sabato 1 ottobre 2016

pc 1 ottobre - Giorgio Napolitano, anima nera dell’attuale governo, apre alla grande la campagna per sostenere Renzi e il Sì al referendum costituzionale

Napolitano considera l'attuale Parlamento indegno! Innanzi tutto questo è da sempre il SUO parlamento! E in più è stato presidente per dieci anni! fino all'altro ieri.
Ma adesso Napolitano ha bisogno, per essere più utile alla borghesia di cui sempre è stato il servo, di un parlamento più "veloce"! Per continuare a far fare profitti nella crisi mondiale attuale alla borghesia è necessario restringere i diritti delle masse! E Napolitano è ancora uno strumento valido nella propaganda moderno fascista!
Che il parlamento borghese con le sue leggi e decisioni sia una fogna i proletari e le masse popolari lo sanno bene! Devono "solo" attrezzarsi bene per spazzarlo via!

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Referendum, Napolitano: 'Tanti errori hanno facilitato No. Con Sì Parlamento torna degno'


"Non si è partiti bene: si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del No". Lo afferma il presidente emerito Giorgio Napolitano parlando alla scuola di formazione politica del Pd. 
"Se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno", ha detto Napolitano. "Tra decreti e fiducie - ha aggiunto - il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma".
"Sì, Renzi ha capito. Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perché erano contro Renzi".

pc 1 ottobre - “Migranti, diritti a rischio in Ungheria”… e in Italia…

Sembra un titolo da scherzo e invece è quello che troviamo oggi a pagina 6 del Sole 24 Ore! come se nel resto dei paesi europei invece i migranti venissero accolti da essere umani.


Basta leggere infatti l’inizio dell’articolo per capire quanti paesi sono nelle stesse condizioni: “Prolungamento della detenzione dei richiedenti asilo. Trattamenti inumani e degradanti. “Muro anti-immigrati” in costruzione. Un mix di pratiche in aperto contrasto con i diritti dell’uomo che hanno spinto il Consiglio di Stato, con sentenza del 27 settembre (n. 4004/2016), a bloccare il trasferimento verso l’Ungheria di un cittadino extra Ue, richiedente asilo.”

L’Italia per esempio è uno di quei paesi condannati per “trattamento inumano e degradante”,

venerdì 30 settembre 2016

pc 30 settembre - La formazione operaia arriva in carcere!...

con il primo quaderno su "L'imperialismo" di Lenin e lo speciale "Nato". Ringraziamenti e spunti di riflessione sulla campagna "pagine contro la tortura" e tanto altro da un prigioniero comunista

13/09/16

Car* compagn*
E’ giunto il plico con i quaderni ed il ricco materiale cartaceo e ti ringrazio per la premura nel tenermi aggiornato.
Gli articoli sui giornali mi dicono che il muro del silenzio è stato intaccato, ma siamo ancora lontani dall’accendere dei fari o fare crepe su quel muro. Comunque è stata imboccata la giusta strada. Per me è importantissimo conquistare questi spazi perché si giunge magari a persone sensibili all’argomento. Sono stato invece sempre contrario a quella “politica” di boicottaggio di tali canali.
Vedo che l’MFPR ha avuto risalto su tali articoli e ciò mi dice che il lavoro che fà è ben orientato. Ottimo!
La tua analisi del terremoto è davvero interessante! Non sapevo della “rete adriatica” della SNAM, finanziata con i soldi pubblici. Renzi è un pericolo serio per l’Italia e con la sua faccia di m. come un venditore porta a porta cerca di abbindolare i più stupidi. Ora sta facendo di tutto per vincere il referendum costituzionale e addirittura ha giocato la carta dell’aumento delle pensioni. Ha capito che perderà. Ma qui il problema non è Renzi o Berlusconi, il problema sta in noi, che non riusciamo più ad essere incisivi e a guidare le masse. Manca un’entità riconosciuta da tutti che sappia prendere in mano la situazione e tale assenza è il più grande regalo ai vari governi neoliberisti che si stanno dando il cambio.
Ripongo fiducia un tantino nei cobas e nell’ala sinistra della Fiom, però siamo lontani anni luce da ciò che realmente serve.
Eppure, per assurdo, le condizioni oggi sono più favorevoli di un tempo.
Se la finiamo a litigare forse c’è speranza. Per me è disarmante assistere a questo imbarazzante immobilismo e questa cosa mi blocca pure nel decidere come lottare.
Se fuori vi fosse azione io non mi sentirei come oggi: scarico. Tuttavia resto un inguaribile ottimista e attendo che da queste sbarre arrivi il vento ribelle.
Mentre ti scrivo vengo a sapere che anche a Napoli hanno accolto Renzi come si deve. Ci sono stati scontri e questo è un buon segno. Prima Catania, oggi Napoli e domani chissà… Se solo riuscissimo a riunire tutti i fili rossi che si sono spezzati…
Tornando al sisma ho notato che nessuno ha evidenziato il fatto che si cercano i soldi, quando gli stessi ci sono e pure in abbondanza. I 15 miliardi degli F35 basterebbero per mettere in sicurezza tutta la dorsale appenninica caratterizzata dalle faglie! Ma guai togliere al capitalismo il suo foraggio…
Per la campagna “Pagine contro la tortura” ho inviato alcune idee ai compagni di Olga, come quella di srotolare striscioni in luoghi simbolo di Roma e davanti alla sede Rai, la visibilità è essenziale!
Appena finiti i quaderni su formazione operaia, ti darò un mio commento, a breve li inizierò e sono certo di divorarli in pochi giorni. E’ davvero notevole il lavoro del Pcm. Fai i miei complimenti  fin da subito.
A pugno chiuso

pc 30 settembre - Nello stato reazionario, fantoccio dell'imperialismo, l'Arabia Saudita, scoppiano le rivolte operaie contro la schiavitù

I lavoratori in sciopero della United Seemac 
In un paese in cui l’attività sindacale è vietata e le condizioni di lavoro si fondano sull’abuso, due gruppi di lavoratori protestano apertamente per avere il proprio salario

di Chiara Cruciati

Roma, 30 settembre 2016, Nena News – Un dollaro a testa per chiudere il caso: è quanto la compagnia saudita di costruzione United Seemac ha offerto a 215 lavoratori stranieri che da mesi non

pc 30 settembre - Fuori gli eserciti imperialisti dalla Sardegna! Ancora una volta la Sardegna è la "base" per le esercitazioni

Giochi di guerra delle Marine europee con la partecipazione della Turchia di Erdoğan! 

Le navi militari saranno ormeggiate al porto di Cagliari sabato e domenica


Si svolgerà dal 3 al 14 ottobre la nuova maxi-esercitazione delle Marine militari di diverse nazioni

pc 30 settembre - Il femminismo proletario rivoluzionario In india, in un libro di prossima traduzione in italiano - MFPR Italia

Pour un féminisme révolutionnaire prolétarien!

textes d'Anuradha Gandhy
textes d'Anuradha Ghandy

pc 30 settembre - Brasile - per il boicottaggio elettorale

Brasil - Boicotar ativamente a farsa eleitoral! Movimento Studentesco popolare rivoluzionario MERP

Está em curso mais uma edição da farsa eleitoral, desta vez em nível municipal. As falsas promessas dos candidatos e seus frágeis argumentos para convencer o povo de que deve votar contrastam violentamente com o pioramento sistemático das condições de vida das massas. Desemprego e

pc 30 settembre - Manifesto nazionale per lo sciopero degli studenti del 7 ottobre

pc 30 settembre - Falsi sinistri e fascisti mascherati uniti nel sostegno all'imperialismo russo di Putin

GIULIETTO CHIESA E DIEGO FUSARO: “Perché siamo a favore della Russia di Putin”

http://www.pandoratv.it/?p=11432

Giulietto Chiesa e Diego Fusaro forniscono motivazioni diverse, se pure compatibili fra loro, alla domanda “Perché siete a favore della Russia di Putin?”

pc 30 settembre - In Tunisia come a Taranto - nocivo é il capitale non la fabbrica!

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Da qualche a mese a Gabés un gruppo di giovani, principalmente studenti della facoltà di ingegneria, ha organizzato alcune manifestazioni e convegni in città sotto la sigla di “Stop Pollution” (stop all’inquinamento).
Gabés é infatti nota per la presenza di un grande impianto del Gruppo Chimico Tunisino, azienda statale, che in città lavora principalmente i fosfati provenienti dal bacino minerario di Gafsa per produrre soprattutto fertilizzanti, vernici, acido fosforico, acido nitrico e altri prodotti chimici; l’impianto fondato nel 1972 ha inquinato pesantemente l’area circostante, da qui nasce la voglia di questi giovani futuri ingegneri, ma non solo, di intraprendere questo tipo di attivismo sociale. Ma prima di entrare nel merito circa queste forme di attività di attivismo sociale, aggiungiamo qualcosa sulla città di Gabés.
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Gabés é una città costiera meridionale tunisina che sorge sull’omonimo golfo. La città ha una particolarità unica al mondo: si é sviluppata all’interno di una grande oasi che si affaccia sul mare, tutte le altre oasi esistenti al mondo sorgono infatti nel bel mezzo del deserto.
Prima dell’apertura del GCT le principali attività economiche erano legate al settore primario che sono svolte in forma tradizionale. In particolare la pesca e l’agricoltura (famosa la produzione del melograno e dei datteri da palma) le spezie di Gabés sono tra le più rinomate del paese e infine vi é una discreta attività artigianale che produce oggetti di vimini e derivati dalla foglia di palma come copricapi, ventagli e sporte.
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A partire dalla fine degli anni ’60- inizio anni ’70 nascono alcuni impianti industriali nel paese come conseguenza in parte postuma della linea politica dell’allora primo ministro con portafoglio ad interim della Sanità Pubblica e degli Affari Sociali, Ahmed Ben Salah che persegue la strategia della creazione di poli economici decentrati rispetto al centro economico del paese che é stato storicamente la fascia litoranea del paese compresa tra Bizerte e Sfax.

giovedì 29 settembre 2016

pc 29 settembre - Report dell'assemblea del 18 set. della campagna "Pagine contro la tortura", a cura di una compagna del MFPR

Dopo l’impegno nel coinvolgere case editrici e librerie, i presidi di aprile davanti le carceri con regime 41 bis, le iniziative informative, l’appuntamento davanti al DAP e il presidio davanti il carcere de L’Aquila, all'assemblea del 18 settembre è emersa chiaramente la necessità di allargare la campagna, a partire dal bilancio delle attività e iniziative svolte.

Si è fatto innanzitutto un bilancio dei presidi
Il presidio di aprile a Parma, considerando anche che si è tenuto in contemporanea con altri, è stato quello più riuscito perché i compagni sono dentro anche alle altre lotte (sfratti, lavoro, migranti) e portano solidarietà anche a quelle di altre realtà territoriali (Bologna, Piacenza ecc). Così anche gli immigrati della logistica ed altri proletari hanno

pc 29 settembre - FORMAZIONE OPERAIA - SUNTO DEL VII CAP. DE L'IMPERIALISMO - Da una pubblicazione mlm anni '70

L'imperialismo non è una "politica" che si può cambiare


Riassumendo i concetti esposti si può definire cos'è l'imperialismo.
L'imperialismo è il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l'esportazione del capitale ha acquistato grande importanza.è cominciata la ripartizione del mondo fra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell'intera superficie terrestre fra i più grandi paesi capitalisti.
Dal punto di vista della fase storica, in rapporto alla storia del capitalismo, l'imperialismo rappresenta un particolare stadio di sviluppo del capitalismo.

Il capofila degli opportunisti, il signor Kautsky, la pensa diversamente sull'imperialismo. Kautsky sostiene che l'imperialismo è un tipo di politica dei paesi sviluppati. Egli dice questo allo scopo di sostenere che è possibile che il capitalismo adotti una politica non imperialista, che rispetti la democrazia, l'indipendenza dei popoli, la libera concorrenza.

Kautsky vuole offuscare i violenti contrasti che esistono nell'imperialismo; egli vorrebbe sostenere una lotta contro i monopoli senza sostenere una lotta contro la base stessa dei monopoli, cioè il capitalismo. Ma la linea opportunista di Kautsky si riduce a un pacifismo e riformismo borghese che può rimanere sempre e solo allo stadio dei pii desideri.

Kautsky dice che si deve prevedere un altro stadio del capitalismo, quello che egli chiama del super imperialismo, in cui si creeranno cartelli internazionali unici, in cui si attuerà una politica internazionale di pacifico accordo tra capitalisti, per un'unione imperialista mondiale.

Kautsky dice questo allo scopo di nascondere il fatto che si scatenando una guerra mondiale interimperialista di rapina - per l'appunto la prima guerra mondiale. E noi abbiamo davanti anche la seconda guerra mondiale, che fu un'altra carneficina voluta dall'imperialismo. Inoltre oggi assistiamo a cruente guerre imperialiste in più punti del globo.

La storia dimostra, quindi, le nefandezze opportuniste del signor kautsky e quanta ragione avesse Lenin.

pc 29 settembre - ILVA: PRIMA RENZI POI I PADRONI - E GLI OPERAI? NON CI SONO MAI...

La Confindustria ha deciso quest'anno di tenere la sua assemblea generale a Taranto, con la presenza del pres. Boccia e del presidente della Federacciai, Gozzi.
E' stata evidentemente una scelta legata alla centralità economica, politica, nazionale e internazionale, della vicenda Ilva.

Prima, a fine luglio, era sceso Renzi a confermare la strada dei decreti: di svendita dell'Ilva e rinvio sine die delle bonifiche;
ora scendono direttamente i padroni, a dire due cose fondamentalmente: 
1) che bisogna "accelerare il passaggio dell'Ilva nelle mani di chi fa impresa e di chi produce acciaio... questo impianto può essere gestito solo da privati e da siderurgici esperti", perchè solo i padroni, e non le loro incapaci "controfigure" (i commissari governativi) sanno portare avanti l'Ilva; su questo Gozzi non ha risparmiato una difesa post mortem di Riva, dichiarando: "Ha fatto il suo dovere di industriale spendendo ogni anno 350 milioni nella manutenzione. Ha però pagato le sue gravi carenze nelle comunicazioni" - (si chiamano ora "comunicazioni" i morti di operai, i morti e ammalati dei quartieri...?);

2) che, però, nessuno pensi che i padroni debbano fare le bonifiche. E' lo Stato che deve ambientalizzare con le sue risorse, e per farlo deve prima convincere l'Europa, oppure si chiude. "Troppo antieconomico, per un privato, trasformare l'Ilva in una "Disneyland" europea a prova di bambino..." Ha detto Gozzi. E continuando: "Le regole ambientali sono europee. A Taranto, quindi, non si deve fare nè di più nè di meno, di quello che si fa in Europa", volendo dire - come spiega in un articolo il Sole 24 Ore - che però le regole dell'Ilva di Taranto sono già ora "quelle di Arcelor Mittal in Francia e in Belgio, di Tata in Inghilterra e Olanda, di Voestalpine in Austria, di ThyssenKrupp in Germania: stessi tetti alle emissioni...". Ancora più chiaro è stato il Pres. Boccia: "Va ricercato un equilibrio tra la giusta salvaguardia dell'ambiente all'interno delle regole del gioco europee, i costi di produzione e un piano che va realizzato in tempi brevi. In una parola sostenibilità...". Cioè, la salvaguardia dell'ambiente deve essere compatibile con i costi di produzione, non deve intaccare i profitti...

I padroni, poi, hanno trattato come invadenze fastidiose, le sparate demagogiche del pres. della Regione Emiliano sul "fermare gli impianti e incostituzionalità del decreto".

E su questo, non è mancato un contributo al SI al referendum costituzionale. Sempre Gozzi (che è stata un pò la star anche per i mass media) ha detto: chi parla di incostituzionalità del decreto... "può determinare una situazione di ulteriore difficoltà per gli imprenditori che verranno. Perchè non sanno se il quadro che prenderanno in consegna resterà tale, ovvero impianti disponibili e legge in vigore, oppure si modificherà negativamente. Anche per vicende del genere io voterò convintamente "sì" al referendum costituzionale. Abbiamo infatti bisogno di rivedere il Titolo quinto e di centralizzare nello Stato le competenze in materia ambientale". Messaggio non fu più chiaro...

E GLI OPERAI? E LA POPOLAZIONE INQUINATA DI TARANTO? 
Qui non c'è neanche la battuta: "ci penseremo..."; NO, qui hanno detto chiaro che "non ci penseremo".

Stendiamo infine un velo pietoso sui sindacati confederali, che o sono appiattiti con governo e azienda e quindi sono "inesistenti", inutili per padroni e governo, o come la Cgil impegnata in inconcludenti querelle con Emiliano.

pc 29 settembre - LOGISTICA: OGGI A CALCINATE, PER ABSELSALM, NO A DIVIETI, LAVORO E DIRITTI PER TUTTI


LO SLAI COBAS S.C. DICE NO ALLO SCIOPERO DI VENERDÌ 30 settembre DI CGIL CISL UIL CHE PARLANO DI LEGALITA' E DIRITTI, QUANDO IL CONTRATTO NAZIONALE CHE LORO HANNO FIRMATO DA' ALLE COOPERATIVE TUTTO IL POTERE CONTRO I LAVORATORI.

Giovedì 29 settembre 2016
lo SLAI COBAS s.c. ha dichiarato
SCIOPERO di 3 ore
dalle ore 11.00 alle ore 14.00
per tutti i turni per tutti i reparti

Per continuare la strada di ABD ELSALAM assassinato perchè lottava per i diritti di tutti!
Per dire NO alla repressione contro chi lotta per non essere più schiavo!
Uniamo tutte le lotte della logistica per vincere!
Per i diritti, un lavoro sicuro, la paga giusta, e il rispetto PER TUTTI

comunicato stampa - VIETATO IL CORTEO 

Per giovedì 29 settembre per la seconda volta il questore di Bergamo ha vietato il corteo dei lavoratori delle cooperative davanti alla sede di italtrans a calcinate

pc 29 settembre - Brasile: Boicottare attivamente la farsa elettorale

Via Temer, via tutta la immonda politicaglia!
Boicottare attivamente la farsa elettorale

Le elezioni municipali di quest'anno 2016 si svolgeranno in un clima di totale discredito nella società. Mai nella storia del Brasile i politici di professione erano stati così demoralizzati. Ma non per questo il sistema politico che gestisce il dominio di classe nel paese cessa di ricercare formule che ingannano. Cose come urna elettronica, legge lavagna pulita, "Operazione lavaggio", multa per coloro che non votano e altri gingilli sono parte dell'arsenale di inganno per cercare di indirizzare l'elettorato.

La sfilata dell'oligarchia durante la votazione sull’impeachment, sia alla camera che al Senato, ha notevolmente contribuito affinché il popolo brasiliano avesse la misura reale di ciò che loro chiamano "rappresentanti" del popolo brasiliano. Chiunque si prenda il dispiacere di guardare una seduta di qualsiasi municipio, in ogni città brasiliana potrà vedere come i soldi delle tasse che paga vadano in

mercoledì 28 settembre 2016

pc 28 settembre - India: i maoisti, presenti i maggiori leader, celebrano il 12° anniversario della fondazione del partito a Nadukani nonostante la repressione...

I maoisti organizzano le manifestazioni per il 12° anniversario della fondazione del partito a Nadukani

Malappuram: Il Comitato di Area di Nadukani del PCI (Maoista) ha organizzato una manifestazione per la celebrazione dell’anniversario della formazione del partito a Mukkavala vicino Nadukani nella foresta di Nilambur, sabato scorso.
Un comunicato stampa del partito emesso sabato afferma che i leader del partito, tra cui membri del Comitato Centrale e leader a livello di Stato hanno partecipato alla manifestazione che si è tenuta

pc 28 settembre - Almaviva Palermo torna alla carica sui trasferimenti, ovvero licenziamenti, e i lavoratori oggi scioperano

I dirigenti dell’azienda non hanno atteso le scadenze previste dagli accordi di maggio scorso, bruttissimi accordi che come si vede hanno riportato a galla tutti i problemi lasciati in sospeso e che comunque avevano visto il NO di tantissimi lavoratori contro le scelte sindacali.
Almaviva non ha aspettato nemmeno 6 mesi (avevamo detto che con quell’accordo l’azienda “comprava tempo”) per proporre ai lavoratori di spostarsi a Rende in Calabria, (il piano prevede lo

pc 28 settembre - Ilva Taranto - la morte dell'operaio Giacomo Campo nella voce degli operai che denunciano: 'RIbelliamoci, cazzo! - Serve la guerra di classe... Serve la vendetta! proletari comunisti - PCm Italia

  • su you tube
     1:35:32
    • vincenzo de marco 20 set intervento integrale
     
    • In nome di Giacomo. 
  • La morte di Giacomo. I suoi compagni di lavoro: "la produzione viene prima di tutto" Tv Med 
    3:05
  • Funerale Operaio ILVA Domenico Caparrotta 2.393 visualizzazioni
2:19

pc 28 settembre - Studenti in lotta preparano i cortei del 7 ottobre

Da Napoli

 Renzi ci riprova: ecco lo Student Act!

Ci risiamo: giusto il tempo di iniziare un nuovo anno scolastico che Renzi e il suo governo tirano fuori nuovi progetti che peggiorano il già devastato mondo dell’istruzione. Sono nell’aria due provvedimenti: uno relativo al mondo universitario - già ribattezzato “Student Act”, che verrà inserito nel pacchetto giovani, parte della legge di bilancio - – e una bozza di legge delega che riguarda la scuola.
Entriamo subito nello specifico. Ecco le novità che ci sono saltate agli occhi.
Innanzitutto, le prove Invalsi acquistano una “nuova” valenza, sin dalla scuola primaria. Nel primo ciclo, elementari e medie, saranno obbligatorie per gli studenti e appariranno nella certificazione finale delle competenze.
Anche le sorprese che riguardano il secondo ciclo sono tutt’altro che positive. Nelle scuole superiori

pc 28 settembre - Massima solidarietà con i migranti in lotta a Roma

Roma. Sgomberati 500 migranti su via Tiburtina: cariche e blocchi stradali

CtV4n 1WcAAlf uDa questa mattina è in corso lo sgombero violento di circa 500 migranti da uno stabile occupato in via Vannini. L’edificio che si trova nei pressi di via Tiburtina all’altezza del GRA era in stato d’abbandono ed era stato occupato dagli stessi migranti dopo la chiusura del centro d’accoglienza. In queste ore, gli occupanti hanno provato a resistere cercando di impedire lo sgombero, bloccando la strada con i cassonetti e stendendosi per strada per femare fisicamente l’operazione. La polizia con ripetute cariche violente ha sgomberato l’edificio e sta caricando gli occupanti sui pullman per portarli nei centri di identificazione. Via Tiburtina è stata bloccata per ore provocando il caos con l’intento di mettere in

pc 28 settembre - I licenziati Fiat hanno vinto - la FCA e Marchionne hanno perso - I sindacati confederali hanno... lasciamo perdere!

Licenziati Fiat, il tribunale di Napoli: “Devono tutti tornare al lavoro”

Pomigliano. Clamorosa sentenza della corte di Appello del Tribunale di Napoli: i 5 operai licenziati dalla Fiat di Pomigliano dovranno tutti rientrare la lavoro. Il loro licenziamento è stato dichiarato illegittimo dai giudici. Mimmo Mignano, Marco Cusano, Roberto Fabbricatore, Massimo Napolitano e Antonio Montella il 5 giugno del 2014 esposero davanti al reparto logistico Fiat di Nola un fantoccio impiccato a un patibolo, un fantoccio raffigurante il viso di Marchionne. Una protesta provocatoria – “satirica” secondo chi manifestava – attuata per manifestare contro i suicidi di due operai cassintegrati del reparto, Pino De Crescenzo e Maria Baratto. Subito dopo il licenziamento voluto dalla Fiat. Sulla vicenda si è pronunciato due volte il tribunale di Nola, che ha sempre dato ragione a Marchionne respingendo la richiesta di rientro dei cinque lavoratori. Ma l’Appello del tribunale civile di Napoli ha ribaltato la scena,. Mignano e compagni potevano manifestare anche in quel modo tanto discusso. Dovranno rientrare in fabbrica.

Gli operai non si sono fatti isolare e l'opinione pubblica che si è mobilitata ha avuto un peso determinante per l'esito della causa. Oggi consegnata alla stampa la sentenza della corte d'appello.Il diritto di opinione dei lavoratori in Italia esiste ancora.

pc 28 settembre - Sempre più esplicito: al servizio di chi è il M5S? Ma dei padroni, l'esempio della Liguria

...un anonimo consigliere regionale, intervendo sulla vicenda della Labocolor, si è lanciato in una "nuova verità": "operai contro padroni? Contrapposizioni fuori dal tempo." Se c'è qualcuno fuori dal tempo è lui che il suo "cervello" l'ha rottamato di sicuro sul web. Ma poi questa operazione non è una novità. è la solita vecchia pallottola zuccherosa della borghesia che, intimorita dalla lotta di classe, cerca di abbellire questo sistema di sfruttamento e mette sullo stesso piano gli interessi dei padroni e degli operai, che si traduce in più sfruttamento e accettare i sacrifici in nome del "bene comune". Ci sarebbe molto altro da dire e lo faremo in seguito, perchè è necessario smascherare il vero ruolo di questi loschi figuri in particolare tra le fila della classe operaia e del proletariato.

"Operai contro padroni? Contrapposizioni fuori dal tempo"
Francesco Battistini, consigliere regionale del Movimento cinque stelle, interviene sul caso Labocolor.

Val di Magra - "In questi giorni, per il caso Labocolor di Santo Stefano, ho sentito spesso parlare di operai contro padrone come se il mondo fosse rimasto fermo a mezzo secolo fa. Oggi, infatti, sono convinto che suddividere la società in classe operaia contro imprenditoria sia veramente, oltre che fuori dal tempo, profondamente sbagliato". Parola di Francesco Battistini, santostefanese, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Liguria. "Sempre più spesso, infatti, in una società complessa come la nostra - prosegue -, gli interessi del datore di lavoro - perché i padroni non esistono - finiscono per coincidere, per

pc 28 settembre - H&M: MIGRANTI E ITALIANI BLOCCANO LA FILIERA GLOBALE DEGLI ABITI LOW COST

(Da Terrelibere) 

La logistica tra Pavia e Piacenza era un tipico lavoro da stranieri. Oggi è uno snodo fondamentale della filiera degli abiti a basso costo tra Europa e Asia. Ci lavorano tanti italiani, in gran parte donne. Insieme ai migranti sindacalizzati, chiedono diritti per tutti. Così, un’inedita alleanza di arabi, latini, africani e italiane ha bloccato la produzione di H&M

A che ora inizia il turno? Ti avverte un sms, ma solo qualche ora prima. E puoi cominciare anche alle quattro del mattino. Quando torni a casa? Lo scopri durante la giornata. C’è chi lavora anche dodici ore di fila. La vita privata non esiste più. Chi ha figli è disperata. Nonostante condizioni di lavoro spaventose, se protesti l’azienda minaccia di andare via.

La logistica tra Lombardia ed Emilia – con epicentro Piacenza – era un tipico lavoro da immigrati. Quello che “gli italiani non fanno più”. Poi c’è stata la crisi e il boom dell’e-commerce e dei centri commerciali. È diventato un buon ripiego per tanti italiani. Però il sistema delle cooperative negli anni si è trasformato in una specie di caporalato legalizzato, denunciano alcuni sindacati. Le condizioni di lavoro sono diventate sempre più difficili.

In questo concentrato di tecnologia e filiera globale, sono gli occhi delle donne ad assicurare un percorso senza intoppi
Molte giovani donne e migranti – che da anni guidano le lotte nel settore – si stanno organizzando per conquistare diritti. In queste settimane un’inedita alleanza di arabi, latini, africani e italiane ha bloccato la produzione di H&M – una multinazionale, ma non l’unica – che usa una filiera globale per produrre abiti a basso costo.

Il magazzino italiano serve a distribuire le merci in dodici paesi nel quadrante sud dell’Europa, nell’Est e negli stati baltici. Si rifornisce dal deposito centrale europeo che si trova ad Amburgo. In Germania i pacchi arrivano dai porti del nord. Grandi cargo trasportano gli abiti direttamente dalle fabbriche asiatiche. La materia prima come il cotone arriva da mercati come quello turco.

In questo concentrato di tecnologia e mercato globale sono gli occhi di alcune donne ad assicurare un percorso senza intoppi. Quando i pacchi arrivano, occorre controllare che il codice a 12 cifre in entrata sia uguale a quello in uscita. Altri lavoratori dividono il materiale imballato per taglia e per destinazione (tecnicamente: “unpacking and allocating”).
In Turchia il cotone, in Bangladesh le fabbriche, ad Amburgo il deposito, vicino Pavia il magazzino per il Sud Europa. La sede vera è in Svezia, ma lì non c’è niente

I problemi sono legati soprattutto agli orari di lavoro. Un sms avverte la sera prima dell’inizio del turno. Spesso si comincia in piena notte. L’annuncio di fine lavoro arriva solo mezz’ora prima.
Con il meccanismo delle cooperative, non è difficile sostituire i lavoratori “ribelli”: c’è chi lavora nello stesso posto dal 2011 ed è stato assunto da quattro coop diverse. Per ottenere lavoratori flessibili, si applicano contratti part time, anche se poi l’orario di lavoro arriva a 50 ore.

Dopo un primo blocco del magazzino di Stradella, ad agosto lo sciopero si è esteso a Casalpusterlengo. Italiani e migranti si sono trovati uniti nelle richieste e hanno trovato disponibilità nelle controparti.

La filiera globale del basso costo. Una signora entra in outlet di Marsiglia (o Varsavia, o Vilnius) e sceglie il suo nuovo vestito. È bello e costa molto poco. Non sa che quella stoffa nasconde una serie di storie spaventose.
Per una serie di coincidenze sono emerse pesanti criticità nella filiera di H&M. Una Ong  ha inviato ad alcune aziende un questionario sulla possibile presenza di profughi siriani (in particolare minori) nella filiera del cotone in Turchia.
La multinazionale svedese ha risposto che è possibile e che si impegna a prendere provvedimenti. Le altre grandi aziende hanno scelto la strada del silenzio.
Tre anni dopo la tragedia di Rana Plaza, quando una grande fabbrica andò a fuoco, le multinazionali della moda non avrebbero ancora fatto abbastanza. H&M, in particolare, non avrebbe preteso la messa in sicurezza del 60% delle fabbriche da cui si rifornisce...

martedì 27 settembre 2016

pc 27 settembre - Fincantieri Palermo: cade gru di 60 tonnellate e si sfiora la tragedia

Per fortuna nessun operaio ferito! Dobbiamo dire per fortuna perché questa è la conferma che la sicurezza nei posti di lavoro non è né il primo né il secondo pensiero dei padroni. Questa tragedia sfiorata è inoltre la conferma dell'assoluta inutilità di tutte quelle organizzazioni sindacali all'interno dei posti di lavoro che della sicurezza non fanno uno dei loro compiti essenziali!

Fincantieri: tragedia sfiorata a Palermo, gru da 60 tonnellate cade al suolo

Palermo, 27 set. (AdnKronos) - Tragedia sfiorata al Cantiere navale di Palermo. A una settimana dagli ultimi incidenti che hanno causato le morti sul lavoro di due operai a Piacenza e all'Ilva di Taranto e dopo la mobilitazione nazionale sulla sicurezza dei metalmeccanici del 21 settembre, ieri sera un grave incidente è avvenuto nello stabilimento di Palermo. Durante i lavori alla nave da crociera Royal Princess, all'interno del bacino da 400mila tonnellate, nel corso di una manovra di sollevamento una gru semovente dal peso di circa 60 tonnellate si è staccata dall'alto della gru fissa dello stabilimento precipitando al suolo. Per fortuna sotto le gru in quel momento non c'era nessuno, gli operai lavoravano in aree limitrofe.
"L'episodio lascia poco spazio a commenti e a giustificazioni superflue - dicono Angela Biondi, segretario Fiom Cgil Palermo, Bruno Papignani, coordinatore nazionale Fiom Fincantieri, Francesco Foti e Serafino Biondo, Rsu Fiom e Rsl della Fiom, e Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Salute ambiente e sicurezza della Fiom -. La direzione aziendale di stabilimento da mesi depotenzia il reparto dedito ai sollevamenti cambiando mansione ed operai con esperienza pluridecennale, spingendo di conseguenza sempre di più verso l'appaltare tali lavorazioni. L'incidente dimostra di quanta attenzione necessitano tali operazioni onde evitare episodi che mettano a repentaglio la vita dei lavoratori".

pc 27 settembre - CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE UNA BATTAGLIA SOPRATTUTTO RIVOLUZIONARIA CONTRO IL SISTEMA BORGHESE CHE LA PRODUCE

Nell'avvicinarsi del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ritorna un attivismo da parte di associazioni, centri per la non-violenza, ecc. Esse centrano la loro mobilitazione su una battaglia, soprattutto culturale, contro la violenza maschile.
A fronte di questo ritengono che l'intervento del governo dovrebbe "concentrarsi sulla formazione nelle scuole e nelle università sulle tematiche di genere, che invece  è ignorata o fortemente ostacolata"; e ritenendo quindi inadeguata, o anche nociva, l'azione finora svolta dal governo, dallo Stato, chiedono a queste stesse Istituzioni politiche più efficaci.

Il Movimento femminista proletario rivoluzionario denuncia invece che la violenza sessuale, i femminicidi sono una realtà sistemica, frutto di questo sistema sociale, la punta di iceberg più tragica di una condizione generale delle donne in questa società fatta di oppressione, doppio sfruttamento, discriminazioni, portata avanti dallo Stato, dai governi, dai padroni, dalle loro istituzioni economiche, politiche, culturali, che prima, durante e dopo sono i veri fomentatori delle violenze contro le donne, degli "uomini che odiano le donne".
Ogni uccisione, ogni donna che ha subito violenza, questo lo mostra in maniera sempre più lampante; sempre più le uccisioni delle donne sono morti annunciate, sempre più si assiste a un rovesciamento delle parti: per gli uomini la "giustizia" è lentissima e moderata, per le donne che denunciano gli stupratori e chi li difende è rapida e dura (vedi l'ultimo episodio de L'Aquila); sempre più si portano avanti politiche sessiste, razziste (vedi la campagna della Min. Lorenzin), a cui chiaramente seguono spazzature "culturali".

A questi, ai loro nemici dovrebbero le donne chiedere soluzioni?

Noi diciamo che "le donne devono smettere di avere paura e devono fare paura!"
Che le donne si devono unire, per lottare. E' tempo che siano le donne ad essere "pericolose"!  

Occorre una lotta a 360° gradi che porti la battaglia su tutti i fronti.
Parlare solo di battaglia sul fronte culturale è essere ciechi su tutto il resto, è voler lasciare in piedi questo sistema sociale di oppressione, solo un pò riformato. Questo è la battaglia del femminismo borghese.
Ma la maggioranza delle donne, le donne lavoratrici, precarie, disoccupate, le braccianti, le immigrate hanno mille catene da spezzare!

PER QUESTO, QUESTE DONNE IL 25 NOVEMBRE DEVONO SCENDERE IN LOTTA AUTONOMAMENTE, NON POSSONO DELEGARE AL FEMMINISMO BORGHESE.

Dobbiamo portare la lotta contro i Palazzi del potere. Dobbiamo farla diventare una lotta prolungata, portando l'altra via è anche un'altra iniziativa e forma di lotta.

A questa altra via, ad appoggiarla chiamiamo le espressioni più radicali e combattive del movimento delle donne.

pc 27 settembre - E' USCITO: SPECIALE REPRINT - SELEZIONE ARTICOLI DAI NUMERI DELLA RIVISTA MLM "LA NUOVA BANDIERA"

Per richiederlo: pcro.red@gmail.com
SOMMARIO

Articoli sul Partito:
L’arma del maoismo-partito-rivoluzione (dal n. 1)
Sulla costruzione del Partito Comunista maoista in Italia (dal n. 2)
Note per il Partito (dal n. 4)

Articoli di analisi politica 
Le due colline (dal n. 1)
La crisi - contro le false soluzioni del riformismo (dal n. 4)
Scritti politici (dal n. 5)

Articoli di analisi storica:
Sul maggio 68 meeting in Francia - Dibattito dei maoisti (dal n. 4)

Articoli di analisi lotte:
L’esperienza della lotta degli operai forestali slai cobas sc (dal n. 2)

Articoli sul Mfpr: 
Mfpr lotta ideologica, percorso storico (dal n. 2)
Per un nuovo pensiero e prassi FPR (dal n. 4)

Lotta tra due linee: 
(n)Pci-Carc: comunisti della cattedra revisionisti della pratica (dal n. 1)
Ancora note critiche su (n)Pci-Carc (dal n. 5)

Teoria e idelogia: 
Concezione materialistica della storia e lotta all'idealismo (dal n. 4) 
Appunti di studio su "Stato e rivoluzione" (dal n. 4)
Appunti di studio su “L’estremismo” (dal n. 3)
“La classe operaia deve dirigere tutto” (dal n. 3)

pc 27 settembre - VERSO LA CELEBRAZIONE INTERNAZIONALE IN BRASILE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA

Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia interviene, ricordando il grande ruolo della compagna Chiang Ching a difesa della Rivoluzione contro la nuova borghesia 

pc 27 settembre - Perù, il presidente reazionario Kuczynski ordina la distruzione del mausoleo che accoglie le spoglie dei prigionieri politici e di guerra massacrati il 19 giugno 1986 - giorno dell'eroismo

E' il luogo di numerosi cortei che li ricordano e denunciano la repressione di stato Hommage aux prisonniers maoïstes assassinés au mausolée de Comas

Il comunicato in Italia del 19 giugno scorso


19 GIUGNO 1986-19 GIUGNO 2016: GIORNATA DELL'EROISMO. Solidarietà con tutti i prigionieri politici rivoluzionari nel mondo!

Il 19 giugno del 1986, nelle carceri peruviane del Fronton, Lurigancho e Callao, centinaia di prigionieri politici e di guerra del Partito Comunista del Perù in rivolta furono massacrati dalle forze armate peruviane.
Morirono dopo aver rifiutato ogni falsa proposta di accordo, consapevoli del prezzo che il nemico gli avrebbe fatto pagare. Scelsero di dare la vita per il loro popolo, il partito e la rivoluzione, resistendo e combattendo fino all'ultimo; trasformando le tetre prigioni in “luminose trincee di combattimento”.
Il Partito Comunista del Perù ha chiamato il 19 giugno “Giorno dell'eroismo” e, da allora, a livello internazionale, si celebra questa giornata in memoria di quella battaglia, in solidarietà con tutti i prigionieri e le prigioniere rivoluzionari, contro la repressione delle lotte proletarie e i movimenti di lotta.
In particolare, quest’anno sosteniamo la manifestazione per G.I. Habdallah ed esprimiamo solidarietà e sostegno per la difesa delle condizioni di vita e per la liberazione dei prigionieri politici indiani, turchi e di tutti i prigionieri politici nelle carceri imperialiste.
Sosteniamo e aderiamo alla manifestazione a L’Aquila del 25 giugno contro il 41bis applicato ai detenuti politici. Inoltre, sosteniamo la campagna in corso “pagine contro la tortura ” che sta centrando le iniziative su un aspetto, particolarmente odioso e repressivo, del regime 41 bis.

Viva il 19 giugno Giorno dell’eroismo!
Libertà per tutti i prigionieri politici!

Movimento femminista proletario rivoluzionario
Soccorso rosso proletario
Slai cobas per il sindacato di classe
Punto libreria Metropolis - Milano

pc 27 settembre - A due anni dell'orrenda strage degli studenti in Messico - Nessuno dimentica e la lotta continua



No olvidamos, tampoco perdonamos: Ayotzinapa Global en Francia (Video)


Este lunes, Ayotzinapa Global colocó siluetas de cartón en representación de los 43 normalistas desaparecidos, en la puerta de la embajada del gobierno mexicano en Francia. "El gobierno mexicano le apuesta al olvido. Estas siluetas le apuestan a la memoria. No olvidamos, tampoco perdonamos", informó el movimiento en un comunicado. A su vez, reprobaron el nombramiento de Tomás Zerón como secretario técnico del Consejo de Seguridad Nacional, hecho que calificaron como "una muestra de la podredumbre reinante de la presidencia de Enrique Peña Nieto" (Elena Monges/Ayotzinapa Global).

Mexicanos marchan en 2º aniversario de desaparición de 43 alumnos de de Ayotzinapa


Miles de mexicanos salieron el lunes a las calles al cumplirse 2 años de la desaparición de los 43 normalistas en el estado de Guerrero (sur).
Los manifestantes, junto con padres, familiares y abogados de los estudiantes desaparecidos, se concentraron el lunes en el centro de la Ciudad de México (capital) para expresar al Gobierno su protesta por frustrar los estudios sobre el caso de Iguala.
Coreando eslóganes como “¡Vivos los queremos!” y enarbolando pancartas antigubernamentales como “¡Fue el Estado!”, expresaron sus condolencias a los padres de los normalistas.








Encapuchados realizaron pintadas reclamando justicia

Un grupo de jóvenes durante la marcha realizó unos grafitis sobre ventanales y algunos comercios de Reforma para exigir justicia



Video: Ayotzinapa, a dos años del caso que cimbró a México



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pc 27 settembre - La lotta nella miniera d'oro in Perù


Maxima Acuña nobel per ecologia womeninculture 

La resistenza di Máxima Acuña contro violenze e miniere

Nel nord del Perù, precisamente nella regione di Cajamarca,
 si trova Yanacocha: la più grande miniera d’oro a cielo aperto 
di tutta l’America latina.
In questi ultimi anni la multinazionale statunitense Newmont 
Mining ha tentato più volte di ampliare questa miniera, 
un progetto che avrebbe limitato la libertà dei popoli nativi, 
oltre a rappresentare un rischio per l’integrità delle risorse
 idriche della zona, per la biodiversità vegetale e animale.
Nel nord del Perù, però, vive anche Máxima Acuña, 
una donna che ha posto il suo corpo a difesa della 
Terra sino a costringere la multinazionale statunitense

pc 27 settembre - Grillo come Totò Cuffaro, il Movimento 5 Stelle e i gruppi di potere, le “lobby”, in Sicilia

                   Il deputato regionale Cancelleri (prossimo candidato alla presidenza della regione) e il lobbista Marasà
 ***
Il personaggio
“Stavo con Cuffaro, ora con i Cinquestelle, loro sono come Totò, ci si può dialogare”

Palermo. Domenico Marasà, lei guida il più importante sindacato dei laboratori d’analisi in Sicilia. Avete sostenuto il governo Cuffaro, grazie al quale avete ottenuto anche un allargamento della platea accreditata. Perché adesso sostenete il Movimento 5 stelle?
“Durante il periodo di Cuffaro c’era una disponibilità al confronto e magari ad alcuni di noi veniva naturale sostenerlo. Oggi invece con il governo Crocetta e il centrosinistra non riusciamo ad avere alcun dialogo. I 5 stelle possono essere una speranza, sono obiettivi e penso che possano essere in grado di poter realizzare un nuovo piano della sanità siciliana. Qui al momento vincono solo lobby, monopoli e multinazionali”.
Scusi, ma anche quella che lei rappresenta è una lobby.
“La nostra è una lobby stracciona. I 5 stelle hanno dimostrato voglia di confrontarsi e capire, come faceva Cuffaro. Lui ci ascoltava, con questi ragazzi del Movimento si dialoga. Questa è la realtà. Io penso che loro possano sistemare i danni del recente passato”.
Quindi li voterete?
“Devo dare atto a questi ragazzi che con noi non hanno fatto passaggi elettorali, non ci hanno chiesto voti. Ma l’unico nuovo progetto che può canalizzare il nostro consenso è quello con i 5 stelle. La nostra è una scelta naturale: o subire, oppure pensare di vedere se il Movimento può aiutare la nostra categoria e la sanità siciliana”.
La Repubblica 26/9/16

***

…Eccolo qui, un pezzo della società civile e delle professioni che in passato guardava con favore a Cuffaro e Lombardo, e adesso si avvicina a grandi passi a quello che potrebbe essere un ottimo carro verso Palazzo d’Orleans. Non a caso lo stesso Mangiacavallo, parlando con il collega Salvatore Siragusa, lo mette in guardia: “Dobbiamo stare molto attenti, ormai qui tutti ci vogliono avvicinare”.
Ma al di là di qualche volto noto del mondo cuffariano e lombardiano, basta stare qualche ora nel gazebo dei 5 stelle siciliani per rendersi contro che davvero c’è un mondo delle professioni che si sta avvicinando al Movimento e che guarda con interesse al loro percorso. Primari, dirigenti della Regione, docenti universitari, architetti, ingegneri e commercialisti, che poco oltre hanno un loro gazebo…
…I 5 stelle sono qui, in questo megaraduno che è stato organizzato a Palermo proprio per lanciare la lunga campagna elettorale in vista delle Comunali e soprattutto delle Regionali. E vogliono allargare la loro base: “Questa è la grande scommessa del Movimento: raccogliere nuova classe dirigente tra le migliori forze della Sicilia, se lo faranno hanno un grande futuro e possono cambiare la Sicilia, in caso contrario no”, dice Andrea Bartoli, notaio…
La Repubblica 25/9/16

lunedì 26 settembre 2016

pc 26 settembre - Un nuovo blog militante di informazione sulla Tunisia - visitatelo - tunisieresistant.wordpress.com

TUNISIE RESISTANTE – TUNISIA RESISTENTE – TUNISIA RESISTANT

LA TUNISIA, LABORATORIO DELL’IMPERIALISMO ITALIANO NELL’AREA



I legami tra Italia e Tunisia stanno andando oltre i legami del passato.
Il governo tunisino si caratterizza sempre più al servizio dell’imperialismo ed è pronto a fare altri nuovi passi, ai danni delle masse tunisine.
Riportiamo su questo due articoli usciti su “Sole 24 ore” del 10 maggio. Nel secondo si vede come il presidente della Confindustria della Tunisia, Ouided Bouchamoui (che nel 2015, insieme a L’Unione generale tunisina del lavoro, la Lega per i diritti umani e l’ordine degli Avvocati, ha ottenuto il Nobel per la pace) parli come l’effettivo regista della situazione.
Questi rinnovati legami da un lato fanno capire gli effettivi scopi “di pace” del quartetto del Nobel, dall’altra danno il segno di cosa l’imperialismo vuole fare nell’area, e in questo la Tunisia diventa un vero laboratorio, come ha dichiarato Bouchamoui, dell’approccio nei paesi dell’area dell’Italia.
L’Unione generale tunisina del lavoro (Ugtt) che raccoglie tutti i sindacati filogovernativi, è un esempio di un ultra sindacato di Stato e di governo.
Le masse lavoratrici e popolari verranno ad essere le vittime sacrificali di questa situazione.
Invece di costruire uno Stato sociale, si va invece a ridurre uno stato sociale che già non rispondeva ai bisogni popolari.
Il rapporto Italia/Tunisia/Italia viene consolidato con una serie di problematiche che legano le sorti del governo tunisino all’imperialismo. Se il piano di “pace sociale” fallisce, sarà direttamente l’imperialismo ad intervenire in Tunisia, che diventerà teatro anche delle contraddizioni economiche, politiche tra i diversi paesi imperialisti.
In questo senso la Tunisia va assumendo sempre più nell’area un’ importanza centrale per la penetrazione dell’imperialismo. E la “lotta al terrorismo” è al servizio di questo disegno.
Sono direttamente i governanti tunisini che si candidano come i migliori rappresentanti degli interessi dell’imperialismo. Il 1° ministro tunisino è stato due volte in Italia per promuovere/svendere il suo paese, cercando nell’imperialismo il protettore
(Dal Sole 24 Ore)
L’Italia rilancia in Tunisia – Il Min. Gentiloni ha guidato una missione italiana di 87 imprese, 7 associazioni e 9 banche
Un ponte per le imprese italiane, per avere un accesso verso un’area vasta che si estende dal Mediterraneo al Medio Oriente. È stato il messaggio condiviso da tutti durante la missione di sistema che si è svolta ieri (il 9 maggio) a Tunisi e che ha avuto sia un confronto istituzionale, sia una sessione di incontri tra le imprese, con oltre 500 b2b.
Il premier tunisino, Habib Essid, presente al Forum istituzionale, ha spiegato i provvedimenti in via di approvazione: «Stiamo finalizzando un piano per la riforma degli investimenti, del partenariato pubblico-privato, siamo al lavoro per lo sviluppo del mercato digitale, che speriamo possa portare posti di lavoro. Sappiamo che abbiamo bisogno di molti cambiamenti». C’è la volontà di fare, ha detto, sottolineando come il Forum di ieri sia la dimostrazione della fiducia e della credibilità che la Tunisia gode in Italia.
Erano più di 170 i rappresentanti italiani: 89 imprese, 7 associazioni e 9 banche. Ed è la seconda missione di sistema italiana dopo quella del 2007 in Tunisia…
«Abbiamo deciso di tornare qui – ha sottolineato Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico di Confindustria per l’internazionalizzazione – spinti dalle imprese che hanno già avviato in loco delle attività e che continuano a vedere nella Tunisia, grazie anche alla vicinanza geografica, una piattaforma produttiva naturale. Il paese presenta buone chance per gli investitori italiani, anche se non è ancora completamente uscito dalle turbolenze economiche e politico-sociali». Tre le opportunità che offre, ha continuato la Mattioli, ci sono una normativa favorevole in materia di incentivi, il basso costo dei fattori di produzione, una manodopera qualificata e una popolazione giovane, altamente scolarizzata. «A questo si aggiunge la complementarietà dei nostri sistemi produttivi, l’importante processo di riforme e i piani di sviluppo recentemente adottati che rendono interessanti le prospettive di cooperazione bilaterale, in ragione anche del fatto che l’Italia vanta una posizione promettente in Tunisia: siamo il secondo paese fornitore – ha concluso la Mattioli – il secondo cliente e il secondo investitore con una quota di mercato di circa il 16 per cento».
…Dall’ottobre dello scorso anno è in corso un negoziato per un’intesa più completa e per una ulteriore integrazione delle due economie attraverso l’armonizzazione della normativa tunisina alla Ue, la graduale rimozione di tutti gli ostacoli paratariffari e l’apertura dei servizi.
…Nel 2015 le esportazioni italiane verso la Tunisia stato state circa 3 miliardi di euro, con un calo del 7,8% rispetto al 2014, pur confermandoci secondo paese fornitore. Le importazioni si sono attestate a 2,3 miliardi di euro, con un aumento del 4,4%, riconfermandoci secondi…
Da parte delle banche, come è stato ribadito al Forum, c’è un plafond finanziario per le imprese che vogliono investire in Tunisia di 424 milioni di euro, sia per businss commerciali che per partnership industriali e di investimenti. Oltre alle linee di credito gli imprenditori che operano in Tunisia possono contare sull’assistenza di tre principali gruppi bancari italiani, direttamente presenti sul territorio…
Bouchamoui – presidente della Confindustria tunisina: “Per ricostruire la nostra immagine contiamo su di voi”
«Questa esperienza tende a porsi come modello di transizione per alcuni Paesi stranieri. Si tratta di un riconoscimento conferito a tutte le tunisine e a tutti i tunisini per la loro lotta per la libertà, la democrazia e la pace. Una consacrazione del dialogo come unica alternativa alla risoluzione dei conflitti».
Un lavoro che sta continuando?
La collaborazione tra le quattro organizzazioni (Confindustria della Tunisia, Unione generale tunisina del lavoro, Lega per i diritti umani e l’ordine degli Avvocati) continua e saremo sempre presenti quando il Paese avrà bisogno di noi.
…Qual è la situazione economica della Tunisia oggi dopo la difficile fase vissuta?
Sapevamo che il processo di transizione democratica sarebbe stato lungo e difficile e che avrebbe avuto ripercussioni sulla vita economica. La transizione, o quantomeno una tappa importante, è stata compiuta con successo e limitando i danni. Occorre adesso rispondere alle sfide socio-economiche. La prima è la disoccupazione, dei giovani e dei laureati in particolare. La capacità dell’economia tunisina è quello che è, ed è imperativo cercare alternative, soprattutto attraverso la cooperazione internazionale. La seconda sfida riguarda lo sviluppo delle regioni attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi pubblici, per attrarre il maggior numero di investimenti locali e stranieri. La terza si riferisce alla ricostruzione dell’immagine del Paese, oscurata dagli atti terroristici del Bardo, di Susa e di Tunisi. Occorrono ancora più mezzi per sradicare il terrorismo e trasmettere la vera immagine della Tunisia ai turisti, agli investitori stranieri e ai partner del Paese. Certo, facciamo anzitutto affidamento sulle forze attive della nostra patria, ma contiamo anche sui nostri amici. Tra la Tunisia e l’Italia c’è un’amicizia storica e il vostro Paese può sostenerci in diversi ambiti in questa fase così importante per noi.
Quali sono i settori più promettenti?
Gli ingredienti per rafforzare la cooperazione economica esistono in tutti i settori, specie nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, edilizia, lavori pubblici, energia, agroalimentare e turismo.