Chiusi in gabbia. L’inferno nel Cpr di Ponte Galeria a Roma
Celle
di pernotto di 20 metri quadrati in cui dormono fino a otto persone su
materassi buttati per terra senza reti, sovraffollamento, nulla da fare,
il tempo che diventa ulteriore afflizione. E condizioni
igienico-sanitarie “vergognose”. Il rapporto della Coalizione italiana
libertà e diritti civili fotografa la situazione del centro attivo dal
1998 nella periferia romana. L’appello al sindaco Gualtieri per
sostenerne la chiusura
di Angela Gennaro da altreconomia
Più di cento pagine di racconti dell’orrore. È “Chiusi in gabbia: viaggio nell’inferno del Cpr di Ponte Galeria”, il rapporto della Coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild),
presentato a Roma a inizio novembre per, racconta l’avvocata Federica
Borlizzi, “denunciare le condizioni indegne di detenzione del Centro per
i rimpatri che si trova nell’estrema periferia romana”.
Attivo dal 5
agosto del 1998, è l’unico ad avere anche una sezione femminile in tutta
Italia. In 26 anni di vita la struttura non è stata mai chiusa. Eppure
le violazioni, sanzionate dalla stessa prefettura, non mancano. Celle di
pernotto di 20 metri quadrati in cui dormono fino a otto persone su
materassi buttati per terra senza reti, sovraffollamento, nulla da fare,
il tempo che diventa ulteriore afflizione. E condizioni
igienico-sanitarie “vergognose”. “Un ragazzo ci si è avvicinato con una
dermatite evidente, aveva la scabbia. Ha dormito per mesi sul materasso
fuori, perché i compagni di cella avevano il timore di essere
contagiati”.
La
multinazionale elvetica Ors si aggiudica l’appalto per la gestione del
centro per il triennio 2021-2023 per oltre sette milioni di euro
(nonostante sia, nota il rapporto, “priva dell’informativa antimafia”).
Il contratto tra la prefettura della capitale e Ors Italia è oggetto di
una proroga fino al 31 ottobre 2024. Ma, non essendo ancora stata
definita la nuova gara d’appalto, “appare ipotizzabile che Ors
continuerà, ancora per i prossimi mesi, a gestire il centro romano”.
Il suicidio di Ousmane Sylla,
la morte di Wissem Ben Abdellatif: sono tante le storie che Cild ha
raccolto. Come quella di una donna che, entrata nel Cpr in estate, per
settimane è rimasta solo con un pigiama invernale e un rotolo di carta
igienica. Il capitolato d’appalto prevede 16 ore settimanali di
assistenza normativa e legale. Un numero insufficiente per gli oltre
cento posti del centro, e che comunque sembra non essere onorato. La
prefettura di Roma ha sanzionato Ors per 100mila euro per non aver
rispettato la dotazione minima di personale prevista dal capitolato
d’appalto. “Sanzioni pecuniarie che sono nulla dinanzi a Ors che è una
multinazionale, un colosso dell’accoglienza e del trattenimento in tutta
Europa”.
Da tempo la
società civile chiede la chiusura del Cpr di Ponte Galeria. “Abbiamo
chiesto che venga istituita una commissione di inchiesta che porti
prefettura, questura, la Asl Roma 3 e l’ente gestore a rendere conto di
quello che fanno dinanzi al Campidoglio, per coinvolgere la cittadinanza
e far comprendere che c’è un lager in questa città”. Tra le richieste
c’è quella dell’immediato svuotamento della sezione femminile di Ponte
Galeria. “Cinque posti in tutta Italia. L’abbiamo ridenominata la
‘lotteria infame’”, dice Borlizzi.
Cinque donne
isolate, spesso con storie di violenza alle spalle, vittime di tratta,
ex collaboratrici domestiche che hanno perso il permesso di soggiorno.
Finora, nel 2024, dal Cpr di Ponte Galeria sono passate 675 persone
trattenute. Di loro 50 sono donne. In tutto il 2023 erano state 45.
“Stiamo assistendo a un aumento e rafforzamento della detenzione
femminile”, aggiunge ancora Borlizzi.
Insegnante, segretario nazionale dell'Unicobas Scuola & Università
Il motivo addotto per questa grave decisione è che Raimo, dal palco della festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, durante un dibattito pubblico sulla scuola e non durante una lezione in classe (e questo è un particolare molto importante per giudicare nel modo giusto questo fatto), aveva criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, della Lega.
Aveva detto che “dentro l’ideologia del ministro [c’è] tutto il peggio, la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione”, oltre che “un evidente classismo, sessismo”; per questo, aveva aggiunto Raimo, il