lunedì 30 settembre 2024

pc 30 settembre - Sull'attacco al Libano, la morte di Nasrallah - editoriale con traduzione ufficiosa in inglese e spagnolo

L’attacco al Libano dell’esercito israeliano ha raggiunto un obiettivo, quello di colpire Hezbollah, parte del fronte di resistenza a sostegno del popolo palestinese.

Con l’uccisione del leader Nasrallah attraverso un bombardamento criminale, del genere di quello in atto da circa un anno a Gaza, l’estensione della guerra di aggressione ha raggiunto una tappa irreversibile. Lo Stato sionista di Israele intende occupare militarmente il Libano, cancellare la resistenza e guadagnare un’altra postazione, nel quadro del piano di “grande Israele” e di potenza egemone in tutta l’area, per sé, per conto dell’imperialismo soprattutto americano, contro gli Stati, le nazioni, le masse arabe in tutta l’area.

Ora, come a Gaza e in Cisgiordania, in tutto il Libano 1640 morti, più quelli sepolti dai bombardamenti, anche qui tante donne, bambini, masse povere, anche qui il terrore dispiegato. Oltre 118mila persone in fuga dal sud e dall’area orientale che si aggiungono alle 110mila persone già sfollate dall’inizio dell’azione genocida dello Stato di Israele – i Dati sono dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Unhcr, Unrva dicono: “73% proviene dalle zone meridionali del Libano, 27% da Beirut”.

Le masse libanesi colpite, innanzitutto la comunità sciita, sono scese in piazza. Secondo il Manifesto “in maniera impressionante”. Rabbia e dolore sono fusi. E il loro slogan “Nasrallah vive” è stato un grido possente che dimostra senz’ombra di dubbio il legame con la resistenza di Hezbollah di queste

grandi masse libanesi, essenzialmente le masse più povere di un paese da sempre nelle mani dei ricchi del Libano e dell’imperialismo e gestito da un governo al loro servizio, anche se espressione delle diverse anime di questo paese, dove per azione dell’imperialismo le masse e le classi sociali sono divise in fazioni in lotta tra loro, apertamente o in forme mascherate.

Colpire il capo della resistenza di Hezbollah è innanzitutto una illusione dello Stato sionista di Israele e dell’imperialismo. “Colpiscine uno ne educa 100”, è questa la legge di ogni resistenza di popolo, qualunque siano i limiti interni di essa.

La resistenza in Libano, come in Palestina, non è un’organizzazione armata chiamata dall’imperialismo “terrorismo”, ma un pezzo di popolo che si organizza e organizza ogni aspetto della vita sociale delle masse, e di conseguenza ha nelle masse la sua forza.

Lo stato sionista di Israele lo sa, perché è di tipo nazista e persegue la via genocidaria di distruggere la resistenza per distruggere un popolo, e sa che per distruggere un popolo bisogna distruggere la resistenza.

Ci interessa relativamente la biografia di Nasrallah, e ai proletari deve interessare relativamente questo aspetto. Quello che deve interessare è l’avanzamento del piano genocida dello stato sionista di Israele e la resistenza delle masse oppresse palestinesi e arabe. E stare da una parte sola.

Per questo, onorare Nasrallah, come è avvenuto nelle manifestazioni di Roma e Milano, è onorare la resistenza ed esprimere chiaramente da che parte le manifestazioni stanno.

Questo lo sanno bene i governi e gli Stati imperialisti, il governo Meloni e lo Stato imperialista italiano, la loro stampa e i loro mass media che criminalizzano le manifestazioni per mettere fine alle manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese e imporre la dittatura del pensiero unico fascio-imperialista.

Il sostegno alla resistenza ai palestinesi si deve fare sempre più netto e chiaro e si unisce al sostegno alla resistenza libanese e alle masse libanesi contro le bestie sioniste, come il ministro della Difesa israeliano, Gallant, che dichiara: “faremo a Beirut quello che stiamo facendo a Gaza”.

Ma appare altrettanto chiaro che lo stato sionista di Israele, razzista e di tipo nazista, che ha ora il governo che si merita, incarna come non mai il pensiero storico di questa branca specifica della reazione mondiale. Agisce, come sempre ha denunciato il movimento comunista internazionale e tutte le forze progressiste, rivoluzionarie e antimperialiste, da gendarme per conto dell’imperialismo mondiale per il controllo delle fonti energetiche e l’assetto geopolitico dell’area, contro le masse arabe direttamente e le masse oppresse di tutto il mondo.

E’ in questo quadro che obiettivo della guerra di Israele sono l’Iran, la Siria e tutti gli Stati non allineati con l’imperialismo occidentale; e che quindi la guerra di Gaza che continua con la guerra del Libano, continuerà inevitabilmente contro gli Stati non allineati, come guerra totale interna alla guerra globale inter imperialista che avanza.

Ciò rende inevitabile che gli Stati, le nazioni arabe, se vogliono mantenere una posizione autonoma rispetto all’imperialismo, debbano necessariamente fare la guerra contro lo stato sionista di Israele.

Il proletariato mondiale, il movimento comunista autentico sostiene questa necessità nel contesto attuale. Ed è dalla parte nostra il pensiero strategico del proletariato rappresentato da Marx, Lenin, Mao.

All’interno di questo scenario è chiaro anche un’altra questione. Che le forme attuali della resistenza palestinese, e oggi diciamo anche libanesi, non sono lo strumento adeguato per resistere e combattere fino alla vittoria la guerra dei proletari e dei popoli. E ciò non dipende dallo strapotere tecnologico-militare che Israele sta mettendo in mostra, in forme mai realizzate, ma dalla strategia e tattica necessaria. La questione è: o si armano le masse o non si può vincere.

Nel sostenere la resistenza, senza se e senza ma, perseguiamo l’unica autentica via di solidarietà internazionale e internazionalista che è quella di sostenere la via della guerra di popolo in tutta l’area e combattere la battaglia necessaria all’interno dei paesi imperialisti in cui operiamo.

Questo è l’unico modo per rappresentare socialmente, politicamente la posizione di classe del proletariato, nello sforzo, oggi difficile e complesso, di incarnarlo. E non solo come organizzazione all’interno dei paesi imperialisti, ma come parte della frazione rossa del movimento comunista internazionale che conduce le guerre popolari, India, Filippine, Turchia, ecc. e che persegue questa via in tutti i paesi oppressi dall’imperialismo e, in forme specifiche, di guerra rivoluzionaria all’interno dei paesi imperialisti.

CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!

CON LE MASSE LIBANESI, CON LE MASSE ARABE IN TUTTA L’AREA!

MORTE ALLO STATO SIONISTA DI ISRAELE!

MORTE ALL’IMPERIALISMO E A TUTTI I SUOI COMOPLICI!

VIVA LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE!

VIVA L’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO!

30 settembre 2024

 

The attack on Lebanon by the Israeli army achieved the aim of hitting Hezbollah, part of the resistance front in support of the Palestinian people.

With the killing of the leader Nasrallah through a criminal bombing, similar to those going on for about a year on Gaza, the extension of the aggression war has reached an irreversible stage. The Zionist State of Israel aims to militarily occupy Lebanon, wipe out the resistance and gain another outpost, as part of the plan of making a "greater Israel" as hegemonic power in the whole area, for itself, on behalf of imperialism especially American, against the States, the nations, the Arab masses in the region.

Now, as in Gaza and the West Bank, 1640 are the dead in all of Lebanon, plus those buried by the bombings, here too many women, children, poor masses murdered, here too terror displayed. Over 118,000 people are fleeing from the southern and the eastern Lebanon, in addition to the 110,000 people already displaced since the beginning of the genocidal action of the State of Israel -data from the United Nations Agency for Refugees. UNHCR, UNRVA say: "73% come from the southern areas of Lebanon, 27% from Beirut".

The Lebanese masses affected, first of all the Shiite community, took to the streets. According to the Manifesto "in an impressive manner". Anger and pain are fused. Their slogan “Nasrallah lives” was a powerful cry that show with no doubt the liaison of these large Lebanese masses with the resistance of Hezbollah, the poorest masses of a country that has always been in the hands of the rich of Lebanon and imperialism and ruled by a government at their service, even if as an expression of the different souls of this country, where because of the action of imperialism the masses and social classes are divided into factions fighting among themselves, openly or in disguised forms.

To strike the leader of the resistance of Hezbollah is first and foremost an illusion of the Zionist State of Israel and imperialism. “Strike one and you educate 100”, this is the law of every people’s resistance, no matter its internal shortcomings.

The resistance in Lebanon, as in Palestine, is not an armed organization that imperialists call “terrorism”, but a sector of the people that organize themselves and any aspect of the social life of the masses, and consequently has its strength in the masses.

The Zionist state of Israel knows that, because it is of a Nazi type and pursues the genocidal path of destroying the resistance to destroy a people, and they know that to destroy a people they have to destroy the resistance.

We are relatively interested in Nasrallah's biography, and the proletariat should be relatively interested in this aspect. What should concern them is the advancing of the genocidal plan of the Zionist state of Israel and the resistance of the oppressed Palestinian and Arab masses. And to be on one side only.

That is why to honor Nasrallah, as happened in the protests in Rome and Milan, is to honor the resistance and shows clearly which side those demonstrations are on.

The imperialist governments and states know this well, the Meloni government and the Italian imperialist state, their press and their mass media that criminalize those demonstrations to put an end to the solidarity with the Palestinian people and impose the dictatorship of the fascist-imperialist single thought.

The support to the resistance of Palestinians must be increasingly clear and sharp and combineed with support for the Lebanese resistance and the Lebanese masses against the Zionist beasts, such as the Israeli Defense Minister, Gallant, who declares: "we will do in Beirut what we are doing in Gaza".

But it is also clear that the Zionist state of Israel, racist and Nazi-like, which has the government it deserves now, embodies as never before the historical thought of this specific wing of world reaction. It acts as a watchdog on behalf of world imperialism to control on the energy sources and the geopolitical structure of the region, against the Arab masses directly and the oppressed masses of the entire world, as the international communist movement and all progressive, revolutionary and anti-imperialist forces have always denounced.

It is in this context that Iran, Syria and all the states not aligned with Western imperialism are targets of Israel's war; therefore the war in Gaza that goes on with the war in Lebanon, will inevitably continue against the non-aligned states, as a total war within the global inter-imperialist war that is advancing.

This makes it inevitable that the states, the Arab nations, if they want to keep an autonomous position in front of imperialists, must necessarily wage war against the Zionist state of Israel.

The world proletariat, the genuine communist movement support this necessity in the current context. And the strategic thought of the proletariat represented by Marx, Lenin, Mao is on our side.

Within this scenario another issue is also clear. The current forms of Palestinian resistance, and today the Lebanese too, are not an adequate instrument to resist and fight the war of the proletarians and peoples until victory. And that does not depend on the technological-military supremacy that Israel is displaying, in unprecedented forms, but on the necessary strategy and tactics. The issue is: or the masses are armed or we cannot win.

In supporting the resistance, with no ifs and buts, we pursue the only authentic path of international and internationalist solidarity which is to support the path of the people's war throughout the area and fight the necessary battle within the imperialist countries in which we operate.

This is the only way to socially and politically represent the class position of the proletariat, in the effort, today difficult and complex, to embody it. And not only as an organization within the imperialist countries, but also as part of the red fraction of the international communist movement that wages people's wars, India, the Philippines, Turkey, etc. and that pursues this path in all countries oppressed by imperialism and, in specific forms, of revolutionary war within the imperialist countries.


WITH PALESTINE UNTIL VICTORY!

WITH THE LEBANESE MASSES, WITH THE ARAB MASSES IN THE WHOLE AREA!

DEATH TO THE ZIONIST STATE OF ISRAEL!

DEATH TO IMPERIALISM AND ALL ITS ACCOMPLICES!

LONG LIVE INTERNATIONAL SOLIDARITY!

LONG LIVE PROLETARIAN INTERNATIONALISM!


September 30, 2024

 

 

El ataque al Líbano por parte del ejército israelí logró un objetivo: golpear a Hezbollah, parte del frente de resistencia en apoyo del pueblo palestino.

Con el asesinato del líder Nasrallah mediante un criminal bombardeo, como los que se viene perpetrando desde hace aproximadamente un año en Gaza, la extensión de la guerra de agresión ha alcanzado una nivel irreversible. El Estado sionista de Israel pretende ocupar militarmente el Líbano, eliminar la resistencia y ganar una otra posición, en el marco del plan de un "gran Israel" y de potencia hegemónica en toda la region, para sí mismo, en nombre del imperialismo especialmente estadounidense, contra los estados, naciones y masas árabes en toda la region.

Ahora, como en Gaza y Cisjordania, en todo el Líbano hay 1.640 muertos, además de los enterrados por los bombardeos, aquí también demasiadas mujeres, niños, masas pobres, aquí también se ha desplegado el terror. Más de 118 mil personas huyen del sur y del este del Líbano, que se suman a las 110 mil personas ya desplazadas desde el inicio de la acción genocida del Estado de Israel - los datos son de la Agencia de las Naciones Unidas para los Refugiados. ACNUR y UNRVA dicen: “El 73% proviene de las zonas del sur del Líbano, el 27% de Beirut”.

Las masas libanesas afectadas, en primer lugar la comunidad chií, salieron a las calles. Según el Manifiesto “de manera impresionante”. La ira y el dolor se fusionan. Y su eslogan “Nasrallah vive” fue un grito poderoso que demuestra sin lugar a dudas el vínculo con la resistencia de Hezbollah de estas grandes masas libanesas, esencialmente las masas más pobres de un país que siempre ha estado en manos de los ricos del Líbano y del imperialismo y bajo un gobierno a su servicio, aunque expresión de las diferentes almas de este país, donde debido a la acción del imperialismo las masas y clases sociales se dividen en facciones que luchan entre sí, abiertamente o de forma encubierta.

Golpear al líder de la resistencia de Hezbolá es ante todo una ilusión del Estado sionista de Israel y del imperialismo. “Golpear a uno golpe educa a 100”, ésta es la ley de toda resistencia popular, cualesquiera que sean sus límites internos.

La resistencia en el Líbano, como en Palestina, no es una organización armada llamada "terrorismo" por el imperialismo, sino un sector de pueblo que se organiza y organiza todos los aspectos de la vida social de las masas, y en consecuencia tiene su fuerza en las masas.

El Estado sionista de Israel lo sabe, porque es de tipo nazi y sigue el camino genocida de destruir la resistencia para destruir a un pueblo, y sabe que para destruir a un pueblo hay que destruir la resistencia.

Estamos relativamente interesados en la biografía de Nasrallah, y los proletarios deben estar relativamente interesados en este aspecto. Lo que importa es el avance del plan genocida del Estado sionista de Israel y la resistencia de las masas palestinas y árabes oprimidas. Y tomar a un lado solamente.

Por eso, honrar a Nasrallah, como ocurrió en las manifestaciones de Roma y Milán, significa honrar la resistencia y expresar claramente de qué lado están las manifestaciones.

Lo saben bien los gobiernos y estados imperialistas, el gobierno Meloni y el estado imperialista italiano, su prensa y sus medios de comunicación que criminalizan las manifestaciones para poner fin a las manifestaciones de solidaridad con el pueblo palestino e imponer la dictadura del pensamiento único fascista-imperialista.

El apoyo a la resistencia a los palestinos debe ser cada vez más clara y combinarse con el apoyo a la resistencia libanesa y a las masas libanesas contra las bestias sionistas, como el Ministro de Defensa israelí, Gallant, que declara: "haremos en Beirut lo que estamos haciendo en Gaza".

Pero parece igualmente claro que el Estado sionista de Israel, racista y de tipo nazi, que ahora tiene el gobierno que merece, encarna como nunca antes el pensamiento histórico de esta rama específica de la reacción mundial. Actúa, como siempre han denunciado el movimiento comunista internacional y todas las fuerzas progresistas, revolucionarias y antiimperialistas, como un gendarme en nombre del imperialismo mundial para el control de las fuentes de energía y la estructura geopolítica de la zona, contra las masas árabes directamente. y masas oprimidas en todo el mundo.

Es en este contexto que los objetivos de la guerra de Israel son Irán, Siria y todos los Estados no alineados con el imperialismo occidental; y por lo tanto la guerra en Gaza que continúa con la guerra en el Líbano continuará inevitablemente contra los estados no alineados, como una guerra total dentro de la guerra interimperialista global que avanza.

Esto hace inevitable que los estados, las naciones árabes, si quieren mantener una posición autónoma del imperialismo, necesariamente deban librar la guerra contra el estado sionista de Israel.

El proletariado mundial, el auténtico movimiento comunista, apoya esta necesidad en el contexto actual. Y el pensamiento estratégico del proletariado representado por Marx, Lenin, Mao está de nuestro lado.

Dentro de este escenario también queda clara otra cuestión. Que las actuales formas de la resistencia palestina, y hoy también decimos de la libanesa, no son el instrumento adecuado para resistir y combatir la guerra de los proletarios y los pueblos hasta la victoria. Y esto no por el mayor poder tecnológico-militar desplegado por Israel, en formas nunca alcanzadas, sino por la estrategia y táctica necesarias. La cuestión es: o se arma a las masas o no se puede ganar.

Al apoyar la resistencia, sin condiciones ni peros, seguimos el único auténtico camino de la solidaridad internacional e internacionalista, que es apoyar el camino de la guerra popular en toda la region y librar la batalla necesaria dentro de los países imperialistas en los que operamos.

Sólo así se podrá representar social y políticamente la posición de clase del proletariado, en el esfuerzo, hoy difícil y complejo, de encarnarla. Y no sólo como organización dentro de los países imperialistas, sino como parte de la fracción roja del movimiento comunista internacional que conduce guerras populares, India, Filipinas, Turquía, etc. y que sigue este camino en todos los países oprimidos por el imperialismo y, en formas específicas, de guerra revolucionaria dentro de los países imperialistas.


¡CON PALESTINA HASTA LA VICTORIA!

¡CON LAS MASAS LIBANESAS, CON LAS MASAS ÁRABES EN TODA LA AREA!

¡MUERTE AL ESTADO SIONISTA DE ISRAEL!

¡MUERTE AL IMPERIALISMO Y A TODOS SUS CÓMPLICES!

¡VIVA LA SOLIDARIDAD INTERNACIONAL!

¡VIVA EL INTERNACIONALISMO PROLETARIO!


30 de septiembre de 2024

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