sabato 10 luglio 2021

pc 10 luglio - India - il caso Stan Swamy assassinato dal governo fascista nella stampa progressista e maoista

INDIA: Stan Swamy ha sido asesinado por un gobierno fascista que tembló de miedo oyendo su voz y por eso lo condenó sin juicio (Palabras de Azadi desde la India)

 El fascismo no es definido por el número de sus víctimas, sino por la manera en que las mata.” (Jean Paul Sartre)

Hay hombres que luchan un día y son buenos. Hay otros que luchan un año y son mejores. Hay quienes luchan muchos años y son muy buenos. Pero hay los que luchan toda la vida: esos son los imprescindibles.” (Bertolt Brecht)

¿Quién es el hombre que me gustaría hubieseis tenido la oportunidad de conocer? Es Stan, el padre Stan, un ser humano batallador como pocos y a quien su lucha en defensa de los adivasis ha llevado a la cárcel. El gobierno de Modi detuvo finalmente y tras varios intentos fallidos a Stan el pasado mes de octubre 2020, en abril cumplió 84 anos y sigue encerrado y sin derecho a fianza según el tribunal de la NIA pues no solo lo acusan de ser un líder maoísta sino que lo han incriminado en un complot para matar a Modi, lo arrestaron acusándole de ser cómplice

pc 10 luglio - Il governo italiano sblocca la vendita di armi all’Emirato fascista dell’Arabia Saudita che può continuare a bombardare lo Yemen: gli affari prima di tutto!

Era e si è confermata una farsa, quella dell’embargo verso l’Arabia Saudita, messa in atto dal governo italiano e dal suo ministro degli Esteri, Di Maio che in questo caso veste i panni del prete che benedice le armi.

Sull’onda dell’“indignazione” internazionale proprio per l’uso di armi di ogni tipo (e delle industrie italiane) contro la popolazione dello Yemen, una “guerra” con migliaia di vittime e milioni di sfollati, il governo aveva deciso il “congelamento” della vendita di armi.

Di Maio, il guerrafondaio furbo propagandista di se stesso al tempo dell'"embargo"

Ma, “Non era stata calcolata la reazione furiosa dei dirigenti di Arabia Saudita ed Emirati” dice La Repubblica in un suo articolo dell’8 luglio.

“… il principe emiratino Mohammed bin Zayed ha risposto annullando contratti commerciali con l’Italia e avviando una serie di ritorsioni politiche contro Roma.”

Anche se “La mossa più significativa è stata la chiusura dell’accesso per la Difesa italiana alla base aerea di Al Minhad: l’aeroporto emiratino è stato utilizzato per anni dall’Aeronautica italiana per i rifornimenti e i trasferimenti logistici verso l’Afghanistan e verso il Kuwait.” il problema più grosso, però, è quello delle aziende: “Di Maio ha fatto un riferimento anche «agli esiti negativi dei casi Piaggio e Alitalia».”

E, si sa, davanti alla possibile perdita di profitti ogni riferimento ai “diritti umani” è solo un fastidio. Di passaggio ricordiamo che, tra le tante altre cose, l’Arabia Saudita, con il suo principe Mohammad bin Salman, che addirittura la Cia ha indicato come mandante, è sotto inchiesta a livello internazionale per l’omicidio del giornalista Kashoggi, fatto a pezzi con una sega dentro il consolato saudita di Istanbul, in Turchia.

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Emirati, l’Italia riapre. Ridotto l’embargo sulla vendita di armi

Sbloccate le consegne per i ricambi degli aerei MB339 della squadra acrobatica

Il governo italiano ha deciso di ridurre il peso dell’embargo adottato in gennaio contro l’esportazione di

pc 10 luglio - Il PD a sostegno della guardia costiera libica - l'ignobile ipocrisia del sepolcro imbiancato Letta

  • Per ora solo una decina di dissensi dem al supporto alle corvette libiche. Cinquanta fra i parlamentari. Fra i no quello di Orfini. Delrio: «Non si capisce il senso di quella missione e perché un partito come il nostro debba sostenerla».
  • Sale l’investimento italiano, il fabbisogno finanziario è pari a 10.479.140 euro.
  • Dal Pd la delusione del segretario. «Sulla Libia al momento non c’è alternativa: se non ci siamo noi ci sono i turchi che certo non addestrano i libici a salvare vite».

pc 10 luglio - A vent'anni dal G8 di Genova 2001 lo Stato borghese rivendica quello che ha fatto

Le torture degli agenti sono meno gravi delle vetrine distrutte

  • Per i danneggiamenti al G8 del 2001 dieci manifestanti sono stati condannati dai 6 ai 13 anni di carcere. Pene prescritte o fino a 3 anni per gli uomini delle forze dell’ordine protagonisti dei pestaggi alla Diaz e Bolzaneto.

  • A manifestanti è stato contestato il reato di devastazione e saccheggio, non più utilizzato dal secondo dopo guerra e con una pena minima molto alta, di 8 anni. Le difese ne avevano contestato l’utilizzo, confermato però dai giudici.

  • Nel 2012 la Cassazione ha confermato le condanne a dieci manifestanti con pene dai sei anni e mezzo a Ines Morasca fino ai 13 anni e tre mesi a Vincenzo Vecchi. Ancora oggi per quattro di loro il G8 di Genova non è un passato che si può dimenticare. 

pc 10 luglio - Confindustria chiama a raccolta tutti i partiti intorno a sè... per un nuovo attacco alla Costituzione

Confindustria riscopre i partiti: e li vuole tutti con sé

(ansa)

A Genova i giovani industriali dell'associazione invitano i rappresentanti di tutto l'arco costituzionale, esclusi quelli di Leu

 Giovani industriali: «Riscriviamo la Carta economica»

Il presidente Di Stefano: ora riformare reddito di cittadinanza, da rider a sindacati alleanza under40.

«Oggi a guidare questo Paese c’è un governo istituzionale di alto profilo. Abbiamo ritrovato la coesione nazionale. Abbiamo a disposizione una enorme mole di fondi. Ora serve anche una visione, per riscrivere la Costituzione economica del Paese».

pc 10 luglio - G20 e multinazionali, nei paradisi fiscali nascosto un tesoro uguale al Pil dell'Italia

E' impossibile cambiare il sistema del capitale finanziario senza lotta e abbattimento del sistema imperialista

Da Jersey all'Olanda le grandi corporation hanno ammassato utili per oltre 2.000 miliardi di dollari per non pagare le imposte. Ogni anno spostati 700 miliardi per eludere le tasse

di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi

Illustrazione di Maria Limongelli/Il Sole 24 Ore
Illustrazione di Maria Limongelli/Il Sole 24 Ore
Il dossier del Fisco statunitense con gli ultimi dati è arrivato sul tavolo di Joe Biden all'inizio di marzo 2021. Nel 2018 – rivelavano quelle cifre dell'Internal Revenue Service - le multinazionali americane avevano accumulato fuori dagli Stati Uniti profitti per più di 3.300 miliardi di dollari, una cifra superiore al Prodotto interno lordo della Francia. Il 63% di quel tesoro offshore – vale a dire oltre 2.000 miliardi.

pc 10 luglio - INDIA: Maxi rimpasto di governo per il fascista indù Narendra Modi

Il "nuovo" governo: 43 nuovi ministri e sottosegretari.

Per “reagire al calo di consensi nei confronti del Governo, in seguito alla seconda ondata di infezioni da covid-19” si legge nell’articoletto che vi ha dedicato il Sole24Ore di ieri.

Certo, questo è uno dei problemi che sta affrontando il genocida governo Modi, che con i suoi oltre 30 milioni di contagi e 400mila morti (e queste sono solo stime approssimative) è tra i “primi” al mondo per la gestione scellerata della pandemia, ma questo problema vanno aggiunti quelli della crisi economica dalla quale Modi sta tentando di uscire con nuove leggi, come quella sull’agricoltura che, volendo agevolare le multinazionali, ha scatenato una ribellione di massa mai vista dei contadini che assediano da oltre sette mesi la capitale, Nuova Delhi.

E poi c’è l’irrisolvibile problema per la borghesia burocratica indiana della guerra popolare in corso

pc 10 luglio - Genova contro la repressione - corrispondenza

GENOVA, VENERDI' 9 LUGLIO: ASSEMBLEA CONTRO LA REPRESSIONE

Sono le ore 19:15 quando, presso la sala Enzo Montecucco del Circolo dell’Autorità Portuale, ha inizio un’assemblea pubblica del movimento antagonista genovese: il tema concerne la lotta contro la sorveglianza speciale e tutte le misure repressive restrittive.


La questione all’ordine del giorno è particolarmente attutale perché si tratta di una misura cautelare di cui la Magistratura sta abbondantemente facendo uso per estromettere dalle lotte personaggi scomodi per il potere.
La sua indubbia qualità è rappresentata dal fatto che, per essere attuata, non è necessario che sia stato commesso un reato: basta che colei, o colui, che viene fatto destinatario del provvedimento sia considerato un possibile “soggetto pericoloso”.
Va da sé che tale definizione sia potenzialmente arbitraria e possa essere affibbiata a chiunque in qualunque momento: da qui discende la necessità, secondo quanto sostengono gli organizzatori, di lottare per la sua abolizione.

Il dibattito tra i circa cinquanta presenti – tra anarchici, camalli del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, sindacalisti del Si Cobas e dello Slai cobas per il sindacato di classe – è lungo ed articolato, ma sostanzialmente tutti gli interventi convergono su una prospettiva.
Per continuare la lotta, contro il continuo inasprirsi delle condotte antidemocratiche dello Stato borghese, occorre cercare di ampliare sempre più l’informazione verso altre realtà, coinvolgendole nella condivisione della solidarietà a chi ne è colpito e nella lotta attiva contro quello che viene individuato come il nemico da abbattere: il capitalismo.

venerdì 9 luglio 2021

pc 9 luglio - Haiti: all'assassinio del presidente Moïse, segue 'inevitabile' l'intervento diretto dell'imperialismo yankee

L’ambasciatrice presso l’Onu Linda Thomas-Greenfield, pronti a «operare per sostenere la democrazia, lo stato di diritto e la pace ad Haití».


jacobinmag

Il presidente haitiano Jovenel Moïse è stato assassinato questa settimana da presunti mercenari. In un'intervista con Jacobin , l'editore di Haiti Liberté afferma di sospettare che alcune delle famiglie più ricche di Haiti abbiano assunto gli aggressori per prevenire una potenziale rivoluzione e forse anche per innescare l'intervento militare statunitense.

Nella prima mattinata del 7 luglio, poche ore prima dell'alba, nove SUV sono arrivati ​​a casa del presidente haitiano Jovenel Moïse fuori Port-au-Prince. Moïse era aggrappato alla presidenza da febbraio, scatenando manifestazioni settimanali di migliaia di haitiani che lo accusavano di corruzione, soprattutto in relazione a Petrocaribe, un programma attraverso il quale il Venezuela ha fornito ad Haiti petrolio e finanziamenti per miliardi di dollari destinati a sostenere lo sviluppo .

Ciò che mesi di proteste popolari non avevano compiuto, una piccola banda di presunti mercenari ha portato a termine in pochi minuti. Affermando di essere agenti della US Drug Enforcement Agency (la DEA, che mantiene una presenza ad Haiti per assistere nelle operazioni antidroga), il gruppo è riuscito a entrare nella casa e ha ucciso il presidente.

L'assassinio di Moïse avviene in mezzo a un fervore rivoluzionario sempre più grande ad Haiti. Le manifestazioni popolari contro la corruzione, sostenute dagli oppositori borghesi dell'ex presidente, hanno più recentemente lasciato il posto a forze apertamente radicali, come quelle intorno a Jimmy “Barbecue” Cherizier. Ex poliziotto diventato leader di un vigilante, Cherizier ha cercato di unire i numerosi gruppi di difesa della comunità armata di Haiti, e persino le bande criminali, sotto la bandiera delle "Forze rivoluzionarie della famiglia G-9 e degli alleati" per rovesciare del tutto lo stato. La sua base è nelle baraccopoli di Haiti, dove milioni di ex contadini ora costituiscono un "lumpenproletariat" di lavoratori disoccupati.

Mentre le persone dietro l'assassinio di Moïse rimangono sconosciute, l' editore di Haiti Liberté Kim Ives dice a Jacobin che crede che il complotto possa essere un tentativo di far tornare indietro la marea rivoluzionaria - e forse anche portare i marines statunitensi. Il collaboratore di Jacobin, Arvind Dilawar, ha parlato con Ives dell'assassinio, dei suoi potenziali finanziatori e della possibilità di un intervento militare statunitense. La loro conversazione è stata modificata per chiarezza e brevità.

Cosa è successo ad Haiti il ​​7 luglio?

C'era una banda di mercenari con veicoli Nissan Patrol nuovi di zecca. Conoscevano chiaramente la

pc 9 luglio - Bangladesh, almeno 52 morti nell' incendio di una fabbrica. Ennesima orrenda strage di operai...

Dalle prime notizie nella fabbrica, di bevande, vi erano più di mille operai, in gran parte adolescenti e come è prassi i guardiani, meglio dire aguzzini, li avevano chiusi dentro per essere più produttivi, in nome e per conto delle multinazionali occidentali che sono i veri padroni di queste fabbriche di schiavismo e morte



Fiamme divampano da oltre 24 ore, molti dispersi

Redazione ANSA DACCA

09 luglio 202114:24 News

(ANSA) - DACCA, 09 LUG - Almeno 53 persone sono rimaste uccise, decine ferite e molti ancora risultano dispersi per un violento incendio scoppiato in una fabbrica del Bangladesh, secondo quanto riferito dalla polizia che ha anche precisato che alcuni lavoratori hanno dovuto saltare dalle finestre per sfuggire alle fiamme.
Non è chiaro quante persone ci fossero nell'edificio al momento dell'incendio ma le famiglie dei dipendenti, accorsi nelle vicinanze per cercare i propri cari, hanno affermato di temere che il bilancio sia molto più pesante.

Polizia e testimoni hanno riferito che l'incendio allo stabilimento dell'industria alimentare Hashem Food and Beverage di Rupganj, città industriale non lontana dalla capitale Dacca, è scoppiato ieri ma era ancora in corso questa mattina. I vigili del fuoco hanno salvato 25 persone sul tetto dell'edificio e recuperato i corpi nonostante il rogo ancora in corso.

Gli incendi sono relativamente frequenti in Bangladesh a causa del mancato rispetto degli standard di sicurezza.

pc 9 luglio - Firenze, alla multinazionale Gkn 422 lavoratori licenziati via mail. Come alla Ginelli continuano i licenziamenti di massa, voluti da Confindustria che ha la faccia tosta di dire che "non è d'accordo"...

e con cgil cisl e uil che parlano di "comportamento vigliacco" quando col loro accordo a tre, governo - confindustria - confederali, cercano di tenere buona la giusta rabbia degli operai.

Operai riuniti in assemblea. «Non ci muoveremo dalla fabbrica, se ci vogliono mandare via ce lo vengano a dire di persona». Confindustria: «Non ne sapevamo niente, prendiamo le distanze»

di Marzio Fatucchi

Una comunicazione di licenziamento immediato e chiusura dello stabilimento, via mail. È la notizia arrivata venerdì 9 luglio, di mattina, ai circa 450 dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio. L’impresa, attiva nel settore della componentistica per auto, è da tempo in crisi. E da tempo i sindacati, a partire dalla Fiom Cgil, avevano denunciato la situazione. Tra i primi a darne notizia è stato uno dei delegati Rsu dell’azienda, Dario Salvetti. «Non sono in condizione di rispondere al telefono perché troppe telefonate e messaggi — spiega in un post Facebook il sindacalista — Siamo in assemblea permanente perché questa mattina ci hanno comunicato la chiusura immediata della Gkn di Firenze. Con effetto immediato. Una mail, più di 450 famiglie a casa. Questo sono loro. Questa è la

pc 9 luglio - Ddl ZAN - Siamo tutte antirazziste contro il razzismo, siamo tutte antifasciste contro il fascismo e siamo tutte Lgbtqia+ contro la santa alleanza fascio populista integralista Salvini-Meloni-Renzi-Vaticano

Dal blog femminismorivoluzionario

L’Italia è il paese in cui vengono ammazzate più persone transessuali di tutta Europa ed è anche l’ultimo paese dell’UE a non avere una legge che garantisca la possibilità di denunciare gli episodi di omolesbobitransfobia.

E la santa alleanza Salvini-Meloni-Renzi, con la benedizione dei patti lateranensi di mussoliniana memoria, mira a legittimare questa violenza.

La polemica innescata intorno al ddl Zan, da parte delle forze più reazionarie di questo paese, si inserisce in un clima politico, sociale ed economico di profonda crisi e ristrutturazione capitalistica, in cui l’attacco ai diritti fondamentali di ogni individuo, nei suoi rapporti sociali, colpisce non solo le minoranze sessuali, ma le masse.

Il modo di produzione capitalistico, imperniato sulla famiglia tradizionale, torna con violenza a imporsi sui sentimenti, sulla libertà sessuale, sulla libertà di scelta delle donne e delle soggettività non conformi, con ripetuti attacchi ai diritti democratici, sia quelli acquisiti, sia quelli ancora da conquistare.

L’orientamento sessuale, così come l’identità di genere, sono diritti umani fondamentali, riconosciuti anche da trattati internazionali che l’Italia stessa ha sottoscritto, come la Convenzione di Istanbul. Il ddl Zan non fa altro che recepirli, in attuazione formale dei principi di eguaglianza e di pari dignità so­ciale sanciti dalla Costituzione. Lo fa in economia, proponendo alcune modifiche alla legge Mancino per estenderne l’applicazione ai crimini d’odio e di incitamento all’odio “per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“

Siamo tutte coscienti che il ddl Zan, già frutto di ampie mediazioni, non sia la legge migliore che ci si poteva attendere da una democrazia borghese. Ma gli ostacoli alla sua approvazione da parte della destra sovranista, di quella renziana e del Vaticano in nome della “libertà di espressione” di un’ideologia basata sulla discriminazione e sull’oppressione sessuale, razziale e di classe ci chiama tutte a schierarci.

“il diritto al divorzio, come tutti i diritti democratici senza eccezione, può essere attuato in regime capitalistico difficilmente, in modo convenzionale, limitato, angusto e formale, e tuttavia nessun socialdemocratico onesto potrà considerare non solo socialista, ma neppure democratico, chi neghi questo diritto. Sta qui l'essenza del problema.” (Lenin, 1916)

Basta mediazioni sulla nostra pelle!

Siamo tutte antirazziste contro il razzismo

Siamo tutte antifasciste contro il fascismo

Siamo tutte Lgbtqia+ contro contro la santa alleanza fascio populista integralista Salvini-Meloni-Renzi-Vaticano

pc 9 luglio - 20,8 miliardi a fondo perduto! ovvero come lo Stato “ristora” con i soldi pubblici la sua piccola e piccolissima borghesia

Mentre in maniera “bipartisan” il governo approva il nuovo contributo a fondo perduto per i grandi capitalisti (con ricavi o compensi tra 10 e 15 milioni) il Sole 24 Ore, il quotidiano dei padroni italiani, fa i conti di quanti miliardi si stanno riversando complessivamente nelle loro casse, e sono perfino impressionati!

20,8 miliardi sono il conto, fino ad ora, dei soldi a fondo perduto che lo Stato ha versato nelle casse delle cosiddette partite Iva.

“L’impatto della pandemia senza precedenti ha richiesto un impegno finanziario senza precedenti” dice il Sole24Ore di ieri “E ora fa una certa impressione sommare tutti i contributi a fondo perduto erogati dall’agenzia delle Entrate alle partite iva negli ultimi 11 mesi per fronteggiare le difficoltà della crisi economica”.


La crisi ha colpito soprattutto la numerosissima piccola e piccolissima borghesia (i "beneficiari sono oltre 7 milioni!) di questo Paese impegnata nella produzione, nel commercio ecc. come si vede dal quadro riportato, e molti di questi, nonostante i fondi di ogni tipo, hanno dovuto dichiarare fallimento: ma questo è il capitalismo!

pc 9 luglio - Economia: scenari globali (pessimi) e il senso (smarrito) di Gentiloni per l’economia

Il XXV Rapporto sull'economia globale e l'Italia, riassunto in questo articolo dell’Ansa, mette più che in ridicolo le parole euforiche di Gentiloni, ex capo del governo italiano e attuale Commissario Ue per l’economia (!), e di tutti quelli che gridano al nuovo miracolo economico post pandemia.

Proprio all’indomani delle dichiarazioni di Gentiloni, infatti, che ha parlato di “numeri da boom economico”, le borse di tutto il mondo sono quasi crollate!

Tutti hanno capito, senza essere economisti alla Gentiloni, che la “ripresa” di cui si parla è solo un “rimbalzo” rispetto alla terribile caduta (ulteriore) dovuta alle chiusure causate dal Covid.

Questo per dire da un lato quanto poco capiscano della loro stessa “economia”, della società capitalistica, e dall’altro quanto siano interessati in realtà a propagandare, nonostante i dati contrari, sempre uno stato di “ripresa” di un sistema oramai da troppo tempo sul ciglio della propria tomba…

Questo rapporto indica soprattutto alcuni temi:

- La disoccupazione in arrivo (1,5 milioni di occupati a rischio) dovuta alle

- “trasformazioni del mondo del lavoro” come

- Commercio on line e smart working che “sono qui per restare”

- mancanza di “competenze” nell'industria manifatturiera,

- Eterna necessità di “riforme” (ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro)

- La ripresa difficile (nonostante i 191,5 miliardi del Recovery Plan europeo)

E... l’incertezza che regna su tutto! in un 'Un mondo sempre più fragile' come dice un altro rapporto, ma soprattutto un mondo assolutamente insostenibile e per il quale le ricette dei G20 non possono fare assolutamente nulla... se non cercare di sopravvivere peggiorando nel contempo le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e delle masse popolari di tutto il pianeta!

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Rapporto su economia globale e Italia, la presentazione

Realizzato dal Centro Luigi Einaudi e da Intesa Sanpaolo

Redazione ANSATORINO08 luglio 202113:41NEWS

La digitalizzazione delle imprese può determinare una domanda di personale con competenze diverse rispetto a quello posto in cassa integrazione durante il Covid: per questo 1,5 milioni di occupati sono a rischio non solo di non tornare all'occupazione precedente, ma anche della possibilità di trovare un lavoro diverso essendo prive delle competenze per farlo. Lo sottolinea il XXV Rapporto sull'economia globale e l'Italia, presentato dal Centro Einaudi e da Intesa Sanpaolo nell'auditorium del grattacielo sede della banca.  

pc 9 luglio - G20 VENEZIA: contro la politica economica e finanziaria dei paesi imperialisti

          

pc 9 luglio - FOGLI DI VIA, PERICOLOSITÀ SOCIALE…. CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE SINDACALI. .. dietro finte trattative romane la guerra quotidiana alle lotte

 

Tanti coordinatori e lavoratori nostri sono oggetto di questo procedimento e restrizione, tra i tanti ricordiamo anche quello da Foggia ad un altro nostro coordinatore, Piero, per aver sostenuto le lotte dei lavoratori delle campagne. Nella giornata di ieri è stata invece notificata a Eddy, uno dei nostri coordinatori, un foglio di via da San Giuliano Milanese in cui viene definito “soggetto che esprime pericolosità sociale”. In questo caso, invece, la sua colpa è quella di essere stato al fianco dei lavoratori del magazzino di Zampieri di San Giuliano quando, la sera del 27 Maggio, bodyguard armati di mazze e pistole taser, aggredirono il picchetto ma furono respinti dai lavoratori del Si Cobas che mantennero il presidio fin quando quest’ultimo non fu completamente accerchiato dalle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi sempre Eddy è stato informato di un’indagine a suo carico per Associazione a delinquere (articolo 416 del codice penale) in cui sarebbe coinvolto e che risulta tuttora in corso. Quanto accaduto non ha nulla di casuale e non è una persecuzione ad un singolo compagno: il fatto che gli sfruttati e le sfruttate stiano provando ad organizzarsi a più livelli e in maniera sempre più convinta non fa dormire sonni tranquilli ai padroni la cui unica esigenza diventa quella di prevenire e poi reprimere ogni tentativo di lotta che metta in discussione questo sistema sociale ed economico. Si potrebbero fare mille singoli esempi a partire da Piacenza dove la Fedex ha preferito fermare uno stabilimento dinanzi alla straordinaria resistenza dei lavoratori e alle loro vittorie ma la verità è che la repressione colpisce tutti e tutte coloro che non solo lottano per la difesa e il miglioramento delle condizioni di vita sui posti di lavoro ma che provano contemporaneamente anche a rafforzare un fronte unico di classe che si opponga, combattendo, al fronte dei padroni. Padroni che rispondono coi fogli di via, le multe e le denunce contro i lavoratori combattivi in sciopero, gli arresti ai sindacalisti di base che si oppongono alle chiusure delle fabbriche, i crumiri che uccidono in nome del profitto Adil e di quelli che provano ad ammazzare fuori altri picchetti, le squadracce al servizio delle multinazionali, le accuse e le minacce ai portuali che si rifiutano di lavorare le armi israeliane. Una lotta contro questi meccanismi repressivi non può essere slegata da una lotta quotidiana contro il sistema economico e sociale che li produce: sarà fondamentale fare quadrato attorno a chi viene represso perché prova a rovesciare lo status quo ma siamo consapevoli che l’unica risposta che abbiamo è continuare ad allargare il fronte unico degli sfruttati a partire da una stagione di sciopero generale unitario contro le politiche capitalistiche dell’Unione Europea e del Governo italiano, per ribaltare il tavolo e tracciare nuovamente la possibilità di mettere in discussione questo sistema che produce oramai solo barbarie, disoccupazione, licenziamenti, inquinamento, disastri ambientali, crisi sanitarie, abbruttimento sociale.

da si cobas napoli


giovedì 8 luglio 2021

pc 8 luglio - Il governo Draghi invia navi militari italiane nello stretto di Hormuz, crocevia del traffico mondiale di petrolio

In un'area geopolitica dove sono presenti tutti i governi imperialisti (USA/UE/Cina/Russia) assieme ai regimi loro cani da guardia, da Israele all'Arabia Saudita, gli EAU (quartier generale della missione ) e l'Iran e dove transita ogni giorno il 21% del traffico petrolifero mondiale 

«La transitabilità in sicurezza dello Stretto rappresenta un elemento essenziale per la nostra economia» (ministro della Difesa, Guerini)

Di Maio: “Missione a Hormuz, si tratta di sorveglianza e monitoraggio e non di scorta. L'Italia è il primo fornitore caschi blu dei paesi occidentali e settimo contributore bilancio peeacekeeping ONU. Contributo complessivo al multilateralismo e alla cooperazione regionale”.  

Finanziamenti sottratti ancora una volta a lavoro, sanità, scuola: per lo svolgimento delle nuove missioni e degli impegni operativi internazionali da avviare nel 2021, la consistenza massima annuale

pc 8 luglio - SANTA MARIA CAPUA VETERE - LA 2° VIOLENZA VA IN SCENA... L'ORRIBILE MATTANZA, PUNTA DI ICEBERG DI UN SISTEMA STRUTTURALE MODERNO FASCISTA, RIDOTTA A EPISODIO...

Il mega Tavolo convocato ieri dalla Ministra Cartabia, con 24 organizzazioni sindacali dell'amministrazione penitenziaria dopo le condanne di rito - circoscritte però agli episodi di violenza, su cui il giudizio più "pesante" della Ministra è "fatti esecrabili", come se si stesse parlando di qualche eccesso e non di sistematiche torture, che tutti sapevano, volevano e coprivano, e della punta di iceberg di un clima di feroci e sistematiche "punizioni" presenti anche in altre carceri e di massacri che ricordano solo il nazismo - si è concentrato sulla difesa, elogio di "corpo":


I Vertici del Dap, Petralia, Tartaglia: "Immagini... che tradiscono lo spirito ela funzione nobile di un intero corpo di polizia fatto di persone perbene e di grande valore..."

Cartabia: "Capire come questi fatti siano potuti avvenire... convinta che i fatti di Santa Maria Capua Vetere abbiano sconvolto tantissimi agenti che ogni giorno fanno con dignità e onore il proprio lavoro... Immagino che lo sconcerto che abbiamo provato tutti noi sia stato per voi ancora più forte. Quindi volevo che vi arrivasse il mio attestato di fiducia al corpo della polizia penitenziaria... a chi svolge correttamente il proprio lavoro... Ora è tempo di individuare le responsabilità, capire gli errori ("ERRORI" vengono chiamati le indicibili violenze che di seguito pubblichiamo - da un articolo de Il Maniesto - ndr) ma poi ricostruire... non si può criminalizzare tutto il corpo della penitenziaria... che nell'anno difficile della pandemia ha sofferto e avuto paura... 

Il Sappe: "Rispettare la presunzione di innocenza... non si identifichi il corpo con quelle immagini" 

Altri sindacati hanno chiesto "più attenzione alle aggressioni subite dagli agenti"

Fp Cgil: "occorre una revisione organizzativa dell'amministrazione nel complesso e la piena civilizzazione, proseguendo sulla strada della legge 395 del 1990, realizzando finalmente quel processo di democratizzazione capace di dar voce e rappresentanza a quanti vogliono uscire dalla condizione di arretratezza  per approdare alla dimensione delle dignità del lavoro...".

E QUESTI SONO GLI "ERRORI"...

Da il Manifesto:

...«Che la violenza costituisca con tutta probabilità una costante nel rapporto fra gli indagati e i detenuti lo si evince dai filmati – scrive il gip -. Si nota che gli agenti in modo del tutto naturale compiono dei gesti quasi “rituali”, come nel caso in cui si dispongono a formare un “corridoio umano” e cominciano a picchiarli con estrema violenza, sebbene inermi». 

ERA NELLA CELLA 7, terzo piano Marco Ranieri. Sei agenti lo prelevano, viene trascinato lungo il corridoio. Alla scena assistono due ispettori e sei agenti che lo costringono a mettersi con le braccia alzate, contro il muro. Lo fanno spogliare e, nudo, è costretto a fare le flessioni. Tre nuovi agenti lo afferrano e lo portano al piano terra. Ranieri ha un tutore alla gamba, gli serve per camminare, glielo

pc 8 luglio - La macelleria messicana dello Stato borghese carattere strutturale del moderno fascismo