La manifestazione nazionale di sabato 13 dell'area dell'opposizione parlamentare
nel corso dei giorni è divenuta da contro Berlusconi a pro Napolitano.
Questo sia per volere del PD, che ha certo avuto parte nella firma di Napolitano del decreto salvaliste pdl, sia per il volere della base, popolo viola ecc., che anche sulla stampa odierna insistono perché la manifestazione non sia contro Napolitano.
A reggere il cerino è rimasto solo Di Pietro e il giornale il Fatto.
Mentre Berlusconi rilancia, l'opposizione va marcia indietro.
E' questo alla base del fatto che contro la marcia reazionaria le forze attuali dell'opposizione parlamentare non sono affidabili e che sostenerle, lungi dall'essere un atto "contro Berlusconi", ne favorisce la marcia.
Da questa consapevolezza bisogna ripartire se vogliamo dare sostanza e marcia all'opposizione vera, a partire dal boicottaggio elettorale.
proletari comunisti
12-3-2010
venerdì 12 marzo 2010
giovedì 11 marzo 2010
Da tragedia in farsa, o viceversa ?
Il cavaliere nero - come era naturale che facesse, per chi conosce la natura del personaggio, il ruolo storico che svolge, la natura del regime e del blocco storico in formazione da moderno fascismo - ha rilanciato a reti unificate e bonificate e ricostruito in termini falsificati gli eventi della farsa delle firme - a cui ha creduto finora solo Napolitano - e ha scatenato la montatura mediatica che lo porti con le buone o con le cattive a vincere le elezioni che, comunque, se perse saranno un imbroglio da rifare con la controfirma di Napolitano. Intanto incassa il legittimo impedimento a botta di fiducia, con il parlamento già di suo bivacco di ladri e corrotti, che si comporta molto bene, ognuno al suo posto.
Per molto meno in altri tempi e in altri paesi una cosa così non sarebbe passata in Parlamento senza una vera prova di forza tra scioglimento o dimissioni del premier.
Ma è inutile lamentarsi.
Ormai li abbiamo conosciuti.
La risposta a tutto questo non è nelle aule del parlamento e diremmo neanche nelle piazze - se le piazze sono quelle di sabato prossimo della pseudo opposizione.
La risposta è comprendere realmente la natura della battaglia in corso, che richiede la costruzione di un'opposizione proletaria e popolare fuori e contro le aule parlamentari e i suoi partiti, che punti alla polarizzazione sociale e alla
polarizzazione politica - che accetti in questo contesto lo scontro e la sfida e in corso d'opera costruisca il suo partito, il suo sindacato, il suo fronte unito, il suo esercito, corrispondente alla forza che mette in campo il nemico.
Ma la sinistra di palazzo e quella extrapalazzo, che ragiona come se fosse nel palazzo - e parliamo qui dei gruppi e partiti che si presentano alle elezioni, che sostengono i partiti che si presentano alle elezioni e quelli del vorrei ma non posso, quelli che si uniscono alla base per premere al vertice, tra gli altri buona parte dei firmatari dell'appello di 'comunisti uniti'- vanno tutti in altra direzione.
L'astensionismo di massa, attivo, ribelle, protestatario, deluso è il brodo di coltura, anche nelle elezioni, della via del boicottaggio attivo, forma della politica proletaria nella fase attuale, in direzione della polarizzazione.
E' il nuovo inizio necessario.
proletari comunisti
11-3-2010
Per molto meno in altri tempi e in altri paesi una cosa così non sarebbe passata in Parlamento senza una vera prova di forza tra scioglimento o dimissioni del premier.
Ma è inutile lamentarsi.
Ormai li abbiamo conosciuti.
La risposta a tutto questo non è nelle aule del parlamento e diremmo neanche nelle piazze - se le piazze sono quelle di sabato prossimo della pseudo opposizione.
La risposta è comprendere realmente la natura della battaglia in corso, che richiede la costruzione di un'opposizione proletaria e popolare fuori e contro le aule parlamentari e i suoi partiti, che punti alla polarizzazione sociale e alla
polarizzazione politica - che accetti in questo contesto lo scontro e la sfida e in corso d'opera costruisca il suo partito, il suo sindacato, il suo fronte unito, il suo esercito, corrispondente alla forza che mette in campo il nemico.
Ma la sinistra di palazzo e quella extrapalazzo, che ragiona come se fosse nel palazzo - e parliamo qui dei gruppi e partiti che si presentano alle elezioni, che sostengono i partiti che si presentano alle elezioni e quelli del vorrei ma non posso, quelli che si uniscono alla base per premere al vertice, tra gli altri buona parte dei firmatari dell'appello di 'comunisti uniti'- vanno tutti in altra direzione.
L'astensionismo di massa, attivo, ribelle, protestatario, deluso è il brodo di coltura, anche nelle elezioni, della via del boicottaggio attivo, forma della politica proletaria nella fase attuale, in direzione della polarizzazione.
E' il nuovo inizio necessario.
proletari comunisti
11-3-2010
mercoledì 10 marzo 2010
12 marzo, il falso movimento
Per comprendere in parte ciò che distingue proletari comunisti dai carc e altri gruppi 'comunisti', il 12 marzo è una delle opportunità.
Tutti questi gruppi sostengono lo sciopero del 12.
proletari comunisti no.
La loro presenza sindacale è negli apparati dei sindacati confederali o sindacati di base che siano, sempre e comunque negli apparati.
Fanno parte della coda della presenza del riformismo nelle file del proletariato
e non dell'avanguardia del proletariato, che fuori e contro tutto questo deve purtroppo camminare.
Ancora con piccoli passi ma determinati.
Riportiamo di seguito le posizioni che noi promuoviamo e sosteniamo nel sindacalismo di base e di classe.
proletari comunisti
10-3-2010
Mentre le fabbriche in lotta vengono praticamente abbandonate dai sindacati confederali, Cgil e Fiom comprese, come si può verificare in ogni fabbrica, ogni territorio.
Mentre sui posti di lavoro si continua una campagna sfrenata per impedire l'azione autonoma e indipendente del sindacalismo di base e di classe, lo sciopero del 12 va per conto suo.
La macchina Cgil prosegue al servizio del PD e della patetica richiesta di nuova fase concertativa.
L'attacco all'art.18 viene agitato con mossa da disperati dell'ultima ora per dare credibilità a uno sciopero che non ne ha.
Ci penserà poi la grancassa mediatica a inventarsi cifre che non esistono in natura.
Come chiunque operi sui posti di lavoro lo può facilmente verificare, tranne sinistri e gruppi che frequentano solo apparati sindacali e vivono di articoli di giornale, o che considerano le lotte operaie solo occasione per autopropaganda
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it
10-3-2010
CONTRO IL COLLEGATO LAVORO -
SIAMO BEN OLTRE LA SEMPLICE 'ABOLIZIONE DELL'ART:18..
Alla Tenaris Dalmine con il volantinaggio di oggi alle portinerie si inizia una campagna nazionale dello slai cobas sui posti di lavoro che informi e organizzi una
vera mobilitazione di massa che vada oltre lo sciopero e preveda in aprile occupazione delle sedi governative, blocchi di strade e tutte le forme di
mobilitazione democratica e di massa necessarie
7 marzo 2010
Slai COBAS per il sindacato di classe
SULLO SCIOPERO DEL 12 MARZO.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non aderisce allo sciopero del 12 marzo indetto dalla CGIL, perchè esso, né nei suoi contenuti, né nelle sue forme, risponde all'esigenza di mobilitazione della classe operaia e dei lavoratori.
Lo sciopero generale che serve ai lavoratori è quello che imponga a padroni il blocco dei licenziamenti, la tutela dei salari reali, l'abolizione della Legge Biagi, il miglioramento del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, il cambiamento del sistema di elezioni degli RLS per rafforzarne la rappresentatività e i poteri, l'internalizzazione dei servizi essenziali della P.A. e dei Enti locali, il lavoro per i disoccupati in particolare nel Sud nella raccolta differenziata, bonifica ambientale, risanamento dei quartieri e dei territori, l'opposizione alle controriforme della sanità, della scuola e dei servizi sociali in genere, l'opposizione alla TAV. al Ponte, ecc., la ricostruzione de L'Aquila e dei paesi terremotati e disastrati, ecc..
Questo sciopero non ha questi obiettivi. Su molti di questi obiettivi la posizione della Cgil è contraria. Nei singoli posti di lavoro e nei contratti di numerosi settori, la Cgil è saldamente unita ai sindacati filopadronali, filogovernativi e di regime.
Uno sciopero oggi, anche alla luce dell'ultimo attacco all'art. 18 e ai diritti contrattuali dei lavoratori, deve porre la caduta del governo Berlusconi, come obiettivo per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori. Anche questo obiettivo è del tutto escluso dallo sciopero del 12.
Per tutte queste ragioni è da escludere l'adesione allo sciopero dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Uno sciopero generale di questo genere deve essere costruito dal basso con l'unità del sindacalismo di base e di classe ovunque collocato, dei comitati e organismi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e di tutte le realtà che lottano sui posti di lavoro, nei territori contro le politiche di padroni e governo.
Uno sciopero peraltro largamente poco sentito dalla maggioranza degli operai e lavoratori, costruito dall'alto e dagli apparati, con l'obiettivo di assumere una rappresentanza generale e tornare a quei tavoli da cui padroni e governo tendono ad escludere la Cgil.
A fronte del " collegato sul lavoro" la Fiom più consapevole delle difficoltà di riuscita dello sciopero nelle fabbriche, ha dichiarato nella giornata del 4 marzo uno sciopero generale, sempre per il 12, in difesa dell'art. 18. Una sorta di "ultima ora" per salvare lo sciopero della Cgil, in difesa dello sciopero della Cgil più che in difesa dell'art. 18.
L'affermazione della Fiom che lo sciopero del 12: "a questo punto dovrà avere come punto fondamentale la difesa del contratto nazionale e l'art. 18", servirà forse al gioco congressuale dentro la Cgil in cui la posizione della Fiom è in minoranza e in via di ridimensionamento, ma vuole dare per fatto ciò che è ancora da fare: cioè uno sciopero generale per fermare la mano del governo, che paralizzi il paese - come in Grecia - e ne imponga la caduta.
A questa posizione della Fiom non va data alcuna copertura.
E' bene che le posizioni del sindacalismo di classe si esprimano autonomamente sui posti di lavoro, e, se fatte con chiarezza, anche in occasione delle manifestazioni.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it - 5.3.2010
Tutti questi gruppi sostengono lo sciopero del 12.
proletari comunisti no.
La loro presenza sindacale è negli apparati dei sindacati confederali o sindacati di base che siano, sempre e comunque negli apparati.
Fanno parte della coda della presenza del riformismo nelle file del proletariato
e non dell'avanguardia del proletariato, che fuori e contro tutto questo deve purtroppo camminare.
Ancora con piccoli passi ma determinati.
Riportiamo di seguito le posizioni che noi promuoviamo e sosteniamo nel sindacalismo di base e di classe.
proletari comunisti
10-3-2010
Mentre le fabbriche in lotta vengono praticamente abbandonate dai sindacati confederali, Cgil e Fiom comprese, come si può verificare in ogni fabbrica, ogni territorio.
Mentre sui posti di lavoro si continua una campagna sfrenata per impedire l'azione autonoma e indipendente del sindacalismo di base e di classe, lo sciopero del 12 va per conto suo.
La macchina Cgil prosegue al servizio del PD e della patetica richiesta di nuova fase concertativa.
L'attacco all'art.18 viene agitato con mossa da disperati dell'ultima ora per dare credibilità a uno sciopero che non ne ha.
Ci penserà poi la grancassa mediatica a inventarsi cifre che non esistono in natura.
Come chiunque operi sui posti di lavoro lo può facilmente verificare, tranne sinistri e gruppi che frequentano solo apparati sindacali e vivono di articoli di giornale, o che considerano le lotte operaie solo occasione per autopropaganda
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it
10-3-2010
CONTRO IL COLLEGATO LAVORO -
SIAMO BEN OLTRE LA SEMPLICE 'ABOLIZIONE DELL'ART:18..
Alla Tenaris Dalmine con il volantinaggio di oggi alle portinerie si inizia una campagna nazionale dello slai cobas sui posti di lavoro che informi e organizzi una
vera mobilitazione di massa che vada oltre lo sciopero e preveda in aprile occupazione delle sedi governative, blocchi di strade e tutte le forme di
mobilitazione democratica e di massa necessarie
7 marzo 2010
Slai COBAS per il sindacato di classe
SULLO SCIOPERO DEL 12 MARZO.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non aderisce allo sciopero del 12 marzo indetto dalla CGIL, perchè esso, né nei suoi contenuti, né nelle sue forme, risponde all'esigenza di mobilitazione della classe operaia e dei lavoratori.
Lo sciopero generale che serve ai lavoratori è quello che imponga a padroni il blocco dei licenziamenti, la tutela dei salari reali, l'abolizione della Legge Biagi, il miglioramento del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, il cambiamento del sistema di elezioni degli RLS per rafforzarne la rappresentatività e i poteri, l'internalizzazione dei servizi essenziali della P.A. e dei Enti locali, il lavoro per i disoccupati in particolare nel Sud nella raccolta differenziata, bonifica ambientale, risanamento dei quartieri e dei territori, l'opposizione alle controriforme della sanità, della scuola e dei servizi sociali in genere, l'opposizione alla TAV. al Ponte, ecc., la ricostruzione de L'Aquila e dei paesi terremotati e disastrati, ecc..
Questo sciopero non ha questi obiettivi. Su molti di questi obiettivi la posizione della Cgil è contraria. Nei singoli posti di lavoro e nei contratti di numerosi settori, la Cgil è saldamente unita ai sindacati filopadronali, filogovernativi e di regime.
Uno sciopero oggi, anche alla luce dell'ultimo attacco all'art. 18 e ai diritti contrattuali dei lavoratori, deve porre la caduta del governo Berlusconi, come obiettivo per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori. Anche questo obiettivo è del tutto escluso dallo sciopero del 12.
Per tutte queste ragioni è da escludere l'adesione allo sciopero dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Uno sciopero generale di questo genere deve essere costruito dal basso con l'unità del sindacalismo di base e di classe ovunque collocato, dei comitati e organismi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e di tutte le realtà che lottano sui posti di lavoro, nei territori contro le politiche di padroni e governo.
Uno sciopero peraltro largamente poco sentito dalla maggioranza degli operai e lavoratori, costruito dall'alto e dagli apparati, con l'obiettivo di assumere una rappresentanza generale e tornare a quei tavoli da cui padroni e governo tendono ad escludere la Cgil.
A fronte del " collegato sul lavoro" la Fiom più consapevole delle difficoltà di riuscita dello sciopero nelle fabbriche, ha dichiarato nella giornata del 4 marzo uno sciopero generale, sempre per il 12, in difesa dell'art. 18. Una sorta di "ultima ora" per salvare lo sciopero della Cgil, in difesa dello sciopero della Cgil più che in difesa dell'art. 18.
L'affermazione della Fiom che lo sciopero del 12: "a questo punto dovrà avere come punto fondamentale la difesa del contratto nazionale e l'art. 18", servirà forse al gioco congressuale dentro la Cgil in cui la posizione della Fiom è in minoranza e in via di ridimensionamento, ma vuole dare per fatto ciò che è ancora da fare: cioè uno sciopero generale per fermare la mano del governo, che paralizzi il paese - come in Grecia - e ne imponga la caduta.
A questa posizione della Fiom non va data alcuna copertura.
E' bene che le posizioni del sindacalismo di classe si esprimano autonomamente sui posti di lavoro, e, se fatte con chiarezza, anche in occasione delle manifestazioni.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
cobasta@fastwebnet.it - 5.3.2010
Napolitano minacciato ?
Il giornale "il fatto quotidiano" di ieri scrive un articolo in cui denuncia
come Napolitano nel corso del colloquio che ha preceduto l'emissione del decreto
salvaliste PdL, controfirmato dal Presidente, sarebbe stato minacciato da Berlusconi e in conseguenza di queste minacce avrebbe firmato.
Si tratta di una notizia che, se fosse vera, metterebbe in luce la viltà e miseria
dell'uomo che oggi ricopre questa alta carica dello Stato.
Ma pensiamo che, tutto sommato, la notizia non sia vera.
Napolitano non ha bisogno di simili minacce per firmare ... tutto quello che c'è da firmare ... lo ha già fatto per leggi ad personam, per scudo fiscale e per mille altri provvedimenti che caratterizzano il cammino moderno fascista del governo Berlusconi.
Questa delle minacce è l'ultima variante delle coperture delle responsabilità di Napolitano che viene dall'opposizione più radicale al governo.
Da ieri, dalle critiche a Napolitano della prima ora si è passati alla salvaguardia della Presidenza della Repubblica.
E' sceso in campo Ciampi, è attivissimo il PD che sta facendo di tutto per trasformare la manifestazione di sabato contro il decreto in una manifestazione che salvaguardi Napolitano.
Franceschini, PD, riscopre il disegno presidenzialista di Berlusconi - di cui finora non avevano più parlato - a salvaguardia di questa Presidenza della Repubblica, considerata ancora una diga.
Siamo alle solite.
Anche nell'ascesa del fascismo ci fu chi fino all'ultimo confidava nel re Vittorio
Emanuele III ... come è andata a finire lo abbiamo visto.
L'ultimo arrivato sgomitante alla corte del re travicello Napolitano è il segretario
di Rifondazione Ferrero, che il giorno prima aveva fatto appello a Napolitano perché almeno non firmi il decreto sull'art.18 ... il giorno dopo dice che Napolitano non lo firmerà ...
Ecco, questo tipo di personaggi e questa linea dell'opposizione è esattamente
l'opposizione che favorisce la marcia moderno fascista di Berlusconi
proletari comunisti
10-3-2010
come Napolitano nel corso del colloquio che ha preceduto l'emissione del decreto
salvaliste PdL, controfirmato dal Presidente, sarebbe stato minacciato da Berlusconi e in conseguenza di queste minacce avrebbe firmato.
Si tratta di una notizia che, se fosse vera, metterebbe in luce la viltà e miseria
dell'uomo che oggi ricopre questa alta carica dello Stato.
Ma pensiamo che, tutto sommato, la notizia non sia vera.
Napolitano non ha bisogno di simili minacce per firmare ... tutto quello che c'è da firmare ... lo ha già fatto per leggi ad personam, per scudo fiscale e per mille altri provvedimenti che caratterizzano il cammino moderno fascista del governo Berlusconi.
Questa delle minacce è l'ultima variante delle coperture delle responsabilità di Napolitano che viene dall'opposizione più radicale al governo.
Da ieri, dalle critiche a Napolitano della prima ora si è passati alla salvaguardia della Presidenza della Repubblica.
E' sceso in campo Ciampi, è attivissimo il PD che sta facendo di tutto per trasformare la manifestazione di sabato contro il decreto in una manifestazione che salvaguardi Napolitano.
Franceschini, PD, riscopre il disegno presidenzialista di Berlusconi - di cui finora non avevano più parlato - a salvaguardia di questa Presidenza della Repubblica, considerata ancora una diga.
Siamo alle solite.
Anche nell'ascesa del fascismo ci fu chi fino all'ultimo confidava nel re Vittorio
Emanuele III ... come è andata a finire lo abbiamo visto.
L'ultimo arrivato sgomitante alla corte del re travicello Napolitano è il segretario
di Rifondazione Ferrero, che il giorno prima aveva fatto appello a Napolitano perché almeno non firmi il decreto sull'art.18 ... il giorno dopo dice che Napolitano non lo firmerà ...
Ecco, questo tipo di personaggi e questa linea dell'opposizione è esattamente
l'opposizione che favorisce la marcia moderno fascista di Berlusconi
proletari comunisti
10-3-2010
martedì 9 marzo 2010
Opportunisti e rivoluzionari. Lotta di classe
Mentre i gruppi opportunisti di diverso genere - neorevisionisti, ml, operaisti, movimentisti - si trastullano in diversi giochi: presentazioni di liste elettorali, appoggio a liste elettorali squalificate come quelle dell'accoppiata PRC-Pdci, pressioni dal basso perché ridiventino comunisti (comunisti uniti) tutt'altro che di base, volantini-proclami continuamente smentiti dalla pratica effettiva nella lotta di classe, a cui sostanzialmente non partecipano, coordinamenti operai né carne, né pesce, per non fare né vero sindacato di classe né contribuire seriamente alla costruzione del partito della classe operaia, attivismo nella lotta di classe all'insegna del movimento è tutto il fine è nulla; proletari comunisti promuove la mobilitazione e la riflessione delle donne proletarie l'8 marzo e il convegno 13-14, prosegue con metodo nello sviluppo e sostegno della rete nazionale per la sicurezza
sui posti di lavoro - convegno a Ravenna il 13, mobilitazione nazionale immigrati e morti sul lavoro in aprile -, è impegnata a costruire scadenze di lotta che possano essere di riferimento all'insieme del movimento proletario, Termini Imerese non deve chiudere, per una manifestazione nazionale a Termini, unità dei disoccupati, a partire da Taranto e Napoli, nella lotta per il lavoro.
Intanto, in ogni posto di lavoro in cui siamo presenti, pochi, troppo pochi, purtroppo, ci battiamo per il sindacato di classe, in un rapporto di unita-lotta con le avanguardie operaie, contro ogni sindacalismo di base autoreferenziale e contro il codismo verso la Fiom.
Mobilitiamo i giovani là dove siamo presenti nell'antifascismo militante e per la costruzione su scala nazionale di una rete antifascista-antirazzista-antirepressione
che permetta all'insieme del movimento, contro ogni logica da piccolo gruppo e di settarismo, di fare un salto di qualità in tutto questo.
A l'Aquila siamo l'unica voce politica che unisce denuncia e indicazione, mentre le masse cercano con difficoltà di prendere la lotta e il proprio destino nelle proprie mani.
Su scala internazionale abbiamo promosso e realizzato un importante convegno internazionale, i cui atti diranno una parola in più e innovativa sul difficile problema di costruire partiti comunisti, autenticamente rivoluzionari, marxisti-leninisti-maoisti, nei paesi imperialisti, in cui sono state prese importanti decisioni di prospettiva.
Una campagna internazionale a sostegno della guerra popolare in India, un messaggio internazionalista per il primo maggio capace di arrivare ed essere diffuso in tante parti del mondo, la costruzione di un soccorso rosso proletario internazionale che veda protagonisti i partiti e le organizzazioni di massa rivoluzionarie oltre le pur importanti e lodevoli iniziative di amici e parenti di prigionieri politici.
Questo lavoro fatto sia pure con piccole forze e spesso embrionale è un esempio e un contributo di come si possa fare partito-fronte-sindacato di classe-linea di massa,
organizzazione della gioventù, organizzazione delle donne, nella realtà complessa e difficile di un paese imperialista e nella situazione quanto mai controcorrente come quella politica nazionale e internazionale.
Il rafforzamento e la crescita delle nostre pubblicazioni
- proletari comunisti
- la rivista la nuova bandiera
- i fogli e le pubblicazioni specifiche
- i blog
sono attualmente il compito principale in cui in questi mesi ci cimentiamo per dare la possibilità a tutti di conoscere il nostro lavoro, discuterlo con argomenti e fatti riconoscibili e permettere a tutti di unirci per fare quello che facciamo molto meglio e di fare altro che serve al grande salto per il nuovo inizio necessario al movimento operaio e popolare.
proletaricomunisti - PCm-italia
9 marzo 2010
sui posti di lavoro - convegno a Ravenna il 13, mobilitazione nazionale immigrati e morti sul lavoro in aprile -, è impegnata a costruire scadenze di lotta che possano essere di riferimento all'insieme del movimento proletario, Termini Imerese non deve chiudere, per una manifestazione nazionale a Termini, unità dei disoccupati, a partire da Taranto e Napoli, nella lotta per il lavoro.
Intanto, in ogni posto di lavoro in cui siamo presenti, pochi, troppo pochi, purtroppo, ci battiamo per il sindacato di classe, in un rapporto di unita-lotta con le avanguardie operaie, contro ogni sindacalismo di base autoreferenziale e contro il codismo verso la Fiom.
Mobilitiamo i giovani là dove siamo presenti nell'antifascismo militante e per la costruzione su scala nazionale di una rete antifascista-antirazzista-antirepressione
che permetta all'insieme del movimento, contro ogni logica da piccolo gruppo e di settarismo, di fare un salto di qualità in tutto questo.
A l'Aquila siamo l'unica voce politica che unisce denuncia e indicazione, mentre le masse cercano con difficoltà di prendere la lotta e il proprio destino nelle proprie mani.
Su scala internazionale abbiamo promosso e realizzato un importante convegno internazionale, i cui atti diranno una parola in più e innovativa sul difficile problema di costruire partiti comunisti, autenticamente rivoluzionari, marxisti-leninisti-maoisti, nei paesi imperialisti, in cui sono state prese importanti decisioni di prospettiva.
Una campagna internazionale a sostegno della guerra popolare in India, un messaggio internazionalista per il primo maggio capace di arrivare ed essere diffuso in tante parti del mondo, la costruzione di un soccorso rosso proletario internazionale che veda protagonisti i partiti e le organizzazioni di massa rivoluzionarie oltre le pur importanti e lodevoli iniziative di amici e parenti di prigionieri politici.
Questo lavoro fatto sia pure con piccole forze e spesso embrionale è un esempio e un contributo di come si possa fare partito-fronte-sindacato di classe-linea di massa,
organizzazione della gioventù, organizzazione delle donne, nella realtà complessa e difficile di un paese imperialista e nella situazione quanto mai controcorrente come quella politica nazionale e internazionale.
Il rafforzamento e la crescita delle nostre pubblicazioni
- proletari comunisti
- la rivista la nuova bandiera
- i fogli e le pubblicazioni specifiche
- i blog
sono attualmente il compito principale in cui in questi mesi ci cimentiamo per dare la possibilità a tutti di conoscere il nostro lavoro, discuterlo con argomenti e fatti riconoscibili e permettere a tutti di unirci per fare quello che facciamo molto meglio e di fare altro che serve al grande salto per il nuovo inizio necessario al movimento operaio e popolare.
proletaricomunisti - PCm-italia
9 marzo 2010
lunedì 8 marzo 2010
Liberare l'Aquila
Le masse aquilane, più numerose che mai, hanno facilmente sfondato con le carriole
lo sbarramento di polizia e hanno proseguito nel riappropriarsi della città, cominciando a liberarla dalle macerie.
Ma le macerie da cui effettivamente occorre liberarla sono il malaffare del capitale, che prima ha provocato l'immane distruzione di vite e cose, poi ha usato l'emergenza per far profitti, e, ora che comincia ad apparire che il re è nudo, pretende di continuare tutto come prima.
La popolazione dell'Aquila comincia ora a prendere il proprio destino nelle proprie mani e va sostenuta.
proletari comunisti
8-3-2010
lo sbarramento di polizia e hanno proseguito nel riappropriarsi della città, cominciando a liberarla dalle macerie.
Ma le macerie da cui effettivamente occorre liberarla sono il malaffare del capitale, che prima ha provocato l'immane distruzione di vite e cose, poi ha usato l'emergenza per far profitti, e, ora che comincia ad apparire che il re è nudo, pretende di continuare tutto come prima.
La popolazione dell'Aquila comincia ora a prendere il proprio destino nelle proprie mani e va sostenuta.
proletari comunisti
8-3-2010
domenica 7 marzo 2010
Il PD difende Napolitano, ovvero Berlusconi
"Io sono l'erede di Vittorio Emanuele III, quello che non mosse un dito sulla marcia su Roma" così Travaglio vorebbe che Napolitano dicesse, e di questo si tratta.
La firma di napolitano è l'ultima firma a provvedimenti di stampo fascista fatti dal governo, così come alle porcate di vario genere e tipo, e altre ne seguiranno.
E se qualcuno lo attacca, come Di Pietro ma anche altri intellettuali e giuristi, il PD scende in campo a difenderlo, a tenerlo fuori, gli uomini di D'Alema in testa.
Il PD è complementare alla marcia moderno fascista, è il tipo di opposizione che serve allo scopo, la "opposizione di sua maestà", appunto, di Napolitano/Vittorio Emanuele III.
Ma c'è un altra opposizione, quella di Ferrero, che giustamente denuncia l'altro golpe, quello del collegato sul lavoro, dell'abolizione dell'art.18, ma qual'è la sua proposta lo dice oggi sul Manifesto "Presidente, ora non firmare l'articolo 18".
Ora, bisogna essere affetti da acuto cretinismo istituzionale per dire questo.
Firmerà, firmerà ...
Napolitano è il presiente giusto per il governo Berlusconi, perché permette a leggi di parte, soprusi, violazioni della Costituzione, di passare come leggi legittime.
Anche se ogni tanto nel suo furore dittatoriale Berlusconi se ne scorda, Napolitano è il migliore dei presidenti possibili.
Ma purtroppo non ci sono soltanto il PD e ferrero, vi sono tanti operai e lavoratori, spesso impegnati in lotte dure per il lavoro o per diritti, che, ispirati da dirigenti sindacali spesso Fiom, o da dirigenti politici della falsa sinistra, lanciano appelli a Napolitano, mandano lettere, chiedono di incontrarlo, sperando che interceda - con quali risultati poi lo vedono a loro spese.
Ora , anche alla luce del Napolitano di questa stagione, bisogna dire basta e contrastare apertamente questo approccio, mostrarne il contenuto illusorio, la visione sbagliata e perfino l'indegnità sindacale, politica e morale, riaffermando la necessità esclusiva della lotta di classe e dei metodi di classe, sindacali e politici, per portare avanti le proprie rivendicazioni.
proletrai comunisti
7 marzo 2010
La firma di napolitano è l'ultima firma a provvedimenti di stampo fascista fatti dal governo, così come alle porcate di vario genere e tipo, e altre ne seguiranno.
E se qualcuno lo attacca, come Di Pietro ma anche altri intellettuali e giuristi, il PD scende in campo a difenderlo, a tenerlo fuori, gli uomini di D'Alema in testa.
Il PD è complementare alla marcia moderno fascista, è il tipo di opposizione che serve allo scopo, la "opposizione di sua maestà", appunto, di Napolitano/Vittorio Emanuele III.
Ma c'è un altra opposizione, quella di Ferrero, che giustamente denuncia l'altro golpe, quello del collegato sul lavoro, dell'abolizione dell'art.18, ma qual'è la sua proposta lo dice oggi sul Manifesto "Presidente, ora non firmare l'articolo 18".
Ora, bisogna essere affetti da acuto cretinismo istituzionale per dire questo.
Firmerà, firmerà ...
Napolitano è il presiente giusto per il governo Berlusconi, perché permette a leggi di parte, soprusi, violazioni della Costituzione, di passare come leggi legittime.
Anche se ogni tanto nel suo furore dittatoriale Berlusconi se ne scorda, Napolitano è il migliore dei presidenti possibili.
Ma purtroppo non ci sono soltanto il PD e ferrero, vi sono tanti operai e lavoratori, spesso impegnati in lotte dure per il lavoro o per diritti, che, ispirati da dirigenti sindacali spesso Fiom, o da dirigenti politici della falsa sinistra, lanciano appelli a Napolitano, mandano lettere, chiedono di incontrarlo, sperando che interceda - con quali risultati poi lo vedono a loro spese.
Ora , anche alla luce del Napolitano di questa stagione, bisogna dire basta e contrastare apertamente questo approccio, mostrarne il contenuto illusorio, la visione sbagliata e perfino l'indegnità sindacale, politica e morale, riaffermando la necessità esclusiva della lotta di classe e dei metodi di classe, sindacali e politici, per portare avanti le proprie rivendicazioni.
proletrai comunisti
7 marzo 2010
"o il voto o il mitra" .... il mitra!
Il giornale della destra PD il riformista sabato 6 marzo titola " o il voto o il mitra" la lega spara in rete, dando conto di frasi e concetti espressi su facebook da esponenti della Lega di Bossi.
Bossi non è nuovo a queste affermazioni, che se le fa lui sono colore, se le fanno altri sono "terrorismo".
Ma in effetti queste frasi rendono in termini popolari il concetto enunciato dal governo nella
vicenda del decreto e riprendono lo stile storico dei fascisti.
Bossi non è nuovo a queste affermazioni, che se le fa lui sono colore, se le fanno altri sono "terrorismo".
Ma in effetti queste frasi rendono in termini popolari il concetto enunciato dal governo nella
vicenda del decreto e riprendono lo stile storico dei fascisti.
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