Dopo l’impegno nel
coinvolgere case editrici e librerie, i presidi di aprile davanti le
carceri con regime 41 bis, le iniziative informative, l’appuntamento
davanti al DAP e il presidio davanti il carcere de L’Aquila,
all'assemblea del 18 settembre è emersa chiaramente la necessità di
allargare la campagna, a partire dal bilancio delle attività e
iniziative svolte.
Si è fatto innanzitutto un bilancio dei presidi
Il presidio di aprile a Parma, considerando anche che si è tenuto in contemporanea con altri, è stato quello più riuscito perché i compagni sono dentro anche alle altre lotte (sfratti, lavoro, migranti) e portano solidarietà anche a quelle di altre realtà territoriali (Bologna, Piacenza ecc). Così anche gli immigrati della logistica ed altri proletari hanno
partecipato attivamente al presidio. La cosa più bella è stata la solidarietà proletaria che queste soggettività hanno espresso prendendo esse stesse in mano il microfono per salutare amici, parenti o conoscenti detenuti e anche chi non conosceva nessuno in quel carcere ha espresso il suo odio verso di esso e la polizia, lo Stato (necessità di unire le lotte, di contaminarle)
Alcuni compagni ci hanno chiesto aiuto, vogliono i libri. A livello istituzionale qualcosa si è mosso - la relazione del Senato, la visita del sottosegretario Migliore al carcere dell'Aquila il giorno dopo la manifestazione - ma dalla base no, gli stessi compagni con cui facciamo le lotte non si coinvolgono su questa questione.
Dal presidio davanti al DAP, in cui 5 compagne/i sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata, alla manifestazione all'Aquila, c'è stato troppo poco tempo per preparare quella che doveva essere una manifestazione nazionale. All'Aquila si è riusciti a rompere la cortina del silenzio, ma è stata un'occasione sprecata anche per difetti di comunicazione delle iniziative di preparazione e di aggiornamento del blog dedicato.
A L’Aquila, nonostante gli sforzi, non si è riusciti a dare la spinta generale-nazionale che ci eravamo prefissi.
Sugli altri presidi in programma bisogna ancora valutare, con i compagni sul territorio, se e quando costruirli.
I compagni territorialmente più vicini ad Ascoli Piceno, hanno comunque escluso un presidio sotto quel carcere per difficoltà soggettive ed oggettive, come l’egemonia di Forza nuova e hanno valorizzato il presidio dell’Aquila, ben conoscendo le difficoltà incontrate nel costruirlo.
In sintesi però è emersa l'esigenza di concentrare le forze su un carcere in Sardegna (UTA o Bancali), cioè in un luogo simbolo dell’imperialismo e della militarizzazione, dove sono già in corso ed in programma campeggi contro l'occupazione militare e la guerra (necessità di unire le lotte individuando i nessi che legano l’approfondirsi della guerra, sul fronte esterno ed interno, con lo sviluppo del sistema carcerario differenziato)
Per quanto riguarda le spedizioni di libri e il coinvolgimento delle case editrici, dovrà essere messo in rete un elenco delle case editrici che hanno aderito alla campagna e bisognerà coinvolgerne altre.
Dato che le spedizioni di libri sono in realtà bloccate a livello centrale, come se ci fosse un magistrato di sorveglianza che comanda su tutti, è necessario coinvolgere le librerie, gli editori che hanno aderito alla campagna, nel presidio in programma a Roma davanti alla magistratura di sorveglianza e si è pensato di fare contestualmente una specie di fiera di libri (necessità di allargare la campagna anche ad altri segmenti della cultura)
Si è fatto innanzitutto un bilancio dei presidi
Il presidio di aprile a Parma, considerando anche che si è tenuto in contemporanea con altri, è stato quello più riuscito perché i compagni sono dentro anche alle altre lotte (sfratti, lavoro, migranti) e portano solidarietà anche a quelle di altre realtà territoriali (Bologna, Piacenza ecc). Così anche gli immigrati della logistica ed altri proletari hanno
partecipato attivamente al presidio. La cosa più bella è stata la solidarietà proletaria che queste soggettività hanno espresso prendendo esse stesse in mano il microfono per salutare amici, parenti o conoscenti detenuti e anche chi non conosceva nessuno in quel carcere ha espresso il suo odio verso di esso e la polizia, lo Stato (necessità di unire le lotte, di contaminarle)
Alcuni compagni ci hanno chiesto aiuto, vogliono i libri. A livello istituzionale qualcosa si è mosso - la relazione del Senato, la visita del sottosegretario Migliore al carcere dell'Aquila il giorno dopo la manifestazione - ma dalla base no, gli stessi compagni con cui facciamo le lotte non si coinvolgono su questa questione.
Dal presidio davanti al DAP, in cui 5 compagne/i sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata, alla manifestazione all'Aquila, c'è stato troppo poco tempo per preparare quella che doveva essere una manifestazione nazionale. All'Aquila si è riusciti a rompere la cortina del silenzio, ma è stata un'occasione sprecata anche per difetti di comunicazione delle iniziative di preparazione e di aggiornamento del blog dedicato.
A L’Aquila, nonostante gli sforzi, non si è riusciti a dare la spinta generale-nazionale che ci eravamo prefissi.
Sugli altri presidi in programma bisogna ancora valutare, con i compagni sul territorio, se e quando costruirli.
I compagni territorialmente più vicini ad Ascoli Piceno, hanno comunque escluso un presidio sotto quel carcere per difficoltà soggettive ed oggettive, come l’egemonia di Forza nuova e hanno valorizzato il presidio dell’Aquila, ben conoscendo le difficoltà incontrate nel costruirlo.
In sintesi però è emersa l'esigenza di concentrare le forze su un carcere in Sardegna (UTA o Bancali), cioè in un luogo simbolo dell’imperialismo e della militarizzazione, dove sono già in corso ed in programma campeggi contro l'occupazione militare e la guerra (necessità di unire le lotte individuando i nessi che legano l’approfondirsi della guerra, sul fronte esterno ed interno, con lo sviluppo del sistema carcerario differenziato)
Per quanto riguarda le spedizioni di libri e il coinvolgimento delle case editrici, dovrà essere messo in rete un elenco delle case editrici che hanno aderito alla campagna e bisognerà coinvolgerne altre.
Dato che le spedizioni di libri sono in realtà bloccate a livello centrale, come se ci fosse un magistrato di sorveglianza che comanda su tutti, è necessario coinvolgere le librerie, gli editori che hanno aderito alla campagna, nel presidio in programma a Roma davanti alla magistratura di sorveglianza e si è pensato di fare contestualmente una specie di fiera di libri (necessità di allargare la campagna anche ad altri segmenti della cultura)
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