da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 12/11
Vasco Rossi è di un paese in provincia di Modena, non lontano da Bologna. Il più seguito dei rocker italiani, in occasione dell'anniversario della morte del padre, ha raccontato la sua vita.
Il padre di Vasco Rossi, detto “Carlino”, è morto a
vent'anni. Era uno delle migliaia di soldati italiani che nel ‘43 rifiutarono
di passare dall'altra parte per combattere per le truppe nazifasciste. Vasco
Rossi lo ha già raccontato in lungo post, diversi anni fa, chi era suo padre. Durante
la guerra, dopo l'8 settembre, era stato preso prigioniero
dai tedeschi e deportato in Germania, in un campo di lavori forzati, uno di quei
600.000 soldati italiani che non hanno accettato di combattere per i tedeschi contro
i loro fratelli per conto dell'ultima forma del fascismo in Italia, prima di
essere spazzato via dalla Resistenza, che è stata la Repubblica Sociale di
Salò.
Vasco Rossi è tornato a parlare di suo padre il 31 di ottobre con queste parole: “il 31 ottobre del 1979 te ne sei andato piegato della fatica. Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà, dolce e gentile. L'altra metà te l'avevano portato via i due anni di lager nazisti, a Dortmund, che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del nazifascista. Poi - aggiunge con un grido forte e chiaro - non ci crederai, ma sono tornati, lupi travestiti da agnelli, bulli arroganti e facce ghignanti, con i loro deliri, i loro dileggi, la loro propaganda, la stessa ignoranza”.
Lo ha detto a Bologna il 31 di ottobre, in un grido forte e chiaro, in un messaggio che la stampa ha riportato, un messaggio che certamente gli fa onore, ma gli fa onore perché è giusto e fotografa esattamente quello che sta avvenendo nel nostro paese. Lo ha fatto a Bologna.
Guarda caso a Bologna, alcuni giorni dopo, nella giornata di sabato, vi è stato un raduno di fascisti, di Casapound, della Lega dei patrioti, con una manifestazione nei pressi della stazione di Bologna, laddove vi è stata una delle più tremende stragi nazifasciste in questo paese, non ai tempi del fascismo, ma agli inizi degli anni ‘80, in continuità con le stragi neofasciste degli anni '70, una strage che ha segnato la storia di questa città e del nostro paese.
Cosa può
essere se non un oltraggio dare la piazza e autorizzare il corteo di Casapound
e degli altri topi di fogna fascisti nei pressi della stazione di Bologna?
Che cosa si doveva fare a fronte della schifosa
autorizzazione del ministro degli Interni, Piantedosi, al di là di quello che
volevano perfino le prefetture e il Comune di Bologna, che ha permesso questo
oltraggio fascista alla città di Bologna? Che cosa ci doveva essere se non una
manifestazione di protesta?
Peraltro erano fascisti venuti da altre città, quattro gatti
schifosi che non rappresentano niente a Bologna. Ma questi quattro gatti sono stati
difesi con la violenza, con l'unica violenza, la violenza di Stato, la violenza
della polizia di Piantedosi e di questa m….di governo fascistoide! Cosa dovevano
fare gli antifascisti, peraltro cinque volte più numerosi della banda di
Casapound, se non non accettare alcun divieto? I fascisti non dovevano avere
l'autorizzazione a sfilare a Bologna e lo si doveva impedire! E se lo Stato
borghese, lo Stato nelle mani attualmente del governo Meloni, non è in grado di
farlo, questo lo devono fare necessariamente le masse, le masse organizzate,
soprattutto i giovani comunisti, antifascisti, anarchici, progressisti!
Ci si può mai fidare dei partiti parlamentari o alle semplici denunce dell'ANPI o - stendiamo un velo pietoso sul ruolo che avrebbero dovuto avere i sindacati tutti - nel dire NO a questo raduno? Peraltro un raduno fatto nel pieno di una campagna elettorale.
Giustamente il sindaco di
Bologna ha dichiarato: “aspettiamo ancora
i soldi per l'alluvione e ci mandate 300 camicie nere a sfilare”, a
provocare la città, a creare un'inevitabile reazione antifascista che poi si è
visto com'è andata, una provocazione che non doveva essere autorizzata, che tutto
doveva essere tranne che essere difesa dalla polizia di Piantedosi, sponsorizzata ufficialmente
da Meloni, da Salvini, che hanno attaccato immediatamente la manifestazione
Antifascista dimostrando, senza alcun dubbio, dove sta il loro cuore, la loro
mente e chi sono i loro effettivi sostenitori (a parte quello che succede nella
dialettica del voto di cui non parliamo in questa occasione).
Il sindaco Lepore ha detto chiaro che prima era venuta
Meloni, poi Salvini e poi i fascisti e poi Meloni e Salvini a chiudere la campagna
elettorale. Una dichiarazione che gli fa onore. Questo sindaco non è il sindaco
- a nostro giudizio - che rappresenta gli interessi dei lavoratori e delle
masse popolari, a Bologna come in tutte le città italiane, peraltro il
partito, il blocco elettorale a cui fa riferimento, ha grandi responsabilità
nel fatto stesso che i fascisti della Meloni, di Salvini, siano oggi al
governo. Ma a parte questo ha detto cose giustissime. Sono seguiti gli attacchi volgari
rivolti al sindaco, la difesa, pubblica e chiara, che ha fatto il fascista a
ministro degli Interni travestito da ex prefetto messo lì dalla Lega, come può
rappresentare i valori della Costituzione, per di più un ministro
degli Interni, ex prefetto di Bologna, che ha svelato cosa c'è dietro gli
apparati dello Stato in quella città.
Casapound ha diritto di manifestare? Certo, ha anche il
diritto di aggredire immigrati, antifascisti, ha anche il diritto di attaccare
le sedi della Cgil, ha anche diritto di fare manifestazioni inneggianti al
fascismo, alle camicie nere, ha tutti questi diritti, ma questi diritti glieli
dà un governo fascista, di stampo fascista, questi diritti gliele dà un
apparato dello Stato in via di fascistizzazione che questo governo vuole
creare.
Il fascismo è un crimine, non un'opinione. Formalmente in
questo paese è vietato il partito fascista, è vietato il razzismo organizzato,
ma il fascismo, i fascisti, il razzismo organizzati, sono ampiamente
legittimati, le loro sedi autorizzate e difese dalla polizia nel caso in cui le
metti in discussione.
Mettere sullo stesso piano gli antifascisti e i fascisti è
esattamente una forma di fascismo. Parlare di “estremisti e violenti” è
esattamente la propaganda reazionaria dello Stato borghese a servizio dei
padroni e dei fascisti, usare le espressioni come “zecche rosse” è rinverdire la
stagione degli anni ‘70 della parte più reazionaria del paese, della parte che
cercò perfino il colpo di Stato, della parte che utilizzò le stragi nei
confronti del movimento di opposizione. La maggior parte delle sentenze ha
sancito che queste stragi erano tutte fasciste, e questi sono esattamente gli eredi dei
fascisti oggi, in parte al governo, esattamente come dice Vasco Rossi.
Quindi non è un problema di Bologna, nè un problema dei
compagni e delle forze giustamente e coerentemente antifasciste di estrema
sinistra, visto che purtroppo sui partiti parlamentari si può contare davvero
poco.
Tutti i lavoratori, i giovani, le donne, gli antifascisti, i
progressisti, i difensori della Costituzione non possono che stare da un'altra
parte, dire chiaramente, a fronte di questa repressione, che questa repressione
è una forma di fascismo e che dovrebbero tutti solidarizzare incondizionatamente
con gli antifascisti di Bologna che hanno fatto di tutto, hanno fatto il loro
meglio e il loro possibile per impedire questo oltraggio fascista alla città,
al paese.
Ma a fronte di un governo fascistoide, fascisteggiante, di stampo moderno, fascista è evidente che la vicenda di Bologna mette in chiaro lo stato delle cose visto in questa occasione, lucidamente, anche da Vasco Rossi che è stato insultato, attaccato, “ma pensa a cantare”…..
Come si può pensare a cantare quando il nostro
paese diventa un paese razzista - vedi Albania -, un paese forcaiolo e
repressivo - vedi leggi, decreti sulla sicurezza -, un paese guerrafondaio,
culo e camicia con l'imperialismo americano nella guerra che è in corso in
Ucraina e in altre parti del mondo, complice del genocidio in Palestina dello
Stato sionista di Israele? Come si può continuare a cantare? O, meglio, qual è
il ruolo che dovrebbero svolgere, non tanto Vasco Rossi che in parte lo ha
svolto in questa occasione, ma tutti, fermo restando che, purtroppo, l'America
insegna che il fascismo – e Trump è un fascista americano - non si batte sul
piano squisitamente elettorale, né si può pensare che raccogliendo tutti i
cantanti, gli artisti progressisti come è avvenuto negli Stati Uniti con Kamala
Harris, si può impedire la marcia reazionaria di stampo fascista che avviene
nei paesi imperialisti, in paesi come l'America come in paesi come l'Italia?
Purtroppo non è così. Bisogna ricostruire gli strumenti
della Nuova Resistenza per lottare contro il fascismo. Innanzitutto bisogna
difendere strenuamente le condizioni degli operai e dei lavoratori a fronte di
carovita, disoccupazione, attacco alla sanità. Ma tutto ciò non è neanche
sufficiente, bisogna denunciare e utilizzare tutte le forme di lotta possibili,
peraltro in un paese che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione, per fermare
la marcia dei fascisti di strada e di governo.
E, infine, bisogna pensare che questo governo vuole la violenza di Stato contro tutti.
Landini dichiara che lo sciopero generale è una rivolta
sociale, chiaramente con un'espressione che per lui è figurativa della gravità
della situazione economica dei lavoratori e delle masse popolari che cerca in
questa occasione di rappresentare e il fascista di turno, non uno di strada, ma
il capogruppo dei parlamentari, di Fratelli d'Italia dice: “attenzione, sei
passibile di reato” e dopodiché viene scatenata una canea contro i sindacati.
Questo è fascismo!
Non ci stiamo che molti compagni devono fare “i se e i ma", i "distinguo”, se questo è un governo fascista/non fascista. Chi dice questo è un
idiota che aiuta i fascisti in realtà.
Quando è fondamentale nel nostro paese lottare contro questo
governo che è capitalista, dei ricchi, della borghesia, è fascista nelle
istituzioni e nella cultura, nell’ideologia e nel programma, ed è imperialista
per il ruolo che vuole svolgere, che già svolge nel riarmo, nella corsa agli
armamenti, nell'incremento delle spese della difesa e nella partecipazione
sempre più attiva al blocco imperialista capeggiato dagli Stati Uniti, oggi
capeggiato da Trump, che è complice dell'attacco ai popoli oppressi nel mondo,
in primis la Palestina, oggi. Una Nuova Resistenza e costruire gli strumenti di
questa Nuova Resistenza.
Bologna ci ha insegnato che questo è necessario.