Il porto di Trieste non sia al servizio della guerra e del genocidio!

Presidio alle 17 del 4 dicembre davanti all’Hotel Savoia Excelsior – Riva del Mandracchio
L’Indo-Mediterranean Business Forum, convocato per il 4 dicembre a Trieste presso l’hotel Savoia-Excelsion e il 5 alla sala congressi del porto vecchio, è l’ennesimo convegno di politici, imprenditori e diplomatici – tra cui figura l’ex ambasciatore di Israele in India, Naor Gilon – per discutere del passaggio del corridoio IMEC dal porto di Trieste. Un progetto che vuole trasformare la nostra città in un porto al servizio degli interessi della NATO e di Israele, inserendola in questo modo nella filiera della guerra globale.
🔺La guerra passa per casa nostra
In un momento storico segnato da guerre, instabilità e tensioni globali, Trieste dovrebbe rifiutare qualunque scelta capace di inserirla ulteriormente nel conflitto globale in via di espansione. Ci riferiamo al corridoio IMEC (Indo-Mediterranean Economic Corridor), un collegamento potenziato tra il porto di Trieste e quello di Haifa, nella Palestina occupata – un hub attraverso cui transitano anche armamenti destinati a sostenere un’occupazione che continua a provocare vittime e distruzione.
La scelta italiana di partecipare a questo progetto non può essere mascherata come semplice sviluppo logistico o opportunità economica. Ci opponiamo a questo ennesimo passo verso l’integrazione del porto di Trieste nella filiera della guerra.
🔺 Trieste sia neutrale e smilitarizzata
Trieste e il suo territorio sono, per il diritto internazionale, un’area
neutrale e demilitarizzata. Questo status, sancito dal Trattato di Pace
del 1947, è stato a lungo violato. La svolta che si vuole imprimere
oggi rappresenta un ulteriore salto di qualità in questo tipo di
violazione.
L’esistenza di questa norma internazionale è uno strumento a cui i cittadini di Trieste possono e devono appellarsi per impedire che la città venga trasformata in un centro per la logistica di guerra.
🔺️Le istituzioni sono complici di genocidio
Dal governo Meloni alla giunta Fedriga, dai padroni del porto al Partito
Democratico, tutti celebrano l’Imec come una grande opportunità
economica. Costoro non sono che spregiudicati affaristi, intenzionati a
trarre profitto dalle sofferenze del popolo palestinese, nonché degli
ipocriti servi del sionismo e dell’imperialismo statunitense. In larga
parte sono gli stessi soggetti che hanno osteggiato la Via della Seta
cinese, a conferma che le “opportunità economiche” valgono solo quando
sono collocate politicamente nel campo occidentale. Rileviamo come,
inevitabilmente, la militarizzazione del porto gli toglierà peso,
influenza e ruolo sul piano economico e commerciale.
🔺Fuori la guerra dal porto di Trieste!
Difendiamo Trieste da chi la governa e dai processi che la spingono
verso la guerra. Costruiamo una città che sia un luogo di pace e
giustizia reale, per noi e per tutti i popoli.
No all’Indo-Mediterranean Business Forum!
Fermiamo i piani di NATO e Israele nel porto di Trieste!
Assemblea cittadina per la Palestina e contro la guerra
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