sabato 30 luglio 2011

pc 30 luglio - sospensione del blog quotidiano in agosto

il blog quotidiano nel mese di agosto, sarà temporaneamente sospeso, per riprendere a settembre
naturalmente ogni avvenimento importante potrà riattivarlo
così come tutti i compagni possono continuare a scriverci
è solo la sua forma quotidiana, sistematica organizzata che viene sospesa
,
proletari comunisti
luglio 2011

pc 30 luglio - con le popolazioni Notav e i loro sostenitori fino alla vittoria

la manifestazione di oggi in Val susa è una grande dimostrazione di forza e resistenza;
la violenza di stato, lo stato di polizia, l'occupazione militare della val susa
è una dimostrazione di debolezza e isolamento;
questo dato non può essere cambiato da come oggi andrà,
quella in val susa è una 'guerra di popolo' di lunga durata,
questa guerra vincerà.

proletari comunisti
luglio 2011

venerdì 29 luglio 2011

pc 29 luglio - denunce, fogli di via e perquisizioni contro i No Tav

Perquisizioni al Movimento No Tav

Ecco l’ennesimo attacco da parte della questura di Torino al movimento No Tav. Dopo le annunciate nuove denunce e il foglio di via ad un giovane No Tav piemontese, ecco che stanotte diverse perquisizioni sono state fatte nelle case di alcuni attivisti del movimento. Molte di queste sono state compiute con modalità non legittime e quindi saranno presto impugnate per via legale, ma la cosa che risulta sorprendente è come la questura di Torino si sta muovendo, chiedendo a se stessa il consenso a farlo, senza cioè alcuna autorizzazione da parte di un giudice.

Nel caso del foglio di via, infatti, l’autorizzazione è stata data dal Questore di Torino, in quello delle perquisizioni invece si appellano alla legge antiterrorismo, che non richiede altri passaggi o autorizzazioni.

Gli uomini e le donne che di sera autorizzano il lancio ad altezza uomo di centinaia di lacrimogeni al cs su chi assedia le recinzioni o sta in campeggio, di giorno cercano nuovi modi per spaventare e intimidire i No Tav, ancora in tanti, nonostante l’estate inoltrata, a presidiare Chiomonte e la Maddalena.

http://www.notav.info/

pc 29 luglio - No Tav la battaglia continua

29 luglio 2011 - 03:05

TORINO / Duri scontri tra la polizia e i manifestanti questa notte in Val di Susa. La tensione è alle stelle alla Maddalena di Chiomonte, dove si trova il cantiere della Tav. Poco dopo la mezzanotte 2 gruppi di manifestanti si sono avvicinati alle reti di recinzione dell’area del cantiere, nei pressi del viadotto di Ramat dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e vicino all’area archeologica della Maddalena di Chiomonte.

I manifestanti, posizionatisi nei pressi del viadotto di Ramats dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e nei pressi dell’area archeologica, avrebbero lanciato sassi, petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine che presidiano la zona. I poliziotti hanno risposto all’attacco in un primo momento con gli idranti, poi con i gas lacrimogeni. Ormai spesso inefficaci, visto che gran parte dei manifestanti aveva negli zaini le maschere antigas. A poco è servito il sequestro di una cinquantina di maschere nelle ultime ore da parte della polizia.

Tra i manifestanti molti stranieri. Tanti parlano in francese. La battaglia contro la Tav ormai ha travalicato il confine.

La Questura di Torino riferisce che i manifestanti, aderenti al movimento No Tav, avevano il viso coperto ed erano vestiti di nero.
Inoltre, sempre secondo fonti della Questura, ci sarebbe stato un tentativo di scardinare la rete di protezione nell’area del viadotto con un rampone.

Per motivi di sicurezza l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni.

E intanto ora si attende il corteo di sabato pomeriggio. Una giornata ad altissimo rischio di incidenti.

http://www.youreporternews.it

pc 29 luglio - Nafissatou Diallo "voglio essere coraggiosa per tutte le donne del mondo"

Al fianco di Nafissatou Diallo

Contro l'uso/abuso del marcio potere politico borghese contro le donne scateniamo la nostra ribellione

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Nafissatou Diallo ha ringraziato chi l'ha sostenuta: "Quello che è accaduto a me non deve succedere più"



Non ha risposto alle domande. Ma Nafissatou Diallo, la cameriera di un albergo che ha accusato Dominique Strauss-Kahn di aggressione sessuale, racconta la sua verità in pubblico, nella prima uscita ufficiale. E lo fa nella chiesa di Brooklyn dove l'associazione United African Congress ha organizzato un dibattito sulla condizione femminile. «Quello che è accaduto a me non deve succedere ad altre», ha detto la donna ai microfoni. La cameriera, 32 anni, ha poi spiegato che «quanto è stato detto su di me non è vero». Insieme con la figlia « piango tutti i giorni. Per questo voglio essere coraggiosa per tutte le donne del mondo». Per poi aggiungere: «Non auguro a nessuno di vivere quanto ho vissuto io negli ultimi due mesi». La donna ha ringraziato tutti i presenti per il «supporto» ricevuto in questo periodo. A seguire l'evento di Brooklyn c'erano più di 100 giornalisti. Ed è stata la prima apparizione pubblica dell'immigrata, dal 14 maggio al centro di un caso che ha avuto una risonanza mediatica mondiale.E intanto il legale della donna Kenneth Thompsonha spiegato che la donna è pronta d affrontare una causa civile se venisse dichiarato il non luogo a procedere sul piano penale.

Redazione online - http://www.corriere.it/


pc 29 luglio - la tragedia di un operaio licenziato dalla Fiat


E' questo sistema che uccide... pagherete caro pagherete tutto!

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Termini, uccide la moglie ferisce la figlia e si suicida


Uccide la moglie, ferisce gravemente la figlia e si suicida. È la tragedia che ha distrutto la famiglia di un operaio della Fiat di Termini Imerese licenziato un anno e mezzo fa. La disperazione per il lavoro perduto, unita alla certezza che la sua era ormai una vita segnata, è la molla che ha spinto Agostino Bova, 56 anni, a compiere la strage. È accaduto nel pomeriggio nell’abitazione dell’uomo in via Navarra. Non sono ancora chiare le circostanza in cui è esplosa la tragedia.

Improvvisamente l’uomo, che da tempo cercava di sbarcare il lunario con piccoli lavoretti come pescatore o restauratore di mobili, ha impugnato una pistola e ha scaricato tutta la sua rabbia sulla moglie Margherita Carollo di 51 anni. Tutto è accaduto in pochi attimi sotto gli occhi della figlia Ornella, 30 anni, che ha cercato di sfuggire ai colpi del padre e in qualche modo è riuscita a evitare di essere anche lei abbattuta. È stata ferita. Trasportata con l'elisoccorso in ospedale a Palermo, è ora in gravi condizioni ma, a quanto pare, non in pericolo di vita. Il proiettile non le ha provocato danni cerebrali.
La ragazza frequenta l'università ma lavora anche come commessa. La moglie di Bova era casalinga. "Una famiglia di persone per bene" è il ricordo di chi li conosceva.

Un vicino di casa, Serafino Bartolotta, è stato il primo ad arrivare nell’appartamento. E racconta: “Ho visto subito la ragazza. Aveva una ferita alla testa, ma rispondeva. Ho seguito la scia di sangue e in cucina ho trovato i due corpi a terra. Da un lato la moglie, dall'altro il marito”.

Il licenziamento era stato deciso per ragioni disciplinari. L’uomo era stato accusato di una truffa di 55 euro: la somma di un euro e 20 centesimi al giorno. Era accusato di avere utilizzato il badge di un compagno di lavoro in malattia per utilizzare la mensa aziendale. L'indagine è scattata dopo la segnalazione del dipendente in malattia che in busta paga aveva trovato caricati i pasti durante la sua assenza. Bova si giustificò dicendo di avere trovato il badge in un corridoio dello stabilimento. Ma l'azienda era stata inflessibile e aveva deciso il licenziamento. Il provvedimento aveva distrutto Bova. “Era molto provato” ricorda Vincenzo Comella, sindacalista della Uilm a cui Bova era iscritto. Era addirittura componente del direttivo del sindacato. “Era – ricorda Comella - una persona educata e riservata. Dopo il licenziamento era molto preoccupato per il futuro della sua famiglia”.
Quel licenziamento era stato giudicato dal sindacato iniquo ed eccessivo. Un dramma senza fine dato che aveva un mutuo, una famiglia, un reddito modesto. “Una storia tristissima” l’ha definita Comella. L'operaio era caduto in depressione, aveva imboccato il tunnel della più nera e sconsolata condizione. Per un po' aveva percepito un'indennità di disoccupazione ma poi aveva perduto anche quella.

L’eco della tragedia è rimbalzata a Roma, durante la riunione del tavolo del Ministero dello Sviluppo economico sul futuro dello stabilimento che la Fiat ha deciso di dismettere alla fine dell’anno.

Dure le reazioni sindacali. “Di fronte a questa tragedia regole e codici etici aziendali diventano ben misere cose , sproporzionate dinnanzi alle conseguenze drammatiche che oggettivamente provocano”. Lo dice la Fiom siciliana, che in una nota esprime “cordoglio per l’omicidio- suicidio di Termini Imerese e sostegno e solidarietà alla figlia ferita e al resto della famiglia”.

“Si tratta di un atto disperato - scrive la Fiom - che dice con chiarezza quanto sia drammatica la situazione a Termini Imerese e in Sicilia e quanto perdere il posto di lavoro possa essere una tragedia per i lavoratori e le loro famiglie, un tunnel che non lascia intravedere uno spiraglio di luce”.

28.07.2011
www.lavoce.it

giovedì 28 luglio 2011

pc 27-28 luglio - uno straordinario video diffuso dal MPP-solrojo contiene estratti importanti di un intervista al pres. Gonzalo, prima dell'arresto,


testo in spagnolo


EXTRACTO DE UNA ENTREVISTA CON
EL PRESIDENTE GONZALO

El video es un extracto de una entrevista más larga, grabado antes de la detención de nuestra Jefatura el Presidente Gonzalo, que vamos a publicar aqui mas adelante. El titulo del video, así como los subtitulos y la transcripción de la entrevista no son nuestras. La transcripción corregida está al lado del video.
¡Proletarios de todos los países, uníos!

Los comunistas
Ver como las personas se movían en las época electorales, y algunos resultaban ser marxistas, hasta comunistas, pero no organizados, cuando los principios… Quien no está organizado no es comunista, eso es lo simple y concreto. ¿Razón que los movía? Las elecciones, las candidaturas de diputados, senadores. LO QUE SE LLAMA OPORTUNISTAS, obviamente.

Las ideas transformadoras
Por la revolución al socialismo, en lo cual hay que ver una cosa, no estaba muy nítida…muy clara …la cuestión del carácter de la etapa de la revolución , hoy día … bueno, hoy día más aún, hace años ya, me parece que se extremaba eso… Nadie nace sabiendo, nadie tiene brillantes ideas al comienzo, nadie nació genio, es absurdo. Hay quienes creen que de un problema, ya vieron hasta la consumación de los tiempos y lo que va a salir… así no es… Toda idea nace al comienzo confusa y oscura, hasta llegar a ser nítida, requiere tiempo, hechos, acción, porque la acción transformadora por muy modesta que sea, es la que siembra la idea. El hombre es un ser, a mi entender, como yo he comprendido a Marx, el hombre: Acción transformadora del mundo, es haciendo esa acción transformando el mundo que el hombre genera ideas, genera pensamiento, (...), primero fue el hecho político, después la idea política, y lo comprueba hasta la saciedad la historia peruana.

Los dirigentes
Yo no digo que los dirigentes tienen que ser altamente ilustrados No creo en eso. Creo que primero que nada tiene que ser posición de clase. Que estén al lado del pueblo, por que están del lado de él, de su posición, sienten por él, tienen su voluntad, quieren lo que ellos quieren y piensan como piensan ellos. Fíjate lo que tienes que agarrar todo eso y convertirlo en un criterio que coja la ley del proceso; esa es la obligación y esa política convertirla en realidad, en hechos, y en aparato orgánico... como arma de combate, suficiente… y con esa rica polémica del marxismo, leninismo, maoísmo, nos hizo más fuertes, nos hizo más seguros, más resueltos, más convencidos, (...) más comunistas, porque ser comunistas no es de la noche a la mañana.

Firmeza y resolución de un comunista
En la redacción del documento, ya se iban a matar, quieren ahora la separación, de verdad que creyeron que porque te marginaron, el mundo se iba a venir abajo, el mundo nunca se va a venir abajo, el hombre siempre está arriba, el cielo va a temblar y usted va a salir airoso, usted no va a temblar jamás, no hay que confundirse por los falsos terremotos, al fin y al cabo si hay un terremoto se cae toda la casa, te sacas los escombros y sigues trabajando, es un principio. Para entonces la fracción decía así, el problema es que el partido es el partido, y si al partido lo destruyen hay que construir una vez más y asunto concluido, si lo destruyen diez veces se levanta once y si es once doce. Siempre fue así, (...) es clase, firme resolución, creo que es importante (...) Uno tiene que estar resuelto. ¿Tienen voluntad? Si no tienen voluntad, si tengan una voluntad que se choca, quebradiza, ¿qué diablos va a ser? ¿Un Mantequilla? Para qué diablos sirve ello, no sirve para nada, uno debe tener mente así, si una pared se me opone yo lo tumbo, nada debe detenerlo jamás, así, esa es la escuela de un comunista, fuimos una minoría, pero los documentos se impusieron y correspondía a lo que se aprobó.

Presidente Gonzalo

pc 27-28 luglio - la crociata moderno fascista del PD contra la lotta NO TAV

Tav, il Pd ai sindaci: "Non partecipate alla fiaccolata del 30 luglio"
Paola Bragantini: "E' l'unica strada per riconsegnare la Val di Susa ai valsusini".
Il Sap chiede che sia mandato l'esercito a presidiare il cantiere di Chiomonte
di Redazione 27/07/2011


La segretaria torinese del partito democratico, Paola Bragantini, chiede ai sindaci della Val di Susa di "non aderire alla fiaccolata No Tav di sabato prossimo a Chiomonte e invitare i cittadini a non partecipare". "Questa - spiega Bragantini - è l'unica strada per riconsegnare la Val di Susa ai valsusini e allontanare chi specula politicamente, usando violenza contro chi si sta dedicando ad assicurare il buon andamento dei lavori".


In mattinata mattina una delegazione del Pd, composta dalla Bragantini, dal capogruppo in consiglio provinciale Silvia Fregolent e dal consigliere provinciale Pasquale Valente, ha incontrato a Chiomonte il sindaco, Renzo Pinard, e i lavoratori impegnati nel cantiere della Maddalena.Silvia Fregolent afferma: "La Provincia di Torino continuerà a lavorare per l'attuazione e il rilancio del Piano Strategico della Val di Susa attualizzandone i contenuti e rendendo certe le compensazioni economiche per cui il Ministero si è già impegnato".


Secondo Bragantini, "bisogna dare attuazione alle ricadute economiche promesse dallo Stato" e, a questo proposito - ha detto - è "ora che la Regione Piemonte e il Presidente Cota smettano di temporeggiare e facciano subito chiarezza su questo punto".


Intanto Nicola Tanzi, segretario del sindacato di polizia Sap, fa una richiesta: "A presidiare la Maddalena di Chiomonte, la località della Valle di Susa su cui è previsto il primo cantiere del Tav, deve essere l'esercito. Oggi come oggi - spiega - l'operazione costa alle forze dell'ordine 1.200 uomini al giorno. Lo Stato non se lo può permettere. Noi chiediamo che venga impiegato l'esercito.



Polizia, carabinieri e guardia di finanza devono fare altro: devono essere liberati da questa incombenza per creare sicurezza, magari all'interno dello stesso territorio".

pc 27-28 luglio - Genova 2011 - signori, quella targa non si tocca !!

Il Pdl sulla targa per Giuliani:
«Va rimossa, perché è abusiva
Genova - La targa per ricordare Carlo Giuliani, inaugurata la scorsa settimana nel capoluogo ligure, nei giardini di piazza Alimonda, è «abusiva», dunque «va rimossa»: lo ha chiesto, in una lettera al ministro dell’Interno, Roberto Maroni (Lega Nord), il responsabile Sicurezza del Pdl ligure, Gianni Plinio.

«Un conto è la pietà umana per un giovane morto tragicamente - ha spiegato Plinio - altra cosa è l’apologia di reato attraverso la pubblica esaltazione di una dimostrante che, se si fosse salvato, sarebbe stato processato per tentato omicidio nei confronti di tre carabinieri».

Inoltre, l’esponente del partito di Berlusconi ha criticato «il comportamento omissivo dell’amministrazione comunale», che «autorizza un atto illegittimo che offende la sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini genovesi».

Già nel 2005 il centrodestra chiese, e ottenne, dall’allora ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, di impedire il posizionamento di una targa simile.

pc 27-28 luglio - Genova 2011 - Manganelli come Berlusconi.. aspetta la cassazione, ovvero la prescrizione..

Manganelli a Grillo: «Sul G8, nostre colpe»
Genova - Dice che per adottare provvedimenti nei confronti dei poliziotti «eventualmente » ritenuti colpevoli, bisognerà attendere la Cassazione. «Così impone la legge», ribadisce, dando tuttavia per scontato che - per esempio alla scuola Diaz - furono introdotte «false prove». Assicura che gli avanzamenti di carriera di alcuni dei poliziotti protagonisti dei peggiori fatti al G8, sono stati «normali». E però si dice pronto a discutere la proposta di dare un numero identificativo a ciascun agente impegnato in servizi di ordine pubblico, e a quella di organizzare incontri periodici fra la cittadinanza e le forze dell’ordine.

A pochi giorni dal (pacifico) decennale del G8, il capo della polizia Antonio Manganelli ha deciso di rispondere alla lettera che, nei giorni scorsi, gli aveva scritto Beppe Grillo attraverso il suo blog, La Rete del Grillo. Il comico si era detto sfiduciato per le promozioni dei picchiatori e per la mancanza di provvedimenti nei confronti di coloro che si «macchiarono» di episodi molto gravi. È un documento importante, il primo segnale dopo le tante richieste di «scuse», sebbene alcuni elementi-chiave restino ancora in sospeso.

pc 27/28 luglio - Si ribellano gli immigrati rinchiusi nel centro di Mineo

Mineo, la rivolta dei migranti

bloccata la statale per Catania

Trecento cittadini extracomunitari hanno occupato la strada. Chiedono lo status di rifugiati politici. Tafferugli ieri sera all'interno del Villaggio della solidarietà, bruciati alcuni mezzi

Per oltre quattro ore circa 300 immigrati ospitati nel Cara di Mineo hanno bloccato stamani la strada statale 417 Catania-Gela per chiedere lo status di rifugiati politici o chiedendo di avere il passaporto e lasciare il centro. Mentre la polizia cercava di deviare il traffico su un'altra statale, la 385, gli extracomunitari si sono spostati creando disagi anche su questa strada. Solo nel primo pomeriggio le forze dell'ordine sono riuscite a riportare gli immigrati nel "Villaggio della solidarietà".

Durante la notte, nel centro sono stati appiccati piccoli roghi che hanno danneggiato alcuni mezzi e dopo il rientro al Cara, come riferisce la polizia, molti degli immigrati sono stati coinvolti in risse scoppiate tra etnie diverse.

"Dobbiamo cercare di evitare che qualcuno si faccia male - dice Giovanni Marziano, capo di gabinetto del questore - Purtroppo molti degli immigrati che non potranno essere considerati rifugiati hanno iniziato delle agitazioni che mettono in pericolo la sicurezza degli altri ospiti del Cara. Il centro ha un'ottima vivibilità, è ampio e non ci sono problemi di sovraffollamento, però se c'è tensione è difficile mantenere tutto tranquillo".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/07/27/news/mineo_la_rivolta_dei_migranti_bloccata_la_statale_per_catania-19683548/

pc 27/28 luglio - INDIA PROTESTE CONTRO LA REPRESSIONE


India: proteste e manifestazioni contro la repressione

Il Comitato Popolare contro le atrocità della polizia (PCPA) e altre organizzazioni di massa dei sostenitori dei maoisti hanno marciato a Jhargram, Calcutta, il 26 luglio per denunciare l'"Operazione Green Hunt" e il forte aumento della repressione. Mamata Banerjee ha accusato il primo ministro di tradimento per non aver rispettato le sue promesse di liberare i capi della PCPA e rimuovere le forze congiunte della giungla Mahal.

A Calcutta, i sostenitori maoisti si sono scontrati con la polizia che ha cercato di impedire che i manifestanti erigessero un "monumento" in onore dei martiri di Singur, Nandigram e la giungla Mahal. Hanno chiesto il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici. 12 membri dell'Unione Nazionale Student Democratic Front (USDF) e un sostenitore dei maoisti sono stati arrestati durante le proteste. L'effige del primo ministro è stata bruciata e un tratto di College Street bloccato.

A Jhargram, Belpahari e altre aree di West Midnapore, si sono tenute riunioni per onorare i "martiri", dal Forum contro il terrorismo, la corruzione e l'imperialismo, un'organizzazione alleata al PCPA, la Federazione degli Studenti, il Comitato tutela della dignità delle donne e altri.

Nel frattempo, la polizia ha deciso di intensificare il processo di raccolta di "notizie di intelligence pratiche" e aggiornare regolarmente le stazioni di polizia locale nella giungla Mahal per evitare tentativi dei maoisti di disturbare le celebrazioni del Giorno dell'Indipendenza (15 agosto ).

dal blog odiodeclase

mercoledì 27 luglio 2011

pc 27-28 luglio - NO TAV una lettera da Alessandro, colpito in faccia da un lacrimogeno

una lettera da Alessandro, colpito in faccia da un lacrimogeno

Ho una grande difficoltà a parlare ,non potrò mangiare se non tramite cannuccia per almeno le prossime 3 settimane, provo dolore ogni volta che mi muovo , per starnutire devo tener ben ferme le mascelle altrimenti si smonta quella superiore , non posso nemmeno soffiarmi il naso ...ma posso scrivere !!!
Ciao a tutti, sono Alessandro, quello sfigato che fino a domenica scorsa credeva ancora di vivere in democrazia , credeva di poter camminare in mezzo alla gente (alla sua gente) e sulla terra (anche sua) liberamente, pensava di poter condividere coi suoi amici un'iniziativa che potesse essere utile per tutti; poi , all'improvviso il caos , non so ancora il perchè e forse non lo capirò mai , ricordo solo che dal campeggio ho visto le traiettorie dei lacrimogeni sparati verso la strada e poi verso il camping , mi sono precipitato (indossando preventivamente la maschera antigas) verso il ponte, incrociando tanta gente spaventata, chi urlava , chi tirava per un braccio il proprio bambino cercando una via di fuga e fumo ....quel maledetto fumo e odore terribile che fa bruciare gli occhi e gola oltre a che a danneggiarti per il futuro ; mi sono fatto largo tra la gente con in mano la mia macchina fotografica per documentare quanto stava accadendo e poi sul ponte mentre filmavo....un colpo in faccia allucinante, immagini frammentate come dei fermi immagine, ero a terra , non capivo poi davanti ai miei occhi quel maledetto candelotto che spruzzava gas ...qualcuno lo ha preso e lanciato nel torrente qualcun altro mi ha aiutato a rialzarmi e mi ha accompagnato al camping dove un medico mi ha prestato le prime cure ...

In ospedale continuavo a pensare alla gente (la mia ) rimasta giù al presidio, alle donne, ai bambini, agli anziani che come me credevano che in un paese civile e democratico si potesse trascorrere una domenica al campeggio e partecipare ad una festa di Alpini in congedo e alla sera alla proiezione di un filmato su Borsellino e la sua scorta uccisi dalla mafia , la stessa mafia che lucra sulle grandi opere con i tentati cantieri difesi dagli stessi poliziotti, ma purtroppo non ci è stato possibile proiettare nulla; pensavo quindi ai rischi che stavano correndo tutte quelle brave persone valsusine e non, e continuavo a pensare:
SE FOSSI STATO DI CORPORATURA PIU' ESILE
SE FOSSI STATO UN ANZIANO
O UN BAMBINO
O SE MI AVESSERO CENTRATO IN UN OCCHIO
SAREI MORTO !!!

Evidentemente è quello che cercano..........

A chi mi ha aiutato a rialzarmi , al medico che mi ha curato al camping, a Simonetta che mi ha trasportato al pronto soccorso , ai medici e infermieri del PS di Susa che sono stati splendidi e che mi hanno "coccolato" e a tutti voi che mi avete dimostrato una grande amicizia e solidarietà dico GRAZIE di cuore e mi permetto di ricordare a TUTTI che non siamo noi quelli dalla parte sbagliata !!! dobbiamo continuare , dobbiamo resistere !!!!! A SARA' DURA

Alessandro

pc 26 luglio - LETTERA-APPELLO PER LA CORAGGIOSA LOTTA DEI DETENUTI DEL CARCERE DI VARESE

LETTERA-APPELLO PER LA CORAGGIOSA LOTTA CHE STANNO CONDUCENDO I DETENUTI DEL CARCERE DI VARESE
Varese, 24 luglio 2011
Siamo amici e conoscenti di alcuni detenuti del carcere Miogni di Varese. Scriviamo questa lettera-appello per a dare voce alla bellissima e coraggiosa lotta che loro conducono in questi giorni: contro le vergognose condizioni di sopravvivenza in cui sono costretti.
La loro lotta è cominciata il 23 giugno, in seguito all'appello di Marco Pannella ed ha conivolto i detenuti di tutte le carceri italiane.
Per diversi giorni sono state effettuate le “battiture dei blindati” (le porte delle celle), che sono state udite anche dagli edifici e dai passanti intorno a Via Morandi, insieme al chiaramente distinguibile grido: “Liberta! Liberta!”.
Contemporaneamente è partito uno sciopero della fame a tempo indeterminato.
Quei detenuti che, per motivi di salute, non possono digiunare, stanno invece rifiutando il cibo che passa loro l'amministrazione (mattina, pranzo e cena).
Sappiamo con certezza che lo sciopero si è protratto fino al 19 luglio. Purtroppo le notizie sono a volte frammentarie e confuse, a causa degli enormi ritardi nella loro posta, che sospettiamo siano causati dall'amministrazione del carcere. Inoltre abbiamo il sospetto che i detenuti scelgano di scrivere lettere e non di dettare dei telegrammi (che arriverebbero più celermente) per paura delle ritorsioni delle guardie.
Nel disastro generale del sistema penitenziario nazionale, le condizioni del carcere di Varese sono fra le peggiori d'Italia. I detenuti sono più di tre volte quelli che la struttura potrebbe contenere e sono letteralmente stipati peggio degli animali: 6 persone in una cella di 6 metri x 2 mentre la legge italiana stabilisce che le misure minime per i box dei canili debbano essere, per ogni cane, di 9 metri x 4!
Gran parte dei detenuti sono rinchiusi per esperienze riconducibili alla tossicodipendenza (furti, spaccio, detenzione di sostanze, piccole rapine). I detenuti denunciano inoltre la vergognosa carenza di assistenza per coloro che necessitano di (riprendiamo le loro parole) “rimettere insieme i pezzi della loro vita fisica e mentale” e non hanno “nessuna prospettiva, né lavorativa, né di ricostruzione emotiva”.
Di seguito riportiamo il documento comune redatto dai detenuti di Varese, che riporta in calce 85 firme. Chiediamo che ad esso venga data forte diffusione, così come a questa nostra lettera-appello.
Sosteniamo e solidarizziamo con la lotta dei detenuti del Miogni e di tutte le carceri Italiane ed ovunque nel mondo. Ci uniamo a loro nel chiedere, e anzi pretendiamo, il rispetto dei basilari diritti umani, consapevoli che il riconoscimento di questi diritti è soltanto un primo passo, in quanto riteniamo che il diritto primario e fondamentale di ogni essere umano sia quello della libertà!
Amici e conoscenti di alcuni detenuti in lotta del carcere di Varese.

DOCUMENTO COMUNE SOTTOSCRITTO DA 85 DETENUTI DEL CARCERE DI VARESE
I detenuti del carcere di Varese sono solidali con l'iniziativa dei radicali e del loro leader On. Marco Pannella e con la sua protesta pacifica volta ad evidenziare lo stato di drammaticità della carceri italiane, per il rispetto dei valori, di civiltà e umanità di cui anche i detenuti hanno diritto in quanto uomini.
A questo proposito vogliamo citare l'Articolo 1 dell'Ordinamento Penitenziario (L. 26 luglio 1975 n° 354 capo 1 – Principi direttivi) “Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona”
A questa protesta hanno già aderito oltre 18000 detenuti e circa 300 tra Parlamentari e uomini di cultura.
DICHIARIAMO: “che è in atto una protesta pacifica per sensibilizzare gli organi preposti e i media riguardo la situazione delle carceri italiane”
EFFETTUEREMO LO SCIOPERO DELLA FAME A TEMPO INDETERMINATO!
Questa nostra adesione avrà le seguenti modalità: lo sciopero verrà effettuato alternativamente da ogni piano dell'istituto penitenziario per la durata
giorni 3. (Da questa iniziativa saranno esentati tutti coloro che per motivi di salute assumono farmaci o terapie in modo da non gravare sulle loro condizioni fisiche).
I detenuti della Casa Circondariale di Varese.
Seguono tabella dei “turni” dello sciopero e firme di 85 detenuti.

martedì 26 luglio 2011

pc 26 luglio - dai No Tav ai pastori sardi: la violenza dello Stato di polizia

Dai No Tav ai pastori sardi, la risposta del governo è sempre la stessa: violenza contro chi manifesta per i propri sacrosanti diritti, da vero Stato di polizia




*** Protesta dei pastori, scontri a Cagliari - Cinque arresti. Uno dei manifestanti è ferito. Consiglio regionale sardo presidiato dalla polizia



MILANO - Si aggrava il bilancio dei feriti negli scontri avvenuti tra manifestanti e forze di polizia davanti al palazzo del Consiglio regionale, a Cagliari, durante la manifestazione del Movimento dei pastori sardi. Un manifestante avrebbe perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno volto da un candelotto lacrimogeno. La notizia è confermata della Questura. Il ferito, del quale non è stato reso noto il nome, è stato ricoverato in clinica oculistica dove i medici lo stanno sottoponendo ad un intervento nel tentativo di salvare il bulbo oculare. La protesta dei pastori sardi contro la politica agricola regionale e nazionale era cominciata in giornata.


Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari Pastori in piazza a Cagliari


La tensione era salita di fronte dopo la carica della polizia ai manifestanti che avevano po preso d'assalto il palazzo del consiglio regionale. Sparati il lacrimogeni. La manifestazione era poi degenerata in guerriglia urbana. «Pastori, Pastori». Urla scandite insieme ai campanacci. E una marea di magliette e bandiere blu e gialle, i colori del Movimento dei Pastori sardi. E cartelli. Uno tra i tanti: «Latte a un euro o non si munge più». I pastori erano scesi in piazza per chiedere interventi urgenti. Lancio di uova davanti all'ingresso principale del Consiglio regionale della Sardegna e tentativi di sfondamento. Cinque arresti il primo bilancio. Cinque giovani, uno dei quali ferito leggermente al capo. Dopo le cariche di polizia e carabinieri i pastori sono tornati davanti al palazzo dell'Assemblea sarda presidiato dalle forze dell'ordine.



www.corrieredellasera.it






pc 26 luglio - Effetti sulle donne dei gas lacrimogeni Cs in Valsusa...

Solidarietà alle donne NO TAV coraggiose e determinate nella lotta in Val Susa.

Riceviamo

"OGGI COSI COME IL 28 NON HO PIU' UNA CAZZO DI GOCCIA DI SANGUE. TUTTO QUESTO DOPO AVER RESPIRATO QUEI LACRIMOGENI DEL CAZZO. scusate la schiettezza, ma vorrei che tutti voi sapeste cosa succede in questo paese. (NB effetti collaterali di questo tipo sono segnalati in rete per i gas CS)- E."

"... io li ho respirati il 3 sti cappero di lacrimogeni e la settimana dopo anche perchè sono andata a raccoglierli e il ciclo successivo mi è tardato e durato un giorno... - M."

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Solidarieta' forte dalle donne lavoratrici, precarie, disoccupate Slai Cobas per il s.c. in lotta a Palermo... vorremmo essere lì con voi personalmente... lo siamo con il cuore e con la mente...

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Grazie, un "ponte" ci unisce ...
MOVIMENTO LIBERO DONNE NO TAV.
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Dal manifesto del 7 luglio 2011

Lo scienziato Zucchetti sui gas sparati in Val di Susa:
“I Cs? Armi di distruzione di massa, i danni possono essere permanenti”
“E’ un’arma di distruzione di massa”. Usa parole forti Massimo Zucchetti a proposito dei gas Cs (orto-cloro-benziliden-malononitrile), sparati contro i dimostranti in Val di Susa nei giorni scorsi e a Genova nel 2001. Ingegnere nucleare di formazione, oggi docente di protezione dalle radiazioni al dipartimento di energetica del Politecnico di Torino, Zucchetti è anche consulente della Comunità montana della Val di Susa sull’impatto ambientale per la presenza di uranio e amianto nella montagna, nonché membro del Comitato scienziate e scienziati contro la guerra.

Perché i Cs sono pericolosi?
Prima di tutto tra i composti c’è il cloruro, quindi ha le caratteristiche proprie dei composti urticanti e rientra nella definizione di arma chimica. Contiene sostanze liquide, solide e gassose che producono lesioni di varia natura in via definitiva o temporanea, in più è metabolizzato sotto forma di cianuro: se non è cancerogeno quello! Insomma è un’arma chimica a tutti gli effetti, anzi direi un’arma di distruzione di massa. Che ne sia permesso l’uso in tempo di pace è assurdo. Anche perché la convezione internazionale sulle armi chimiche del ’93, stata ratificata dall’Italia nel ’95, è in vigore dal ’97 e dice che non si possono usare in tutte le guerre internazionali.

La polizia dice: dobbiamo tenere lontano la folla…
Ero in Val di Susa, tra le istituzioni, e mi sono beccato io stesso i Cs: ho la raucedine da quattro giorni. Bisogna che si sappia che il Cs è anche cancerogeno perché ha gli stessi effetti degli idrocarburi policiclici aromatici. Inoltre dentro i Cs c’è anche un anti-agglomerante a base di silicone, perché si nebulizzi quando viene sparato. Quindi si deposita al suolo e rimane attivo per giorni e in un ambiente polveroso va in sospensione, per cui si continua a respirare il materiale anche a distanza di tempo. Insomma ci sono effetti immediati e ritardati.

A Genova, a parte dieci denunce con referti depositate in Procura nel 2001, non si fecero altri studi. Come avete intenzione di procedere in Val di Susa?
Per sgomberare mille persone, domenica ne sono stati sparati almeno 500 e altrettanti prima. Considerando che ogni lacrimogeno crea una nuvola di 6 metri di diametro e che nel centro della nube la concentrazione di 2.500 milligrammi a metro cubo – cinque volte al di sotto della concentrazione letale che crea un danno del 50%ai polmoni – è chiaro che se ne sparano troppi, si rischiano danni permanenti. Se colpiscono le cellule germinali, oltre che un timore è possibile avere anche figli malformati. È lo stesso meccanismo dei materiali radioattivi. E fa male anche ai poliziotti. Domenica mica tutti gli agenti avevano le maschere anti-gas.

Insomma farete uno studio epidemiologico?
Sto costruendo un modello in base ai codici dell’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (Epa) per capire quanta sostanza cancerogena è stata inalata e i danni attesi. Questo della Val di Susa, a parte la guerra in Vietnam, mi pare il primo caso di esposizione prolungata su umani, visto che ci sono stati già due episodi in una settimana e su una popolazione ridotta. Per il medio termine, non sarebbe male che i medici locali raccogliessero i danni alle vie aeree.

Si è parlato anche di danni ai vigneti, soprattutto in occasione degli scontri della scorsa settimana…
Hanno sequestrato dei terreni nonostante l’opposizione dei proprietari. Hanno costruito una specie di Guantanamo, altro che cantiere! Ed è talmente militarizzato che è impossibile lavorarci. Poi abbiamo calcolato che se continua a permanere questa tensione, spenderanno solo per il mese di luglio 45 dei 650 milioni dell’Unione Europea solo per tenere lì 800 poliziotti. Ma tornando ai Cs, è inaccettabile che venga permesso il lancio di un materiale conclamatamente cancerogeno. Che lancino peperoncino, non il Cs.

Nel 2001 fu presentata anche un’interrogazione in parlamento. Lo considera uno strumento utile?
Sì. Sulla base di denunce, si potrebbe fare un’interrogazione all’Istituto superiore della sanità e anche al parlamento. In sostanza ci devono spiegare come sfruttano una piega della legge: il fatto che non ci sia scritto esplicitamente che non potendolo usare in guerra non si può usare neppure in pace. È un po’ come quando sono state bandite le bombe a grappolo.

pc 26 luglio - NO TAV, hanno di nuovo sparato per uccidere!

NO TAV 24 luglio, hanno di nuovo sparato per uccidere!

Hanno di nuovo sparato ad altezza d'uomo per uccidere. Nella valle che resiste un uomo che decide di stare al posto giusto, nel momento giusto, diventa l'uomo sbagliato nel momento sbagliato, nel luogo peggiore. Era giusto esserci, oggi, in...sieme a chi ha scelto di indossare il cappello degli alpini e passeggiare al di là delle reti di un cantiere che non c'è. Ed era giusto esserci, questa sera, per partecipare all'evento NO TAV = NO MAFIA organizzato per ricordare Borsellino, Falcone e tutte le vittime della mafia, inclusi gli uomini e le donne della scorta che per lottare contro la mafia hanno perso la vita. Al contrario di chi, oggi, ha ancora una volta attaccato cittadini disarmati, sparando NON per allontanarli per effetto dei gas lacrimogeni (peraltro tossici, al CS), ma con il preciso intento di COLPIRLI con i proiettili, troppo spesso sparati ad altezza uomo, puntando non tanto chi si avvicina al cancello, ma chi si avvicina con una fotocamera o una telecamera in mano. Già, perché di questo hanno paura più che di una pietra, di chi si "arma" di pericolose videocamere e poi è pronto a raccontare la verità, quella che non sentirete a nessun TG. La verità è che non è stato possibile commemorare le vittime della mafia, non è stato possibile ricordare i nomi di Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Eddie Walter, uccisi per mano della mafia e schegge deviate di quello stato che con la mafia aveva scelto di venire a patti piuttosto che combatterla. A.L., Valsusino doc over 45, come tutti noi, voleva tenere viva la memoria di questi uomini e queste donne, ricordandoli nel luogo dove oggi un'intera popolazione resiste e lotta contro l'ennesima grande opera inutile e devastante che vogliono imporre con la forza per favorire gli interessi di pochi, consapevoli e noncuranti dell'altissimo rischio di infiltrazioni di mafia e 'ndrangheta. Alle 19:45 stava preparando, insieme ai compagni di Resistenza Viola, il materiale per allestire la videoproiezione del film "IO RICORDO" davanti alla centrale, poiché era previsto di estendere l'invito anche alle forze dell'ordine, alle quali avremmo regalato alcune Agende Rosse.
Poi gli spari, alcuni lacrimogeni arrivano nell'area tende ed è il caos. A.L. ha già vissuto quella scena, lo sgombero, il 3 luglio, le notti... è pronto, indossa la maschera antigas, gli occhialini e corre nella zona dove si stava recando per preparare l'evento, tiene in mano la macchina fotografica per documentare ed è pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno. Raggiunge il ponte tra una marea di gente che corre, occhi gonfi, tosse, qualcuno sembra disorientato. C'è molto fumo, troppo per capire da dove stanno sparando, quasi una coltre di nebbia. A.L. tenta di filmare e, poco prima di essere colpito al volto riesce a filmare il lancio di un lacrimogeno che parte, presumibilmente, dai mezzi mobili, quelli che hanno montati dei piccoli "cannoni" usati soprattutto per lanciare lacrimogeni a lunghe distanze. Ma qui parliamo di 20, forse 30 metri.
Con quei mezzi, infatti, stavano sparando NON SOLO nell'area tende, ma anche sui NO TAV che ancora resistevano nella zona del ponte, a pochi metri dal cancello dietro il quale erano fermi i blindati. UN SECONDO è il tempo impiegato dal colpo che dal blindato raggiunge il ponte. Poi il video s'interrompe. A.L. viene colpito in pieno volto pochi secondi dopo, la maschera distrutta, il colpo è talmente forte da farlo cadere a terra. Alcuni compagni lo aiutano a sollevarsi e allontanarsi, ha il volto coperto di sangue, è confuso, non riesce a parlare. Raggiunge l'area tende dove subito arrivano alcuni medici presenti alla manifestazione e gli prestano le prime cure, la situazione è grave, naso e mascella sono gonfi, perde molto sangue, ha lacerazioni interne, sotto il palato, viene portato in auto al pronto soccorso di Susa. Arrivato al pronto soccorso i medici, vista la gravità della situazione, lo sottopongono ad una TAC, che rivelerà fratture multiple a naso, mascella, lacerazioni profonde che vengono suturate immediatamente, ma la prognosi resta riservata, in attesa di trasferimento al reparto di chirurgia maxilo facciale di un ospedale di Torino, dove verrà sottoposto ad intervento chirurgico.
Doveva essere una giornata colorata, pacifica, resistente ancora una volta all'insegna della non violenza che da sempre contraddistingue le azioni del movimento NO TAV. Ma la frangia violenta ha agito ancora, presumibilmente usando nel modo peggiore (sparando a distanza troppo ravvicinata) un'arma che avrebbe lo scopo di allontanare le persone per effetto dei GAS e non per la spinta dei PROIETTILI! In questo modo la frangia violenta è quella in divisa, l'ingiustizia è coperta ancora una volta da una legalità svuotata ormai di ogni significato, se non quello di garantire l'impunità a chi commette forse la peggiore delle violenze, perché di questo si tratta quando un esercito armato fino ai denti spara a cittadini disarmati.
La macchina del fango ha continuato per giorni nell'azione preventiva di costruire quanto oggi è accaduto, parlando di "infiltrati" reduci dalle manifestazioni per il decimo anniversario del G8 di Genova, oltre ai black bloc dei quali si continua a
parlare, ma che nessuno evidentemente è in grado di identificare e arrestare (sarà che sono sempre un'invenzione?), quindi dovevano agire, dovevano creare gli scontri e l'hanno fatto prima del solito. Perché le altre sere attendevano una certa ora, ma questa volta no: hanno gasato il campeggio, dove c'erano anche anziani, donne e bambini, tra le 19:30 e le 20:00, annullando così gli eventi previsti, perché nella valle che resiste non si può dire che NO TAV = NO MAFIA!
Dall'ospedale A.L. manda un messaggio a tutti: "non mollate, ragazzi. Non molliamo. Resistere! Resistere! Resistere!". Uno dei medici che lo ha accolto al pronto soccorso ha semplicemente detto, dopo averlo esaminato "Lo stato è morto, la democrazia è morta, ma te ne rendi conto solo quando vedi queste cose".
Queste cose noi non vogliamo più vederle. Abbiamo il diritto di conoscere le regole d'ingaggio, e di sapere chi ha ordinato di sparare sulle persone (altezza uomo) da quei blindati, con una potenza che ha rischiato di UCCIDERE perché avrebbe potuto finire così se A.L. fosse stato, come tanti, sprovvisto di maschera. Sappiamo che gli uomini in divisa hanno filmato tutto, sta a loro identificare esecutori e mandanti, inclusi i responsabili politici.
Perché ancora una volta è stata ridotto ad una questione di ordine pubblico un problema che ha a che fare con la democrazia, con il fallimento della politica, con uno stato assente. Ora è giusto che nelle forze dell'ordine sia avviata un'inchiesta ed è tempo che la politica torni ad affrontare la questione che da 22 anni non trova soluzione. E' tempo di riportare il tema sul piano politico, dove da sempre avrebbe dovuto essere affrontato democraticamente.
La Valsusa è pronta, ma non chiedeteci di ascoltare, o di discutere "come" accettare quest'opera inutile e devastante, e non tentate di farcela digerire spostandola in Liguria perché il messaggio è sempre stato forte e chiaro: né qui, né altrove. E' arrivato il momento di fare allontanare le truppe e riaprire il dialogo. La Valsusa è pronta a spiegare le ragioni del NO, come lo è gran parte degli italiani. Perché i sogni non si distruggono con i lacrimogeni. Neanche sparandoli in faccia. Sans pitié, mon ami. Résistance.

Qui l'intervista fatta questa notte alle 01:00 ad A.L. in ospedale: http://www.
youtube.com/watch?v​=-joCay544Ms&feature=player_em​bedded (TG NO TAV MADDALENA

lunedì 25 luglio 2011

pc 25 luglio - genova per noi 7 ..red block ringrazia

RED BLOCK RINGRAZIA...
http://www.primocanale.it/elencotg.php?id=0&servizio=3182&d=20110722

UN SERVIZIO DEDICATO A NOI





CI CHIAMANO BANDITI, CI CHIAMANO TEPPISTI

pc 25 luglio - genova per noi 6

pc 25 luglio - genova per noi 5

pc 25 luglio - Genova per noi... 4


G8, dieci anni dopo

Genova 2001 - 2011
Contro lo stato di polizia e il moderno fascismo
Ribellarsi è giusto
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www.genova.repubblica.it

pc 25 luglio - Genova per noi... 3


da corrieremercantile Genova - edizione del 24/07/2011

pc 25 luglio - Genova per noi.. 2


G8 GENOVA: CALATO DA UN MURAGLIONE STRISCIONE DEI 'RED BLOCK'
17:33 23 LUG 2011

(AGI) - Genova, 23 lug. - Uno striscione rosso con scritto 'Senza giustizia nessuna pace' firmato Red Block e' stato calato, da alcuni manifestanti, dal muraglione che si trova in via Cantore, di fronte al 'Matitone', l'edificio dove si trovano gli uffici comunali e dove sta passando io corteo.

domenica 24 luglio 2011

pc 24 luglio - genova per noi


da repubblica
La manifestazione si è svolta senza incidenti, come gli appuntamenti dei giorni scorsi: la fiaccolata alla Diaz e la posa di una targa in piazza Alimonda. Uniche note fuori dal coro uno striscione in via Cantore, dai 'Red Block' con su scritto 'senza giustizia nessuna pace', e la scritta su un muro comparsa nel sottopassaggio in piazza Caricamento che recita: 'Genova 2001-2011: vendetta'.


diaz
In centinaia alla fiaccolata organizzata in memoria del massacro dei ragazzi ospitati nella scuola di via Cesare Battisti. In piazza anche la prima ragazza che oltrepassò la zona rossa e venne subito malmenata
Il fumogeno rotola giù da piazza Matteotti, alzando dietro di sé una nuvola rossa. Parte lento il corteo per ricordare l'assalto alla scuola Diaz, i passi scanditi dal ritmo di un fischietto. "Verità e giustizia per Genova" urla lo striscione in spray rosso. "Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti" ricorda un cartello subito dietro. Qualche centinaio di persone all'inizio, ma via via, scendendo da via XX Settembre, il corteo si rimpingua e, alla fine, supererà le mille unità.
La scena che si presenta è la materializzazione dei peggiori incubi della nostra adolescenza. Elicotteri che volano bassi, assordanti, con i fari sparati sugli occhi, senz'altra ragione che simulare una guerra. Cordoni di poliziotti che spingono, premono, provocano, cercano ogni occasione buona per lo scontro. Cerchiamo di entrare nella Diaz sventolando il tesserino da giornalisti, ma davanti ai nostri occhi piove una manganellata sul deputato verde Cento, che mostrava addirittura il cartellino di parlamentare. Hanno avuto l'ordine di non far passare nessuno a nessun costo ed è un ordine che gli piace tanto. Si resta fuori a guardare increduli la scena cilena dei ragazzi portati via in barella, coperti di sangue, rantolanti verso le ambulanze. Fino a notte fonda, quando fanno entrare per vedere i resti della macelleria in quelle aule per bambini.
...Quando si ripensa a Genova 2001 le prime cose che vengono in mente sono l'incredulità, la vergogna, l'indignazione di vedere dopo tanti anni un vero fascismo in azione, sotto il marchio dello Stato democratico...
Capita di rado in politica di assistere a uno scontro dove il torto e la ragione sono nettamente separati in due campi. Genova 2001 fu questo, ma si risolse in una lunga vittoria della cattiva politica sulla buona. La criminalizzazione dei manifestanti, sui media controllati, spianò la strada al decennio peggiore della nostra vita, al trionfo della politica del malaffare e del conflitto d'interessi, al regno del berlusconismo senza limiti

GENOVA, SABATO 23 LUGLIO: IL CORTEO DEL DECENNALE DEL G8
Si tiene sabato 23 luglio, lungo un percorso assurdo - dalla stazione di Genova Sampierdarena a piazza Caricamento, passando per via Cantore, via Milano, e via Gramsci - deciso dal Comitato Genova 2011 per non infastidire in alcun modo le 'forze dell'ordine' passando per i luoghi teatro della 'macelleria messicana' di due lustri fa, il corteo di commemorazione del G8 di Genova del 2001.
Sin dalle prime ore del pomeriggio, la piccola piazza Montano - il luogo del concentramento - si riempie di manifestanti provenienti dalle parti più disparate di Italia: dalla Val di Susa a Palermo, solo per citare due esempi significativi; alla fine persino la Questura sarà costretta ad ammettere che si era almeno trentamila Sono le ore 16:45 quando la testa del corteo, formata dagli oltre mille NO TAV calati dalle valli piemontesi (ed oggetto di una accurata perquisizione, da parte delle divise blu, all'uscita dell'autostrada di Genova Ovest), imbocca - accompagnata dai ripetuti applausi delle altre delegazioni presenti - via Cantore, intonando l'ormai celebre urlo di battaglia "giù le mani dalla Valsusa".
A seguire - accanto ai genitori di Carlo Giuliani - sono ben visibili i comitati cittadini: dai NO Gronda, saranno circa cinquecento, ai No Gassificatore di Scarpino, presenti in una settantina.

Di seguito sfilano le varie anime del movimento; si fanno notare per la loro presenza massiccia i compagni di Proletari Comunisti e dei giovani di Red Block, sono presenti i Circoli di Torino, Milano, Bergamo, Ravenna, Siena, Palermo, ed il Comitato promotore genovese.
Non mancano le altre organizzazioni della sinistra, più o meno riformista: ci sono i centri sociali, che non espongono emblemi; l'Associazione di amicizia Italia-Cuba; i Carc; il Pmli; il Pcl, che si presenta in forze; Sel, con il leader Nichi Vendola; Rifondazione, con il segretario nazionale, il Pastore valdese, ma soprattutto tanti giovani; il Pdci, che a differenza di dieci anni fa decide di partecipare con un gruppo di giovani; la Cgil, con all'interno alcuni esponenti di Csp sistemati con le proprie categorie di appartenenza sindacale.
Intorno alle ore 18:15 la testa del corteo raggiunge - senza che si sia verificato alcun tipo di incidente con i quattrocento rappresentanti delle 'forze dell'ordine' schierati - piazza Caricamento, mentre la coda dello stesso è ancora all'altezza della Stazione marittima, all'inizio di via Gramsci.
Alle ore 21:00 si tiene il concerto finale della giornata, che vede la partecipazione, tra gli altri, dei Modena City Ramblers.

Genova, 23 luglio 2011
Stefano Ghio - Comitato promotore Circolo Proletari Comunisti Genova