Giorno nero in Odisha
il Partito Comunista dell'India (maoista) sta osservando il giorno dell'indipendenza come un "giorno nero" e sta mobilitando i suoi quadri nei distretti colpiti dalla rivolta, le forze di sicurezza saranno al massimo dell'allerta al fine di fronteggiare qualsiasi problema di ordine pubblico che potrebbe presentarsi nel corso della giornata.
Poster alla luce del sole nella Calcutta di Mamata nel Giorno della vigilia dell'Indipendenza
Venerdì scorso, un giorno prima del Giorno dell'Indipendenza, fino a 8-10 manifesti legati ai maoisti sono stati trovati vicino alla strada principale Manicktala che ricade sotto la giurisdizione della stazione di poliziaNarkeldanga . I funzionari della polizia di Narkeldanga accorsi sul posto hanno tirato giù quei manifesti subito. Nel frattempo la Special Branch della polizia di Calcutta è entrata in azione, appena un giorno prima il Giorno dell'Indipendenza.
Quando un anonimo ha contattato il commissario di polizia di Calcutta (Intelligence), Dilip Bandyapadhyay di conoscere il contenuto dei manifesti, ha rifiutato di divulgare tutto ciò che riguarda la questione. All'inizio del mese scorso, fino a cinquanta manifesti maoisti erano spuntati nel distretto di Purulia nello stato. I manifesti sono stati messi, per cercare il sostegno della gente per la settimana dei Martiri. Nel frattempo, la sicurezza è stata rinforzata in tutta la città e in altre parti dello stato.
Ombra Maoista sull' I-Day, sicurezza serrata in Malkangiri
Malkangiri: Anche se i maoisti hanno fatto una chiamata per osservare il Giorno dell'Indipendenza come giorno nero, il Ministro Sport e degli Affari della Gioventù Sudam Marandi potrà sventolare il tricolore a Malkangiri Sabato. I maoisti hanno indetto un bandh (sciopero con blocco totale dei trasporti n.d.t.) per Sabato chiedendo l'arresto delle operazioni combinate di polizia nel distretto. In seguito l'indizione del bandh da parte dei maoisti, la sicurezza è stata rafforzata. I Jawans e la BSF (paramilitari e la Forza di Sicurezza di Confine n.d.t.) sono stati chiamati in servizio per vegliare nel territorio DNK qui e nelle aree circostanti in cui il Ministro isserà il Tricolore.
l'area dell'operazione è stata intensificata dalle BSF, Forze di volontariato del Distretto e del Gruppo di Attività Speciali jawans in Kalimela, MV-79, Motu, Podia, Chitrakonda, Khairput, Mathili e Govindpali. è stato dichiarato lo stato d'allerta nella zona, le persone vengono perquisite in entrata e in uscita dal quartiere e i pattugliamenti sono stati intensificati. Forze supplementari sono state dispiegate in altre aree sensibili. L'anno scorso anche manifesti e striscioni sono stati messi in diversi posti in Kalimela, Motu, MV-79, Podia, Chitrakonda, Khairput, Govindpalli nel distretto di Malkangiri e Machhkund, Ankadeli, Narayanpatna e Bandhugaon nel distretto di Koraput, i ribelli avevano invitato la gente a osservare l'I-Day come un giorno nero, affermando che la vera libertà ancora non tocca il popolo.
Erri
De Luca è scrittore libero, libero di scrivere quello che ritiene
giusto e come tutti gli scrittori non può che convivere con le
contraddizioni che la realtà presenta continuamente sul cammino di
ognuno. Le sue parole contro la Tav lo hanno portato in tribunale, il
suo scritto su “Euridice” ha fatto infuriare il dott. Caselli (1) le sue
parole su Gaza e Israele (2) gli hanno valso l’ostilità degli attivisti
solidali con la lotta del popolo palestinese. E in tanti gli hanno
chiesto spesso: Erri perché lo hai fatto?
E
questa domanda vogliamo girarla nuovamente allo scrittore Erri De Luca
che pure ha condiviso e condivide molti passi di cammini comuni. Anche
il nostro giornale ne ha ospitato diversi articoli e ne segue le
vicissitudini giudiziarie all’insegna della massima solidarietà.
Scorrendo l’e-book “LeggIntelligence”, realizzato
dal Dis (Dipartimento Informazioni sulla Sicurezza), ovvero i nuovi
servizi segreti dello Stato Italiano, vi abbiamo trovato una intervista
con Erri De Luca. L’iniziativa editoriale difficilmente può essere
catalogata semplicemente come tale. Infatti fa parte dell’operazione di
immagine (e di reclutamento) che i servizi segreti dello Stato stanno
realizzando nelle università italiane. E’ una immagine sofisticata, con
una “mission” che appare assai diversa da quella che la storia del
nostro paese ha conosciuto con la stagione delle stragi, i depistaggi,
la complicità con i gruppi neofascisti. Anzi, è una operazione che
intende cancellare l’immagine precedente, assegnando ai servizi segreti
di oggi – sia sul fronte interno che internazionale – un ruolo di difesa
collettiva e progressiva degli interessi e della sicurezza di “tutti”.
Il terrorismo di matrice islamista complica le operazioni sul campo ma
facilita l’operazione psicologica nella società; l’instabilità economica
e finanziaria dovuta alla globalizzazione rende vulnerabile l’economia
del “sistema Italia” e ne richiede la difesa; l’intelligence viene sempre più presentata come una sorta di scienza sociale ben diversa dal ruolo mefitico degli spioni.
A
questa operazione, che il Dis sta conducendo negli ultimi anni,
soprattutto negli atenei dove, ci fa sapere il sottosegretario Minniti,
trenta laureati sono già stati assunti nei servizi segreti, è funzionale
anche il lavoro di "fascinazione" intorno all’antico mestiere dello
spione.
L’intervista
rilasciata da Erri De Luca al libro pubblicato dal Dis, è l’unica in
cui l’autore è anonimo, nel senso che non è dichiarato chi è che pone le
domande allo scrittore. Un dettaglio? Si forse è un dettaglio, che però
ci colpisce, perché negli anni abbiamo visto ex esponenti della
sinistra rivoluzionaria collaborare con non chalance a pubblicazioni con lo stesso editore di riferimento.