mercoledì 1 gennaio 2020

pc 1 gennaio - Mobilitazione e Lettera dal carcere di Nicoletta Dosio

L'AQUILA

MILANO
TORINO AL CARCERE A MEZZANOTTE
                                                             
NICOLETTA DAL CARCERE
"Sto bene, sono contenta della scelta che ho fatto perché è il risultato di una causa giusta e bella, la lotta NoTav che è anche la lotta per un modello di società diverso e nasce dalla consapevolezza che quello presente non è l’unico dei mondi possibili.
Sento la solidarietà collettiva e provo di persona cosa sia una famiglia di lotta. L’appoggio e l’affetto che mi avete dimostrato quando sono stata arrestata, e le manifestazioni la cui eco mi è arrivata da lontano, confermano che la scelta è giusta e che potrò portarla fino in fondo con gioia.
Parlo di voi alle altre detenute e ripeto che la solidarietà data a me è per tutte le donne e gli uomini che queste mura insensate rinchiudono.
In questo stesso carcere ci sono anche altri cari compagni, Giorgio, Mattia e Luca che sento più che mai vicini ed abbraccio.
Un abbraccio ed un bacio a tutte e tutti voi.
Siamo dalla parte giusta.
Avanti NoTav!"

pc 1 gennaio - India - Il PCI (maoista) denuncia il regime fascista di Modi per l'attacco alle proteste contro la legge di cittadinanaza antimussulmana


       in via di traduzione

CPI Maoist Denounce Fascist Modi Regime For Attacks On Protestors Against CAA

Kozhikode: CPI (Maoist) has alleged that the Modi-Amit Shah-Yogi axis, with the help of the corporates, is trying to soak in blood the agitation against the Citizenship (Amendment) Act (CAA).
In a statement, Jogi, the spokesperson of the Western Ghats special zonal committee of the Maoists, said the fascist regime has resorted to an unheard-of practice of attaching the properties of the agitators.
He said that all communication channels have been blocked and prohibition orders have been imposed with the intention of keeping the people in the dark on the oppressions. People who believe in fraternity and pluralism have joined the massive agitation against the law. “It is a welcome movement against the hidden agenda of the Sangh Parivar,” the statement said.
The country as a whole has risen to the occasion to deal with the extraordinary situation. The current controversy is also a subtle move to divert the attention from the acute economic crisis the country is facing.
Jogi said students have a significant role in spreading the agitation throughout the country. All those who question the regime are being branded as anti-nationals, he said.
The statement said that the CAA was not meant for ejecting Muslims alone. “The Act is reminiscent of the ethnic cleansing carried out by the Nazis and the Zionists,” Jogi said. Maoists called upon the people of all sections to open new war fronts to force the government to withdraw the CAA.

pc 1 gennaio - Le proteste a Tunisi contro Erdogan

TÚNEZ: Protestas contra la visita del satrapa Erdogan.

Protesta contra Erdogan en Túnez: ¡Ladrón y terrorista!
Activistas de la sociedad civil organizaron una manifestación frente a la embajada turca en Túnez en protesta por el presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, quien visitó la ciudad hace cuatro días, el 25 de diciembre.
Los manifestantes protestaron contra la participación del estado turco en la crisis de Libia y pidieron a Túnez que mantenga su actitud imparcial.
Los activistas afirmaron que Erdogan intentó hacer de Túnez un cómplice de sí mismo en Libia.
La Oficina del Presidente de Túnez, por otro lado, declaró que el acuerdo entre Turquía y el Líbano no se discutió durante la reunión, y agregó que Túnez nunca será parte de ninguna alianza.
A pesar de la negativa, los activistas tunecinos protestaron por la «intervención turca» en Libia. Al pedir una solución negociada en Libia, la multitud señaló que el país ya ha sufrido grandes pérdidas y daños debido a las intervenciones extranjeras.
Una pancarta exhibida por los manifestantes representaba al presidente turco con una barba y sangre similar al ISIS, definiéndolo como «ladrón y terrorista».
El estado turco está comprometido en una cooperación militar concentrada con el gobierno islamista de Libia, con sede en Trípoli. Se espera que el parlamento de Turquía, controlado por Erdogan, apruebe un mandato de acción militar para Libia en enero.
Fuente: ANF

pc 1 gennaio - Manifesto nazionale proletari comunisti per Nicoletta


martedì 31 dicembre 2019

pc 31 dicembre - Sit-in al centro storico a Palermo per Nicoletta Dosio... la lotta No Tav non si arresta!

A PIAZZA VERDI OGGI POMERIGGIO








NEI QUARTIERI POPOLARI

pc 31 dicembre - Condannato in Turchia editore progressista della Umut Publishing

Il 26 dicembre, il proprietario di Umut Publishing è stato condannato a due anni e un mese di prigione per aver pubblicato la raccolta di scritti del rivoluzionario comunista Ibrahim Kaypakkaya nel 2018. Anche un operatore di Yön Printing è stato condannato a 10 mesi solo per aver stampato il libro.
Dopo la pubblicazione degli scritti di Kaypakkaya nel 2018, lo stato turco ha fatto irruzione nell'ufficio di Umut, sequestrando e confiscando copie del libro e numeri della rivista Partizan. L'unica "prova" dell'attività criminale erano gli stessi scritti di Kaypakkaya, con lo stato turco che citava le sue posizioni sul diritto all'autodeterminazione della nazione curda e la sua identificazione del kemalismo (nazionalismo turco) come fascismo.
Sebbene ci siano state diverse audizioni, la decisione finale è stata presa giovedì. Gli imputati sono stati condannati a dieci mesi per la pubblicazione/stampa degli scritti di Kaypakkaya e il proprietario di Umut condannato a un altro anno e tre mesi per "aver fatto propaganda per il Partito Comunista di Turchia/Marxista-Leninista (TKP / ML)".

pc 31 dicembre - PRESIDIO AL TRIBUNALE DI TARANTO: LA LOTTA NO TAV NON SI ARRESTA! La dichiarazione di Nicoletta

Nicoletta Dosio: "Andrò in carcere dove troverò altri oppressi, altri ultimi, con cui solidarizzare e creare una nuova famiglia. Andrò in carcere perché di Tav non si parla più. Lo si considera un capitolo chiuso: e quindi con il mio corpo dietro le sbarre voglio riaprire questa storia indecente".

Dopo il presidio, i compagni di proletari comunisti hanno portato striscioni, locandine, volantinaggio anche in centro città

CONTRO L'INGIUSTIZIA DEL POTERE, LA RESISTENZA È UN DOVERE 
(di Nicoletta Dosio)

A questo principio si ispira ormai da trent’anni il movimento NO TAV e, da sempre, rispondono le lotte sociali e ambientali, in tante parti del paese e del mondo.
Contro tale resistenza, il sistema ha messo in campo leggi, eserciti, tribunali e carceri.
I territori, le persone, la natura sono più che mai materia bruta di sfruttamento da parte di un capitale che, nella sua arroganza dimentica di ogni limite, in nome del profitto infinito, accumula sulla propria strada morti e rovine, fino a mettere in discussione la sopravvivenza stessa del Pianeta. Anche in Valle di Susa l’opposizione popolare che, forte della memoria operaia e resistenziale, ha deciso di

pc 31 dicembre - Superati 21 milioni di visualizzazioni del blog proletari comunisti - costantemente oltre le 20.000 visualizzazioni giornaliere

pc 31 dicembre - EGITTO - LE FORZE ARMATE, QUELLE CHE HANNO UCCISO REGENI, CHI LE ARMA? L'ITALIA!

Sulla guerra, sulla repressione, sulle uccisioni, torture degli oppositori politici al regime di al-Sisi fanno affari e aumentano i profitti le multinazionali italiane, preparati dai viaggi e visite del governo PD/M5S. 
L'anno 2019 si chiude molto bene per gli affaristi di morte!

(da il Manifesto) - Egitto. Incontri tra l’ambasciata di Roma e Il Cairo e visite d’affari di aziende civili e belliche. Intanto nella capitale egiziana aggredito l’attivista egiziano Gamal Eid. E in carcere muore una detenuta
La diplomazia italiana al Cairo continua a lavorare alacremente per promuovere le imprese (e le armi) italiane in Egitto. Venerdì 20 dicembre l’ambasciatore Giampaolo Cantini ha incontrato il ministro della produzione bellica Mohamed al-Assar per discutere di «cooperazione economica».
Nell’incontro, al quale ha partecipato anche lo staff dell’addetto militare dell’ambasciata, si è parlato di industria, soprattutto bellica. Cantini ha «espresso il desiderio di aumentare gli investimenti italiani in Egitto incoraggiando le compagnie italiane a investire nel paese»... L’ambasciatore ha poi

pc 31 dicembre - Da Taranto a Palermo proletarie per Nicoletta

Tribunale di Taranto

Siamo tutte Nicoletta, il suo coraggio e la sua determinazione sono davvero un grande esempio di lotta per tutte e tutti da seguire! NICOLETTA SUBITO LIBERA!
Lavoratrici precarie Coop Sociali in lotta a Palermo

pc 31 dicembre - In tutta Italia per Nicoletta

- 31 dic Bergamo, ore 11, prefettura via zelasco
- 31 dic Genova, ore 17,30 piazza San Lorenzo
- 31 dic Brescia, ore 10 piazza Duomo
- 31 dic Imperia, ore 17, viale Matteotti
- 31 dic Bologna, ore 14, piazza di Porta Ravegnana
- 31 dic Forlì, ore 18, piazza Morgagni
- 31 dic Firenze, ore 15,30 via Cavour
- 31 dic Grosseto, ore 11,30 piazza Rosselli
- 31 dic Viareggio, ore 15, stazione
- 31 dic Pisa, ore 12, piazza XX Settembre
- 31 dic Roma, ore 16 (luogo da definirsi)
- 31 dic Napoli, ore 10,30 largo Berlinguer
- 31 dic Taranto, ore 11,45, Tribunale
TORINO/ VAL DI SUSA
- 31 dic Susa ore 18 presidio davanti alla caserma dei carabinieri
- 31 dic Torino ore 24 saluto al carcere Lorusso e Cotugno
- 1 GENNAIO BUSSOLENO FIACCOLATA DI SOLIDARIETÀ ore 18 piazza Cavour nei pressi de La Credenza
Nicoletta non sei sola! Libertà per i notav!
Da notav.info
... in carcere per scontare la pena di un anno a cui è stata condannata per una manifestazione del 2012 insieme ad altri 11 attivisti. La manifestazione, che aveva visto centinaia di No Tav invadere l'autostrada che da Torino porta in Francia, avveniva nel contesto di una intensa settimana di mobilitazione avvenuta dopo la caduta di Luca Abbà dal traliccio in occasione dell'ampliamento del cantiere di Chiomonte. La rabbia era molta e in tutta Italia semplici cittadini erano scesi in piazza

pc 31 dicembre - La Val Susa per Nicoletta

Poche ore fa Nicoletta è stata arrestata dai Carabinieri. Prelevata dalla sua abitazione è stata portata ieri sera presso il carcere delle Vallette, per scontare una pena di 12 mesi a seguito di un blocco stradale risalente al 2012. Gli abitanti di Bussoleno hanno tardato l’arresto per ore, con un muro popolare che ha costretto i carabinieri ad attendere che tutti potessero salutarla, sostenerla e sorriderle.
Il suo gesto generoso, fatto per denunciare l’ingiustizia riservata non solo a lei stessa, ma ai tanti attivisti No Tav ora in carcere e a chi ci finirà a breve, chiama una forte solidarietà, concreta, alla moda nostra.
Ecco i primi appuntamento tra la Valle e Torino.
31/12 ore 18 di fronte caserma CC di Susa
31/12 per chi può ore 24 saluto al carcere Lorusso e Cotugno
1/01 ore 18 FIACCOLATA NO TAV partenza Piazza del Comune di Bussoleno

pc 31 dicembre - Per Nicoletta - Milano zona Transiti - Bergamo presidio Prefettura




























pc 31 dicembre - ARRESTO DI NICOLETTA DOSIO: HANNO SOLLEVATO UNA PIETRA CHE GLI RICADRA' SUI PIEDI - da Mfpr


L'arresto di Nicoletta Dosio già si sta rivelando una "pietra che gli ricadrà pesantemente sui piedi"! L'hanno voluta arrestare in questi giorni di fine anno illudendosi forse che non ci sarebbe stata immediata mobilitazione. E, invece, già da ieri sera e oggi in Val Susa, a Torino e in decine e decine di città, dal nord al sud stiamo scendendo in piazza, assediando questure, tribunali, prefetture, ecc.

Siamo vicini col cuore, con la mente a Nicoletta, dovunque possiamo, mobilitiamoci! NIcoletta è tutte noi. E' le donne che lottano irriducibilmente, senza paura e resistono ad una magistratura, uno Stato di polizia brutale, marcio, incivile, di "giustizieri" al servizio degli interessi del capitale e della grande speculazione, dei distruttori di territori.
Anche questo assurdo arresto mostra la giustezza di rovesciare questo Stato borghese che mette in galera chi lotta per i diritti, la giustizia, la dignità, la vita delle popolazioni e lascia non solo in libertà ma a decidere in parlamento e nei governi sulle nostre vite chi ruba miliardi, chi lascia morire in mare i migranti, come i rappresentanti dei padroni che ogni giorno compiono atti criminali per i loro profitti, ecc.

Ribadiamo che Nicoletta ha fatto benissimo a disobbedire ai divieti della magistratura, a violare le sue assurde sentenze. Le "regole" di questo Stato e della Polizia è giusto romperle!
Non abbiamo nulla da cui difenderci, ma abbiamo da attaccare sempre di più, dimostrando l'abisso che esiste tra la grandezza delle lotta per la libertà, per i diritti delle popolazioni e la miseria, il fascismo di questo Stato, di questi governi.

La battaglia NoTav e le donne, compagne della NoTav, con la loro determinatezza, coraggio, forza non possono essere arrestate.
LIBERTA' SUBITO PER NICOLETTA DOSIO!

MFPR
31 dicembre 2019

pc 31 dicembre - DAGLI OPERAI COMUNISTI DI BERGAMO: LIBERTA' PER NICOLETTA DOSIO

pc 31 dicembre - CI DATE LE TENDE? TORNEREMO NELLE STRADE!

CI DATE LE TENDE? TORNEREMO NELLE STRADE!
Comitato lavoratori delle campagne

Dopo l'incendio del 3 dicembre scorso al Gran Ghetto di Rignano, non si è perso tempo nel mettere in moto la già rodata macchina speculatrice sulla pelle dei lavoratori. Pochi giorni dopo la tragedia, che ha distrutto buona parte delle abitazioni lasciando centinaia di persone prive di casa, la Prefettura ha messo in piedi la solita risposta, che non ha nulla di provvisorio ma anzi si appresta a diventare la nuova normalità che tutti conoscono bene: tende. Ad oggi sono circa 25, le tende blu della protezione civile che sono state posizionate nel terreno adiacente a ciò che rimane del ghetto, per mezzo di protezione civile e Regione. A tendopoli conclusa i posti totali saranno 500, in base a quanto raccontato dalle forze dell'ordine ad alcuni abitanti, con 10 persone per tenda, il che non lascia dubbi sulle condizioni di sovraffollamento a cui saranno sottoposte le persone che vi andranno a vivere, date le ridotte dimensioni delle tende. Già è emersa la volontà, per quanto concerne l'organizzazione della nuova Tendopoli, di sottoporre i futuri abitanti a un rigido regolamento: divieto di cucinare per conto proprio, pasti portati da fuori e con ogni probabilità (visto che si stanno già raccogliendo i nomi) accesso strettamente regolamentato e consentito solo a chi è registrato.
Difficile non rivedere in queste imposizioni un altro esempio, già rivelatosi ampiamente fallimentare, di Tendopoli militarizzata: quella di San Ferdinando (in Calabria), in cui le vite delle persone sono costantemente sottoposte al controllo e messe a profitto – così come è successo a Casa Sankara, anche se in dimensioni ridotte -.
Inoltre fin dal giorno dell'incendio è stato attivato un servizio di catering gestito da Gam Ristorazione, azienda che già in passato si era candidata al bando per la gestione della ristorazione del CARA di Borgo Mezzanone. Secondo le testimonianze di diversi abitanti del ghetto, i generi alimentari verrebbero recapitati dalla ditta esclusivamente presso la casa di una persona notoriamente legata al sindacato USB, che da tempo minaccia e cerca di intimidire chi partecipa alle lotte autorganizzate: tutte le altre persone sarebbero costrette a rivolgersi a lui per ricevere il pasto.
Anche in questo caso appare palese la connivenza tra sindacati, associazioni e istituzioni, con il comune obiettivo di speculare sulla precarietà a cui sono costrette le persone che vivono nei ghetti.
Ancora una volta si risponde con soluzioni emergenziali e provvisorie a una questione, quella abitativa, che già da anni è sotto gli occhi di tutti; ancora una volta, la volontà e l'opinione di chi nei ghetti è costretto a viverci viene sistematicamente taciuta, ignorando le istanze portate avanti da anni di lotta per ottenere documenti e case vere.
Gli abitanti del Ghetto hanno chiaro il progetto istituzionale e non sono disposte a sottostare al ricatto: come ha dimostrato la giornata di lotta del 6 dicembre, l'unione e la solidarietà fanno tremare il potere.
Ancora una volta siamo pronti a scendere in strada.
GHETTI E TENDOPOLI PER NESSUNO, CASE PER TUTTI!

lunedì 30 dicembre 2019

pc 30 dicembre - Per Nicoletta le masse a Bussoleno subito in piazza

 notav.info@notav_info
Scesi in strada alla spicciolata stanno rallentando l’arresto bloccando la strada. 

Els veïns de Bussoleno (Torí) baixen al carrer per a impedir la detenció de @NicolettaDosio, activista #NoTav (contraris a la línia alta velocitat que destrossaria la #ValdiSusa) de 73 anys, professora jubilada de grec i llatí.

In carcere a 73 anni: "In cella potrò partecipare ad altri fronti di lotta"

Un gruppo di manifestanti sta però impedendo ai carabinieri di portare via la militante valsusina.

Bussoleno, la protesta degli attivisti No Tav per l'arresto della 73enne 'pasionaria' Nicoletta Dosio

pc 30 dicembre - Giù le mani da Nicoletta Dosio attivista no Tav - Striscioni subito ovunque siamo presenti - Proletari comunisti



Nicoletta, condannata in via definitiva insieme ad altri 11 attivisti No Tav per una mobilitazione in Valsusa del 2011, si era rifiutata nei mesi scorsi di richiedere misure alternative alla carcerazione, preferendo il carcere all’accettazione di una misura palesemente ingiusta e spropositata.
L’ordine era stato inizialmente sospeso, nell’evidente imbarazzo di tradurre effettivamente in carcere una donna di oltre 70 anni e dopo alcune riuscite iniziative di solidarietà, come la partecipata assemblea organizzata da Potere al Popolo Torino il 7 novembre.

pc 30 dicembre - Francia non cessano le mobilitazioni contro Macron - dai blog rivoluzionari

Sindicatos y chalecos amarillos desafían a Macron y vuelven a las calles en navidades

El Gobierno galo había pedido una tregua navideña a las protestas ciudadanas contra su reforma de las pensiones, pero la huelga de transportes se mantiene tras 22 días y miles de manifestantes han vuelto a salir a las calles este sábado.
Manifestantes protestan en París contra la reforma de las pensiones planteada por el Gobierno francés.- EFE/EPA/Christophe Petit Tesson


Manifestantes protestan en París contra la reforma de las pensiones 
planteada por el Gobierno francés.- EFE/EPA/Christophe Petit Tesson


De poco han servido los llamamientos del Gobierno francés a una tregua navideña de las movilizaciones. Miles de personas se manifestaron este sábado en París, convocadas por los sindicatos y los chalecos amarillos, para volver a exigir la retirada de la reforma de las pensiones.
La marcha, que recorrió entre consignas y pancartas varias avenidas del centro de la capital, se sumó a la huelga convocada en la compañía estatal ferroviaria SNCF y en el transporte metropolitano de París, que hoy cumplió su día 24.
El paro ya ha superado las 22 jornadas seguidas que se registraron en 1995 contra otra serie de reformas sociales del entonces primer ministro Alain Juppé.
Como consecuencia de la huelga, solo seis de cada diez líneas de alta velocidad circulan este fin de semana, aunque el porcentaje bajará hasta el 35% el próximo 1 de enero.
La manifestación del sábado contó con la particularidad de unir a dos grupos, que no siempre han gozado de las mejores relaciones, los sindicatos más radicales, encabezados por la CGT, y el movimiento ciudadano de los chalecos amarillos, que nació hace poco más de un año con el rechazo a las organizaciones tradicionales por bandera.
Los "chalecos amarillos", no más de tres centenares, se congregaron antes de la manifestación en la Plaza de la Bolsa y desfilaron por París hasta la Estación del Norte, donde comenzaba la marcha convocada por los sindicatos.
Para el líder de la CGT, Philippe Martinez, "si el Gobierno contaba con una tregua por navidades, debe de estar muy decepcionado, porque la movilización sigue aquí".
El propio presidente, Emmanuel Macron, que hasta ahora apenas ha intervenido públicamente sobre las protestas, pidió hace unos días que la contestación cesase durante las fiestas navideñas para permitir a los franceses desplazarse estos días.

El Gobierno busca la división sindical

Desde el Gobierno se trata de profundizar en la división entre las centrales reformistas, más

pc 30 dicembre - Per un nuovo anno di lotta avendo chiaro l'obiettivo


pc 30 dicembre - Dopo il Convegno sull'autunno caldo 69 - Milano 13-14-15 dicembre

"...Il nostro obiettivo è esplicito, intendiamo portare le lezioni dell'Autunno caldo sin da subito, ad esempio all'Ilva/ArcelorMittal di Taranto....Dobbiamo intrecciare questa memoria con la vita quotidiana dei proletari e dei compagni che sono nel fuoco della lotta di classe, nella situazione difficile che comunque il movimento attraversa...

....Vi è stata, quindi, molta “carne a cuocere” in questo convegno, e pensiamo che non siano state dette cose banali – che spesso sono la “banalità del male”: le denunce, i lamenti su come siamo messi male, sia come condizione che come lotte. Però c'è anche la “banalità del bene”, quelli che hanno le ricette già pronte, che sembrano che non abbiano imparato granchè dal contesto di quel movimento e pensano già di aver trovato la chiave, quando se l'avessero trovata la vedremmo, perchè le chiavi non si trovano nella testa, esistono se si incarnano nel reale.....

....Nel convegno è stato affermato che il valore delle tendenze rivoluzionarie degli anni 70 non sta tanto in quello che dicevano di essere, bensì, per quanto riguarda le teorie operaiste e l'impianto di applicazione del marxismo-leninismo-maoismo, negli elementi di verifica storica che esse hanno avuto, in quale maniera si sono impattate nella realtà della classe e dei suoi movimenti, e quanto di esse è stato verificato o non è stato verificato. E nel marxismo ciò che non è verificato è chiacchiera....

...La pubblicazione degli interventi va riconsegnata in forma militante. Ci dobbiamo ritrovare, da qui ad un mese e mezzo, su scala nazionale e locale, sia con le realtà presenti, sia con quelle che hanno inviato documenti sia con quelle che non sono venute ma hanno dichiarato interesse per questo convegno, per andare a fondo nelle cose dette e scritte...".

pc 30 dicembre - LA CENTRALITA' NAZIONALE DELLA VICENDA ILVA/ARCELORMITTAL E LA NECESSITA' DI UNA IMPOSTAZIONE E AZIONE DI CLASSE

Riportiamo ampie parti di uno scambio di lettere avvenuto con un compagno lavoratore di Genova del Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori autoconvocati per l'unità della classe.
Il Coordinamento ha tenuto un'assemblea il 7 dicembre a Torino - nel 12° anniversario della strage operaia alla ThyssenKrupp - sul tema della sicurezza e della salute sul posto di lavoro e nel territorio, a cui lo Slai cobas per il sindacato di classe ha partecipato.

(Riportiamo le lettere in ordine cronologico, fino a quella di ieri)

Lettera del 21 dicembre 2019
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 
Rete nazionale per salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio Taranto
Cari compagni
abbiamo apprezzato il  convegno di Torino, ci è dispiaciuto non esserci direttamente, il nostro intervento è stato letto da un compagno operaio di Bergamo dello Slai cobas per il sindacato di classe - l'intervento si può leggere nel blog tarantocontro: https://tarantocontro.blogspot.com/2019/12/convegno-torino-nellanniversario-della.html.
Ma dobbiamo dire che non è stato sufficientemente capito e il convegno è andato liscio per conto suo. Abbiamo posto la centralità della madre di tutte le battaglie che oggi è la questione Ilva/ArcelorMittal che riguarda il tema principe di salute sicurezza e ambiente ma nel contesto della lotta di classe storica nella più grande fabbrica attuale del nostro paese e una delle più grandi di Europa.
Abbiamo proposto una iniziativa sul campo in tempi politici sufficientemente urgenti per dimostrare l'importanza e  la funzione dell'assemblea partecipata di Torino e le sue potenzialità d' impatto
con la realtà.
Ma su questo si è svicolato e glissato, compagni, e si procede lungo una strada rituale e della via facile: da un convegno a un'altro da una assemblea nazionale a un'altra, forse con una sorta autosufficienza, un burocratismo da coordinamento.
Ci dispiace non essere stati, perchè queste cose le avremmo dette direttamente e avremmo fatto battaglia su questo e forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma chi non c'è ha giustamente sempre torto.
Ora però la questione la riproponiamo e ci sembra necessario dibatterla e cambiare marcia.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 
Rete nazionale per salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio Taranto

Risposta del 27 dicembre 2019
Compagno lavoratore di Genova del
Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori autoconvocati per l'unità della classe
Cari compagni,
Da parte mia ritengo che:
 - bisogna evitare di intraprendere azioni da parte vostra e nostra in concorrenza;
 - la vostra proposta era corretta e costruttiva, sia per quanto riguarda l'ex ILVA che per quanto riguarda la ricostituzione di una Rete Nazionale sulla Sicurezza;
 - d'altro canto da parte vostra dovete anche comprendere che difficilmente poteva essere sufficiente il vostro primo intervento a una assemblea nazionale, dopo essere entrati in contatto da pochissimi giorni, per determinare le scelte della maggioranza dei compagni attivi nel Coordinamento.
Quello che io posso suggerirvi perciò e che parimenti mi auguro è che voi partecipiate alla attività del Coordinamento in modo che la vostra proposta abbia maggior seguito.
Riguardo alla questione del siderurgico di Taranto secondo me la maggior parte dei compagni sono orientati verso la rivendicazione della chiusura delle fonti inquinanti. Il dibattito sulla questione andrebbe portato dentro il Coordinamento ed io sarei ben disposto a farlo perché ritengo la vicenda assai importante, sia perché si tratta di un importante centro operaio, sia perché è un campo di prova di quello che secondo la mia scuola politica dev'essere il giusto rapporto fra classe operaia e gli altri strati sociali, e quindi anche fra sindacato e associazioni interclassiste (popolari, cittadine e simili).
Mariopaolo del Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori autoconvocati per l'unità della classe

Nota del 28 dicembre 2019 
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 
Rete nazionale per salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio Taranto
Al Convegno su l'autunno caldo si è discusso molto sull'Ilva di ieri e oggi - Torneremo dopo le festività sulle proposte fatte e sulla discussione e iniziativa possibili - l'unica questione che vogliamo però dire è che la parola d'ordine di "chiudere le fonti inquinanti" non dice niente - ce ne sono in tutte le fabbriche del nostro paese - e per quanto riguarda l'Ilva esiste la parola d'ordine "chiudere l'area a caldo come a Genova"; e su questo sei tu che ci devi spiegare se essa è stata un avanzamento nella lotta di classe a Genova, all'Ilva nella coscienza di classe, anche sul fronte di nocività e ambiente, tenendo conto che Taranto è 10 volte Genova. E' solo la lotta di classe e della classe, con il fronte unito delle masse - che non coincide affatto con gli ambientalisti nè con l'ambigua e infelicissima  espressione i "cittadini" - su una piattaforma che risponda agli interessi attuali degli operai e delle masse, con i rapporti di forza attuali, può spostare in avanti i problemi.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 
Rete nazionale per salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio Taranto

Nota del 29 dicembre 2019
Compagno lavoratore di Genova del
Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori autoconvocati per l'unità della classe
Cari compagni,
"...la parola d'ordine della "chiusura delle fonti inquinanti" non significa un bel nulla. O meglio, di fatto significa avallare i fumosi piani industriali di riconversione.
Secondo me l'autentico sindacalismo di classe non deve abbracciare, sostenere, alcun piano industriale. Non è affare dei lavoratori ma dei padroni. Ciò vale a scala aziendale quanto nazionale.
E ciò vale, a scala aziendale si che si tratti di un piano di rilancio mantenendo aperte le fonti inquinanti sia che si tratti di un piano di riconversione; a scala nazionale sia che si tratti di cercare un acquirente sul mercato internazionale (o mantenere quello attuale) sia che si tratti di nazionalizzare.
Ci si deve invece attestare sulla difesa dei bisogni immediati: salario, orario, salute, sicurezza.
Salario: bisognerebbe ad es. lottare per l'integrazione della Cigo e dell Cigs da parte di ArcelorMittal così da raggiungere il salario pieno.
Orari: ridurre l'orario di lavoro giornaliero e di vita (in pensione prima) così da ridurre l'esposizione degli operai all'aria insalubre dell'acciaieria.
Salute e sicurezza: oltre al punto di cui sopra, lotta per il rinnovo e la manutenzione degli impianti e per le bonifiche.

Genova: la situazione di Taranto - anche a voler mettersi a ragionare di piani industriali - è ben diversa da quella genovese.
L'acciaieria di Genova aveva solo un altoforno, si trova a una distanza media inferiore di quella di Taranto rispetto ai mercati di sbocco (manifatture del Nord Italia). A Genova, con l'accordo di programma del 2005 che ha imposto la chiusura dell'altoforno, si è passati da 1.700 operai impiegati nella acciaieria ad un migliaio scarso. Gli altri, ridottisi per i progressivi pensionamenti, sono stati impiegati in lavori di pubblica utilità (ad es. manutenzione dei parchi). Per gli operai della fabbrica è stato un compromesso accettabile. La combattività degli operai dello stabilimento è stata mantenuta ad un buon livello e nei cortei per gli scioperi hanno partecipato anche gli operai addetti ai lavori di pubblica utilità, col che voglio dire che si è mantenuta una discreta unità operaia, internamente allo stabilimento.
Ma ciò, come voi sapete bene, è stato fatto ad un prezzo: quello di impedire l'unità fra i lavoratori di Genova e quelli di Taranto.
Ciò è successo per i calcoli opportunistici del gruppo politico maggioritario nella Fiom provinciale 
genovese che si è accontentato di difendere il proprio "fortino" cioè il suo radicamento nello 
stabilimento di Cornigliano, disinteressandosi del tutto di tentare di unire gli operai al 
di sopra degli stabilimenti perché ciò avrebbe implicato una lotta internamente alla Fiom, 
che quei dirigenti non hanno mai voluto fare.
Inoltre, cercare l'unità con gli operai più combattivi di Taranto, avrebbe implicato lo stabilirsi di un 
rapporto col sindacalismo di base, cosa che quel gruppo politico si è sempre ben guardato da fare, in 
quanto avrebbe significato andare allo scontro internamente alla Cgil.
Quindi il bilancio per Cornigliano è che l'accordo fu accettabile preso in sé e per sé, guardando solo a quella fabbrica, ma nell'ottica del movimento generale della classe operaia la condotta della Fiom locale ha frenato il possibile sviluppo del sindacalismo di classe.
Prendere per Taranto a modello l'accordo di programma di Genova, come fa ad esempio l'Usb, significa da un lato chiudere ancora una volta gli operai dentro i confini dello stabilimento, dall'altro spacciare una mera e pericolosa illusione, perché le due situazioni industriali non sono comparabili: Taranto senza il ciclo integrale non avrà il mercato che ha Cornigliano ed in ogni caso ciò implicherebbe una riduzione disastrosa degli operai addetti nella fabbrica".
Un caro saluto
Mp

pc 30 dicembre - Il capitalismo uccide - Senza la lotta della classe operaia nelle fabbriche è impossibile fermare la catena delle morti sul lavoro e da lavoro e inquinamento

I tumori nell'area della Solvay di Spinetta Marengo sono superiori del 30% della pur alta media alessandrina.


Fino al 50% per gli uomini, cioè per i lavoratori del polo chimico, stante l’evidente  stretta relazione tra  patologie e sostanze lavorate e smaltite. Lo rileva lo studio epidemiologico (ricoveri ospedalieri di ARPA e decessi di ASL 1996-2017): non è una novità ma una storica conferma che denunciamo da decenni. Perfino il direttore provinciale  Arpa finalmente ammette che a Spinetta ci si ammala e muore di più. Meglio tardi che mai ammette che l’inquinamento in falda è destinano al peggioramento, cioè non è in atto una vera bonifica, che le emissioni dai camini non sono a norma, che l’impianto di depurazione non funziona. E finalmente ammette che -malgrado i nostri ripetuti solleciti- solo dal  2012 ha misurato il PFOA e solo ultimamente il C6O4, entrambi PFAS considerati cancerogeni nel resto del mondo (esemplari i limiti imposti dallo Stato del Massachussetts). Per il C6O4 addirittura Solvay ha appena chiesto l’autorizzazione alla Provincia di produrlo e scaricarlo in aria e acqua. Servirà da stop la recente sentenza di Cassazione che ha sanzionato per Spinetta  “un evento distruttivo all’incolumità pubblica di proporzioni straordinarie, un avvelenamento delle falde difficilmente reversibile”? considerato che  una vera bonifica del pregresso neppure è iniziata? Noi ancor meno che mai contiamo su una svolta delle attuali Giunte. Alle quali, e alla multinazionale belga, gran parte dei mass media sono proni. La magistratura penale? Speriamo in quella di Vicenza contro la Miteni, fornitrice di Solvay. 

domenica 29 dicembre 2019

pc 29 dicembre - Il giornale brasiliano A Nova Democracia - ultimo numero

pc 29 dicembre - India - Arundhati Roy e PCI (Maoista) contro la legge di cittadinanza antimussulmana del regime fascista indù - indutva - di Modi

The progressive author and activist Arundhati Roy spoke out on the issue on Wednesday, stating that the planned National Register of Citizens (NRC) was targeted against Muslims of the country.
"Attacks are taking place on Muslims in Uttar Pradesh. Police are going house to house ransacking and looting." The government, faced with the protests, would try to implement the bill through the back door. She called upon the people to give false names and addresses.
The CPI(Maoist), leading the people’s war in India, has issued it’s support for the protests by putting up banners and posters. In a country like India, that holds 1/7th of the world’s population, that is deeply exploited and oppressed by the imperialists, mainly US imperialism, that is currently being hit by a very serious economic crisis and the country where the most advanced people’s war of the world is taking place, such protests are of great historic importance.

pc 29 dicembre - Articoli sulla lotta in Colombia dal giornale Rivolution Obrera

  • ¡CONTRA LAS BURLAS DEL GOBIERNO Y LA VIOLENTA REPRESIÓN ESTATAL!

pc 29 dicembre - Solidali con i lavoratori in lotta a Prato


Le ragazze di Prato solidarizzano con alcuni lavoratori della tintoria Superlativa e i sindacalisti del Si Cobas

Operai pachistani e africani, puniti per il reintrodotto reato di «blocco stradale» a causa di un picchetto, durante una lunga vertenza tesa a far rispettare i loro diritti dentro una azienda a conduzione cinese, dove gli operai venivano pagati meno di 1.000 euro per turni di lavoro di 12 ore, sette giorni su sette, e dove il ritardo dei pagamenti è di mesi e mesi. Una situazione così patologica da aver convinto anche la procura pratese ad aprire una inchiesta, dopo i controlli dell’Ispettorato del lavoro che per la terza volta in quattro anni hanno portato a sanzionare l’azienda.