipocrisia.

Ipocrisia che ha attraversato tutte le stragi di quest'anno che stanno diventando di una frequenza assoluta. Una guerra contro i lavoratori. Guerra non dichiarata ma condotta e che produce morti come in guerra. Una guerra basata sul profitto e lo sfruttamento, gli appalti selvaggi, la mancanza di controlli, basata sul capitalismo che uccide. Una guerra basata sulla passività operaia, dei loro sindacati confederali e non solo. Una guerra che grida vendetta, innanzitutto.

Nuove leggi, più ispettori per più controlli, controlli poi in realtà sui lavoratori perché le nuove normative del ministero del Lavoro affidata a una consulente dei padroni prevedono la consulenza,

pc 8 maggio - Vannacci a Napoli, contestato con la polizia lo protegge... ma sarà così dovunque metta piede, si rassegnino

 

pc 8 maggio - I generali dell'imperialismo italiano si preparano alla guerra...

 da Scenari di guerra disegnati dal generalissimo Maisello

Ci riferiamo alle dichiarazioni rilasciate  dal capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, il generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, al Corriere della Sera.

Bisogna sbrigarsi“, ha dichiarato il generalissimo, “perché non sappiamo cosa accadrà. Mentre politica e diplomazia fanno il loro lavoro, noi dobbiamo impegnarci a farci trovare pronti, sperando di non dover mai entrare in azione: l’Italia deve diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile“.

L’Esercito – ha sottolineato Masiello – deve essere rivisto sotto diversi profili. Sono cambiati gli scenari, le minacce e, quindi, le esigenze, anche degli altri Paesi Nato. Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d’arma, potenziati gli strumenti, adeguate le strutture e le procedure d’impiego“.

Scenari di guerra supportati anche dal governo, con il Ministro della difesa Crosetto che da tempo ha rimesso in discussione la sospensione del servizio di leva. “Sospensione” perché in Italia la leva militare obbligatoria non è mai stata “abolita“, ma resa inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004, n. 226.

* SicraPress

pc 8 maggio - “Sì, a Gaza è in corso un genocidio” - Amos Goldberg *

Amos Goldberg è professore di Storia dell’Olocausto presso l’Università Ebraica di Gerusalemme.

*****

Sì, è un genocidio. È così difficile e doloroso ammetterlo, ma nonostante tutto ciò, e nonostante tutti i nostri sforzi per pensare diversamente, dopo sei mesi di guerra brutale non possiamo più evitare questa conclusione. La storia ebraica sarà ormai macchiata dal marchio di Caino per il “più orribile dei crimini”, che non potrà essere cancellato dalla sua fronte. In quanto tale, questo è il modo in cui sarà visto nel giudizio della storia per le generazioni a venire.

Dal punto di vista giuridico non è ancora possibile sapere cosa deciderà la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, anche se alla luce delle sentenze temporanee finora adottate e alla luce della crescente prevalenza di segnalazioni di giuristi, organizzazioni internazionali e giornalisti investigativi, la traiettoria del giudizio futuro sembra abbastanza chiara.

Già il 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia aveva stabilito con una maggioranza schiacciante (14-2) che Israele stava commettendo un genocidio a Gaza. Il 28 marzo, in seguito alla deliberata morte per fame della popolazione di Gaza da parte di Israele, la corte ha emesso ulteriori ordini (questa volta con un voto di 15 a 1, con l’unico dissenso del giudice israeliano Aharon Barak) invitando Israele a non negare ai palestinesi la loro libertà. diritti tutelati dalla Convenzione sul genocidio.

Il rapporto ben argomentato e ragionato del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei

pc 8 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Taranto, Grottaglie, Puglia zona di guerra! Verso il G7 della guerra

 

pc 8 maggio - Dei sionisti hanno provato ad aggredire il campus universitario pro Palestina a Amsterdam… non gli è andata bene

pc 8 maggio - Netanyahu - "L'obiettivo è l'uccisione dei palestinesi"... L'India di Modi copia Israele?

A Rafah Israele scatena la nuova tappa dei massacri. Gli aiuti non entrano più.

Ghassan Abu Sitta: «A Rafah nessun beneficio militare, l’obiettivo è il massacro»


Riportiamo gran parte di questa intervista apparsa ieri su Il Manifesto:

"Ghassan Abu Sitta è medico chirurgo, britannico-palestinese, e rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Università di Glasgow. Ha condotto missioni mediche in Palestina dalla Prima Intifada e operato in diversi teatri di guerra, Siria, Yemen, Iraq e Libano. Dopo mesi passati a lavorare come volontario negli ospedali di Gaza, da sabato è persona non grata in Europa: bando di un anno in tutta l’area Schengen.

Vorrei partire dalla sua storia. Lei stesso è un rifugiato, nato in diaspora. La sua famiglia fu cacciata dal suo villaggio in Palestina durante la Nakba dall’unità paramilitare Haganah e si rifugiò a Khan Younis, a Gaza. Mentre parliamo, 100mila palestinesi a Rafah hanno ricevuto un ordine di evacuazione dell’esercito. Stiamo assistendo a una nuova Nakba?

Quello a cui assistiamo è un genocidio che da sette mesi i paesi europei e gli Stati uniti proteggono perché possa proseguire. Quello a cui assistiamo è il fatto che i governi europei e la Ue hanno

pc 8 maggio - ORDINE DI ESPULSIONE DEI PALESTINESI RIFUGIATI A RAFAH - Dai Giovani palestinesi d’Italia

Questa mattina l’esercito sionista ha ordinato l’evacuazione delle aree orientali di Rafah, l’ultima città nel Sud della Striscia di Gaza, la città più sovraffollata al mondo in questo momento, designata come “zona sicura” finora nonostante i bombardamenti continui. Circa 1,5 milioni di civili palestinesi sono rifugiati lì. L’esercito ha avvertito i residenti tramite volantini lanciati da aerei militari di spostarsi verso altre zone di Gaza. Si stima che circa 100.000 persone vivano nella parte orientale di Rafah.

Nei volantini, l’esercito ha indicato che sta preparando un’operazione militare contro la Resistenza nella zona. Questo ordine di evacuazione potrebbe essere la fase preparatoria per l’invasione della città, finora l’unica non invasa via terra, pianificata da settimane dal governo israeliano ma posticipata più volte a causa della pressione internazionale, causata dalla paura occidentale di perdere l’Egitto, contrario all’invasione delle zone vicine ai suoi confini, come partner strategico.

Le organizzazioni internazionali e gli alleati dei sionisti, inclusi gli Stati Uniti, si sono costantemente opposti all’invasione di Rafah a causa delle minacce dell’Egitto di ritirarsi dagli accordi siglati con l’entità sionista.

IL MONDO E’ COMPLICE. NON PERDONEREMO MAI.

Facciamo nostro questo grido d’allarme pieno di rabbia.

Non abbiamo mai dato particolare credito alla trattativa, resi sospettosi dal furbo battage propagandistico che si era orchestrato intorno ad essa (“Tutto dipende da Hamas”, “Se davvero Hamas ha a cuore le sorti della popolazione di Gaza”, “L’ala politica di Hamas è pronta all’accordo, ma Sinwar si oppone”, etc.), salvo poi “scoprire” che per la banda di Netanyahu l’assalto a Rafah, secondo atto del genocidio, non è mai stato in discussione. In sostanza, le forze della Resistenza avrebbero dovuto riconsegnare quasi tutti i prigionieri ancora vivi nelle loro mani per avere “in cambio”, con certezza,

pc 8 maggio - La rivolta nelle università USA - La repressione non ferma ma alimenta la ribellione! Video e informazioni dagli USA

info dirette in via di traduzione

  • After 108 people were arrested at the Columbia encampment on April 18, dozens more encampments were established around the country. Columbia students started a new encampment the same day as the arrests, and sustained it in the face of constant threats. The day after Columbia was “cleared” of protesters in an even more violent and militarized raid on April 30, the protesters held a mass press conference in the street outside its gate, 100 faculty and staff held a rally supporting the protesters, and the Columbia chapter of the American Association of University Professors (AAUP) called for a vote of no confidence in Columbia’s president, while the Barnard College (part of Columbia) AAUP unanimously voted no confidence in their president. 
  • Also a day after the April 30 Columbia raid—and a raid the same night on City College of New York (CCNY) with mass arrests of students there—students at Fordham University’s Manhattan college started an encampment there, saying things like, “Seeing what the Columbia students went through, it’s inspiring.” The NYPD immediately vamped on it that same night—this time adding drones to their weapons arsenal and arresting “multiple protesters,” and the university also suspended an undisclosed number. Protesters took to the streets shouting that being suspended was “nothing short of an honor”! 
  • In Portland, Oregon, Portland State University protesters had established an outdoor tent

pc 8 maggio - Taranto teatro delle manovre nel Mediterraneo insieme a Grottaglie, che è anche sede della Leonardo

L'attività di addestramento ha coinvolto alcune unità navali di base a Taranto e i velivoli della Marina Militare della stazione aerea di Grottaglie

«Taranto e Grottaglie sono posizioni strategiche nel Mediterraneo centrale...

TARANTO - La Nato mostra i muscoli in Mediterraneo con l’esercitazione «Neptune Strike 2024» che coinvolge più di cinquemila militari, navi e mezzi da 16 Paesi alleati e si estende dal Mediterraneo fino alle coste del Baltico.
Teste di serie dell’esercitazione tre portaerei europee, la spagnola Juan Carlos I, l’italiana Cavour e la francese Charles De Gaulle, che sino al 10 di maggio hanno ceduto i loro comandi, prima volta assoluta per la nave francese, al comando centrale Nato.

Ieri l’esercitazione ha toccato le coste della Puglia e, in particolare, Taranto. Le unità navali ormeggiate nella base della Marina Militare sullo Jonio e la stazione aerea di Grottaglie sono state protagoniste di una delle attività della «Neptune Strike». Obiettivo principale delle manovre, che includono anche sbarchi anfibi, è «affinare la capacità della Nato di difendere la libertà di navigazione, proteggere i passaggi marittimi strategici, condurre attività di deterrenza e vigilanza e aumentare l’interoperabilità

pc 8 maggio - La denuncia dei nostri compagni di Palermo dal luogo della strage degli operai a Casteldaccia

 

da Controinformazione rossoperaia del 7/05

Siamo qui stamattina (ieri) a Casteldaccia in provincia di Palermo dove sono morti i 5 operai che dovevano risolvere il problema di un guasto di acqua reflua in un tombino. I primi sono morti immediatamente appena lo hanno aperto e sono scesi a causa dell’idrogeno solforato che riempiva il locale.

5 operai più 2 ricoverati in gravi condizioni e 3 salvati miracolosamente perchè rimasti fuori. Mandati a morire perché erano senza l’attrezzatura adeguata per fare questo tipo di lavoro. “Se ci fossero state le protezioni” – dice uno dei vigili del fuoco – “questa tragedia non sarebbe successa”. Come sappiamo che non sarebbero successe tante altre tragedie se solo si utilizzassero gli strumenti di protezione.

Quindi l’ennesima strage voluta da chi comanda quando dà gli appalti, perchè questo è il sistema che produce più morti in assoluto: appalti, subappalti al massimo ribasso.

Per alcuni dei 5 operai stanno verificando se fossero stati messi in regola con un contratto, comunque sono edili e con salari assolutamente molto bassi.

Mentre ancora qui sono rimasti solo polizia, carabinieri e il grande camion che seguiva i lavori, in ospedale le famiglie disperate.

Degli operai più anziani uno aveva 71 anni, il più giovane quasi trent’anni.

Sono ormai situazioni insostenibili, impossibili da mandare giù.

Appalti, subappalti, precarietà, il ricatto del posto di lavoro, questo è il sistema (come qualcuno che si

martedì 7 maggio 2024

pc 7 maggio - Un primo maggio massiccio e combattivo in Colombia - immagini originali - tratti da maoistroad

Primero Mayo internacionalista, masivo y combativo

Primero Mayo internacionalista, masivo y combativo 1
Bloque Internacionalista y Revolucionario – Plaza de Bolívar (Bogotá)

La jornada del Primero de Mayo en Colombia estuvo mediada por algunos hechos que hicieron de la conmemoración algo especial y particular. Por una parte, la evidencia para todo el mundo de la crueldad y el encarnizamiento hacia el pueblo palestino por parte del Estado sionista de Israel y los imperialistas. Por otro lado, la utilización de las manifestaciones, por parte del gobierno reformista, para respaldar sus reformas y al propio Petro, como respuesta a la última marcha convocada por la mafia uribista y demás sectores cavernarios el pasado 21 de abril.

Estos hechos, hicieron que este Primero de Mayo tuviera la característica de ser una jornada de apoyo al pueblo palestino. Si bien, había bloques que especialmente destacaron la condena al genocidio, como los bloques Internacionalistas y Revolucionarios, en todas las manifestaciones se vieron banderas de Palestina y arengas de solidaridad con un pueblo que tal vez muchos no conocen, pero sí saben que está

pc 7 maggio - No ai 62 licenziamenti Esselunga. No al supersfruttamento - info solidale

62 lavoratori del reparto carni di Esselunga sono stati licenziati / sospesi perché si sono opposti al supersfruttamento. Chiediamo a i clienti Esselunga che esprimano la loro solidarietà rifiutando l’acquisto della carne fino a che i 62 lavoratori non saranno riammessi al lavoro rispettando i loro diritti.
La carne venduta nei supermercati Esselunga è lavorata dai disossatori e mondatori dello stabilimento di Pioltello Limito.
Qui la cooperativa C.M. Services opera da parecchi anni con oltre 60 lavoratori, imponendo a questo lavoro di per sé faticoso ritmi pesanti che logorano l’organismo, di fatto un lavoro a cottimo. Due anni fa 14 lavoratori che rifiutarono questi ritmi per lavorare normalmente, sono stati licenziati. Il loro rappresentante sindacale SI Cobas era stato licenziato qualche mese prima con motivazioni pretestuose.
Il 30 aprile è scaduto un secondo appalto nello stesso reparto, gestito dalla EOS, con una trentina di lavoratori. Per 10 anni essi hanno lavorato, senza cottimo e senza problemi, ma Esselunga ha deciso di trasferirli alla C.M. Services.
Un accordo sindacale sottoscritto anche da Esselunga prevedeva l’applicazione della “clausola sociale”,