sabato 16 luglio 2022

pc 16 luglio - La UE finanzia ulteriormente il golpista Al Sisi per i respingimenti antiimmigrati. Con il governo Draghi sono cresciuti l'export di armi per la repressione interna, le deportazioni, i profitti ENI in Egitto

La UE ha stanziato 80 milioni di euro a favore della Guardia costiera egiziana contro i flussi migratori verso l'Italia.

Export di armamenti, un anno da record per i padroni delle armi, con il governo Draghi che ha fornito armamenti all' Egitto per 773 milioni. 

A determinare la necessità di mantenere stabili le relazioni con l’Egitto, anche l’interesse per le sue fonti energetiche: “L’ENI gioca un ruolo da protagonista nell’economia egiziana, a partire dall’approvvigionamento energetico garantito dal giacimento di gas naturale di Zohr”, scrive la Commissione parlamentare d'inchiesta su Regeni.

Trattative top secret tra l’Italia e Il Cairo finalizzate a facilitare le deportazioni in Egitto di migranti egiziani “irregolari” in cambio di nuovi aiuti militari: l’Italia ha aumentato le procedure di deportazione di cittadini egiziani. Nel periodo compreso tra il marzo e il maggio 2022 il Viminale ha noleggiato tre aeromobili per altrettanti servizi di rimpatrio di migranti (“tra 60 e 120”), con tanto di scorta di oltre 300 operatori di polizia.

In questo contesto di "cooperazione" repressiva continua ad essere insabbiato il processo per le torture che hanno portato alla morte di Giulio Regeni: la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro lo stop deciso dal Gup (e prima ancora dalla Corte di Assise di Roma) del processo nei confronti dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani imputati.

pc 16 luglio - Nella guerra inter-imperialista le multinazionali dell'acciaio attori di primo piano

Alcuni punti sui piani Tenaris a livello internazionale, in questa fase della guerra

Alla Tenaris della famiglia Rocca, padroni della multinazionale leader nella produzione di tubi in acciaio senza saldatura con 24mila dipendenti e stabilimenti in tutto il mondo, non bastano gli utili di questi anni tra crisi e pandemia nei vari paesi in cui è presente, elencato in questo articolo https://www.firstonline.info/tenaris-utili-quintuplicati-e-ricavi-raddoppiati-totalenergies-svaluta-41-miliardi-in-bilancio/, ma anche dalla nuova situazione mondiale all’interno della guerra inter imperialista e dalle sue conseguenze sui costi delle materie prime, arrivano nuove opportunità di profitto attraverso la ristrutturazione nei vari stabilimenti, tra cui quello di Dalmine (spolpato dalla privatizzazione del 1996 ad oggi di migliaia di operai e posti di lavoro), e l’utilizzo della riconversione ecologica, uno strumento per sfruttare le ingenti risorse del Pnrr, ma anche nel più generale affare della decarbonizzazione che attraverso la Cbam (tassa europea sul contenuto di carbonio dell’acciaio esportato), su cui sarà utile tornare e sui suoi riflessi rispetto alle varie soluzioni normative previste in Usa e Cina, visto che “l’Italia è la seconda siderurgia europea: valore della produzione di 60 miliardi di euro. Un vero pilastro dell’economia nazionale, abilitante per tutte le manifatture.” Dall’articolo "l’industria italiana è pronta alla rivoluzione verde?".

Partiamo dall’ultima acquisizione di un altro stabilimento negli Usa che la Tenaris ha effettuato poche settimane fa, dove emerge chiaro il paradosso tra la decantata svolta green e la corsa per aumentare con le stesse tecniche produttive attuali, di 400mila tonnellate annue la capacità produttiva di tubi per il mercato gas e petrolio, proprio per le necessità della situazione energetica che si sta ridefinendo nel mondo e che serve ora per far andare l’economia. 

Quindi le quote di acciaio decarbonizzato sono la foglia di fico per stare dentro il businness “ambiente imprese: transizione sostenibile”, ma che deve pagare lo Stato scaricando sui proletari i tagli per spese sociali, come si evince dalle dichiarazioni di Marco Geneletti energy senior director di Tenaris Dalmine che ha partecipato con Ermete Realacci di Legambiente al festival convegno tenutosi a Bergamo su questi temi:

“Tenaris sta investendo molto nell’ambito della transizione energetica, tema che ritiene fondamentale per rimanere competitiva continuando a salvaguardare l’ambiente. In questo contesto, i fondi allocati alla transizione energetica, come una parte del  PNRR e le semplificazioni delle regole per l’installazione di impianti di rigenerazione di energia rinnovabile sono, senza dubbio, uno strumento essenziale per le aziende e la dimostrazione di un impegno concreto del Governo in materia ambientale”.

Qui si inseriscono i progetti di utilizzare per il fotovoltaico le aree dello stabilimento dove sono state dismesse negli anni importanti lavorazioni speciali che venivano effettuate a Dalmine o la produzione

pc 16 luglio - Crisi di governo e posizione proletaria e comunista

La crisi di governo in corso, al di là della soluzione tecnica, mette fine al governo Draghi come soluzione stabile della borghesia. Naturalmente il passaggio elettorale, autunnale o primaverile, si muove dentro una dinamica in cui il centro destra è favorito, il partito principale del centro destra è ora Fratelli d’Italia e da qui potrebbe essere facile la previsione. Ma la borghesia imperialista non vede questa come una soluzione stabile e pienamente corrispondente ai suoi interessi. E chiaramente lo stesso riguarda l’attuale posizione delle altre borghesie imperialiste europee: Fra/Germ innanzitutto.

Questione diversa, invece, per l’imperialismo Usa che punta molto, come le dichiarazioni di queste ore, sull’Italia e la GB nella sua azione guerrafondaia e aggressiva su tutti i scacchieri del mondo.

E’ un momento critico per l’imperialismo Usa a presidenza Biden, perché è caduto il puntello Johnson e ora è in crisi il puntello Draghi. Per cui è prevedibile un’attivazione dell’imperialismo Usa e della Nato per condizionare e intervenire nelle future elezioni e assicurarsi, qualunque sia il comitato d’affari che ne scaturisce, il rispetto dei piani e degli impegni, innanzitutto sul fronte della guerra inter imperialista in corso.

Guerra, scaricamento della crisi e moderno fascismo si accentuano quindi nell’Italia imperialista.

Il sistema politico dei partiti attuali e degli assesti istituzionali non è adeguato alle esigenze della borghesia. Questa contraddizione rende tuttora debole i governi, quello in corso e quello dell’immediato futuro e riproporrà forzature “dall’alto”.

Dal punto di vista dei proletari e delle masse comunque questo marasma politico e la crisi/caduta di Draghi pone migliori condizioni per alzare la testa sulle questioni economiche e sociali che si aggravano, un po' meno ancora sul fronte della partecipazione italiana alla guerra imperialista e dei passi in corso; anche se su questo possiamo essere sicuri e i sondaggi anche lo dicono, che i proletari e le masse popolari non appoggiano l’azione del governo né sono succubi, come in altri campi, della propaganda di guerra della grande stampa e della Tv.

Quindi la situazione va migliorando ed è più favorevole all’azione politica e sociale del proletariato.

In questo contesto l’emergere di proposte unitarie nell’ambito della sinistra, attualmente extraparlamentare, ma fortemente aspirante a divenire parlamentare, rappresenta una questione con cui fare i conti con un doppio aspetto.

L’aspetto di maggior visibilità, maggior attivismo contro la guerra e l’attacco della borghesia è un fatto positivo, ma la natura incancrenita, elettoralista, piccolo borghese e riformista, al di là delle parole, dei gruppi che sono in questo campo, rende da un lato impotente questa opposizione, dall’altro assai difficile che possa intercettare le istanze di protesta e di coscienza dei proletari e delle masse popolari.

Quest’area resta una parte del problema e non della soluzione e un ostacolo alla riorganizzazione comunista rivoluzionaria, proletaria e popolare del movimento.

Certo è che la lotta proletaria è sempre più necessaria e resta il brodo di coltura principale dell’azione dei comunisti.

Ma i tempi stanno cambiando e devono cambiare. E questo è l’impegno e la sfida a cui dobbiamo proporci e sottoporci, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.

Per il Partito, per il Fronte unito di classe, per la costruzione degli strumenti della guerra di classe e di massa!

Proletari comunisti-Pcm Italia

16 luglio 2022

pc 16 luglio - LENIN: La sconfitta del proprio governo nella guerra imperialista - Un testo da leggere o rileggere molto contundente e utile per l'oggi

Una classe rivoluzionaria non può, durante una guerra reazionaria, non augurarsi la sconfitta del proprio governo

Questo è un assioma contestato soltanto dai fautori coscienti o dagli impotenti accoliti del socialsciovinismo. Al primo gruppo appartiene ad esempio Semkovski, del comitato d’organizzazione. Fra i secondi troviamo Trotski, Bukvoied e, per la Germania, Kautsky. Il desiderio della sconfitta della Russia – scrive Trotski- è un’immotivata e ingiustificata concessione alla metodologia politica del socialpatriottismo, che sostituisce alla lotta rivoluzionaria contro la guerra e contro le condizioni che l’hanno generata un orientamento, in una simile situazione estremamente arbitrario, verso la linea del minor male. Ecco un saggio delle frasi ampollose con cui Trotski giustifica sempre l’opportunismo. La lotta rivoluzionaria contro la guerra è una semplice frase senza contenuto – una di quelle frasi in cui sono maestri gli eroi della II internazionale- se parlando di questa lotta non s’intende parlare di azioni rivoluzionarie contro il proprio governo anche in tempo di guerra. 

Per capirlo basta rifletterci un po’. E le azioni rivoluzionarie in tempo di guerra contro il proprio governo, innegabilmente, incontestabilmente, significano non soltanto augurarsi la disfatta di questo governo, ma portare alla disfatta un contributo effettivo (Per il lettore perspicace: non si tratta affatto di far saltare dei ponti, di organizzare ammutinamenti militari votati all’insuccesso, e, in generale, di aiutare il governo a schiacciare i rivoluzionari.). Trotski, cercando di cavarsela con delle frasi, prende

venerdì 15 luglio 2022

pc 15 luglio - 450 licenziamenti alla fabbrica grandi motori Wärtsilä: operai in sciopero

 

Oltre ai 450 licenziamenti sono in bilico altri 400 operai dell’indotto.

Le cosiddette delocalizzazioni, come si vede, non finiscono mai e anche in questo caso c’erano state promesse che questo non sarebbe successo alla Wärtsilä.

La multinazionale, di fatto senza nessun reale preavviso dice, invece, espressamente in una nota che “prevede di ridurre la produzione a Trieste, in Italia, e di centralizzare la produzione di motori a 4 tempi in Finlandia, a Vaasa … dobbiamo centralizzare i nostri asset produttivi in Europa per migliorare ulteriormente la nostra competitività.”

La “strategia” dell’azienda è chiara: “L'Italia e Trieste rimarranno importanti per Wärtsilä. In futuro, il sito di Bagnoli della Rosandra si concentrerà su Ricerca&Sviluppo, vendita, project management,

pc 15 luglio - Dalle fabbriche - la voce si deve levare - questo governo se ne deve andare!



Oggi  alle ditte d'appalto Acciaierie d'Italia Taranto - nel corso dello sciopero per stipendi e lavoro con presidio alla direzione di Acciaierie

pc 15 giugno - SIAMO TUTTI SOVVERSIVI SIAMO TUTTI ASKATASUNA! massima solidarietà - un contributo dell'avvocato Claudio Novaro

 Costruire il nemico: Askatasuna, i No Tav, il conflitto sociale

13-07-2022 - di: Claudio Novaro

1.

In questo “cattivo presente”, con una guerra che imperversa nel cuore dell’Europa, può sembrare residuale continuare a ragionare sulla repressione giudiziaria del conflitto sociale (https://volerelaluna.it/talpe/2019/08/13/repressione-giudiziaria-e-movimenti/). Eppure l’ennesimo procedimento aperto a Torino, questa volta contro gli esponenti del centro sociale Askatasuna, merita una riflessione, perché evidenza esemplarmente un cambio di passo dei dispositivi repressivi

Askatasuna costituisce, al pari di tutti i centri sociali diffusi sul territorio nazionale, una realtà complessa, frequentata da centinaia di persone, impegnata su terreni disparati, sia in senso lato culturali (autoproduzioni musicali, laboratori fotografici e artistici, dibattiti e concerti, palestra popolare ecc.) che, soprattutto, di iniziativa politica legata alle lotte sociali. È collegata all’esperienza di Askatasuna lo Spazio popolare Neruda, una casa occupata in cui vive un centinaio di famiglie, dove si organizzano corsi di italiano per cittadini stranieri, un doposcuola e varie attività ludiche e culturali per i bambini, un mini ambulatorio sanitario, una palestra popolare e così via. Dovrebbe essere evidente a tutti che ridurre la pluralità di esperienze, di progetti, di punti vista ideali, di pratiche politiche diverse a un sodalizio unico e rigidamente centralizzato costituisca una mistificazione grottesca. È invece quello che ha fatto la Polizia, con un indagine che ha prodotto centinaia di annotazioni di servizio, decine di migliaia di ore di intercettazioni ambientali e telefoniche.

Ciò che preoccupa è che la Procura torinese, di fronte all’evidente tentativo di criminalizzare un’esperienza molto più complessa da decifrare di quanto appaia dalle semplificate e ostili ricostruzione della Polizia, ha deciso di condividerle integralmente, richiedendo 16 misure della custodia cautelare in carcere, quattro arresti domiciliari e un divieto di dimora contro altrettanti presunti militanti del centro sociale, contestando il reato di associazione sovversiva, più altri 112 reati vari, che vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale all’estorsione e al sequestro di persona. Tutto ciò nell’ambito di un procedimento che vedeva originariamente 91 indagati, da poco ridotti a 22, in sede di conclusione delle indagini preliminari, con lo stralcio degli altri 69.

Un primo stop a tale impianto accusatorio è venuto dal giudice delle indagini preliminari incaricato di vagliare le richieste della Procura, che ha escluso la sussistenza di gravi indizi di reato per i reati più gravi, tra cui quello di associazione sovversiva, il collante che tiene in piedi l’intera operazione, applicando nei confronti degli indagati due misure della custodia cautelare in carcere e due arresti domiciliari, più alcune misure dell’obbligo di presentazione periodica alla polizia giudiziaria. Inaspettatamente peraltro, con un’ordinanza depositata l’11 luglio e notificata ai difensori il giorno successivo, il Tribunale del riesame ha parzialmente accolto l’appello presentato dai pubblici ministeri, ritenendo sussistenti per sei indagati (nei cui confronti vengono applicate le misure della custodia in carcere e degli arresti domiciliari, che restano però sospese in attesa della definitiva pronuncia della Cassazione) i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato associativo, qualificato in semplice associazione per delinquere e non più in associazione sovversiva.

giovedì 14 luglio 2022

pc 14 luglio - Più soldi, più soldati dall'Italia per la Nato - la guerra imperialista mondiale è già iniziata - Combattere il governo Draghi

Dal sito della Camera dei Deputati

Il 12 luglio le Commissioni Esteri e Difesa della Camera hanno incardinato l'esame della deliberazione del Consiglio dei Ministri relativa alle missioni internazionali nel 2022.

La più importante per la fase in corso è quella relativa alla partecipazione italiana al potenziamento della NATO in Bulgaria e Ungheria, nell'ambito delle misure di rafforzamento del fianco est della NATO in risposta all'aggressione russa dell'Ucraina.

L'Italia parteciperà al dispositivo con 1.000 unità di personale e 380 mezzi terrestri.

Il fabbisogno finanziario per la durata programmata è pari complessivamente ad euro 39.598.255 (di cui euro 15.000.000 per obbligazioni esigibili nel 2023).

La presenza avanzata della NATO in Slovacchia, Bulgaria, Romania e Ungheria è costituita dallo  schieramento di gruppi tattici multinazionali, ciascuno guidato da una Framework Nation complementari alle forze dei Paesi ospitanti.

In risposta all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022, infatti, gli Alleati hanno attivato i piani di difesa della NATO e dispiegato migliaia di truppe supplementari da entrambe le sponde dell'Atlantico. Oltre 40.000 truppe, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono ora sotto il diretto comando della NATO nella parte orientale dell'Alleanza, supportate da altre centinaia di migliaia di truppe provenienti dai dispiegamenti nazionali degli Alleati.  La NATO ha rapidamente istituito quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre ai gruppi tattici già esistenti in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Gli otto gruppi tattici si estendono lungo tutto il fianco orientale della NATO, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud.

Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella deterrenza e nella difesa della NATO. Ciò  include il rafforzamento delle difese avanzate, il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell'Alleanza fino al livello di brigata, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l'aumento del numero di forze ad alta prontezza a ben oltre 300.000 unità. Tutto ciò sarà sostenuto da un maggior numero di equipaggiamenti e rifornimenti pre-posizionati, da più capacità dispiegate in avanti e da piani di difesa aggiornati, con forze pre-assegnate alla difesa di specifici Alleati. Tutto ciò costituisce la più grande revisione della difesa collettiva e della deterrenza alleata dai tempi della Guerra Fredda.

La consistenza massima del contingente nazionale impiegato nei dispositivi è fissata in 1.000 unità, prevedendo diversi contributi che si estrinsecano in unità di manovra e di supporto al combattimento, inclusa una struttura sanitaria, integrate dai contributi di altri alleati nell'ambito di un dispositivo multinazionale. In particolare, il dispositivo nazionale consta di una componente di manovra e una logistica potenziate attraverso un team per la protezione cibernetica delle reti è configurato per l'acquisizione del ruolo di nazione quadro (Framework Nation) del dispositivo multinazionale in Bulgaria. Dal Comunicato del 6 giugno 2022 n. 36 del Ministro Guerini sul sito del Ministero della Difesa, risulta che la Bulgaria ha accolto l'offerta dell'Italia di assumere il ruolo di framework nation nell'ambito del dispositivo.

Il contributo massimo nazionale di 1.000 unità sarà dunque articolato in maniera modulare tra Bulgaria (circa 750 unità) ed Ungheria.

Sarà, inoltre, possibile, compatibilmente con la missione, svolgere delle attività per incrementare/implementare l'interoperabilità con gli assetti aero-navali nazionali impegnati in altre attività alleate nella regione.

Tale operazione NATO non ha un termine di scadenza predeterminato.

mercoledì 13 luglio 2022

pc 13 luglio - SULLA GUERRA INTER IMPERIALISTA IN UCRAINA - Nota editoriale di proletari comunisti

1) Fin dal primo momento abbiamo affermato il carattere inter imperialista della guerra in corso in Ucraina. 

Siamo contro ogni partecipazione dell'Italia a questa guerra. Siamo per la sconfitta del nostro imperialismo e dell'alleanza di cui fa parte Usa/Nato/UE. Questo è il miglior contributo che possiamo dare ai proletari e masse Ucraine per fermare l'invasione della Russia 

Questa guerra ha visto la sua origine nell’azione provocatoria della Nato/Usa di allargamento della sua presenza ai confini della Federazione Russa, utilizzando ancora una volta l’Ucraina filo Nato/Usa.

La Russia, paese imperialista, superpotenza soprattutto militare, mentre deve affermare il suo ruolo nello scenario internazionale, deve salvaguardare i suoi territori/confini dall’espansione militare della Nato.

La Russia governata dal neozarista imperialista Putin che opprime e  reprime proletari e popoli al suo interno, ha reagito come reagiscono tutti i banditi imperialisti, con una pesantissima azione di guerra, di assedi e distruzione di territori e città, occupando un paese comunque indipendente, e con la volontà di continuare l’invasione finchè non annetta una parte dell’Ucraina, e imponga un governo di diretta emanazione degli interessi imperialisti della Russia. 

L’invasione dell’Ucraina da parte dell’imperialismo russo e il sostegno alla guerra da parte di Usa/Nato, con i paesi europei, in primis Gran Bretagna, attraverso l’invio massiccio al governo Zelensky di armi e soldi, le sanzioni, l’accelerazione dell’ingresso nella Nato dei paesi come Finlandia, Svezia, Moldova e Georgia, stanno dando alimento ad una terza guerra imperialista mondiale, per una nuova spartizione del mondo economica, politica, militare, per un nuovo accaparramento delle fonti energetiche, materie prime, nella fase di permanente di crisi economica del capitale. 

La guerra interimperialista si aggiunge ed è intersecata con la crisi economica mondiale, con la pandemia che l’ha aggravata, e mostra le leggi fondamentali del sistema capitalista imperialista mondiale che è sempre sfruttamento, miseria, oppressione dei popoli e che diventa, nelle congiunture storiche determinate dalle sue stesse leggi e contraddizioni, guerra e reazione. 

Questo scenario ha innescato la guerra in corso in Ucraina perchè, come disse Brzezinski/Usa, dopo la caduta del muro di Berlino: un’Ucraina incorporata come parte della Nato sarebbe stata un pugnale nel cuore di Mosca.

I proletari e i popoli oppressi di tutto il mondo sostengono la resistenza proletaria e popolare delle masse ucraine, ma essa necessariamente deve dirigersi contro Russia, Usa, Nato, i paesi della UE e contro il proprio governo Zelensky al servizio dell’imperialismo occidentale. 

L’Ucraina di Zelensky non è la “vittima innocente”, essa è stata l’innesco, con la richiesta di adesione

pc 13 luglio - I padroni della Confindustria italiana e di quella francese si uniscono per rilanciare la cooperazione economica ed essere più forti nello scontro globale… e contro i proletari

Anche nell’attuale “caos” economico e politico mondiale, i rappresentanti dei padroni francesi e italiani (rispettivamente Medef-Confindustria) si sono incontrati ieri per la prima volta dopo la firma, novembre 2021, del “Trattato del Quirinale per una Cooperazione bilaterale rafforzata” con l’obbiettivo di «… far vivere questo trattato bilaterale, svilupparlo sul piano economico nell’attuale contesto europeo». (v. A&F 11/7)

Carlo Bonomi per i padroni italiani e Geoffroy Roux de Bézieux, per quelli francesi, insieme ad un “parterre di ministri e ceo di grandi gruppi come Dassault, Avio, Crédit Agricole, A2A” si incontrano per affrontare i problemi posti da un “mercato globale sempre più competitivo” per cui

martedì 12 luglio 2022

pc 12 luglio - Importante ed esclusiva intervista di proletari comunisti ad un compagno dell'Unione Operaia Comunista (marxista-leninista-maoista) - UOC mlm - sulla situazione in Colombia


Partiamo dagli ultimi avvenimenti in Colombia, che hanno visto momenti importanti di rivolta popolare sociale e poi le elezioni del presidente

Le classi dominanti si sono accordate per placare la rivolta sociale e l’accordo consiste nell’aver proposto due candidati che entrambi proponevano un cambiamento. Uno, di destra, Rodolfo Hernandez, che diceva basta con la corruzione, il politicantismo, mano dura con tutti; l’altro, Gustavo Petro, (movimento 19 aprile) un ex guerrigliero che nel 900 firmò un accordo di pace con lo Stato e insieme ad altri movimenti piccolo borghesi diede vita alla Costituzione del 91. Questo ultimo si presenta rivestendosi delle rivendicazioni che c’erano state nel ‘21: risolvere la crisi sociale, sanitaria e rispettare gli accordi di pace con le Farc del 2016.
Altro candidato presidenziale, che è ora Ministro di Petro, Alejandro Gaviria, questi incarna ed esprime l’accordo delle classi dominanti: porre sotto controllo la rivolta sociale dall’alto.
Ora Petro propone un accordo nazionale, di solidarietà nazionale. 
Si può dire che Petro vince per l’appoggio di ampi settori sociali ma anche col sostegno di settori della classe dominante. 
La differenza di voti è di soli 700 mila voti: l’astensione si è ridotta leggermente, di tre punti.
Già prima era latente il ricorso a frodi, colpo di Stato e anche ora la possibilità di un colpo di Stato militare esiste. Rimane aperta questa opzione perché la mafia e i paramilitari hanno tuttora forza e potere, a livello di forza economica, politica, militare. 
La Colombia ha il 70% della produzione di cocaina, prima produzione nell’esportazione, ed è un settore dal 3 al 5% del pil. E’ quindi su questa base materiale che si fonda la forza di questi settori.

La guerra contro il popolo, che si è incrementata nell’ultimo anno, fatta di massacri, deportazione,

pc 12 luglio - L'imperialismo italiano partecipa ai mondiali in Qatar non con i calciatori ma con i militari!

Truppe italiane in Qatar per garantire la sicurezza dei Mondiali, ecco il piano operativo della missione

In Italia si sono già svolte le simulazioni delle operazioni in scenari realistici. L’obiettivo è addestrare le truppe ad affrontare le possibili minacce durante i Mondiali

L’Italia, anche se non parteciperà ai prossimi Mondiali di calcio, sarà comunque presente e protagonista di questa manifestazione sportiva in Qatar. Ci sarà infatti un importante contingente militare italiano a garantire la sicurezza durante la manifestazione. Truppe e mezzi che saranno dispiegati in supporto delle forze armate del Doha per sostenere operativamente l’emirato del Golfo Persico dal 21 novembre al 18 dicembre 2022.

pc 12 luglio - E' Draghi il ricattatore per conto di padroni e imperialismo! I proletari hanno tutto da guadagnare se questo governo cade

La minaccia di crisi per compattare tutte le forze governative PD/la ruota di scorta Di Maio/ il centrodestra e la palude di contorno Renzi, ecc, è arma di Draghi- Mattarella per respingere le ben povere richieste di Conte e quelle dei sindacati confederali, anch'esse assolutamente inadeguate rispetto alle condizioni e bisogni di proletari e masse popolari. La grande stampa borghese e le tv di Stato e dei gruppi di affaristi privati gli dan man forte per isolare davanti all'opinione pubblica Conte e i restanti M5 Stelle - con l'aiuto del sempre più ambiguo Grillo e contando sulla palude parlamentare e ministeriale attaccata alle poltrone.

Questo dimostra ancor più la natura antioperaia e antipopolare, guerrafondaia, autoritaria e potenzialmente moderno-fascista del governo Draghi

proletari comunisti è per la caduta del governo Draghi qui e ora e lavora perchè questo sia l'obiettivo prioritario di tutte le lotte operaie e popolari per tutto il tempo necessario a raggiungere questo obiettivo

luglio 2022


pc 12 luglio - Breve nota su Draghi, "opposizione", astensionismo...

Il governo capeggiato da Draghi, uomo espressione molto riconosciuta ed elevata della banca centrale europea, funzionario italico ma al servizio dell’interesse generale della borghesia imperialista europea, ha coalizzato pressoché tutti i partiti 

Questo governo è diventato un governo senza parlamento che è diventata solo una cassa di risonanza. I deputati che non si allineano vengono considerati nemici dell’interesse nazionale, alcuni di loro fanno un’opposizione che dura “due giorni”. Altri dicono che il governo ha detto di garantire tutti, ma poi difende gli interessi solo della borghesia; questa opposizione rappresentata da M5S, è un pezzo della tradizionale opposizione della piccola borghesia, che non ha avuto né il riconoscimento della borghesia, né quello delle masse. Vi sono altri 4/5 deputati che dicono: in questo parlamento non c’è opposizione quindi bisogna andare tra le masse, ma quando dicono “masse” pensano e vanno dai sindacalisti... 

Questo governo è una dittatura ma non ha bisogno di mostrarsi come dittatura perché non c’è

lunedì 11 luglio 2022

pc 11 luglio - Massima solidarietà con le masse in rivolta dello Sri Lanka

Mesi di proteste di massa in Sri Lanka hanno raggiunto il culmine sabato scorso quando i manifestanti hanno fatto irruzione nella residenza ufficiale del presidente e nella casa privata del primo ministro, facendo cadere il governo e mettendo in fuga la famiglia Rajapaksa al potere per 17 anni. 

Miseria crescente, crisi economica accelerata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, hanno spinto le masse a lottare contro una classe dirigente corrotta e a rovesciarla, serva del capitale dell’imperialismo USA, del socialimperialismo cinese e della reazionaria India, che ha continuato a chiedere più prestiti da FMI e dalla Banca Mondiale (WB) nonostante un debito estero di 56 miliardi di $ (da fonte FMI); così come il governo ha continuato a chiedere prestiti da banche cinesi e altre a un tasso (di interesse) più alto. 

Il governo dello Sri Lanka ha accumulato 51 miliardi di dollari (39 miliardi di sterline) di debito estero. Di cui $ 6,5 miliardi sono dovuti alla Cina e i due paesi sono in trattative su come ristrutturare il debito. Quest'anno dovrà pagare 7 miliardi di dollari (5,4 miliardi di sterline) per onorare i suoi debiti complessivi, con importi simili negli anni a venire. La Banca Mondiale ha accettato di prestare allo Sri Lanka 600 milioni di dollari. L'India ha impegnato 1,9 miliardi di dollari e potrebbe prestare altri 1,5 miliardi di dollari per le importazioni.

Questi accordi portano a nuove dipendenze e peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle masse: in caso di impossibilità a ripagarli, la famigerata “trappola del debito”, i padroni imperialisti diventano i proprietari delle risorse locali dello Sri Lanka. Non è certo un caso che i manifestanti hanno sfondato il cancello principale della Banca Centrale chiedendo il cambio dei vertici.

Per le masse questi mesi hanno significato carenza di carburante, di medicine, aumento dei prezzi di cibo, in particolare del riso, interruzioni di corrente sistematiche, trasporti pubblici chiusi per sostenere le forniture di carburante.

Dalla BBC: Nei quartieri della classe operaia, le famiglie hanno iniziato a riunirsi attorno a stufe a legna, per preparare i pasti più semplici: riso e sambol di cocco.

Anche il dhal, un alimento base in tutta l'Asia meridionale, è diventato un lusso. La carne? A tre volte il prezzo di una volta. Il pesce fresco una volta era abbondante e conveniente. Ora, le barche non possono andare in mare, perché non c'è diesel. I pescatori che possono uscire vendono il loro pescato a tariffe ampiamente gonfiate ad hotel e ristoranti fuori dalla portata dei più.

La maggior parte dei bambini dello Sri Lanka è stata ora costretta a vivere con una dieta quasi priva di proteine. Si tratta di una crisi che ha colpito a tutti i livelli, da quello macroeconomico a quello molecolare.

Il cervello dei bambini, i loro organi, i loro muscoli, le loro ossa stanno ottenendo ciò che è necessario? Il latte in polvere, la maggior parte del quale viene importato, è stato a malapena visto sugli scaffali del mercato”.

Il fiume in piena delle masse ha tracimato e non ha trovato nessuna resistenza da parte di uno dei pilastri del potere della potente famiglia Rajapaksa. Una rivolta senza spargimento di sangue che ha rovesciato i vendipatria al potere, occupato i loro palazzi con ville e piscine ma che ancora non ha costruito le fondamenta per un nuovo potere in mano ai lavoratori, ancora non organizzati in maniera indipendente o in un Fronte Unito antimperialista, gli unici strumenti che possono rovesciare il sistema economico e il dominio della classe dirigente corrotta e serva del capitale imperialista.

Nella giornata di ieri le proteste hanno portato il presidente Gotabaya Rajapaksa e il primo ministro Ranil Wickremesinghe ad annunciare le proprie dimissioni.


La famiglia Rajapaksa era al potere da 17 anni. Il loro sostegno viene dalla maggioranza buddista singalese (oltre il 70% della popolazione) ed è stato rafforzato dalla vittoria dell'esercito sulle Tigri Tamil nel 2009. Nel 2009, il governo dello Sri Lanka pose fine a una lunghissima guerra civile, durata 26 anni, contro i separatisti di etnia tamil, e in particolare il gruppo noto come Tigri Tamil. Nelle sue fasi finali, la guerra fu eccezionalmente dispendiosa e soprattutto sanguinosa: secondo varie organizzazioni per i diritti umani l’esercito srilankese compì crimini di guerra, e le accuse toccarono anche l’allora ministro della Difesa Gotabaya Rajapaksa; in carica, hanno strumentalizzato il buddismo e chiesto un ritorno all'"autenticità culturale".

Un fattore del successo dei Rajapaksa dal 2015 è stato il loro incoraggiamento a movimenti buddisti estremisti anti-musulmani sul modello birmano; La minoranza musulmana dello Sri Lanka (8% della popolazione) è arrivata a rappresentare il nemico interno, sostituendo la minoranza tamil sconfitta. Gli attentati di Pasqua del 21 aprile 2019 contro hotel e chiese cristiane, che hanno ucciso 258 persone tra cui 42 cittadini stranieri, sono serviti a rafforzare tali opinioni; il gruppo islamista responsabile era nel radar dei servizi di intelligence e il governo di Wickremesinghe (2015-19) è stato accusato di lassismo, sebbene la commissione d'inchiesta che indaga se la manipolazione del governo abbia avuto un ruolo non è stata in grado di completare il suo lavoro.


Ma questa rivolta accende i cuori di speranza delle masse oppresse dall'Asia, all'Africa, dall'America Latina all'Europa e rafforza la parola d'ordine dei proletari e delle masse nel mondo: "Ribellarsi è giusto!"

pc 11 luglio - Dal SRI LANKA in rivolta al mondo

SRI LANKA - popular revolt - maximum support and infos - it needs mlm Party for Proletarian Revolution

pc 11 luglio - Operaie della Beretta/Trezzo - Lotta una lottano tutte - I diritti fondamentali che vogliono togliere alle donne della Beretta riguardano tutte e tutti!

pc 11 luglio - Il capitalismo-imperialismo alla ricerca di manodopera fresca fa diventare legale il lavoro di ragazzi e ragazzini che possono lavorare fino a 50 ore a settimana…


L’economia degli Stati Uniti ha bisogno di manodopera fresca ad ogni costo (nonostante i milioni di disoccupati!) e cerca di far girare all’indietro la ruota della storia per quanto riguarda i diritti conquistati dalle lotte delle lavoratrici, dagli operai e dalle lotte sociali, facendo diventare legale ciò che è illegale.

Oltre ai 152 milioni di bambini, secondo le statistiche della stessa borghesia, infatti, che già sono di fatto schiavizzati e lavorano in tutto il mondo in maniera illegale, gli Stati Uniti, negli stati del Michigan e del Maine, adesso per “tamponare i buchi del mercato del lavoro”, nel settore del

pc 11 luglio - Un altro bracciante agricolo immigrato morto sul lavoro

BASTA VIOLENZA, BASTA MORTI! È IL MOMENTO DI REAGIRE! 

da Comitato Lavoratori delle Campagne

Domenica 10 Luglio , a San Firmino, vicino Saluzzo (CN), è morto Moussa Dembele, lavoratore maliano di 30 anni, rimasto intrappolato in un macchinario agricolo durante il turno.

La provincia di Cuneo è piuttosto nota per le dinamiche di sfruttamento dei braccianti, denunciate dagli stessi a più riprese nel corso degli ultimi anni.

Motivi per i quali, questa estate, molti di loro hanno deciso di lavorare altrove, o di cambiare settore di impiego, per non accettare delle paghe misere in mancanza di sicurezza.

Senza contare la difficoltà principale di trovare una casa o un posto in accoglienza, che costringe tanti, anche quest’anno, a vivere per strada.

Nel Ragusano, invece, è da Sabato 2 Luglio che non si hanno più notizie di Daouda

domenica 10 luglio 2022

pc 10 luglio - Ex Fiat Termini Imerese: C’è una nuova “cordata” di imprese, dall’Ucraina all’Italia, pronta ad acquisire lo stabilimento… ma perché non parte la reindustrializzazione?

                                        

Qualche settimana fa è stato fatto l’ennesimo tentativo da parte del Polo della Meccatronica, presieduto da Antonello Mineo, di presentare progetti accettabili per l’insediamento nell’area dell’ex stabilimento della Fiat e avviare la sua reindustrializzazione.

“I progetti sono stati inseriti in uno studio di fattibilità” dice il Sole24Ore, “presentato da una cordata industriale formata da due multinazionali (una dell’alluminio con sede in Ucraina e l’altra della meccanica di precisione) e da aziende italiane leader nella componentistica per l’automotive, nella mobilità sostenibile, nella robotica e nella produzione di impianti fotovoltaici di ultima generazione.”

Gli operai dell’ex Fiat, ex Blutec, ancora in cassa integrazione, sono considerati un ostacolo alla riconversione per cui Mineo mette le mani avanti: “Gli investitori – spiega Mineo – hanno dato la propria disponibilità ad assorbire gli ex lavoratori Blutec e quelli dell’indotto.” Ma è chiaro che se

pc 10 luglio - Viva la rivolta popolare in Srilanka