La mobilitazione del 16 contro il governo è stata preparata con l'affissione di locandine alla Marcegaglia (una diffusione massiccia del volantone è prevista nuovamente per i prossimi giorni).
All'appello per il flash mob hanno aderito compagni singoli antifascisti e alcune compagne di PaP con cui abbiamo realizzato il flash mob di oggi, 16 giugno, partendo proprio dal quartiere popolare e proletario "Gulli", con alta presenza d'immigrati, teatro tra l'altro della contestazione alle formazioni politiche neofasciste durante le elezioni, e abbiamo dato vita ad un giornale parlato che denuncia la natura di ingannapopolo di questo governo al servizio dei padroni, il ruolo del PD che gli ha spianato la strada e la necessità di unirsi e organizzarsi dal punto di vista militante. Abbiamo denunciato il legame tra nuovo governo e la mano del razzista che ha ucciso Soumaila Sacko, sindacalista impegnato nella difesa delle condizioni di vita dei braccianti immigrati e le politiche criminali razziste dei respingimenti in mare, così come la "sensibilità" verso i padroni che fanno profitti in Egitto e l'ostilità nei confronti dei diritti umani da parte del nuovo ministro degli interni che cerca di insabbiare il caso Regeni.
Abbiamo continuato in un altro punto dello stesso quartiere per poi terminare l'iniziativa al mercato cittadino, dove abbiamo ripreso a megafonare e diffondere il nostro volantone.
D’altra parte, avere un ministro dell’interno che si muove totalmente fuori dalle regole costituzionali – dunque con logica di guerra, seppure essenzialmente elettorale – può presentare più di un problema per la libertà di stampa. Specie se, come in questo caso, i giornalisti vanno a ficcare il naso negli “strani” flussi di denaro dentro e fuori le casse del partito di cui è anche capo politico.
Qualcuno potrebbe dire che ipotizzare l’azione diretta di un ministro a difesa dei propri interessi – politici e non – con l’utilizzo delle “forze dell’ordine” al posto di qualche intimidatore privato faccia un po’ troppo repubblica delle banane. E certo sarebbe un paragone eccessivo. Bisogna però vedere in che senso…
A voi, qui di seguito, un articolo tratto dalla testata Tpi e la denuncia della Federazione nazionale della stampa. Ch non vuole crederci può consultare numerose altre fonti. Es:
Tacciono solo le testate direttamente interessate. Per ora…
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Tre giornalisti che indagano sulle finanze della Lega sono stati fermati e tenuti in caserma per 3 ore, la condanna del sindacato
La Federazione nazionale della stampa: “Comportamento intimidatorio di magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”
Tre giornalisti che stanno seguendo l’indagine della procura di Genova sui flussi finanziari della Lega sono stati fermati a Bolzano dalla Guardia di Finanza e tenuti in caserma per tre ore per rispondere a domande sui loro articoli.
Si tratta di Matteo Indice del La Stampa, Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano e Marco Preve di Repubblica. L’episodio è avvenuto nella mattina di mercoledì 13 giugno 2018.
Indice ha raccontato a TPI la sua versione dei fatti avvenuti.
La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) in un comunicato ha condannato “il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”.
“Sorprende la scelta ‘muscolare’ di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa”, scrive nella sua nota la Fnsi.
I tre giornalisti scrivono per i quotidiani Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e La Stampa ed erano stati inviati a Bolzano per seguire gli sviluppi dell’indagine sulla Lega, che riguarda il presunto occultamento all’estero di 3 milioni di euro.
Il comunicato del sindacato nazionale dei giornalisti Fnsi è stato firmato anche dalle sigle locali Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Giornalisti della Liguria, Gruppo Cronisti Liguri, Sindacato giornalisti Alto Adige e l’Unione cronisti del Trentino Alto Adige.
Di seguito il testo integrale del comunicato, diffuso nella serata del 13 giugno.
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Questa mattina tre giornalisti genovesi, appartenenti alle testate Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e La Stampa, inviati a Bolzano per seguire l’indagine della Procura di Genova sui flussi finanziari della Lega, sono stati identificati dalla Guardia di finanza, convocati e trattenuti in caserma per tre ore per rispondere, su richiesta della Procura genovese, di alcuni articoli in materia pubblicati oggi stesso.
Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri condannano il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici.
Sorprende la scelta “muscolare” di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa.
Ai tre colleghi esprimono solidarietà anche il Sindacato giornalisti e l’Unione cronisti del Trentino Alto Adige. “L’Associazione regionale di stampa e l’Unione cronisti – scrivono in una nota – condannano il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici