sabato 5 ottobre 2024

pc 5 ottobre - Scontri alla manifestazione di Roma/Palestina, un corteo che non accetta i divieti da Stato di Polizia del governo fascista Meloni



 

pc 5 ottobre - GIA' IN MIGLIAIA A ROMA AL CONCENTRAMENTO DELLA MANIFESTAZIONE PER LA PALESTINA IN SFIDA AL DIVIETO FASCISTA DEL GOVERNO MELONI

controlli serrati, perquisizioni di pullman, identificazioni, fermi della polizia nelle autostrade e stazione dei treni, compagni sono stati colpiti da fogli di via, non hanno però fermato la manifestazione a Roma. 

A Piramide più di settemila persone per dire forte e chiaro "NO" al genocidio del popolo Palestinese messo in atto dal criminale Stato nazisionista di Israele come "soluzione finale", per dire forte e chiaro che l'atroce oppressione della Palestina non è iniziata il 7 Ottobre ma dura da oltre 70 anni ed essere pienamente al fianco della giusta Resistenza del popolo Palestinese, a sostegno del popolo libanese e di ogni popolo oppresso dall'imperialismo , per lottare contro il governo fascista Meloni, complice del genocidio in atto.

In migliaia che non si fanno zittire, che non accettano divieti fascisti e sfidano apertamente l'agire sempre più repressivo del governo Meloni che vuole avanzare rapido verso un moderno regime










Slogan contro Biden, Israele e Meloni, Sale la tensione fra manifestanti e polizia: «Vogliamo sfilare»

La folla dei manifestanti scandisce: «Corteo». «Non ci terranno fermi, mettetevi tutti dietro allo striscione, partiamo in corteo». I manifestanti vorrebbero andare in direzione Colosseo per il corteo che era stato vietato dal Viminale. La Questura, guidata dal neo Questore di Roma, Roberto Massucci, aveva concesso una manifestazione statica in piazza Ostiense che ora è circondata dai mezzi blindati delle forze dell'rd di Polizia e Carabinieri. «Palestina libera, free free Palestine» sono i cori che salgono dai manifestanti. «È nostro diritto essere qui in questa piazza, insieme alla nostra resistenza», si sente dai megafoni. Il corteo vorrebbe muoversi verso viale Aventino.

pc 5 ottobre - IERI A PALERMO SIT-IN CITTADINO CONTRO IL DDL 1660 DEL GOVERNO FASCISTA MELONI, ma la mobilitazione deve continuare in ogni forma




Se da un lato abbiamo parlato con diversi passanti che si sono fermati ad ascoltare  gli interventi di denuncia condividendo le ragioni della protesta, un lavoratore diceva che "con questo governo ci stiamo avviando verso un regime", dall'altro a diverse persone o non a conoscenza di quanto sta accadendo o  influenzati dalla propaganda  martellante a livello di massa attraverso i media in mano al governo fascista Meloni, abbiamo spiegato che cosa è il Dl 1660 , che cosa rappresenta e perchè il governo Meloni lo vuole approvare anche attraverso i volantini diffusi. 



L'intervento di una compagna di proletari comunisti 





venerdì 4 ottobre 2024

pc 4 ottobre - Contro il Divieto di manifestazione a Roma il 5 ottobre

 la dichiarazione di Amnesty Italia

In merito alla decisione della questura di Roma di vietare la manifestazione per la Palestina in programma per il prossimo 5 ottobre, Amnesty International Italia ricorda che il diritto di protesta è protetto da diverse disposizioni sui diritti umani e in particolare dall’interazione dei diritti alla libertà di riunione pacifica e di espressione.

Gli standard internazionali e regionali sui diritti umani che governano il diritto di assemblea pacifica sottolineano, come principio fondamentale, la “presunzione a favore delle assemblee pacifiche”, che dovrebbe riflettersi nelle politiche e nelle pratiche nazionali. Ciò obbliga gli stati a facilitare le assemblee e, tra le altre cose, a rimuovere gli ostacoli a partecipanti e a organizzatori, a dover giustificare pienamente qualsiasi tipo di restrizione venga applicata e a esercitare tolleranza e misura, anche nei confronti dei disagi.

Questo vale anche per le assemblee spontanee – quelle che rispondono o reagiscono a eventi attuali, per le quali non è possibile fornire un preavviso nei tempi e nelle procedure abituali – o non notificate. Anche queste ultime devono essere agevolate e protette allo stesso modo e non dovrebbero essere

pc 4 ottobre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Il significato e il valore della manifestazione del 5 ottobre a Roma

 

pc 4 ottobre - a Roma il 5 ottobre con la resistenza palestinese, contro le guerre imperialiste, contro il governo Meloni



noi a Roma ci siamo per dire forte e chiaro Viva la resistenza palestinese abbasso il sionismo genocida e i suoi complici

In perfetta sintonia con quanto affermato dai giovani palestinesi "Il 5 Ottobre 2024 scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale, per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale, per onorare gli oltre quarantamila martiri di Gaza e i suoi combattenti che da un anno lottano senza tregua” 

Un’anno di resistenza-un’anno di genocidio- 7 ottobre 2023, è "l'insegnamento che l’oppressore può e deve essere combattuto… questo lo spirito con cui come gpi abbiamo voluto chiamare questa piazza”


Una  manifestazione che serve a difendere la natura, l’identità, i contenuti della resistenza del popolo palestinese e ovviamente a rivendicarli, una risposta chiara che il 7 ottobre non è stata un’azione terroristica ma un atto di resistenza partigiana che è parte dal 47 e da tutta la genesi del sionismo nei decenni precedenti, ma che però è un passaggio significativo  perchè ha messo in luce che le masse quando si organizzano possono attaccare e assestare dei colpi, e non è vero che devono essere sempre delle vittime, ma possono reagire, l’hanno fatto una volta e possono continuare. 


per questo imperialismo e la borghesia imperialista italiano, il governo hanno vietato la manifestazione così come anche le iniziative nelle università solo perché si tengono il 7 ottobre, per ribaltare che nella realtà l’unico vero terrorismo sono le bombe del sionismo dello stato di israele, gendarme dei paesi imperialisti nel medio oriente, che sono i veri mandanti e complici del genocidio Palestina, tra cui il governo italiano.


Per questo la manifestazione del 5 ottobre a Roma è una battaglia politica che va sostenuta

il governo usa questa giornata come un pretesto per alzare il livello di repressione che ha cercato di tenere alto dall’8 ottobre del 2023, ma gli è andata storta, alcuni attacchi sono stato respinti, ci sono state le manifestazioni di massa e continuative come i sabati a milano.


Ma oggi ci riprovano e basta leggere il dispositivo della questura “atteso che la manifestazione cosi come è pubblicizzata, potrebbe alimentare una spinta ideologica celebrativa della strage consumata in danno dello stato di israele” e "considerato che le espressioni utilizzate per pubblicizzare le iniziative a sostegno della causa palestinese per il 5 ottobre hanno una connotazione non compatibile con il diritto a manifestare pacificamente, garantito dall’ordinamento giuridico vigente”, così si vuole ribaltare la storia e  legittimare i carnefici nazi-sionisti e criminalizzare tutto il movimento di solidarietà con la lotta del popolo palestinese.


Si vuole negare il sacrosanto diritto alla resistenza dei popoli contro l’oppressore e  avvallare la politica di complicità del governo Meloni  con il genocidio portato avanti da israele, alimentando la propaganda ideologica verso le masse popolari

La repressione non ferma ma alimenta la ribellione

dicono i GPI: fondamentale della piazza del 5 ottobre, anche alla luce della situazione e futura approvazione del decreto 1660,

che criminalizza il dissenso e reprime conflitto sociale con strumento che sono estremamente sproporzionati rispetto alle condotte che vengono punite ...Da stato civile a stato penale

5 ottobre quindi non soloPalestina ma difendere i diritti fondamentali messi in discussione dal governo fascista per  imporre: l'Impossibilità di criticare azioni di Israele, tacere sul fatto che Italia smetta di vendere armi a Israele, tutto questo è inaccettabile e bisogna opporsi tutti e tutte con ogni mezzo necessario!... Per il governo , calpestando la vita e ogni singolo diritto del popolo palestinese hanno dimostrato che chi non si piega alle angherie dell’Impero, smette di far parte dell’umanità e per tanto non gode più di alcun diritto. Questa per noi palestinesi non è una novità, ma la sintesi di tutta la nostra storia.

Nel nostro paese e’ il governo Meloni chi sta amministrando per conto dei degli imperialisti e dei padroni la politica di attacco ai popoli che va a colpire anche i proletari del nostro paese, che mette in galera in italia per conto di Israele i compagni palestinesi colpevoli di essere dei partigiani della resistenza, ..che manda le armi  allo stato nazisionista di Israele che massacrano la popolazione, per i profitti dell’apparato industriale-militare italiano Leonardo in testa, che mantiene i soldati in Libano e nel mondo per ritagliarsi un posto al sole nella spartizione del bottino e difendere gli interessi nazionali dei padroni, ..


i GPI che fanno appello direttamente al movimento italiano: riprendiamo l’entusiasmo che l’anno scorso si era scatenato ma con una consapevolezza ancora maggiore per andare oltre le azioni di solidarietà e le piazze numerose, che non basta più…. dobbiamo organizzarci per praticare delle azioni di boicottaggio di questo sistema della guerra, subito...Questa è la strada che fa davvero paura a quelle istituzioni della guerra che lo alimentano ….

il miglior aiuto alla causa palestinese è quello di lottare contro il nostro imperialismo in stretto legame internazionalista con i popoli nel mondo che lottano contro il comune nemico

come proletari comunisti portiamo in questa manifestazione lo spirito della dichiarazione congiunta internazionale per la Palestina - base della settimana internazionale di solidarietà con la Resistenza Palestinese 7 ottobre/13 ottobre ‘ intensificare le azioni e fare avanzare in maniera sempre più poderosa il movimento militante, di massa, in appoggio alla causa palestinese.

La pressione popolare deve elevarsi a scioperi di solidarietà, ad azioni sempre più dure contro i governi che appoggiano Israele e le Ambasciate israeliane in ogni angolo del mondo.


per

  • esigere che le truppe israeliane abbandonino la striscia di Gaza e la Cisgiordania;

  • esigere che le truppe imperialiste abbandonino la regione e cessino le loro azioni militari in Medio Oriente in appoggio allo stato di Israele e contro le forze solidali con il popolo palestinese, in Mar rosso, in Libano, ecc.;

  • esigere la rottura delle relazioni diplomatiche, commerciali, militari con Israele;

  • esigere che i governanti sionisti siano giudicati per crimini di guerra e genocidi.


Viva la lotta di liberazione del popolo palestinese!

Palestina libera!

Proletari e popoli del mondo uniamoci contro l’imperialismo!


proletari comunisti

3- 10 -2024


pc 4 ottobre - Voto in condotta - la scuola del governo Meloni/Valditara della repressione

La Camera ha approvato il Ddl “Valditara” scuola sul voto in condotta che introduce regole più severe sul comportamento degli studenti.

Con un voto in condotta pari a 5 scatterà automaticamente la bocciatura, con il sei si è rimandati a settembre, i voti in decimi vengono reintrodotti anche nelle scuole di primo grado e faranno media, solo gli studenti che avranno o 9 o 10 in condotta “meriteranno”, termine che piace tanto al ministro Valditara, il massimo dei crediti scolastici che tra l'altro incideranno anche sulla maturità. Sono inasprite le misure disciplinari, come le sospensioni che saranno anche collegate all'obbligo per gli studenti di prendere parte ad attività sociali nei casi più gravi e vengono introdotte anche multe in caso di aggressione al personale scolastico tra i 500 e addirittura fino ai 10.000 euro.

Quindi se non si avrà un comportamento considerato consono o si è bocciati o si è obbligati ai lavori socialmente utili.

Per il ministro Valditara tutto questo sarebbe una “rivoluzione”, quella di un sistema scolastico che, a suo dire, “responsabilizzerà gli studenti e restituirà autorevolezza ai docenti”. In realtà siamo di fronte a un altro pezzo del pacchetto di riforma della scuola che è un vero e proprio altro salto di qualità più che reazionario di questo governo Meloni : dalla riforma degli istituti tecnici professionali, volta a imporre una scuola sempre più adeguata agli interessi dei padroni e delle imprese private, con al centro il potenziamento dell'alternanza scuola lavoro, alle nuove linee guida sull'educazione civica che rappresentano un vero e proprio manifesto, innanzitutto, dell'ideologia fascista di questo governo a suon di “patria, rispetto e impresa” che deve essere imposto in primis agli studenti., al pezzo appunto della riforma sul voto in condotta, volto a una scuola che proprio perché deve imporre questa logica ideologica/politica al servizio dei padroni di un lato e al servizio della loro patria dall'altro deve essere sempre più repressiva.


Quindi una scuola dove i presidi da un lato saranno sempre più manager e dall'altro sempre

giovedì 3 ottobre 2024

pc 3 ottobre - Mobilitazioni nel mondo contro la criminale aggressione in Libano

 red herald - in via di traduzione

The peoples of the world reject the criminal aggression against Lebanon. Israel receives blows

The Israeli aggression against sovereign Lebanese territory continues. Israel still claims to be dealing blows to “terrorist” targets, but what it is doing is continue its criminal bombardments no only on Southern Lebanon but also on Beirut, where harsh bombardments have been witnessed during the whole night and they continued during the morning. According to the Lebanese Health Ministry, yesterday 55 people were murdered and other 156 were injured. Among other targets which have nothing to do with military targets, Israel has destroyed the TV-channel headquarters of Al-Sirat in Lebanon. Israel continues extending the war through the whole region. There are reports of Israeli airstrikes on Damascus, Syria, where at least three civilians have been murdered.

Hezbollah stated that it has rejected Israeli raids in the village of Maroun al-Ras, where the Israelis admitted that one of their soldiers has been killed. Hezbollah also states that they rejected more raids in the town of Adaisseh and they caused harsh casualties among the Israeli troops. As well as it reports that it has carried out several military operations including one ambush which caused several casualties among Israeli troops.

The Israeli army has demanded to the Lebanese Army to withdraw its troops 5 kilometers into Lebanon. Reportedly the Lebanese army has accepted this demand and withdrawn from its bordering posts. This

pc 3 ottobre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Il G7 di Matera contro le donne

 

pc 3 ottobre - No alla revoca dello status di rifugiato. Presidio a sostegno di Seif Bensouibat

Se sei immigrato ed esprimi opinioni non allineate con quelle del governo rischi anche l'espulsione.

pc 3 ottobre - ORE 12 settimanale N. 24 - per leggerlo e stamparlo

Clic per leggerlo e stamparlo

mercoledì 2 ottobre 2024

pc 2 ottobre - Per saperne di più sulle armi nucleari in Italia.

 

90 bombe atomiche Usa, 50 ad Aviano e 40 a Ghedi Torre
 Pacifisti a Ghedi, dove l’Italia ospita le bombe nucleari americane.  L’Italia ha firmato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP). Nell’articolo 2 si impegna a “non ricevere da chicchessia armi nucleari”. Ma la realtà della base di Ghedi contraddice questo impegno.
 Per l’elenco delle basi militari si veda questa mappa in via di realizzazione.
Pubblicato sul Sito  il 30 Settembre 2024

pc 2 ottobre - La vostra repressione non ferma ma alimenta la lotta e la ribellione - Torino info

Torino: 18 rinvii a giudizio per i disordini durante il corteo per Cospito

Tra i reati contestati, quello per devastazione. Il processo si aprirà nel maggio del prossimo anno

30.09 ore 14:17. Rinviate a giudizio 18 persone per i disordini del 4 marzo dello scorso anno a Torino durante un corteo in segno di solidarietà ad Alfredo Cospito.

18 i rinvii a giudizio

Sono 18 le persone rinviate a giudizio per i disordini che si verificarono a Torino il 4 marzo dello scorso

pc 2 ottobre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Dalle fabbriche e posti di lavoro: situazione, proposte di lotta e organizzazione - ex Ilva Taranto - Stellantis - Poste Milano

 

pc 2 ottobre - Milano sa da che parte stare - tutte e tutti a Roma il 5 ottobre - un appello che condividiamo


NO AL DIVIETO DI MANIFESTARE CONTRO IL GENOCIDIO!

TUTTE E TUTTI A ROMA IL 5 OTTOBRE!

NO ALLO STATO DI POLIZIA!

NO AL DDL LIBERTICIDA 1660

Finché c'è guerra c'è speranza! 

La strategia espansionistica politico/militare dell'entità sionista Israele sta allargando i confini della sua aggressione militare.  Con la scusa di "incursioni mirate", mentre ogni immagine che arriva ci mostra invece bombardamenti a tappeto, la banda sionista accarezza l'idea di strappare al Libano tutta la terra fino al fiume Litani mettendo in fuga centinaia di migliaia libanesi.

Il piccolo stato canaglia, in attesa delle elezioni Usa di novembre, sta portando guerra e distruzione in ogni angolo del Medio Oriente con la giustificazione del proprio univoco distorto e strumentale "diritto all'autodifesa".

Per chi ancora ci credesse sottolineiamo come, a spregio di ogni convenzione e regola del diritto internazionale, l'entità sionista Israele bombarda le città e massacra la popolazione civile con migliaia

pc 2 ottobre - Sono Libano, Iran, i popoli e i paesi arabi che hanno pieno diritto di difendersi!

L'attacco fatto nelle scorse ore dall'Iran contro Israele e il suo intervento di terra/occupazione in Libano è la necessaria risposta all'espansione della guerra, dei bombardamenti portati avanti dal governo di Netanyahu che mette ora sotto attacco, dopo Gaza e Cisgiordania, il Libano e minaccia tutta l'area dei paesi arabi e dei popoli arabi, appoggiato con forza, politicamente, militarmente, dall'imperialismo, in primis dagli Usa di Biden. 

"Lo stato sionista di Israele, razzista e di tipo nazista - lo abbiamo già scritto - agisce, come sempre ha denunciato il movimento comunista internazionale e tutte le forze progressiste, rivoluzionarie e antimperialiste, da gendarme per conto dell’imperialismo mondiale per il controllo delle fonti energetiche e l’assetto geopolitico dell’area, contro le masse arabe direttamente e le masse oppresse di tutto il mondo.
E’ in questo quadro che obiettivo della guerra di Israele sono l’Iran, la Siria e tutti gli Stati non allineati con l’imperialismo occidentale; e che quindi la guerra di Gaza che continua con la guerra del Libano, continuerà inevitabilmente contro gli Stati non allineati, come guerra totale interna alla guerra globale inter imperialista che avanza.
Ciò rende inevitabile che gli Stati, le nazioni arabe, se vogliono mantenere una posizione autonoma rispetto all’imperialismo, debbano necessariamente fare la guerra contro lo stato sionista di Israele".

Questi sono fatti! Chi nega o cerca di mistificare questi fatti è complice del genocidio in Palestina e dell'espansione della guerra di Israele in Libano.


Il governo Meloni, dopo essere stato dal 7 ottobre sempre con Israele, anche ora cerca di stravolgere la realtà: chi porta avanti un genocidio del popolo palestinese, finora 42mila persone massacrate, di cui quasi la metà bambini, donne; chi ha esteso la guerra uccidendo finora circa 1000 libanesi, la stragrande maggioranza civili; chi sta portando avanti una immane cacciata dalle loro terre centinaia di migliaia di Palestinesi e ora anche libanesi, per poi pure ucciderli lungo la fuga con i bombardamenti; chi tortura nei modi più orribili centinaia di prigionieri; chi bombarda ospedali, scuole, rifugi; chi è una vera minaccia per tutti i popoli e i paesi arabi, passa per "paese che si deve difendere" - lo ha detto poche ore fa Tajani. 
Chi vive e muore in ogni modo, i paesi che vengono bombardati sarebbero invece gli aggressori che si devono fermare, per cui è giustificata, legittima l'escalation dell'azione militare di Israele.

Meloni, i suoi ministri sono sempre più dalla parte dello Stato sionista di Israele, contro i paesi, non succubi dell'imperialismo occidentale, e soprattutto i popoli palestinesi, libanesi.

Certo, non ce ne possiamo meravigliare, ne valgono gli appelli pietosi della opposizione parlamentare (di cui non fa parte il PD che sulla guerra ha sempre votato in sintonia col governo). 

Meloni, i suoi ministri sono complici interessati, e il loro "contributo di morte" aumenterà.

Ma nello stesso tempo deve aumentare il nostro sostegno, "contributo" al popolo palestinese, libanese, intensificando la lotta contro il nostro imperialismo, per la cacciata del governo Meloni.

pc 2 ottobre - Sull'intervista al presidente dell'Uganda sul futuro del rapporto Africa/Imperialismi

Il 28 settembre su Il Sole 24 Ore è stata pubblicata un'intervista al Presidente dell'Uganda, Yoweri Museveni, sul rapporto Africa con Europa o Cina/Russia, e chiaramente sulla situazione in Africa.

E' un'intervista interessante perchè mette in chiaro da un lato l'azione di accaparramento/rapina degli imperialismi, vecchi e nuovi, in un continente in crescita in cui tutti i paesi imperialisti vogliono o mantenere, rafforzare la propria atavica presenza o sviluppare la loro recente presenza, date le grandi ricchezze naturali esistenti in questi paesi, materie prime oggi sempre più necessarie per le nuove produzioni dei capitali, così come le opportunità economiche per investimenti.

Dall'altro, l'intervista, se mette in luce lo squilibrio tra azione degli imperialismi e stato di dipendenza dei paesi africani, mostra anche che questi paesi, i loro governi, forti della loro crescita, vogliono decidere maggiormente, per esempio anche a quale imperialismo appoggiarsi, "offrendo" il proprio "grande bacino di consumatori e di produttori". 

Questo in parte è vero e condizionerà molto la futura economia dei paesi imperialisti, in parte è illusorio perchè non cambierà nella sostanza il rapporto di dipendenza di questi paesi dalle potenze imperialiste - se non c'è la ribellione e la lotta rivoluzionaria dei popoli dei paesi africani.

Ma cominciamo proprio da questo aspetto di "emancipazione". Dice Yoweri Museveni: "Sono Europa e Stati Uniti che devono venire incontro ai Paesi africani. E non il contrario. Devono abolire i dazi

pc 2 ottobre - Cina: il socialimperialismo in crisi dentro lo scontro mondiale per la nuova spartizione del mondo - editoriale

Diversi quotidiani nazionali e internazionali in questi giorni riportano titoli preoccupati sull’economia cinese, su alcuni dati in particolare, e poi sull’andamento generale e le sue ripercussioni sull’economia mondiale. I dati che hanno colpito i giornalisti sono quelli relativi alla decisione della Cina di “allargare i cordoni della borsa” e cioè di immettere nel mercato interno denaro fresco (oltre 284 miliardi di dollari), abbassando i tassi di interesse così che possano riprendere i prestiti alle imprese e dare impulso alla ripresa della produzione industriale, e alle famiglie affinché spendano così da stimolare la domanda interna.

I dati negativi elencati, infatti, sono: domanda interna, disoccupazione giovanile (solo questa estate si sono laureati oltre 11 milioni di giovani che non trovano lavoro), “sovra capacità”. La parola “sovra capacità” dovrebbe sostituire nel linguaggio degli economisti borghesi la parola sovrapproduzione! perché questa sa troppo di analisi marxista!

Insomma, la Cina produce troppo e invade i mercati del mondo, come dice il Sole 24 Ore del 3 settembre scorso: “… secondo i dati della Banca mondiale, nel 2022 il 30% dell’output manifatturiero mondiale originava dalla Cina [il grassetto è nostro, ndr] … Ciò implica che le aziende cinesi riversano sui mercati internazionali il 60% delle loro produzioni, spesso a prezzi di realizzo, destabilizzando l’economia mondiale”.

Qui potrebbe valere la frase che un battito d’ali della farfalla cinese produce un uragano in altre parti del mondo, con buona pace di chi parla di de-globalizzazione, per usare solo una delle parole che affermano che il sistema imperialista non è più tale.

Ma questa valanga di merci, dallo spillo all’alta tecnologia, è impossibile da fermare secondo le stesse leggi del capitalismo/imperialismo. Certo gli stati imperialisti ci provano, come gli Stati Uniti e quelli europei, con i dazi, con le sanzioni, insomma alzando barriere… ma qui vengono in mente le parole del Manifesto di Marx ed Engels laddove parla della borghesia dicendo che “i bassi prezzi delle sue merci sono l’artiglieria pesante con cui essa abbatte tutte le muraglie cinesi…"!

Prima i bassi prezzi sono serviti agli stessi paesi imperialisti che “delocalizzavano” le produzioni per fare profitti senza fine grazie ai salari da fame del proletariato industriale cinese e alle agevolazioni del governo cinese… adesso i bassi prezzi servono direttamente al socialimperialismo cinese che grazie allo sfruttamento di un’enorme classe operaia (oltre 120 milioni solo nel settore industriale secondo i dati ufficiali) batte tutti in “competitività”: “Nei fatti, la competitività del sistema manifatturiero è stata ottenuta a discapito della domanda interna, grazie ad una politica di contenimento dei salari: la domanda interna del Dragone incide per il 50% del Pil contro una media del 75% a livello mondiale.”

Per quanto riguarda l’andamento generale dell’economia cinese i quotidiani mettono in risalto la “crisi” che in questo momento attanaglia la Cina e che può aggravare le crisi in atto delle altre economie imperialiste innanzi tutto, e i dati in questo senso sono abbastanza chiari: il livello di “crescita” media del pil dei paesi imperialisti è dello 0 virgola qualche cosa e cioè non c’è crescita! Solo per citare alcuni paesi imperialisti: Italia 0,8%, Germania 0,9%, Francia 0,2%, Spagna 0,7 solo quello degli Stati Uniti è un po’ più alto grazie alla produzione bellica (e questo vale anche per gli altri paesi imperialisti) e ai profitti fatti vendendo gas e petrolio ai paesi europei dopo aver fatto sì che si interrompessero i rapporti con la Russia.

Il dato curioso però in tutta questa faccenda del Pil lo riportano i quotidiani stessi quando dicono che la Cina quest’anno crescerà “solo” del 5%! Con le parole del Sole24Ore “… la Cina versa in una situazione di squilibrio quasi strutturale – anche se con caratteristiche tutte sue visto che si manifesta con tassi di crescita del Pil dell’ordine del 5%”. Il confronto con gli altri paesi è impietoso, con questo tasso di crescita la Cina non dovrebbe avere nessun problema e invece i portavoce dei paesi imperialisti innanzi tutto ci dicono quanto questo “calo” sia un problema per tutti, perché la Cina è la fabbrica del mondo e se la fabbrica del mondo rallenta o si ferma arriva la stagnazione, i magazzini pieni di merci invendute, i cantieri fermi, le chiusure delle fabbriche con i conseguenti licenziamenti e la possibilità della mobilitazione operaia e le ripercussioni politiche…

Si capisce, quindi, quanto questa analisi complessiva dell’economia cinese sia interessata, perché riguarda l’attuale concorrenza mondiale tra paesi imperialisti, e infatti i quotidiani della borghesia ricordano che quella cinese è la seconda economia del mondo (quasi 18mila miliardi di pil – quello dell’Italia, per confronto, è di 2mila miliardi e quello della potente Germania di 4mila miliardi) dopo gli Stati Uniti, che a loro volta sono i primi come prodotto interno lordo con una economia che quest’anno crescerà del 2,5% circa, ma solo perché spendono ufficialmente ogni anno circa 1000 miliardi di dollari nel settore militare… anche se il paese sta cadendo a pezzi!

Il socialimperialismo cinese in quanto a spese militari non è da meno (ufficialmente siamo a quasi 300 miliardi), ogni anno aumenta la cifra da investire nel settore degli armamenti ad ogni livello, navi, aerei, portaerei, sommergibili nucleari, missili di ogni tipo, e questo perché il contesto, tra crisi economica e scontro per la conquista dei mercati sia delle materie prime che come sbocco delle merci, diventa di guerra, non solo la “normale” guerra commerciale, ma anche per la guerra guerreggiata minacciata già da Obama, con la sua politica del “pivot to Asia” (cioè, focalizzazione sull’Asia, ulteriore militarizzazione dell’area del pacifico in funzione anticinese) e da Trump e Biden in maniera sempre più esplicita: la Cina è il vero nemico “economico” da combattere.

Questa politica guerrafondaia viene accompagnata da una intensa propaganda: il socialimperialismo cinese viene accusato di ogni nefandezza, come dice il Sole24Ore “L’accumulo di capacità produttiva, lo spionaggio industriale, l’appropriazione indebita di proprietà intellettuale, il dumping compongono una precisa strategia predatoria, una forma di guerra ibrida contro il resto del mondo.” e ancora, continua il giornalista, “… le scelte di politica economica a Pechino puntano esplicitamente alla conquista dei settori più avanzati o strategici utilizzando sussidi, prestiti agevolati, restrizioni alle importazioni, manipolazioni valutarie e pratiche illegali.”

Insomma, tutto quello che hanno fatto da sempre e continuano a fare gli imperialisti con alla loro testa gli Stati Uniti. Che però adesso fanno pure le vittime! Leggiamo come argomenta questo giornalista del quotidiano dei padroni italiani (a cui piace tanto chiamare la borghesia imperialista cinese “regime comunista”) la crescita della Cina: “Il regime comunista sostiene col bilancio pubblico i costi esorbitanti della sovracapacità e tollera le inefficienze pur di far terra bruciata sui mercati esteri, prima che scatti la reazione di Paesi sotto attacco. Anzi prima che si accorgano di essere sotto attacco. Se i dazi vengono introdotti quando l’industria domestica è debilitata o spazzata via, riattivare il potenziale industriale richiede anni di sforzi. È la strategia perseguita per i pannelli solari, gli elettrodomestici, le turbine eoliche, gli antibiotici eccetera. Troppi Paesi presi alla sprovvista hanno imposto tardivamente dazi per tamponare l’aggressione.” E qua il giornalista sta quasi per piangere: “Si tratta di reazioni tormentate anche politicamente e diplomaticamente, per i tanti interessi in gioco con il gigante asiatico, basti pensare alle divisioni interne alla Unione europea.” Gli “interessi in gioco” sono per esempio quelli della Volkwagen che non intende affatto applicare i dazi contro la Cina dove possiede fabbriche di auto e che rappresenta circa il 30% delle vendite delle case automobilistiche tedesche.

Secondo questo raccontino per bambini, quindi, i paesi imperialisti la potenza economica della Cina “non l’hanno vista arrivare”! Non si sarebbero accorti che la Cina ha fatto la “guerra” con le armi della borghesia imperialista, con un classico del Capitale: la merce e il denaro! A cui aggiungono sempre la guerra naturalmente!

La merce con “un eccesso di capacità produttiva che inonda il pianeta e genera squilibri ben difficilmente tollerabili nel mondo occidentale”, e il denaro prestato a tanti paesi africani e dell’America Latina! Gli investimenti diretti esteri della Cina ammontano a centinaia di miliardi e coprono oltre l'80% dei Paesi e delle regioni del mondo.

La Cina è una minaccia per i paesi imperialisti dunque, ma il giornalista esprime anche rabbia per il modo in cui è stato possibile alla Cina arrivare a tanto! Riassumendo: la strategia sarebbe stata quella di fare da fabbrica del mondo per gli altri paesi imperialisti che vi hanno trasferito le proprie fabbriche per il basso prezzo della forza lavoro per una ventina di anni dal colpo di stato di Deng del 1976, anni in cui la Cina ha assorbito la scienza e la capacità tecnologica che veniva dagli altri paesi, ma poi ha cominciato la produzione in proprio di ogni sorta di materiale di alta e altissima tecnologia anticipando e superando per esempio gli altri paesi imperialisti nella produzione delle auto elettriche.

Una minaccia, sì, ma anche una necessaria componente del capitalismo/imperialismo mondiale, perché la Cina è la fabbrica del mondo, come abbiamo visto, ma rappresenta anche un gigantesco mercato per le merci di tutti i paesi visto che, tra l’altro, vi è la più numerosa classe media al mondo, oltre 400 milioni di persone.

Tant’è che adesso, dice il quotidiano dei padroni, in Cina è tutto in “eccesso”: “Il Pil si è sostenuto attraverso il ricorso ad eccessi: in primo luogo, inerenti gli investimenti in infrastrutture e nel settore immobiliare, che sono arrivati ad incidere per oltre un terzo del Pil cinese. Investimenti che sono stati resi possibili attraverso il continuo ricorso alla leva finanziaria … La Cina, avendo raggiunto un debito complessivo che è di tre volte superiore al valore del proprio Pil, ha sempre meno gradi di libertà per sostenere un modello di crescita confrontabile con quello del passato.”

E tra gli “eccessi” ci sono pure quelli della scienza: “… oggi possiamo vedere il Dragone come una superpotenza di natura scientifica: la Cina ha infatti superato Usa e l’intera Ue per volume di pubblicazioni ad elevato impatto scientifico mentre la spesa in R&S, ricerca e sviluppo, è cresciuta di 16 volte dal 2000 ad oggi.”

E la forza espansiva dell’economia cinese non si è ancora fermata: sono in corso i lavori iniziati dalla Nuova via della seta dalla Cina all’Africa del valore di 1000 miliardi di dollari, è in corso l’acquisto o il controllo dei porti di diversi paesi a cominciare dalla Grecia ed è in corso l’apertura di fabbriche di auto in Europa, dall’Ungheria all’Italia, Stellantis in testa.

L’attuale politica di Xi Jinping al giornalista del Sole 24 Ore piace meno di quella del golpista Deng, dice infatti che quella di Xi rappresenta una “…inversione a U rispetto alla prospettiva Denghista: dalla quantità alla qualità della crescita, dall’apertura verso il mondo occidentale all’autosufficienza tecnologica, dall’incentivo ad arricchirsi a una più equilibrata distribuzione dei redditi, dall’incentivo all’imprenditoria privata alla centralità del partito in qualsiasi intrapresa economica.”

Nel descrivere solo un’economia che gli economisti borghesi definiscono “matura”, il giornalista, come si vede, sogna ancora una Cina con i suoi proletari industriali a milioni a completa disposizione del profitto imperialista! Ma la Cina attuale è socialimperialista, intenta a conquistare posizioni sui mercati mondiali per il massimo dei profitti, mentre continua a strappare plusvalore alla propria immensa classe operaia, con cui rifornisce uno dei più grandi “fondi sovrani”, impoverendola e peggiorandone le condizioni di vita (“i consumi privati cinesi rappresentavano solo il 13% di quelli globali”) con una forte repressione interna e negazione dei diritti fondamentali.

Non contento della sua analisi, il giornalista, con l’arroganza tipica di chi vive in un paese imperialista, si permette di dare suggerimenti alla borghesia cinese su come uscire da questo momento di particolare crisi: “In un contesto normale per assorbire questo squilibrio il Paese dovrebbe stimolare i consumi interni o rivalutare il cambio. Ma il Partito Comunista Cinese da oltre venti anni rifiuta di applicare queste misure, di espandere i servizi pubblici (specialmente la sanità) e estendere la sicurezza sociale per i cittadini. Un Paese che ha costruito 45mila chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità spendendo l’equivalente di 750 miliardi di euro e che impegna cifre colossali per il riarmo, mantiene ospedali pubblici di infimo livello”.

È questo, oppure no, lo specchio di ciò che succede nei paesi imperialisti, a cominciare dagli Stati Uniti?

Partendo appunto dall’attuale “manovra economica” della Cina che non si discosta affatto da quella adottata dai paesi imperialisti: è la più classica manovra di aiuto ai padroni in caso di crisi. Anche la banca centrale degli Stati Uniti, la Fed, ha abbassato i tassi di interesse perché in questi casi le banche centrali mettono soldi freschi nel circuito economico bloccato nella speranza di fare ripartire l’economia (ricordiamo i quasi 20mila miliardi degli Stati Uniti necessari per “salvare” l’economia dopo la crisi del 2008, e i miliardi a fondo perduto considerati normali che i governi versano nelle casse dei padroni), ma l’economia negli ultimi decenni non riparte lo stesso… e la crisi si aggrava.

A questa crisi bisogna dare una risposta e il socialimperialismo cinese come si vede da un lato usa gli stessi metodi degli altri paesi imperialisti, e cioè aiuto ai padroni e peggioramento della condizione del proletariato, e dall’altro si sta preparando allo scontro innanzi tutto con Stati Uniti e i loro alleati, e sulla scia dell’esempio dei paesi imperialisti la Cina non solo sviluppa tutto il potenziale militare, ma continua ad investire miliardi di dollari, come in Africa, e cerca alleati dall’Africa all’Asia.

Certo le guerre in corso, quella per interposta persona in Ucraina e il genocidio in corso in Palestina per mano del nazisionismo israeliano sostenuto dall’imperialismo americano che si è allargato al Libano e allo Yemen, solo per citare le guerre “visibili”, possono portare sull’orlo della terza guerra mondiale, ma è altrettanto sicuro che la pressione esercitata dall’imperialismo degli Stati Uniti e dai suoi alleati sul socialimperialismo della Cina può essere la spallata finale che porta al precipizio.

martedì 1 ottobre 2024

pc 1 ottobre - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Il 5 ottobre tutti a Roma! appello di proletari comunisti - Contro la scuola di Valditara, linea di condotta: la lotta!

pc 1 ottobre - COMMERCIO ARMI: LEONARDO SPA CONFERMA AD “ALTRECONOMIA” FORNITURE A ISRAELE DOPO IL 7 OTTOBRE. Le menzogne del governo fascista Meloni e le sue mani sporche del sangue del popolo palestinese

 da radio onda d'urto

Leonardo Spa, azienda italiana a partecipazione pubblica che è attiva nella produzione e fornitura di tecnologie e armi a livello mondiale nonchè primo produttore di armi nell’Unione Europea, ha confermato ad Altreconomia l’assistenza e l’export di pezzi di ricambio per i velivoli M-346 sui quali si addestrano i piloti dell’aviazione di Tel Aviv.

“Assistenza tecnica da remoto, senza presenza di personale nel Paese, riparazione materiali e fornitura ricambi” è quanto ha fornito Leonardo a Israele dopo il 7 ottobre per la flotta di velivoli addestratori M-346 prodotti da Alenia Aermacchi – controllata dalla ex Finmeccanica – e consegnati in precedenza a Tel Aviv tra il 2014 e 2015.

Sebbene questi aerei siano progettati per l’addestramento e non dotati di armamenti, rimane rilevante il fatto che vengano utilizzati per formare i piloti dell’aeronautica militare israeliana, che successivamente

pc 1 ottobre - "Costruiamo il nostro campo... Costruiamo il Partito del proletariato" - Dalla relazione di proletari comunisti all'assemblea di Palermo - 2° PARTE


La separazione dei due campi richiama che c’è un campo già organizzato attraverso i poteri forti, gli Stati imperialisti, la Ue, la NATO, ecc. Per cui occorre costruire il campo proletario che abbia una capacità di unità e di lotta su scala nazionale e su scala internazionale. E occorre che gli elementi migliori della nostra classe si organizzino diventino fattore e vettore di crescita della coscienza, dell'organizzazione del nostro popolo, del nostro campo. A noi tocca riorganizzare il campo dei lavoratori e delle masse popolari, dare battaglia, costruire un punto di riferimento alternativo politico, sociale, sindacale.
E se la mettiamo sulle “mazzate”, sulle “mazzate” andrà messo. Di fronte a intere popolazioni in tutte le maniere bombardate, massacrate, di fronte alla violenza dello Stato e governo in atto nell'ideologia nella prassi, le leggi sulla sicurezza per cui non puoi fare più niente, non puoi pensare che io “ti offro l'altra guancia”. Per imporre la morale dei proletari, delle masse popolari occorre l'elemento della forza che prima ristabilisca un “equilibrio” tra violenza del capitale, dello Stato e, violenza dei proletari e poi lavori per un mondo in cui non ci sia più la violenza; ma per eliminare la violenza devi eliminare le cause. Purtroppo non hai altra strada, è materialistico, è di buon senso.

Dobbiamo lottare nel nostro paese per rovesciare questo governo e non certo perché ritorni Draghi o altri personaggi che non hanno né storia né credibilità.

Dobbiamo costruire il partito della classe operaia, dei lavoratori. Noi dobbiamo fare questo lavoro senza alcun esitazione, da una città a tante città, da una lotta a tante lotte. Questo lavoro è da farsi e lo faremo. Da un lato ci avete costretti a farlo, però dall'altro è un’opportunità storica perché questo

pc 1 ottobre - La sovversione in un disegno di legge

Il disegno di legge 1660, approvato il 18 settembre alla Camera dei Deputati e in discussione al Senato, pur collocandosi nel solco del panpenalismo repressivo che connota da molti anni e trasversalmente la risposta delle istituzioni alla protesta, al dissenso e al disagio (i “pacchetti sicurezza” si sono succeduti nel corso degli ultimi vent’anni in modo del tutto trasversale, adottati da varie maggioranze), costituisce un deciso arretramento giuridico e culturale, in senso antidemocratico, nel rapporto tra le istituzioni, e i loro apparati repressivi in particolare, e i cittadini (intesi qui non come cittadini italiani ma come individui soggetti all’autorità statale, siano essi italiani o di altra cittadinanza).

Il DDL 1660, infatti, oltre a costituire un notevole “salto in avanti” nella stretta repressiva e nella costruzione di quello che potremmo definire un vero e proprio “diritto penale (e non solo, utilizzando in tal senso anche strumenti amministrativi) del nemico”, aspira a ridisegnare alcuni istituti mutandone profondamente la natura e ponendoli al di fuori del quadro costituzionale.

Una delle norme che svelano la natura profondamente iniqua e, in ultima analisi, classista del disegno di legge è la disposizione in tema di occupazione abusiva: oltre ad inasprire le pene (la pena massima è di sette anni) la riforma vuole introdurre il reato di detenzione senza titolo e mancato rilascio dell’immobile: viene innalzata a materia di repressione penale ciò che è sempre stata una questione

pc 1 ottobre - Il saluto a Jack a Mestre - una pagina bella e straordinaria

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 settembre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

La manifestazione di ieri ha dimostrato la vera ricchezza di questa città. Le tante realtà che nei nostri quartieri quotidianamente si impegnano e si battono per la qualità della vita e il loro recupero

pc 1 ottobre - Chi sta anche uccidendo lo stato genocida di tipo nazista di Israele - da L'Aquila

Hadi aveva 25 anni ed era un nostro studente internazionale, iscritto al secondo anno della laurea magistrale in ingegneria civile. Era andato in Libano alla fine del secondo semestre per fare visita alla famiglia e sarebbe dovuto tornare all’Aquila tra qualche giorno per la ripresa delle lezioni.

Era un ragazzo ben voluto da tutti, che si era ambientato molto bene sia nella nostra comunità accademica che in città. Hadi è deceduto a casa sua, e con lui sono morti anche la madre, il padre e due dei suoi tre fratelli.

Mentre piangiamo la sua morte, come Ateneo ci uniamo agli appelli della comunità internazionale affinché cessino immediatamente, in Medio Oriente, tutte le operazioni militari e si torni il prima possibile a percorrere la via del dialogo e delle soluzioni diplomatiche.

Al fratello di Hadi, Ahmed, unico membro superstite della famiglia, giungano le nostre più profonde e sincere condoglianze.

Il Rettore

lunedì 30 settembre 2024

pc 30 settembre - 5 ottobre il governo vieta la manifestazione di Roma - Ma questo divieto non si può accettare - la manifestazione si farà lo stesso e noi ci saremo!

 Il comunicato diffuso da Giovani Palestinesi d’Italia:

“La questura di Roma ha vietato formalmente ogni manifestazione prevista il 5 ottobre a Roma, coerentemente con le dichiarazioni del ministro Piantedosi.

La prescrizione da parte della questura di Roma è un divieto politico, come si evince dalle motivazioni espresse da parte delle autorità. Ancora una volta il governo italiano, forte della sua complicità con “Israele”, utilizza gli strumenti della repressione per mettere a tacere ogni forma di solidarietà nei confronti del popolo palestinese.

Dietro alla questione dell’ “ordine pubblico” si cela invece la volontà politica di censurare la nostra mobilitazione in un clima di repressione politica mai visto prima. Dopo il divieto del 27 gennaio e le ripetute violenze da parte delle forze dell’ordine durante le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese, questo divieto ribadisce la posizione del governo italiano ad un anno dall’inizio del genocidio.

La gravità di questo provvedimento è inaudita.

Dopo un anno di Genocidio in Palestina, mentre assistiamo al massacro in Libano, è il movimento italiano di solidarietà alla Palestina ad essere colpevole. Dopo più di 42mila vittime in Palestina e 600 in 3 giorni di attacchi indiscriminati in Libano, è la nostra resistenza il colpevole. È il movimento di solidarietà con la Palestina, non i macellai di Tel Aviv, quello da fermare, solo perché diciamo: è giusto resistere al colonialismo e all’oppressione. A questo punto il problema non è solo “Israele”, che da 76 anni porta avanti coerentemente il progetto coloniale sionista.

La democrazia è malata e sta fallendo, e il problema è l’Italia, che arma e protegge il regime genocidario, mentre cerca di reprimere chi si oppone alla guerra.
Questo divieto non è altro che il preludio dello stato di guerra che entrerà in vigore con il ddl 1660, il nuovo decreto sicurezza del Governo Meloni, messo a punto per reprimere brutalmente qualsiasi forma di protesta e di dissenso, come nel nostro caso. Un precedente pericoloso per chiunque si batte per il diritto alla libertà di manifestazione e di espressione.

Scendere in piazza il 5 ottobre è  un atto minimo di disobbedienza, contro “Israele” e i suoi crimini, contro la NATO che ci ha portati nel barato della guerra, contro il Governo Meloni, prima che sia troppo tardi, prima che non esistano più le libertà fondamentali. Contro l’accanimento nei confronti del nostro popolo e di tutte le nostre forme di resistenza al colonialismo che ci priva di vivere la nostra terra e le nostre famiglie da più di un secolo e che oggi colpisce ancora una volta, i nostri fratelli libanesi. Scendiamo in piazza, non ci renderanno complici della protezione e impunità di “Israele”.

Il 5 ottobre in piazza denunceremo a voce alta l’illegittimità dell’intoccabile alleato italiano e ricorderemo i nostri martiri palestinesi e libanesi.”

pc 30 settembre - "Non basta la lotta e l'organizzazione sindacale.... serve il partito" - Intervento di una compagna di Palermo all'assemblea organizzata da proletari comunisti

Il governo che sta al potere fa gli interessi della borghesia dominante. Ma non sono tutti uguali i governi. Ogni governo ha la sua faccia più o meno feroce. Oggi il governo Meloni è un governo di stampo fascista, in termini ideologici, politici e pratici. Noi dobbiamo lottare per la cacciata di questo governo, lottare per un governo anticapitalista, antifascista e antimperialista, come linea di fase, contro la guerra imperialista e per la solidarietà internazionalista.

Quindi si tratta di una lotta molto più ampia nella prospettiva rivoluzionaria di una nuova società. Quando si dice una nuova società non significa migliorare, abbellire questa, ma significa una nuova società a tutti gli effetti, che chiamiamo socialista. Perché noi proletari, noi lavoratori, donne e in generale l'umanità nel suo complesso, vogliamo arrivare veramente a una nuova società che non sia più basata sullo sfruttamento degli operai, dei lavoratori.

Gli operai in fabbrica producono socialmente, cioè producono per tutti, però poi il profitto, la ricchezza se la prendono un pugno di capitalisti, un pugno di ricchi, e i lavoratori sono sempre in condizioni peggiori. Noi aspiriamo a una società in cui il potere sia nelle mani degli operai, dei proletari, in cui non ci sia più un'appropriazione privata della ricchezza prodotta, ma ci sia una produzione sociale per tutti i lavoratori, per tutti gli operai, per l'umanità.

Per questo vogliamo fare la rivoluzione, perché pensiamo che sia veramente la soluzione per l'umanità.

Prendiamo l'esempio delle donne. Se una delle cartine di tornasole perché una società venga

pc 30 settembre - Manifestazioni in tutto il mondo dopo l'assassinio di Nasrallah

Millions take to the streets all over the world to protest the murder of Hassan Nasrallah

extracts - integral on https://redherald.org/2024/09/29/millions-take-to-the-streets-all-over-the-world-to-protest-the-murder-of-hassan-nasrallah/

Featured image: US embassy security forces in Iraq surrounded by protesters. Source: Mehr News

Israel continues bombing Lebanon. The Lebanese Ministry of Health reported that 33 people were murdered and 195 were injured as a result of the attacks on Saturday. It has also stated that since the middle of September, Israel has murdered 1,030 people in Lebanon. There is also an estimated number of 1 million Lebanese people displaced.

While Israel states that the attacks are very precise and directed against Hezbollah, the reality shows a very different situation: Palestine Chronicle has revealed that so far there are 11 medical workers murdered by Israel in Lebanon, a number that might increase soon. Additionally, the death-toll is also significantly increasing among children, proving once more how criminal this aggression by Israel is. Today, a representative from UNICEF (United Nations International Children’s Emergency Fund)-Lebanon stated to France24: “We are really seeing a mounting death toll among children and we believe that this may be higher, given that many children and their families remain under the rubble in different parts of the country. The bombardments continued again last night and since Friday, we have seen an escalation in the conflict around Beirut, especially in the southern suburbs.” In this horrendous crimes by Israel, US is as much as guilty as Israel, since they provide the bombs used against the Lebanese