Lunedì Fim, Uilm, Fismic, firmeranno l'accordo - da loro considerato "storico" - per i 20 turni di lavoro settimanale alla Fiat Sata di Melfi.
Ma gli operai nelle assemblee hanno detto NO alla nuova turnistica, per soddisfare le esigenze produttive legate al lancio della Jeep Renegade e della 500x; e ugualmente dicono NO al ricatto della trasformazione dei contratti di somministrazione.
Nelle assemblee hanno gridato "venduti, venduti!" e anche quando si è arrivati al voto in due assemblee, il risultato è stata una massiccia bocciatura dell'intesa sindacati padronali/Fiat
Questa turnistica non porta solo aumento dell'orario di lavoro, più fatica, più sfruttamento, ma come dicono gli operai e le operaie, sconvolge i ritmi di vita, tenendo conto che all'orario di fabbrica per molti di loro devono essere aggiunte le 2/3 ore di viaggio in autobus da tutta la Regione e anche da fuori Regione.
Con questa nuova turnazione la Sata diventa la prima fabbrica di auto a ciclo continuo in Europa. La fabbrica si ferma solo dalle 6 alle 14 della domenica.
Per cui, chi finisce di lavorare alla 14 del sabato può succedere che deve riprendere il lavoro la sera della domenica".
"A questo punto - dicono gli operai - dovremo salutare tutti quanti la famiglia, perchè staremo sempre in fabbrica".
Ma padroni e i suoi sindacati hanno corta memoria. Si dovrebbero ricordare che fu proprio l'insopportabilità dei turni che diede vita nel 2004 ai famosi "21 giorni" di blocco totale della fabbrica.
Oggi gli operai, le operaie dicono che con questi ritmi di lavoro non ce la fanno; se poi si aggiunge la riduzione delle pause... fin quando potrà essere sopportato il ricatto di Marchionne?
sabato 28 febbraio 2015
pc 28 febbraio - SOLO 6 MESI AL MEDICO TORTURATORE DEL G8
(Da Il Manifesto) - G8. Sospeso per sei mesi il medico che «visitava» in mimetica i manifestanti brutalizzati.
"Alla Diaz dovevano fucilarli tutti". Così
nella caserma-carcere di Bolzaneto il dottor Giacomo
Toccafondi, responsabile dell’infermeria
durante il G8 di Genova, accolse una manifestante arrivata
dalla scuola Pertini dove la polizia aveva appena compiuto
quella che oggi è universalmente definita
la «macelleria messicana». Ad altri diede dei
«bastardi». A una ragazza tedesca, a cui la polizia
alla Diaz aveva fatto saltare la metà dei denti, puntò il
manganello alla bocca mentre altri cantavano
«Manganello, manganello». Oggi, a distanza
di quasi quattordici anni, l’Ordine dei medici di Genova
ha sospeso Toccafondi per sei mesi. A ottobre
potrà tornare a lavorare, quantomeno come
libero professionista...
«Abbiamo una legge istitutiva che prevede
direttamente il passaggio dalla censura di
sei mesi alla radiazione» si difende il presidente
dell’ordine dei medici di Genova Enrico Bartolini. «Era
indubbio che meritava una sanzione pesante e la
commissione, formata da tre professionisti
super partes, ha scelto una delle più gravi». Perché non
la radiazione allora? «Perché sono stati valutati
tanti elementi negativi, ma anche alcuni positivi.
È stata una valutazione laboriosa durata oltre
un anno e mezzo».
Se
sugli elementi positivi, in assenza del testo del
provvedimento, è arduo lavorare di
fantasia, gli elementi negativi sono tanti e per
ognuno di loro, come sancito dalla Corte di Appello di Genova,
Toccafondi dovrà risarcire le sue vittime. Come
per «l’aver costretto o consentito che le persone
stessero nude nell’infermeria oltre il tempo necessario,
che le persone di sesso femminile rimanessero
nude anche davanti a uomini, osservate nelle parti intime
e costrette a girare più volte su se stesse» o come
l’aver «insultato direttamente le persone
visitate… anche rivolgendo domande sulla vita sessuale
con evidente segno di scherno». Oltre a omissioni di
referto e minacce di vario tipo come la frase «se non stai
zitto ti diamo anche le altre» rivolta a un arrestato
a cui stavano saturando senza anestesia la
mano appena lacerata da un agente..."
pc 28 febbraio - A Roma - gli antifascisti in piazza molto di più dei fascio-razzisti di Salvini - Casapound un gruppetto - reti comeal G8 per proteggere i fascio-leghisti
ore 17.30: il corteo ha percorso largo di Torre Argentina fino a raggiungere Campo De' Fiori, che però è troppo piccolo per contenere la numerosissima piazza di oggi pomeriggio: la manifestazione prosegue dunque verso il Colosseo passando da corso Vittorio
pc 28 febbraio - MORTI PER AMIANTO ALL'ENEL - DOPO L'ETERNIT UNA NUOVA SENTENZA A DIFESA DEI PADRONI ASSASSINI - SEMPRE PIU' L'UNICA GIUSTIZIA DEVE ESSERE QUELLA PROLETARIA!
Morti
per amianto alla centrale Enel Turbigo: ingiustizia è fatta.
I
dirigenti accusati della morte di 8 operai sono stati assolti “per
non aver commesso il fatto”.
Il
giudice dott.ssa Beatrice Secchi della quinta sezione penale ha
assolto dall’accusa di omicidio colposo plurimo “per
non aver commesso il fatto”
4 dirigenti e dichiarato estinto il reato per altri 2 perche nel
frattempo deceduti.
Per
sei ex dirigenti ed ex responsabili della centrale termoelettrica di
Turbigo, nel milanese, imputati della morte per mesotelioma pleurico
di 8 di operai il P.M avevo chiesto dai due agli 8 anni di
reclusione..
L’assoluzione
dei dirigenti di un’azienda pubblica, in quegli anni di proprietà
del governo, riporta alla luce l’omertà e la complicità fra
manager e istituzioni di cui hanno goduto e continuano a godere i
vertici aziendali. In
Italia – paese barbaro e incivile - le leggi e i diritti sono
uguali solo per i ricchi; chi uccide i lavoratori, inquina e
distrugge l’ambiente e la natura ha una legislazione di favore.
Dirigenti
che pur sapendo della pericolosità dell’amianto nulla hanno fatto
per salvaguardare la salute e la vita dei lavoratori rimangono
impuniti. La sentenza Eternit ha fatto giurisprudenza. Ancora una
volta i dirigenti accusati delle morti di tanti operai sono assolti e
per le famiglie delle vittime al danno si aggiunge la beffa .
Ai
padroni e manager che nella ricerca del massimo profitto hanno
consapevolmente mandato a morte migliaia di operai e cittadini la
legislazione vigente, consente la licenza di uccidere impunemente. In
Italia esiste una realtà di decine di migliaia di morti sul lavoro e
di lavoro e una “giustizia” che dice che nessuno è colpevole.
Comitato
per
la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Milano
28 febbraio 2015
pc 28 febbraio - diverse migliaia al corteo fascio-leghista - difeso da 4000 poliziotti - una cloaca in mostra
- Ci sono i neofascisti di Casapound e i movimenti di estrema francese e tedesco, Bloc Identitaire e Pegida. Bloc Identitaire dichiara Philippe Vardon: La Lega Nord è il partito al quale siamo più vicini perché fa un discorso chiaro sull’islamizzazione e sull’immigrazione... c’è anche Pegida, movimento tedesco nato sul web e conosciuto per posizioni radicali contro l’immigrazione e contro “l’islamizzazione dell’Europa”. Götz Kubitschek: “Siamo un movimento di protesta. Di estrema destra? L’ideale per capirlo è andare a Dresda a parlare con le persone: è il popolo che decide.
- Salvini alla Marina: “Immigrati riportateli a casa”. Gli immigrati “riportateli a casa, non ne può sbarcare più nemmeno uno”. “No ai campi rom. Basta. Andate a fare i rom da qualche altra parte, prima vengono i nostri disoccupati
- Le Pen: “Affidatevi alla lungimiranza di Salvini” C
- Salvini: “Noi stiamo con i poliziotti e i carabinieri"
- Cori “Duce duce”…”Salvini: “Putin alleato contro terrorismo”... La Russia deve essere un alleato contro il terrorismo. Se il nemico è quello che taglia le gole, allora ci si allea con Putin. Le sanzioni sono una cosa demenziale". In piazza anche gruppo Pro Russia. Si tratta di alcuni militanti di un’associazione che chiede la sospensione delle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Presenti anche alcuni media russi come “Russia 1″ e “La Voce del Popolo”.
- Salvini: “Berlusconi? Porte aperte a tutti”
- Estrema destra in piazza con foto Marò al corteo, le gigantografie dei due Marò.
- Il corteo di Casapound alcune centinaia di manifestanti di Casapound con bandiere tricolore
- In piazza del Popolo anche cartelli con foto Mussolini, ritrae il saluto romano del Duce. Accanto la scritta ‘Salvini ti aspettavo’.
pc 28 febbraio - Dalla manifestazione antifascista di Roma
- i 4 compagni fermati ieri durante le cariche della polizia a piazzale Flaminio e trasferiti in carcere si trovano tuttora in stato di arresto e lunedì mattina dovranno affrontare il processo per direttissima che deciderà sulla loro liberazione o meno.
Ivano, Giovanni, Eddy e Fabrizio liberi subito!!
ore 17: l'inizio del corteo è arrivato a piazza Venezia, dietro migliaia di persone sfilano ancora su via dei Fori Imperiali.
ore 16.30: continuano a crescere i numeri che i compagni e le compagne (e ora anche diversi media mainstream) riferiscono dalla piazza #MaiConSalvini: 35.000 in corteo per respingere l'invasione fascista e razzista! Poche invece le immagini d'insieme diffuse da piazza del Popolo, che rendono per ora difficile fare una stima della "chiamata alle armi" di Salvini ma i numeri sembrano decisamente meno significativi rispetto alla variegata opposizione che sta riempiendo le vie di Roma e la cui testa è poco fa arrivata a via dei fori imperiali
ore 15.45: il corteo prosegue lungo il percorso ed è arrivato all'altezza di via Cavour. Una fiumana di persone, tante voci e realtà di lotta, bandiere Stop Sfratti e No Tav, presente anche la comunità curda che porta in piazza la resistenza di Kobane.
ore 15.30: Poco fa il corteo ha mosso i primi passi! ".
ore 15: si parla di una piazza Vittorio già stracolma, ; cartelli solidali anche per Ivano, Giovanni, Eddy e Fabrizio, in carcere da ieri sera dopo le cariche a piazzale
Dopo la giornata di ieri, che ha visto i movimenti preparare l'opposizione alla sfilata di Lega Nord e Casapoun
I
ore 16.30: continuano a crescere i numeri che i compagni e le compagne (e ora anche diversi media mainstream) riferiscono dalla piazza #MaiConSalvini: 35.000 in corteo per respingere l'invasione fascista e razzista! Poche invece le immagini d'insieme diffuse da piazza del Popolo, che rendono per ora difficile fare una stima della "chiamata alle armi" di Salvini ma i numeri sembrano decisamente meno significativi rispetto alla variegata opposizione che sta riempiendo le vie di Roma e la cui testa è poco fa arrivata a via dei fori imperiali
ore 15.45: il corteo prosegue lungo il percorso ed è arrivato all'altezza di via Cavour. Una fiumana di persone, tante voci e realtà di lotta, bandiere Stop Sfratti e No Tav, presente anche la comunità curda che porta in piazza la resistenza di Kobane.
ore 15.30: Poco fa il corteo ha mosso i primi passi! ".
ore 15: si parla di una piazza Vittorio già stracolma, ; cartelli solidali anche per Ivano, Giovanni, Eddy e Fabrizio, in carcere da ieri sera dopo le cariche a piazzale
Dopo la giornata di ieri, che ha visto i movimenti preparare l'opposizione alla sfilata di Lega Nord e Casapoun
I
pc 28 febbraio - Marx la luce per la classe operaia
Marx prodotto migliore del proletariato, una enciclopedia vivente, viva, in continuo aggiornamento che incasella dentro un'analisi con strumenti imbattibili, superiore a tutto e tutti, animata da una passione lucida e rivoluzionaria senza limiti e tregue.
Pillole comuniste - 2
25.12.2013
Pillole comuniste - 2
25.12.2013
pc 28 febbraio - La via per gli operai: guerra di classe e internazionalismo proletario
Dal volantino dato agli operai dalmine nella giornata di sostegno guerra popolare India:
"I
padroni dall'India all'Italia sono uniti
per attaccare i lavoratori attraverso i loro governi (Modi=Renzi=JOBS ACT), con una politica che salvaguardi gli interessi di padroni e
finanza, mentre scaricano la crisi ciclica del loro sistema sulla
maggioranza del popolo.
Proprio
in questi giorni la Tenaris Dalmine sta facendo una campagna
terroristica verso gli operai sui riflessi del calo del prezzo del
petrolio, senza spiegare che questo è dovuto all'esistenza di
un sistema capitalista, che prevede assurdamente di continuare a mettere
sul mercato il greggio anche quando è saturo, all'interno della
lotta tra le grandi compagnie petrolifere per ritagliarsi nuovi
mercati e fare sempre più profitti (ma lo stesso meccanismo vale
anche per la produzione dell'acciaio determinata a livello mondiale
dalle multinazionali siderurgiche come Mittal-Rocca-etc).
Per
questo le crisi non sono un'evento soprannaturale, le crisi fanno
parte del funzionamento normale del modo di produzione capitalista e
l'unica “soluzione” alla crisi è superare il sistema
capitalistico… i padroni che sono costretti, per mantenere alti i loro profitti, a
conquistare nuovi mercati per vendere le loro merci, hanno creato
milioni di operai che li seppelliranno.
Davanti
a questa situazione gli operai non devono farsi la guerra tra
loro, come vorrebbero i padroni e i sindacati confederali complici,
gli operai non hanno niente da guadagnare se non spezzare le loro
catene della schiavitù del lavoro salariato, devono osare alzare la
testa e guardare il mondo dal loro punto di vista, rafforzando
i legami di unità e solidarietà di classe con gli operai di tutto
il mondo."
INCONTRO COI SINDACATI
La crisi del petrolio colpisce gli ordinativi di Tenaris Dalmine. Un calo verticale che ha costretto l'azienda a rivedere i carichi di lavoro e a convocare i sindacati per intervenire al più presto. Annunciati 406 esuberi: 222 operai e 184 impiegati.
Crisi del petrolio colpisce
Tenaris Dalmine: l'azienda
annuncia 406 esuberi
Il crollo del prezzo del petrolio, la riduzione delle trivellazioni globali hanno una ricaduta sugli ordinativi alla Tenaris Dalmine. Una situazione che è precipitata da Natale in poi e che pare non arrestarsi con un calo verticale e repentino degli ordini.
Una prospettiva che ogni giorno si aggrava e così Tenaris Dalmine ha convocato nella mattinata di mercoledì 25 febbraio le organizzazioni sindacali annunciano un piano di riorganizzazione e possibili esuberi.
Si tratterebbe di una riduzione del personale di 406 lavoratori: 222 operai e 184 impiegati.
Tra le ipotesi sul tavolo del confronto, si pensa di sospendere il contratto internale per 30 operai, una settantina andrebbero accompagnati alla pensione e non verrebbero confermati circa 120/130 contratti degli apprendisti.
Per gli impiegati ci sarebbe la finestra per una quarantina di dipendenti da accompagnare alla pensione, mentre rimane l'incognita per gli altri 150.
Tenaris Dalmine ha aperto il confronto con i sindacati proprio per cercare di individuare una soluzione che possa permettere di risolvere la grave crisi degli ordini che è caduta sull'azienda.
pc 28 febbraio - La formazione marxista leninista maoista dei militanti e' oggi compito decisivo per l'avanzamento
Da diversi mesi proletari comunisti - PCm Italia e' attivamente impegnato nella formazione dei quadri, dei militanti di base, delle avanguardie proletarie che lottano con noi o che seguono i nostri strumenti di comunicazione.
Facciamo formazione, nei circoli, online, sistematica, cosi come chiamiamo i nostri quadri a studiare individualmente, in coppia, ecc. per riappropriarsi in maniera alta, sofisticata e agente degli strumenti del marxismo leninismo maoismo.
E' una formazione fatta sempre in stretto legame con i nostri compiti politici nella lotta di classe, che passano attraverso manifestazioni e campagne, e soprattutto in stretto legame con le lotte proletarie la' dove siamo presenti, la' dove organizziamo operai, lavoratori, precari, disoccupati.
E' una formazione fatta costruendo organismi necessari per l'affermazione della linea mlm tra le donne - mfpr - nel movimento contro la repressione - rilancio della costruzione del Soccorso Rosso Proletario - nel panorama internazionale e internazionalista - nel Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India e nella vasta iniziativa di relazioni, incontri, campagne con tutto il movimento rivoluzionario mlm nel mondo.
Proletari comunisti -PCm Italia
28-2-2015
Facciamo formazione, nei circoli, online, sistematica, cosi come chiamiamo i nostri quadri a studiare individualmente, in coppia, ecc. per riappropriarsi in maniera alta, sofisticata e agente degli strumenti del marxismo leninismo maoismo.
E' una formazione fatta sempre in stretto legame con i nostri compiti politici nella lotta di classe, che passano attraverso manifestazioni e campagne, e soprattutto in stretto legame con le lotte proletarie la' dove siamo presenti, la' dove organizziamo operai, lavoratori, precari, disoccupati.
E' una formazione fatta costruendo organismi necessari per l'affermazione della linea mlm tra le donne - mfpr - nel movimento contro la repressione - rilancio della costruzione del Soccorso Rosso Proletario - nel panorama internazionale e internazionalista - nel Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India e nella vasta iniziativa di relazioni, incontri, campagne con tutto il movimento rivoluzionario mlm nel mondo.
Proletari comunisti -PCm Italia
28-2-2015
pc 28 febbraio - Sempre piu' evidente il carattere moderno-fascista di Renzi
Renzi forza e realizza gli obiettivi che Berlusconi, non era piu' in grado di realizzare: il controllo-ricatto sui magistrati, la messa delle mani sulla Rai, l'azzeramento dei processi per corruzione, evasione, ecc., la riforma costituzionale ed elettorale per garantirsi il monopolio delle elezioni e del parlamento..
Renzi fa questo pero' non nel solo interesse di Berlusconi, ma di tutti i padroni - facendolo passare come interesse generale, come interesse del paese, ecc.
Per questo oggi e' importante lottare per la caduta del governo Renzi come priorità' per bloccare la marcia dei padroni.
Ma la caduta del governo Renzi non può che avvenire attraverso la polarizzazione della lotta di classe sul piano sociale e politico.
A questo serve il Partito, il Sindacato di classe, il Fronte unito.
Proletari comunisti -PCm Italia
28-2-2015
Renzi fa questo pero' non nel solo interesse di Berlusconi, ma di tutti i padroni - facendolo passare come interesse generale, come interesse del paese, ecc.
Per questo oggi e' importante lottare per la caduta del governo Renzi come priorità' per bloccare la marcia dei padroni.
Ma la caduta del governo Renzi non può che avvenire attraverso la polarizzazione della lotta di classe sul piano sociale e politico.
A questo serve il Partito, il Sindacato di classe, il Fronte unito.
Proletari comunisti -PCm Italia
28-2-2015
pc 28 febbraio - Adunata fascio razzista intorno a Salvini, oggi a Roma
Proletari comunisti sostiene tutte le manifestazioni antifasciste. A Roma sin da ieri gli antifascisti sono scesi in piazza e hanno fronteggiato le cariche poliziesche a difesa della manifestazione odierna. Ovunque va denunciata la repressione di Roma e va richiesta la liberta' dei compagni fermati. Ci auguriamo che oggi siano in tanti a partecipare al contro corteo contro la manifestazione nazionale di Salvini-Casapound
Questo non toglie che proletari comunisti non condivide, la parola d'ordine 'mai con Salvini', di sapore elettorale, che crea una erronea polarizzazione politica e sociale.
Oggi il nemico principale e' Renzi e il suo governo. E' il moderno fascismo di Stato e di governo l'habitat dello svilupparsi del fascio razzismo di Salvini, casapound, ecc.
Noi vogliamo una polarizzazione proletaria, sociale, politica tra la borghesia, il suo governo, lo Stato di polizia, il fascio razzismo di Stato e di piazza e i proletari, precari, disoccupati, masse popolari. Polarizzazione che domanda un nuovo sciopero generale dal basso che abbia i caratteri di una rivolta sociale per la caduta del governo Renzo.
Proletari comunisti - PCm Italia
28-2-2015
Questo non toglie che proletari comunisti non condivide, la parola d'ordine 'mai con Salvini', di sapore elettorale, che crea una erronea polarizzazione politica e sociale.
Oggi il nemico principale e' Renzi e il suo governo. E' il moderno fascismo di Stato e di governo l'habitat dello svilupparsi del fascio razzismo di Salvini, casapound, ecc.
Noi vogliamo una polarizzazione proletaria, sociale, politica tra la borghesia, il suo governo, lo Stato di polizia, il fascio razzismo di Stato e di piazza e i proletari, precari, disoccupati, masse popolari. Polarizzazione che domanda un nuovo sciopero generale dal basso che abbia i caratteri di una rivolta sociale per la caduta del governo Renzo.
Proletari comunisti - PCm Italia
28-2-2015
venerdì 27 febbraio 2015
pc 27 febbraio - ThyssenKrupp, prima hanno azzerato il primo processo, ora lo vogliono trasferire da Torino, confidando sulla Cassazione che ha azzerato di fresco il processo Eternit!
Thyssen, appello rinviato al 28 maggio I familiari: “Siamo indignati”
La Cassazione deve esprimersi sulla richiesta di trasferirlo in altra sede
ANSA - Tutto rinviato al 28 maggio in attesa che la Cassazione si
esprima sulla richiesta di spostare il processo per «legittimo sospetto»
presentata dalle difese nel procedimento per la tragedia della
Thyssenkrupp. Come previsto, i legali dei sei imputati in apertura del
nuovo processo di secondo grado hanno consegnato al presidente della
corte d’assise d’appello Piera Caprioglio, l’istanza di «legittima
suspicione» con cui chiedono lo spostamento del processo in un’altra
sede perché nel capoluogo piemontese non ci sarebbe la necessaria
serenità per il giudizio. Nel documento i legali parlano di un «clima di
straordinaria tensione e pressione». Ora la Corte trasmetterà la
richiesta alla Cassazione, titolata a decidere sulla questione.
Un nuovo processo di secondo grado era stato ordinato proprio dalla
Cassazione affinché venissero rideterminate le pene inflitte all’ex
amministratore delegato della multinazionale Harald Espenhahn e agli
altri cinque ex dirigenti imputati. Nel rogo sulla linea 5 dello
stabilimento torinese la notte del 6 dicembre 2007 morirono sette
operai. I familiari polemizzano e si dicono indignati per l’ennesimo
rinvio.
pc 27 febbraio - La lotta degli studenti contro la "buona scuola"
Oggi in diverse città italiane gli studenti sono scesi in piazza contro la "buona scuola". I numeri, in generale, sono stati bassi per il periodo scolastico e per i livelli di conoscenza e coscienza esistente nella massa studentesca. Sono state però manifestazioni tempestive.
Insieme a queste lotte generali è necessario costantemente aprire una conflittualità tra gli studenti su questioni da essi sentite e che riguardano la condizione di studio, delle scuole.
Pubblichiamo qui la lotta in corso allo studentato dell'Istituto Orientale di Napoli.
(da sito CAU) - Stamattina
siamo tornati alla sede dell’Adisu dell’Orientale di via Marina. Alla
situazione paradossale dell’accesso e della permanenza nello Studentato
in via Brin, su cui ci mobilitiamo da mesi e su cui l’Azienda per il
Diritto allo Studio continua a fare orecchie da mercante rispetto alle
legittime richieste degli studenti, si è aggiunta l’ “emergenza” degli Idonei non Beneficiari.
Infatti, secondo le ultime graduatorie pubblicate dall’Adisu, chi
avrebbe diritto alla borsa – rispettando tutti i requisiti di reddito e
merito – ma non la percepisce per “mancanza di fondi” risulta essere la maggioranza degli studenti che richiedono la borsa!
Non solo: i suddetti idonei non
beneficiari aspettano ancora che gli venga rimborsata la seconda rata
delle tasse universitarie pagata più di un anno fa! Per non parlare
della prima rata e della tassa regionale (quella che in teoria
finanzierebbe il diritto allo studio!) di quest’anno.
A fronte di questa situazione disastrosa, cosa fa l’ADISU? Nulla,
se non pretendere che gli stessi studenti che si vedono negare
materialmente la possibilità di portare avanti gli studi – nonostante
sacrifici – paghino di tasca propria anche la seconda rata entro fine
marzo!
Di
tutte queste assurdità siamo andati a chiedere conto al Direttore
dell'Aidsu, perchè pretendiamo che si faccia chiarezza sulle mancate
erogazioni di fondi ormai fantasma, che l'Azienda si assuma la
responsabilità di un diritto negato a migliaia di studenti di questa
città e, se necessario, prenda pubblicamente una posizione di denuncia rispetto ai fondi non ancora distribuiti dalla Regione Campania attualmente latitanti.
Abbiamo chiesto e ottenuto che
venisse convocato un Consiglio d’Amministrazione straordinario aperto
alla partecipazione studentesca proprio nella residenza universitaria dell’Orientale, e che avesse come punti all’ordine del giorno:
- L’abolizione della clausola-ricatto per i fuorisede presente nel bando della Residenza
- La gratuità dell’alloggio per gli Idonei non Beneficiari residenti nello studentato
- Emergenza finanziaria fondi destinati al Diritto allo Studio
La
convocazione del CDA dovrà essere pubblicata sul sito istituzionale
dell’ADISU e nella bacheca della residenza universitaria entro la
prossima settimana, per permettere la massima partecipazione a tutti gli
studenti. Siamo stanchi di scaricabarile continui, di risposte che -
come le borse e i servizi che ci spettano - non arriveranno mai, di una
situazione che si trascina e peggiora di anno in anno a vista d'occhio. Continueremo
a mobilitarci fino a quando il nostro sacrosanto diritto allo studio
non verrà rispettato, a partire da questo venerdì con un presidio sotto
la sede della Regione a via S. Lucia.
Borse, mense, alloggi per tutti!
pc 27 febbraio - Grecia, la lotta continua, o, meglio, che la lotta cominci!
Ieri ad Atene c'è stata una prima manifestazione contro il governo di Tsipras dopo l'accordo con le "Istituzioni". Un accordo che è stato approvato con una maggioranza schiacciante dal parlamento... tedesco, ancor prima che il simulacro del nuovo parlamento greco lo avesse realmente esaminato e approvato.
Chi comanda, quindi, ad Atene?
Chi comanda, quindi, ad Atene?
pc 27 febbraio - Fca Sata, a nuova fabbrica modello Marchionne-Jobs act
Giorno di gloria per i padroni, per Marchionne alla Fiat Sata. Accordi sui 20 turni firmati in mezza giornata da sindacati che dire che sono "di comodo" è dire poco. Diritti e condizioni dei lavoratori cancellati e ricondotti alla situazione precedente i "21 giorni" se non peggio. Porta aperte ai nuovi assunti, i cui numeri sono sparati a casaccio, assunti col jobs act, vale a dire: assunti in prova e in precarietà eterna, sempre a rischio licenziamenti.
Si ritorna alla fabbrica lager, alla 'fabbrica modello' ma con una fusione organica tra fascismo padronale, fascismo sindacale, moderno fascismo del governo Renzi.
La "fabbrica modello", "prato verde" dell'epoca del suo insediamento durò 10 anni e poi esplose la più grande lotta operaia di una fabbrica automobilistica dei paesi imperialisti degli ultimi decenni.
Il nuovo piano Marchionne della nuova Fiat-Sata è destinato a fare la stessa fine, non come destino ineluttabile ma come percorso inevitabile dell'autonomia operaia e della guerra di classe.
Si ritorna alla fabbrica lager, alla 'fabbrica modello' ma con una fusione organica tra fascismo padronale, fascismo sindacale, moderno fascismo del governo Renzi.
La "fabbrica modello", "prato verde" dell'epoca del suo insediamento durò 10 anni e poi esplose la più grande lotta operaia di una fabbrica automobilistica dei paesi imperialisti degli ultimi decenni.
Il nuovo piano Marchionne della nuova Fiat-Sata è destinato a fare la stessa fine, non come destino ineluttabile ma come percorso inevitabile dell'autonomia operaia e della guerra di classe.
pc 27 febbraio - LE CONDANNE A CHI HA LOTTATO CONTRO RIVA ARRIVANO SUBITO!
3.801 EURO DI MULTA A TESTA A 32 LAVORATORI, STUDENTI, GIOVANI, COMPAGNI E A SLAI COBAS
Quello che è certo in questa giustizia e nella stessa Magistratura di Taranto, è che le condanne contro lavoratori, donne, studenti, slai cobas, contro chi lotta contro i padroni assassini si fanno subito!
Il 30 marzo 2012 migliaia di persone, soprattutto giovani, manifestavano al Tribunale. Lo Slai cobas aveva indetto un presidio perchè Riva e complici fossero finalmente processati.
Era, questa anche una manifestazione di denuncia dell'osceno corteo organizzato nella stessa
giornata da Riva e capi dell'Ilva, con striscioni e kit fatti tutti con marchio aziendale, e lavoratori ricattati, minacciati o "convinti" a partecipare al corteo per difendere l'azienda.
Bene. Oggi mentre il processo a Riva e complici va avanti in maniera molto affannosa e già le tre società Ilva hanno ottenuto di essere escluse dai risarcimenti, arriva la condanna contro 32 lavoratori, donne, giovani, tra cui 11 operai, disoccupati, coordinatori dello Slai cobas presenti in quella giornata, per "aver partecipato ad una pubblica riunione all'esterno del Palazzo di Giustizia" - dato che questa manifestazione era stata VIETATA dal Questore, mentre quella di Riva e capi, NO.
Secondo questa "giustizia" ognuno dei condannati dovrebbe pagare una multa di 3.801 euro a testa!
UNA DOMANDA: COME LI VOGLIONO...?
SEGUONO LE TRE PAGINE DELLA NOTIFICA DELLE CONDANNE.
E SOTTO RIPORTIAMO INVECE L'ESPOSTO CHE NOI FACEMMO CONTRO LA MANIFESTAZIONE DI RIVA E CAPI
Quello che è certo in questa giustizia e nella stessa Magistratura di Taranto, è che le condanne contro lavoratori, donne, studenti, slai cobas, contro chi lotta contro i padroni assassini si fanno subito!
Il 30 marzo 2012 migliaia di persone, soprattutto giovani, manifestavano al Tribunale. Lo Slai cobas aveva indetto un presidio perchè Riva e complici fossero finalmente processati.
Era, questa anche una manifestazione di denuncia dell'osceno corteo organizzato nella stessa
giornata da Riva e capi dell'Ilva, con striscioni e kit fatti tutti con marchio aziendale, e lavoratori ricattati, minacciati o "convinti" a partecipare al corteo per difendere l'azienda.
Bene. Oggi mentre il processo a Riva e complici va avanti in maniera molto affannosa e già le tre società Ilva hanno ottenuto di essere escluse dai risarcimenti, arriva la condanna contro 32 lavoratori, donne, giovani, tra cui 11 operai, disoccupati, coordinatori dello Slai cobas presenti in quella giornata, per "aver partecipato ad una pubblica riunione all'esterno del Palazzo di Giustizia" - dato che questa manifestazione era stata VIETATA dal Questore, mentre quella di Riva e capi, NO.
Secondo questa "giustizia" ognuno dei condannati dovrebbe pagare una multa di 3.801 euro a testa!
UNA DOMANDA: COME LI VOGLIONO...?
SEGUONO LE TRE PAGINE DELLA NOTIFICA DELLE CONDANNE.
E SOTTO RIPORTIAMO INVECE L'ESPOSTO CHE NOI FACEMMO CONTRO LA MANIFESTAZIONE DI RIVA E CAPI
TA. 30.3.12
Alla
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Al
PREFETTO, DR. SAMMARTINO
La scrivente Organizzazione Sindacale
denuncia a codesta Procura i fatti che stanno avvenendo all'Ilva in
questi ultimi giorni, con l'approssimarsi della udienza del 30 marzo
2012 presso la Giudice Patrizia Todisco e che ci vengono
quotidianamente denunciati da numerosi operai:
-viene diffuso ad arte ad opera di
dirigenti e capi aziendali un allarmismo su una presunta chiusura
dell'Ilva che i magistrati inquirenti starebbero per disporre;
-vengono inviati agli operai sms da
capi i cui toni sono inaccettabili 'partecipa, altrimenti...”
-vengono concesse dall'azienda in
occasione del 26 marzo 4 ore di assemblea retribuita per
permettere agli operai di recarsi in
Prefettura per una manifestazione, cosa mai avvenuta,
mentre normalmente l'azienda e i capi
fanno opera di dissuasione affinchè gli operai partecipino ad
assemblee e scioperi sindacali; con capi che in questa occasione
sollecitano attivamente gli operai a partecipare, e lo fanno tutti,
come a seguire un ordine aziendale;
-vengono fatti circolare volantini e
appelli in fabbrica, di tipo anonimo, con ruolo attivo dei capi e con
possibilità di affissione illegale nelle bacheche sindacali, quando
invece alla scrivente sindacale la cosa viene attivamente vietata e i
nostri lavoratori fatti segno di persecuzione e di provvedimenti
disciplinari se cercano di farlo;
-vengono messi a disposizione dei
lavoratori dei bus aziendali senza la presenza di legittime
organizzazioni sindacali affinchè si possano recare a protestare in
Tribunale ed alcuni capi arrivano a dire che bisogna andarci con fare
minaccioso, con bersaglio Magistratura e ambientalisti;
-vengono richiamati dalla
cassaintegrazione degli operai all'ilva e alle imprese, perchè
rientrino solo per la giornata del 30, onde poter partecipare
obbligatoriamente alla manifestazione e rimessi in cassa integrazione
da lunedì 2 aprile..
-si dice ad opera dell'azienda e dei
capi ilva, nonché delle aziende dell'indotto ai lavoratori dell'ilva
e delle imprese, che il 30 gli opera non devono lavorare e sono in
ferie forzate in quanto i capi non saranno al posto di lavoro,
attuando di fatto una serrata illegittima e ricattatoria verso i
lavoratori per costringere ad andare a simili manifestazioni o
comunque non andare al lavoro
E' evidente da questo insieme di fatti
univoci che azienda con capi e tecnici al suo servizio
organizzano e stanno organizzando adunate sediziose ed eversive di carattere corporativo e
terrorizzano, minacciano, ricattano i lavoratori in maniera inaudita e inaccettabile, per portare i lavoratori a protestare con lo scopo di premere e ricattare la Magistratura,le Istituzioni, e intimidire organizzazioni sindacali, associazioni ambientaliste, cittadini ecc.
organizzano e stanno organizzando adunate sediziose ed eversive di carattere corporativo e
terrorizzano, minacciano, ricattano i lavoratori in maniera inaudita e inaccettabile, per portare i lavoratori a protestare con lo scopo di premere e ricattare la Magistratura,le Istituzioni, e intimidire organizzazioni sindacali, associazioni ambientaliste, cittadini ecc.
Per questo la scrivente 00.SS chiede a
codesta Procura di aprire una inchiesta onde accertare le
responsabilità, penali e civili di azienda nella sua proprietà e
nella sua direzione operativa, nei capi e dirigenti e di ogni altro
responsabile, per vedere se vi sono estremi di reato in simili
comportamenti, affinchè ad essi venga messo immediatamente fine e i
responsabili perseguiti.
Siamo pronti a fornire ulteriori
testimonianze di quanto denunciamo.
pc 27 febbraio - GENNY 'O PEGGIORE
Genny Migliore, l'ex presidente dei deputati di
Sinistra Ecologia e Libertà, ogni giorno che passa, si dimostra sempre
più per quello che è: un parassita della società che, pur di continuare a
vivere sulle spalle degli italiani onesti, ha abbandonato Nichi Vendola per abbracciare il credo renziano.
Questo personaggio è rimasto folgorato sulla strada romana di via Sant'Andrea delle Fratte 16 grazie alla promessa di essere scelto per correre alla presidenza della Regione Campania.
Ora lo schifoso essere in questione ha paura: in cuor suo teme di finire nella lunghissima lista degli ex 'sinistri' che - avendo tradito la causa per conservare la poltrona - si trova successivamente sul viale dell'oblio, a causa del fatto che i suoi ex avversari ricordano le sue posizioni precedenti, e non gliele perdonano.
Per questo il 'signorino' afferma che "la base ha scelto me: solo così si può cambiare"; ma la così detta base non ha scelto proprio nessuno: non fosse altro perché le elezioni primarie saranno domenica primo marzo.
Lui lo sa bene, tanto che il giovedì precedente si ritira dalla corsa; chi scrive si augura che il politicante in questione possa presto subire un tracollo di dimensioni enormi in termini di consensi personali, finendo nel gruppo di emarginati della politica
Genova, 27 febbraio 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
Questo personaggio è rimasto folgorato sulla strada romana di via Sant'Andrea delle Fratte 16 grazie alla promessa di essere scelto per correre alla presidenza della Regione Campania.
Ora lo schifoso essere in questione ha paura: in cuor suo teme di finire nella lunghissima lista degli ex 'sinistri' che - avendo tradito la causa per conservare la poltrona - si trova successivamente sul viale dell'oblio, a causa del fatto che i suoi ex avversari ricordano le sue posizioni precedenti, e non gliele perdonano.
Per questo il 'signorino' afferma che "la base ha scelto me: solo così si può cambiare"; ma la così detta base non ha scelto proprio nessuno: non fosse altro perché le elezioni primarie saranno domenica primo marzo.
Lui lo sa bene, tanto che il giovedì precedente si ritira dalla corsa; chi scrive si augura che il politicante in questione possa presto subire un tracollo di dimensioni enormi in termini di consensi personali, finendo nel gruppo di emarginati della politica
Genova, 27 febbraio 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
pc 27 febbraio - Precari e lotta di classe
Poc'anzi, rileggendo un post del nostro blog sindacale "Slai Cobas per il Sindacato di Classe", datato 3 novembre 2014 mi è venuta in mente una Pillola comunista e da questa inizio:
Nella lotta di classe c'è sempre un'altra opportunità; finchè la società è divisa in classi, finchè vigono le leggi del capitale, la lotta che si è fermata o ha perso può sempre riprendere e vincere. (pillole comuniste 2 del 8 novembre 2013)
L'articolo del quale parlavo, riguarda la lotta dei precari Coop Sociali che a dire il vero non ha conosciuto una vera e propria sconfitta e per certi versi non si è mai fermata ma il lavoro devono conquistarselo mese dopo mese e alcuni lavoratori sono "stanchi" di questa lotta continua che non lascia loro nemmeno più il tempo di respirare . . . Leggere questa pillola può dargli solo l'energia di continuare a credere nella lotta di classe, perchè quella non si ferma mai ed è l'unica che paga!
Ma ecco l'articolo tale e quale l'ho prelevato dal blog:
Palermo, 3 novembre 2014
E' in corso una nuova e forte protesta dei precari Coop Sociali, assistenti ai disabili nelle scuole superiori di Palermo e provincia, a Palazzo Comitini (sono testimone oculare in quanto ho fotografato alcuni pezzi della manifestazione) e insieme ai precari anche i genitori con i loro figli disabili.
Precari, genitori e ragazzi continueranno a protestare fino a quando la situazione non si sbloccherà e non saranno le minacce della Digos, di denunciarli, a fermarli perchè la protesta dei precari è più che legittima contro chi mette in campo invece la piena illegalità, la Regione Sicilia con la giunta "Crocetta" e la provincia commissariata.
Da oggi il servizio di assistenza è stato di nuovo vergognosamente sospeso con una grave violazione del diritto allo studio degli studenti disabili e un nuovo attacco alla condizione lavorativa di centinaia di operatori.
giovedì 26 febbraio 2015
pc 26 febbraio - TENARIS DALMINE ANNUNCIA 406 ESUBERI: "NON E' COLPA MIA E' COLPA DEL MERCATO" - ALCUNE CONSIDERAZIONI
(Da Bergamo news) - La crisi del petrolio colpisce gli ordinativi di Tenaris Dalmine. Un calo verticale che ha costretto l'azienda a rivedere i carichi di lavoro e a convocare i sindacati per intervenire al più presto. Annunciati 406 esuberi: 222 operai e 184 impiegati.
Crisi del petrolio colpisce Tenaris Dalmine: l'azienda annuncia 406 esuberi
Il crollo del prezzo del petrolio, la riduzione delle trivellazioni globali hanno una ricaduta sugli ordinativi alla Tenaris Dalmine. Una situazione che è precipitata da Natale in poi e che pare non arrestarsi con un calo verticale e repentino degli ordini.
Tenaris Dalmine ha convocato nella mattinata di mercoledì 25 febbraio le organizzazioni sindacali annunciano un piano di riorganizzazione e possibili esuberi. Si tratterebbe di una riduzione del personale di 406 lavoratori: 222 operai e 184 impiegati. Tra le ipotesi sul tavolo del confronto, si pensa di sospendere il contratto internale per 30 operai, una settantina andrebbero accompagnati alla pensione e non verrebbero confermati circa 120/130 contratti degli apprendisti. Per gli impiegati ci sarebbe la finestra per una quarantina di dipendenti da accompagnare alla pensione, mentre rimane l'incognita per gli altri 150.
Cos'è la crisi? Perchè le crisi sono inevitabili nel sistema capitalista? Chi ci perde e chi ci guadagna... Perchè l'unica vera risposta alla crisi non è trovare "soluzioni" per superarle ma rovesciare il sistema capitalistico che le produce...
I dati del 2009 ci dicono nel mondo la capacità produttiva di tubi senza saldature è di 65 milioni di tonnellate; la richiesta mondiale è di 27 e la capacità produttiva della Cina è di 30. La Cina, quindi, è in grado di corrispondere da sola all’intera domanda mondiale di tubi senza saldature.
Nelle assemblee di oggi alla Tenaris Dalmine, i segretari di fiom-fim-uilm hanno, ancora una volta dimostrato di ragionare come il padrone e quindi di essere parte del problema e non certo la soluzione per gli operai.
Ma andiamo per gradi:
pc 26 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA - DENARO, MEZZO DI CIRCOLAZIONE
“Il denaro, come mediatore della circolazione
delle merci, riceve la funzione di mezzo della circolazione.”
Questa funzione si sviluppa tra le molte contraddizioni in cui si dibatte il sistema sociale fondato sul capitale. Una delle contraddizioni, come abbiamo visto fin dal principio, è la presenza all’interno della merce di due “valori” il valore d’uso e il valore (valore di scambio), questa opposizione interna, questa contraddizione immanente, che la merce ha per così dire quando sta ferma, nello “stato di quiete”, si manifesta apertamente durante il processo di scambio in varie forme; nello scambio la merce si raddoppia fisicamente, da una parte la merce che deve cambiare di mano e dall’altra la merce-denaro.
Dice Marx “…Lo svolgimento della merce non supera tali contraddizioni, ma crea la forma entro la quale esse si possono muovere. Questo è, in genere, il metodo col quale si risolvono le contraddizioni reali. Per esempio, è una contraddizione che un corpo cada costantemente su di un altro e ne sfugga via con altrettanta costanza. L'ellisse è una delle forme del moto nelle quali quella contraddizione si realizza e insieme si risolve.”
Questa funzione si sviluppa tra le molte contraddizioni in cui si dibatte il sistema sociale fondato sul capitale. Una delle contraddizioni, come abbiamo visto fin dal principio, è la presenza all’interno della merce di due “valori” il valore d’uso e il valore (valore di scambio), questa opposizione interna, questa contraddizione immanente, che la merce ha per così dire quando sta ferma, nello “stato di quiete”, si manifesta apertamente durante il processo di scambio in varie forme; nello scambio la merce si raddoppia fisicamente, da una parte la merce che deve cambiare di mano e dall’altra la merce-denaro.
Dice Marx “…Lo svolgimento della merce non supera tali contraddizioni, ma crea la forma entro la quale esse si possono muovere. Questo è, in genere, il metodo col quale si risolvono le contraddizioni reali. Per esempio, è una contraddizione che un corpo cada costantemente su di un altro e ne sfugga via con altrettanta costanza. L'ellisse è una delle forme del moto nelle quali quella contraddizione si realizza e insieme si risolve.”
pc 26 febbraio - Syriza invece che dare le misure sociali che aveva promesso, chiude gli stadi...
Mentre Tsipras cede ai diktat della trojka - ora non si può dire, bisogna chiamarli 'istituzioni' -, mentre non rispetta le promesse fatte alle masse in materia di salari, lavoro, welfare che lo hanno portato al governo, sposta l'attenzione sulla violenza negli stadi, con un provvedimento autoritario che chiude gli stadi, anticamera di quella repressione militarizzazione che potrà esercitare contro la protesta sociale.
La socialdemocrazia 'massimalista, è sempre pronta a trasformarsi in 'socialdemocrazia repressiva'.
Proletari comunisti - PCm Italia
26-2-2015
La socialdemocrazia 'massimalista, è sempre pronta a trasformarsi in 'socialdemocrazia repressiva'.
Proletari comunisti - PCm Italia
26-2-2015
pc 26 febbraio - Proletari comunisti non aderisce alle manifestazioni del 28 a Milano e Roma
A Milano la USB indice una manifestazione contro il jobs-act che appare autopropagandistica e del tutto inadatta a fronteggiare l'azione di padroni e governo che richiede non nuove processioni del sabato, ma la costruzione dal basso di un nuovo sciopero generale che abbia le caratteristiche di una rivolta sociale che blocchi progressivamente fabbriche posti di lavoro strade e città.
Le manifestazioni USB sono nel solco da 'piccola CGIL', dentro un programma, linea e pratica da 'nuova socialdemocrazia di sinistra'.
A Roma, una giusta e speriamo combattiva manifestazione antifascista e antirazzista viene condotta con la parola d'ordine 'Mai con Salvini'- quando oggi il fascismo e il razzismo trova come sponda essenziale il governo Renzi, il moderno fascismo, lo Stato di polizia;
'Mai con Salvini' è invece di chiaro sapore elettorale e espressione di un fronte inadatto oggi a rappresentare l'antagonismo sociale e politico necessario.
Proletari comunisti - PCm Italia
26 - 2 -2015
Le manifestazioni USB sono nel solco da 'piccola CGIL', dentro un programma, linea e pratica da 'nuova socialdemocrazia di sinistra'.
A Roma, una giusta e speriamo combattiva manifestazione antifascista e antirazzista viene condotta con la parola d'ordine 'Mai con Salvini'- quando oggi il fascismo e il razzismo trova come sponda essenziale il governo Renzi, il moderno fascismo, lo Stato di polizia;
'Mai con Salvini' è invece di chiaro sapore elettorale e espressione di un fronte inadatto oggi a rappresentare l'antagonismo sociale e politico necessario.
Proletari comunisti - PCm Italia
26 - 2 -2015
mercoledì 25 febbraio 2015
pc 25 febbraio - La Rete a processo a Ravenna per avere protestato contro i padroni assassini e contro la precarietà che uccide: sebbene assolti gli attivisti per alcuni reati, di fronte alla violazione della "sacra" proprietà privata, il Tribunale invece emette la condanna a favore dei padroni
Presidio della Rete davanti al Tribunale
Venerdì scorso si è concluso il processo che vedeva accusati 7 attivisti della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro del nodo di Ravenna per aver, secondo l'accusa, infranto un vetro nei pressi della sede della agenzia interinale Intempo durante una protesta e per aver invaso lo spiazzo a lei adiacente all'interno della compagnia portuale e facendo violenza privata nei confronti di alcuni dirigenti della stessa intervenuti sul posto. I fatti sono risalenti al 2008, il 13 marzo, in occasione dell'anniversario della strage dellla Mecnavi giorno per il quale la rete aveva deciso di mobilitarsi all'interno della serie di iniziative indette in tutta Italia per la marcia-carovana contro gli omicidi sul lavoro e per la sicurezza. In quella occasione la Rete di Ravenna decise di commemorare attivamente sia i caduti sul lavoro della Mecnavi che il giovane operaio "affittato" dall'agenzia interinale, Luca Vertullo, da qualche mese ammazzato dalle logiche di profitto e sfruttamento nel porto di Ravenna, schiacciato nella stiva del traghetto Catania al suo primo giorno di lavoro durante la sua prima ora di lavoro. Il Pm ha aperto il dibattimento partendo dal fatto che tutto questo era completamente da non considerare perché ininfluente e non importante ai fini processuali, da qui poi il suo impianto accusatorio che voleva condanne di 1 mese di reclusione per 4 attivisti, 2 mesi per i due responsabili della rottura del vetro e 4 mesi per chi aveva esercitato la violenza privata su Rubboli, impedendogli di svolgere il proprio intento e la propria volontà. Naturalmente a ciò si aggiungeva la richiesta di risarcimento del vetro rotto. L'avvocato della parte civile, la compagnia portuale, si allinea in toto con il pm aggiungendo che la Rete e il sindacato Slai Cobas per il sindacato di classe non avevano i requisiti per esercitare diritti sindacali all'interno del porto. L'avvocato Monica Miserocchi a difesa degli imputati apriva l'arringa difensiva ribaltando completamente l'impianto accusatorio del pm, sottolineando fin da subito che in quella sede era di fondamentale importanza considerare le motivazioni per cui gli attivisti della Rete erano intervenuti alla Intempo e quindi nello spazio della Compagnia portuale. Intanto quello era il luogo da cui era partito Vertullo per andare a lavorare il suo primo ed ultimo giorno di lavoro ed è li che la Rete poteva incontrare i lavoratori per sensibilizzarli sulle stragi e gli infortuni che avvengono ogni giorno nei posti di lavoro, dopo di che l'avvocato ha snocciolato tutti i dati della regione, poi della provincia e poi del comune di Ravenna sui morti sul lavoro sostenendo che nessun tribunale di un paese democratico può evitare di tenere in considerazione tali dati all'interno di un processo che vede i suddetti "reati" (secondo la logica dei padroni) commessi per protestare contro questa continua strage. L'avvocato ha rimesso al centro subito, quindi, la questione principale dei morti sul lavoro e della battaglia della Rete, parlando anche della carovana e delle diverse altre città che in quei giorni si mobilitarono. Di seguito sono state poi smontate una per una le accuse, il tutto appoggiandosi al fatto che il video girato dagli attivisti chiariva limpidamente e in maniera inconfutabile che Rubboli (presidente allora della Compagnia Portuale) aveva aggredito un attivista della Rete e che non c'era violenza privata da parte degli stessi nel cercare di frapporsi tra lui e l'aggredito ma anzi...che il vetro infranto si era rotto perché gli attivisti erano stati spintonati verso la porta del vetro e con un asta accidentalmente, per colpa delle spinte, avevano probabilmente urtato il vetro e che quindi non c'era interesse né volontà di infrangerlo; quella che veniva definita occupazione non era tale perché non si era preso possesso di alcuna sede per un tempo di ragionevole durata e che la violazione della proprietà privata era necessaria per poter entrare in contatto con i lavoratori all'interno ma il tutto si è svolto nell'arco di 30 minuti senza violenza nei confronti delle dipendenti della Intempo che hanno tutto il tempo e la tranquillità per chiudere la porta e rimanere all'interno, dopo che con assoluta calma, come si vede dal video, gli era stato spiegato il perché di quei cartelli appesi, dei volantini e della presenza degli attivisti.
La sentenza del giudice ha ritenuto gli imputati da assolvere per tutti i reati contestati tranne che per la violazione della proprietà privata, quindi accollandogli un risarcimento danni pari a mille euro in favore della compagnia portuale più 2 mila per il pagamento dell'avvocato della parte civile...più l'iva, per un totale circa di 4 mila euro.
Adesso seguirà il ricorso in Appello....la lotta continua.
Rete per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e nei territori-nodo di Ravenna
Venerdì scorso si è concluso il processo che vedeva accusati 7 attivisti della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro del nodo di Ravenna per aver, secondo l'accusa, infranto un vetro nei pressi della sede della agenzia interinale Intempo durante una protesta e per aver invaso lo spiazzo a lei adiacente all'interno della compagnia portuale e facendo violenza privata nei confronti di alcuni dirigenti della stessa intervenuti sul posto. I fatti sono risalenti al 2008, il 13 marzo, in occasione dell'anniversario della strage dellla Mecnavi giorno per il quale la rete aveva deciso di mobilitarsi all'interno della serie di iniziative indette in tutta Italia per la marcia-carovana contro gli omicidi sul lavoro e per la sicurezza. In quella occasione la Rete di Ravenna decise di commemorare attivamente sia i caduti sul lavoro della Mecnavi che il giovane operaio "affittato" dall'agenzia interinale, Luca Vertullo, da qualche mese ammazzato dalle logiche di profitto e sfruttamento nel porto di Ravenna, schiacciato nella stiva del traghetto Catania al suo primo giorno di lavoro durante la sua prima ora di lavoro. Il Pm ha aperto il dibattimento partendo dal fatto che tutto questo era completamente da non considerare perché ininfluente e non importante ai fini processuali, da qui poi il suo impianto accusatorio che voleva condanne di 1 mese di reclusione per 4 attivisti, 2 mesi per i due responsabili della rottura del vetro e 4 mesi per chi aveva esercitato la violenza privata su Rubboli, impedendogli di svolgere il proprio intento e la propria volontà. Naturalmente a ciò si aggiungeva la richiesta di risarcimento del vetro rotto. L'avvocato della parte civile, la compagnia portuale, si allinea in toto con il pm aggiungendo che la Rete e il sindacato Slai Cobas per il sindacato di classe non avevano i requisiti per esercitare diritti sindacali all'interno del porto. L'avvocato Monica Miserocchi a difesa degli imputati apriva l'arringa difensiva ribaltando completamente l'impianto accusatorio del pm, sottolineando fin da subito che in quella sede era di fondamentale importanza considerare le motivazioni per cui gli attivisti della Rete erano intervenuti alla Intempo e quindi nello spazio della Compagnia portuale. Intanto quello era il luogo da cui era partito Vertullo per andare a lavorare il suo primo ed ultimo giorno di lavoro ed è li che la Rete poteva incontrare i lavoratori per sensibilizzarli sulle stragi e gli infortuni che avvengono ogni giorno nei posti di lavoro, dopo di che l'avvocato ha snocciolato tutti i dati della regione, poi della provincia e poi del comune di Ravenna sui morti sul lavoro sostenendo che nessun tribunale di un paese democratico può evitare di tenere in considerazione tali dati all'interno di un processo che vede i suddetti "reati" (secondo la logica dei padroni) commessi per protestare contro questa continua strage. L'avvocato ha rimesso al centro subito, quindi, la questione principale dei morti sul lavoro e della battaglia della Rete, parlando anche della carovana e delle diverse altre città che in quei giorni si mobilitarono. Di seguito sono state poi smontate una per una le accuse, il tutto appoggiandosi al fatto che il video girato dagli attivisti chiariva limpidamente e in maniera inconfutabile che Rubboli (presidente allora della Compagnia Portuale) aveva aggredito un attivista della Rete e che non c'era violenza privata da parte degli stessi nel cercare di frapporsi tra lui e l'aggredito ma anzi...che il vetro infranto si era rotto perché gli attivisti erano stati spintonati verso la porta del vetro e con un asta accidentalmente, per colpa delle spinte, avevano probabilmente urtato il vetro e che quindi non c'era interesse né volontà di infrangerlo; quella che veniva definita occupazione non era tale perché non si era preso possesso di alcuna sede per un tempo di ragionevole durata e che la violazione della proprietà privata era necessaria per poter entrare in contatto con i lavoratori all'interno ma il tutto si è svolto nell'arco di 30 minuti senza violenza nei confronti delle dipendenti della Intempo che hanno tutto il tempo e la tranquillità per chiudere la porta e rimanere all'interno, dopo che con assoluta calma, come si vede dal video, gli era stato spiegato il perché di quei cartelli appesi, dei volantini e della presenza degli attivisti.
La sentenza del giudice ha ritenuto gli imputati da assolvere per tutti i reati contestati tranne che per la violazione della proprietà privata, quindi accollandogli un risarcimento danni pari a mille euro in favore della compagnia portuale più 2 mila per il pagamento dell'avvocato della parte civile...più l'iva, per un totale circa di 4 mila euro.
Adesso seguirà il ricorso in Appello....la lotta continua.
Rete per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e nei territori-nodo di Ravenna
pc 25 febbraio - "35 COLTELLATE NON SONO CRUDELTA'" - L'ABERRANTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULL'ASSASSINO PAROLISI - DALL'OPUSCOLO DEL MFPR: "LA FOGNA FASCISTA SESSISTA DELL'ESERCITO"
(da Il Fatto quotidiano) - Lo scorso 10 febbraio la Cassazione, annullando la sentenza di secondo grado, aveva ordinato l’eliminazione dell’aggravante della crudeltà. Oggi i supremi giudici motivano la decisione nei confronti di Salvatore Parolisi imputato per l’omicidio di Melania Rea... spiegando che la donna fu uccisa durante una “esplosione di ira” nata in un litigio “tra i due coniugi” e dovuta alla “conclamata infedeltà coniugale” dell’uomo.
Secondo i supremi giudici, l’uccisione di Melania è avvenuta “in termini di ‘occasionalità’ (dolo d’impeto, non essendo stata mai ipotizzata la premeditazione). L’ex caporalmaggiore dell’Esercito, che per l’accusa colpì con 35 coltellate la vittima, era finito in un “imbuto senza uscita” stretto tra le pressioni della sua amante e le bugie a Melania...
Le numerose coltellate inflitte da Parolisi alla moglie indicano che si è trattato di un “dolo d’impeto” finalizzato ad uccidere, ma “la mera reiterazione dei colpi (pur consistente) non può essere ritenuta” come aggravante di crudeltà con conseguente aumento di pena. “L’abbandono in stato agonico” della moglie Melania, da parte di Parolisi, “è anch’esso condotta ricompresa nel finalismo omicidiario, non potendo assimilarsi la crudeltà all’assenza di tentativi di soccorso alla vittima (che presuppongono una modifica sostanziale del finalismo che ha generato l’azione)”.
35 coltellate non sono "crudeltà" - anzi il povero marito/amante era "stretto tra le pressioni" di due tremende donne: l'amante e la moglie Melania. Poveretto... non ce l'ha proprio fatta e ha "reiterato" 35 colpi...
Lasciare Melania agonizzante, neanche questo è crudeltà ma al massimo mancato tentativo di soccorso - come un incidente stradale...
Lui, No, non voleva proprio ucciderla... Della serie: gli è scappata la mano...
Una sentenza e una motivazione per cui non ci sono parole per lo schifo che esprime! Una sentenza spudoratamente di parte, dalla parte del maschio e dalla parte del militare.
Ed è il ruolo militare di questo assassino, che ha scoperchiato la fogna dell'esercito e la "normale" logica di violenza sessista dei militari, che si è voluto fin dall'inizio coprire. E questa sentenza dà la firma finale.
Dall'Opuscolo del MFPR:
"Per Sarah, Carmela, Melania, Ophelia... per tutte. E’ giusto ribellarci!"
MELANIA
la fogna fascista sessista dell’esercito
15.5.11 - CHI COPRE, E PERCHE’ LA VERITA’ SULLA MORTE DI MELANIA REA?
Nonostante indizi sempre più schiaccianti incastrino Salvatore Parolisi, nell’uccisione di Melania,non viene ancora indagato. Per molto meno, in altri delitti, vi sono stati avvisi di reato o arresti. Qui invece, nonostante contraddizioni, bugie ed elementi emersi - dalle intercettazioni telefoniche tra Parolisi e un amico, e tra Parolisi e la soldatessa dopo la morte di Melania; ai non riscontri sulla presenza e percorso di Melania a Colle San Marco; dalle bugie di Parolisi sulla conoscenza del posto del delitto alla questione dei cellulari, al coltello che avrebbe ucciso Melania tipico di chi sta nell’esercito; dai vestiti di Parolisi all’anello di Melania trovato come se fosse stato buttato da lei, alle reazioni di Melania sulle relazioni del marito, ecc. - questo uomo resta in libertà.Perchè? Quale prevenzione oggettiva e soggettiva, “spontanea” (nel senso di logica spontaneamente inquinata che guida le indagini) o voluta, programmata, impedisce di mettere le mani nel buco nero dell’esercito, improntato e pregno comunque di una logica e prassi fascista, maschilista, di relazioni improntate a uno spirito di oppressione/sopraffazione gerarchica che diventa a volte uso/abuso sessuale soprattutto quando vi sono donne (che o si adeguano a questo spirito e ne sono complici, o ne vengono schiacciate dal rambismo machista), ma anche di difesa/omertà di corpo all’interno? E di mettere le mani nella “famiglia”, tutta cresciuta nell’ambiente militare - con un padre, quello di Parolisi, nell’esercito e un fratello guardia carceraria; e un padre, di Melania, ex maresciallo dell’Areonautica, un fratello aviere scelto - e quindi chiusa nella condivisione di certi valori e nella iniziale difesa “a prescindere” di Parolisi?
21.7.11 - FEMMINICIDIO DI MELANIA... IL MARCIUME “DELL’ONORE” DELL’ESERCITO
Stampa e televisioni non aspettavano altro che scatenarsi sulla nuova svolta riguardante l’uccisione di Melania Rea, alcuni servizi mandati in onda tra ieri e oggi e articoli pubblicati sui giornali hanno tentato in modo subdolo di dipingere il Caporal Maggiore dell’Esercito, Salvatore Parolisi, omicida della moglie Melania, addirittura quasi come presunta vittima di una estenuante contesa tra due donne, Ludovica l’amante che non “gli dava più alcuna tregua” negli ultimi tempi istigandolo a lasciare la moglie e Melania, appunto, che scoperta la relazione extraconiugale del marito non si rassegnava alla separazione.
Vergognosi tentativi di deviare l’attenzione dal femminicidio messo in atto da Parolisi che l’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce con elementi agghiaccianti come la possibile richiesta alla moglie di avere un rapporto sessuale prima di ucciderla alle spalle con gli slip ancora abbassati!
Vergognosi tentativi di deviare l’attenzione dagli orrendi particolari che invece stanno iniziando a venire fuori in merito al mondo militare maschilista e sessista che Melania forse aveva scoperto diventando una reale minaccia alla salvaguardia “dell’onore” dell’arma.
20.7.11 - LE PUNIZIONI E LE INIZIAZIONI SESSUALI DELLE SOLDATESSE NELLA CASERMA DI PAROLISI
Ne parla Carlo Bonini su Repubblica, che racconta una serie di aneddoti non confermati sulla vita in caserma delle reclute donne. La Emidio Clementi, secondo quanto si scrive, sarebbe un posto dove le soldatesse venivano pi? o meno costrette a riti di iniziazione alla vita militare e dovevano anche prestarsi a favori sessuali in cambio di licenze: “un capitolo della storia di cui tutti parlano mal volentieri. Che ha un incipit. Un paio di anni fa. Una recluta viene sottoposta a un umiliante rito di passaggio e iniziazione. Un “codice rosso”, per dirla con il gergo della truppa. Una donna punisce un’altra donna. Nel corpo e nel rispetto delle altre. La responsabile viene congedata con disonore. Ma non se ne sa nulla, finchè Melania non muore e i carabinieri non cominciano a ficcare il naso nei conciliaboli e le confidenze che si incrociano nella piazza d’armi.
I racconti sono negli interrogatori dei carabinieri ai graduati: la sproporzione tra il numero delle reclute (tutte donne) e il quadro ufficiali e sottufficiali (per lo più uomini), trasformati tre mesi di addestramento in una “caccia grossa”. Dove il gallismo dei maschi si esalta nella sudditanza normalmente imposta alle reclute. Ascoltato come testimone, uno dei caporali addestratori del 235esimo racconta che, alla “Clementi”, c’è chi vanta “strisce importanti”, “Fino a trenta reclute in un anno”. Perchè ogni notte con una “volontaria” diversa diventa una tacca nel bastone del comando. Parolisi era della partita. Ludovica Perrone non era stata la prima e non era l’ultima. Come del resto accerta l’indagine individuando almeno un’altra recluta che, alla fine del 2009, si congeda dal corso addestramento dopo essere passata tra le sue mani.
Nell’articolo si parla anche di un luogo ben preciso dove consumare i rapporti: La “Casa vacanza Dimora di Morgiano”, una locanda a pochi chilometri da Ascoli. In un borgo rurale del 1500, lungo le pendici che rimontano il monte dell’Ascensione. Il proprietario si era dimostrato ragionevole. Nessuna registrazione, nessuna domanda agli uomini e alle donne della “Clementi” che, introdotti, la frequentavano. Tra i 25 e i 30 euro per una notte. Le reclute lasciavano la caserma per 36 ore, con permessi che indicavano le ragazze in visita alle famiglie in qualche parte d’Italia. Semplice e innocuo, almeno fino a quando quel “segreto” non comincia a fiorire sulle labbra di troppi e di troppe, nel reggimento”
”Melania - scrive il gip - potrebbe aver scoperto un segreto inconfessabile del marito che va ricercato in caserma. “Può essere ipotizzato che la moglie avesse scoperto qualcosa di assai più grave del tradimento, o anche solo di torbido. Occorrerebbe approfondire i rapporti interni alla caserma, gli eventuali giri di droga, le altre relazioni extraconiugali...”. E si parla anche di possibili giri di droga in caserma.
Secondo i supremi giudici, l’uccisione di Melania è avvenuta “in termini di ‘occasionalità’ (dolo d’impeto, non essendo stata mai ipotizzata la premeditazione). L’ex caporalmaggiore dell’Esercito, che per l’accusa colpì con 35 coltellate la vittima, era finito in un “imbuto senza uscita” stretto tra le pressioni della sua amante e le bugie a Melania...
Le numerose coltellate inflitte da Parolisi alla moglie indicano che si è trattato di un “dolo d’impeto” finalizzato ad uccidere, ma “la mera reiterazione dei colpi (pur consistente) non può essere ritenuta” come aggravante di crudeltà con conseguente aumento di pena. “L’abbandono in stato agonico” della moglie Melania, da parte di Parolisi, “è anch’esso condotta ricompresa nel finalismo omicidiario, non potendo assimilarsi la crudeltà all’assenza di tentativi di soccorso alla vittima (che presuppongono una modifica sostanziale del finalismo che ha generato l’azione)”.
35 coltellate non sono "crudeltà" - anzi il povero marito/amante era "stretto tra le pressioni" di due tremende donne: l'amante e la moglie Melania. Poveretto... non ce l'ha proprio fatta e ha "reiterato" 35 colpi...
Lasciare Melania agonizzante, neanche questo è crudeltà ma al massimo mancato tentativo di soccorso - come un incidente stradale...
Lui, No, non voleva proprio ucciderla... Della serie: gli è scappata la mano...
Una sentenza e una motivazione per cui non ci sono parole per lo schifo che esprime! Una sentenza spudoratamente di parte, dalla parte del maschio e dalla parte del militare.
Ed è il ruolo militare di questo assassino, che ha scoperchiato la fogna dell'esercito e la "normale" logica di violenza sessista dei militari, che si è voluto fin dall'inizio coprire. E questa sentenza dà la firma finale.
Dall'Opuscolo del MFPR:
"Per Sarah, Carmela, Melania, Ophelia... per tutte. E’ giusto ribellarci!"
MELANIA
la fogna fascista sessista dell’esercito
15.5.11 - CHI COPRE, E PERCHE’ LA VERITA’ SULLA MORTE DI MELANIA REA?
Nonostante indizi sempre più schiaccianti incastrino Salvatore Parolisi, nell’uccisione di Melania,non viene ancora indagato. Per molto meno, in altri delitti, vi sono stati avvisi di reato o arresti. Qui invece, nonostante contraddizioni, bugie ed elementi emersi - dalle intercettazioni telefoniche tra Parolisi e un amico, e tra Parolisi e la soldatessa dopo la morte di Melania; ai non riscontri sulla presenza e percorso di Melania a Colle San Marco; dalle bugie di Parolisi sulla conoscenza del posto del delitto alla questione dei cellulari, al coltello che avrebbe ucciso Melania tipico di chi sta nell’esercito; dai vestiti di Parolisi all’anello di Melania trovato come se fosse stato buttato da lei, alle reazioni di Melania sulle relazioni del marito, ecc. - questo uomo resta in libertà.Perchè? Quale prevenzione oggettiva e soggettiva, “spontanea” (nel senso di logica spontaneamente inquinata che guida le indagini) o voluta, programmata, impedisce di mettere le mani nel buco nero dell’esercito, improntato e pregno comunque di una logica e prassi fascista, maschilista, di relazioni improntate a uno spirito di oppressione/sopraffazione gerarchica che diventa a volte uso/abuso sessuale soprattutto quando vi sono donne (che o si adeguano a questo spirito e ne sono complici, o ne vengono schiacciate dal rambismo machista), ma anche di difesa/omertà di corpo all’interno? E di mettere le mani nella “famiglia”, tutta cresciuta nell’ambiente militare - con un padre, quello di Parolisi, nell’esercito e un fratello guardia carceraria; e un padre, di Melania, ex maresciallo dell’Areonautica, un fratello aviere scelto - e quindi chiusa nella condivisione di certi valori e nella iniziale difesa “a prescindere” di Parolisi?
21.7.11 - FEMMINICIDIO DI MELANIA... IL MARCIUME “DELL’ONORE” DELL’ESERCITO
Stampa e televisioni non aspettavano altro che scatenarsi sulla nuova svolta riguardante l’uccisione di Melania Rea, alcuni servizi mandati in onda tra ieri e oggi e articoli pubblicati sui giornali hanno tentato in modo subdolo di dipingere il Caporal Maggiore dell’Esercito, Salvatore Parolisi, omicida della moglie Melania, addirittura quasi come presunta vittima di una estenuante contesa tra due donne, Ludovica l’amante che non “gli dava più alcuna tregua” negli ultimi tempi istigandolo a lasciare la moglie e Melania, appunto, che scoperta la relazione extraconiugale del marito non si rassegnava alla separazione.
Vergognosi tentativi di deviare l’attenzione dal femminicidio messo in atto da Parolisi che l’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce con elementi agghiaccianti come la possibile richiesta alla moglie di avere un rapporto sessuale prima di ucciderla alle spalle con gli slip ancora abbassati!
Vergognosi tentativi di deviare l’attenzione dagli orrendi particolari che invece stanno iniziando a venire fuori in merito al mondo militare maschilista e sessista che Melania forse aveva scoperto diventando una reale minaccia alla salvaguardia “dell’onore” dell’arma.
20.7.11 - LE PUNIZIONI E LE INIZIAZIONI SESSUALI DELLE SOLDATESSE NELLA CASERMA DI PAROLISI
Ne parla Carlo Bonini su Repubblica, che racconta una serie di aneddoti non confermati sulla vita in caserma delle reclute donne. La Emidio Clementi, secondo quanto si scrive, sarebbe un posto dove le soldatesse venivano pi? o meno costrette a riti di iniziazione alla vita militare e dovevano anche prestarsi a favori sessuali in cambio di licenze: “un capitolo della storia di cui tutti parlano mal volentieri. Che ha un incipit. Un paio di anni fa. Una recluta viene sottoposta a un umiliante rito di passaggio e iniziazione. Un “codice rosso”, per dirla con il gergo della truppa. Una donna punisce un’altra donna. Nel corpo e nel rispetto delle altre. La responsabile viene congedata con disonore. Ma non se ne sa nulla, finchè Melania non muore e i carabinieri non cominciano a ficcare il naso nei conciliaboli e le confidenze che si incrociano nella piazza d’armi.
I racconti sono negli interrogatori dei carabinieri ai graduati: la sproporzione tra il numero delle reclute (tutte donne) e il quadro ufficiali e sottufficiali (per lo più uomini), trasformati tre mesi di addestramento in una “caccia grossa”. Dove il gallismo dei maschi si esalta nella sudditanza normalmente imposta alle reclute. Ascoltato come testimone, uno dei caporali addestratori del 235esimo racconta che, alla “Clementi”, c’è chi vanta “strisce importanti”, “Fino a trenta reclute in un anno”. Perchè ogni notte con una “volontaria” diversa diventa una tacca nel bastone del comando. Parolisi era della partita. Ludovica Perrone non era stata la prima e non era l’ultima. Come del resto accerta l’indagine individuando almeno un’altra recluta che, alla fine del 2009, si congeda dal corso addestramento dopo essere passata tra le sue mani.
Nell’articolo si parla anche di un luogo ben preciso dove consumare i rapporti: La “Casa vacanza Dimora di Morgiano”, una locanda a pochi chilometri da Ascoli. In un borgo rurale del 1500, lungo le pendici che rimontano il monte dell’Ascensione. Il proprietario si era dimostrato ragionevole. Nessuna registrazione, nessuna domanda agli uomini e alle donne della “Clementi” che, introdotti, la frequentavano. Tra i 25 e i 30 euro per una notte. Le reclute lasciavano la caserma per 36 ore, con permessi che indicavano le ragazze in visita alle famiglie in qualche parte d’Italia. Semplice e innocuo, almeno fino a quando quel “segreto” non comincia a fiorire sulle labbra di troppi e di troppe, nel reggimento”
”Melania - scrive il gip - potrebbe aver scoperto un segreto inconfessabile del marito che va ricercato in caserma. “Può essere ipotizzato che la moglie avesse scoperto qualcosa di assai più grave del tradimento, o anche solo di torbido. Occorrerebbe approfondire i rapporti interni alla caserma, gli eventuali giri di droga, le altre relazioni extraconiugali...”. E si parla anche di possibili giri di droga in caserma.
pc 25 febbraio - Un'assemblea del Coordinamento lavoratori e lavoratrici livornesi in lotta
GIOVEDI' 26/02 ore 21,30 all' ExCinema Aurora [v.le Ippolito Nievo, 28] si svolgerà la 4° ASSEMBLEA PUBBLICA DEL COORDINAMENTO LAVORATORI E LAVORATRICI LIVORNESI
- sono tre le tematiche più urgenti sulla quale riteniamo necessario
intervenire e cercare di sviluppare una nostra posizione chiara e
trasparente: tematiche spesso collegate tra loro e sulla quale in prima
persona, come Lavoratori Lavoratrici Livornesi, siamo costretti a dibattere e confrontarci:
1) La “giungla” degli appalti pubblici e privati
2) L’applicazione immediata e concreta delle nuove leggi sul lavoro (jobs act)
3) La cosiddetta “Vertenza Livorno” , la crisi occupazione che la nostra città sta attraversando.
Come Coordinamento lavoratori e lavoratrici livornesi in lotta vogliamo dire la nostra sui processi di ristrutturazione che sta attraversando il nostro territorio.
Tra fabbriche che chiudono e appalti al ribasso, i diritti di noi lavoratori e lavoratrici vengono sempre più attaccati, lasciandoci poche briciole di quelle che un tempo erano le garanzie conquistate in anni di dure lotte.
Mentre lo spettro di precarietà e disoccupazione diventa sempre più realtà nella vita di tutti e tutte noi, invitiamo i lavoratori e i lavoratrici livornesi a prendere parola intorno ad alcune questioni che ci sembrano essere prioritarie per difendere i nostri diritti.
Gestione degli appalti pubblici, possibilità di reinternalizzazione dei servizi per far sì che le garanzie contrattuali non vengano più messe in discussione da gare d’appalto al ribasso, applicazione delle nuove leggi sul lavoro dopo l’approvazione del Jobs Act e le conseguenze sulle pensioni dopo l’applicazione della Riforma Fornero, capire di cosa si tratti e cosa possiamo dire sulla questione della “Vertenza Livorno” e sugli investimenti pubblici che la Regione a promesso per il nostro territorio, capire come opporci ai prossimi futuri licenziamenti e come portare solidarietà alle vertenze ancora in corso o da poco scoppiate.
1) La “giungla” degli appalti pubblici e privati
2) L’applicazione immediata e concreta delle nuove leggi sul lavoro (jobs act)
3) La cosiddetta “Vertenza Livorno” , la crisi occupazione che la nostra città sta attraversando.
Come Coordinamento lavoratori e lavoratrici livornesi in lotta vogliamo dire la nostra sui processi di ristrutturazione che sta attraversando il nostro territorio.
Tra fabbriche che chiudono e appalti al ribasso, i diritti di noi lavoratori e lavoratrici vengono sempre più attaccati, lasciandoci poche briciole di quelle che un tempo erano le garanzie conquistate in anni di dure lotte.
Mentre lo spettro di precarietà e disoccupazione diventa sempre più realtà nella vita di tutti e tutte noi, invitiamo i lavoratori e i lavoratrici livornesi a prendere parola intorno ad alcune questioni che ci sembrano essere prioritarie per difendere i nostri diritti.
Gestione degli appalti pubblici, possibilità di reinternalizzazione dei servizi per far sì che le garanzie contrattuali non vengano più messe in discussione da gare d’appalto al ribasso, applicazione delle nuove leggi sul lavoro dopo l’approvazione del Jobs Act e le conseguenze sulle pensioni dopo l’applicazione della Riforma Fornero, capire di cosa si tratti e cosa possiamo dire sulla questione della “Vertenza Livorno” e sugli investimenti pubblici che la Regione a promesso per il nostro territorio, capire come opporci ai prossimi futuri licenziamenti e come portare solidarietà alle vertenze ancora in corso o da poco scoppiate.
pc 25 febbraio - Studenti in piazza contro la "Buona Scuola" di Renzi il 27 in diverse città
27 Febbraio: Buona scuola in Parlamento, studenti in piazza
Bologna - ore 9
Palermo - ore 9 piazza Verdi
Pisa - ore 8.30 Logge dei Banchi
Torino - ore 15.30 p.zza Castello
__________________________________________________________________
Quest’autunno ha vissuto di un clima paradossale, nel quale Renzi continuava a farsi vanto della sua “consultazione” sulla riforma, mentre dall’altra parte giornate come il 10 Ottobre e il 14 Novembre portavano decine e decine di migliaia di studenti in piazza in tutta Italia per contestarla.
E’ inaccettabile che Renzi ancora millanti “la più grande consultazione online” quando il rifiuto delle sue ricette di aziendalizzazione della scuola è stato esplicito sia da parte delle piazze e delle scuole, sia da parte della sua fantomatica consultazione.
La
mobilitazione studentesca non può e non deve finire ora, ad “autunno
caldo” ormai passato, perchè i passaggi più importanti di questa riforma
si combattono ora, e i risultati pratici di questa riforma si
manifesteranno solo a partire dal settembre prossimo (se non più tardi).
Per questo abbiamo lanciato una giornata di mobilitazione diffusa contro le politiche scolastiche di Renzi il 27 Febbraio, alla vigilia della presentazione ufficiale de “La Buona Scuola” di Renzi.
Al ministero sono stati furbi nel gestire le tempistiche della riforma, ufficializzandola dopo Dicembre, e anche nel proporre questa pillola amara nella maniera più dolce possibile, inserendovi grandi promesse (150mila assunzioni) e proposte apparentemente allettanti per gli studenti come le ore facoltative e via dicendo.
Studiando però quelle “linee guida” fornite dal governo emerge chiaramente che i veri intenti della riforma siano altri: aziendalizzazione della scuola, incremento dell’alternanza scuola-lavoro, ulteriore potere ai dirigenti, ampliamento dei sistemi meritocratici ed elitari, promozione del modello Invalsi, inserimento dei privati nei consigli di istituto.
Il #27F sarà un’occasione per riprendere parola su questa riforma, poco prima che questa inizi i passaggi che la porteranno ad essere legge, ma anche per dire a gran voce “Dove sono i fondi?” quei 3.5 miliardi per l’edilizia scolastica promessi a Settembre ad esempio, forse nemmeno sufficienti per mettere in sicurezza gli istituti (il 60% dei quali è fuori dalle norme sismiche e di sicurezza) e comunque mai visti nelle scuole.
Questi fondi per “#scuolebelle e #scuolesicure”, come i 150mila precari che la riforma dovrebbe assumere, sono le ennesime promesse non mantenute di una classe politica che ingrassa a spese dei più poveri e che vede la scuola solo come una spesa da ridurre nei bilanci.
Il 27 Febbraio gli studenti si muoveranno in tutta Italia e daranno un segnale determinato contro la “buona-scuola” e per denunciare le reali condizioni dell’edilizia scolastica.
Per questo abbiamo lanciato una giornata di mobilitazione diffusa contro le politiche scolastiche di Renzi il 27 Febbraio, alla vigilia della presentazione ufficiale de “La Buona Scuola” di Renzi.
Al ministero sono stati furbi nel gestire le tempistiche della riforma, ufficializzandola dopo Dicembre, e anche nel proporre questa pillola amara nella maniera più dolce possibile, inserendovi grandi promesse (150mila assunzioni) e proposte apparentemente allettanti per gli studenti come le ore facoltative e via dicendo.
Studiando però quelle “linee guida” fornite dal governo emerge chiaramente che i veri intenti della riforma siano altri: aziendalizzazione della scuola, incremento dell’alternanza scuola-lavoro, ulteriore potere ai dirigenti, ampliamento dei sistemi meritocratici ed elitari, promozione del modello Invalsi, inserimento dei privati nei consigli di istituto.
Il #27F sarà un’occasione per riprendere parola su questa riforma, poco prima che questa inizi i passaggi che la porteranno ad essere legge, ma anche per dire a gran voce “Dove sono i fondi?” quei 3.5 miliardi per l’edilizia scolastica promessi a Settembre ad esempio, forse nemmeno sufficienti per mettere in sicurezza gli istituti (il 60% dei quali è fuori dalle norme sismiche e di sicurezza) e comunque mai visti nelle scuole.
Questi fondi per “#scuolebelle e #scuolesicure”, come i 150mila precari che la riforma dovrebbe assumere, sono le ennesime promesse non mantenute di una classe politica che ingrassa a spese dei più poveri e che vede la scuola solo come una spesa da ridurre nei bilanci.
Il 27 Febbraio gli studenti si muoveranno in tutta Italia e daranno un segnale determinato contro la “buona-scuola” e per denunciare le reali condizioni dell’edilizia scolastica.
pc 25 febbraio - Messico, sempre più stato dell'orrore e del terrore
Messico, mattanza della polizia contro insegnanti in lotta per Ayotzinapa
50 feriti e 106 arresti
A
due giorni dal compimento del quinto mese dalla tragedia di Iguala, in
cui 43 studenti della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di
Ayotzinapa furono rapiti dalla polizia locale e risultano tuttora
scomparsi, il Governo messicano dimostra ancora una volta che l’unico
terrorismo nel paese è quello perpetrato dallo stato nei confronti dei
suoi cittadini.
Nella tarda serata di ieri, infatti, una mobilitazione del sindacato della scuola Coordinadora Estatal de Trabajadores de la Educación de Guerrero (CETEG), durante la quale era prevista l'occupazione dell'aeroporto di Acapulco, è stata violentemente repressa nel sangue dalla polizia federale.
Le richieste degli insegnanti riguardano i pagamenti arretrati per coloro che hanno preso parte alla lotta per la presentazione in vita dei 43 normalistas scomparsi: sono infatti almeno 94.000 i dipendenti pubblici dello Stato del Guerrero che non hanno ricevuto i loro stipendi. Il tavolo delle trattative previsto con il Ministero dell'interno è stato sospeso intorno alle 11 del mattino, e subito dopo Policía Federal e Gendarmería hanno attaccato il presidio sotto al Magistero con cariche e lacrimogeni, nonostante le prime file di manifestanti fossero composte per lo più da donne e bambini.
La testimonianza di un insegnante presente durante le cariche all’emittente indipendente Regeneración Radio riporta la presenza di cecchini e di violenze sessuali perpetrate dai militari nei confronti degli insegnanti; sembra inoltre che i federali in antisommossa abbiano tentato di entrare con la forza nel magazzino in cui diversi manifestanti avevano trovato riparo.
In tarda serata si contano almeno 50 feriti, tra cui alcuni molto gravi, testimoniati dai numerosi video e dalle fotografie dei media indipendenti (che hanno così immediatamente smentito le fonti della polizia che parlavano di soli 4 feriti) e risultano 106 arresti. Migliaia i poliziotti in strada ad Acapulco e numerose persone riferiscono di posti di blocco in tutta la città; a Chilpancingo, i normalistas di Ayotzinapa e i militanti della CETEG hanno improvvisato barricate in solidarietà con gli insegnanti sgomberati e sono stati successivamente attaccati dalla polizia.
Numerosi presidi e cortei di solidarietà sono stati indetti in tutto il paese per la giornata di mercoledì, tra cui una manifestazione a Città del Messico. A fine giornata è poi giunta una notizia non ancora ufficializzata: almeno un insegnante, Carlos Adonai Silvestre, sarebbe morto durante gli scontri.
Nella tarda serata di ieri, infatti, una mobilitazione del sindacato della scuola Coordinadora Estatal de Trabajadores de la Educación de Guerrero (CETEG), durante la quale era prevista l'occupazione dell'aeroporto di Acapulco, è stata violentemente repressa nel sangue dalla polizia federale.
Le richieste degli insegnanti riguardano i pagamenti arretrati per coloro che hanno preso parte alla lotta per la presentazione in vita dei 43 normalistas scomparsi: sono infatti almeno 94.000 i dipendenti pubblici dello Stato del Guerrero che non hanno ricevuto i loro stipendi. Il tavolo delle trattative previsto con il Ministero dell'interno è stato sospeso intorno alle 11 del mattino, e subito dopo Policía Federal e Gendarmería hanno attaccato il presidio sotto al Magistero con cariche e lacrimogeni, nonostante le prime file di manifestanti fossero composte per lo più da donne e bambini.
La testimonianza di un insegnante presente durante le cariche all’emittente indipendente Regeneración Radio riporta la presenza di cecchini e di violenze sessuali perpetrate dai militari nei confronti degli insegnanti; sembra inoltre che i federali in antisommossa abbiano tentato di entrare con la forza nel magazzino in cui diversi manifestanti avevano trovato riparo.
In tarda serata si contano almeno 50 feriti, tra cui alcuni molto gravi, testimoniati dai numerosi video e dalle fotografie dei media indipendenti (che hanno così immediatamente smentito le fonti della polizia che parlavano di soli 4 feriti) e risultano 106 arresti. Migliaia i poliziotti in strada ad Acapulco e numerose persone riferiscono di posti di blocco in tutta la città; a Chilpancingo, i normalistas di Ayotzinapa e i militanti della CETEG hanno improvvisato barricate in solidarietà con gli insegnanti sgomberati e sono stati successivamente attaccati dalla polizia.
Numerosi presidi e cortei di solidarietà sono stati indetti in tutto il paese per la giornata di mercoledì, tra cui una manifestazione a Città del Messico. A fine giornata è poi giunta una notizia non ancora ufficializzata: almeno un insegnante, Carlos Adonai Silvestre, sarebbe morto durante gli scontri.
pc 25 febbraio - Memoria e lotta oggi - 11 marzo a Bologna anniversario della morte di Francesco Lorusso
11 marzo 2015
Ore 18 @ piazza Verdi
Corteo - la memoria viva è la lotta d’oggi! Tutti e tutte in piazza per Francesco!
La memoria viva sono le lotte di oggi, la rabbia e la gioia, l’odio e l’amore di chi resiste allo sfruttamento nel proprio posto di lavoro, all’università e nelle scuole, di chi si ribella alla povertà occupando le case, resistendo agli sfratti, organizzando autoriduzioni per il pane e le rose, battendosi contro precarietà e disoccupazione. L’11 Marzo 2015 è una giornata di memoria viva a Bologna, perché vive sono le lotte e le battaglie collettive per la giustizia sociale e la dignità che attraversano la nostra città. L’11 Marzo 2015 è il ricordo di Francesco, del suo pugno chiuso, e della mano armata di Stato che lo giustiziò in quella zona universitaria che non ha mai cessato di essere zona di conflitto sociale, autogestione e quartiere di sogni collettivi da realizzare. Scendere tutti e tutte in piazza l’11 marzo 2015 vuol dire manifestare che a Bologna la memoria viva sono le lotte di oggi e che il sacrificio di Francesco Lorusso, Fabrizio Ceruso, Valerio Verbano, Pedro, Carlo e tutti i compagni e le compagne assassinati dallo Stato e dai fascisti è scolpito nella memoria di generazioni e generazioni di lotte sociali e vive con rabbia ed amore sulle barricate della dignità.
Francesco è vivo e lotta insieme a noi! La memoria viva è la lotta d’oggi!
Ore 18 @ piazza Verdi
Corteo - la memoria viva è la lotta d’oggi! Tutti e tutte in piazza per Francesco!
La memoria viva sono le lotte di oggi, la rabbia e la gioia, l’odio e l’amore di chi resiste allo sfruttamento nel proprio posto di lavoro, all’università e nelle scuole, di chi si ribella alla povertà occupando le case, resistendo agli sfratti, organizzando autoriduzioni per il pane e le rose, battendosi contro precarietà e disoccupazione. L’11 Marzo 2015 è una giornata di memoria viva a Bologna, perché vive sono le lotte e le battaglie collettive per la giustizia sociale e la dignità che attraversano la nostra città. L’11 Marzo 2015 è il ricordo di Francesco, del suo pugno chiuso, e della mano armata di Stato che lo giustiziò in quella zona universitaria che non ha mai cessato di essere zona di conflitto sociale, autogestione e quartiere di sogni collettivi da realizzare. Scendere tutti e tutte in piazza l’11 marzo 2015 vuol dire manifestare che a Bologna la memoria viva sono le lotte di oggi e che il sacrificio di Francesco Lorusso, Fabrizio Ceruso, Valerio Verbano, Pedro, Carlo e tutti i compagni e le compagne assassinati dallo Stato e dai fascisti è scolpito nella memoria di generazioni e generazioni di lotte sociali e vive con rabbia ed amore sulle barricate della dignità.
Francesco è vivo e lotta insieme a noi! La memoria viva è la lotta d’oggi!
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