mercoledì 13 novembre 2024

pc 13 novembre - Bologna, Vasco Rossi, fascisti di governo, antifascismo e nuova Resistenza

da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 12/11

Vasco Rossi è di un paese in provincia di Modena, non lontano da Bologna. Il più seguito dei rocker italiani, in occasione dell'anniversario della morte del padre, ha raccontato la sua vita.

Il padre di Vasco Rossi, detto “Carlino”, è morto a vent'anni. Era uno delle migliaia di soldati italiani che nel ‘43 rifiutarono di passare dall'altra parte per combattere per le truppe nazifasciste. Vasco Rossi lo ha già raccontato in lungo post, diversi anni fa, chi era suo padre. Durante la guerra, dopo l'8 settembre, era stato preso prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania, in un campo di lavori forzati, uno di quei 600.000 soldati italiani che non hanno accettato di combattere per i tedeschi contro i loro fratelli per conto dell'ultima forma del fascismo in Italia, prima di essere spazzato via dalla Resistenza, che è stata la Repubblica Sociale di Salò.

Vasco Rossi è tornato a parlare di suo padre il 31 di ottobre con queste parole: “il 31 ottobre del 1979 te ne sei andato piegato della fatica. Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà, dolce e gentile. L'altra metà te l'avevano portato via i due anni di lager nazisti, a Dortmund, che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del nazifascista. Poi - aggiunge con un grido forte e chiaro - non ci crederai, ma sono tornati, lupi travestiti da agnelli, bulli arroganti e facce ghignanti, con i loro deliri, i loro dileggi, la loro propaganda, la stessa ignoranza”

Lo ha detto a Bologna il 31 di ottobre, in un grido forte e chiaro, in un messaggio che la stampa ha riportato, un messaggio che certamente gli fa onore, ma gli fa onore perché è giusto e fotografa esattamente quello che sta avvenendo nel nostro paese. Lo ha fatto a Bologna. 

Guarda caso a Bologna, alcuni giorni dopo, nella giornata di sabato, vi è stato un raduno di fascisti, di Casapound, della Lega dei patrioti, con una manifestazione nei pressi della stazione di Bologna, laddove vi è stata una delle più tremende stragi nazifasciste in questo paese, non ai tempi del fascismo, ma agli inizi degli anni ‘80, in continuità con le stragi neofasciste degli anni '70, una strage che ha segnato la storia di questa città e del nostro paese. 

Cosa può essere se non un oltraggio dare la piazza e autorizzare il corteo di Casapound e degli altri topi di fogna fascisti nei pressi della stazione di Bologna?

Che cosa si doveva fare a fronte della schifosa autorizzazione del ministro degli Interni, Piantedosi, al di là di quello che volevano perfino le prefetture e il Comune di Bologna, che ha permesso questo oltraggio fascista alla città di Bologna? Che cosa ci doveva essere se non una manifestazione di protesta?

Peraltro erano fascisti venuti da altre città, quattro gatti schifosi che non rappresentano niente a Bologna. Ma questi quattro gatti sono stati difesi con la violenza, con l'unica violenza, la violenza di Stato, la violenza della polizia di Piantedosi e di questa m….di governo fascistoide! Cosa dovevano fare gli antifascisti, peraltro cinque volte più numerosi della banda di Casapound, se non non accettare alcun divieto? I fascisti non dovevano avere l'autorizzazione a sfilare a Bologna e lo si doveva impedire! E se lo Stato borghese, lo Stato nelle mani attualmente del governo Meloni, non è in grado di farlo, questo lo devono fare necessariamente le masse, le masse organizzate, soprattutto i giovani comunisti, antifascisti, anarchici, progressisti!

Ci si può mai fidare dei partiti parlamentari o alle semplici denunce dell'ANPI o -  stendiamo un velo pietoso sul ruolo che avrebbero dovuto avere i sindacati tutti - nel dire NO a questo raduno? Peraltro un raduno fatto nel pieno di una campagna elettorale. 

Giustamente il sindaco di Bologna ha dichiarato: “aspettiamo ancora i soldi per l'alluvione e ci mandate 300 camicie nere a sfilare”, a provocare la città, a creare un'inevitabile reazione antifascista che poi si è visto com'è andata, una provocazione che non doveva essere autorizzata, che tutto doveva essere tranne che essere difesa dalla polizia di Piantedosi, sponsorizzata ufficialmente da Meloni, da Salvini, che hanno attaccato immediatamente la manifestazione Antifascista dimostrando, senza alcun dubbio, dove sta il loro cuore, la loro mente e chi sono i loro effettivi sostenitori (a parte quello che succede nella dialettica del voto di cui non parliamo in questa occasione).

Il sindaco Lepore ha detto chiaro che prima era venuta Meloni, poi Salvini e poi i fascisti e poi Meloni e Salvini a chiudere la campagna elettorale. Una dichiarazione che gli fa onore. Questo sindaco non è il sindaco - a nostro giudizio - che rappresenta gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, a Bologna come in tutte le città italiane, peraltro il partito, il blocco elettorale a cui fa riferimento, ha grandi responsabilità nel fatto stesso che i fascisti della Meloni, di Salvini, siano oggi al governo. Ma a parte questo ha detto cose giustissime. Sono seguiti gli attacchi volgari rivolti al sindaco, la difesa, pubblica e chiara, che ha fatto il fascista a ministro degli Interni travestito da ex prefetto messo lì dalla Lega, come può rappresentare i valori della Costituzione, per di più un ministro degli Interni, ex prefetto di Bologna, che ha svelato cosa c'è dietro gli apparati dello Stato in quella città.

Casapound ha diritto di manifestare? Certo, ha anche il diritto di aggredire immigrati, antifascisti, ha anche il diritto di attaccare le sedi della Cgil, ha anche diritto di fare manifestazioni inneggianti al fascismo, alle camicie nere, ha tutti questi diritti, ma questi diritti glieli dà un governo fascista, di stampo fascista, questi diritti gliele dà un apparato dello Stato in via di fascistizzazione che questo governo vuole creare.

Il fascismo è un crimine, non un'opinione. Formalmente in questo paese è vietato il partito fascista, è vietato il razzismo organizzato, ma il fascismo, i fascisti, il razzismo organizzati, sono ampiamente legittimati, le loro sedi autorizzate e difese dalla polizia nel caso in cui le metti in discussione.

Mettere sullo stesso piano gli antifascisti e i fascisti è esattamente una forma di fascismo. Parlare di “estremisti e violenti” è esattamente la propaganda reazionaria dello Stato borghese a servizio dei padroni e dei fascisti, usare le espressioni come “zecche rosse” è rinverdire la stagione degli anni ‘70 della parte più reazionaria del paese, della parte che cercò perfino il colpo di Stato, della parte che utilizzò le stragi nei confronti del movimento di opposizione. La maggior parte delle sentenze ha sancito che queste stragi erano tutte fasciste, e questi sono esattamente gli eredi dei fascisti oggi, in parte al governo, esattamente come dice Vasco Rossi.

Quindi non è un problema di Bologna, nè un problema dei compagni e delle forze giustamente e coerentemente antifasciste di estrema sinistra, visto che purtroppo sui partiti parlamentari si può contare davvero poco.

Tutti i lavoratori, i giovani, le donne, gli antifascisti, i progressisti, i difensori della Costituzione non possono che stare da un'altra parte, dire chiaramente, a fronte di questa repressione, che questa repressione è una forma di fascismo e che dovrebbero tutti solidarizzare incondizionatamente con gli antifascisti di Bologna che hanno fatto di tutto, hanno fatto il loro meglio e il loro possibile per impedire questo oltraggio fascista alla città, al paese.

Ma a fronte di un governo fascistoide, fascisteggiante, di stampo moderno, fascista è evidente che la vicenda di Bologna mette in chiaro lo stato delle cose visto in questa occasione, lucidamente, anche da Vasco Rossi che è stato insultato, attaccato, “ma pensa a cantare”….. 

Come si può pensare a cantare quando il nostro paese diventa un paese razzista - vedi Albania -, un paese forcaiolo e repressivo - vedi leggi, decreti sulla sicurezza -, un paese guerrafondaio, culo e camicia con l'imperialismo americano nella guerra che è in corso in Ucraina e in altre parti del mondo, complice del genocidio in Palestina dello Stato sionista di Israele? Come si può continuare a cantare? O, meglio, qual è il ruolo che dovrebbero svolgere, non tanto Vasco Rossi che in parte lo ha svolto in questa occasione, ma tutti, fermo restando che, purtroppo, l'America insegna che il fascismo – e Trump è un fascista americano - non si batte sul piano squisitamente elettorale, né si può pensare che raccogliendo tutti i cantanti, gli artisti progressisti come è avvenuto negli Stati Uniti con Kamala Harris, si può impedire la marcia reazionaria di stampo fascista che avviene nei paesi imperialisti, in paesi come l'America come in paesi come l'Italia?

Purtroppo non è così. Bisogna ricostruire gli strumenti della Nuova Resistenza per lottare contro il fascismo. Innanzitutto bisogna difendere strenuamente le condizioni degli operai e dei lavoratori a fronte di carovita, disoccupazione, attacco alla sanità. Ma tutto ciò non è neanche sufficiente, bisogna denunciare e utilizzare tutte le forme di lotta possibili, peraltro in un paese che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione, per fermare la marcia dei fascisti di strada e di governo.

E, infine, bisogna pensare che questo governo vuole la violenza di Stato contro tutti.

Landini dichiara che lo sciopero generale è una rivolta sociale, chiaramente con un'espressione che per lui è figurativa della gravità della situazione economica dei lavoratori e delle masse popolari che cerca in questa occasione di rappresentare e il fascista di turno, non uno di strada, ma il capogruppo dei parlamentari, di Fratelli d'Italia dice: “attenzione, sei passibile di reato” e dopodiché viene scatenata una canea contro i sindacati. Questo è fascismo!

Non ci stiamo che molti compagni devono fare “i se e i ma", i "distinguo”, se questo è un governo fascista/non fascista. Chi dice questo è un idiota che aiuta i fascisti in realtà.

Quando è fondamentale nel nostro paese lottare contro questo governo che è capitalista, dei ricchi, della borghesia, è fascista nelle istituzioni e nella cultura, nell’ideologia e nel programma, ed è imperialista per il ruolo che vuole svolgere, che già svolge nel riarmo, nella corsa agli armamenti, nell'incremento delle spese della difesa e nella partecipazione sempre più attiva al blocco imperialista capeggiato dagli Stati Uniti, oggi capeggiato da Trump, che è complice dell'attacco ai popoli oppressi nel mondo, in primis la Palestina, oggi. Una Nuova Resistenza e costruire gli strumenti di questa Nuova Resistenza.

Bologna ci ha insegnato che questo è necessario.








 

 

martedì 12 novembre 2024

pc 12 novembre - Onore a Saibaba - discorso del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India 12ottobre/12novembre


Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India - sezione italiana esprime il suo saluto rivoluzionario, democratico, antimperialista e comunista al professor Saibaba.

Afferma innanzitutto che il professor Saibaba è stato assassinato. La sua morte non è dovuta, se non tecnicamente, all'evoluzione della malattia e alle sue ultime vicende che hanno poi causato la sua morte. La sua morte è dovuta alla sua carcerazione, persecuzione in tutte le forme che il regime fascista indù ha fatto nei suoi confronti. Il regime di Modi e il suo governo hanno fatto di tutto per mettere a tacere la sua voce e il suo impegno.

Il suo impegno svolto nelle università e tra le masse popolari ha raccolto l'adesione, la mobilitazione non solo del mondo intellettuale, democratico in India, ma di ampie fette delle masse popolari.

Il professor Saibaba per questo è diventato un simbolo della grande battaglia che in India si è combattuta e si combatte contro il regime fascista hindutva, contro la repressione, la persecuzione, i massacri che questo regime, per conto e come parte dell'imperialismo, sviluppa contro il suo popolo. Da un lato, quindi, Saibaba è stato vittima di una guerra, dall'altro è stato parte della guerra che le masse popolari in tutte le forme hanno fatto e continuano a fare contro il regime e l’imperialismo. L'India, che gli imperialisti amano chiamare “la più grande democrazia del mondo”, è in realtà una gigantesca prigione dei popoli. L'imperialismo USA e altri paesi imperialisti la considerano una riserva di materie prime, manodopera, terre a basso costo e un grande mercato internazionale delle multinazionali.

L'India è il paese di grandi oppressioni e sfruttamento a livelli incalcolabili. Il 77% della popolazione vive con mezzo dollaro al giorno, gran parte della popolazione non ha accesso al sapere. A ogni nuova spirale della crisi economica il governo indiano e il suo regime continuano a colpire contadini, lavoratori e popolazioni.

A questa oppressione le masse hanno reagito con grandi lotte di massa, con la resistenza e con lo sviluppo della guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell’India (Maoista).

E’ questa guerra popolare di lunga durata in corso in India l'habitat della vita e dell’opera del professor Saibaba.

Oggi tutti i suoi sostenitori, ma anche parte dei suoi nemici diretti o mascherati, hanno reso onore a Saibaba in diverse forme, valorizzandone la natura di intellettuale democratico coerente e irriducibile perseguitato.

Il fatto che Saibaba era colpito da una paralisi provocata dalla polio ha reso ancora più inumana la persecuzione che ha subito nelle carceri e nei tribunali.

Saibaba è stato arrestato, condannato e incarcerato innanzitutto perhè era il Segretario generale del Fronte democratico rivoluzionario dell'India. Il Fronte ha raccolto ampie forze che sostenevano la lotta del popolo indiano di cui parte importante è la guerra popolare guidata dal PCI (Maoista).

Il regime ha teso a dipingere il professor Saibaba perché legato al PCI (Maoista). Il professor Saibaba non aveva da difendersi da questa “accusa” perché in tutta la sua vita ha inflessibilmente lottato dalla parte degli oppressi e sfruttati dell'India.

Penalizzato su una sedia a rotelle con disabilità superiore al 90%, ma con un cervello che funzionava benissimo. E’ la cancellazione di quel cervello l'obiettivo dichiarato di tutta la sua persecuzione. In questo giustamente qualcuno ha paragonato la sua persecuzione a quella del fascismo italiano nei confronti del dirigente comunista Antonio Gramsci.


Il professor Saibaba è diventato non solo un simbolo della resistenza al regime di Modi ma anche del sostegno alle forze della rivoluzione in India, alle grandi e giuste lotte dei contadini. Saibaba è stato anche analista delle lotte dei lavoratori contro le politiche antioperaie dei padroni e delle multinazionali indiane e straniere.

Saibaba è divenuto un simbolo dei prigionieri politici rivoluzionari, democratici, antimperialisti, comunisti marxisti leninisti maoisti che hanno riempito le carceri indiane, subendo le infami condizioni di detenzione, la tortura e l’assassinio.

A difesa di Saibaba si sono levate molte voci nel mondo intellettuale, in India e all'estero e si è sviluppato un potente movimento di massa a difesa dei diritti dei prigionieri politici.

Onore e gloria al professor Saibaba, che ha conquistato il suo posto nella storia dell’India, del proletariato e del movimento comunista internazionale, con il suo impegno che lo ha portato a dare la vita per la liberazione del popolo indiano e per un'alternativa al regime fascista indù, espressione della borghesia capitalistica e delle sue componenti feudali al servizio e uniti all'imperialismo mondiale.


Il PCI (Maoista) ha chiesto a tutte le organizzazioni comuniste e ai progressisti, democratici e rivoluzionari nel mondo di difendere Saibaba come parte della difesa dei prigionieri politici e del loro rilascio immediato.

Il Partito Comunista dell'India, in questa importante battaglia internazionale, ha potuto contare sul Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India, che è stato promotore e animatore in alcuni paesi del mondo delle campagne per la liberazione del professor Saibaba e di tutti i prigionieri politici.

Il Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India ha incontrato, in uno dei brevi momenti in cui è stato libero, il professor Saibaba e ha condiviso con lui l’analisi della situazione in India nella fase della lotta contro l’operazione Green Hunt e discusso il ruolo della campagna internazionale per la sua liberazione e le forme che essa poteva assumere.

Il Comitato ha sviluppato iniziative di ogni tipo per contribuire alla liberazione del Professor Saibaba, in un quadro che richiedeva la liberazione di tutti gli intellettuali democratici, scrittori, artisti, avvocati, giuristi che in India combattono questa battaglia e sono perseguitati perché difendono i diritti del popolo, il diritto alla resistenza, il diritto a sviluppare una guerra popolare di liberazione.

Attraverso diverse operazioni repressive, il regime fascista hindutva di Modi, sostenuto dall'imperialismo, ha fatto di tutto per cancellare la guerra popolare e per reprimere fino alla morte tutti coloro che la sostenevano. Per questo hanno pagato con la vita un numero grande non solo di militanti e combattenti della guerra popolare ma anche di intellettuali, democratici, giovani studenti, esponenti delle minoranze nazionali e degli adivasi, colpiti con massacri, prigioni e torture.


Saibaba vive nella necessaria continuità di questa lotta in India e nel mondo.

Salutiamo e appoggiamo gli ampi settori delle masse che in India gli hanno reso omaggio sia con la partecipazione militante al suo funerale, sia con la volontà di continuare la lotta in India per liberare il paese dal regime dei mostri.

Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India si impegna a rafforzare nel nome di Saibaba il lavoro per unire tutto ciò che si può unire per una campagna prolungata, fatta di azioni militanti e di massa che possano contribuire a far avanzare a livello internazionale questa battaglia.

In particolare va rivendicata oggi la liberazione di tutti i prigionieri politici in India, lo stop alle operazioni repressive, oggi operazione Kagaar.


Il professor Saibaba per primo sapeva benissimo che le campagne democratiche e la lotta per la democrazia in India non aveva alcun futuro senza che avanzi la lotta di liberazione del proletariato e delle masse popolari.

La guerra popolare in India guidata dal PCI (Maoista) è la vera speranza del popolo indiano e di tutti i democratici, anti-imperialisti in India per la liberazione del popolo, per mettere fine al fascismo indù e per mettere fine, al dominio imperialista sull'India. per mettere fine alla classe in questo paese.

Per questo il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India ha sempre unito la lotta per la liberazione di Saibaba, la lotta per la liberazione dei prigionieri politici al sostegno della guerra popolare, guidata dal Partito comunista dell'India maoista.

Per questo il saluto e onore al compagno Saibaba alla celebrazione del 20° anniversario del PCI (Maoista) Il Comitato pubblica in questi giorni giorni in tutto il mondo e con tutti i mezzi, il Documento del PCI (Maoista) che celebra il ventesimo anniversario.

Si tratta di un documento estremamente importante in cui il Partito analizza lo stato effettivo della guerra popolare in India, e lo analizza con metodo scientifico marxista-leninista-maoista, scevro da ogni autocelebrazione e da ogni retorica. Il Partito avanza nella sua costruzione nel fuoco della guerra di popolo. Questa lotta comprende una lotta al suo interno, contro ogni resa e abbandono, una lotta per la bolscevizzazione, perché essa è la chiave per avanzare nella guerra di popolo.

Il Partito comunista dell'India maoista in questo documento analizza difficoltà limiti ed errori. Ciò non ha niente a che fare con i ‘celebratori di guerre popolari che avanzano sempre e comunque’, che non analizzano avanzate e ritirate e compromettono il futuro della rivoluzione nei loro paesi.

Quanta ipocrisia in chi celebra il Partito comunista dell'India maoista e nello stesso tempo nelle loro riunioni lo attaccano! Il PCI (Maoista) dell'India è la bandiera e il riferimento più importante della guerra popolare nel mondo.

Dobbiamo rilanciare come Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India la campagna prolungata contro le operazioni genocide repressive del regime di Modi.

La guerra di popolo e il PCI (Maoista) hanno resistito e reso vane l’Operazione Green Hunt, la Operazione Samadan e oggi combatte e resiste all’Operazione Kagaar, che hanno l’obiettivo di cancellare e distruggere la guerra popolare.

Per questo oggi la lotta contro il regime fascista e le sue operazioni, la difesa dei prigionieri politici in India sono legate al sostegno alla guerra popolare; sono uno dei due compiti principali che hanno i partiti e le organizzazioni comuniste nel mondo così come tutte le forze autenticamente antimperialiste.


Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India ha scelto, là dove ha potuto, di portare il saluto a Saibaba dove si combatte la lotta della classe operaia. Lo ha portato in Italia tra i lavoratori, gli operai, gli operai indiani. Una pagina importante è stata scritta a Bergamo dove gli operai indiani in lotta hanno reso onore a Saibaba e lo hanno ricordato nel fuoco della loro lotta per iniziativa del Comitato internazionale di sostegno della guerra popolare in India e delle forze che in Italia lo compongono.


*****

Nello stesso tempo. Stiamo portando il sostegno alla guerra popolare in India all'interno del movimento gigantesco che si sviluppa di solidarietà alla Palestina. Perché in questo movimento si affermi non solo il sostegno dei popoli in lotta, ma anche la necessità della guerra di popolo come unica via per liberare le masse oppresse nel mondo, in India come in Palestina.

Così come all’interno dei movimenti di lotta contro la guerra imperialista, attivata e sviluppata in forme accelerate con l'invasione dell'imperialismo russo in Ucraina e la volontà delle forze imperialisti a guida USA di trasformare questa guerra in una guerra imperialista mondiale.

È lì che la voce della guerra di popolo, che la voce a difesa dei diritti dei prigionieri politici in India e del professor Saibaba, è lì che la lotta intransigente a sostegno del gigantesco movimento dei contadini, degli operai, delle popolazioni adivasi contro il regime fascista indù trova il suo ascolto e il suo sostegno. Nella considerazione che la lotta dei popoli oppressi è una, è indivisibile e vincente se diretta dal proletariato con i suoi partiti. E i suoi fronti e i suoi eserciti.

In questo svolgiamo il ruolo di cui abbiamo parlato nell’incontro con Saibaba.

Allora avevamo naturalmente un problema nella battaglia per la sua liberazione, di non rendere pubblici gli incontri col professor Saibaba, di non rendere pubblici aspetti della sua attività militante perché non offrissero il destro all'operazione repressiva persecutoria e oggi omicida. Ora però è giusto restituire la figura di Saibaba a 360°, e restituirla ai proletari, ai popoli per quella che realmente è stata la sua vita che, certamente, la sua compagna, i suoi compagni più vicini conoscono benissimo.


Onore e gloria al professor Saibaba!

Viva il XX Congresso del Partito Comunista dell'India (Maoista)!
Massimo sostegno alla guerra popolare in India!

Massimo sostegno al Partito Comunista dell'India (Maoista) che la guida!

Viva l'internazionalismo proletario e le sue due facce: lo sviluppo della rivoluzione all'interno dei propri paesi; il sostegno a coloro che conducono la stessa rivoluzione in tutti i paesi del mondo.

E Saibaba è parte di questa battaglia.

 video del funerale e della mobilitazione delle masse

 


pc 12 novembre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Bologna, Vasco Rossi, fascisti di governo, antifascismo e nuova Resistenza - Dal carcere di Taranto: voci dalla manifestazione

 

pc 12 novembre - Valencia - grande manifestazione di massa e scontri con la polizia - immagini dirette - "Mazon dimission/Mazon asesino!"

Abbiamo trattato dell'alluvione di Valencia su questo blog e a ORE 12 Controinformazione rossoperaia

pc 6 novembre - Strage e disastri ambientali a Valencia: intervento di un compagno che conosce e che ha seguito la situazione in Spagna di questi giorni

pc 12 novembre - ORE 12 settimanale N. 26 - per leggerlo e stamparlo

 

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pc 12 novembre - PROVE DI ALLEANZA TRA CONFINDUSTRIA BG-BS, BAGNATE DAL SANGUE DELLE MORTI OPERAIE

 

«Persone, Innovazione, Connessioni. Il Dna della Piattaforma manifatturiera d’Europa»: è questo il titolo dellAssemblea generale di Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia, organizzata al Logistic Park dell’aeroporto di Orio al Serio.

Una rassegna che ha raccolto le spinte degli ultimi anni per una sinergia tra due province confinanti e con tanti punti in comune, industriali, economici, sociali, culturali, geografici ed ha visto interventi significativi esaltare il 2023 d’oro della capitale della cultura giocata sull’asse Bergamo-Brescia diventate capitali a pari merito degli introiti legati al turismo ‘culturale’ in virtù di un primato ottenuto con decisione politica quale ‘indennizzo’ post covid.

Interventi di prospettiva che si scontrano con gli interessi specifici e concorrenziali delle varie imprese in campo. Forte il richiamo ad una alleanza tra i due aeroporti provinciali, (come la prima di una lunga serie dicono) con Orio decollato da tempo con oltre 17.000000 di passeggeri, mentre da Brescia parlano

pc 12 novembre - Verso il regime Trump negli Usa - 1

Nomina per nomina, la squadra di Trump sarà una rappresaglia

Potere assoluto Giustizia tra Ken Paxton che vieta l’aborto in Texas e Mike Davis, pronto a «sbattere in galera» la procuratrice che accusa il tycoon

Luca Celada - manifesto

LOS ANGELES

Una cosa è assai probabile per il governo Trump Bis, la parola d’ordine sarà «retribution», una rappresaglia maturata nei quattro anni di “esilio” che non si limiterà a perseguire gli avversari della odiata «sinistra radicale», ma potrà allargarsi a quelli che nel suo stesso partito non lo hanno sostenuto abbastanza, a partire dal tentativo di rimanere al potere quattro anni fa.
Fra le nomine di maggiore portata vi sarà la selezione dell’attorney general. Il ministro è costituzionalmente garante indipendente di giustizia, ma di fatto anche il dicastero che proietta il potere giudiziario del presidente. Lo sarà certo assai di più nella concezione assolutista di Trump che nel primo mandato ruppe con i pur reazionari ministri Jeff Sessions e Willam Barr, quando non vollero sottostare alle richieste più smaccatamente anticostituzionali di usare l’apparato dello stato contro avversai politici.

IN LINEA PER SUCCEDERGLI vi sono dunque nomi che abbinano lealtà assoluta al presidente e

pc 12 novembre - Il presidente Mattarella in Cina per confermare gli accordi commerciali e salvaguardare i profitti dei padroni

 

Prima la Meloni e adesso Mattarella, tutti e due con la scorta di padroni come il presidente di Stellantis Elkann, economisti ecc. ecc. vanno in Cina: è una lunga carovana che ripercorre la via di Marco Polo per fare accordi commerciali con l’obiettivo principale di salvaguardare i profitti dei padroni.

Mattarella, che si è portato la figlia, ci starà 5 giorni, ed è insieme al ministro degli Esteri Tajani (e c’è pure Casini!) per una visita istituzionale e sta incontrando con i maggiori esponenti del governo cinese, innanzi tutto con il presidente Xi Jinping.

L’obiettivo, insieme a tutta una serie di dichiarazioni sui temi più disparati, è stato dichiarato

pc 12 novembre - Caivano: la finanziaria taglia 30 milioni su 40… resta solo la propaganda del governo


“Tagli che stridono non solo con gli annunci fatti ai tempi del decreto Caivano”, secondo un articolo pubblicato dalla Repubblica del 10 novembre, “ma anche con le cronache di questi giorni”.

Nella perpetua propaganda del governo “Era il provvedimento simbolo del governo Meloni per aiutare i giovani che crescono nei quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato smontato dallo stesso governo nella manovra economica.”

Smontato perché “Nel decreto Caivano erano stati inseriti 40 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica, a testimoniare l’attenzione dell’esecutivo a difesa di bambini e ragazzi prede della violenza di strada. E invece, proprio nelle stesse ore nelle quali si registra l’ennesimo omicidio a Napoli, si scopre che nella legge di bilancio quel fondo ‘è stato ridotto a poco più di 10 milioni’”.

Come si ricorderà, il governo moderno fascista Meloni, come gli sciacalli, approfittò della violenza

lunedì 11 novembre 2024

pc 11 novembre - Con la resistenza palestinese e contro la repressione delle lotte, per la libertà di Anan - Da Soccorso rosso proletario


Report dal presidio di ieri al carcere di Terni 
per la liberazione di Anan Yaeesh

Circa 100 - 150 persone ieri pomeriggio hanno partecipato al presidio organizzato davanti al carcere di Terni per chiedere l'immediata liberazione di Anan Yaeesh. Attivisti e attiviste provenienti da varie realtà dell'Umbria, del Lazio e dell’Abruzzo, oltre a rappresentanti  della comunità palestinese del centro Italia e dell'UDAP, hanno ribadito il sostegno alla resistenza palestinese e chiesto l'immediata liberazione di Anan, sequestrato dalle autorità italiane su richiesta dello Stato genocidiario di Israele senza aver commesso alcun reato.

Tra i numerosi interventi che si sono succeduti al microfono, diversi hanno denunciato il Ddl 1660, che alla condizione grave nelle carceri unisce la repressione di ogni forma di protesta, anche pacifica, dei detenuti e dei solidali. Una legge liberticida, da stato di polizia, per reprimere ogni forma di dissenso, sia dentro che fuori le carceri, e che a maggior ragione deve vederci uniti e unite nella lotta. Si è ribadita quindi la necessità della solidarietà di classe, la solidarietà con tutti i prigionieri politici e il fronte unito fra le lotte, di fronte alla guerra, interna ed esterna, a cui paesi imperialisti come il nostro, con il governo fascista Meloni, ci stanno portando.

La risposta dei detenuti si è fatta sentire subito e forte. Dopo aver lanciato loro stessi slogan in solidarietà alla Palestina "Palestina libera, Palestina vincerà, Palestina araba", hanno cominciato a denunciare quanto succede lì dentro, le violenze e gli abusi, chiedendo se tra noi ci fosse un garante, e guardandosi bene dal gridare quando si interrompevano i nostri interventi al microfono per non essere individuati dalle guardie. "Neanche possiamo parlare" hanno aggiunto.

Diversi manifestanti sono stati identificati sia prima che dopo il presidio, che si è concluso rilanciando la manifestazione nazionale unitaria per la Palestina il 30 novembre.

Segue rassegna stampa:

https://www.umbria24.it/attualita/presidio-al-carcere-di-terni-il-grido-dei-manifestanti-liberate-anan-yaeesh/

https://www.umbriaon.it/terni-in-150-al-presidio-fuori-dal-carcere-per-chiedere-liberate-anan-yaeesh/

https://www.radiogalileo.it/cronaca/2024/11/11/195813-presidio-per-la-liberazione-di-anan-yaeesh-davanti-al-carcere-di-terni

https://www.instagram.com/reel/DCMw7o8CtYl/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

https://tv6onair.com/tv6onair-presidio-al-gattabuia-a-fine-di-terni-il-dei-manifestanti-liberate-anan-yaeesh/

https://www.ternitoday.it/attualita/terni-presidio-anan-yaeesh-carcere-2024.html

pc 11 novembre - Gli abusi degli israeliani sui bambini palestinesi: imprigionati, torturati e violentati

Un rapporto raccapricciante di “Save the Children”.

 250 bambini palestinesi ancora incarcerati. I racconti dei sopravvissuti sono atroci.

di Umberto De Giovannangeli da l’Unità

Storie di brutale “normalità”. Immortalata in un video. Il video mostra Wadi Maswadeh nei pressi del checkpoint Abed, vicino alla Tomba dei Patriarchi a Hebron. Il bambino, 5 anni, è terrorizzato e in lacrime mentre viene caricato su una jeep da 7 soldati dello Stato ebraico.

Il bambino è stato fermato per oltre un’ora, condotto a casa e trattenuto per un’altra mezz’ora insieme al padre, bendato e ammanettato dai soldati davanti al figlio. Padre e figlio sono stati poi consegnati alla polizia palestinese, che li ha interrogati e rilasciati. Il video è stato rilanciato da B’Tselem, l’organizzazione indipendente israeliana che monitora i diritti umani nei Territori palestinesi occupati.  L’episodio è del 2013, ma è tornato virale perché mostra una realtà che segna anche il presente. A darne conto è un recente report di Save the Children. “Le condizioni dei bambini palestinesi detenuti dai militari israeliani stanno peggiorando. Hanno raccontato al nostro staff di essere costretti ad affrontare fame e abusi, inclusa la violenza sessuale, e di dover sopportare

pc 11 novembre - I padroni con il governo Meloni si sentono forti: nessun aumento salariale nel contratto dei metalmeccanici - alcune prime considerazioni

Ma questo nella situazione può ritorcersi contro a padroni e governo, perché la realtà impone alla classe operaia il contrario ossia di mettere al centro la lotta per il salario come abbiamo sempre sostenuto:

La lotta per il salario è sempre più necessaria, essa può essere la scintilla che può incendiare le fabbriche e produrre un salto nella lotta degli operai, il settore centrale e determinante dell'insieme dei lavoratori.

Gli operai, opponendosi con la lotta per aumenti salariali corrispondenti alla maggiore intensità del lavoro, alla sproporzione tra entità del salario e aumento del costo della vita, non fanno niente altro che opporsi - come scriveva Marx - "alla svalutazione del loro lavoro e alla degenerazione della loro razza".

https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/06/pc-12-giugno-perche-e-necessaria-e.html?m=1

Anche questa questione è parte del vento che sta tornando a fischiare alle fabbriche, dopo 4 mesi di

pc 11 novembre - giovani Palestinesi/udap - Sì allo sciopero generale del 29 nov. e manifestazione nazionale del 30 novembre

29 NOVEMBRE - SCIOPERO GENERALE

PER LA PALESTINA E IL LIBANO

LA PACE SI FA FERMANDO LA GUERRA

Come realtà palestinesi in Italia lanciamo un appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori, a tutti i sindacati: scioperiamo venerdì 29 novembre per fermare il genocidio in Palestina e l’aggressione sionista in Libano. Opponiamoci ai crescenti sforzi bellici dell’Europa e dell’Italia e all’approvazione del DDL 1660, parte integrante di questa tendenza alla guerra e al riarmo.

Lo sciopero del 23 febbraio e la manifestazione nazionale del 24 febbraio 2024 hanno dimostrato la forza e l’importanza della convergenza dei sindacati e dei lavoratori nella lotta contro la guerra. Ripartiamo da quell’esempio e dallo spirito di quelle due giornate per allargare ulteriormente il fronte, in un momento in cui il clima internazionale e nazionale si deteriora ulteriormente.

Come palestinesi abbiamo sempre rimarcato il valore della resistenza del nostro popolo che, oltre a fronteggiare l’entità coloniale israeliana, deve combattere anche l’imperialismo occidentale al completo. Riteniamo perciò fondamentale sostenere la lotta della classe lavoratrice in Italia. Questo è un passaggio obbligato, poiché lo stesso Stato italiano, che supporta materialmente ed economicamente

pc 11 novembre - PRODUZIONE INDUSTRIALE IN FORTE CALO e Pil quasi inesistente, ma la Meloni continua a raccontare balle

 

Per la Meloni “va tutto bene” sempre, ma la verità è che racconta balle, come abbiamo più volte detto, e la cosa viene confermata ad ogni uscita di dati, come quelli sulla produzione industriale in Italia pubblicati dall’Istat e quelli sul Pil, il prodotto interno lordo.

Il quotidiano Domani del 9 novembre ha pubblicato un articolo con le frasi della Meloni: «Gli indicatori macroeconomici ci restituiscono la fotografia di un’Italia solida, in grado di affrontare le difficoltà meglio di altre nazioni europee, un’Italia che è tornata a correre».

E questo la Meloni lo ha detto “un paio di giorni fa, quando tra una telefonata a Donald Trump, un’altra a Elon Musk e il vertice europeo di Budapest, ha trovato il tempo di salutare gli imprenditori di Brescia e Bergamo riuniti in assemblea”, ma che questa fosse una balla lo hanno capito proprio i padroni che ascoltavano: “Il messaggio della premier forse è stato accolto con qualche perplessità da una platea informata quanto basta per capire che la realtà non coincide con il racconto di Meloni.”

I dati che smentiscono ancora una volta la raccontaballe sono di una istituzione dello stesso Stato, l’Istat: “A settembre, rileva l’istituto di statistica, la produzione industriale è diminuita dello 0,4 per cento rispetto ad agosto e il terzo trimestre dell’anno ha fatto segnare un calo dello 0,6 per cento in confronto ai tre mesi precedenti. Se poi si allarga lo sguardo, il quadro è ancora più sconfortante, visto che da gennaio e settembre la manifattura ha rallentato il passo del 3,4 per cento e la frenata è pari al 4 per cento se si considera il periodo da settembre 2023 a settembre 2024. Piove sul bagnato, perché, come segnala l’Istat, il dato della produzione industriale è negativo da 20 mesi.”

Negativo da 20 mesi, quasi quanto il governo Meloni.

Su questo risultato – continua il quotidiano – “pesa la grave crisi di Stellantis, che ha mandato in negativo del 15,4 per cento nell’arco di un anno l’indice della fabbricazione di mezzi di trasporto. Va male anche il tessile abbigliamento, in contrazione del 10,7 per cento, così come la metallurgia, meno 5,7 per cento. Il quadro complessivo è quello di un’industria che fatica molto, soprattutto nella produzione di beni di consumo, che ha rallentato del 2,5 per cento nel mese di settembre e anche le costruzioni, reduci da una fase di forte espansione, in agosto (ultimo dato disponibile) hanno invertito la marcia, con un calo dell’1,8 per cento rispetto ad agosto”.

Soprattutto la produzione di beni di consumo è calata, cioè le masse popolari comprano meno, perché hanno meno da spendere, mentre, come si vede anche nella tabella, i prezzi sono aumentati, e questo è un altro dato che conferma l’aumento della povertà nel nostro Paese.

Ma anche la “fiducia delle imprese” è ai minimi da aprile del 2021. “In questi ultimi mesi – scrive ancora il giornalista del Domani - è venuto a mancare anche il traino delle esportazioni, diminuite nei primi otto mesi dell’anno dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo è stato ancora più marcato, scrive l’Istat, per quanto riguarda le vendite di prodotti italiani nella Ue, che fanno segnare meno 2,6 per cento tra gennaio e agosto. Un dato che riflette soprattutto la crisi della Germania” alla quale la produzione italiana è strettamente legata.

E per finire, si fa per dire, arriva la batosta sul presunto aumento del prodotto interno lordo. Qui è la stessa Bankitalia ad essere “ancora più pessimista e vede un aumento del Pil non superiore allo 0,6 per cento” mentre il braccio destro della Meloni, il leghista Giorgetti, “scommette” che alla fine dell’anno questo benedetto Pil tornerà “in espansione, dopo la crescita zero dei tre mesi estivi … Una scommessa ad alto rischio – conclude il quotidiano - quella del ministro, ma le ragioni della propaganda a volte sono più forti anche della statistica”. Appunto.

pc 11 novembre - Amsterdam - Il rovesciamento della realtà: i carnefici diventano "vittime" - Un contributo

Ora usano la legittima protesta anti fasci israeliani a pretesto per vietare le manifestazioni pro Palestina e arrestare decine e decine di manifestanti solidali

Da Pungolo rosso 

Sdegno, sgomento, intollerabile, barbarie, momento oscuro, orrore, abisso, terribile anti-semitismo, pogrom, “caccia agli ebrei in quanto tali”, anticipo di un nuovo Olocausto, nuova “notte dei cristalli” [il vero pogrom in cui, nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, squadracce del partito di Hitler, SS, SA, membri della Gestapo e semplici “brave persone” assassinarono in Germania un numero imprecisato di ebrei, forse tra i 1.000 e i 2.000]: ad ascoltare la raffica di dichiarazioni con cui i governanti di “tutto il mondo”, cioè (per essere un po’ più precisi) di Israele, Stati Uniti ed Unione europea, hanno commentato i fatti di mercoledì notte ad Amsterdam, in cui sono stati lievemente feriti 5 hooligan israeliani, la prima parola che ci è venuta in mente, a noi che siamo antifascisti e antinazisti veri da quando eravamo ragazzini, è: vergogna! A maggior ragione perché ad inorridirsi dell’accaduto è quella marmaglia di assassini – con Netanyahu alla loro testa – che sta portando avanti da un anno un efferato genocidio di palestinesi a Gaza e un massacro senza limiti di palestinesi e libanesi in Cisgiordania e in Libano.

Il rovesciamento dei fatti realmente accaduti – a pieno genocidio sionista-occidentale in corso – è di una illimitata impudenza. La tipica, cinica impudenza dell’hasbara che si basa sulla strumentale definizione di “antisemitismo” confezionata dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) con lo scopo di colpire ogni forma di critica allo stato colonialista, suprematista, razzista di Israele, camuffato come espressione della “autodeterminazione degli ebrei”.

Perché di rovesciamento dei fatti realmente accaduti si tratta – un rovesciamento che smentisce perfino i rapporti della polizia di Amsterdam e quanto scritto da alcuni giornali olandesi, che hanno documentato assalti degli hooligans del Maccabi a taxi guidati da arabi (attaccati con piedi di porco, uno è stato interamente distrutto) e ad alcuni palazzi o negozi che esponevano bandiere palestinesi; hooligans che sono stati lasciati scorazzare per le strade della città cantando a squarciagola innocenti slogan di lode del genocidio, come: “Fuck Palestine”, “Morte agli arabi”, “Non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”, e simili. Il capo della polizia di Amsterdam ha parlato anche, a France24news, di “una bandiera palestinese bruciata”. Insomma si è trattato di un episodio di ciò che l’articolo di “Middle East Eye” (che pubblichiamo in traduzione) chiama l’esportazione della cultura del genocidio. A questa provocatoria esibizione della lode del genocidio si erano giustamente preparati a rispondere gruppi di manifestanti pro-Palestina: da qui gli scontri. D’altronde perfino all’ultra-sionista Repubblica risulta che i Maccabi Fanatics sono soliti fare, per sport si capisce, “attacchi agli arabi” da degni seguaci, quali si rivendicano di essere, di Ben Gvir – e detto questo, abbiamo detto tutto.

Ma forse no, perché in questo avvenimento c’è anche qualcosa d’altro. Due giornali olandesi, De Telegraaf e il giornale sportivo Voetbalzone, accennano infatti alla presenza, tra i tifosi del Maccabi, di agenti del Mossad che avrebbero dovuto avere il compito di “proteggere” gli hooligans. Proteggerli, o organizzarli e aizzarli con lo scopo di suscitare una reazione da spacciare poi al “mondo intero” come prova di un “dilagante anti-semitismo”? Fatto sta che è stato proprio il boia Netanyahu ad ufficializzare l’ordine dato “al capo del Mossad e ad altri ufficiali” di “preparare piani d’azione, sistemi di allerta e la nostra organizzazione” in vista di altri “eventi sportivi internazionali che coinvolgono atleti israeliani”. Occhio, quindi, a questi eventi, a cominciare dalla partita di calcio del prossimo 14 novembre a Parigi tra Francia e Israele. Se ne occuperà il Mossad… chiaro?

Per quanto ci riguarda, ci limitiamo a ripetere che i massimi attizzatori di “odio verso gli ebrei”, nella misura in cui questo fenomeno realmente esiste, sono i sionisti, e i loro sostenitori euro-statunitensi. Tra i quali si segnalano uno stuolo di ammiratori aperti o coperti del fascismo e del nazismo. Ad affermare questa verità, peraltro elementare, ci sono anche numerosi ebrei anti-sionisti.

pc 11 novembre - Torino poliziotti truffatori - alla polizia di stato non si fanno mancare niente

 

Torino, sette poliziotti indagati per peculato e truffa allo Stato: usano i mezzi di servizio per fare gli imbianchini e i decoratori

I poliziotti non sono stati sospesi dal servizio, ma gli è stata ritirata l’arma in via cautelare

Per integrare lo stipendio si sarebbero inventati un secondo lavoro come imbianchini, decoratori e artigiani. Nulla di male, verrebbe da dire. Ma i protagonisti di questa storia sono sette poliziotti del reparto mobile di Torino che, secondo l’ipotesi di accusa, eseguivano gli interventi edili durante l’orario di servizio e usavano i furgoni in dotazione al reparto. È questo il canovaccio di un’inchiesta della Procura di Torino, che ieri mattina ha notificato agli agenti un decreto di perquisizione e un avviso di garanzia: le accuse contestate sono associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa ai danni dello Stato, invasione di terreni e inquinamento per smaltimento di rifiuti.

L’indagine - coordinata dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal sostituto Giovanni Caspani - metterebbe in luce come gli agenti, almeno dalla metà del 2022 ad oggi, abbiano approfittato dei furgoni del reparto mobile e dei momenti in cui non erano impegnati in servizi di ordine pubblico per portare avanti una sorta di impresa edile fai da te. Nessun atto formale certificherebbe l’esistenza di una società, ma più semplicemente un accordo tra gli indagati per spartirsi il lavoro. 

Le perquisizioni hanno portato, oltre al sequestro di cellulari e device, all’acquisizione dei registri in cui vengono annotati i turni di presenza in caserma, così da incrociare i dati con i tabulati telefonici degli indagati. Alcuni riscontri sarebbero già emersi la scorsa estate: agli atti ci sono immagini che mostrano gli agenti mentre scaricano macerie e laterizi dai furgoni in dotazione al reparto. I poliziotti non sono stati sospesi dal servizio, ma in via cautelare sono state ritirate le loro armi.

pc 11 novembre - Milano: È nato il Settore Occupato di Città Studi “SOCS 26” - infosolidale

Il Settore Occupato Città Studi prende vita!
Uno stabile abbandonato ad una laconica ristrutturazione da più di 10 anni, per la maggior parte chiuso e inutilizzato. Da quando siamo arrivate per la prima volta in questo Campus come matricole, ci siamo sempre domandate, presto o tardi, a cosa sarebbe mai servito.

Ora abbiamo deciso di dare una risposta.
Questa mattina è stato liberato uno degli spazi che più ha rappresentato l’egemonia dei processi burocratici ed economici rispetto alle necessità di spazi di chi vive l’ateneo.
L’abbandono dello stabile di Celoria 20 è uno dei tanti frutti di incomprensioni e inceppi nel progetto di trasferimento a MIND: l’università spende per far rinnovare edifici didattici, salvo poi lasciarli chiusi in attesa di capire chi ne sarà il proprietario.

Vogliamo invertire questa tendenza, liberando spazi e rendendoli fruibili all’intera comunità studentesca ed accademica.
Per plasmare l’università in senso più libero e critico, è imprescindibile cominciare a viverla alla stessa

domenica 10 novembre 2024

pc 10 novembre - Bene il presidio al carcere di Taranto! - Contro il carcere tortura, le condizioni dei detenuti, contro il Ddl 1660

Compagne e compagni di diverse realtà, di Taranto e provincia, hanno manifestato davanti al cercare di Taranto, con interventi combattivi, canzoni, slogan. Un carcere noto alle cronache per il suo sovraffolamento, per le condizioni in cui i detenuti sono costretti a stare in celle sporche, infestate da insetti, noto per i detenuti suicidati/assassinati per mancanza di assistenza, ma anche per i casi di corruzione, tangenti che hanno portato al processo della precedente direttrice del carcere.

Abbiamo manifestato contro il Ddl sicurezza 1660, che alla condizione grave nelle carceri unisce la repressione, anche fino a 20 anni, di ogni forma di protesta, anche pacifica, di chi sta incarcerato e verso i solidali, più carcere per donne incinta e madri con bambini fino ai 6 anni; ma chiaramente è stato denunciato negli interventi tutto il resto di questo Ddl, questo Stato di polizia e il governo Meloni fascista, che risponde alle lotte dei giovani, dei movimenti pro Palestina, a chi si batte per l'ambiente, alle giuste e necessarie lotte dei lavoratori, solo e soltanto con più repressione.

Ma è stato denunciato anche il memefreghismo dell'amministrazione comunale di Taranto, con sindaco e assessori che pensano solo ai "cambi di casacca" e occupazioni di poltrone e nulla fanno per la condizione dei detenuti, come per il lavoro, il reddito ai disoccupati, alle donne, ai settori poveri di questa città.

 

Nonostante la solita presenza esagerata di carabinieri e polizia, ad un certo punto un folto gruppo, soprattutto di compagne, attraversando i campi, è andato vicino alle mura del carcere dove le persone all'interno potevano sentirci e vederci meglio. Slogan forti, sventolio di bandiere, gridati alcuni nomi di

pc 10 novembre - Immagini della manifestazione di Milano di sabato




pc 10 novembre - BOLOGNA: MIGLIAIA DI ANTIFASCISTI/E IN PIAZZA CONTRO CASA POUND, LA RETE DEI PATRIOTI e la polizia che li difende

Il sindaco di Bologna: «Il governo ci ha mandato 300 camicie nere. Piantedosi spieghi perché»

«Io mi chiedo come sia possibile ancora una volta che Bologna non venga rispettata: domani ci sarà la presidente Meloni in città, ci hanno mandato 300 camicie nere, noi invece vorremmo ancora a chiedere i fondi per l'alluvione. I principali ministri del governo e la presidente del consiglio sono venuti in tre giorni, e esattamente in mezzo arrivano i Patrioti CasaPound".

Indegna canea reazionaria della Meloni e Piantedosi

Migliaia di antifasciste e antifascisti sono scesi nelle strade di Bologna nel pomeriggio di sabato 9 novembre 2024 per contrastare la “calata” nazionale dei fascisti di Casa Pound e della Rete dei Patrioti nel capoluogo emiliano per manifestare – scrivono i fascisti – “contro degrado e criminalità”.

“Dove saremo noi, non saranno loro”, avevano promesso compagne e compagni, annunciando di voler impedire ai fascisti di attraversare il centro città e denunciando il fatto che la Questura li avesse

pc 10 novembre - Abbandonati nel deserto dalla polizia tunisina, l’appello: “I bambini hanno fame, vi prego aiutateci”

Tutto questo e ben interno agli accordi Italia-Tunisia e Governi UE/Tunisia 

Abbandonati nel deserto dalla polizia tunisina, l’appello: “I bambini hanno fame, vi prego aiutateci”
“Qui fa freddo e i bambini hanno fame, abbiamo bisogno di aiuto, vi prego salvateci”: su Fanpage.it parla una delle 18 persone, tra cui donne e neonati, intercettate dalla guardia costiera tunisina mentre provavano a raggiungere Lampedusa. Da sei giorni abbandonati nel deserto senza acqua né cibo.
A cura di Lidia Ginestra Giuffrida

Un puntino rosso su una distesa di sabbia è l’unica traccia di loro: 18 persone abbandonate nel deserto dalla polizia tunisina. Sei uomini, otto donne, di cui tre incinte, diversi bambini e due neonati di quattro e due mesi.

“Siamo senz'acqua e senza cibo, abbiamo donne e bambini qui”, urlano al telefono due di loro, durante un difficile collegamento con Fanpage.it. Vengono tutti dalla Sierra Leone e una settimana fa avevano provato a fuggire dalla Tunisia per raggiungere le coste italiane. Lampedusa non è mai stata raggiunta perché la guardia costiera tunisina, finanziata e addestrata dall’Italia, li ha bloccati, catturati, picchiati e riportati indietro a Sfax per poi abbandonarli nel deserto.

pc 10 novembre - Valencia grande manifestazione di massa e scontri con la polizia - prima info seguiranno informazioni dirette

La rabbia in piazza a Valencia, in decine di migliaia chiedono le dimissioni del governatore Mazón

La rabbia in piazza a Valencia, in decine di migliaia chiedono le dimissioni del governatore Mazón

Alla manifestazione, convocata da associazioni civiche e sindacali per denunciare l’inazione del governo locale di fronte all’alluvione che ha ucciso almeno 223 persone, hanno partecipato 130mila persone. Tensioni con la polizia davanti al municipio

Abbiamo trattato dell'alluvione di Valencia su questo blog e a ORE 12 controinformazione rossoperaia

 pc 6 novembre - Strage e disastri ambientali a Valencia: intervento di un compagno che conosce e che ha seguito la situazione in Spagna di questi giorni

https://proletaricomunisti.blogspot.com/2024/11/pc-6-novembre-strage-e-disastri.html

pc 10 novembre - Stupro di branco a Palermo/condanne ridotte... Alla violenza contro le donne sotto ogni aspetto dobbiamo rispondere con la lotta rivoluzionaria

Tutti gli stupratori del branco che violentarono in modo bestiale una ragazza, Asia, a Palermo nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2023, sono stati condannati in primo grado.

Il 7 luglio scorso Asia fu vittima di un odioso e atroce stupro di branco, abusata in modo bestiale da 7 ragazzi che hanno anche filmato le violenze. “Eravamo 100 cani sopra una gatta”, scrissero nei messaggi i 7 porci stupratori bastardi che l'hanno violentata dopo averla fatta ubriacare filmando lo stupro, mentre lei gridava per il dolore e diceva basta. I porci bastardi continuavano deridendola e l'hanno poi abbandonata sola per strada. La giovane ragazza, verso cui si sollevò immediatamente una forte solidarietà a Palermo che si è estesa in tutto il paese, ebbe la forza di denunciare i porci bastardi che furono arrestati.
Asia poi con altrettanto grande coraggio ha continuato a denunciare sui social la violenza subita anche per aiutare e sostenere altre giovani, donne “ a cui succedono violenze, come è

pc 10 novembre - Profitti a valanga per i padroni delle industrie dell’alta tecnologia, povertà in aumento per il proletariato

Sfiorano i 100 miliardi di dollari, e solo nei primi tre mesi dell’anno, i profitti dei “Magnifici 6”, e cioè, “Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta, Microsoft e Netflix!

“Il dato – come riporta un articolo del Sole 24 Ore del 3 novembre dal titolo Big Tech vale 99 miliardi di utili - implica un rialzo del 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 …  I ricavi sono arrivati a 458,7 miliardi (erano stati 408,5 un anno prima), con l’incremento del 12,3%. Insomma: i numeri mostrano l’espansione del business e della redditività netta.”

 All’interno della crisi globale da sovrapproduzione ci sono tanti settori, come questo dell’alta e altissima tecnologia che comprende la produzione di software, cioè i programmi, e l’hardware e cioè la struttura fisica che fa girare i programmi, che continuano a macinare profitti e ad arricchire gli azionisti, dai loro “proprietari diretti”, Bezos, Bryn, Zuckergerg… ai fondi dei padroni della finanza che gestiscono miliardi di dollari come Blackrock Inc., Morgan Stanley solo per citarne alcuni. Tutti questi sono i portabandiera del capitalismo-imperialismo, della società borghese odierna e siccome “La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione” (v. Il Manifesto del partito comunista), questo settore deve rivoluzionare continuamente i propri strumenti di produzione per rimanere sul mercato che è enormemente competitivo.

E per fare questo servono soldi, infatti, c’è stato anche un “balzo degli investimenti, soprattutto per dominare lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale.” E anche qui si tratta di miliardi: Microsoft, per esempio, 20 miliardi, di cui 14,9 riferiti ad infrastrutture e tecnologia; anche Alphabet 13 miliardi, e Meta 9 miliardi, sempre solo nei primi tre mesi. Sono enormi uscite di denaro che i padroni chiamano investimenti in conto capitale e che recuperano nel tempo, “vengono ammortizzati nel conto economico”.

Questa corsa di miliardi trova “spiegazione soprattutto nella volontà di occupare la prima classe del treno diretto verso l’Artificial intelligence (Ai). Un convoglio il quale, per marciare a piena velocità,