sabato 9 dicembre 2017

pc 9 dicembre - ROMA ORE 11-13 PRESIDIO DINANZI ALL'AMBASCIATA STATUNITENSE IN VIA VENETO




PER
PROTESTARE NEI CONFRONTI DELLA DECISIONE DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI DI CONSIDERARE ARBITRARIAMENTE ED IN VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE GERUSALEMME CAPITALE
DELLO STATO DI ISRAELE 

SI TERRA' UN PRESIDIO
INNANZI ALL'AMBASCIATA USA IN VIA
BISSOLATI/ANGOLO VIA VENETO 

SUL MARCIAPIEDE OPPOSTOALL'AMBASCIATA.
ACCORRETE MUMEROSI/E PORTANDO BANDIERE PALESTINESI.
LA FORZA DELL'ARROGANZA VA BATTUTA CON LA FORZA DELLA RAGIONE

pc 9 dicembre - Gerusalemme da liberare dallo Stato sionista d'Israele e dall'imperialismo del fascio-imperialista Trump - info da Forum Palestina


“Giornata della rabbia”:
2 Palestinesi uccisi e 767 feriti durante scontri con le forze di occupazione



Venerdì, un palestinese è stato ucciso e altri 767 sono rimasti feriti da proiettili e intossicati da gas lacrimogeni, nella “Giornata della rabbia”, l’ondata di proteste scoppiate in tutta la Palestina a seguito della proclamazione di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti.
Alcuni feriti sono stati definiti “gravi.

Il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qidra, ha reso noto che due palestinesi sono stati uccisi e 153 altri sono rimasti feriti, tra cui 3 gravi, negli scontri con le forze di occupazione israeliane in diverse zone della Striscia di Gaza orientale.
53 feriti sono del nord della Striscia, 35 della città di Gaza, 22 del campo profughi di al-Bureij, 37 di Khan Younis, e 6 est di Rafah
Il personale della Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato di aver soccorso centinaia tra feriti e asfissiati nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme.
Le proteste fanno seguito all’appello che Hamas e altre fazioni palestinesi hanno rivolto al popolo palestinese affinché manifesti contro l’arbitrario riconoscimento statunitense di Gerusalemme come capitale di Israele.
Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Gadi Eizenkot, ha annunciato uno stato di allerta generale in seguito all’escalation di scontri in tutta la Cisgiordania e Striscia di Gaza.
(Fonte: Infopal.it )
Gerusalemme.
Durissimi scontri, decine di feriti


E’ un bilancio destinato a salire quello dei dimostranti palestinesi feriti negli scontri di oggi con reparti militari israeliani in Cisgiordania, a Gerusalemme est e lungo la linea di demarcazione con Gaza. Fonti mediche palestinesi rivelando che finora si ha notizia di 114 palestinesi che hanno necessitato soccorsi medici perché feriti da armi da fuoco, o intossicati da gas lacrimogeni o contusi da proiettili rivestiti di gomma.

Scontri sono stati segnalati a sud di Ramallah, dove i soldati israeliani hanno disperso i palestinesi con gas lacrimogeni e idranti; a Betlemme e nella Striscia di Gaza, dove decine di palestinesi si sono radunati vicino alla barriera con Israele e hanno lanciato sassi contro i soldati. A Gaza tre palestinesi sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave.
Le autorità e le organizzazioni palestinesi hanno proclamato per oggi lo sciopero generale in Cisgiordania, a Gerusalemme est e a Gaza per protesta contro le decisione del presidente Usa Donald Trump su Gerusalemme. Lo riporta l’agenzia Wafa che segnala uffici, negozi e scuole chiusi in molte città palestinesi. Già ieri notte, secondo la stessa fonte, ci sono state manifestazioni spontanee di protesta a Gerusalemme, Ramallah, Betlemme e anche nella Striscia di Gaza.
“Facciamo appello per una nuova Intifada contro l’occupazione e contro il nemico sionista, ed agiamo di conseguenza”: lo ha affermato il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso pronunciato dalla propria abitazione a Gaza e trasmesso dall’emittente di Hamas ‘al-Aqsa tv’, mentre nelle strade della città si notano numerose manifestazioni di protesta contro gli Stati Uniti. “Il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele è una dichiarazione di guerra nei nostri confronti”, ha aggiunto.
Il portavoce militare israeliano riferisce che “In seguito ad un esame della situazione da parte dello Stato maggiore, è stato deciso che un certo numero di battaglioni saranno inviati come rinforzo in Giudea-Samaria (Cisgiordania)”. Le forze armate hanno messo in stato di allerta anche altre unità, ha aggiunto, “per far fronte a possibili sviluppi” legati alle proteste palestinesi per il riconoscimento Usa di Gerusalemme come capitale di Israele.
Due razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele. Nelle zone israeliane attorno alla Striscia poco prima erano risuonate le sirene di allarme e i coloni israeliani sonodovuti correre nei rifugi.
Tra le reazioni più dure nel mondo arabo, si segnala quella del leader di Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah,che ha annunciato questa sera una “immensa manifestazione popolare” che si terra’ lunedi’ nei quartieri meridionali di Beirut, feudo del Partito di Dio filo-iraniano, contro la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Nasrallah, che parlava in un discorso televisivo, ha definito quella di Trump una “aggressione degli Usa” e “una seconda dichiarazione Balfour”, con riferimento a quella con cui il ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour nel 1917 dichiaro’ che gli ebrei avevano diritto ad una “casa nazionale” (national home) in Palestina, a quel tempo abitata da una maggioranza musulmana.
( Fonte : Contropiano.org )

pc 9 dicembre - THYSSEN 10 anni dopo - La Procura di Hessen chiede l’arresto di uno dei due manager condannati


Rogo Thyssen, primo passo tedesco: 90 giorni per “adattare” la sentenza italiana

Rogo Thyssen, primo passo tedesco: 90 giorni per “adattare” la sentenza italiana
Lo scorso 14 novembre la Procura generale di Essen ha formalmente richiesto l’esecuzione della sentenza e quindi l’arresto di Harald Espenhahn, l’ex amministratore delegato della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, la filiale italiana, condannato a nove anni e otto mesi di carcere per omicidio colposo plurimo. Da quel momento il tribunale di Essen ha 90 giorni per “adattare” la sentenza italiana al diritto tedesco: la

pc 9 dicembre - A proposito dell'accordo CGIL-CISL-UIL sul CCNL logistica trasporto merci - da SI.COBAS

Comunicato sull’ipotesi di accordo sottoscritto il 3 dicembre per il rinnovo del CCNL logistica trasporto merci

A distanza di due anni dalla scadenza del contratto nazionale, ma a ben 4 anni e 8 mesi dalla scadenza del contratto rinnovato il 1° agosto del 2013 e scaduto il 31 dicembre del 2015, ci troviamo con un altro bidone. L’ipotesi di accordo riconosce quanto era scontato e si muove, ancora una volta, nell’ottica di concedere sconti ai padroni e, soprattutto, in linea con quanto richiesto dal governo e dalle associazioni padronali, ovvero, di procedere sulla linea della limitazione del diritto di sciopero.

ANALIZZIAMO ALCUNI DEI PUNTI PRINCIPALI DI QUESTO ACCORDO.

CLAUSOLA SOCIALE. Dopo che Si Cobas e Adl Cobas avevamo già sottoscritto nel 2016 la clausola sociale con Fedit e con altre realtà padronali a livello locale, era del tutto scontato che nel rinnovo del CCNL fosse contenuto quanto avevamo già imposto in buona parte della committenza. Ma per non smentirsi mai, nel loro ruolo di servi padronali, Cgil Cisl e Uil hanno inserito un paragrafo nel quale si dice che la suddetta clausola vale “nel rispetto dell’autonomia organizzativa apicale dell’azienda subentrante e delle innovazioni tecnologiche, informatiche e di automazione intervenute”. Cosa voglia dire questa frase lo si può facilmente intuire: qualora al momento del subentro dell’azienda la committenza introducesse innovazioni tecnologiche, potrebbe procedere all’esclusione di una parte di lavoratori, in quanto in eccesso rispetto alle nuove condizioni. Si tratta

pc 9 dicembre - info - la sfida di Je sò pazzo...


ma la sfida che serve è quella dei proletari e delle masse popolari che lottano, che costruiscono il proprio partito rivoluzionario, il sindacato di classe, il fronte unito, la forza combattente... e questa non è sul terreno elettorale che marcia - anzi, marcia contro questa ennesima riproposizione del terreno elettorale 

proletari comunisti/PCm Italia
dicembre 2018

“Abbiamo accettato la sfida”. Domenica 17/12 assemblea nazionale a Roma


Costruiamo una lista popolare per le prossime elezioni politiche! Il 18 novembre 800 persone hanno riempito il Teatro Italia. Quando abbiamo lanciato quella proposta non pensavamo che così tante e tanti potessero

pc 9 dicembre - Avanti NOTAV! Fuochi e lacrimogeni al cantiere; fermati tre NoTav


Serata di lotta per questo 8 dicembre No Tav, una data importante che ha visto mobilitazioni dal nord al sud Italia! Sono scesi in piazza questo pomeriggio, infatti, migliaia di No Tap a Lecce, contro un’opera criminale voluta da un governo sordo alle proteste della comunità  salentina e non solo. A loro va il nostro ringraziamento e tutta la nostra solidarietà!
La giornata di mobilitazione è iniziata nel pomeriggio alla pedana No Tav di fronte al campo sportivo di Giaglione, banchetti e concerti hanno accompagnato l’attesa per lalpolentata che ha preceduto l’inizio della passeggiata serale verso la Clarea.
Poco prima delle 21, infatti, in centinaia ci si è mossi verso il cantiere della devastazione, percorrendo il sentiero principale sbarrato ad un certo punto dai jersey e presidiato dalle forze dall’ordine.
Altri gruppi di No Tav hanno invece deciso di addentrarsi nel cuore della Clarea, sfidando il freddo e il buio da quei sentieri conosciuti e praticati oramai centinaia di volte e utili a raggiungere le recinzioni del cantiere.
Poco dopo le 22.30 il cantiere è stati infatti attaccato da più punti e diverse volte. Lanci di lacrimogeni hanno cercato di disperdere i No Tav senza successo.
La polizia con un’imboscata è riuscita a fermare tre giovani No Tav a ridosso delle reti del cantiere, Alice Umberto e Cesare, che al momento sono ancora in stato di fermo. A questi giovani cresciuti sui sentieri di questa valle e alla loro generosità va tutta la nostra solidarietà, nella speranza di rivederli al nostro fianco il prima possibile.
Questa giornata si inserisce in una tre giorni di mobilitazione che ieri ha visto i No Tav impegnati in un’altra passeggiata attorno al cantiere aggirando i blocchi della polizia, e quella di domani che dal mattino a Frazione San Giuseppe ci vedrà impegnati nella pulizia dei sentieri e nella pulizia dei boschi devastati dagli incendi, alle 13 con il buffet a cura dei “Fornelli in lotta” e dalle 18 in poi alla borgata 8 dicembre di Venaus in una discussione allargata sull’emergenza incendi, sulla sicurezza dei territori e delle speculazioni che continuano ad essere fatte sulla nostra terra.
Un’altra giornata di lotta si è quindi conclusa, con un pensiero a Laura che questa mattina ci ha prematuramente lasciati e a tutti i giovani generosi che in questi anni hanno permesso al Movimento No Tav di resistere alla violenza dello Stato.
Alice, Umberto e Cesare liberi subito!
Avanti No Tav!

pc 9 dicembre - EDITORIALE - essenziale per trattare l'attuale questione dei fascisti, che richiede - innanzitutto per i nostri compagni - e poi per l'intero movimento antifascista - chiarezza e mobilitazione

UOVA di SERPENTE  e VASO di PANDORA

Lo sdoganamento, la protezione dei fascio-nazisti, la diffusione a piene mani del razzismo di Stato, l'ampio uso dei mass media come megafono e promozione dei fascio-razzisti per lungo tempo, con trasmissioni televisive occupate da Salvini, ora tocca a Casa pound o Forza Nuova, tutti da Mentana o Piazza pulita, e ancor meglio se usati in situazioni difficili come i quartieri delle periferie urbane, le tensioni intorno all'arrivo dei migranti, ecc., ora cominciano a produrre qualche effetto indesiderato anche per la borghesia. Gruppi di fascio razzisti dando continuità alle azioni notturne e alle aggressioni vigliacche verso migranti, ecc., usano i mass media con azioni a viso aperto, e con iniziative “esemplari” che siano di indicazioni, di pubblicità e propaganda.
Questo produce l'occupazione del centro dei volontari che fanno accoglienza migranti a Como e la sceneggiata sotto la sede di Repubblica ed Espresso.

Lo scandalo rispetto a questo di Istituzioni, governo, Minniti, grande stampa è ipocrita. Siete voi che li avete generati! E' al servizio del vostro sistema che loro si muovono.
La storia non vi ha insegnato nulla? L'”uovo di serpente”, il “vaso di Pandora”, metafore intelligenti di tutto questo, vi stupiscono?

Anche noi siamo convinti che si tratta di un grave passo in avanti che va comunque contrastato da tutto l'antifascismo militante e di opinione.
Noi, secondo la lezione della storia, sappiamo che non contrastare all'inizio questo tipo di emersione, produce la sommersione, il dilagare del fascismo vecchio che si sposa col moderno fascismo fuso con lo Stato di polizia e che produce quella sovversione dall'alto che unita alla diffusione di massa dentro la crisi della “reazione comune”, segna il tempo, dentro e fuori i riti elettorali.

Noi comunisti, e in particolare noi di 'proletari comunisti', non abbiamo mai avuto dubbi su questo. Serve l'antifascismo militante, serve il lavoro di massa là dove è possibile la penetrazione dei fascisti; ma serve pretendere, finchè esiste questa Costituzione nata dalla Resistenza e quindi intrisa di antifascismo, la repressione di Stato verso i fascio-nazisti, l'applicazione della legge Mancini del divieto di ricostituzione del partito fascista, integrato se è il caso dalla messa fuorilegge delle realtà che aggirano queste leggi, come fanno non solo Casa pound, Forza Nuova e feccia simile, ma anche la Lega di Salvini, sempre più grande contenitore anche elettorale di questo. 
Serve protestare noi sotto la Rai e sotto i giornali quando si fanno megafono, in nome della “libertà di stampa”, “libertà di opinione” dei fascisti, delle loro idee, delle loro azioni. Così pure serve apprezzare quando, per ragioni a volte onorevoli, a volte strumentali, giornali e pubblicazioni documentano, informano sulla vera realtà torbida, criminale della forze e azioni dei fascisti, che domanderebbero ben altri provvedimenti, anche negli stadi, rispetto a quelli esistenti.
Per questo siamo oggi solidali con gli articoli di Repubblica e dell'Espresso e incalziamo perchè continuino, perchè anche questo serve, anche quando vengono da un pulpito che non è innocente per ragioni di internità al sistema.

Proletari comunisti – PCm Italia

7 dicembre 2018

venerdì 8 dicembre 2017

pc 8 dicembre - Molti compagni hanno accompagnato il compagno Pierre alla sua tomba oggi a Parigi

Beaucoup de camarades ont répondu présent pour accompagner le camarade Pierre vers sa dernière demeure.
Merci à toutes les personnes présentes. Un hommage public devrait également être organisé et sera annoncé.

pc 8 dicembre - Oggi sepolto al cimitero di Pere Lachaise a Parigi il compagno Pierre - su MAOISTROAD i messaggi di saluto da tutto il mondo

For Pierre - Today is enterred in Pere Lachaise - the cemetery of the Commune's heroes -

Maoist road was founded by PCm Italy, comrades from Galicia and on behalf of the PCM France by comrade Pierre! For this, Pierre lives in all this internationalist work for a new Communist International!


FRANCIA
Le Camarade Pierre est immortel !
Parti Communiste Maoiste - France

ITALIA
Viva Pierre!..compagno maoista francese, fondatore del Partito Comunista maoista di Francia- PCm Italy - traslation french/english/spanish

GALIZIA
HONOR Y GLORIA AL CAMARADA PIERRE!
Comité de Construcción del Partido Comunista maoísta da Galiza

MESSICO
CONDOLENCIAS POR EL FALLECIMIENTO DEL CAMARADA PIERRE EN FRANCIA
- CORRIENTE DEL PUEBLO SOL ROJO MÉXICO

GERMANIA
In Gedenken an Genossen Pierre
- Internationalistisches Kollektiv Berlin Kollektiv Rotes Hamburg

OLANDA
Revolutionaire Eenheid   salutes comrade Pierre, he is immortal!

USA
Solidarity to Maoist Communist Party of France on the passing of Comrade Pierre - Red Guards Austin

GALLES - GRANBRETAGNA
Remembering Comrade Pierre – Our Language is Communism
- Democracy and Class Struggle

GERMANIA
Jugendwiderstand : “Fight, comrades! Fight and comrade Pierre will be immortal”

GRAN BRETAGNA
Revolutionary Praxis Britain on the death of Comrade Pierre

NORVEGIA
Red salute to the living memory of Comrade Pierre
- Tjen Folket Norway

Our warmest Red Salute on Comrade Pierre!
-New Epoch - blog internazionalista

FILIPPINE
Condolences on the death of Comrade Pierre
Philippines NPSP

USA
Fly High the Red Flag for Comrade Pierre!
– Queen City Maoist Collective, USA

MANIPUR
for Pierre

TUNISIA
 pour Pierre - Organisation du travail communiste

CILE
Periódico El Pueblo Chile for Pierre

COLOMBIA
Revolucion Obrera Colombia por el camarada Pierre

BRASILE
A Nova Democracia - Brasil for Pierre

CANADA'
 - PCR Quebec pour Pierre

ICSPWI - thankyou comrade Pierre, untiring supporter of people's war in India!
INDIA VERMELHA - por Pierre

USA
.: Comrade Pierre, Red Salute! Tampa Maoist Collective.

SRY LANKA
for Pierre from Sry Lanka,

USA
,,comrade Pierre has fallen, a revolutionary senior leader of the Maoist Communist Party of France (Parti Communiste Maoïste – PCM) - redguards los angeles.

IRLANDA
Irish Socialist Republicans: On the Death of Comrade Pierre

 AFGANISTAN
salute of Communist (Maoist) Party of Afghanistan

Camarade Pierre vendredi 8 matin, à 10h, au cimetière du Père Lachaise salle Maumejean.

pc 8 dicembre - Ondata di perquisizioni in Germania contro i centri di sinistra e oppositori del G20 di Amburgo - massima informazione e solidarietà

Martedì 5 dicembre sono state compiute complessivamente 25 retate in diverse città tedesche. Obiettivo delle perquisizioni domiciliari sono stati centri del movimento di sinistra e contro presunti colpevoli sono in corso le istruttorie per l’importante indizio di reato della “grave violazione della pace”. Concretamente si tratta di indagini sulla situazione al Rondenbarg nelle ore mattutine del 7 luglio in cui gli/le oppositori/trici al G20 sono stati attaccati massicciamente dalla polizia e in parte feriti gravemente. Secondo il SoKo questo gruppo di persone viene supposto essere il “blocco nero” Indagano soprattutto su 75 accusati  noti  e su 26 ignoti. Uno dei colpiti è Fabio.
Durante le perquisizioni nessuno è stato arrestato, ma è stato sequestrato materiale che per l’accusa dovrebbe provare la complicità e la pianificazione. Qui si tratta prevalentemente di supporto dati come cellulari, portatili, mezzi di memorizzazione. Alla conferenza stampa sono state presentate dalla polizia anche “armi” presunte, sequestrate durante perquisizioni in Baden-Wuerttenberg. Queste dovrebbero ribadire la pericolosità dei perquisiti. Si è trattato però in gran parte di nebulizzatori di sostanze irritanti, seghe, coltelli e adesivi.
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In risposta alle perquisizioni domiciliari oggi 5 dicembre a Stoccarda si è svolta una manifestazione alle 18 in Rotebuehlplatz:
Dopo che gli sbirri stamattina hanno compiuto a livello nazionale perquisizioni domiciliari contro attivisti/e, in prima serata abbiamo indetto una manifestazione in solidarietà con i/le compagni/e

pc 8 dicembre - ILVA - SULL'INCONTRO PUBBLICO DEL 6 DICEMBRE

L'incontro pubblico promosso dallo Slai cobas per il sindacato di classe e dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro e la salute sul territorio il 6 dicembre sull'Ilva, ha avuto una buona partecipazione rappresentativa e ha indicato decisioni importanti per il futuro dell'azione delle lotte a Taranto e a livello nazionale sulla questione Ilva, come paradigma e centro di tutte le vicende di questo tipo.
Questo incontro è stato fatto il 6 dicembre – 10° anniversario della Thyssen – volutamente, per ricordarla non con le parole ma con i fatti di un'azione che continua al servizio della classe operaia e delle masse popolari.

Si è partiti innanzitutto dal maxi processo ai padroni assassini e ai loro complici dell'Ilva, dando la parola agli avvocati che rappresentano le parti civili, operai Ilva, lavoratori del cimitero, gruppi di abitanti dei quartieri inquinati, ecc. Gli avvocati hanno fatto il punto preciso e dettagliato delle vicende legali in corso, con una denuncia in relazione ai tempi e all'andamento del processo, e all'azione degli legali degli imputati che in maniera spudorata puntano a difendere i loro assistiti “dal processo” e non nel processo. Si è esaminato come intervenire dentro questo processo affinchè risponda alle aspirazioni di giustizia, portate dalle parti civili, ma come espressione degli interessi generali degli operai dell'Ilva e masse popolari tarantine.
Sono state quindi lanciate da questa significativa tribuna due iniziative nel merito:
organizzare una presenza di massa delle centinaia di parti civili al processo in forme adeguate a “impressionare” e ad evidenziare la drammatica e sistemica contraddizione di cui questo processo è espressione.
A questo si unirà l'azione congiunta degli avvocati per sostenere la richiesta di sequestro, blocco dei fondi degli imputati, per evitare che il processo arrivi a condannare delle persone divenute ormai delle “scatole vuote”.

Ma l'incontro ha visto la presenza di legali di altre città, segnatamente Palermo, che traendo molti insegnamenti dalla vicenda Ilva madre di tutti i processi, hanno assunto l'impegno di estendere il fronte degli avvocati su scala nazionale per portare in tutti i tribunali la natura nazionale di questo processo di Taranto che influenza l'andamento e le sentenze di tanti altri processi in materia su scala nazionale.
Così come il rappresentante della Rete nazionale sicurezza delle sedi del Nord ha portato il suo impegno ad organizzare delle assemblee, a Milano, Bergamo, Torino, per informare della battaglia a Taranto e ha lanciato la proposta di una nuova marcia nazionale ed eventualmente di una nuova manifestazione nazionale a Taranto, dopo quelle che ci sono state nel passato sia per la Thyssen, sia a Taranto alcuni anni fa, legate alle morti sul lavoro.

Questa assemblea ha vissuto due momenti emotivamente coinvolgenti e di grande spessore rispetto alla battaglia in corso.
Con voce pacata, ma sempre intensa il padre di Francesco Zaccaria, il giovane operaio morto all'Ilva per il crollo della gru, ha riattraversato la vicenda, partendo dal fatto che, come ha scritto lo Slai cobas sc, quello è stato un assassinio, un assassinio annunciato e in una certa misura predisposto, che aspettava l'evento per realizzarsi; in cui le responsabilità dell'Ilva, dei suoi padroni, dei capi, degli organi di controllo, delle aziende costruttrici dell'impianto sono gravi, documentate e inoppugnabili. Ma proprio questa loro inoppugnabilità non passa nei Tribunali, tale che Zaccaria ha potuto affermare senza ombra di smentita “io non ho fiducia nella giustizia”, e che questa battaglia deve essere fatta effettivamente perchè si sappia la verità e si sviluppino coscienza, condizioni e movimento che permettano di contrastare queste morti annunciate (tutto l'intervento di Zaccaria sarà reso disponibile, per coglierne tutta la forza e l'appello che esso contiene).

L'altro è stato un breve intervento di un operaio dell'Ilva che, richiamando le parole di Zaccaria e i contenuti di altri interventi, ha affermato che se effettivamente non c'è giustizia e se le condizioni degli operai, dei cittadini restano così, l'unica soluzione è la rivoluzione. La cosa ha colpito perchè viene dalla voce diretta di un operaio come tanti altri, più attivo, che vede con i suoi occhi l'andamento del processo, l'andamento della fabbrica e trae da questi elementi, da questa conoscenza ed esperienza, la necessità, inevitabilità che gli operai percorrano un'altra strada, quella rivoluzionaria.

Infine, importante è stato in questa assemblea l'intervento di associazioni impegnate in prima fila nella lotta ambientale della città, peraltro rappresentate in questa occasione da ex operai dell'Ilva. Il rappresentante di “Libera” ha ricostruito sia l'esperienza personale dentro la fabbrica, ricordando come negli anni '70 e immediatamente successivi la classe operaia abbia messo nelle lotte energie e proposte che avrebbero permesso di frenare l'ondata dei morti e la dinamica che ha portato al disastro ambientale; e di come questa battaglia si sia persa lungo la strada. Ma essa resta centrale, perchè senza la classe operaia non si può vincere all'Ilva e in città. 'Libera' ha ricordato anche l'impegno sulla Thyssen dell'associazione di Don Ciotti.
La Lega ambiente, dopo aver riproposto la linea generale dell'unità lavoro, salute, ambiente che ne caratterizza l'azione negli ultimi anni a Taranto, ha posto l'accento sulla battaglia in corso, sulla necessità di opporsi ai diktat del governo, del sostegno al Sindaco e amministrazioni locali rispetto al contrasto in corso col governo.

Infine Peace Link, rappresentata dal suo responsabile più noto e impegnato nella vicenda Taranto, Alessandro Marescotti, ha segnalato che il cuore di questa battaglia in corso col governo debba riguardare l'opposizione all'impunità per commissari e nuovi padroni contenuta nei decreti che porterà in fabbrica e in città a spuntare l'arma dei ricorsi e dell'opposizione anche giudiziaria allo strapotere dei padroni di questa fabbrica. Le associazioni ambientaliste unite daranno battaglia su questo sin da questi giorni.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha portato dentro l'assemblea l'appello all'azione comune subito, nella lotta contro il 'fronte comune' che padroni, governo e pezzi del sindacato confederale realizzano, riconoscendo tutti, al di là delle diverse posizioni, che il cuore di questa battaglia è la mobilitazione degli operai, e che senza di essa o vi sono i diktat di governo e padroni o dieci volte il “deserto nocivo” di Bagnoli. Ma ha fatto soprattutto un forte appello agli operai presenti perchè non si scoraggino sugli ancora pochi numeri di operai coscienti, ma comincino a costruire dal basso organizzazione e lotta autonoma dai sindacati confederali, superando sfiducia, attesismo; e lancino loro alla popolazione dei quartieri inquinati un messaggio di unità operai/cittadini. Perchè – ha concluso lo Slai cobas sc - solo con la forza, che la fabbrica rende collettiva, della classe operaia si può vincere.

Sono a disposizione materiali, portati all'incontro, sulle udienze del processo Ilva e su un lavoro approfondito, documentato e soprattutto “di parte” sulla crisi della siderurgia a livello mondiale.

Oltre una parte degli interventi che pubblicheremo nei prossimi giorni, è a disposizione la registrazione di tutto l'incontro del 6 dicembre


Si possono richiedere a slaicobasta@gmail.com - 3475301704

pc 8 dicembre - Ricordare la strage della Thyssen, contro le ipocrisie, per rafforzare la lotta contro il sistema del capitale

I dieci anni dalla strage della Thyssen hanno giustamente acceso i riflettori su quella tragica giornata per la classe operaia del nostro paese.
Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che quelle morti operaie gridano ancora oggi vendetta, ancor più se si pensa che la tragica catena di morti sul lavoro è tranquillamente continuata in tutti questi anni fino ad oggi.
Contro i padroni assassini non ci sono tribunali che tengano. Le morti operaie sono frutto di un sistema capitalista che sfrutta fino all'osso l'operaio, perchè non si cura affatto della sua vita perchè il primato è quello del profitto.
Ricordare la strage della Thyssen ha senso non attraverso le parole ipocrite di istituzioni, stampa, ecc. ecc., ma raddoppiando l'impegno per abbattere il sistema capitalista.
Abbattere il sistema capitalista richiede però non un'aspirazione generica e un fine da iscrivere nei progetti e nei programmi delle forze politiche e sociali che si rifanno al movimento operaio; richiede una battaglia quotidiana finalizzata alla rivoluzione e alla conquista del potere politico della classe operaia, e richiede oggi una guerra di classe.
Questa battaglia quotidiana e questa guerra di classe nel nostro paese ancora non c'è nelle fabbriche e nei posti di lavoro per responsabilità principale dei sindacati complici e per i livelli di coscienza e di organizzazione delle avanguardie operaie.
Servono strumenti per affrontare questa battaglia, articolazioni del lavoro politico e sindacale delle forze autenticamente comuniste. Si deve all'azione di 'proletari comunisti' la creazione in questi anni dell'unico strumento che in determinate fasi è stato in grado di incidere e di agire su questo terreno, a partire dalla fabbrica della morte Ilva di Taranto e dalla strage della Thyssen.
Ma 'proletari comunisti' si è trovato solo come forza politica a sostenere questo e ha potuto contare solo sullo Slai cobas per il sindacato di classe e poche altre realtà, come strumenti di proposta e di aggregazione.
Hanno disertato questa battaglia buona parte dei sindacati di base, e un velo pietoso va steso sui centri sociali e su organizzazioni che si autodefiniscono rivoluzionarie.
L'anniversario della strage della Thyssen, insieme alla enorme questione Ilva di Taranto mette d'avanti che la “pratica” è ancora aperta e che 'proletari comunisti' è qui a continuare questo lavoro.

Nel valutare, quindi, cosa è oggi politica, cosa è “ricostruzione del tessuto di classe”, cosa è “lavoro per la crescita della coscienza di classe e dell'organizzazione di classe”, o si parte da fatti come questi oppure si sta parlando d'altro. 

pc 8 settembre - Portare a fondo l'inchiesta sulla esecuzione di Stato dei 4 compagni delle BR a Genova

Alcuni settimane fa uno scarno trafiletto apparso sul Corriere della Sera dava notizia della riapertura di un'inchiesta su ciò che realmente accadde in via Fracchia a Genova il 28 marzo 1980, in cui furono uccisi quattro compagni delle BR, Riccardo Dura, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli e Anna Ludmann.

Il fascicolo è aperto per “omicidio contro ignoti”, in seguito all'esposto presentato da Luigi Grasso, assistente universitario, arrestato nel '79 per appartenenza alle BR e poi prosciolto e risarcito.
Luigi ha ottenuto e poi esaminato i documenti di quel blitz per anni, ed è riuscito a trovare riscontri per rovesciare la verità ufficiale che lo Stato borghese e i vari governi ci hanno propinato in tutti questi anni. Per esempio vi sono contenuti i risultati dell'autopsia di Riccardo Dura, in cui è scritto che fu ucciso con un solo proiettile nella regione occipitale sinistra, esploso da 30 cm. E' evidente – scrive Grasso nell'esposto - che è stata un esecuzione, un colpo alla testa contro un uomo fatto straiare per terra”. Così come risulta che gli altri brigatisti sono stati colpiti da molti proiettili. A nessuno furono fatti vedere a suo tempo i corpi dei compagni uccisi. Alla madre di Anna Ludmann, in particolare, che insistette, non è mai stato fatto vedere il corpo della figlia.

Un esposto in realtà schiacciante, su cui il procuratore Cozzi dice di averlo preso in considerazione per “atto dovuto” e parla di “valutazione di eventuali accertamenti”.
Ma la giornalista, autrice del trafiletto, aggiunge che è possibile che il fascicolo sia presto archiviato.

Noi e Soccorso rosso proletario, nel quadro del lavoro di denuncia della repressione di Stato e della storia di essa, darà continuità a questo esposto, senza nessuna particolare fiducia, ma per affermare netto e chiaro che quella dei compagni è stata una esecuzione, parte di quel terrore di Stato con cui la borghesia ha risposto alla lotta armata in Italia.

Perchè quella dei compagni delle BR è stata un'esperienza storica a cui qualsiasi compagno o organizzazione che voglia fare la rivoluzione in questo paese è debitore e le cui lezioni, positive e negative, valgono oggi. 

pc 8 dicembre - Uovo di serpente e vaso di pandora...

Lo sdoganamento, la protezione dei fascio-nazisti, la diffusione a piene mani del razzismo di Stato, l'ampio uso dei mass media come megafono e promozione dei fascio-razzisti per lungo tempo, con trasmissioni televisive occupate da Salvini, ora tocca a Casa pound o Forza Nuova, tutti da Mentana o Piazza pulita, e ancor meglio se usati in situazioni difficili come i quartieri delle periferie urbane, le tensioni intorno all'arrivo dei migranti, ecc., ora cominciano a produrre qualche effetto indesiderato anche per la borghesia. Gruppi di fascio razzisti dando continuità alle azioni notturne e alle aggressioni vigliacche verso migranti, ecc., usano i mass media con azioni a viso aperto, e con iniziative “esemplari” che siano di indicazioni, di pubblicità e propaganda.
Questo produce l'occupazione del centro dei volontari che fanno accoglienza migranti a Como e la sceneggiata sotto la sede di Repubblica ed Espresso.

Lo scandalo rispetto a questo di Istituzioni, governo, Minniti, grande stampa è ipocrita. Siete voi che li avete generati! E' al servizio del vostro sistema che loro si muovono.
La storia non vi ha insegnato nulla? L'”uovo di serpente”, il “vaso di Pandora”, metafore intelligenti di tutto questo, vi stupiscono?

Anche noi siamo convinti che si tratta di un grave passo in avanti che va comunque contrastato da tutto l'antifascismo militante e di opinione.
Noi, secondo la lezione della storia, sappiamo che non contrastare all'inizio questo tipo di emersione, produce la sommersione, il dilagare del fascismo vecchio che si sposa col moderno fascismo fuso con lo Stato di polizia e che produce quella sovversione dall'alto che unita alla diffusione di massa dentro la crisi della “reazione comune”, segna il tempo, dentro e fuori i riti elettorali.

Noi comunisti, e in particolare noi di 'proletari comunisti', non abbiamo mai avuto dubbi su questo. Serve l'antifascismo militante, serve il lavoro di massa là dove è possibile la penetrazione dei fascisti; ma serve pretendere, finchè esiste questa Costituzione nata dalla Resistenza e quindi intrisa di antifascismo, la repressione di Stato verso i fascio-nazisti, l'applicazione della legge Mancini del divieto di ricostituzione del partito fascista, integrato se è il caso dalla messa fuorilegge delle realtà che aggirano queste leggi, come fanno non solo Casa pound, Forza Nuova e feccia simile, ma anche la Lega di Salvini, sempre più grande contenitore anche elettorale di questo. 
Serve protestare noi sotto la Rai e sotto i giornali quando si fanno megafono, in nome della “libertà di stampa”, “libertà di opinione” dei fascisti, delle loro idee, delle loro azioni. Così pure serve apprezzare quando, per ragioni a volte onorevoli, a volte strumentali, giornali e pubblicazioni documentano, informano sulla vera realtà torbida, criminale della forze e azioni dei fascisti, che domanderebbero ben altri provvedimenti, anche negli stadi, rispetto a quelli esistenti.
Per questo siamo oggi solidali con gli articoli di Repubblica e dell'Espresso e incalziamo perchè continuino, perchè anche questo serve, anche quando vengono da un pulpito che non è innocente per ragioni di internità al sistema.

Proletari comunisti – PCm Italia

7 dicembre 2018

giovedì 7 dicembre 2017

pc 7 dicembre - Grecia. Lavoratori sfondano porta Ministero. “Il diritto di sciopero non si tocca” - Anche in Italia servirebbe farlo

La notizia che il governo Syriza sta per varare delle leggi che attaccano il diritto di sciopero, ha ricevuto l’immediata risposta del movimento sindacale di classe greco, con una manifestazione promossa dal PAME ad Atene. Una  manifestazione militante molto determinata che aveva chiesto di incontrare il Ministro del Lavoro. Una volta che questo ha rifiutato di incontrare la delegazione, la testa del corteo ha buttato giù a spallate l’ingresso del Ministero che, come hanno gridato i manifestanti, rappresenta i padroni e non i lavoratori.
Il corteo ha fatto tappa davanti al parlamento greco dove ha lasciato una grande scritta che recita “Giù le mani dal nostro diritto di sciopero” per poi piombare rumorosamente sulla residenza del Primo Ministro Alexis Tsipras,  la reazione particolarmente violenta della polizia però non ha scompaginato la dimostrazione ottenendo il temporaneo ritiro del disegno di legge contro il diritto di sciopero.
In una nota il PAME denuncia l’ennesimo attacco ad una manifestazione di lavoratori con manganelli e bombe lacrimogene da parte di quello che non nasconde di essere uno dei Governi più sottomessi alla Troika.
da comunicato usb contropiano

pc 7 dicembre - Sigonella base operativa per le strategie di supremazia nucleare USA

Antonio Mazzeo | antoniomazzeoblog.blogspot.it

03/12/2017

Capitale mondiale dei droni da guerra, base avanzata per le forze speciali e di pronto intervento USA e NATO e, da oggi, anche centro strategico per i programmi di supremazia nucleare planetaria delle forze armate degli Stati Uniti d'America. Segretamente, senza che mai il governo italiano abbia ritenuto doveroso informare il Parlamento e l'opinione pubblica, sta per entrare in funzione nella grande stazione siciliana di Sigonella la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), la stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di "pronto allarme" USA per l'identificazione dei lanci

pc 7 dicembre - Trump e Stato sionista d'Israele incendiano la Palestina e tutto il mondo arabo - Guerra popolare contro imperialismo, sionismo, regimi reazionari arabi


“Facciamo appello per una nuova intifada contro l’occupazione e il nemico sionista”. All’indomani della decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d’Israele e di volervi trasferire l’ambasciata Usa, scontri sono scoppiati in tutta la Cisgiordania. La Mezzaluna Rossa parla di 60 feriti. Tre dimostranti sono rimasti feriti dal fuoco di militari israeliani a Khan Younes, lungo il confine con la Striscia di Gaza
Gerusalemme, sciopero generale contro la decisione di Trump: scuole e negozi chiusi nei territori palestinesi.

pc 7 dicembre - La fogna omertosa chiamata Brigata Folgore - assassinio coperto da generali e ministri


pc 7 dicembre - Il grande sciopero generale contro la TAP a Meledugno

Circa 3000 persone hanno attraversato le strade di Melendugno per gridare il proprio NO a un'opera dannosa, inutile, pericolosa. Già nei giorni scorsi si annunciava una settimana epocale per il movimento popolare nato dal basso contro il gasdotto che dovrebbe arrivare sulle coste salentine.

Domenica scorsa una grossa assemblea aveva coinvolto e raccolto la solidarietà di centinaia di persone nel pieno centro di Lecce, raccontando di un territorio ormai completamente in balia delle forze dell’ordine da 60 giorni, con il futuro cantiere circondato da filo spinato e gli abitanti della zona sistematicamente intimiditi a ogni cenno di protesta. A inizio settimana è arrivata l’adesione allo sciopero contro il TAP della quasi totalità dei commercianti di Melendugno che oggi hanno chiuso le saracinesche con il cartello “Chiudo per dignità. Noi non vendiamo la nostra dignità, noi non vendiamo la nostra terra. NO TAP”  per potersi unire al corteo. Alle ore 7:00 di stamattina in centinaia di persone si sono ritrovate al campo sportivo del paese, una fiumana di gente che si è ingrossata fino a raggiungere le tremila persone che sono arrivate fino a piazza risorgimento. Da lì i manifestanti si sono spostati fino al lungomare di San Foca, completamente blindato da centinaia di agenti in assetto anti-sommossa. Alcuni NOTAP sono però riusciti ad arrivare fino a ridosso della zona rossa dove sta ancora continuando la protesta. Nuove iniziative di lotta sono previste per il week-end dell’immacolata tra cui un grande corteo a Lecce  con partenza da Porta Napoli.
Già qualche giorno fa i notap annunciavano che la consapevolezza tra la popolazione stava crescendo inesorabilmente così come la mobilitazione “ormai il vento è diventato Tempesta, e tutta la popolazione unita sta combattendo in una lotta epocale” e oggi concludono “uno tsunami si sta abbattendo su San Foca. Un'onda gigantesca di gente consapevole che la propria dignità ha un valore enorme”. E non si può che dar loro ragione quando aggiungono UNITI SI VINCE! 
(Foto dalla pagina FB del MOVIMENTO NOTAP)

pc 7 dicembre - HAIDARA DEVE RESTARE IN ITALIA! APPELLO ALLA SOLIDARIETA' IMMEDIATA!

Taranto - Minniti detta e i giudici eseguono. Un altra sentenza d'appello negativa per la richiesta d'asilo di migranti.

La sentenza che ha ricevuto Haidara del centro d'accoglienza Bel sit di Taranto è esemplare.
Rischia di essere espulso un giovane migrante che da più di 4 anni sta nel nostro paese;

uno dei migranti che per primo ha organizzato con lo Slai cobas sc gli altri migranti per ottenere, dopo una lunga lotta, i documenti di identità per tutti; che dopo non si è fermato, ha continuato nel Bel sit ad assere una voce e un'azione chiara di difesa dei diritti dei migranti, in particolare contro il tentativo di repressione verso alcuni suoi compagni di lotta - e anche qui, con noi, ha vinto; è un punto di riferimento per migranti anche di altri centri, per autorganizzarsi sulle condizioni indegne di alloggio, per i permessi di soggiorno, i documenti, per l'ottenimento dei permessi d'asilo, ecc.;
anche a livello nazionale Haidara ha rappresentato e dato voce alla condizione dei migranti a Taranto, alla situazione di violenze nell'hotspot in alcune maniufestazioni a Bari, a Roma.

Per la sua battaglia per la giustizia, i diritti ai migranti continua ad essere oggetto di minacce, di violazione di diritti elementari sulla salute, su un mangiare adeguato alla sua patologia da parte

pc 7 dicembre - NELL'ANNIVERSARIO DELLA THYSSEN, UN ALTRO INCENDIO IN UNA FABBRICA A TORINO - MA LA PRODUZIONE CONTINUA... MALEDETTI PADRONI ASSASSINI E I LORO COMPLICI DI STATO!

(Dalla stampa di Torino)

Due operai ustionati in fabbrica nel giorno del decennale Thyssen

Si è sviluppato un incendio e i due sono stati investiti dal fuoco. Da un serbatoio sarebbe divampata una grossa fiamma che ha preso in pieno i tre, in quell’istante al reparto solventi. I due feriti, trasportati in ospedale, sono in codice rosso: si tratta di Giuseppe Gerosa, 76 anni, e Domenico Olpeni, 61 anni. La fabbrica è la Vaber, produce componenti per automotive e nautica.

Entrambi i ricoverati hanno ustioni al volto e alle vie aeree. sono intubati e in prognosi riservata (ma sarebbero fuori pericolo). Il 76enne Gerosa è un consulente esterno. Olpeni è invece uno storico operaio dello stabilimento andato in pensione ma ancora consulente interno all’azienda. I tre stavano lavorando con un solvente e all'improvviso sono stati investiti da una potente vampata di vapore partita da un serbatoio.

La sindaca Chiara Appendino si è recata al Cto - subito dopo aver lasciato il cimitero di Torino per la commemorazione delle vittime della Thyssenkrupp - «per far sentire la vicinanza della città ai due feriti nell’incidente alla Vaber e alle loro famiglie».

L’azienda prosegue la sua attività. Gli addetti della Vaber alcuni minuti fa hanno chiuso il cancello dell’azienda, ma all’interno non si è fermata la produzione. Così come non si è interrotto il via vai di mezzi che trasportano materiali per le lavorazioni all’interno dello stabilimento.

mercoledì 6 dicembre 2017

pc 6 dicembre - Sul blog tarantocontro le ultime sull'ILVA TARANTO - Oggi incontro operai - parti civili - avvocati - associazioni - ambientalisti. Info bastamortesulòlavoro@gmail.com

Sindacati confederali subito sul carro del 'dialogo'... Ma il problema sono i fatti e risultati concreti per operai e masse popolari e non il dialogo.


Incontro Melucci -Calenda oggi - il problema è che i fatti stanno a zero - prima avvio reale copertura parchi, poi eventuale revoca ricorso, mentre il tavolo trattativa romana va riconvocato subito - ma su questo o contro questo - vale solo la posizione operaia: NESSUN ESUBERO - Tutti in AM Investco - salvaguardia salari e diritti - bonifica subito a cominvìciare dai parchi minerali.

Questa posizione può essere imposta con lo sciopero unitario operai-masse popolari cittadine


Ilva, il ministro Calenda in città - arriva senza preannunci - tratta con i diktat nelle stanze chiuse - così vince lui sulla pelle di operai e cittadini


Tavolo negoziale per Taranto


Calenda, l' "irresponsabile" e il ricattatore

Calenda: la fabbrica «rischia di chiudere... se il Tar concederà la sospensiva si dovrà iniziare il processo di spegnimento... "Ci sono 3 mali -attacca Calenda- che hanno condizionato tutta la seconda Repubblica: la politica dei ricorsi al Tar; la fuga dalla realtà, quando si promettono cose che non si possono fare; l'irresponsabilità nei confronti delle conseguenze degli atti".
Calenda sta giocando molto sporco! Dice il falso (perchè non è affatto vero che la fabbrica può chiudere per il ricorso al Tar). La realtà è che agita il ricatto per imporre i piani di Mittal e del governo. 
"I mali che hanno condizionato tutta la seconda Repubblica" sono tutt'altro, e su questo basta guardare proprio all'Ilva: i "mali", endemici in questo sistema in cui Stato e governo sono comitati di affari al servizio dei capitalisti, sono la salvaguardia sempre e solo dei profitti e dei piani dei padroni, prima di Riva, ora della ArcelorMittal, che se ne fregano dei diritti dei lavoratori e della salute di operai e cittadini; sono i 12 decreti fatti dai governi sia di centro che di "sinistra" che hanno permesso di continuare a distruggere le vite di operai, donne, bambini, di dare l'immunità ai commissari e ai nuovi padroni Ilva, di preparare tagli di migliaia di posti di lavoro in Ilva, e subito niente salari e licenziamenti nelle ditte dell'appalto, di non fare nessuna bonifica, rimandare sine die la copertura dei parchi minerali, ecc.
Questa è la vera e criminale "irresponsabilità", questa è la cosciente e perseverata "fuga dalla realtà", di migliaia e migliaia di operai, persone, donne, bambini... 

RESPINGIAMO CON LA LOTTA UNITARIA LAVORATORI/CITTADINI DI TARANTO QUESTO SPORCO RICATTO! 

Cosa c'è dietro i nuovi padroni indiani - Ora vogliono espandersi nel mercato mondiale - In questo quadro c'è l'Ilva di Taranto

pc 6 dicembre - "Reintegrate la mamma licenziata!”, i dipendenti Ikea di Corsico in sciopero


La rabbia dei colleghi della donna: «Ci trattano come mobili da smontare e rimontare»
I dipendenti di Corsico hanno esibito cartelli con su scritto «Pessima Ikea»
«Ci trattano come mobili da smontare e rimontare. Per loro siamo solo numeri senza diritti». Davanti allo stabilimento Ikea di Corsico alle porte di Milano sono in più di 200. Hanno le bandiere del sindacato e pure dei Cobas. Cartelli con su scritto «Pessima Ikea» e tanta rabbia in corpo. Sono qui a protestare per il licenziamento dopo 17 anni di lavoro di una loro collega, Marica Ricutti, mamma separata e con 2 figli di cui uno disabile, che non sarebbe riuscita a garantire i turni di lavoro dovendo accudire i figli. Al presidio c’è anche lei in un mare di lacrime: «Vi ringrazio tutti. A questa azienda

pc 6 dicembre - Trump solleva una pietra che cadrà sui piedi dell'imperialismo, dello stato sionista israeliano e su tutti gli stati reazionari dell'area

Trump pronto a dichiarare Gerusalemme capitale


Gli Stati Uniti riconoscono implicitamente Gerusalemme come capitale di Israele. Donald Trump dà seguito agli annunci dei giorni scorsi e comunica al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen che trasferirà l’ambasciata statunitense da Tel Aviv alla Città santa. Una provocazione imposta dal suo staff ultrasionista (Jared Kushner, senior advisor del Presidente degli Stati Uniti d’America, è il marito della figlia Ivanka, con cui ha avuto ha tre figli, è un esponente di punta dell’ala sionista integralista della comunità ebraica statunitense) . Nel marzo 2017 Trump lo ha messo a capo del neo-istituito Office of American Innovation (OAI) della Casa Bianca, ma ora rischia di essere travolto dalla collaborazione dell’ex consigliere strategico – il generale Flynn – con il procuratore speciale che indaga sul RussiaGate.
AGGIORNAMENTI:
ore 12:30 Consigliere diplomatico del presidente Abbas: “Interromperemo i contatti con gli Usa se Gerusalemme sarà riconosciuta capitale d’Israele”
Il consigliere diplomatico del presidente Abbas, Nabil Sha’ath, ha detto che la leadership palestinese “interromperà i contatti” con gli Stati Uniti se il presidente americano Trump

pc 6 dicembre - Thyssenkrupp - 10 anni dalla strage operaia - padroni assassini - non dimenticheremo!

martedì 5 dicembre 2017

pc 5 dicembre - Pierre - al Cimitero Pere Lachaise ore 10 - 8 dicembre

camarade-pierre

Camarades,

La crémation du Camarade Pierre aura lieu ce vendredi matin, à 10h, au cimetière du Père Lachaise salle Maumejean.
La mise en bière se déroulera à la chambre mortuaire de l'hôpital de la Pitié Salpetrière à 8h30. Vous pouvez inviter les Camarades qui souhaitent venir.

Salutations rouges

pc 5 dicembre - Migranti: "Ventimiglia, confine senza diritti"


"Ventimiglia confine senza diritti. E' inammissibile il respingimento dei minori migranti, la normativa europea va rispettata e bisogna creare canali sicuri per le persone in fuga". A lanciare l'appello agli Stati Membri dell'Ue sono Oxfam e Diacona Valdese che con 'Open Europe' prestano primo soccorso e assistenza legale a centinaia di migranti, "costretti - dicono - in condizioni disumane".
Open Europe ha portato a conoscenza la testimonianza di un ragazzo di 16 anni fuggito dal Ciad che ha provato "dieci volte a attraversare la frontiera con la Francia nelle ultime settimane: otto volte a piedi e due in treno. Ogni volta la polizia francese - ha raccontato - mi ha fermato e ammanettato.
Più volte mi hanno picchiato e ogni volta rimandato a piedi in Italia". Il ragazzo vive nell'accampamento 'informale' del Roja.
"Quella di questo ragazzo - è scritto in una nota Open Europe - è solo una delle storie raccolte nelle prime settimane di lavoro dell'unità mobile di Open Europe a Ventimiglia, dove centinaia di migranti, per lo più fuggiti da paesi in guerra (Sudan, Iraq, Afghanistan, Eritrea e altri ancora), si ritrovano a vivere sotto un cavalcavia, lungo il fiume Roja, fuori dal sistema di accoglienza per i richiedenti asilo indipendentemente dalla loro storia, dalla provenienza, dalla loro età". Secondo l'associazione, lungo il Roja vivono oltre duecento migranti, di cui un terzo è minorenne.

pc 5 dicembre - Ancora morti operaie - padroni assassini!

E' successo a Bianzè, la vittima abitava a Banchette nel Canavese: l'apparecchiatura avrebbe dovuto essere spenta ma all'improvviso si è messa in moto
Un operaio di 42 anni è morto, nel Vercellese, schiacciato da un pesante macchinario. E' accaduto oggi pomeriggio nello stabilimento della Gammastamp, azienda specializzata in finiture in metallo con sede a Bianzé.
Secondo una prima ricostruzione, il macchinario su cui la vittima lavorava per una riparazione sarebbe dovuto essere spento in quel momento, ma improvvisamente si sarebbe acceso uccidendo l'operaio. Sul posto è intervenuto anche lo Spresal dell'Asl di Vercelli, che in queste ore sta appurando eventuali responsabilità e accertare che tutte le norme di sicurezza siano state rispettate.

pc 5 dicembre - Il compagno Pierre è immortale! PCMaoisteFrance

Le Camarade Pierre est immortel !
camarade-pierre

Camarades,
Notre Camarade Pierre est mort. Samedi 2 décembre, suite à une manifestation, il a fait une terrible chute dans les escaliers du métro qui l’ont laissé entre la vie et la mort. Dimanche, l’équipe médicale a confirmé qu’il n’avait plus d’activité cérébrale. Il a donc été débranché de toutes les machines d’assistance et est décédé ce lundi matin, à l’âge de 81 ans.
Notre tristesse est grande et la perte du Camarade Pierre, en tant que membre de la direction de notre Parti, est immense. De par la dimension internationale de notre lutte, la disparition de notre Camarade est une perte pour le prolétariat international.
La vie du Camarade Pierre est une vie d’engagement révolutionnaire au service du peuple. C’est Mai 68 qui l’a amené à s’engager dans la lutte révolutionnaire. En tant que prolétaire, il se tourne rapidement vers la Gauche Prolétarienne. Son engagement révolutionnaire est conséquent, plein et entier. Qu’il s’agisse de rentrer dans une boîte où il faut déclencher une grève, accompagner les femmes qui veulent avorter à l’étranger, soutenir la lutte des foyers de travailleurs immigrés (qui aboutira à l’obtention d’une carte de séjour), être aux côtés des paysans bretons qui mènent la guerre du lait, ou tout simplement faire le tour du quartier le soir pour connaître les problèmes quotidiens des voisins et voisines, il est là, toujours là, inlassable, infatigable. C’est ainsi qu’il se forge en tant que militant révolutionnaire, militant communiste, militant maoïste. Au coeur des luttes du peuple, parmi les masses comme un poisson dans l’eau.
Au cours de toute sa vie, il continue de se forger dans le feu de la lutte de classe en lien étroit avec les masses et regroupe autour de lui, transmet son expérience, forme des jeunes Camarades, montre la voie de la pratique révolutionnaire avec son énergie caractéristique.
Notre Camarade Pierre laisse derrière lui un souvenir d’un Camarade de toutes les luttes, d’un Camarade inusable, d’un Camarade infatigable, qui n’a jamais quitté le camp des exploités et opprimés.
Dès que nos Camarades ont commencé à parler de sa disparition, nous avons reçu des dizaines et des dizaines de témoignages, de messages de soutien, de partage d’un grand sentiment de tristesse.
Oui Camarades, le camp révolutionnaire perd un Camarade inestimable. Mais grâce à ce qu’il a légué aux jeunes générations, nous avons gagné un espoir, une force, une détermination et un exemple de ce que signifie être un dirigeant communiste authentique, un dirigeant maoïste : ne jamais lâcher, toujours être du côté du peuple et de la classe ouvrière, être parmi les masses comme un poisson dans l’eau, toujours chercher à s’améliorer en sachant se remettre en cause quand il le faut, être ferme sur les principes, une vie au service de la révolution prolétarienne mondiale.
Notre Camarade Pierre vivra dans les luttes du prolétariat international, il est immortel !
Notre Camarade Pierre est un dirigeant maoïste qui restera dans l’histoire de notre classe !
Camarade Pierre, présent !
Vive la révolution prolétarienne mondiale !

Un hommage sera organisé très prochainement, nous donnerons les détails très rapidement.

pc 5 dicembre - 'Potere al popolo' - PRIME BREVI NOTE CRITICHE SULLA PROPOSTA DI LISTA ELETTORALE DELL'EX OPG -Je sò pazzo- Napoli

I compagni di Napoli dell'ex Opg-Je sò pazzo dopo l'esperienza del sostegno a De Magistris hanno lanciato a livello nazionale l'appello per una lista popolare dal basso che riprende il loro slogan, già usato a Napoli e lanciato dai palchi dallo stesso De Magistris, di “potere al popolo”. Intorno a questo hanno lanciato e stanno tenendo assemblee in tutt'Italia che stanno avendo una partecipazione significativa. Ora c'è da aspettarsi che andranno a marce forzate e anche il lavoro di massa buono che fanno verrà indirizzato verso le elezioni – nel loro appello infatti scrivono: “iniziamo per non smettere, per costruire qualcosa che vada da qui a cinque, a dieci anni.”.

Ancora una volta il problema non è neanche in sé (noi siamo leninisti e i comunisti usano tutte le tattiche che di volta in volta servono per la strategia), ma, ancora una volta, della posizione, della filosofia in cui inquadrano questa decisione:
  • un discorso interclassista: il “popolo” che sostituisce le classi e si espande sempre di più (tra l'altro ora sostituito di fatto dalla nuova formulazione “gli esclusi” (che è anche utile come denuncia della politica del governo, dello Stato per esempio verso i migranti, ma che poi diventa una categoria sociale...). E ora, avendo davanti la questione del voto, il discorso di “popolo” diventa (e si rivolge) “paese”, ”Italia”;
  • una lista che oggettivamente (e, tra l'altro, non potrebbe fare diversamente data anche la legge elettorale) si rivolge e trova consenso da pezzi della sinistra istituzionale, gruppi elettoralisti e opportunisti, di stampo revisionista o di stampo movimentista – tra illusioni e mediazioni che andranno sempre più al ribasso per unire qualcuno di questi “pezzi”, insieme agli euroconfusi