E' in preparazione, per la collana "Formazione Rivoluzionaria delle donne", un nuovo libro del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario su: le donne e al Rivoluzione d'Ottobre, di cui quest'anno ricorre il centenario.
Questo lavoro è importante, perchè il ruolo, la battaglia delle donne nella rivoluzione in Russia, è stato in generale tenuto in ombra, quando invece la questione femminile, della liberazione delle donne, del ruolo centrale delle donne nella rivoluzione e costruzione del socialismo ha visto in Russia, la prima grande rottura delle doppie, triple catene che tenevano oppresse la maggioranza delle donne, e le prime battaglie, realizzazioni per liberare le donne dalla "schiavitù" domestica e conquistare un effettiva emancipazione.
Ma tutto ciò non era sufficiente, occorreva sradicare le vecchie concezioni, anche all'interno del proletariato.
Per questo vogliamo annunciare l'uscita per il 7 novembre del libro, riprendendo alcuni scritti, interventi di Lenin sulla questione femminile.
«Il lavoro d'agitazione e propaganda tra le donne, la diffusione dello spirito rivoluzionario tra di loro, vengono considerati come questioni occasionali, come faccende che riguardano unicamente le compagne. Soltanto alle compagne si rivolgono rimproveri se il lavoro in questa direzione non procede più speditamente ed energicamente. Ciò è male, assai male. È separatismo bello e buono, è femminismo alla rovescia! Cosa c'è alla base di questo atteggiamento sbagliato delle nostre sezioni nazionali? In ultima analisi non si tratta altro che di una sottovalutazione della donna, e del suo lavoro. Proprio così! Disgraziatamente si può ancora dire di molti compagni: "Gratta un comunista e troverai un filisteo!" Evidentemente dovrete grattare il punto sensibile: la loro concezione della donna»
“Può esserci prova più riprovevole della calma acquiescenza degli uomini di fronte al fatto che le donne si consumano nel lavoro umiliante, monotono della casa, sciupano, sperperano energia e tempo, acquistano una mentalità meschina e ristretta, perdono ogni sensibilità, ogni volontà? Naturalmente non alludo alle donne della borghesia che scaricano sulla servitù la responsabilità di tutto il lavoro della casa, compreso l'allevamento dei bambini. Mi riferisco alla schiacciante maggioranza delle donne, alle mogli dei lavoratori e a quelle che passano le giornate in un'officina.
“Nel rapporto dialettico tra tre momenti: leggi liberatrici per la donna, suo inserimento nella produzione sociale e sviluppo servizi sociali, stanno alcuni termini della nuova condizione femminile. Ma ciò non è ancora sufficiente: bisogna distruggere vecchie mentalità, costruire consapevolezze nuove negli uomini e nelle donne… Pochissimi uomini – anche tra i proletari – si rendono conto della fatica e della pena che potrebbero risparmiare alla donna se dessero una mano al lavoro della donna. Ma no, ciò è contrario ai "diritti e alla dignità dell'uomo", essi vogliono pace e comodità. La vita domestica della donna costituisce un sacrificio quotidiano fatto di mille nonnulla. La vecchia supremazia dell'uomo sopravvive in segreto (...) Il nostro lavoro di comunisti tra le donne, il nostro lavoro politico, comporta una buona dose di lavoro educativo tra gli uomini. Dobbiamo sradicare del tutto la vecchia idea del "padrone"! Nel partito e tra le masse. È un nostro compito politico non meno importante del compito urgente e necessario di creare un nucleo direttivo di uomini e donne, ben preparati teoricamente e praticamente per svolgere tra le donne un'attività di partito». (Da Conversazioni con Clara Zetkin)
“La vera emancipazione della donna, il vero comunismo incomincerà soltanto là e allora, dove e quando comincerà la vera lotta delle masse, diretta dal proletariato, che detiene il potere dello Stato, contro la piccola economia domestica o, meglio, dove incomincerà la trasformazione in massa di questa economia nella grande economia socialista…
“Ci occupiamo noi abbastanza nella pratica, di questa questione, che teoricamente è evidente per ogni comunista? Naturalmente no. Abbiamo sufficiente cura dei germi del comunismo che già si hanno in questo campo? Ancora una volta no, no e poi no! I ristoranti popolari, i nidi e i giardini d’infanzia: ecco gli esempi di questi germi, i mezzi semplici, comuni che non hanno nulla di pomposo, di magniloquente, di solenne, ma che sono realmente in grado di emancipare la donna, sono realmente in grado di diminuire ed eliminare, quanto alla sua funzione nella produzione e nella vita sociale, la sua diseguaglianza nei confronti dell’uomo… (Da “Il contributo della donna all’edificazione del socialismo”)
“Far partecipare la donna al lavoro sociale, produttivo, strapparla alla "schiavitù domestica", liberarla dal peso degradante e umiliante, eterno ed esclusivo della cucina e della camera dei bambini: ecco qual è il compito principale. Sarà una lotta lunga perché esige la trasformazione radicale della tecnica sociale e dei costumi”. (da La giornata internazionale della donna”).