giovedì 18 aprile 2024

pc 18 aprile - Crosetto a Taranto/l'opposizione contro il G7 della guerra in Puglia/solidarietà al prof. Canfora e agli studenti solidali con la Palestina

 da Controinfo rossoperaia del 17/04

Apriamo questa trasmissione da Taranto dove arriva il ministro della guerra, Crosetto, per presenziare al giuramento interforze nella rotonda del Lungomare e ci arriva dopo giorni in cui la città, i cittadini e le attività commerciali sono stati messi a disagio per la preparazione di questo “evento”.

La venuta di Crosetto a Taranto offre l'occasione per parlare dell'altra faccia del pianeta delle scimmie in questa città che è il sistema militare-industriale che la occupa ben prima dell'Ilva, durante l'Ilva e oltre l'Ilva. A Taranto esiste la più grande base navale della Marina italiana. Questa base è formalmente della Marina italiana ma è al servizio della NATO e dell'imperialismo americano.

La città è occupata dai militari, è occupata dalle servitù militari, dalle strutture militari, buona parte del suo mare è occupato dalla Marina, così come lo sono gli edifici e le strutture importanti della città. Taranto viene concepita come città di guerra nella prima come nella Seconda guerra mondiale. E come tale viene preparata all'ipotesi di una terza guerra.

Quindi Crosetto sta a casa sua, per modo di dire, a casa del sistema militare-industriale dell’imperialismo italiano. Nelle vicinanze di Taranto vi è una fabbrica importante, la Leonardo. E dalla Base di Taranto sono partite tradizionalmente le missioni militari in direzione di tutte le guerre, dalla guerra del Golfo alla guerra dei Balcani, dalle missioni dirette nel Mediterraneo sotto il travestimento di missioni antipirateria, alle manovre congiunte dei diversi paesi della NATO contro una ipotetica presenza della Russia nel Mediterraneo, ma in realtà in preparazione di tutto quello che potrà succedere nel contesto della tensione della guerra mondiale.



La venuta di Crosetto a Taranto viene salutata, come si dice, “con entusiasmo” dalle Istituzioni, dalla stampa. Ma tutti questi sono al soldo della Marina, prendono soldi dalla Marina! I quotidiani pubblicano pagine pubblicitarie - Ilva insegna - sono lo strumento normale di finanziamento, non certo occulto, della stampa per asservirla agli interessi dei cosiddetti poteri forti, che a Taranto si chiamano Marina, si chiamano NATO, si chiamano imperialismo.

Crosetto giunge a Taranto in un momento in cui la città è devastata da ben altro, è devastata chiaramente dalla crisi dell'Ilva con migliaia e migliaia di operai in cassa integrazione e a rischio-

pc 18 aprile - Dal blog tarantocontro - 19 aprile - giornata di lotta promossa dallo Slai cobas per il sindacato di classe

Ore 6/7 presidio alla portineria delle imprese dove i coordinatori dello Slai cobas per il sindacato di classe illustreranno i contenuti e gli appuntamenti della giornata di lotta e la piattaforma operaia su cui si dovrà scioperare in tutta l'area industriale e nell'appalto/compreso porto nel corso delle prossime settimane e la campagna per la formazione di un comitato di lotta operai acciaieria - appalto - cigs in cassaintegrazione intersindacale  

ore 9.30/12 presidio alla ex Corte di appello - aula bunker - Paolo VI per l'inizio del processo  Ambiente Svenduto, delle parti civili operai/lavoratori ex Ilva/Appalto, lavoratori del Cimitero/ex pasquinelli/abitanti Paolo VI/Tamburi 

ore 16,30 assemblea convegno alla Biblioteca Acclavio Piazzale bestat Taranto 

pc 18 aprile - Sulla situazione alla Stellantis 3 - da Slai cobas per il sindacato di classe

Sullo sciopero del 12 aprile a Torino. Non erano 12 mila ma molto meno; mancavano molti operai di Mirafiori ed erano presenti invece tutta una serie di realtà dai quadri, sindacalismo giallo, dal codazzo para istituzionale e para politico che lungi dall’aver reso più forte la manifestazione l’hanno confusa e in parte addormentata. 

Certo, gli operai presenti si sono fatti sentire ed erano anni che non c'era una manifestazione di quel tipo a Torino e il fatto che la maggior parte faceva riferimento alla Fiom dipende essenzialmente dalla intenzione di Tavares di tenere la Fiom fuori dai Tavoli che contano, e questo chiaramente favorisce il fatto che tra gli operai che hanno partecipato a questa manifestazione la Fiom venga concepita come alternativa e di opposizione ai piani del padrone. 

Abbiamo già detto e scritto che è necessaria la lotta. Abbiamo detto e scritto che questa lotta ha senso se mobilita e via via unisce innanzitutto gli operai. 

I dirigenti sindacali confederali hanno detto che questo è solo l’inizio. Dicono sempre cosi e ce lo ripeteranno non sappiamo tra quanto tempo. Dicono che ora si parte da Torino e poi ci sarà la mobilitazione generale e nazionale di tutti gli stabilimenti. Ma anche su questo non abbiamo gran

pc 18 aprile - Info dagli stabilimenti Stellantis 2 - una denuncia da Pomigliano


Mettere gli operai in condizione di licenziarsi, usare partiti e sindacalisti compromessi per chiedere al governo di continuare a sborsare soldi in modo da garantire agli azionisti guadagni da capogiro.

Mettere gli operai in condizione di licenziarsi, usare partiti e sindacalisti compromessi per chiedere al governo di continuare a sborsare soldi in modo da garantire agli azionisti guadagni da capogiro.

Immaginiamo un tavolo dove i vertici Stellantis sono seduti a prendere decisioni su come ridurre il personale su stabilimenti considerati non più di interesse. Sicuramente oltre agli incentivi per la fuoriuscita volontaria (che deve essere misera per ridurre i costi di questa “povera” multinazionale) ci metterebbero anche dei comportamenti e un rapporto con i dipendenti che indurrebbero a lasciar tutto e andarsene via. Ed ecco che mettono in atto questa strategia per rendere possibile questo piano diabolico: trasferte forzate, cassa integrazione solo per chi non è “produttivo”, insicurezza del lavoro futuro, minacce di spostare la produzione in altri luoghi, provvedimenti disciplinari, licenziamenti. Infine, come è successo giovedì a Pomigliano, avvisare della chiusura della trasferta per i lavoratori di

pc 18 aprile - Info dagli stabilimenti Stellantis 1 - sit in Atessa Stellantis

per rivendicare migliori condizioni di lavoro nello stabilimento Stellantis di Atessa. Il percorso di rivendicazione ci ha portato nella mattina di venerdì 12 aprile 2024 a promuovere un sit-in di protesta sotto gli uffici dello SPSAL di Chieti (ente di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro).

Una delegazione USB/Slai cobas, assistita dal dott. Francesco Tuccino (ergonomo) e dall’Avv. Guglielmi, è stata ricevuta dal dott. Massaro, e da alcuni collaboratori, ai quali sono state esplicitate le ragioni di tale iniziativa e consegnato un esposto contenente le richieste delle due organizzazioni: controlli su alcune specifiche postazioni di lavoro, l’attivazione di controlli periodici su postazioni a campione in tutte le officine e verifica della correttezza dei DVR (documenti valutazione rischi), verifica delle modalità di gestione della sorveglianza sanitaria e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente.

Nelle quasi due ore di colloquio, il direttore dello SPSAL ci ha

pc 18 aprile - La polizia? “Non combatte il crimine, preserva un ordine sociale”: ecco lo studio - un contributo

Appunti dalla presentazione in anteprima del libro “Polizia. Un vocabolario dell’ordine” scritto da Giulia Fabini, Enrico Gargiulo e Simone Tuzza. Il volume indaga un’istituzione restia a farsi studiare, una sorta di “laboratorio segreto”, che secondo le/gli autrici/ori ha come vero compito quello di mantenere lo status quo e plasmare un ordine sociale piramidale e gerarchico.

da Zic/Notes

poliziaPuò capitare un po’ a tutte/i: arrivare in stazione, dirigersi verso il treno ed essere fermate/i dagli onnipresenti ‘pattuglioni’ composti da poliziotti, carabinieri e militari che chiedono i documenti e procedono a un controllo. Ma perchè? “Forse hanno un accordo con Trenitalia per farti perdere il treno e costringerti a ricomprare il biglietto”, è la battuta che viene fuori durante la presentazione in anteprima del libro “Polizia. Un vocabolario dell’ordine”, appena uscito per Mondadori Università. Fatto sta che il motivo per cui si può essere fermate/i (o non fermate/i) in stazione, in una situazione di assoluta normalità, è una delle imperscrutabili ragioni che muovono l’agire delle forze di polizia e ne sottolineano l’elevato grado di discrezionalità. Ed è proprio su queste dinamiche che si concentra il volume scritto a sei mani da tre studiose/i di altrettanti dipartimenti diversi dell’Università di Bologna: la criminologa Giulia Fabini (Scienze giuridiche), il sociologo Enrico Gargiulo (Scienze politiche e sociali) e il criminologo Simone Tuzza (Sociologia e Diritto dell’economia).

“Il libro prova a entrare nel ‘laboratorio segreto’ della polizia- spiega la sinossi- dove le distinzioni sociali e le gerarchie sono riprodotte, le classi «pericolose» sono separate da quelle «laboriose» e chi sta ai margini viene tenuto a bada. Contribuendo a plasmare una società ordinata e rispettosa dei valori condivisi dalla maggioranza della popolazione e dal potere politico, l’istituzione poliziale agisce per mantenere lo status quo. Attraverso un approccio critico, il volume intende demistificare un immaginario piuttosto diffuso e radicato, che vede la polizia titolare della missione costitutiva di prevenire e reprimere il crimine, e vuole provare a fornire una lettura differente: l’istituzione poliziale agisce come catena di trasmissione delle visioni e

mercoledì 17 aprile 2024

pc 17 aprile - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - La visita a Taranto di Crosetto, per l’opposizione proletaria e antimperialista ora e verso il G7 di guerra di giugno - Solidali con canfora e gli studenti della Sapienza

 

pc 17 aprile - Uno "sciame" di striscioni per Crosetto a Taranto...

Non è che l'inizio costruiamo l'opposizione proletaria, popolare, antimperialista verso il G7 della Guerra in Puglia il 13-14-15 giugno








pc 17 aprile - La NATO nel Medio Oriente, l'allargamento del conflitto, l'attacco all'Iran/la Nuova Resistenza dei proletari e dei popoli

 da Controinformazione rossoperaia del 16/04


Fa rabbia ogni volta assistere allo stesso scenario da parte dei governi e della stampa dei padroni.

Esso è simile a quello cui abbiamo già assistito in occasione dell'azione della resistenza palestinese del 7 ottobre - ricordiamo che sono 6 le organizzazioni della resistenza palestinese, rappresentanti la quasi totalità delle masse sia della Striscia di Gaza sia della Cisgiordania, oltre che dei milioni di palestinesi profughi in tutti i paesi arabi e in tanti altri paesi del mondo - l'azione del 7 ottobre è stata una reazione a 75 anni di occupazione e in particolare ai piani dello Stato di Israele di occupazione, di massacri nei confronti del popolo palestinese.

Quando c’è stata l’azione della Resistenza palestinese tutti hanno ragionato come se le cose fossero cominciate quel giorno, e tutti i 75 anni di infame occupazione della Palestina sono stati cancellati, insieme ai crimini commessi fino al 7 ottobre dallo Stato sionista di tipo nazista di Israele dalla sua data di nascita fino a settembre, attraverso i diversi governi di cui quest'ultimo è il peggiore perché contiene al suo interno criminali politici, razzisti, sionisti, peggiori degli stessi nazisti.

Dal 7 ottobre "tutto comincia", si condanna l'azione di Hamas, si sostiene il diritto di Israele a difendersi, e Israele “si difende” distruggendo la Striscia di Gaza, ammazzando circa 34.000 palestinesi di cui una parte, più della metà, è fatta di donne e bambini, distruggendo case, ospedali, cancellando tutto ciò che normalmente viene considerato da non toccare in termini di diritti umani, di crimini di guerra, di convenzioni.

Da allora la stampa borghese, i padroni, i governi di questo paese e tutti coloro che si mangiano tutto attraverso la televisione e i giornali come utili idioti, come popolo belante, si sono rifiutati di guardare la realtà di una lotta tra popoli oppressi e l'imperialismo e il suo sistema e si sono schierati dalla parte di Israele e i governi imperialisti lo armano sempre di più e gli permettono di fare ciò che gli pare.

Lo stesso scenario si assiste ora a fronte dall'azione militare della Repubblica islamica dell'Iran. Come se tutto fosse cominciato l'altro giorno con lo sciame di droni mandato dall'Iran sullo stato d'Israele. E

pc 17 aprile - Su Iran/Israele - documento pervenuto da Red Road Maoist Group Iran

 traduzione ufficiosa

Ain al-Assad II Khamenei e i capi dell'IRGC

Più rumorosa ma più finta! La "risposta dura" è stata data!

Infine, Khamenei e le sue guardie hanno dato la loro "risposta severa" all'attacco israeliano al consolato iraniano e all'uccisione di 7 alti comandanti della Forza Quds, tra cui Mohammad Reza Zahedi, il comandante della Forza Quds in Siria e Libano, e si sono presi la loro "severa vendetta"!

Questo è stato fatto durante un'operazione chiamata "Onesta Promessa" e secondo le notizie ha sparato 185 droni e 36 missili da crociera e 110 missili balistici contro Israele, quasi la maggior parte dei quali (il 99% dei quali secondo il governo israeliano) in aria e prima che raggiungessero Israele, sono stati distrutti dagli Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Giordania, o nello spazio aereo del paese dalle forze militari israeliane.

Notificati l'ora dell'attacco all'America e a Israele

Naturalmente, l'attacco non è stato una sorpresa. Se è vero che tre giorni prima, l'ora, il numero e il tipo di droni e missili che sarebbero stati lanciati contro Israele siano stati comunicati al governo americano direttamente o attraverso i paesi arabi. Pertanto, sia l'America che altri paesi, incluso Israele, conoscevano esattamente tutti gli aspetti dell'attacco di Khamenei e avrebbero potuto pianificare meglio e intercettare e distruggere i droni e i missili.

Pianificando di riversare i pochi sostenitori di Khamenei in strada e lanciare una celebrazione della vittoria

Oltre a questo attacco, in un piano pre-pianificato dall'IRGC e da altre agenzie, hanno inviato una manciata di Hezbollah e capifamiglia nelle strade a manifestare mentre sparavano droni e missili. Poiché l'attacco non è ancora terminato e i suoi risultati pratici non sono chiari, hanno festeggiato questa "grande vittoria" come al solito.

"Fine dell'operazione"

E infine, Bagheri, uno dei capi dell'IRGC, ha dichiarato dopo l'abbattimento dei droni e dei missili che l'operazione era "terminata" dal punto di vista della Repubblica islamica e che non aveva "alcuna intenzione di continuare l'operazione", cercando di trovare un orecchio, soprattutto dall'America, che è a conoscenza di tutti i punti, e che questo paese impedisca a Israele di vendicarsi!

L'attacco è pieno di piume e costoso ma vuoto

Ma sulla base delle notizie pubblicate dal governo israeliano, la maggior parte di questi droni e missili

pc 17 aprile - Sta andando avanti un nuovo attacco al diritto d'aborto - Governo Meloni e Vaticano si danno la mano - Non lo permetteremo!

 LEGGI GLI ARTICOLI DEL BLOG FEMMINISMORIVOLUZIONARIO

pc 16 aprile - Università ai tempi del governo Meloni... Ancora cariche agli studenti alla Sapienza

 La risposta degli studenti ai manganelli del governo: 
"non sarà questo a fermarci".

martedì 16 aprile 2024

pc 16 aprile - Oggi più che mai -Nato = North American Organisation Terrorist

Ma che c.. è la Sioi?

"La Nato compie 75 anni e il dilemma che si pone ai suoi membri è «tra l’esistere uniti o lo scomparire», per citare Luigi Einaudi. La ricorrenza cade in tempi drammatici. Il presidente Sergio Mattarella, in un discorso per l’anniversario (alla conferenza organizzata dalla Sioi, la società italiana per l’organizzazione internazionale), ha quindi invocato una maggiore protezione dell’Alleanza atlantica dell’area del Mediterraneo, il fronte Sud per “Colmare i deficit nel Mediterraneo”

pc 16 aprile - Ubriachi di potere il cerchio magico familiar/cricca della Meloni - Una massa di miracolati fascisti e trogloditi occupa tutti gli spazi possibili... finchè dura la pacchia

Tutti gli uomini dell’Agricoltura, così il ministro-cognato Lollobrigida ha nominato un esercito di amici

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida
Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha ridisegnato la rete degli enti controllati del suo dicastero nominando dirigenti di FdI, amici della destra e fedelissimi

 Una gaffe, come quando parlando di femminicidi disse che «le donne non si dovrebbero toccare nemmeno con un fiore e invece tratterò un argomento che è quello della produzione dei fiori», e una nomina.

pc 16 aprile - Sempre più scuola di guerra - Brescia

SCUOLE ELEMENTARI “IN GITA” ALLA AEROBASE MILITARE DI GHEDI (BS). FUORI PRESIDIO DI PROTESTA

Ghedi, Brescia. Presso l’aerobase militare, questo martedì mattina, sono stati portati “in gita” studenti e studentesse delle scuole della Provincia di Brescia e del resto della Lombardia, tra cui bambini e bambine delle scuole elementari, per presenziare all’addestramento dei “Diavoli Rossi”, le frecce tricolori del 6° Stormo dell’aeronautica militare.

Con una circolare inviata lo scorso mese a Dirigenti Scolastici, Coordinatori, Direttori di Istituti Scolastici statali e paritari di Brescia e Provincia oltre che a docenti di ogni ordine e grado scolastico, il Ministero dell’Istruzione e del merito – Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, ha invitato alla giornata per le scuole intitolata “Mettiamo le ali ai nostri sogni”. L’iniziativa si è svolta questo martedì mattina all’Aeroporto Militare Luigi Olivari di Ghedi, a 25 chilometri a sud della città di Brescia, base di partenza di missioni internazionali di guerra e che custodisce anche ordigni nucleari.

Fuori un presidio di protesta iniziato questa mattina alle ore 8.30 davanti alla base militare contro

pc 16 aprile - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - Speciale Iran: menzogne e verità, dalla parte dei proletari e i popoli

 

pc 16 aprile - Corteo del 25 Aprile a Milano: La Resistenza di Gaza è al centro non ai margini! Conferenza stampa congiunta sindacati e comunità palestinesi il 17 aprile....

 ....come denunciato sabato 13 al presidio, Sala, al servizio e per conto di Israele, vuole impedire che questo 25 APRILE sia un fiume in piena di solidarietà e al fianco della RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE, dobbiamo denunciare e impedire che ciò avvenga

Milano

Nella discussione preparatoria alla manifestazione, gli organizzatori del Tradizionale Corteo del 25 aprile – ANPI in testa- hanno deciso che la parte di corteo composta dalle comunità palestinesi e dai sindacati di base e dalle realtà sociali che ne supportano la causa non debba avere visibilità, né nel corso del corteo, né dal palco, né, a quanto sembra, nello striscione di apertura.

In testa al corteo nessuno striscione che richiami il dramma di Gaza (proposto dagli organizzatori uno che recita “cessate il fuoco ovunque” che suona ipocrita quando l’ONU ha da poco approvato una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza), nessuna bandiera palestinese; negata persino la lettura di una poesia dal palco.

Condizioni inaccettabili, soprattutto in occasione di una ricorrenza come quella del 25 aprile che richiama i valori di Resistenza e Libertà, gli stessi che il popolo palestinese sta mettendo in campo contro il genocidio sistematico operato dall’esercito israeliano, quasi sempre contro civili inermi, tra i quali circa 10.000 bambini.

Noi invece riteniamo che a Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, la comunità e la questione palestinese non dovrebbero essere relegate ai margini.

Non accettiamo una politica prona alla volontà di Israele, tanto più il giorno della Festa della Liberazione dal nazifascismo. e rivendichiamo un corteo che dia centralità alla questione palestinese e non chiuda gli occhi sul genocidio del popolo palestinese e sull’operazione di sostituzione etnica in atto a Gaza da parte di Israele, culmine di 80 anni soprusi. Un’operazione sostenuta da tutti i governi occidentali, Italia compresa.

Conferenza Stampa unitaria: Comunità Palestinesi, USB, CUB mercoledì17 aprile ore 11 a piazza Mercanti a Milano

pc 16 aprile - ANCORA MOBILITAZIONI IN UNIVERSITÀ: A MILANO OCCUPATO IL RETTORATO DELLA STATALE, A ROMA TENDE PERMANENTI DAVANTI A LA SAPIENZA. Sosteniamo e diffondiamo

 

Da radio onda d’urto

15 Aprile 2024 - 18:17

Non si arresta la mobilitazione di studenti e studentesse nelle Università italiane per fermare il genocidio in corso a Gaza e per rilanciare la richiesta di stop agli accordi con gli atenei israeliani.

A Roma, da questo weekend, tende permanenti presidiano l’ingresso principale dell’Università La Sapienza e chiedono un incontro alla rettrice Antonella Polimeni in vista del Senato Accademico di martedì 16 aprile. Non solo. Dalle tende viene rilanciata anche la settimana di agitazione contro la conferenza internazionale con i rappresentanti politici e militari dei Paesi membri della Nato, per celebrare i 75 anni dell’Alleanza e per discutere della nuova agenda di guerra euroatlantica. Con noi dalle tende in presidio a Roma c’è Sara, di Cambiare Rotta. Ascolta o scarica.

A Milano il collettivo Rebelot e Students 4 Palestine ha occupato il Rettorato della Statale: calato lo striscione, in solidarietà con il popolo palestinese, e “Unimi prendi posizione. Stop genocidio”. “Chiediamo – dicono studentesse e studenti – che l’università condanni l’operato genocida di Israele e

pc 16 aprile - Sulla manifestazione Stellantis di Torino - Voci operaie, commenti - la nostra posizione - il volantino diffuso a Torino e a Melfi

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VOCI E COMMENTI

Il 12 aprile lo sciopero del settore auto e indotto, che chiede nuovi modelli, una produzione di almeno 200.000 auto a Torino, ha portato migliaia di lavoratori a manifestare in città. 

Partendo dai numeri è necessario dire che in corteo erano almeno la metà dei 12.000 dichiarati dai sindacati confederali e padronali. Non per una guerra di cifre fine a se stessa, ma per osservare come questi dati amplificati sulla presenza al corteo, cerchino solo di dare un immagine aumentata del seguito goduto dai sindacati confederali e consolidarne il ruolo. Ma questo non restituisce forza e convinzione agli operai del settore auto e non solo, che invece hanno bisogno di tornare a lottare ed organizzarsi in autonomia da padroni e governo, sulla base dei propri interessi di classe, quindi hanno anche bisogno di sapersi liberare dalla morsa dei sindacati confederali.

La manifestazione si è spenta in piazza Castello, con i comizi di rito dentro una piazza che si dimezzava a vista d’occhio via via che arrivano i vari spezzoni. Un altro segno del distacco passivo degli operai.

Ciononostante, gli operai hanno sentito lo sciopero positivamente, uno sciopero visto come riscossa a tutto quanto c’è stato in questi anni, sono rimasti però delusi dalla non alta partecipazione di Mirafiori, concentrata in maggior parte dietro i rumorosi striscioni di fabbrica della Fiom. In generale i lavoratori della Fiom hanno scioperato, mentre gli spezzoni di Uilm e cisl, questa ormai passata al servizio del governo e dei padroni, tranne delle mosche bianche, erano tutto apparato allineati e coperti. 

Nelle discussioni tra i pezzi della Fiom il contenuto del nostro volantino e le nostre proposte erano ben accolte - quando i dirigenti vedevano che gli operai si attardavano a discutere con noi iniziavano azioni di disturbo. Altra questioni che sono state ben accolte, la questione Palestina, la necessità di un coordinamento come gruppo Stellantis contro l'economia di guerra. 

Gli operai hanno riempito la giornata di aspettative e di preoccupazioni, un insieme di contraddizioni, con la coscienza di essere quelli della grande fabbrica che segna le sorti dell’intera città e dell’indotto, ma da tempo senza un ruolo, perché il loro peso è escluso dai tavoli, aziendali, ministeriali, dallo scontro con Stellantis, che è dentro il quadro generale della crisi dell’auto e dell’economia di guerra.

Non è stato semplice ma alcune voci raccolte alla manifestazione ci portano dentro questi punti di vista.

Un operaio dell’indotto: “Stellantis sta mettendo in ginocchio tutto” e racconta anche come il lavoro in fabbrica sia peggiorato, tra cassa integrazione e futuro incerto, ma che questi attacchi hanno portato la loro fabbrica in piazza a lottare con Mirafiori.

 “Fin dai giorni precedenti nelle linee si è parlato dello sciopero – Dice ancora un operaio della linea 500 - Dentro questa giornata positiva sono un pò deluso da quegli operai che si giustificano ‘io domani lavoro, perchè sono in difficoltà a capire da che parte stare, abbiamo visto cosa ha fatto il sindacato davanti ai piani di Stellantis. Ma questo favorisce Stellantis nell’azione contro lo sciopero, con i cassintegrati chiamati all’ultimo, i team leader mandati in linea a produrre, e per gli operai scomodi c’è sempre un quota maggiore di cassintegrazione che pesa molto”; ancora: “Gli impiegati, i dirigenti poi, in corteo! Una porcheria, loro non hanno mai perso 10 minuti del loro stipendio per i problemi degli operai, ora che si sentono mancare la terra sotto i piedi si svegliano. Non mi fido di loro. Usano la lotta degli operai e sono li pronti a tradirti”

Un altro operaio dell’indotto con poche parole rende chiara un’idea diffusa, dentro una giornata di sciopero vista come inizio “Torino è il centro, sono sempre partiti da qui gli scioperi per l’auto, poi seguiranno altri scioperi, poi andremo a Roma…”. “Ma la giornata di sciopero non è stata organizzato ‘per invertire la rotta’ - dice un altro operaio - perché il primo segnale necessario è quello di unire gli stabilimenti nella lotta. Tavoli separati, modelli distribuiti in concorrenza stabilimento per stabilimento, sono il piano di Tavares, non quello degli operai... è dall’80 che stiamo giocando in difesa”. 

“Perché sta scioperando solo Torino?” - Si chiedono altri operai - “Non è giusto, dovremmo scioperare tutti. La gestione dei sindacati non va bene, trattative con il governo ma risultati niente”. “vogliono solo le nostre tessere ma poi non lottano veramente, fanno morire ai ministeri le vertenze”. In generale non mancano le critiche ai sindacati confederali, ma ammettono anche che l’operaio in generale segue il sindacato, questo pesa e per fare qualcosa di diverso, qualcuno deve cominciare.

Al corteo ci sono delegazioni da altre fabbriche e provincie, Brescia, Siena, Bergamo, Ferrara e così via. Tutte Fiom. Rumorosi e orgogliosi che trasferiscono negli slogan questo orgoglio sindacale: “un solo sindacato, la Fiom”. “Lo sciopero più largo lo faremo, oggi ci sono delegazioni, abbiamo solo iniziato, il sindacato nel suo piccolo fa”.

Delgrosso e Lear, due fabbriche dell’indotto senza prospettive nei piani dei padroni, sono in tanti dietro gli striscioni, in maggioranza operaie. La prima fabbrica è in amministrazione giudiziaria dall’8 marzo - “la fabbrica – dicono gli operai - ha prosperato proprio grazie alla nostra manualità, ora ci scaricano”.

Altre operaie denunciano: “Da quando sono a casa non compro più nulla. Vogliamo il lavoro a Torino, non campare di cassintegrazione, che sono sempre soldi nostri che abbiamo versato da una vita. Chiude Torino ma a Pozzo D’Adda devono affittare uno stabilimento per l’alto numero di ordini per Ferrari e Lamborghini”. E non mancano le critiche ai sindacati: “Non dobbiamo più lasciare che siano loro a decidere della nostra lotta! Non hanno provato tutto! C’è tanta rabbia, voglia di non arrendersi”. Un’altra aggiunge “ricostruire una cultura, una educazione, l’orgoglio della classe, una cultura anni ‘70 quando si condivideva la condizione degli altri; allora le manifestazioni bloccavano tutto, era la forza degli operai che portava risultati... serve la lotta anche a rischio denuncia, anche contro le leggi repressive”. 

Con questi ed altri operai e operaie con il nostro volantino si parla di autonomia operaia, di una piattaforma con le rivendicazioni rese forti dalle assemblee, di ricostruire il partito della classe operaia, della lotta rivendicativa inserita nella prospettiva della lotta per il potere.

Gli operai prendono le copia della Controinformazione Rossoperaia. Si discute di questa autonomia  operaia da padroni e governo. Noi parliamo del nostro lavoro alle grandi fabbriche, con l’intervento specifico a Mirafiori e Melfi in cui portiamo le nostre proposte, la nostra linea.  

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LA NOSTRA POSIZIONE E VALUTAZIONE

Il report dei nostri compagni che sono intervenuti dà un’immagine diversa del trionfalismo dei sindacati confederali sullo sciopero del 12 aprile a Torino. Non erano 12 mila ma molto meno; mancavano molti operai di Mirafiori ed erano presenti invece tutta una serie di realtà dai quadri, sindacalismo giallo, dal codazzo para istituzionale e para politico che lungi dall’aver reso più forte la manifestazione l’hanno confusa e in parte addormentata. 

Certo, gli operai presenti si sono fatti sentire ed erano anni che non c'era una manifestazione di quel tipo a Torino e il fatto che la maggior parte faceva riferimento alla Fiom dipende essenzialmente dalla intenzione di Tavares di tenere la Fiom fuori dai Tavoli che contano, e questo chiaramente favorisce il fatto che tra gli operai che hanno partecipato a questa manifestazione la Fiom venga concepita come alternativa e di opposizione ai piani del padrone. 

Abbiamo già detto e scritto che è necessaria la lotta. Abbiamo detto e scritto che questa lotta ha senso se mobilita e via via unisce innanzitutto gli operai. 

I dirigenti sindacali confederali hanno detto che questo è solo l’inizio. Dicono sempre cosi e ce lo ripeteranno non sappiamo tra quanto tempo. Dicono che ora si parte da Torino e poi ci sarà la mobilitazione generale e nazionale di tutti gli stabilimenti. Ma anche su questo non abbiamo gran fiducia. La scelta di padroni, governo e la parte sindacale più complice è quella che si è espressa con l’accordo per gli esuberi, travestiti da incentivi per licenziamenti “volontari”. Nessuna critica esplicita è stata fatta nella manifestazione a questo accordo. 

L’unità di cui parlano i vertici sindacali, e De Palma della Fiom, è una farsa, non è quella che serve a Torino e ancora di più in tutti gli stabilimenti Stellantis e appalti. 

Noi non pensiamo che la strada sia questa, e neanche siamo d’accordo con quanto dice una parte degli operai, con i quali abbiamo pure dialogato nella manifestazione di Torino. Noi pensiamo che dopo il 12 aprile, sotto il vestito del 12 aprile, se si continuerà così c’è poco o niente, né l’unità di classe, né la lotta vera, né la piattaforma operaia, né risultati concreti per gli operai ai Tavoli aziendali, regionali e romani.

In questi Tavoli c’è la gestione degli esuberi, c’è la cassintegrazione permanente gestita con flessibilità a misura del padrone, c’è lo sfruttamento per chi riesce a lavorare, c’è la mancanza di salute e sicurezza; c’è infine una qualche forma di guerra tra poveri, che vive di straordinari, di trasferimenti, ecc. ecc.

Quello che serve oggi è l’autonomia operaia, autonomia dai padroni e governo innanzitutto, ma anche dalle direzioni sindacali. Prima di unirsi bisogna delimitarsi, dentro ogni stabilimento e su scala nazionale.

E’ presente nella stampa in forme banali e contraffatte il ricordo degli anni ’70 e in parte anche nelle fila operaie. 

Uno degli striscioni portati diceva “Né nostalgici né rancorosi ma orgogliosi”. “Nostalgici” dell’Autunno caldo? Questo è essere orgogliosi. Cioè che veniamo da una lunga storia che bisogna trasformare oggi in condizioni diverse, in forme semplici di lotta autonoma, di unità dal basso e di non accettazione né che mancano le bottiglie d’acqua, né che ci mandano a casa, né che ci chiamano a lavorare quando cazzo gli pare all’ultimo momento, e dobbiamo essere pure contenti… Per non parlare dell’indotto dove finora le lotte fatte si sono concluse senza risultati.

Pensare di essere “orgogliosi” senza riempire questo orgoglio dei contenuti dell’autonomia operaia, è impotente e retorica.

Nella manifestazione è stato notato che non c’erano gli studenti né le realtà combattive, genericamente chiamate “centri sociali”. E perché avrebbero dovuto esserci per riempire la piazza del sindacalismo confederale, compreso quello apertamente venduto e per stare insieme agli uomini della del padrone nelle Istituzioni. Gli studenti in lotta, le realtà antagoniste accorrono quando gli operai si ribellano, quando lottano per davvero ; questo non si è dato nella manifestazione di Torino. Per questo essa non cambia  le cose.

Dal 12 aprile bisogna partire, ma non è l’inizio. Il nuovo inizio deve ancora venire. E’ su questo che si misura anche la continuità del nostro lavoro, a Mirafiori, come a Melfi e negli altri stabilimenti. 

In primavera serve seminare e in autunno qualcosa deve succedere. E l’obiettivo è, questa volta di parte operaia, far dire ai padroni e alla grande stampa “non ci hanno visto arrivare”.

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IL VOLANTINO DELLO SLAI COBAS SC

pc 16 aprile - Mercoledì missione-lampo di Meloni in Tunisia nell’ambito del "Piano Mattei" - info - ma anche noi siamo in missione in Tunisia...

Il FTDES ha organizzato un sit-in alle 10:00 davanti l'Ambasciata d'Italia in Tunisia per protestare contro le politiche migratorie italiane, il trattamento disumano dei migranti tunisini nei centri italiani (CPR) e contro le pressioni dell'Italia per far svolgere alla Tunisia il ruolo di "guarda costiera" per conto dell'Italia/UE:

E’ tutto pronto a Tunisi per la missione-lampo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prevista nella mattinata di mercoledì 17 aprile. La premier sarà accompagnata in Tunisia dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dalla ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini. Dopo l’incontro con il capo dello Stato tunisino, Kaies Saied, al palazzo di Cartagine, sede dell’amministrazione presidenziale tunisina, Meloni ripartirà alla volta di Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo di mercoledì e giovedì 18 aprile. Sono almeno due gli argomenti al centro dei colloqui: i flussi migratori irregolari verso l’Italia, che nell’ultimo mese hanno visto un’impennata; il ruolo che può giocare la Tunisia nel Piano Mattei lanciato dal governo per lo sviluppo dell’Africa.