lunedì 5 luglio 2021

pc 5 luglio - Cingolani ad Alta Velocità, il ministro che con la sua “transizione ecologica” dovrebbe dipingere di verde il reazionario governicchio Draghi, è fermamente per il Sì alla Tav in Valsusa

                                      
Il governicchio Draghi, infarcito di ministri che definire mezze calzette reazionarie è ancora fargli i complimenti, è in transizione verso un rafforzamento dell’imperialismo italiano in tutti i settori e alla ricerca di come spendere i soldi del Pnrr che deve avere, secondo gli accordi su questi finanziamenti, un aspetto “verde”.

Uno dei ministri di Draghi, Cingolani, cui è stato affidato questo incarico, viene descritto così dai Notav in un loro comunicato: “Quali sono le sue idee di  ‘green’, il ministro l’ha poi chiarito subito coi fatti: autorizzazione di nuove trivelle, apertura verso il ritorno del nucleare in Italia (nonostante l’ipotesi sia stata chiusa da un movimento decennale e due referendum), allentamento dei vincoli ambientali per i parchi foto-voltaici ed eolici, simpatia per gli inceneritori, dichiarazioni contro il divieto della plastica mono-uso sono solo alcune delle perle che ci ha regalato in appena qualche mese colui che dovrebbe rappresentare le istanze ambientaliste in seno al governo ‘dei migliori’.”

Per quanto riguarda la “transizione ecologica” poi: “…si poteva capire da subito. Già direttore del ben poco ecologico Laboratorio Nazionale di Nanotecnologia (NNL), già capo dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) – organismo incensato da tutti gli economisti neo-liberisti italiani, opaco, stra-pagato con soldi pubblici ma con confindustria nel CDA – poi Responsabile dell’innovazione per l’azienda di armamenti Leonardo è infine approdato al ministero fortemente voluto dal M5S come garanzia per entrare nel governo Draghi (addirittura Grillo si presentò con Cingolani ai deputati per convincerli a votare la fiducia).”

Il “pupillo di Grillo” ha poi le idee chiare su chi deve pagare il conto di questa “transizione”: “Anche su chi dovrebbe pagare il conto della transizione verso un’economia verde il ministro non ha dubbi. Non certo le multinazionali, che hanno accumulato profitti giganteschi devastando il pianeta, ma i cittadini “ad esempio sulla bolletta elettrica”.

Sulla TAV ha poi sparato i fuochi d’artificio: “Il ministro ha poi continuato con il grossolano mix di ignoranza e malafede che caratterizza tutti i si tav col cerone verde dichiarando che il TAV servirà a diminuire ‘il traffico privato e il piccolo trasporto’. Peccato che una linea AV tra Torino e Lione è in servizio da 20 anni, e la già esigua riduzione dei tempi annunciata in pompa magna dai promotori sfumerà definitivamente vista la variante di progetto sulla quale si sta orientando la Francia.  Quanto al ‘trasporto merci’ che il ministro desidera mettere su rotaia, nessuno più di chi vive in Val di Susa sa quanto la diminuzione del numero di camion sia importante. Peccato che una linea alta capacità è già in esercizio, è stata rinnovata nel 2011 ed è usata a meno del 20% delle sue capacità vista la mancanza di volontà dello stato italiano di usare incentivi fiscali adeguati per scoraggiare il trasporto su gomma che andrebbero a intaccare i profitti dei soliti noti.”

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