sabato 10 agosto 2024

Milano 10 agosto - fermiamo il genocidio

leggi, diffondi e soprattutto partecipa 

Smotrich, il ministro delle finanze dell'entità sionista-Israele, dichiara:

"Potrebbe essere giustificato causare la morte di 2 milioni di gazawi, ma il mondo non ce lo permetterà”

gaza

 

SABATO 10 AGOSTO ore 17 San Babila

43° sabato di mobilitazione a fianco del popolo Palestinese

organizzato dalle Associazioni e Comunità Palestinesi. 

BASTA GENOCIDIO! BASTA IMPUNITA' per i criminali sionisti!

Agosto 2024: si consuma il genocidio del popolo Palestinese, giorno dopo giorno, ora dopo ora.

Mentre viene oltrepassata la soglia dei 140.000 Palestinesi morti/e, feriti/e e dispersi/e, l'interesse di media e del governo italiano si riversa invece sulle Olimpiadi.

La grande farsa delle Olimpiadi 2024, decantate come "ponte di pace tra popoli e culture", diventa invece simbolo della "pace imperialista". In linea con l’abituale doppiopesismo si stendono tappeti rossi e si omaggia lo stato genocida Israele (alleato e amico) mentre agli atleti russi, in rappresentanza del paese in guerra con blocco Usa-Nato-Europa, viene permesso di partecipare ma senza la propria bandiera.

Ma la potenza di fuoco del controllo politico/mediatico sulle coscienze, e dell'auto censura, è stata così pressante da non far smuovere alcun sussulto o alcuna sollevazione indignata nei media, anche di orientamento ..."progressista".

 C'è stato un silenzio assordante anche quando il criminale assassino Netanyahu, pur intestatario di un mandato di cattura internazionale per crimini contro l'umanità dalla Corte Penale di Giustizia, ha fatto la sua sfilata propagandistica al parlamento Usa che gli ha tributato un'oceanica standing ovation, e il suo compare terrorista Herzog (presidente dell'entità sionista-Israele) ha stretto calorosamente le mani di Mattarella e Meloni viaggiando impunemente in lungo e largo tra Roma e Parigi.

Ci permettiamo, ora, una veloce digressione sulla vacanza parigina della presidente del consiglio per sottolineare come la Meloni, impegnata nella sua opera di distrazione di massa, ha evidenziato ancora una volta l'assetto ideologico che ispira politicamente questo governo: dio, patria e famiglia.

Repressione - Una premessa e un'intervista

Nella lotta contro la repressione in corso, prima di tutto dobbiamo comprendere il salto di qualità che questo governo Meloni-Piantedosi-Nordio sta portando. Certo, il livello di repressione lo avevano già alzato i governi precedenti e il Governo Meloni si trova con la strada spianata, ma sarebbe cieco non vedere il salto dello Stato di polizia fatto da questo governo e dai suoi Ministri, i cui decreti, misure adottate o da attuare di più a breve, sono impregnati anche da un humus politico/ideologico fascista, razzista, e soprattutto inseriti nella attuale fase di guerra imperialista, di sostegno alla politica genocida di Israele e alla guerra inter imperialista in Ucraina, per cui l'obiettivo prioritario della repressione sono i movimenti pro Palestina, contro la guerra, e gli immigrati.

Quindi pensare e dire che è "tutto uguale" è miope. Mentre loro alzano il tiro, da parte nostra non dobbiamo, non possiamo "normalizzare" la repressione, ma alzare il tiro della comprensione e quindi della lotta oggi necessaria contro il governo e lo Stato.

L'altro aspetto, in parte legato al primo, è che col discorso 'tutti i governi borghesi reprimono' non si cerca di contrastare qui ed ora provvedimenti, decreti, misure concrete che via via stanno alzano ed estendendo le misure repressive. Questo indebolisce la necessità di passare dalla denuncia all'azione, impedisce di frapporre ostacoli che possano creare, con le iniziative di lotta, di opposizione, una coscienza di massa del carattere della repressione oggi, della natura del governo Meloni.

Perchè il Ddl sicurezza deve passare? Perchè la nuova legge sulle carceri non deve essere contrastata in ogni modo? Attaccando anche il carattere di illegittimità dell'azione del governo e di violazione anticostituzionale, anche da parte del Pres. Mattarella che parla ma poi sempre firma

Il punto principale è l'opposizione di lotte reali, è la solidarietà di classe verso chiunque e dovunque avviene la repressione: "toccano uno toccano tutti" deve sempre trovare la sua manifestazione, così come il sostegno alle rivolte nelle carceri, nei Cpr; la solidarietà attiva ai giovani, compagni, compagne, ai rivoluzionari, a tutti, colpiti per le manifestazioni pro Palestina, ecc.

L'altro punto è frapporre ostacoli legali, anche sfruttando l'attuale contraddizione, nel campo borghese, tra parte dei magistrati e governo Meloni; mobilitando democratici, avvocati, giornalisti a schierarsi dalla parte giusta. 

Questi due aspetti stiamo cercando di intrecciarli anche nella vicenda del "foglio di via" che ha colpito il nostro compagno Sebastiano Lamera, operaio, delegato slai cobas sc della Tenaris-Bergamo, per la sua partecipazione attiva alla mobilitazione di Milano pro Palestina e in particolare alla manifestazione del 25 aprile. 

Da un lato vasta denuncia, prese di posizione tra la comunità palestinese, soprattutto tra i giovani palestinesi, appello e iniziative alle fabbriche, ai proletari in lotta, e contemporaneamente rafforzamento della mobilitazione di Sebastiano negli altri luoghi di lotta, fino a prevedere forme di violazione del provvedimento.

Dall'altro lato, l'azione legale con il ricorso al Tar contro il "foglio di via". 

Su questo, di seguito, pubblichiamo una nuova intervista all'avvocato Gianluca Castagnino che insieme a Eugenio Losco ha presentato il ricorso.

Questa intervista è importante perchè spiega il significato di questa azione legale e come essa sia parte della battaglia contro l'insieme dell'azione del governo.

INTERVISTA

Proletari comunisti Bergamo - Oggi torniamo a parlare dell’attacco che viene fatto in particolare contro le manifestazioni, i compagni solidali con il popolo palestinese. Uno di questi ha colpito attraverso un “foglio di via” un compagno di Bergamo, Sebastiano Lamera dello Slai Cobas per il sindacato di classe e anche di proletari comunisti, partito prendendo a pretesto le iniziative che ci sono state il 25 Aprile a Milano per la Palestina.

Siamo in collegamento con l'avvocato Gianluca Castagnino dello stesso studio di Eugenio Losco e Mauro Straini che si occupano da tempo e fanno una battaglia quotidiana rispetto agli aspetti giuridici, legali che colpiscono ovviamente chi si oppone allo stato di cose esistenti e si mette in campo per la solidarietà, per presentare e fornire alcuni altri elementi sul perché abbiamo ritenuto importante fare un ricorso al TAR rispetto a questo “foglio di via”. 

Quindi vorrei partire chiedendo di illustrare ed entrare nel merito queste misure che vengono utilizzate direttamente dalla questura per impedire e alla fine limitare quelle che sono le libertà, comunque anche democratiche, di poter esprimere la propria opinione, partendo dal caso specifico che però nasconde quelli che sono gli attacchi più generali molto insidiosi rispetto a questo tipo di misura amministrativa.

 

Avv. Gianluca Castagnino - Io partirei con la definizione di quello che è il “foglio di via” che è una misura di prevenzione e le misure di prevenzione sono quelle misure che vengono adottate ed emesse dalla questura, quindi da un organo amministrativo e non giudiziario. 

Questo è un aspetto fondamentale, perché il legislatore ha conferito all'amministrazione la possibilità di privare parzialmente la libertà di un soggetto e in questo caso la libertà di poter stare in un determinato territorio, ma questa privazione può essere fatta soltanto se sussistono determinati requisiti, che sono appunto quelli della pericolosità sociale del soggetto e della classificazione del soggetto all'interno di categorie che il legislatore ha previsto, stiamo parlando del decreto legislativo 159 del 2011, per voler dare una veste normativa al discorso che stiamo facendo. Come dicevi anche tu, il foglio di via rischia di diventare un pò uno strumento, da parte della amministrazione e nello specifico della questura, volto a impedire l'esercizio di determinati diritti, soprattutto legati al diritto di manifestare il proprio pensiero, manifestazione di piazza, che può essere l'adesione a un determinato tema piuttosto che sotto un profilo sindacale, la partecipazione a picchetti piuttosto che a manifestazioni sindacali contro il datore di lavoro. 

Perché sono scivolosi questi provvedimenti? Perché l'amministrazione, la questura ha un'ampia discrezionalità nell’applicarli. Però quest'ampia discrezionalità deve fondarsi su elementi obiettivi. Quindi il legislatore consente all'amministrazione la privazione a condizione che gli elementi posti a fondamento di questa misura siano per primo obiettivi, quindi che faccia riferimento a sentenze di condanna, benchè non è necessario che ci sia una sentenza di condanna, e dopo magari spieghiamo la ragione, ma che ci siano degli elementi quali segnalazioni di polizia, specificate nel provvedimento. Quindi questa obiettività e poi la pericolosità deve essere attuale, cioè deve sussistere la pericolosità nel momento in cui il soggetto viene colpito da questi provvedimenti e quindi ci deve essere una costante della condotta del soggetto a commettere reati o comunque a comportarsi in violazione delle norme di carattere penale, perché di questo stiamo parlando. 

Nel caso specifico, calando il foglio di via a quello dato a te Sebastiano Lamera, il provvedimento prevede che tu non possa entrare nella città di Milano per un periodo di sei mesi. Uno potrebbe anche dire: per i sei mesi di interdizione uno fa altro e aspetta… Però il pensiero che c'è stato alla base e alla volontà di fare poi il ricorso al Tar era proprio quello di fare un ricorso all'autorità giudiziaria per mettere in evidenza le fallacità di questo sistema utilizzato dalla questura. 

Nel caso specifico, perché di questo che stiamo parlando, i precedenti penali di Sebastiano, che poi non sono condanne ma segnalazioni di polizia utilizzate dalla questura per giustificare il proprio provvedimento, sono delle condotte tutte legate a manifestazioni di piazza quindi legate a determinate varie tematiche e in un’occasione quale rappresentante sindacale in un picchetto. Queste condotte sono state ritenute violente; una manifestazione del pensiero va bene, ma la questura ha detto non va bene in questo caso perché queste condotte sono state violente, perché hanno impedito a determinati soggetti di poter poi fare determinate cose. Mi viene in mente il picchettaggio, per cui con il picchettaggio si impediva magari l'entrata, l'uscita dei mezzi da determinati luoghi del datore di lavoro. Ecco per potersi parlare di una manifestazione di pensiero contraria alla legge, la manifestazione deve essere violenta, allora in questo caso la manifestazione non scrimina la condotta eventualmente penalmente rilevante. 

E qua che siamo intervenuti noi proprio per sottolineare come mancasse del tutto il concetto di violenza previsto dal codice penale. Tutte le pronunce del Tar hanno quale fulcro il concetto di violenza per il codice penale dell'articolo 610 del codice penale. 

I fatti riportati all'interno del “foglio di via” di Sebastiano Lamera non danno riscontro ad una violenza nei confronti di altri soggetti; “ostruzionismo”, ma per giurisprudenza pacifica l’ostruzionismo non integra il reato di violenza, e quindi la manifestazione del pensiero fatta anche attraverso l'ostruzionismo, si pensi ad esempio al picchettaggio come si diceva prima, è manifestazione lecita e consentita. perché previste dalla Carta costituzionale, siamo parlando dell'articolo 21, quello più generale del principio della libera manifestazione del pensiero e poi tutti gli altri articoli della Costituzione che si occupano invece del sindacato e delle manifestazioni dello sciopero nell'ambito lavorativo.

Quindi quando queste condotte vengono fatte anche con una certa irruenza, ma mai violenza, sono scriminate proprio perché previste dalla Carta costituzionale e poi, volendo anche incidentalmente, dal codice penale, laddove si può applicare l'esercizio del diritto quale scriminante del fatto di reato. E per questa ragione che si è voluto fare un ricorso contro questo tipo di “foglio di via” perché deve passare il concetto che il “foglio di via” non può essere uno strumento utilizzato dall'amministrazione per impedire a determinati soggetti di poter partecipare a determinate manifestazioni di piazza e quindi di poter esercitare il proprio diritto di manifestare il proprio pensiero, perché altrimenti sarebbe un modo per colpire determinati soggetti ed utilizzare questo strumento in maniera anomalo rispetto a quello che è la volontà del legislatore, questo in sostanza è il cuore di quello che è stato il nostro ricorso.

Quindi dire che Sebastiano Lamera tutte le volte che ha partecipato a manifestazioni di piazza, lo ha fatto nel suo ruolo di rappresentante sindacale, ed in ogni caso tutte le volte che Sebastiano Lamera è stato identificato nelle manifestazioni di piazza, queste manifestazioni erano svolte in assenza di quella violenza di cui abbiamo parlato prima.

Aspetteremo il 6 di settembre che ci sarà l’udienza di sospensiva e in quell'occasione sicuramente la questura si costituirà attraverso l'avvocatura distrettuale, vediamo le carte che offriranno, vediamo la descrizione di queste condotte che sono state inserite nel foglio di via e potremo anche in quell'occasione difenderci ulteriormente e chiarire la posizione di Sebastiano.

 

Proletari comunisti Bergamo - Questo ricorso è anche importante perché questo provvedimento come tanti altri devono decadere perché non hanno neanche i requisiti dal punto della legge, e potrebbero essere così sempre applicati.

Nei giorni scorsi abbiamo chiesto, ma ci è stato negato, di partecipare a un'iniziativa in solidarietà con la Palestina nei sabati di Milano, proprio perchè come accennato nel “foglio di via” ritengono  discriminatorio l’aver portato la solidarietà al popolo palestinese il 25 aprile in piazza del Duomo, quando dovrebbe essere garantita questo aspetto.


Avv. Gianluca Castagnino - Fondamentale è la richiesta di sospensiva. In teoria c'è la possibilità da parte del destinatario del “foglio di via” di richiedere un'autorizzazione speciale a fare ingresso nel Comune da cui vi è vietato accedere, ma le autorizzazioni sono legate soltanto a tre ipotesi, studio, lavoro e salute, tutte le altre cause di richiesta di autorizzazione all'ingresso vengono vietate. Come dicevi tu, abbiamo fatto una richiesta alla questura affinché tu potesti potessi partecipare alla manifestazione del 25 di luglio, spiegando specificamente quali fossero le ragioni e che tu saresti intervenuto soprattutto come sindacalista. 

Aver negato l’autorizzazione mette in rilievo il fatto che l'attività sindacale venga scorporata da quel concetto che hanno utilizzato nel foglio di via: l'autorizzazione legata al lavoro. Tutta l'attività sindacale è legata al lavoro, cioè non sono due cose diverse, non è che l'autorizzazione può essere legata soltanto al fatto che io devo andare a fare un'attività lavorativa produttiva e allora quello è il lavoro. E’ lavoro anche la forma sindacale di esercizio, meglio l'esercizio del diritto sindacale all'interno della sfera lavorativa. Tanto è vero che nella Carta costituzionale il diritto allo sciopero, il diretto sindacale è all'interno di quel titolo, di quel capo dedicati al rapporto di lavoro, ai rapporti economici. Quindi se il diritto sindacale è posto all'interno dello stesso Capo vuol dire che le due cose sono ovviamente legate non sono disgiunte. Il fatto di aver negato l'autorizzazione per questa manifestazione vuol dire proprio negare la possibilità di esercitare il proprio lavoro attraverso l'esercizio del diritto sindacale. È un pò un giro articolato però è la sostanza.

 

Proletari comunisti Bergamo - Quindi la tesi è quella che comunque la presunta pericolosità sociale deriverebbe dal suo stesso tipo di attività lavorativa. Ne deriva, come abbiamo anche denunciato politicamente, che questo “foglio di via” è un attacco a tutta l'attività che comunque viene svolta e a chiunque fa un'attività sindacale, politica, sociale che invece dovrebbe essere garantita non limitata.

 

Avv. Gianluca Castagnino – Esatto. Tutte le pronunce giurisprudenziali sull'attività di sciopero, di picchettaggio e via discorrendo mettono in evidenza l'aspetto che ovviamente la manifestazione sindacale ha una certa forza perché il lavoratore contraddice quelle che sono le scelte operate dal datore di lavoro, che ovviamente le due forze sono due forze contrapposte, a volte accese. Il limite che la giurisprudenza pone è corretto: fare una manifestazione anche ferma nei toni e nelle nell'esercizio in sé, a condizione che non si valichi quel confine e si scivoli poi nella violenza. Però non puoi pretendere che l'attività sindacale sia un'attività supina che sia fatta all'interno di condotte che siano quasi neutre e sterili, è ovvio che l'attività sindacale poi abbia un certo vigore. Il vigore è corretto, il vigore è consentito.

 

Proletari comunisti Bergamo - Questo utilizzo però così spregiudicato e che viene sempre più usato dei fogli di via è un elemento ricorrente e che viene utilizzato, questo sì, in maniera violenta, nel senso che alla fine questa comunque è una specie di violenza, perchè stanno applicando un provvedimento amministrativo senza che ci siamo i presupposti.

Dall'altro lato stanno negando tutta l'attività sociale, politica, cercando di criminalizzare quella che è l’opposizione, e quindi in questo senso anche la partecipazione alle manifestazioni della Palestina dove la solidarietà diventa discriminazione. E questo avviene con un governo fascista che anche attraverso le modifiche dei disegni legge sicurezza marcia verso la criminalizzazione del dissenso.

 

Avv. Gianluca Castagnino - O quanto meno di disincentivare fortemente una certa forma di pensiero, il rischio è un pò quello.

 

Proletari comunisti Bergamo - Stiamo cercando di costruire una campagna nazionale rispetto a questi provvedimenti e quindi di usare il fatto singolo, che ha colpito in questo caso il rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe e di proletari comunisti, per fare capire che comunque di fronte a questi attacchi va data una risposta su tutti i versanti e anche quello giuridico legale è importante visto che si possono porre dei freni anche su questo terreno o comunque non accettarli supinamente.

Ringraziamo ancora Gianluca Castagnino e alla prossima.

Legge Nordio/Ddl sicurezza: nessuna risposta alla grave situazione nelle carceri, alle morti, invece più pene, più repressione

Da Osservatorio repressione

Tredici nuovi reati. È la risposta del governo all’emergenza carceri. Così mentre i suicidi tra le sbarre crescono a ritmo infernale in nome della “sicurezza” si gonfieranno ancora di più le celle. E per chi protesta, anche in maniera passiva, dentro e fuori, ulteriore stretta repressiva


di Eleonora Martini da il manifesto


L’ultima possibilità di correggere almeno un po’ il furioso ddl governativo sulla «Sicurezza» nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera, prima del suo approdo il Aula fissato per il 10 settembre, si è inabissata proprio mentre si registravano i suicidi di altri due detenuti – 65 dall’inizio dell’anno, a cui vanno aggiunti 7 agenti penitenziari: un uomo di 55 anni di origine albanese, in sciopero della fame per ottenere il trasferimento in un carcere più vicino ai suoi familiari, si è impiccato nella sua cella a Biella e un altro si è suicidato nel bagno del Tribunale di Salerno. Nelle stesse ore a Potenza un giovane migrante di 19 anni è morto nel Cpr, ucciso o per colpa di qualcuno – secondo la stessa procura che ha aperto un fascicolo – che non lo ha preso in cura, perché appena qualche giorno fa il ragazzo aveva tentato di togliersi la vita ingerendo pezzi di vetro. Paradossalmente però la macchina repressiva contro la protesta che si è scatenata subito dopo – «rivolta», secondo la «nuova fattispecie delittuosa» introdotta nel codice penale con l’articolo 18 del disegno di legge Piantedosi -Nordio-Crosetto – era perfettamente oliata.

...nei 28 articoli del ddl Sicurezza compaiono ben 13 nuove fattispecie di reato più un certo numero di aggravanti, alla faccia del sovraffollamento penitenziario. E se all’articolo 18 ci si inventa il reato di rivolta in carcere, con pene da 1 a 5 anni di reclusione per chi non obbedisce agli «ordini impartiti» anche mediante «resistenza passiva», all’articolo 19 la stessa fattispecie si estende anche alle strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e per rifugiati titolari di protezione internazionale.

«Ho tentato di ricordare alla maggioranza di governo, in preda ad una furia ideologica, – riferisce la capogruppo M5S in commissione giustizia Valentina D’Orso – che i destinatari di questa norma sono soggetti liberi, non detenuti, ospiti di quelle strutture finalizzate all’accoglienza e all’integrazione. Come si può pensare che possano essere applicate anche a loro quelle norme? Che tipo di ordini possono essere impartiti a soggetti liberi, per lo più minorenni, in quel contesto? E da quale autorità?...


...Nell’articolo 20, poi, vengono autorizzati ufficiali, magistrati e agenti – non solo quelli di pubblica sicurezza – a portare con sé senza licenza alcune tipologie di armi (da fuoco, escluse quelle d’assalto) quando non sono in servizio. Non è invece obbligatoria la bodycam che viene data in dotazione alle forze dell’ordine: gli agenti potranno decidere se e quando usarla. 

Diventa reato l’«occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui» (da 2 a 7 anni); reclusione fino a un mese per il blocco stradale o ferroviario commesso da un singolo e da 6 mesi a 2 anni se il reato viene commesso da più persone riunite (aggravato se consumato nelle stazioni o nelle loro vicinanze). Le pene previste agli articoli 336 e 337 del codice penale (Violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale) sono aumentate di un terzo se il reato è volto ad impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica.


IL PACCHETTO di nuovi reati che non renderà l’Italia più sicura arriverà dunque in Aula dopo il mese più triste e difficile da trascorrere in galera, mentre è stato trasformato definitivamente in legge il decreto «Carcere sicuro».


UN PROVVEDIMENTO che non ci prova neppure ad intervenire sul sovraffollamento carcerario, come ha spiegato lo stesso ministro di Giustizia Carlo Nordio...

Nel Cpr di Palazzo San Gervasio una nuova morte/assassinio di un giovane migrante - Chiudere il Cpr! Massimo sostegno alle rivolte!

 Dal blog tarantocontro

Dal Nord al Sud via via emerge la realtà che tutti i Cpr, vecchi e nuovi, sono gestiti da società criminali che sulla pelle dei migranti fanno enormi utili, tenendo i migranti rinchiusi in delle strutture che sono dei veri e propri lager e trattati in condizioni di vita inumane.
Questo  ha portato alla morte/assassinio lunedì scorso di un ragazzo algerino di 19 anni, Belmaan Oussama, nel Cpr di Palazzo San Gervasio. Questo ha portato alla rivolta scoppiata dopo questa morte degli altri immigrati rinchiusi nel centro, costretti pure, per farli stare in uno stato "vegetale" affinchè non si ribellino, non reclamino i loro diritti, ad ingerire droghe, farmaci. 

I migranti nel Cpr di Palazzo San Gervasio non possono uscire all’aperto, neppure nel piazzale davanti alle celle, non ci sono spazi di socialità e non c’è neppure una mensa. Il cibo viene portato da un catering esterno e i detenuti lo ricevono nelle loro celle. Questo Cpr «lo chiamiamo la voliera perché era recintato con delle reti alte cinque metri che lo facevano somigliare a un’enorme gabbia per uccelli», dice Gervasio Ungolo dell’Osservatorio migranti della Basilicata. 

I moduli abitativi in inverno non sono riscaldati e in estate diventano roventi, e la rete è diventata un muro di cinta, che è sorvegliato dai militari dell’Operazione Strade sicure, mentre all’interno ci sono poliziotti, carabinieri e anche finanzieri.

Questo governo, il Min Piantedosi invece di chiudere i Cpr già esistenti - e alcuni di loro posti sotto inchiesta, come il Cpr di via Corelli di Milano - ne costruisce di nuovi "uno per Regione", e se possibile, anche peggiori nella loro organizzazione e gestione criminale da parte di società che, come è successo proprio al Cpr di Palazzo San Gervasio con la precedente gestione, 'Engel', "riconducibile a chi gestiva a Milano il Cpr di Via Corelli, già oggetto di inchiesta per vari reati verso i migranti.
Ma "a distanza di 7 mesi dall'inchiesta che aveva portato 30 persone indagate per maltrattamenti, truffe, ecc.; la gestione di Palazzo San Gervasio viene data alla Coop. Officine sociali di Priolo Gargallo" che continua la gestione criminale precedente, fino alla morte di Belmaan Oussama.

Le Istituzioni, le prefetture, che affidano la gestione di questi Cpr non possono non sapere chi sono queste società e come gestiscono i Centri. Non è certamente un "caso" che si moltiplicano le società dei Cpr sotto inchiesta, che poi la gestione viene data alle stesse; è l'azione, le leggi del governo, dello stato sempre più razziste, fortemente antimmigrati che indirizzano politicamente, ideologicamente, oltre che per interessi concreti reciproci di malaffare, la scelta delle Ditte e le ditte per i loro sporchi interessi non cercano altro. 

Il governo Meloni, Piantedosi, la prefettura, la Regione, il sindaco (che si preoccupa solo dello sputtanamento sulla stampa del suo paese) sono ancora una volta i veri responsabili della condizione disumana dei migranti nei Cpr, i veri responsabili della morte di Belmaan Oussama!
Questi assassini hanno fatto recentemente un decreto "sicurezza per loro" che non solo non affronta nessuno dei problemi dei migranti, ma con una pervicacia fascista, razzista alla disperazione dei migranti, costretti a stare peggio che in una prigione senza aver commesso alcun reato, rispondono con un decreto che potenzia la repressione delle rivolte, anche delle proteste pacifiche. 

Per reprimere queste giustissime rivolte - unico modo, dicono i migranti, per farci sentire, per chiedere i nostri diritti - come è accaduto a Palazzo San Gervasio sono stati mandati più di 60 forze dell'ordine, carabinieri, polizia, ecc.; per assistere i migranti - Belmann aveva già tentato il suicidio e su disposizione del giudice doveva essere controllato vi è solo un infermiere per più di 100 persone...

giovedì 8 agosto 2024

Dichiarazione internazionale a sostegno del movimento in Bangladesh


Sostenere la lotta degli studenti e delle masse in corso 
in Bangladesh contro la repressione, le uccisioni, le sparizioni e gli arresti di massa perpetrate dal governo fascista Hasina-Awami, frutto del movimento per la riforma delle quote

Sappiamo da diversi media che il 5 giugno 2024 l’Alta Corte del Bangladesh ha emesso un’ordinanza per ripristinare il sistema di quote nel settore pubblico. La ripartizione delle quote è la seguente: figli o nipoti di combattenti per la libertà 30% (reduci della guerra di indipendenza, ndt), donne 10%, distretti 10%, popolazioni tribali 5%, disabili 1%, per un totale del 56%. Anche nel 2018, quando gli studenti protestarono per riformare il sistema delle quote, il governo del Bangladesh cancellò tutte le quote minacciando di ripristinarle se le le proteste fossero continuate. Nel giugno 2024, le quote sono state ripristinata dall'Alta Corte a seguito un'istanza avanzata dai discendenti del combattenti per la libertà. In risposta, sono nuovamente scoppiate le proteste. Sotto la pressione del movimento studentesco, l'Alta Corte ha sospeso per un mese la sua decisione. Tuttavia, dato che gli studenti non si fidavano dell’Alta Corte, questi hanno chiesto al Primo Ministro di riformare il sistema delle quote. L'Alta Corte ha poi stabilito che il Primo Ministro avrebbe potuto modificare il sistema delle quote con un suo ordine esecutivo.

Come sappiamo, il 14 luglio 2024 il Primo Ministro ha dichiarato “… Una volta che la Corte si è espressa, si è riunita in aula, ha emesso il suo verdetto, io ora non ho il diritto di oppormi al verdetto. non lo ammette la Costituzione, non lo ammette il Parlamento, non lo ammettono le norme procedurali. Non possiamo fare nulla fino a quando non avremo una soluzione dalla Corte”. Ha dichiarato inoltre, in tono beffardo: "... i figli, i nipoti  dei combattenti per la libertà non hanno tanto talento quanto i figli di Rajakar, vero? Loro (i manifestanti) dicono che non hanno talento ma vengono superati (dai titolari di quote dei combattenti per la libertà). Ma i combattenti per la libertà hanno vinto la guerra. I Rajakars non hanno vinto. Né vinceranno adulando i pakistani”.

Il Primo Ministro non si è pronunciato contro il verdetto dell’Alta Corte, ha invece chiamato gli studenti che protestavano “Rajakars”. In risposta a questa offensiva dichiarazione del Primo Ministro, il 15 luglio 2024 i media hanno riportato che gli studenti di diverse università del Bangladesh hanno organizzato proteste pacifiche, esigendo il ritiro della dichiarazione del Primo Ministro e la riforma del sistema delle quote. Il loro slogan era “Chi sei tu e chi sono io? Rajakar, Rajakar! / chi l'ha detto? chi l'ha detto? Autocrazia, autocrazia!." Il governo del Bangladesh e i suoi intellettuali prezzolati hanno travisato questo slogan, dicendo che gli studenti si facevano chiamare Rajakars. In risposta, il criminali regime fascista di Hasina-Awami, la polizia e della Lega Chhatra (partito al potere) hanno scatenato contro studenti disarmati, senza alcuna provocazione, il loro attacchi armati, ferendone parecchi. Il 16 luglio, gli studenti di diverse università del Bangladesh hanno organizzato nuove proteste, contro cui la polizia e la Lega Chhatra hanno aperto il fuoco, uccidendo almeno sei persone (quattro studenti e due passanti) e ferendone più di 500. In risposta, gli studenti hanno protestato ancora più in massa. Gli studenti hanno cacciato i terroristi  della Lega Chhatra dalle aule delle università, in particolare nell'Università di Dhaka. La Lega Chhatra è stata sconfitta nonostante tutte le minacce lanciate. Il governo ha schierato allora la BGB (Border Guard Bangladesh), forza paramilitare, colpendo migliaia di studenti.

A seguito di ciò, il Movimento studentesco antidiscriminazione ha proclamato il blocco totale in tutto il Paese. Il 18 luglio, al movimento degli studenti si sono uniti nel in diverse forme anche persone di diverse classi. Polizia, BGB e Lega hanno aperto il fuoco sulla folla di studenti e sulle masse.

A partire dal 18 luglio, mentre studenti e masse popolari nel paese e all’estero hanno iniziato a opporsi a questi attacchi, Internet è stato completamente disconnessa, per tenere il mondo esterno all’oscuro dei fatto, e insieme a polizia, BGB, Lega, sono stati schierati forze speciali e cecchini, che hanno ucciso diverse centinaia. Nella notte del 19 luglio è stato schierato l'esercito ed è stato imposto il coprifuoco. Allora i giornali hanno parlato di 213 morti. Senza dubbio il numero reale è molto più alto. Per deragliare il giusto movimento degli studenti, il governo Hasina  ha bollato i manifestanti Jamaat-Shibir (organizzazione religiosa islamica) e ci son state ancora uccisioni, sparizioni e arresti di massa (più di 11.000). Hanno usato la cinica tattica di arrestare i dirigenti del movimento, torturarli fisicamente e psicologicamente per costringerli a leggere dichiarazioni contro il movimento. Il governo fascista Hasina ha condannato la devastazione di beni statali in diverse città ma non i responsabili delle tante giovani vite spezzate, e non ha nemmeno detto nulla al riguardo. (Fonte: i vari mezzi di informazione)

Condanniamo e protestiamo fermamente contro queste stragi di stato in Bangladesh. Riteniamo che il movimento per la riforma delle quote sia giusto. A 53 anni dalla fondazione del Bangladesh, mantenere ancora la quota per i combattenti per la libertà non ha senso. Le quote sono necessarie a sostenere i settori svantaggiati della popolazione. Dopo 53 anni, i figli e i nipoti dei combattenti per la libertà non rientrano in questa categoria. Le giuste rivendicazioni degli studenti devono essere accettate. Il governo Hasina deve accettare immediatamente la richiesta in 9 punti di “Boishommya Birodhi Chatro Andolan” avanzata dagli studenti . Allo stesso tempo, chiediamo con forza i responsabili di polizia e Lega Chhatra coinvolti in questa follia omicida siano  immediatamente assicurati alla giustizia. Invitiamo il movimento studentesco a chiedere la caduta di questo regime fascista e a portare avanti unito il ​​movimento fino alla vittoria. Se anche il fascismo Awami fosse abbattuto, ciò non garantirebbe il potere delle grandi masse, di operai, contadini e classe media. Per questo è necessario abbattere tutto l’imperialismo, Stati Uniti, Cina, Russia, Unione Europea, l’espansionismo indiano e la classe dominante loro agente, per istituire un governo democratico delle masse che comprenda classe operaia, contadini e classe media. Sosteniamo dunque il movimento per rovesciare l’imperialismo, l’espansionismo indiano e le classi dominanti clientelari e stabilire un governo democratico delle masse, di operai, contadini e classe media.

# Saluto rosso agli studenti in lotta in Bangladesh!

Saluto rosso ai martiri del movimento in corso!

# Viva l'unità internazionale di studenti e masse!

# Schiacciamo le potenze fasciste di tutto il mondo!

Firmatari:

1. People’s Democratic Students Unity(PDSU), Bangladesh
2. Chatra Gonomancha, Bangladesh
3. Revolutionary Student-Youth Movement (RS-YM), Bangladesh
4. All Nepal National Independent Students Union (Revolutionary), Nepal
5. Revolutionary Students’ Front, West Bengal – India
6. Democratic Students’ Association, Kerala – India
7. Portsmouth Marxist Students, England
8. All Burma Federation of Student Union, Myanmar
9. Revolutionary Students’ Group, Portland – USA.
10. Lal Morich – National Organizing Committee, USA
11. Edinburgh University Justice for Palestine Society
12. Aberystwyth University Vigil For Palestine
13. University of Leicester Palestine Society
14. University of Surrey students for Justice in Palestine
15. Students of Alareer Square (Liverpool Encampment)
16. Bangor University Encampment for Palestine
17. University of Strathclyde Palestine Solidarity Society
18. Cymru Students for Palestine
19. Manchester Camp of Resistance for Palestine
20. The people of Leila Khaled’s Hall
21. Oxford Action For Palestine
22. Newcastle apartheid off campus
23. Durham Students for Palestine
24. Lancaster Palestine solidarity encampment
25. Red Birds (Liverpool)

Comunicato e azione del PBSP (Bangladesh)

Il popolo del Bangladesh ha assistito a una rivolta studentesca e di massa senza precedenti contro il fascismo di Hasina-Awami!

Di fatto, però, chi ha preso il potere è il capo dell'esercito, che ha coperto la fuga dall'assassina Hasina. Ci sono colloqui per costituire un cosiddetto governo ad interim da cui le masse degli studenti saranno escluse. Il Partito Proletario di Purbo Bangla respinge questa farsa, ribadendo che, se c'è stata una vittoria parziale del popolo, il potere non è passato alle forze che hanno diretto il movimento. Al momento il potere resta nelle mani dell'esercito, che ha taciuto e anzi ha avuto un ruolo diretto nelle stragi dell'ultimo mese.

Oggi la sezione metropolitana Chattogram del Partito dichiara: "non accettiamo il comando dei militari" e fa appello a sradicare totalmente il fascismo di Awami. Questo appello è stato diffuso attraverso le scritte apparse sui muri di tutta la città.

Nei dintorni del Chawkbazar di Chattogram, al  Medical College e al Gate No. 2 sono apparse le scritte:

No esercito!
Non vogliamo i militari al potere !

No esercito, solo governo popolare!

No al potere dei militari, il popolo prenda il potere nelle sue mani!

5.8.2024
Partito Proletario di Purbo Bangla

Sezione metropolitana di Chattogram



mercoledì 7 agosto 2024

Un inquietante sondaggio su e di “Israele senza filtri” - Il Ministro degli interni Piantedosi come protegge i gruppi fascisti, protegge o gruppi sionisti che aggrediscono e vogliono uccidere e usa 'l'antisemitismo' per colpire gli attivisti solidali con la resistenza palestinese

Un inquietante sondaggio su e di “Israele senza filtri”

Alcuni lettori della nostra pagina ci hanno segnalato un inquietante sondaggio realizzato da un sito filo israeliano in Italia. Si tratta di “Israele senza filtri” che, secondo i suoi gestori è “L’unico canale di notizie h24/7 da Israele, in italiano, a cura di giornalisti professionisti”.

Dopo aver avuto problemi con META (anche se la pagina è ancora attiva), l’attività di questo gruppo si è concentrata su Telegram, dove “Israele Senza Filtri” raccoglie un’inquietante rete di commentatori e attivisti pro-israeliani in Italia. Recentemente, attraverso un sondaggio e attraverso lo schermo di una mera indagine di opinione, nei fatti si incita apertamente all’omicidio dei sostenitori della causa palestinese in Europa. Una incitazione che ha preso entusiasmo dagli omicidi politici del leader di Hamas Ismail Hanyeh in Iran e di quello degli Hezbollah Fouad Shukr a Beirut. 

Il gruppo “Israele Senza Filtri” risulta creato da Dario Sanchez, un fotografo con doppia cittadinanza italo-israeliana, e co-amministrato da Mikael Sfaradi, un giornalista che collabora con TGcom 24 e altre testate italiane. La loro missione dichiarata è quella di fornire una visione “senza filtri” delle questioni legate a Israele, ma le discussioni nel gruppo spesso degenerano in incitazioni alla violenza e all’odio.

Recentemente, il gruppo ha attirato l’attenzione con un sondaggio inquietante: Omicidi extragiudiziali mirati contro i supporter del terrorismo palestinese in Europa ad opera dei servizi segreti, sì o no?”. L’esito del sondaggio è stato schiacciante: circa il 90% dei partecipanti ha votato a favore. La maggioranza dei partecipanti al sondaggio su “Israele senza filtri” si dichiara favorevole all’omicidio anche in Europa e

Notizie da tener presente - Caccia italiani contro i Mig russi

Caccia italiani contro i Mig russi: incontro ravvicinato nel Baltico

Caccia italiani contro i Mig russi: incontro ravvicinato nel Baltico

Nei giorni scorsi nella base lituana di Siauliai sono suonate le sirene dello scramble: l’ordine di decollo per le sentinelle dei cieli. 

Dal 31 luglo la difesa dei Paesi baltici è affidata ai nostri Eurofighter 


Serve un salto di estensione, qualità nella lotta per la resistenza palestinese, contro la guerra imperialista, contro l'avanzata della reazione all'interno

Proletari comunisti appoggia e sostiene tutte le manifestazioni di solidarietà con la Palestina e oggi più che mai alla resistenza palestinese, fatta segno di vili assassini mirati di suoi dirigenti, violando ogni norma internazionale e perfino ogni regola di guerra.

Noi sostentiamo tutte le risposte che la resistenza, le masse arabe, i regimi che si oppongono allo stato sionista di Israele e all’imperialismo Usa.

Siamo per il ritiro del contingente italiano dal Libano e salutiamo ogni azione che sia di opposizione alla sua presenza nell’area.

Siamo contro la guerra imperialista e contro i preparativi e i passi ulteriori di essa da parte dell’imperialismo Usa/Nato sanciti dal G7 di Puglia e dai recenti Vertici Nato negli Usa.

Appoggiamo e sosteniamo tutte le manifestazioni contro la guerra imperialista, contro la guerra per procura di Usa/Nato – imperialismo russo in Ucraina.

Siamo per la fraternizzazione dei soldati e delle masse ucraine e russe, contro il regime dell’oligarchia capitalista ucraina rappresentata dal governo con dentro i nazisti di Zelensky e contro la borghesia imperialista russa.

Siamo contro l’imperialismo italiano e la sua partecipazione attiva all’interno dell’alleanza Nato alla guerra e ai preparativi di guerra mondiale, sanciti dall’invio di armi offensive e da altre forme di presenza nella guerra in Ucraina e nei paesi vicini.

Alla marcia della guerra imperialista corrisponde l’avanzamento della reazione e del moderno fascismo in tutti i paesi imperialisti, la repressione interna contro ogni opposizione, il nazionalismo e il neo colonialismo anti immigrati, anti popoli oppressi dall’imperialismo, contro il riarmo e il rafforzamento dell’industria bellica, Leonardo in testa, l’economia di guerra in genere scaricata sui proletari e le masse popolari.

Appoggiamo e sosteniamo tutte le lotte proletarie, antifasciste, antimperialiste, nel nostro paese.

Serve un salto di estensione, qualità nella lotta su questi terreni.

Questi temi saranno affrontati da proletari comunisti in una riunione nazionale aperta, ad inviti, il 31 agosto a Taranto.

Compagni/compagne e realtà che vogliono partecipare possono scrivere all’email pcro.red@gmail.com o WA 3519575628

martedì 6 agosto 2024

Bangladesh: una grande ribellione studentesca e popolare rovescia Sheikh Hasina che scappa dal paese protetta dall'India di Modi - info

Hasina è stata difesa fino alla sua caduta dalla Cina imperialista di Xi-Ping

in via di traduzione

Bangladesh: huge rebellion overthrows Sheikh Hasina and makes her flee from the country Bangladesh: una grande ribellione rovescia Sheikh Hasina e la fa fuggire dal Paese


Stragismo fascista e governo

Le dichiarazioni di Paolo Bolognesi, dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, che oltre a denunciare la matrice fascista della strage ha aggiunto che l’attentato ha radici che affondano anche nella destra di governo, si sono dimostrate vere proprio per il tipo di reazione che la Meloni. gli esponenti del suo governo, e La Russa e la loro stampa, in primis Il Giornale, ma con esso tutti gli organi di stampa facenti capo al centro destra e al governo, per non dire la Rai e Mediaset ormai ridotte a Telemeloni nella loro maggioranza – tutte cose confermatissime dal report sulla libertà di stampa della Commissione europea. Quelle accuse hanno colpito il segno.

Gli interventi di Mattarella, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna e del 50° della strage dell’Italicus, che ha parlato di “stragi nei fasciste”, hanno confermato che il problema è quello ed è bene aperto a livello di Istituzioni nel nostro paese.

Certo, per noi non è una novità, lo abbiamo sempre denunciato ed è uno degli elementi che ci fanno parlare di governo moderno fascista di Meloni.

Quando diciamo “moderno” non intendiamo affatto dire che è un altro tipo di fascismo, quanto è che si adatta ai tempi nostri, che avviene in un contesto internazionale che è quello della marcia verso la guerra imperialista su scala mondiale e nel nostro paese.

Non serve che aggiungiamo parole su questo. Se non per dire che quella parte dell’”estrema sinistra” che nega questo assunto, al di là delle intenzioni e delle lotte che pure conduce contro questo governo, nasconde, oscura, ridimensiona la natura effettiva di questo governo e di conseguenza il modo per combatterlo.

In questa occasione non vogliamo solo riproporre la necessità della lotta democratica, proletaria e di massa, dell’antifascismo militante a 360°, nella prospettiva della nuova resistenza che ripropone nel nostro paese la via della “lotta partigiana” nelle forme adatte al nostro tempo, del partito comunista, del fronte unito antifascista e antimperialista, ecc.,

vogliamo qui sottolineare un altro punto. Questo governo è fuori dalla Costituzione storica e materiale, culturale di questo paese. E questo è fin troppo vero. E’ un governo nella sostanza fuorilegge e illegittimo anche rispetto alla stessa democrazia borghese, se si intende la Repubblica parlamentare nata dalla Resistenza, comprensiva di alcune leggi chiave che riguardano il divieto di ricostituzione del partito fascista, la legge Mancino, ecc. 

Tutte cose che non hanno niente a che fare con il voto. Un governo di questa natura può anche avere la maggioranza dei voti e vincere le elezioni, ma il voto non sana il vulnus inferto alla Costituzione e ad alcune leggi che riguardano il fascismo nel nostro paese.

Il fascismo non è un’opinione ma un crimine! Questo è il punto chiave della natura stessa dell’attuale democrazia borghese. Basta, eccome, solo questo per rimuovere, sia attraverso le leggi esistenti e le istituzioni esistenti, questo governo e il suo partito principale di riferimento, Fratelli d’Italia, dal governo stesso. E’ del tutto evidente per noi che questo è materia di lotta politica a cui tutte le forze contrarie al fascismo, contrarie a questo governo, che parlano di difesa della Costituzione e della democrazia, dovrebbero rigidamente attenersi, e, ribadiamo, voto o non voto, e adoperarsi per trasformarlo in azione politica indirizzata a questo risultato.

Certamente proletari comunisti lo fa e lo farà, nel quadro della campagna politica, sociale e di massa per la caduta di questo governo. Ed è innanzitutto su questa base che si oppone all’insieme delle leggi – premierato, autonomia differenziata, giustizia, decreto sicurezza, e quelle che non mancheranno riguardanti l’economia, le relazioni industriali, le relazioni sindacali di stampo neocorporativo. Chiaramente nel contesto della fase storico concreta della marcia verso la guerra imperialista.

lunedì 5 agosto 2024

Niscemi scontri alla manifestazione no muos - info

Palestina - Dal presidio 3 agosto piazza S Babila Milano - le voci dei palestinesi - Info dai compagni presenti di proletari comunisti




Il 3 agosto molta rabbia per l’assassinio di Ismail Haniyeh, esplosa in tanti interventi sostenuti da molti applausi, che ne hanno tracciato il profilo politico e umano.

Al presidio principalmente la comunità araba, le donne, le giovani sempre in prima fila.

Proletari comunisti ha diffuso volantini in italiano/inglese con la dichiarazione per Ismail Haniyeh e l'appello in italiano e arabo per la Palestina contro guerra imperialista. Affissi due cartelloni: Israele nazi-sionista, governo Meloni complice, imperialismo assassino, e un altro con gli ingrandimenti delle dichiarazioni sotto il titolo morte all’imperialismo e al cane da guardia sionista, fotografati più volte.

Gli interventi sono stati di potente accusa dei sionismo criminale, delle atrocità del genocidio, contro l’occupazione, delle condizioni dei prigionieri, di sostegno e orgoglio per la resistenza, e da parte dei Gpi per una campagna di liberazione per Anan Ali Mansour e denuncia dei media.

Di seguito una sintesi degli interventi

Ismail Haniyeh ha un peso e una storia di partigiano, perché ha fatto tutta la sua vita alla resistenza palestinese. E con lui hanno ricordato i circa 350 leader assassinati.

Ismail Haniyeh ha vissuto tutta la sua vita come profugo tra i profughi mangiando e giocando a calcio con loro nei campi e a differenza dagli altri leader ha dedicato la sua vita all’unità nazionale palestinese. Detto questo per richiamare un maggior impegno per una vera unità nazionale, uniti possiamo vincere altrimenti siamo perdenti.

In Italia giorni fa c’è stato un summit a Roma dei servizi segreti, israeliani, Usa, italiani, egiziani di altri paesi arabi, posso dire che hanno dettato li come assassinare Ismail. Sono tutti colpevoli del suo sangue devono pagare. Israele non vuole la pace, sono criminali.

E il nostro paese ha accolto il presidente israeliano responsabile del genocidio a Gaza, da Mattarella a Meloni e tutti gli altri. Cosi come è stato assassinato, posso confermare una cosa, Israele dal 48 ad oggi non ha mai smesso di uccidere i palestinesi. Israele è stata fondata nel 48 sui massacri. I soldati israeliano dopo aver arrestato e ucciso gli uomini prendevano le donne incinte e facevano indovinello sul sesso del bambino e tagliavano la pancia della donna per vedere chi avesse vinto.

L’appello di oggi per una mobilitazione internazionale per i prigionieri nelle carceri israeliane è stato l’ultimo grido di Ismail. Ci sono 20.000 prigionieri nelle carceri israeliane, sottoposti a torture inimmaginabili, che vivono e resistono. I sionisti non sono umani, sono bastardi criminali vanno processati all’Aja.

Dopo 300 giorni di genocidio, dove sono Onu, la Corte orte europea, la Lega araba mussulana, il Vaticano, dove sono scomparsi?

Meloni le sa queste cose. Invece è impegnata nel difendere il criminale Netanyahu ‘vergogna ….

E non c’è solo Gaza, bisogna parlare della Cisgiordania, dove ancora oggi sono stati uccisi 9 palestinesi in un campo profughi di Tulkarem, e i coloni armati si accaniscono contro ogni palestinese, ogni presenza, albero, pecora dei palestinesi.

A Roma nel 1982 sono stati assassinati due dirigenti palestinesi dai sionisti. In quel periodo abbiamo subito di tutto, dovevamo cambiare abitudini orari per sicurezza, mettevamo segnali sulle porte per vedere se qualcuno era entrato in nostra assenza. Abbiamo superato tutto, cercato di resistere. Ho lasciato la mia auto ferma 10 gg perché ci potevano aver messo una bomba. Ho detto questo per dire che noi palestinesi siamo abituati dalla nascita, dal ‘48, perché Israele è nata sull’assassinio, sui massacri. Noi siamo orgogliosi come tutti i partigiani del mondo che lottano. Anche ai partigiani in Italia dicevano che erano terroristi, anche ai vietnamiti, anche gli algerini dai francesi, e noi per la nostra lotta diventiamo per loro antisemiti.

Potete dire tutto quello che volete ma noi continueremo la nostra lotta malgrado le difficoltà e tutti gli aiuti americani e degli altri paesi, che vengono mandati perché hanno paura che Israele possa perdere. Bene, avanti, cosa aspettate che ci inginocchiamo? Mai! continueremo a lottare fino alla vittoria.

Nonostante il dolore noi continueremo a resistere. Il 3 agosto giornata internazionale per difendere il diritto dei prigionieri palestinesi. Contro le


condizioni pessime di detenzione, la detenzione amministrativa senza alcuna accusa formale, le condizioni dei prigionieri palestinesi sono molto difficili con maltrattamenti isolamento torture fisiche e psichiche.

Forse una speranza esiste ancora, Free Palestine che ogni settimana gridiamo senza fine si avvererà

Continuate a combattere con le vostre forze che si avvererà.

Il genocidio è un piano sistemico per annientare il popolo di Gaza, non ha inizio il 7 ottobre, è una manifestazione estrema politica coloniale del sionismo. Forte del supporto degli stati occidentali, che sono i mandanti. Il sionismo ha creato la sua entità statuale sulla Nakba. La pulizia etnica del popolo palestinese nella loro terra natia. Onoriamo oggi i martiri di Gaza, 10.000 studenti, 400 professori, e 185 giornalisti martirizzati perche testimoniavano il vero. Brutalità crudeltà e non ci sono altre parole per descrivere quanto fa schifo Israele. Rifiutiamo e condanniamo l’ignavia e la codardia dei giornalisti occidentali diretti portavoce della propaganda sionista e complici diretti e aiutanti del genocidio del popolo palestinese. A discapito del tentativo di annientare tutto ciò che è vita in Palestina da parte dell’entità sionista il popolo palestinese ci dimostra che la resistenza è un motore portante dell’esistenza dei popoli oppressi e quella palestinese rappresenta il fulcro e la sintesi delle lotte degli oppressi contro gli oppressori in tutto il mondo.

300 giorni di genocidio che non hanno piegato il popolo di Gaza che dimostra la sua forza nella resistenza i cui obiettivi vanno avanti nel silenzio della stampa. La resistenza non è nei volti che la rappresentano ma nella quotidianità e nella vita del popolo tutto perché i corpi cadono ma le idee non muoiono mai.

Un abbraccio a tutti e tutti, per ricordare altri due assassinii: Ismail, al – Goul giornalista di Al Jazeera morto nell’auto squarciata da un missile, perchè raccontava con rigore l’olocausto del suo popolo. E Haniyeh, ma la sua morte non sarà indolore ne‘ invana, e germineranno altri fusti.

Siamo vicini a tutti i martiri palestinesi, libanesi… e non ci sono parole per descrivere le carceri, che non sono mai belle, e non lo sono neanche quelle in Italia, ma vogliamo ricordare che ci sono  3 ostaggi, Anan Ali Mansour accusati di resistenza e dobbiamo lottare per la loro liberazione. Il loro arresto con l’accusa di terrorismo è una dichiarazione politica di uno stato che vuole criminalizzare la Resistenza e nascondere l’occupazione. Uno stato come l’Italia che si dice erede della resistenza non può processare e condannare la Resistenza palestinese. L’arresto è una dichiarazione e una minaccia per la lotta in Italia, un attacco alla diaspora palestinese, un attacco al movimento italiano che si oppone alla guerra e all’occupazione delle Palestina. Lottate con noi per la liberazione dei compagni. La responsabilità è di Israele con la complicità dello stato italiano. La Resistenza non si processa, immediata scarcerazione.

E poi il rapper ha messo in musica la resistenza con la lotta e con il fucile, contro lo stato sionista di Israele, il vero terrorista.