Lione: Perché questo Primo Maggio è stato storico?
07/05/2023
Il 1° maggio 2023 è stato particolarmente significativo. In
primo luogo, la mobilitazione è stata particolarmente importante. Se la
prefettura minimizza le cifre, secondo i sindacati c'era ancora più gente in
strada che il 1° maggio 2002, quindi in
un contesto eccezionale. A Lione, secondo la CGT, sono sfilate in corteo 45.000
persone tra cui un enorme "black block" di diverse migliaia di
persone, a sua volta parte di un corteo combattivo che rappresentava forse un
terzo della manifestazione. Non è l'unica città in cui la mobilitazione
combattiva è stata così seguita.
A Lione, la prova è che le masse si sono impadronite della
combattività. Abbiamo visto attivisti rivoluzionari al centro del corteo
combattivo, graffiti antimperialisti a sintetizzare la rabbia delle masse sotto
forma di cartelli e striscioni che sono stati attaccati sui muri, e sono stati
portati messaggi di sostegno internazionalista, specialmente intorno alla
liberazione nazionale della Palestina.
Ma sono soprattutto le masse che hanno mostrato un
livello più alto di impegno.
In primo luogo, va notato: la gioventù studentesca
radicale non è più sola. In effetti, molti giovani, studenti delle scuole
superiori, apprendisti, dei quartieri o politicizzati dai gilet gialli, i
giovani del cuore della classe operaia in breve, si sono uniti ai cortei
combattivi. Questa è la verità assoluta, descritta dal presidente Gonzalo: è la
violenza organizzata che unisce le masse alla rivoluzione. Senza violenza, non
ci può essere organizzazione delle masse per la rivoluzione. Abbiamo anche
visto nei cortei combattivi molti sinceri attivisti di organizzazioni politiche
o sindacali, comprendere bene che è necessario “andare oltre”.
Infine, gli scontri hanno assunto un carattere sistematico. Una manifestazione
senza scontri è sempre più vista come un'escursione poco interessante nel
centro della città.
Il corteo annegato sotto
i gas lacrimogeni. Fonte: Nuova Banca Immagini Epoque
Molte persone tra le masse hanno
"ufficialmente" condannato la violenza; per poi confessare di essersi
serviti nei negozi svaligiati, di essere stati contenti di vedere la polizia in
difficoltà, o ancora che le agenzie interinali e le banche messe sottosopra
offrivano loro un sentimento di "vendetta". Abbiamo visto donne dei
quartieri popolari, giovani apprendiste, operaie e operai entrare
massicciamente nel blocco di testa, venire a sostenere i giovani combattivi.
Per quale motivo? Perché le masse sanno benissimo che solo la violenza fa nascere
la storia, che ogni mobilitazione è solo un modo per sostenere coloro che
esercitano la violenza, cioè il Fronte Unico in formazione.
Questa consapevolezza che la violenza è l'arma degli
oppressi e dei ribelli è paradossalmente diffusa e acuta, anche all'interno
dell'immensa massa di lavoratori bloccati nel riformismo nauseante della NUPES
o peggio ancora nelle concezioni fasciste del FN. A Lione abbiamo visto che la
frazione avanzata delle masse era consapevole di questa realtà. Certo, si
tratta "solo" di poche migliaia di persone preparate, e forse 3 o 4
volte più combattive. Ma comunque. Questa forza è immensa. Organizzata,
politicizzata e guidata, questa forza può fare di Lione un bastione della
Rivoluzione. Tanto più che i quartieri popolari, i quartieri operai, dove si
concentrano le masse più povere, non sono ancora entrati nella lotta e
aspettano solo di essere organizzati, politicizzati e guidati.
Quella del 2002 è stata una
manifestazione pacifica, oggi gli scontri, se rimangono di fatto simbolici e
sono rimasti confinati in un quadro gestibile dal potere borghese, sono stati
particolarmente violenti e massicci. I giovani hanno guidato la lotta,
naturalmente, ma con loro abbiamo visto attivisti di organizzazioni
opportuniste sostenerli con tutto il cuore, comprendendo che solo la lotta
combattiva poteva avere successo. Abbiamo visto madri di famiglia, pensionate,
lavoratori anziani, stare nel corteo combattivo, per sostenere la gioventù
radicale. Anche nelle dirette dei monopoli borghesi dell’informazione come
BFMTV, abbiamo potuto vedere "lavoratori onesti" sostenere
apertamente la violenza!
Infine, vediamo il congiungimento, l'unità della
gioventù proletaria più avanzata e della gioventù studentesca più combattiva. Lo
slogan rivoluzionario "Lavoratori – Studenti: unite vinceremo!" si
materializza nei fatti.
Ciò solleverà nuove domande. Le manifestazioni
inquadrate nel centro della città hanno ancora senso quando le masse vogliono
bloccare, affrontare i lacchè del potere? Gli opportunisti si esercitano a parlare
di una strategia inefficace. Potrebbero affermare che, poiché la tattica del
black block nelle manifestazioni del centro non è quella più rilevante, allora
qualsiasi violenza spontanea delle masse è irrilevante.
Ma, l'arrivo delle frazioni avanzate della classe
operaia nel movimento rivoluzionario spazzerà via anche tutte le false domande
e le deviazioni del postmodernismo, spazzerà via anche il revisionismo rancido
e pacificatore. La questione di come cambiare le cose, come vincere, cioè la
questione della strategia rivoluzionaria, dell'organizzazione all'interno di
nuovi quadri, è posta alle masse. Che rispondono con combattività, abnegazione.
I rivoluzionari organizzati e le masse sono stati
all'altezza della manifestazione del 1° maggio, al livello del movimento contro
la riforma delle pensioni, al livello richiesto dalla situazione
pre-rivoluzionaria. A Lione come altrove, il 1° maggio è stato esplosivo e
rivoluzionario. La combattività dei rivoluzionari, delle masse, delle
organizzazioni di classe è stato un giorno nero per la borghesia, e allora, che
lo sia sempre perché il futuro è luminoso!