Date le case ai rom...
Dopo la sentenza, e l'apertura dell'indagine su presunte discriminazioni nella vicenda delle case assegnate e poi negate, che ha dato ragione ai rom, puntuale si è scatenata la canea che ha caratterizzato la Milano nera della Moratti, De Corato, Salvini...
La prima ad insorgere e ad attaccare la sentenza è il sindaco Moratti che tenta di ribaltare il piano ed accusare, a sua volta, “Una sentenza preoccupante. Non vorrei ci fosse una discriminazione dei cittadini milanesi ed italiani”. Poi, richiamandosi ai “doveri” degli amministratori eletti che devono rispondere agli elettori, di contro ai giudici che eletti non sono, evidenzia come si è stati, in questa città, attraversati da una lunga campagna elettorale. La Lega Nord, con alla testa Salvini, ha prontamente promosso un presidio contro la sentenza con le stesse parole d'ordine, accolte da tutti gli esponenti politici principali dal Pdl a Lega, il vicesindaco, in polemica con il cardinal Tettamanzi, va in visita nel quartiere Rubattino: "Ringrazio i cittadini per la pazienza che hanno avuto nel sopportare l'abusivismo dei nomadi".
Ma, sopratutto, è il culmine di una guerra contro gli immigrati che, in questa città, in questa regione, ha visto una serie infinita di divieti e repressione, razzismo e intolleranza profusi a piene mani, nel tentativo di dividere i proletari per meglio sfruttarli. D'altronde, le vicende processuali riguardanti il “patto” con i rom hanno evidenziato come neanche per i proletari italiani questa giunta garantisce la soluzione dei problemi, in primis l'abitazione con migliaia di alloggi popolari lasciati vuoti e al degrado e che la “generosità” iniziale verso i rom sia stata piuttosto pelosa, visto che gli appartamenti concessi ai rom erano esclusi dall'assegnazione perchè degradati o comunque non adeguati. In una visione di “redenzione”, supportata dalla Casa della Carità di don Colmegna, per cui quella casa i rom se la sarebbero dovuta sudare, ristrutturandola, pur a fronte di uno sgombero di un campo “regolare” -la sola definizione chiede vendetta- per far spazio all'expo, cioè ad enormi speculazioni immobiliari in questa città.
Campagna elettorale, permanente, partita all’indomani dell’insediamento della giunta, “contro il degrado e per la vivibilità di Milano”, che ha fatto da apripista e supporto alle politiche securitarie nazionali, con la manifestazione del 7 febbraio 2007 dalla giunta Moratti, contestata da un piccolo gruppo di compagni, singoli cittadini-tra cui i compagni di proletari comunisti di Milano, che da subito si resero conto della portata reale di quel corteo. Si vide bene come l'attivismo di fascio leghisti istituzionali e non, sempre più apertamente e aggressivamente razzisti, avrebbe contribuito a legittimare e dare agibilità ai fascisti -e la concessione di Aler delle sedi ai fascisti, ne è una riprova- a tentare di dividere tra loro, in primis, gli immigrati attaccandoli su questioni “specifiche”: la scuola islamica, la moschea, Chinatown, i campi sia essi abusivi che non dei rom e i relativi ripetuti sgomberi-che ha portato all'intervento diretto dei neofascisti con l'incendio del campo di Opera, la paventata “invasione” dall'est in seguito all'entrata nella comunità europea dei paesi dell'Est e sopratutto di nomadi, l'eccessiva presenza di immigrati da “spalmare” in tutta Italia, i quartieri “monoetnici” e la lista potrebbe continuare.
Con questa vicenda la giunta fa un altro salto di qualità, introducendo il conflitto tra politica e magistratura anche nelle vicende milanesi, in piena sintonia col governo Berlusconi:«Stiamo lavorando con la Prefettura per verificare come procedere rispetto a questa situazione» dice il sindaco, che ricorda anche che «l’autorità per l’emergenza rom è il Prefetto e che tutte le decisioni sono state sempre prese a un tavolo con la Prefettura». E De Corato: “E' il secondo intervento a gamba tesa”. Il come procedere da parte della giunta Moratti è il probabile ricorso contro la sentenza.
Ma il problema non è lasciare questa vicenda ad esiti giudiziari, ma pone al centro il problema che l'antirazzismo, l'antifascismo non si possono delegare, che occorre costruire una mobilitazione popolare che unisca gli antifascisti, antirazzisti, in grado di contrastare sul campo la Milano nera della Moratti, De Corato....
proletari comunisti - Milano
24-12-10