sabato 26 agosto 2023

Campagna a sostegno della guerra popolare in India in Colombia - informe

Informe de las tareas realizadas durante la Campaña Internacional en Honor a los Mártires de la Revolución en India y Filipinas

Informe de las tareas realizadas durante la Campaña Internacional en Honor a los Mártires de la Revolución en India y Filipinas 1

Al Movimiento Comunista Internacional y en particular al Comité Internacional de Apoyo a la Guerra Popular en la India, ofrecemos disculpas por no haber presentado antes este informe. Días después del cierre de Campaña, como ustedes se enteraron, murió nuestro querido camarada Jaime Rangel y esto inevitablemente trastocó diferentes responsabilidades como ésta.

Estamos luchando por transformar el dolor en fuerza y cumplir con disciplina las diferentes tareas, como nos lo enseñó el camarada, quien se distinguía por su disciplina y atención especial a los asuntos internacionales.

Como lo reportamos el 1 de julio en el portal Revolución Obrera, se realizó por parte de nuestro Vocero un llamado a iniciar la Campaña Internacional y se hizo un programa especial de Vanguardia Obrera, explicando la importancia de la tarea.

Durante el mes, en diferentes ciudades se pegó el afiche oficial realizado especialmente para la Campaña, este fue reportado en las redes del portal Revolución Obrera y en la cuenta del CIAGPI de Colombia en Twitter: @CIAGPI_Col.

Y para el cierre de campaña, el 28 de julio en la ciudad de Bogotá, se realizó un mitin frente a la Embajada de Estados Unidos, al que asistieron trabajadores de varias empresas que acudieron a este llamado, uniéndolo con los problemas más particulares que viven a diario en las compañías imperialistas para las que trabajan, como por ejemplo, Pepsico y G4S, quienes viven una persecución laboral y sindical constante.

La actividad fue una acción en donde se lograron hacer confluir las necesidades particulares de los obreros en Colombia con la situación que viven los obreros y campesinos pobres de la India y Filipinas; igualmente se agitaron las consignas por la liberación de los prisioneros políticos en Colombia, India y Filipinas. Así se dejó en evidencia la importancia de apoyar las Guerras Populares que libran nuestros hermanos al “otro lado del mundo” y la necesidad de reforzar la unidad internacional para la lucha contra los enemigos comunes de los proletarios y pueblos del mundo.

Camaradas, seguiremos luchando por contribuir con los compromisos internacionalistas, como se corresponde a una organización consecuentemente comunista.

Pegas de Afiches

Mitin 28 de Julio Embajada de Estados Unidos

Imperialismo francese/imperialismo italiano razzisti e disumani

Il duro intervento della Gendarmerie, che ha fatto scendere dal treno diretto a Cuneo una famiglia ivoriana

Padre, madre e figliletto di un anno sono stati costretti a scendere a Breil

La famiglia era a bordo di un treno italiano partio da Ventimiglia e diretto a Cuneo. Il convoglio però nel suo percorso attraversa un pezzo di Francia. Da qui l’intervento della Gendarmerie che, seppur violento nei modi, potrebbe essere stato tecnicamente corretto. Se infatti la famiglia fermata aveva un permesso di soggiorno italiano non è detto che avesse anche l’autorizzazione per stare sul territorio francese. E’ anche però probabile che non sapessero che quel treno, preso in Italia e diretto in Italia, attraversasse il territorio francese.

Carcere assassino e 'sessista'

 Suicidi nelle carceri di Torino, le donne sono quelle più a rischio

Una situazione critica quella all’interno delle carceri di Torino: nell’ultimo episodio, due donne si sono suicidate a distanza di poche ore. Per questo, l’Ordine dei Medici ha proposto diverse riflessione per capire le cause che spingono certi detenuti a compiere questi tragici gesti.

venerdì 25 agosto 2023

Ancora proteste nel carcere di Marassi - il carovita nelle carceri

GENOVA - Ancora una notte rumorosa al carcere di Marassi dove i detenuti, armati di padelle, hanno sbattuto contro le sbarre delle loro celle in segno di protesta. Una situazione tesa che continua a creare problemi e che minaccia la sicurezza all'interno del penitenziario genovese, dove sa tempo viene denunciato un sovraffollamento critico.

In genere i detenuti hanno del denaro che può essere usato per acquisti di beni alimentari o di prima necessità, segnalati su una lista di prodotti consentiti dal carcere. La spesa loro riservata, però, ha visto aumentare di molto i prezzi e diversi detenuti hanno ricevuto i loro acquisti in ritardo.

 "I detenuti protestano dei ritardi nelle consegne di una ditta esterna e l'aumento dei prezzi del sopravvitto. Sono mesi che si sta cercando di risolvere il problema e pare che lentamente stia tornando alla normalità ma anche stanotte i detenuti hanno battuto contro le grate delle celle. La protesta rumorosa non è l'unico problema, la Liguria soffre da tempo di un gravissimo sovraffollamento carcerario, basti pensare che a Marassi ci sono circa 200 detenuti in più rispetto alla capienza massima".

Protesta al carcere di Torino - “Basta morti! Basta degrado! Basta torture!”

Presidio di protesta contro le condizioni di degrado della struttura detentiva, dove nelle scorse settimane si sono registrati diversi decessi. L’appello è stato lanciato da “Mamme in piazza per la libertà di dissenso” e ha ricevuto anche il sostegno di “Non Una Di Meno”; al grido di “Basta morti! Basta degrado! Basta torture!” le/i manifestanti hanno protestato anche contro le modalità della visita del ministro Nordio: “Il ministro è venuto in gita alle Vallette, si è chiuso in un ufficio, ha visitato due celle vuote, ha rifiutato di incontrare le persone detenute, è stato contestato e se n’è andato senza lasciare nessuna speranza alle persone ristrette. – si legge nella nota diffusa dalle organizzatrici sotto l’evento Facebook – Il messaggio è fin troppo chiaro: 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒐𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂𝒓𝒂̀ 𝒏𝒖𝒍𝒍𝒂. Potete continuare a morire nelle vostre fetide celle. 
𝗘 𝗔𝗟𝗟𝗢𝗥𝗔 𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗢 𝗟𝗔 𝗥𝗔𝗕𝗕𝗜𝗔”.
“Graziana, Angelo, Susan, Azzurra ci hanno lasciato, uno dopo l’altra/o, senza che potessimo fare qualcosa – continua il comunicato – senza che chi avrebbe dovuto fare qualcosa lo facesse. Morti di carcere, morti di indifferenza. Morti nel silenzio istituzionale o, peggio ancora, nelle parole balbettanti e fuori luogo di un ministro che non sa cosa fare (o lo sa benissimo ma non lo vuole fare… perchè il ministero è pieno di progetti e soluzioni operative elaborate da anni di commissioni e gruppi di lavoro, cartaccia per cassetti chiusi)”.