da indymedia
Submitted by anonimo on Sat, 16/06/2012 - 16:53 art. 18 banche bce crisi debito deutsche bank EmiliaRomagna FORNERO monti movimenti notizie precariato repressione economia Bologna
da globalproject.info
16/6/2012 > 15:56
Bologna - dal corteo parte la richiesta di fare entrare una delegazione all'arena del sole per porre una domanda a Monti. Se la richiesta verrà respinta il corteo andrà comunque avanti.
16/6/2012 > 16:02
Bologna - di fronte al cordone di polizia continuano le trattative per fare entrare una delegazione all'interno dell'arena del sole
16/6/2012 > 16:14
Bologna - cariche violente da parte della polizia. I primi cordoni reggono e non indietreggiano.
16/6/2012 > 16:23
Bologna - Sfondati i cordoni di polizia, riparte il corteo per le vie della zona rossa. Nessuno può fermare la democrazia!
16/6/2012 > 16:31
Bologna - dopo le violente cariche sul corteo, che si e' difeso con gli scudi, parte la manif sauvage per il centro della citta' violando la zona rossa
16/6/2012 > 16:34
Bologna - "no alla democrazia dello spread, monti dimettiti" si urla dal corteo
16/6/2012 > 16:38
Bologna - per le strade della citta' si costruisce il proprio futuro, senza mario monti
16/6/2012 > 16:44
Bologna - l'Arena del Sole non è mai stata così distante dal resto della città. Ma noi non stendiamo tappeti rossi né a Monti, né a chi lo accoglie!
16/6/2012 > 16:44
Bologna - il corteo non si fa fermare dalle cariche. Nessun ricatto e nessuna zona rossa
16/6/2012 > 16:46
Bologna - sanzionata la deutsche bank con palloncini di vernice rossa. Stencil e scritte sulla banca
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Submitted by # (not verified) on Sat, 16/06/2012 - 17:37.
16/6/2012 > 17:00
Bologna - centri sociali dell'emilia romagna, del nordest, di napoli, comitati territoriali, studenti, associazioni, in tanti e molteplici si sono ripresi le strade della citta' di bologna.
16/6/2012 > 17:09
Bologna - il corteo selvaggio arriva in piazza del nettuno.
16/6/2012 > 17:17
Bologna - conquistati spazi di movimento oggi per le strade della citta'. Violata la zona rossa. "Loro la' nel deserto, noi qui a riprenderci la vita e il futuro"
16/6/2012 > 17:24
Bologna - "vogliamo essere liberi di scegliere chi essere, cosa fare delle nostre vite e come cambiare l'esistente. Vogliamo un futuro degno e la scommessa e' costruirlo insieme, senza mario monti, e facendo tornare a scegliere i cittadini di questo paese"
VIDEO :
http://www.youtube.com/watch?v=Qw24SGHP410&feature=player_embedded
http://video.repubblica.it/edizione/bologna/manifestazione-centri-social...
http://www.youtube.com/watch?v=zhAhBOoAzrg&feature=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=ypijEbWBjBI&feature=relmfu
http://video.repubblica.it/edizione/bologna/monti-a-bologna-scontri-al-c...
FOTO da Repubblica :
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/06/16/foto/monti_a_bologna_gli...
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/06/16/foto/bologna_scontri_e_p...
sabato 16 giugno 2012
pc 16 giugno - Monti contestato a Bologna
Monti ospite della Repubblica delle idee
Proteste e scontri in strada Foto 1- 2 - 3
Il corteo dei centri sociali cerca di raggiungere l'Arena del Sole, dove è atteso il premier. Ma viene respinto dalla polizia. Dodici contusi fra le forze dell'ordine: dieci uomini della polizia (compreso il questore vicario) e due carabinieri. Il questore: "Servizio d'ordine ineccepibile"
Due fronti di protesta, l'Arena del sole protetta da cordoni di carabinieri e polizia. A fine giornata il questore Vincenzo Stingone parlerà di servizio d'ordine "ineccepibile"; dodici persone contuse, tutte fra le forze dell'ordine: è questa la sintesi di un pomeriggio di protesta attorno al teatro dove il presidente del Consiglio Mario Monti veniva intervistato da Ezio Mauro ed Eugenio Scalfari per la Repubblica delle idee. Tutto si conclude intorno alle 19, quando Monti, dopo un incontro con il governatore Erran sul sisma, lascia l'Arena del sole; e quasi in contemporanea si conclude il secondo corteo di contestazione, sotto la R di Repubblica in piazza Re Enzo.
VIDEO Tafferugli 1 -2
Foto 1- 2 - 3
Hanno giocato d'anticipo, i manifestanti. Ben prima che il presidente del Consiglio varcasse la soglia dell'Arena del Sole sono iniziate le proteste lungo via Indipendenza. E ci sono stati anche i primi scontri. Il corteo dei centri sociali, composto da qualche centinaio di persone, ha cercato infatti di superare il cordone di polizia schierato attorno al teatro. C'è stato un fitto lancio di oggetti - dalle uova ai bastoni - a cui le forze dell'ordine hanno risposto con una prima, breve carica di alleggerimento che ha fermato il tentativo di sfondamento facendo arretrare i manifestanti di una decina di metri. Pochi minuti dopo, la scena si è ripetuta, con un secondo lancio di oggetti e una nuova carica.
In prima fila contro la polizia vi erano i giovani del Cua e dei centri sociali con le bandiere dei No Tav. Si sono buttati contro i poliziotti agitando proprio le aste delle bandiere, con lancio di fumogeni, rulli di tamburo e petardi. In posizione più lontana, verso i viali di circonvallazione i manifestanti con le bandiere della IV Internazionale e delle Usb.
Dopo le cariche di alleggerimento, poco dopo le 16, i manifestanti si sono ritirati verso via Irnerio, e poi all'angolo tra via Righi e via Indipendenza, a pochi passi dal teatro, continuando il lancio di oggetti - anche bottiglie di vetro - contro le forze dell'ordine. Tutti gli esercizi commerciali lungo la strada hanno abbassato le saracinesche. E quattro agenti sarebbero rimasti contusi.
Poco dopo, un blitz ha attaccato la Deutsche Bank di via Marconi, "sanzionata" dagli attivisti del Tpo nel corteo che è ripartito dopo i momenti di tensione in via Indipendenza. Contro l'istituto di credito sono stati lanciati palloncini di vernice rossa, e sono comparse le scritte "noi la crisi non la paghiamo" tracciate con gli stencil. Lo stesso corteo si è poi concluso in piazza Nettuno, dov'era cominciato. Dopo aver marciato per le vie del centro della città, i manifestanti del Tpo e di altre associazioni si sono fermati: "La nostra iniziativa finisce qua", ha detto Gianmarco De Pieri, leader del centro sociale. Il gruppo ha steso in terra lo striscione che aveva sempre tenuto in apertura di corteo: "Contro la democrazia dello spread, Monti dimettiti".
Duro il commento di Romano Prodi, intercettato mentre erano in corso gli scontri: "Sono manifestazioni non civili. Il diritto di parola è sacro e garantito, se hanno tentato di impedire la parola, non va bene".
Se l'iniziativa del Tpo è finita alle 17, la mobilitazione è stata invece più prolungata per l'altro 'fronte' di manifestanti, Crash, Cua, Santa Insolvenza, Bartleby, Vag61, Coordinamento collettivi antagonisti, Cub e Usb,. Dopo i momenti di contatto con le forze dell'ordine (che li hanno respinti indietro per due volte quando hanno tentato di imboccare via Indipendenza da via Irnerio), i manifestanti (qualche centinaia), sono partiti in corteo, raggiungendo i viali e poi, bloccando il traffico per oltre mezz'ora, li hanno percorsi fino a porta Galliera. A quel punto, già alle 18 passate, sono scesi di nuovo lungo via Indipendenza, fermandosi a una settantina di metri dallo sbarramento delle forze dell'ordine.
Il questore: servizio d'ordine ineccepibile. Il questore di Bologna Vincenzo Stingone fa un bilancio ampiamente positivo della gestione dell'ordine pubblico: "C'e' stato un servizio d'ordine pubblico ineccepibile", è la sua valutazione quasi al termine della giornata. Tra le Forze dell'ordine, riferisce Stingone, si contano dodici contusi, dieci fra gli uomini della polizia (otto agenti e due funzionari, comperso il questore vicario Grazioso Fusco), due tra i Carabinieri. Stingone assicura che nella gestione dei cortei sono state fatte "azioni chirurgiche", con un "contenimento dosato" della protesta. "Non ci sono state cariche, ma sono stati i manifestanti a tentare di sfondare tre o quattro volte" la zona rossa, spiega Stingone precisando che comunque non c'è stato nessun fermato. I due gruppi di manifestanti si sono però resi responsabili anche di imbrattamenti ai danni di due banche, e hanno lanciato bottiglie e uova che hanno danneggiato tre vetture parcheggiate nei pressi. Stingone ha spiegato: ''dove sono state fatte violazioni procederemo e denunceremo all'autorita' giudiziaria''. Il questore ha anche voluto rivolgere parole di apprezzamento a tutte le forze di polizia coinvolte nel servizio.
(16 giugno 2012)
pc 16 giugno - Anniversario Sabra e Shatila, massacro di palestinesi per mano del terrorismo di stato di Israele
Gloria a Kamal Yousef, Nazih Matar e tutti i martiri palestinesi
Ricorre oggi il 30° anniversario del martirio dei nostri fratelli Kamal, segretario di Al Fatah in Italia e Nazih, medico chirurgo, assassinati dagli agenti del Mossad israeliano nel cuore di Roma, capitale della Repubblica Italiana.
L'assassinio di Kamal e Nazih ha rappresentato la tappa italiana del terrorismo di stato di Israele contro il popolo palestinese, scatenato con l'invasione del Libano il 4 giugno 1982 e sfociato negli orrendi massacri dei campi profughi di Sabra e Shatila (15-17/6/1982), dove falangisti libanesi, assistiti dalle truppe del boia Sharon, assassinarono più di 3.000 rifugiati palestinesi inermi.
Il governo israeliano di estrema destra guidato da Benyamin Netanyaho, continua la sua politica criminale negando ai palestinesi quegli stessi dirittti riconosciuti dall'Onu e dalla legalità internazionale; continua a confiscare terra e costruire insediamenti sui Territori palestinesi, scegliendo la via dello scontro e dell'intensificazione dell'occupazione e della guerra contro ogni possibilità di pace con i palestinesi e il mondo arabo.
Noi cittadini palestinesi in Italia, ricordando i nostri fratelli Kamal, Nazih e tutti i caduti per la libertà del nostro popolo, affermiamo il nostro diritto sacrosanto alla Resistenza pacifica e popolare e chiediamo che l'Italia, l'Europa e la Comunità Internazionale escano dal loro silenzio e dalla loro indifferenza per esigere dallo stato di Israele il rispetto delle Risoluzioni Onu e della legalità internazionale, riconoscendo i legittimi diritti del nostro popolo alla libertà, all'autodeterminazione e alla creazione del proprio Stato indipendente con Gerusalemme est sua capitale, condizioni senza le quali non ci sarà mai né pace, né stabilità né sicurezza.
Non esiste pace senza giustizia e non esiste giustizia per il popolo palestinese senza il riconoscimento dei suoi legittimi diritti.
Roma, 16 giugno 2012
Per una Palestina libera laica e democratica
Il Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese - Italia
Dr. Yousef Salman
Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia
cell.: 347.9013013
y_salman@tiscali.it
www.yousefsalman.com
www.palestinercs.org
Ricorre oggi il 30° anniversario del martirio dei nostri fratelli Kamal, segretario di Al Fatah in Italia e Nazih, medico chirurgo, assassinati dagli agenti del Mossad israeliano nel cuore di Roma, capitale della Repubblica Italiana.
L'assassinio di Kamal e Nazih ha rappresentato la tappa italiana del terrorismo di stato di Israele contro il popolo palestinese, scatenato con l'invasione del Libano il 4 giugno 1982 e sfociato negli orrendi massacri dei campi profughi di Sabra e Shatila (15-17/6/1982), dove falangisti libanesi, assistiti dalle truppe del boia Sharon, assassinarono più di 3.000 rifugiati palestinesi inermi.
Il governo israeliano di estrema destra guidato da Benyamin Netanyaho, continua la sua politica criminale negando ai palestinesi quegli stessi dirittti riconosciuti dall'Onu e dalla legalità internazionale; continua a confiscare terra e costruire insediamenti sui Territori palestinesi, scegliendo la via dello scontro e dell'intensificazione dell'occupazione e della guerra contro ogni possibilità di pace con i palestinesi e il mondo arabo.
Noi cittadini palestinesi in Italia, ricordando i nostri fratelli Kamal, Nazih e tutti i caduti per la libertà del nostro popolo, affermiamo il nostro diritto sacrosanto alla Resistenza pacifica e popolare e chiediamo che l'Italia, l'Europa e la Comunità Internazionale escano dal loro silenzio e dalla loro indifferenza per esigere dallo stato di Israele il rispetto delle Risoluzioni Onu e della legalità internazionale, riconoscendo i legittimi diritti del nostro popolo alla libertà, all'autodeterminazione e alla creazione del proprio Stato indipendente con Gerusalemme est sua capitale, condizioni senza le quali non ci sarà mai né pace, né stabilità né sicurezza.
Non esiste pace senza giustizia e non esiste giustizia per il popolo palestinese senza il riconoscimento dei suoi legittimi diritti.
Roma, 16 giugno 2012
Per una Palestina libera laica e democratica
Il Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese - Italia
Dr. Yousef Salman
Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia
cell.: 347.9013013
y_salman@tiscali.it
www.yousefsalman.com
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pc 16 giugno - Cgil Cisl Uil uniti in piazza… ma non contro il governo, anzi per Bonanni il governo Monti è l’unico possibile!
'Siamo 200 mila' dicono Cgil-Cisl-Uil ma per fare cosa?
"per le ragioni del cambiamento" perché l'agenda politica per ora ha prodotto solo "iniquità e diseguaglianza e non ha dato risposte sul lavoro e sullo sviluppo", dice Susanna Camusso,
"Chiediamo il cambiamento dell'agenda politica, senza non ci sono prospettive per il Paese".
"l'insopportabile iniquità con cui si è esercitato il rigore", e cioè il rigore ci vuole ma così è insopportabile!
"Ci aspettiamo che il ministro Fornero corregga il suo errore" dice Raffaele Bonanni, insomma per Camusso, Bonanni e Angeletti il governo deve darsi una regolata e la Fornero è una collega che sbaglia e via con le lamentele su tutto ciò che non va, dagli esodati al fisco ecc. ecc.
Ma Bonanni è sì preoccupato ma per evitare confusioni ha detto chiaramente cosa pensa del governo in questa intervista del giornale La Sicilia del14/06/12:
“Al momento meglio del governo Monti non credo ce ne siano altri. Ma lo sanno i partiti se questo esecutivo arriverà alla fine della legislatura. Io del governo dico che deve andare avanti, deve fare quello che serve per dare sostanza alla missione che è quella di abbattere i debiti e lo deve fare attraverso la crescita.
E parlando il linguaggio di Monti del valore dei padroni e dei loro investimenti aggiunge:
“Si parla di burocrazia, di questo e di quell'altro – ha aggiunto Bonanni – ma bisogna parlare di investitori perché sono loro che aprono le imprese e sono quest'ultime che danno lavoro. Non esiste altro se vogliamo uscire dalla vecchia stagione che ha seppellito la Sicilia con delibere regionali o comunali che fanno occupazione e il disastro di questi giorni. L'occupazione si fa con una buona economia e con investitori che investono di proprio. Per questo – ha sottolineato Bonanni - chiediamo a tutte le forze imprenditoriali e alle altre realtà a fare fronte comune e a spingere con molta forza e determinazione sui fattori che riguardano la possibilità di rassicurare gli investitori.”
Insomma un bell'esempio dell'uso che fanno i borghesi con la giacca del sindacato delle manifestazioni di massa per sostenere il governo...
"per le ragioni del cambiamento" perché l'agenda politica per ora ha prodotto solo "iniquità e diseguaglianza e non ha dato risposte sul lavoro e sullo sviluppo", dice Susanna Camusso,
"Chiediamo il cambiamento dell'agenda politica, senza non ci sono prospettive per il Paese".
"l'insopportabile iniquità con cui si è esercitato il rigore", e cioè il rigore ci vuole ma così è insopportabile!
"Ci aspettiamo che il ministro Fornero corregga il suo errore" dice Raffaele Bonanni, insomma per Camusso, Bonanni e Angeletti il governo deve darsi una regolata e la Fornero è una collega che sbaglia e via con le lamentele su tutto ciò che non va, dagli esodati al fisco ecc. ecc.
Ma Bonanni è sì preoccupato ma per evitare confusioni ha detto chiaramente cosa pensa del governo in questa intervista del giornale La Sicilia del14/06/12:
“Al momento meglio del governo Monti non credo ce ne siano altri. Ma lo sanno i partiti se questo esecutivo arriverà alla fine della legislatura. Io del governo dico che deve andare avanti, deve fare quello che serve per dare sostanza alla missione che è quella di abbattere i debiti e lo deve fare attraverso la crescita.
E parlando il linguaggio di Monti del valore dei padroni e dei loro investimenti aggiunge:
“Si parla di burocrazia, di questo e di quell'altro – ha aggiunto Bonanni – ma bisogna parlare di investitori perché sono loro che aprono le imprese e sono quest'ultime che danno lavoro. Non esiste altro se vogliamo uscire dalla vecchia stagione che ha seppellito la Sicilia con delibere regionali o comunali che fanno occupazione e il disastro di questi giorni. L'occupazione si fa con una buona economia e con investitori che investono di proprio. Per questo – ha sottolineato Bonanni - chiediamo a tutte le forze imprenditoriali e alle altre realtà a fare fronte comune e a spingere con molta forza e determinazione sui fattori che riguardano la possibilità di rassicurare gli investitori.”
Insomma un bell'esempio dell'uso che fanno i borghesi con la giacca del sindacato delle manifestazioni di massa per sostenere il governo...
pc 16 giugno - Genova, scioperano gli operai Finmeccanica
GENOVA, VENERDI' 15 GIUGNO: SCIOPERO DEGLI OPERAI DI FINMECCANICA
Venerdì quindici giugno, Genova: gli operai delle aziende del gruppo Finmeccanica attuano uno sciopero di quattro ore, con l'obiettivo di ottenere un incontro, con i rappresentanti del Governo centrale, in modo da ricevere rassicurazioni circa il futuro del 'ramo civile' dell'azienda.
Si parla infatti di un forte ridimensionamento del suddetto comparto che prevede, tra l'altro, l'accorpamento di tre società di tecnologie per la difesa: Selex Elsag, Selex Sistemi Integrati, e Selex Galileo; inoltre verrebbero investite violentemente, dal piano di ristrutturazione, anche Ansaldo Energia ed Ansaldo Sts, con quest'ultima - specializzata in tecnologie ferroviarie - in predicato di passare alla tedesca Siemens.
L'astensione dal lavoro prevede anche un corteo che da Campi raggiunga il centro città per un incontro con il prefetto Francesco Antonio Musolino; nel caso poi non ci fossero novità dal fronte governativo, le maestranze sono intenzionate a fare pressione attuando il blocco del traffico cittadino.
Alla partenza i partecipanti sono circa seicento, mentre all'arrivo le presenze si contano in circa un migliaio: tutto si svolge nella massima tranquillità, nonostante la nutrita presenza delle 'forze dell'ordine'.
Al termine del lungo corteo - effettuato a passo spedito in modo da minimizzare i disagi al traffico - l'incontro con il Prefetto rassicura in parte gli operai circa le intenzioni degli Enti locali: è partita la settima lettera al ministro Passera con la richiesta di un incontro; tanto basta per scongiurare il paventato blocco del traffico.
Genova, 16 giugno 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
Venerdì quindici giugno, Genova: gli operai delle aziende del gruppo Finmeccanica attuano uno sciopero di quattro ore, con l'obiettivo di ottenere un incontro, con i rappresentanti del Governo centrale, in modo da ricevere rassicurazioni circa il futuro del 'ramo civile' dell'azienda.
Si parla infatti di un forte ridimensionamento del suddetto comparto che prevede, tra l'altro, l'accorpamento di tre società di tecnologie per la difesa: Selex Elsag, Selex Sistemi Integrati, e Selex Galileo; inoltre verrebbero investite violentemente, dal piano di ristrutturazione, anche Ansaldo Energia ed Ansaldo Sts, con quest'ultima - specializzata in tecnologie ferroviarie - in predicato di passare alla tedesca Siemens.
L'astensione dal lavoro prevede anche un corteo che da Campi raggiunga il centro città per un incontro con il prefetto Francesco Antonio Musolino; nel caso poi non ci fossero novità dal fronte governativo, le maestranze sono intenzionate a fare pressione attuando il blocco del traffico cittadino.
Alla partenza i partecipanti sono circa seicento, mentre all'arrivo le presenze si contano in circa un migliaio: tutto si svolge nella massima tranquillità, nonostante la nutrita presenza delle 'forze dell'ordine'.
Al termine del lungo corteo - effettuato a passo spedito in modo da minimizzare i disagi al traffico - l'incontro con il Prefetto rassicura in parte gli operai circa le intenzioni degli Enti locali: è partita la settima lettera al ministro Passera con la richiesta di un incontro; tanto basta per scongiurare il paventato blocco del traffico.
Genova, 16 giugno 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
pc 16 giugno - NEPAL: un nuovo partito dei maoisti per la rivolta
Baidya propone la rivolta come linea del nuovo partito
KIRAN PUN
KATHMANDU, 16 giugno: La riunione del Comitato Centrale della fazione dissidente del PCNU(maoista), guidata dal Vice-presidente Mohan Baidya ha approvato un documento politico che propone la rivolta come principale linea politica e dice che l'accettazione del Comprehensive Peace Agreement è stato uno degli errori principali.
Il documento di 17 pagine preparato da Baidya sarà presentato al raduno nazionale dei dirigenti e sostenitori della fazione a partire da Sabato a Kathmandu.
"Le circostanze oggettive sono favorevoli per la rivoluzione, ma dobbiamo creare le condizioni soggettive per la rivoluzione", si legge nel documento.
Prima di presentare il documento nel corso della riunione del comitato centrale del partito, Baidya ha detto alla riunione che il documento sarà il documento di un nuovo partito.
"Abbiamo cercato di rettificare il partito dopo la riunione di Kharipati fino alla riunione del Comitato centrale alla vigilia del Plenum di Palungtar ma siamo stati traditi. Questa volta non stiamo andando al compromesso" così ha detto un leader citando Baidya.
La fazione ha concluso nel suo documento che le circostanze nazionali e internazionali sono anch'esse favorevoli per la rivoluzione. La sua tesi è che i partiti "capitalisti" come il Nepali Congress e il CPN-UML sono in crisi e non vi è alcuna possibilità di ripresa di "vecchie forze", come la monarchia. Allo stesso modo, ha concluso che anche i paesi "capitalisti e imperialisti" sono in crisi.
Nel documento, Baidya ha etichettato il Presidente maoista Pushpa Kamal Dahal e il Vice-presidente Baburam Bhattarai, come i principali ostacoli ad una immediata rivolta di popolo.
"La situazione [nazionale e internazionale] è favorevole per la rivoluzione, ma non vi è alcuna possibilità di una rivoluzione immediata perché Dahal e Bhattarai, hanno deviato dalla linea rivoluzionaria", afferma inoltre il documento.
"Ora, dobbiamo lottare contro i revisionisti di destra e i capitalisti, burocrati e compradores".
Nel documento, Baidya ha dichiarato che è stato un errore seguire il "sentiero Prachanda" e ha definito il Comprehensive Peace Agreement (CPA), un tradimento per il popolo, per il paese e la rivoluzione.
Allo stesso modo, l'incontro del partito a Chunbang, che ha adottato la linea della repubblica democratica, ha portato il partito verso una linea revisionista di destra. Egli ha inoltre sottolineato nel documento che l'accordo in 12 punti firmato nel 2005 e che ha aperto la strada per il movimento di aprile del 2006, è stato un primo tentativo di abbandonare la rivoluzione maoista. Questo accordo ha avvicinato il partito più ai partiti politici capitalisti che ai partiti di sinistra, secondo il documento di Baidya.
Nel corso della riunione, il membro del Comitato permanente Dev Gurung presenterà lo statuto del nuovo partito. Come da statuto il raduno nazionale deciderà il nome del partito.
Lo statuto ha proposto due nomi, Partito Comunista Rivoluzionario Maoista o il Partito Comunista del Nepal-Maoista (Rivoluzionario).
***
dalla stampa borghese online
http://www.myrepublica.com/portal/index.php?action=news_details&news_id=36486
Pubblicato il 2012/06/16 03:55:28
KIRAN PUN
KATHMANDU, 16 giugno: La riunione del Comitato Centrale della fazione dissidente del PCNU(maoista), guidata dal Vice-presidente Mohan Baidya ha approvato un documento politico che propone la rivolta come principale linea politica e dice che l'accettazione del Comprehensive Peace Agreement è stato uno degli errori principali.
Il documento di 17 pagine preparato da Baidya sarà presentato al raduno nazionale dei dirigenti e sostenitori della fazione a partire da Sabato a Kathmandu.
"Le circostanze oggettive sono favorevoli per la rivoluzione, ma dobbiamo creare le condizioni soggettive per la rivoluzione", si legge nel documento.
Prima di presentare il documento nel corso della riunione del comitato centrale del partito, Baidya ha detto alla riunione che il documento sarà il documento di un nuovo partito.
"Abbiamo cercato di rettificare il partito dopo la riunione di Kharipati fino alla riunione del Comitato centrale alla vigilia del Plenum di Palungtar ma siamo stati traditi. Questa volta non stiamo andando al compromesso" così ha detto un leader citando Baidya.
La fazione ha concluso nel suo documento che le circostanze nazionali e internazionali sono anch'esse favorevoli per la rivoluzione. La sua tesi è che i partiti "capitalisti" come il Nepali Congress e il CPN-UML sono in crisi e non vi è alcuna possibilità di ripresa di "vecchie forze", come la monarchia. Allo stesso modo, ha concluso che anche i paesi "capitalisti e imperialisti" sono in crisi.
Nel documento, Baidya ha etichettato il Presidente maoista Pushpa Kamal Dahal e il Vice-presidente Baburam Bhattarai, come i principali ostacoli ad una immediata rivolta di popolo.
"La situazione [nazionale e internazionale] è favorevole per la rivoluzione, ma non vi è alcuna possibilità di una rivoluzione immediata perché Dahal e Bhattarai, hanno deviato dalla linea rivoluzionaria", afferma inoltre il documento.
"Ora, dobbiamo lottare contro i revisionisti di destra e i capitalisti, burocrati e compradores".
Nel documento, Baidya ha dichiarato che è stato un errore seguire il "sentiero Prachanda" e ha definito il Comprehensive Peace Agreement (CPA), un tradimento per il popolo, per il paese e la rivoluzione.
Allo stesso modo, l'incontro del partito a Chunbang, che ha adottato la linea della repubblica democratica, ha portato il partito verso una linea revisionista di destra. Egli ha inoltre sottolineato nel documento che l'accordo in 12 punti firmato nel 2005 e che ha aperto la strada per il movimento di aprile del 2006, è stato un primo tentativo di abbandonare la rivoluzione maoista. Questo accordo ha avvicinato il partito più ai partiti politici capitalisti che ai partiti di sinistra, secondo il documento di Baidya.
Nel corso della riunione, il membro del Comitato permanente Dev Gurung presenterà lo statuto del nuovo partito. Come da statuto il raduno nazionale deciderà il nome del partito.
Lo statuto ha proposto due nomi, Partito Comunista Rivoluzionario Maoista o il Partito Comunista del Nepal-Maoista (Rivoluzionario).
***
dalla stampa borghese online
http://www.myrepublica.com/portal/index.php?action=news_details&news_id=36486
Pubblicato il 2012/06/16 03:55:28
venerdì 15 giugno 2012
pc 15 giugno - manifestazione a milano ore 16 piazzale loreto il volantino di proletari comunisti
AL FIANCO
DEGLI OPERAI DI BASIANO!
LIBERTA’
PER GLI ARRESTATI!
I
LICENZIATI DEVONO RIENTRARE!
Quanto
successo lunedì ai magazzini del Gigante di Basiano è l’ennesimo
segnale che il governo Monti, attraverso i suoi servi in divisa,
manda a tutti i lavoratori immigrati e non. Un segnale che non
riguarda solo i lavoratori, moderni schiavi, delle logistiche, ma che
è rivolto a tutti i lavoratori, dalle fabbriche alla sanità, dai
trasporti alla scuola, dai precari ai disoccupati. Un messaggio
chiaro e netto: GLI SPORCHI AFFARI –POLITICO/MAFIOSI- DELLE
IMPRESE, VANNO DIFESI DA QUESTO STATO ANCHE MANU MILITARI. E se poi i
lavoratori osano ribellarsi e ancor di più se sono immigrati, allora
la repressione e la violenza poliziesca si accanisce con maggior
ferocia.
Un
trattamento quello subito dagli operai di Basiano condiviso con tutti
quelli che non ci stanno. Che non ci stanno con la devastazione dei
territori e alle grandi opere inutili come la TAV. Che non ci stanno
allo scippo del proprio futuro come i giovani, precari o senza
lavoro. Che non ci stanno alla cancellazione dei diritti.
Ma
repressione e licenziamenti non hanno smontato la rabbia, la
determinazione, di questi lavoratori. Ma questo da solo non basta.
Occorre unire il fronte delle lotte per poter rispondere in maniera
adeguata. Occorre costruire solidarietà di classe per sentirsi un
tutt’uno.
Ma
occorre anche una risposta unitaria contro la repressione per
contrastare l’avanzata di questo stato di polizia.
LA LOTTA
DEI LAVORATORI DI BASIANO E’ LA LOTTA DI TUTTI
http://proletaricomunisti.blogspot.com
pc 15 giugno - Ikea di Piacenza: ancora manganellate ai lavoratori immigrati delle cooperative
Il Fatto Quotidiano
Ikea, facchini in sciopero bloccano i cancelli: la polizia sgombera con la forza
di Redazione | Piacenza | 15 giugno 2012
Com’era avvenuto a Basiano (Mi) lo scorso 11 giugno, anche ai magazzini Ikea di Piacenza la trattativa sindacale è stata spezzata dall’intervento delle forze dell’ordine.
Verso le 8 di questa mattina, quando era attesa un’ispezione per verificare se quanto denunciato ieri dai lavoratori fosse vero (in particolare per i carichi ai quali sono sottoposti), sono intervenuti polizia e carabinieri in tenuta antisommossa per rimuovere il blocco dei cancelli. Non sono mancati momenti di tensione, visto che i facchini erano pronti a continuare lo sciopero a oltranza, supportati dal sindacato Si Cobas.
Ora i camion hanno ripreso a circolare mentre i lavoratori mantengono un presidio e davanti allo stabilimento si stanno svolgendo comizi e assemblee dalle quali si saprà la nuova strategia che adotteranno per continuare a trattare sui loro diritti.
Il negoziato, nel frattempo, si è arenato sulla rappresentatività dei 200 facchini, per la maggior parte stranieri, che operano nei magazzini della nota multinazionale svedese. Le cooperative, infatti – Cristal, San Martino ed Euroservice – non riconoscono i Si Cobas come interlocutore e vorrebbero trattare solo con Cgil, Cisl e Uil. I facchini, però, sono al 90 per cento iscritti al sindacato intercategoriale.
di Gianmarco Aimi
pc 15 giugno - Giù le mani da Indymedia!
Indymedia oscurata. La notizia rimbalza sulla rete. Prima un tweet, poi un post pubblicato sul blog dell'avvocato Fulvio Sarzana ospitato dal sito de Il Fatto quotidiano. Gli attivisti di uno dei più cliccati network liberi, alternativi e indipendenti ne discutono fra loro, ma al momento nessuno ha ricevuto comunicazione dalla magistratura. E il sito è ancora accessibile. Eppure la richiesta ai provider di oscurare le sezioni di Toscana e Piemonte di Indymedia è già scritta in un'ordinanza datata 24 maggio e firmata da un gip di Milano.
Il provvedimento riguarda quattro articoli pubblicati da un utente anonimo sul network quattro anni fa in cui si parlava di una multinazionale che ha sporto querela. Uno dei pezzi era intitolato «Mafioso è bello» e avrebbe ipotizzato relazioni della società con «soggetti di diretta o indiretta caratura mafiosa». Nell'ordinanza di inibizione all'accesso il gip scrive: «La querelante viene descritta, in estrema sintesi, come una società la cui politica aziendale è stabilmente caratterizzata dall'abitudine al ricorso a scorrette pratiche commerciali, spesso sconfinanti nei reati di corruzione, turbativa d'asta e illegale intercettazione di comunicazioni e conversazioni». Quanto basta per spiccare l'ordine di sequestro per diffamazione.
«E' allucinante - commentano gli attivisti di Indymedia - si tratterebbe di un oscuramento preventivo per materiale molto vecchio. Noi abbiamo uno spazio apposito dove chiunque può segnalarci le inesattezze e le illegalità che violano anche le nostre regole interne. In questi casi provvediamo immediatamente a rettificare o ad eliminarle. In questo caso, invece, non abbiamo ricevuto nulla, né dall'azienda interessata e neanche dai magistrati». Il provvedimento riguarda quei quattro specifici articoli, ma tecnicamente comporta l'oscuramento di intere sezioni. «E' come se una querela per il contenuto di uno pezzo comportasse la chiusura preventiva di un intero giornale». Si tratta del secondo caso di applicazione di norme recenti che riguardano la regolamentazione della rete e, guarda caso, colpisce proprio il celebre sito che divenne famoso durante i giorni del G8 di Genova.
fonte: il manifesto
pc 15 giugno - Lander Fernandez ai domiciliari, si smontano le bugie di Madrid
La Corte d'Appello del Tribunale di Roma ha deciso la scarcerazione del giovane basco arrestato con accuse gravissime mercoledi' scorso, e in realta' imputato solo per il danneggiamento di un autobus vuoto nel 2002. Si smontano le bugie di Madrid e le stupidaggini pubblicate dai media spagnoli e scopiazzate da quelli italiani.
"Questa mattina la IV Sezione Penale della Corte d' Appello del Tribunale di Roma ha disposto la scarcerazione di Lander
Fernandez Arrinda, trasferendolo agli arresti domiciliari. La scarcerazione rappresenta la conseguenza logica ad una maxi-operazione di polizia non giustificata da prove giudiziarie fornite dalla magistratura spagnola, mandante politico dell' arresto avvenuto mercoledì scorso". A dichiararlo in una nota è Claudio della Rete di attivisti romani di solidarietà per
Lander Fernandez Arrinda: "L' inconsistenza dell' impianto accusatorio si somma alla canea mediatica che si è abbattuta su Lander da due giorni a questa parte; sbattendo il ' mostro' in prima pagina, la stampa italiana e spagnola hanno accusato Lander Fernandez di essere membro di ETA, terrorista implicato in episodi stragisti e pericoloso militante eversivo. Un impianto accusatorio che oggi, invece, ci consegna la stupefacente verità della sola accusa di danneggiamento di un autobus vuoto, pendente sulla testa di Lander per fatti risalenti al 2002". "Quanto accaduto stamattina rappresenta solo una vittoria parziale per la definitiva liberazione di Lander. Siamo invece certi che questa stessa decisione possa essere letta come un grave colpo alla giustizia emergenziale che spadroneggia in Spagna, sempre pronta a reprimere militanti e attivisti per le sole ipotesi di sospetto, in barba ai diritti fondamentali della persona. La battaglia per la liberazione di Lander, dunque, è la battaglia contro lo stato d' eccezione vigente in Spagna; un neo, una macchia, un marchio che male si sposa con l' anelito di democrazia propagandato nelle stanze della Moncloa madrilena".
Di fronte alla buona seppur parziale buona notizia naturalmente la Rete di Solidarieta' ha annullato il presidio di solidarieta' convocato per domani sotto al carcere di Regina Coeli dove il ragazzo era stato rinchiuso dopo l'arresto dell'altro ieri.
Chi volesse invece scrivere a Lander per esprimergli la propria solidarieta' puo' farlo inviando i propri messaggi a Lander Fernandez Via delle sette chiese 186, Roma.
Sulla vicenda continuano ad arrivare prese di posizione da parte di esponenti politici. Scrive ad esempio il Senatore Radicale Marco Perduca:
"La decisione della IV Sezione Penale della Corte d’Appello del Tribunale di Roma di disporre la scarcerazione di Lander Fernandez Arrinda, arrestato mercoledi' scorso a seguito di un raid di quelli utilizzati per maxi-retate, trasferendolo agli arresti domiciliari conferma quello che avevamo subito ipotizzato che la complessita' del "caso Lander" avesse piu' a che fare colle intricate misure d'emergenza spagnole che coi reati a lui imputati. Mercoledi scorso, con alcuni attivisti della rete di solidarieta' lo avevo visitato a Regina Coeli, dove era trattenuto in isolamente giudiziario - e dove in virtu' del sovraffollamento e della mancanza di personale non aveva neanche potuto usufruire dell'ora d'aria - mi era parso tanto tranquillo quanto lo era sabato scorso quando lo avevamo incontrato a lungo coi Deputati Radicali Rita Bernardini e Matteo Mecacci; quella serenita' oggi e' stata in qualche modo confermata dalla decisione di scarcerazione.
Adesso occorre che si applichi a pieno il diritto penale italiano e negli sviluppi giudiziari si tenga di conto delle misure d'eccezione spagnole che sono distanti dagli obblighi internazionali contenuti della Convenzione europea dei diritti umani. Credo anche che debbano essere ringraziati tutti, militanti e giuristi democratici, della collaborazione fin qui garantita perche' son riusciti a sollevare un caso in linea colla richiesta di legalita' costituzionale che muove quotidianamente noi Radicali. Anche grazie a loro continueremo a seguire la vicenda."
Marco Santopadre da Contropiano
giovedì 14 giugno 2012
pc 14 giugno - la lotta dei minatori spagnoli non si arresta sciopero generale il 18 in castiglia e leon - solidarietà dei minatori inglesi
La huelga en la mineria del carbón en Asturias y León continuo con marchas de mineros y cortes de trafico y ferroviarios.
Se reporta un accidente de un tren que chocó contra una barricada de troncos en la localidad de Serín, en Gijón. Un pasajero resulto con heridas en la cabeza y fue trasladado al Hospital de Jovepara su valoración. el resto de los pasajeros 12 según RENFE no sufrieron daños.
Por otra parte se informa de un acuerdo de servicios minimos para la huelga general del proximo dia 18 convocada por las centrales sindicales y que afectara a 31 municipios de la comunidad de Castilla y León, 24 de ellos de León y 7 de Palencia.
Según la convocatoria de huelga general realizada por UGT y CCOO, las localidades leonesas en las que todos los trabajadores están llamados a la huelga son las de Bembibre, Berlanga del Bierzo, Fabero, Folgoso de la Ribera, Igüeña, Noceda del Bierzo, Páramo del Sil, Toreno, Torre del Bierzo, Valdesamario, Vega de Espinareda, Cabrillanes, Palacios del Sil, San Emiliano, Villablino, Cistierna, Matallana de Torío, La Pola de Gordón, La Robla, Sabero, Valdepiélago, Valderrueda, Vegacervera y Villagatón.
En Palencia los sindicatos han llamado a secundar la protesta a los trabajadores y trabajadores de Barruelo de Santullán, Castrejón de la Peña, Cervera de Pisuerga, Guardo, La Pernía, Santibáñez de la Peña y Velilla del Río Carrión.
pc 14 giugno - cariche poliziesche alla manifestazione a roma di oggi
A piazza Capranica, nei pressi del Pantheon, ”.I manifestanti si sono
scontrati con le forze dell'ordine quando dal Pantheon si sono diretti
verso il Parlamento. Lì hanno messo in scena una protesta lanciando
palloni contro Montecitorio. 'Per dire no al rigore calciamo il nostro
rigore'. Alcuni giovani provenienti da Napoli sono stati caricati e
risultano dei feriti.
Le notizie riferite da Repubblica, tanto per fare un esempio sono
sistematicamente rovesciate in “clima cupo”.Tutto è partito con un
pallone e manifestanti che, palleggiando palleggiando, voleva arrivare
il più vicino possibile a Montecitorio.'
Dopo i tafferugli i manifestanti hanno raggiunto Montecitorio. Qui è andata in scena la protesta: sono stati lanciati alcuni palloni contro il palazzo per dire "basta alla politica del rigore".I manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone per avvicinarsi all'ingresso di Montecitorio dall'entrata laterale in via degli Uffici del Vicario e hanno oltrepassato le transenne di protezione. Il primo contatto con gli agenti c'è stato in piazza Capranica. "Vogliamo raggiungere Montecitorio e prendere a pallonate quel palazzo di ladri. Andare li è un nostro diritto",
Arrivati a Montecitorio, dopo lo scontro con gli agenti, gli attivisti hanno lanciato verso l'obelisco e il portone palloni da calcio con la scritta ''no rigore'', la faccia del premier, Mario Monti, disegnata accanto e sotto lo slogan ''riforma del lavoro, partita truccata''. La piazza di Montecitorio davanti all'ingresso della Camera è presidiata da forze antisommossa. Anche tra i manifestanti ci sono alcuni contusi lievi con qualche livido sulle braccia e in testa. Alcuni denunciano di essere stati "manganellati e colpiti".
pc 14 giugno - Basiano - libertà per gli operai immigrati arrestati Licenziano - massacrano - arrestano Ma la lotta non si ferma
news sugli arrestati di Basiano. Verso la manif di sabato a milano ore 16 piazzale loreto
Dopo il processo per direttissima di eiriOggi si sono svolte presso il
carcere di Basiano le prime 10 udienze di convalida presso il carcere di
Monza, contro gli operai di Basiano prima licenziati, poi picchiati e infine
arrestati in ospedale e spediti in cinque carceri diverse (Bollate, Lecco,
Monza, Busto Arsizio, Bergamo)
Domani si svolgeranno le rimanenti 9
Questo in sintesi il risultato delle 11 udienze che si sono svolte finora
A tutti gli imputati è stato confermato l'arresto (com'era ovvio attendersi)
con le seguenti misure cautelari:
1 compagno: nessuna misura cautelare
3 compagni: obbligo di firma a giorni alternati presso la P.G.
competente
2 compagni: obbligo di dimora nel comunce di residenza
Questi 6 compagni verranno quindi liberati in giornata
3: Richiesta di arresti domiciliari
2: Richiesta di carcerazione (sono i delegati del SI.Cobas)
Per questi 5 compagni il giudice si è riservato di decidere e lo farà
domani; per cui tali misure potrebbero diminuire di gravità
Queste decisioni saranno appellabili, prima dell'inzio del processo vero e
proprio che avrà luogo nei mesi prossimi, sia presso il tribunale di Milano
(in realtà quello competente e a cui verranno trasmesse le decisioni del Gip
di Monza per chè le ratifichi) e poi al tribunale del riesame vero e proprio
per cercare di cancellare le misure restrttive rimaste in vigore
Insomma un bel bollettino di guerra, assolutamente inacettabile per quanto
noi tutti si temesse che, dopo la mattanza di lunedì, il quadro avrebbe
potuto essere anche peggiore
Resta il fatto che si debba produrre il massimo sforzo per la manifestazione
di sabato e nelle settimane a seguire per fronteggiare con determinazione
questo livello di repressione anti-operaia senza precedenti, e che mette in
mostra tutta la violenza di classe che la classe borghese intende esprimere
per difendere il proprio diritto al profitto
Ciò che è successo a Basiano
Licenziano - massacrano - arrestano
Ma la lotta non si ferma
Sotto questo striscione sfileranno gli operai di Basiano e tutti gli oeprai
delle cooperative che si stanno organizzando da varie parti per raggiungere
la manifestazione di sabato
Chiediamo a tutti uno sforzo eccezionale per rispendere al giusto livello ai
gravissimi fatti di lunedì e soprattutto per rafforzare il pieno sostegno
all alotta degli operai immigrati che stanno attraverando l'intero mondo
della logistica lombarda ed emiliana
pc 14 giugno - Il governo Monti continua i respingimenti di immigrati
Immigrazione, Amnesty: “Tra Italia e Libia patto segreto per fermare i migranti”
13 giugno 2012
Libia e Italia hanno firmato un patto segreto per fermare i migranti che cercano di arrivare in Europa partendo dalle coste libiche. La denuncia arriva da Amnesty International in un report pubblicato oggi intitolato “Sos Europe”. Secondo Amnesty, il patto è stato firmato il 3 aprile dal ministro dell’Interno italiano Annamaria Cancellieri e dal capo del Consiglio nazionale di transizione libico Mustafa Abdul Jalil.
I termini dell’accordo non sono stati resi noti. Si sa che l’obiettivo è quello di ridurre i flussi. Amnesty ha seguito la vicenda sin dalla prima visita di Cancellieri a Tripoli, esprimendo preoccupazione per le ripetute violazioni dei diritti umani commesse nella nuova Libia, soprattutto contro i migranti provenienti dall’Africa subsahariana.
le menzogne del governo "tecnico":
Il Fatto Quotidiano
Libia, Italia condannata per i respingimenti Monti: “Sentenza peserà su decisioni future”
La decisione dell'organismo di Strasburgo legata al caso Hirsi, quando 200 persone di nazionalità somala ed eritrea furono intercettati in mare e riaccompagnati contro la loro volontà a Tripoli. Il nostro Paese non ha rispettato rispettato l'articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura. Maroni: "Rifarei tutto". La Farnesina: "Sempre rispettato gli obblighi internazionali"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 febbraio 2012
“Alla luce dell’analisi di questasentenza prenderemo decisioni per quanto riguarda il futuro”, il premier Mario Monti ha commentato così la sentenza con cui oggi la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per i respingimenti verso la Libia. “Questa sentenza sarà esaminata con la massima attenzione. Si riferisce a casi del passato”, ma anche “alla luce dell’analisi di questa sentenza prenderemo decisioni per quanto riguarda il futuro. Osservo inoltre che – ha concluso il premier – in occasione della
mia recente visita a Tripoli questi temi sono stati oggetto di particolare attenzione”.
pc 14 giugno - Fascismo padronale alla Fiat-Powertrain di Termoli. Ma alla guerra di classe ancora una volta la fiom oppone la normale dialettica sindacale.
Lotta, esercizio della forza, costruire il sindacato di classe basato sui cobas
La Fiat taglia gli stipendi agli iscritti Fiom
A maggio, i dipendenti della Fiat-Powertrain di Termoli iscritti ai metalmeccanici della Cgil, hanno ricevuto una decurtazione di 250 euro in busta paga. Il Tribunale di Larino, nel febbraio scorso, aveva condannato la Fiat a riconoscere la rappresentanza sindacale della Fiom, contro il nuovo contratto nazionale sottoscritto da Fim, Uilm e Ugl.
Campobasso, 13-06-2012
La Fiat taglia gli stipendi agli iscritti della Fiom, e gli operai protestano sul tetto
dell'Assessorato al Lavoro della Regione Molise. L'emergenza lavoro al centro della manifestazione messa in atto dagli operai e delegati Fiom-Cgil.
A maggio, i dipendenti della Fiat-Powertrain di Termoli iscritti ai metalmeccanici della Cgil, hanno ricevuto una decurtazione di 250 euro in busta paga. Il Tribunale di Larino, nel febbraio scorso, aveva condannato la Fiat a riconoscere la rappresentanza sindacale della Fiom, contro il nuovo contratto nazionale sottoscritto da Fim, Uilm e Ugl.
Nelle more del provvedimento il giudice ha anche fatto richiamo all'applicazione del contratto del 2008, quello che la Casa automobilistica ha ritenuto di applicare agli iscritti Fiom non assegnando il premio di 250 euro circa previsto con l'accordo del 2011.
I lavoratori hanno attuato la protesta per chiedere l'attenzione delle istituzioni su questa vicenda sulla situazione alla Dr Motor di Isernia (candidata a rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese) dove i dipendenti non vengono pagati da alcuni mesi.
Alla Regione la Fiom-Cgil ha chiesto un tavolo negoziale sull'emergenza lavoro e sulla crisi aziendale, mentre il Prefetto di Campobasso e' stato sollecitato a trovare una soluzione negoziale per la Fiat Powertrain di Isernia.
Manifestazioni Fiom
Domani mattina ci sara' un presidio davanti alla De Tomaso e si fermeranno, dalle 9 alle 11, gli stabilimenti di Torino e Caselle dell'Alenia e di Thales (ex Alenia Spazio), con manifestazioni davanti ai cancelli.
Scioperi sono previsti anche alla Fucina Rostagno di Cuorgne', alla Sata e all'Ims di Sparone, mentre oggi ci sono state astensioni al lavoro alla Elbi, alla Sogefi, alla Webasto. Circa 200 lavoratori in sciopero della Federal Mogul di Cuorgne' hanno percorso in corteo le vie del paese, con quelli della Romi (ex Sandretto). Inoltre, si sono avuti presidi con volantinaggio nella zona sud di Torino, in piazza Bengasi, e davanti ai Comuni di Nichelino e Moncalieri: le iniziative - spiega la Fiom – sono state molto partecipate e, a Moncalieri, il sindaco ha ricevuto una delegazione di lavoratori.
"Le iniziative di domani - dichiara Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil - sono doppiamente importanti perche' oltre a manifestare la contrarieta' dei lavoratori sulla riforma del lavoro e sulla manomissione dell'articolo 18 incalzano il governo per quanto riguarda una politica industriale che tuteli lavoro e occupazione: purtroppo da parte dell'esecutivo e del premier Monti abbiamo ascoltato tante belle parole, ma di fatti non se ne sono ancora visti".
Domani la Fiom manifesterà anche davanti al ministero dello sviluppo economico per chiedere la modifica del piano industriale di Finmeccanica che prevede la dismissione di alcuni asset del settore civile.
pc 14 giugno - Con i lavoratori delle cooperative, manifestazione 16 giugno, Milano p. Loreto, ore16
No ai licenziamenti!
Basta sfruttamento e caporalato!
Uniti contro la repressione dello stato e dei padroni
La lotta degli operai di Basiano è la nostra lotta
Le immagini delle cariche e della mattanza davanti ai magazzini del “Gigante” di Basiano, da parte dei carabinieri di Monza, hanno fatto il giro di tutta Italia. E con esse sono emerse tutte le ragioni degli operai e
della loro resistenza.
L’accanimento contro gli operai prima licenziati, poi pestati e infine arrestati in ospedali mostra il vero volto della “crisi”: una guerra aperta ai lavoratori (ben simboleggiato dall’attacco all’art.18, e quindi a ogni
garanzia sui posti di lavoro), per far strada ad una nuova forma di schiavitù necessaria a salvaguardare i profitti.
Di fronte a tutto questo noi rivendichiamo con forza la strada dell’autodifesa, del rifiuto di qualsiasi logica di competizione fra lavoratori per praticare, invece, la strada della lotta e dell’unità che cresce dal basso.
Opponiamoci ai licenziamenti di massa, respingiamo la repressione dello stato, sosteniamo senza condizioni la lotta degli operai di Basiano e di tutti gli operai immigrati delle cooperative, nella prospettiva di un’unità
più ampia contro i piani padronali e governativi.
Su questi obiettivi chiamiamo urgentemente ad una mobilitazione generale
Sabato 16 giugno manifestazione con corteo
concentramento a Milano, alle ore 16, in piazza Loreto
Prime adesioni:
SI. Cobas (Milano-Piacenza-Parma-Bologna-Torino); CSA Vittoria; Presidio
permanente Esselunga Pioltello, CUB, USI, Comitato No-debito, SLAI cobas
per il Sindacato di Classe, Resistenze metropolitane, Spazio popolare “LA
forgia-Crema, Sin.Base Genova, ADL (Padova-Verona-Vicenza)
Basta sfruttamento e caporalato!
Uniti contro la repressione dello stato e dei padroni
La lotta degli operai di Basiano è la nostra lotta
Le immagini delle cariche e della mattanza davanti ai magazzini del “Gigante” di Basiano, da parte dei carabinieri di Monza, hanno fatto il giro di tutta Italia. E con esse sono emerse tutte le ragioni degli operai e
della loro resistenza.
L’accanimento contro gli operai prima licenziati, poi pestati e infine arrestati in ospedali mostra il vero volto della “crisi”: una guerra aperta ai lavoratori (ben simboleggiato dall’attacco all’art.18, e quindi a ogni
garanzia sui posti di lavoro), per far strada ad una nuova forma di schiavitù necessaria a salvaguardare i profitti.
Di fronte a tutto questo noi rivendichiamo con forza la strada dell’autodifesa, del rifiuto di qualsiasi logica di competizione fra lavoratori per praticare, invece, la strada della lotta e dell’unità che cresce dal basso.
Opponiamoci ai licenziamenti di massa, respingiamo la repressione dello stato, sosteniamo senza condizioni la lotta degli operai di Basiano e di tutti gli operai immigrati delle cooperative, nella prospettiva di un’unità
più ampia contro i piani padronali e governativi.
Su questi obiettivi chiamiamo urgentemente ad una mobilitazione generale
Sabato 16 giugno manifestazione con corteo
concentramento a Milano, alle ore 16, in piazza Loreto
Prime adesioni:
SI. Cobas (Milano-Piacenza-Parma-Bologna-Torino); CSA Vittoria; Presidio
permanente Esselunga Pioltello, CUB, USI, Comitato No-debito, SLAI cobas
per il Sindacato di Classe, Resistenze metropolitane, Spazio popolare “LA
forgia-Crema, Sin.Base Genova, ADL (Padova-Verona-Vicenza)
mercoledì 13 giugno 2012
pc 13 giugno - l'ondata repressiva deve essere respinta a reggio emilia come ovunque
REPRESSIONE A REGGIO EMILIA
Stamane al mattino presto sono state effettuate perquisizioni a casa di compagni del Collettivo Autorganizzato R60 ed attivisti dello omonimo spazio.
Sono stati sequestrati computers, videocamere, fotocamere, memorie, bandiere e bollette.
All’infuori degli specifici reati contestati, rimane il fatto politico, ossia che a Reggio Emilia la polizia perseguita politicamente chi fa attivismo e si mette in prima linea contro le devastazioni ambientali e chi supporta l’autorganizzazione dei terremotati sviluppando solidarietà diretta.
Se i mandanti di questa perquisizione sperano di fermarci o in qualche modo ostacolarci, si sbagliano di grosso.
Noi sappiamo che questa è una persecuzione politica, così come lo sono le altre perquisizioni del 13/06/2012 ad altri compagni in tutta Italia, a cui va tutta la nostra solidarietà.
Gli stessi NOTAV vengono perseguitati ed arrestati solo per il fatto di difendere l’ambiente in cui vivono; noi del collettivo (e spazio) R60 siamo ancora più convinti nel sostenere e solidarizzare con la lotta della popolazione della Val Susa.
Per questo indiciamo un presidio di solidarietà e contro la repressione, per i fatti di stamani (13/06):
VENERDÌ 15 GIUGNO 2012 ALLE ORE 18.30 IN PIAZZA DEL MONTE (REGGIO EMILIA)
Alle 20.30 allo SPAZIO R60 – Aperitivo contro la repressione, dove continuerà la raccolta materiale per i terremotati.
La solidarietà è un’arma! Usiamola!
Collettivo AutOrganizzato R60 - Reggio Emilia
Via Berta 4/c
collettivor60.noblogs.org
r60@inventati.org
pc 13 giugno - NO alla caccia alle streghe- proletari comunisti denuncia la ondata di criminalizzazzione e repressione antianarchica
Operazione Ardire. Lo stato riprepara il terreno dello stragismo
Oggi maxi-operazione contro "i terroristi" anarchici , titoli roboanti, servizi che ricostruiscono la storia del terrorismo anarchico degli ultimi 20 anni(???) e narrano la mitica storia di un organizzazione internazionale che va dal Cile alla Russia, dall'Indonesia al Messico... manco Al-Qaeda nei tempi migliori. E ancora articoli che pubblicano non solo nomi e cognomi, ma perfino città, via e numero civico di residenza dei compagni arrestati. Sarà che essendo anarchici rifiutiamo la "giustizia" borghese e quindi noi il diritto alla privacy non ce lo meritiamo. Vera giustizia sarebbe pubblicare pure l'indirizzo esatto di residenza del giornalista che rivela tali informazioni...Comunque siamo certi che se le accuse sono queste: "L'anarco-insurrezionalista arrestato a Genova è accusato di far parte di una associazione eversiva con finalità terroristiche attraverso scritti, documenti e comunicati pubblicati su blog in internet...” presto chiunque esprime il suo pensiero libertario in rete rischierà di essere un eversivo terrorista.
Allora è vero! Un nuovo spauracchio sta nascendo. Un “internazionale del terrore è stata sgominata” ha dichiarato l'integerrimo Generale Ganzer (Generale dei ROS, condannato a 14 anni per spaccio di stupefacenti, è pure stato prescritto per traffico di armi, "119 kalashnikov, 2 lanciamissili, 4 missili e munizioni" secondo l'accusa).
Sta venendo cagata sta panzana dai media di regime e dai servizi dei vari stati per poter attaccare la partecipazione diretta che nasce dalla rete. Ci si inventa un contenitore di terroristi, “anarchico”, di cellule tra loro slegate e che possono colpire autonomamente in ogni dove. Così da poter avere poi mano libera per poter arrestare chicchessia ovunque... e anche mano libera nel poter mettere le bombe e ammazzare la gente avendo a chi attribuire le orribili stragi, per poter poi scatenare “la risposta dello stato”. La dinamica ormai la conosciamo a memoria. Vedi articolo su Valpreda..
pc 13 giugno - è scoppiata la nuova caccia alle streghe ? a roma reazione immediata 'liberate Lander'
“Liberate Lander!”
di Marco Santopadre“Eravamo appena usciti di casa, erano neanche le otto e mezza di questa mattina, e improvvisamente due uomini con il volto coperto dal passamontagna hanno bloccato Lander e gli hanno puntato la pistola alla testa. Io ho iniziato a urlare con tutto il fiato che avevo in corpo, “aiuto, aiuto”, non la smettevo”. Lo ha raccontato poco fa durante una improvvisata conferenza stampa Irati, la compagna del giovane cittadino basco arrestato questa mattina a Roma, a due passi dall’occupazione di Action in via delle Sette Chiese, nel quartiere della Garbatella.
Il timore era che gli incappucciati fossero agenti dei servizi di Madrid e che l’operazione fosse una ‘extraordinary rendition”. Del resto da mesi i due baschi avevano più volte denunciato agli amici romani che erano spesso seguiti da uomini degli apparati di sicurezza spagnoli, in maniera minacciosa e invadente, e per niente preoccupati di celare la propria presenza in diverse occasioni. D’altronde, aveva raccontato lo stesso Lander nelle ultime settimane durante numerosi incontri realizzati con realtà politiche, sociali e sindacali della capitale, il timore che si potesse ripetere quanto era avvenuto nel 2009 nelle strade di Bilbao era più che fondato. Allora dei personaggi che si qualificarono come agenti della Ertzaintza – la Polizia autonoma basca sotto il controllo di Madrid – lo avevano sequestrato all’uscita da una scuola, in pieno giorno, e lo avevano più minacciato di persecuzione e di arresto se si fosse rifiutato di collaborare con loro per mandare in galera altri attivisti. ‘Promessa’ mantenuta di fronte al suo rifiuto.
Fernández denunciò allora pubblicamente nel corso di una conferenza stampa il sequestro e la successiva aggressione subite il 19 e il 27 di maggio del 2009. Due settimane dopo, mentre era all’aeroporto di Madrid di ritorno da una vacanza in Venezuela, fu arrestato con l’accusa di aver partecipato a un atto di guerriglia urbana. Pochi giorni dopo venne liberato su cauzione. Poi di nuovo, nel maggio del 2010, il tribunale antiterrorismo di Madrid lo condannò a tre anni di prigione con l’accusa di ‘collaborare con Eta’, perché era stato trovato in possesso di alcuni biglietti della lotteria organizzata a favore della campagna per la liberazione dei prigionieri politici. Ma un anno dopo il Tribunale Supremo lo ha assolto da ogni accusa.
“Poi sono arrivati altri incappucciati che si sono qualificati mostrandomi i loro distintivi, erano italiani e mi chiamavano per nome” aggiunge Irati parlando al microfono, a pochi passi dalla Questura centrale di Via Genova. “Poi, rifiutandosi di esibire un eventuale mandato di perquisizione, sono entrati nella nostra stanza, hanno frugato e poi si sono portati via un computer e uno zaino”. Mentre la conferenza stampa va avanti di fronti a pochi cronisti, l’avvocato Federica Brancaccio è dentro la questura, a spiegare il perché di questo arresto ci pensa Maria Luisa D’Addabbo, dell’Associazione Giuristi Democratici, legale nominata da Lander: “Non sappiamo ancora le motivazioni precise di quanto è avvenuto. Sappiamo che ieri la magistratura spagnola ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti del ragazzo e che si tratta dell’ennesima operazione basata su leggi e normative che la Spagna ha ereditato direttamente dalla legislazione in vigore durante il regime fascista di Franco e mai abrogata. Norme secondo le quali ogni attività politica e sociale può alla fine essere considerata di natura contigua o addirittura espressione diretta dell’Eta e quindi riconducibile al terrorismo”.
“Se fosse un militante dell’ETA, come ha dichiarato oggi il ministero degli Interni spagnolo e come hanno scritto i media spagnoli, pensate che se ne starebbe stato a Roma per più di un anno, partecipando all’attività dei centri sociali e dei movimenti della sinistra della Capitale?” chiede ai giornalisti presenti un attivista del Centro Sociale la Strada. “E’ paradossale che la Spagna continui a comportarsi esattamente come in passato, facendo finta che dall’altra parte nulla sia avvenuto, che l’Eta abbia dichiarato la fine della propria attività armata e che la sinistra basca abbia rifiutato ogni ricorso alla violenza politica” ribatte.
Dietro a chi interviene una cinquantina di attivisti di varie realtà del movimento romano tengono delle ikurrine, le bandiere bianche rosse e verdi del Paese Basco, e le insegne della campagna per il rimpatrio dei prigionieri politici baschi. Un arresto eclatante, spettacolare e altrettanto ingiustificato, accusano gli attivisti, visto che Lander era a Roma con la sua compagna senza nascondersi, alla luce del sole. Così alla luce del sole che sul suo caso di perseguitato politico il giovane aveva iniziato alcune settimane fa con i centri sociali, collettivi territoriali e studenteschi della capitale una campagna pubblica, ospitata sul sito http://uncasobascoaroma.noblogs.org. Sul blog viene riportata la sua assurda vicenda e nei prossimi giorni la rete di solidarietà con lui e con la lotta del popolo basco per l’autodeterminazione aveva in programma delle iniziative pubbliche. Altro che pericolo di fuga o intenzione di darsi alla latitanza.
“Siamo andati via da Bilbao e siamo arrivati a Roma ormai più di un anno fa perché l’atmosfera lì era irrespirabile, la repressione indiscriminata e pesante” spiega Irati. La loro condizione è quella di molti giovani e giovanissimi baschi, che si ritrovano in galera per aver partecipato a un corteo, per aver venduto biglietti di una lotteria, per aver svolto delle attività di carattere sociale e territoriale che nulla hanno a che fare con l’attività di un’organizzazione armata che comunque ha cessato ogni forma di iniziativa. Attività che in nessun altro paese del continente europeo verrebbero mai etichettate come ‘terroristiche’ commenta la D’Addabbo, precisando che nel nostro codice penale e nella nostra Costituzione i presupposti giuridici che consentono a Madrid di chiedere l’Italia la ‘consegna’ – cioè l’estradizione – di Lander non hanno nessun appiglio e che l’Onu ha più volte intimato alla Spagna di adeguare la propria legislazione.
“Chiediamo l’immediata liberazione di Lander perché il suo arresto è inaccettabile e pretestuoso; perché la Spagna viola sistematicamente i diritti politici e umani di chi viene imputato e giudicato per la sua appartenenza al movimento di liberazione – spiega l’attivista de La Strada - chiediamo ai media italiani di non appiattirsi sulla versione di comodo fornita da quelli spagnoli; chiediamo a tutte le realtà sociali, politiche e sindacali sensibile al rispetto dei diritti umani e della pace di attivarsi immediatamente in solidarietà con Lander e affinché sostengano nei confronti della Spagna l’apertura di un doveroso processo di risoluzione negoziale del conflitto col popolo basco”.
Per i prossimi giorni gli attivisti romani già mobilitati preparano nuove iniziative di sostegno al giovane basco arrestato e chiedono il sostegno attivo e la partecipazione di tutti e tutte. Intanto a reti unificate il ministro spagnolo della repressione, Jorge Fernández Díaz, si vanta del pochissimo tempo trascorso tra l'emissione del mandato di cattura e l'arresto da parte della Polizia italiana di Lander Fernandez. Ancora una volta gli apparati italiani hanno brillato per servilismo nei confronti della ceca e irrazionale persecuzione di Madrid nei confronti dei baschi, come già avvenne esattamente due anni fa con altri tre giovani perseguitati poi consegnati alle carceri spagnole.
pc 13 giugno - proletari comunisti sostiene la manifestazione a roma del 14 giugno - assediare il parlamento contro la legge fornero è giusto e necessario
Tendopoli al Pantheon contro il ddl Fornero
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Blockupy si insedia con le tende nel centro di
Roma. La polizia invita a sgomberare. In corso l'assemblea in piazza.
Un centinaio di attivisti hanno montato tende e gazebo in
piazza del Pantheon, nei pressi del Parlamento avviando le due giornate
di mobilitazione "Blockupy Ddl Fornero" che da oggi pomeriggio fino a
domani intende mantenere occupata piazza della Rotonda. Sul posto sono
arrivati blindati dei carabinieri e della guardia di finanza che stanno
invitando i manifestanti a togliere le tende e i gazebo. Ma gli
attivisti hanno intenzione di restare seduti in assemblea perché
intendono mantenere l’occupazione della piazza fino a domani, quando
dovrebbero convergere a Roma altri attivisti blockupy dalla Campania,
l'Emilia, la Lombardia, le Marche. L’idea è dare vita ad azioni di
"blocco" in città con il tentativo di "assedio" del Parlamento. In
mattina il percorso di "Blockupy" si intreccerà invece alla
manifestazione indetta dalla Fiom che sfilerà da piazza della Repubblica
raggiungerà il ministero dello Sviluppo economico in via Molise.Ddl Fornero. Si torna in piazza
di Redazione Contropiano- Dimensione carattere
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Oggi e poi ancora domani, i movimenti sociali e
sindacali tornano ad assediare il Parlamento che deve approvare la
controriforma sul lavoro.
La Coalizione contro il Ddl Fornero e il Comitato No
Debito non intendono abbassare la pressione affinchè non venga approvata
la legge che distrugge ogni civiltà del lavoro e i diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori. Il primo appuntamento è oggi alle ore
16.00 in piazza del Pantheon, una piazza da occupare per mantenere ed
estendere la mobilitazione contro la Legge Fornero. Domani toccherà
invece alla Fiom. Venerdi scorso erano stati i sindacati conflittuali
(Usb,Cub etc.) a protestare sotto il Parlamento e soprattutto sotto e
durante la direzione del Pd in via Sant'Andrea delle Fratte."Due giornate che vedranno nel 13 un momento di azione e mobilitazione dislocate in diverse città e nel 14 un'occasione di convergenza nazionale. A Roma la piazza comune sarà piazza del Pantheon, nella quale il 13 giugno a partire dalle 17 si terrà un happening con gruppi musicali, artisti e scrittori e il 14 giugno dalle 14 partirà la mobilitazione "Blockupy DDL Fornero" scrivono in un comunicato stampa gli attivisti di Blockupy Ddl Fornero. Due giornate che vogliono incidere sul dibattito parlamentare e bloccare l'approvazione del DDL. Mentre l'Europa affonda per colpa delle banche e i governi ci impoveriscono, noi non resteremo a guardare. In tutta Italia e a Roma ci rimettiamo in movimento, per "esonerare il commissario tecnico" Monti, per riprendere in mano il nostro futuro!
Continua a crescere in tutti gli ambiti intanto la spinta per lo sciopero generale del 22 giugno convocato dai sindacati conflittuali. Non solo delegati sindacali e intere Rsu ma anche giuristi, artisti e personalità ritengono doveroso sostenere la mobilitazione generale e generalizzata del 22 giugno, quando a Roma saranno presenti anche la Merkel, Hollande e Rajoy.
pc 13 giugno - scuola, la terza: "negazioni razzista del diritto allo studio"
Maturità negata a studente
ucraino "Non ha il permesso di soggiorno"
La vicenda al liceo Natta di Milano: il diciottenne
non ha ottenuto i documenti a causa di un errore formale. La protesta dei sindacati: "E' stato violato il
diritto allo studio"
di TIZIANA
DE GIORGIO
In pagella,
nemmeno un’insufficienza. Ma il permesso di soggiorno non è in regola. E la
scuola decide di sbarrargli la strada: per lui, niente maturità. È successo al
tecnico Natta di via Don Calabria, dove uno studente di quinta di origine
ucraina, che da due anni frequenta regolarmente lo scientifico a indirizzo
biologico, non potrà sedersi insieme con i compagni di classe sui banchi del
primo scritto dell’esame di Stato «perché irregolare», ha stabilito il
consiglio di classe. Una decisione, a poco più di una settimana dalla prima
prova, che ha scatenato un polverone nel mondo della scuola milanese.
«Mai successa una cosa del genere, non sta né in cielo né in terra — denuncia Pippo Frisone (Cgil scuola) — non c’è scritto da nessuna parte che chi non ha il permesso di soggiorno non può fare la maturità. Esiste un diritto allo studio, il fatto che ora abbia compiuto 18 anni non può fare la differenza: così lo considerano come un adulto clandestino, avrebbero almeno potuto ammetterlo con riserva». Un caso inedito anche per la Cisl: «Le scuole solitamente consentono agli studenti irregolari di sostenere l’esame — spiega Maurizio Bove, responsabile per l’immigrazione — viene semplicemente lasciato in sospeso il riconoscimento del diploma in attesa di una regolarizzazione».
In provveditorato c’è stato un tam tam di telefonate per cercare di capire che cosa abbia spinto
«Mai successa una cosa del genere, non sta né in cielo né in terra — denuncia Pippo Frisone (Cgil scuola) — non c’è scritto da nessuna parte che chi non ha il permesso di soggiorno non può fare la maturità. Esiste un diritto allo studio, il fatto che ora abbia compiuto 18 anni non può fare la differenza: così lo considerano come un adulto clandestino, avrebbero almeno potuto ammetterlo con riserva». Un caso inedito anche per la Cisl: «Le scuole solitamente consentono agli studenti irregolari di sostenere l’esame — spiega Maurizio Bove, responsabile per l’immigrazione — viene semplicemente lasciato in sospeso il riconoscimento del diploma in attesa di una regolarizzazione».
In provveditorato c’è stato un tam tam di telefonate per cercare di capire che cosa abbia spinto
l’istituto a
una scelta così drastica, e provare a disinnescare il caso. «Non spetta alla
scuola fare il poliziotto — commenta il provveditore, Giuseppe Petralia —
sembra che il permesso di soggiorno gli sia stato negato perché la
documentazione presentata dalla mamma era incompleta. Ma quel ragazzo ha
seguito un normale iter scolastico, ha frequentato regolarmente l’anno, ha sostenuto
compiti in classe, interrogazioni e ha voti superiori al sei. Non vedo il
motivo perché lo si debba fermare, abbiamo il compito di tutelarlo». Da qui, il
pressing degli uffici di via Ripamonti, che chiedono al Natta di riesaminare a
brevissimo il caso. «Non credo ci sia stata malafede nella decisione della
preside e degli insegnanti — aggiunge Petralia — si sono trovati in grande
imbarazzo perché non sapevano come comportarsi con la legge sull’immigrazione.
Sono sicuro che a breve la questione sarà risolta e il ragazzo potrà sostenere
la maturità».
(13 giugno
2012) © Riproduzione riservata
pc 13 giugno - SCUOLA, la seconda: "col terremoto se non muori perdi il lavoro".
Le maestre di una scuola elementare di Colorno avevano un contratto a tempo determinato che sarebbe scaduto il 30 agosto, ma con il sisma l'istituto lesionato ha cessato la sua attività dai primi di giugno. La Cisl: "Le calamità naturali non legittimano il licenziamento". L'ufficio scolastico: "E' venuta meno la prestazione d'opera"
Licenziate
per calamità naturale: quattro precarie, insegnanti di una scuola
elementare di Colorno, paese in provincia di Parma, si sono viste dare
il benservito a causa del terremoto che si sta abbattendo sulle vite, le
abitazioni e non da ultimo il lavoro degli emiliani.
L’edificio scolastico –
come la maggior parte di quelli travolti dal sisma che ha colpito le vicine
province di Reggio, Modena, Ferrara e Bologna – viene evacuato, le lezioni trasferite, e loro
lasciate a casa. Un contratto a tempo determinato, come molti ce ne sono: ogni
anno, a giugno, i giovani maestri e insegnanti non sanno se o dove a settembre
torneranno a insegnare. Difficile però pensare che persino un evento sismico
potesse contribuire alla loro precarietà, decretando la cessazione anticipata
dei rapporti di lavoro: “Nessuna norma contrattuale prevede la risoluzione
anticipata dei rapporti di lavoro a causa delle calamità naturali" –
denuncia a Cisl Scuola di Parma.
I contratti
di assunzione prevedono infatti una data di scadenza che avrebbe compreso anche
preparazione e svolgimento degli scrutini. Invece, nel nuovo complesso dove si
è ripresa l’attività didattica, classi della scuola secondaria prestati alle
lezioni dei più piccoli, sono entrati in servizio solo i docenti a tempo
indeterminato: “i docenti a tempo determinato sono stati allontanati con
decisione unilaterale, creando un’assurda disparità di trattamento, come
se il terremoto legittimasse azioni del genere”, spiegano dal sindacato. Pare
di sì, invece, come giustificano dall’Ufficio scolastico provinciale, essendo
venuta meno una delle caratteristiche specifiche della tipologia di contratto
in questione, ovvero la prestazione d’opera, il 4 giugno è stato
l’ultimo giorno di lavoro per le maestre.
Che in
compenso si sono viste proporre dall’amministrazione scolastica la riassunzione
giornaliera, giusto il tempo degli scrutini: “Non si tratta di
‘prestatori d’opera’ generici – replicano dal sindacato – ma di professioniste
che svolgono la funzione docente”.
Il sindacato
ha lanciato poi un appello al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Stefano
Versari, al dirigente dell’Ambito Territoriale Scolastico di Parma Laura
Gianferrari e al Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Colorno Giovanni
Gaulli, “affinchè la legalità ed il buon senso vengano ripristinati”.
pc 13 giugno - scuola: la prima "MENO CULTURA PIU' AMIANTO
La stima (in difetto) è dell'Osservatorio nazionale amianto. Tra i vari casi quello di un asilo del Livornese in cui tracce della sostanza cancerogena sono state trovate anche sui grembiulini dei bambini. Intanto a Torino Guariniello ha aperto un'inchiesta sulle decine di casi di mesotelioma tra i docenti della provincia di Torino
In Italia
sono ancora oltre 2.400 le scuole con presenza di amianto, dopo
20 anni dalla messa al bando. Le persone coinvolte, secondo l’Osservatorio
Nazionale Amianto, sono oltre 30mila: i ragazzi, i docenti, i bidelli, il
personale amministrativo. La stima è in difetto, chiarisce l’Ona, che fotografa
la situazione drammatica in cui versano gli istituti scolastici. “Questa cifra,
già di per sé spaventosa – spiega Ezio Bonanni, presidente
dell’osservatorio – è una stima ‘prudente’ e soprattutto non si calcolano i
rischi, altrettanto gravi, per le scuole situate vicino ad altri edifici in
amianto. La presenza di questo materiale altamente nocivo è distribuita in
percentuali più o meno simili tra le regioni italiane”.
“Il 6 giugno
è stata presentata un’interrogazione parlamentare in seguito ad una nostra
sollecitazione – dichiara Bonanni – evidenziando alcuni esempi drammaticamente
emblematici che dimostrano l’estrema gravità della situazione ed anche la
totale assenza delle istituzione nella risoluzione dei singoli casi”. Come già abbiamo
raccontato sul Fattoquotidiano.it la Iarc (International Agency
For Research On Cancer) ha certificato che qualsiasi tipo di amianto è
pericoloso e non c’è
una soglia al di sotto della quale non ci sia rischio ma in Italia i casi di
esposizione all’amianto sono spaventosamente numerosi e particolarmente gravi.
Come la
vicenda di una scuola materna di Nibbiaia, una frazione collinare immersa nel
verde di Rosignano (in provincia di Livorno) dove, qualche mese fa, è stata
rilevata la presenza di amianto nel giardino dell’asilo e perfino
nei grembiulini dei bimbi, come accertato dopo un campionamento effettuato nel
dicembre 2011 (la scuola poi è stata chiusa). O come l’istituto scolastico religioso “Villa
Flaminia”, a Roma, che si trova vicino ai capannoni in eternit di una ex
caserma. I genitori degli alunni che frequentano l’istituto hanno denunciato la
pericolosità di quasi 25mila metri quadri di cemento-amianto che coprono i
fatiscenti capannoni di proprietà dell’Agenzia del demanio. Ad oggi,
nonostante siano passati molti anni, nonostante un pronunciamento in merito del
Tribunale di Roma, “non risulta che l’amianto sia stato rimosso, in quel sito
come in migliaia di altri siti d’Italia” si legge nell’interrogazione
parlamentare della senatrice Dorina Bianchi, Pdl (ex Margherita, Pd e
Udc), membro dell’Ona. Recentemente, l’Ona ha sollevato anche il problema della
presenza di amianto nelle caserme, tra le quali quelle della Guardia di
finanza. Un’attenzione particolare quindi “si impone anche per tutelare la
salute dei militari, che le stellette non proteggono certo dal cancerogeno
amianto” denuncia Bonanni.
Tutto questo
mentre il pm Raffaele Guariniello ha avviato delle indagini in ordine a
decine di casi di mesotelioma tra i docenti della provincia di Torino e “si può
stimare in via prudenziale che ogni anno circa un centinaio di docenti muoiano
per colpa dell’amianto nelle scuole”, spiega Bonanni. Di amianto si continua a
morire in Italia (circa 5mila vittime l’anno) con patologie terribili che
possono sorgere anche dopo 30-40 anni.
martedì 12 giugno 2012
pc 12 giugno - la lotta dei minatori in asturia spagna non si arresta e resiste
Noticias de la huelga minera en León y Asturias.
'Mineros de España', la popular cuenta de twitter que se ha convertido en fiel fuente de información para seguir el conflicto minero, está comenzando a gestionar la organización de una 'cuenta solidaria' para recaudar fondos para las familias "que no tienen para comer".
"Queremos organizar una cuenta solidaria no para los sindicatos si no para las familias", apuntan desde 'Mineros de España', donde señalan que "actualmente hay familias que no tienen para comer y eso no lo podemos permitir".
Además, aseguran que nombrarán un notario que "será quien se encargue de gestionar los fondos que se recauden para tener transparencia total de donde va ese dinero"; y explican que "esos fondos se gastaran en dar de comer a todas esas familias, por lo que se pretende comprar leche, huevos, café, patatas, pasta, tomates o verduras para repartirlas como se hizo en la huelga de la marcha minera a Madrid".
Si sobra dinero, para una ONG, "para la iglesia ni un duro"
"Nuestros mineros están luchando en las calles y cuando llegan a casa tiene a sus hijos diciendo papa tengo hambre y eso no se puede permitir. Sé esto de primera mano y no es tolerable. Esos mineros tienen que poder comer y en las situaciones más críticas hay que apoyarles sin demora. Esto no es un juego es real y hay gente que aún tiene algún ahorro y puede subsistir pero hay otros con categorías peor pagadas que no tienen esos ahorros y lo están pasando francamente mal", concluyen su alegato.
¿Y si sobra dinero porque la huelga acabe antes de tiempo? Desde 'Mineros de León' aseguran que en ese caso "será repartido para ONG españolas de diferentes compromisos sociales"; aclarando también que "a la iglesia ni un duro, ya avisamos de esto, ellos tienen bastante ya".
Leonoticias.
CARTA DE APOYO DE LOS MINEROS INGLESES.
El diario británico ‘The Guardian’ publicó en su edición de ayer una
carta de un grupo de mineros británicos que quisieron solidarizarse con
los mineros españoles en el conflicto que mantienen desde hace unos días
con el Gobierno en rechazo a los recortes presupuestarios anunciados
para la minería.
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